Il contestato articolo sull'omofobia

ROMA (7 dicembre) - Alla Camera, in commissione Giustizia, sono state oggetto di una lunga diatriba tra i poli e nella stessa maggioranza. Al Senato, complicano la vita al decreto sicurezza. Le norme contro la discriminazione sessuale sono state inserite nel provvedimento licenziato giovedì per un soffio con la fiducia da Palazzo Madama con un emendamento del Prc, poi ritoccato.

Nel maxiemendamento varato dal governo e approvato da palazzo Madama, per venire incontro ai Teodem, non c'è infatti alcun riferimento esplicito alla discriminazione e alla violenza per motivi legati all'orientamento sessuale. Nel nuovo testo si fa riferimento solo al trattato di Amsterdam, che in sostanza prevede la stessa cosa, ma in modo più indiretto. Si dice cioè che sarà punito, sempre con gli stessi anni di reclusione, chiunque inciti a commettere atti di discriminazione di cui all'articolo 13, n.1 del Trattato di Amsterdam: una norma che parla di «discriminazioni fondate su sesso, razza, origine etnica, religione o convenzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali».

Nella proposta originaria, primo firmatario il capogruppo del Prc Giovanni Russo Spena, si prevedeva che venisse punito con la reclusione fino a tre anni chiunque «in qualsiasi modo diffonde idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere».


7 dicembre 2007 - ilmessaggero.it

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