MANILA - Le ricerche di Padre Giancarlo Bossi, il sacerdote italiano rapito il 10 giugno scorso nelle Filippine, da oggi sono solo responsabilita' delle truppe del governo filippino. E' infatti scaduto l'accordo in base al quale anche i guerriglieri musulmani in questi giorni partecipavano alle ricerche. Il missionario 57enne del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), e' scomparso dal villaggio costiero di Bulawan, nella zona di Zamboanga, nell'arcipelago meridionale di Mindanao. Tra i primi sospettati del sequestro c'era Aka Kedie, uno dei leader locali del Fronte Islamico di Liberazione Moro (Milf - Moro Islamic Liberation Front), fra i principali gruppi separatisti del sud del paese asiatico. (Agr)
03-07-2007 - fonte
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