L’identikit di una persona cosiddetta tecnostressata è molto facile da rinvenire: la passione e/o la presenza di tecnologia supera la qualità della vita portando l'individuo ad essere abbastanza incapace di rinunciare e/o convivere con le novità tecnologiche proposte sul mercato.
Ben l'80% degli italiani ne è vittima e, viste le cifre del mercato della telefonia cellulare in Italia, non c'è da di un simile primato. La ricerca che ha portato a questa rilevazione è stata condotta da Netdipendenza Onlus e prende il titolo "L'impatto del tecnostress nella Mobile Work-Life Management."
Lo tecnostress è un fenomeno tenuto sotto attenta osservazione tanto che lo stesso presidente di Netdipendenza, il giornalista Enzo di Frenna, ne ha redatto un libro intitolato "Tecnostress in azienda"; la community Always On ne ha disquisito in un incontro a Milano nel corso di MobileWorkLife 2007.
Praticamente il tecnostressato ha difficoltà di concentrazione, deficit di attenzione, attacchi di panico, incubi, crisi di rabbia e a volte si assenta dal posto di lavoro; lavora con il pc, e Internet, addirittura per 9-12 ore al giorno ed è totalmente incapace di gestire il flusso di modernità tecnologica imperante nella società odierna.
Enzo di Frenna consiglia una formazione mirata e innovativa per affrontare positivamente un simile disturbo. Bisogna capire meglio i meccanismi di funzionamento della mente umana e le rispondenze che il sovraccarico informativo può avere sulla salute. Suggerisce rimedi già utilizzati come la meditazione, l’attività sportiva, l’abitudine a pause rigeneranti e le tecniche solistiche.
Clemente Calabrese - 30/11/2007 - barimia.info
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