Ubriaco al volante, l'auto non parte

Ubriaco al volante, l'auto non parte. Scoperta di un chirurgo e un ingegnere


Il ministero dei Trasporti finanzierà la realizzazione del progetto


MILANO — La buona notizia è già nel nome, «Angel», che il caso vuole sia pure la sigla per «Analyser Gas Expiratory Level», da tradurre come «analizzatore del livello di gas nell'alito », dove gas sta per alcol. L'altra buona notizia è che «Angel» potrebbe salvare molte vite. Perché si accorge se chi si mette al volante ha alzato troppo il gomito: in caso positivo non permette all'automobile di partire. Un sistema che è piaciuto molto al ministero dei Trasporti da tempo impegnato in campagne per la sicurezza stradale, e proprio pochi giorni fa ha firmato una convenzione con i creatori di «Angel» per il finanziamento del progetto.

L'IDEA — Ci hanno provato in molti, Nissan, Michelin, Volvo, Saab, ma la soluzione al grave problema della guida in stato di ubriachezza potrebbe essere tutta italiana. Le menti sono quella di un chirurgo e di un ingegnere, la struttura è quella dell'Università di Ferrara, con cui il ministero ha firmato la convenzione. Lo scorso marzo, Gianfranco Azzena e Antonio La Gatta viaggiavano insieme in auto di ritorno da un convegno. «La macchina dell'ingegnere era attrezzata con delle tecnologie molto avanzate — ricorda il professor Azzena, direttore della Clinica chirurgica di Ferrara —, tra queste anche dei sensori». Da lì è arrivata l'idea: «Perché non usare lo stesso tipo di sistema anche per rilevare la presenza di alcol?». Nelle sue nottate in ospedale, il chirurgo vede arrivare molti feriti da incidenti stradali («e quelli sono i più fortunati »), «e spesso la causa è dovuta all'eccesso di alcol». Un'intuizione, dice Azzena, «che unita alla buona volontà ha portato ad uno sbocco», «Angel» appunto. Poi l'ingegnere La Gatta ci ha messo il suo. «All'inizio — racconta — il grande problema è stato di individuare chi è la persona che ha bevuto troppo». Una difficoltà comune incontrata anche da altri che stanno lavorando sullo stesso tipo di marchingegno: come capire che chi entra in macchina e ha un alito sospetto è anche la stessa persona che guiderà l'auto e non uno dei passeggeri? «Angel» può farlo.

«ANGEL» — Il rilevatore, o «dissuasore » come lo chiama Azzena, grande come due pacchetti di sigarette affiancati, è una specie di microcomputer che viene messo nella centralina elettronica del motore dell'automobile: a lui si collegano tre «nasi», tre sensori più piccoli di una ciliegia piazzati all'interno della vettura, uno sotto il parasole del guidatore, gli altri due ai lati dei sedili posteriori. «Grazie ad una triangolazione dei tre sensori, viene seguito il tracciato odoroso (di alcol, ndr) di chi entra in macchina e viene localizzato il posto dove è seduto». Se il risultato della triangolazione rileva che la sorgente dell'alcol è il guidatore e che il tasso alcolico è molto superiore a quello autorizzato, l'automobile non riesce neanche a mettersi in moto. Se la vettura è già in moto, «Angel» emette un suono di avvertimento, poi riduce la velocità fino a 50 chilometri orari e infine, se il tasso alcolico continua ad essere molto alto, ferma l'auto. Il tutto dura circa dieci minuti, «ma l'intervallo può essere ridotto ulteriormente », dice La Gatta, che ha installato il prototipo di «Angel» sulla sua auto.

IL FUTURO — Il «naso anti-alcol» sarà in vendita entro la fine del 2008. A disposizione sia per le aziende automobilistiche («speriamo un'italiana», sorride il professor Azzena), ma anche nei negozi al dettaglio: «Si potrà comprare e installare come un normale antifurto ». E per il futuro, gli ideatori pensano pure ad un uso più specifico di «Angel»: «Rendendolo più sensibile, potrà essere rilevata la presenza anche di altre sostanze oltre all'alcol, come alcuni tipi di stupefacenti». E gli altri? Da tempo, alcune case automobilistiche straniere stanno cercando e studiando sistemi per scoprire e bloccare l'ubriaco al volante. C'è chi ha ideato un meccanismo che rileva l'alcol dal sudore delle mani, «ma è troppo impreciso », spiega La Gatta. Così come è incompleto il sistema che si accorge dello stato di ubriachezza in base ai movimenti oculari. E poi c'è una casa automobilistica giapponese che è arrivata ai sensori, ma i suoi sono troppo sensibili: basta un bicchiere di vino per bloccare l'auto.

Claudia Voltattorni - 01 ottobre 2007 - corriere.it

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