Vibo, un ospedale da chiudere

Resta aperto per necessità


VIBO VALENTIA. Un ospedale da chiudere, ma che resta aperto per non privare di assistenza una popolazione di 200 mila persone. È questa, in sintesi, la storia dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, al centro delle polemiche dopo la morte di due sedicenni avvenute a distanza di undici mesi l’una dall’altra. L’ospedale ha una capienza di 200 posti letto distribuiti nei vari reparti ed attualmente ne sono occupati circa 130. “L’oggettiva necessità di chiusura dell’ospedale” era emersa già al termine dell’ispezione della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Sistema sanitario nazionale dopo la morte della sedicenne Federica Monteleone.
La commissione si pose il problema se far chiudere l’ospedale, ma alla fine optò per una serie di prescrizioni che hanno portato all’apertura di tre nuove sale operatorie.
Una scelta motivata proprio dalla necessità di non lasciare senza assistenza gran parte della provincia di Vibo. Adesso, però, dopo la morte di un’altra sedicenne, Eva Ruscio, il problema si è riproposta. Il presidente della Commissione sanità del Senato, Ignazio Marino, ha sostenuto che “bisogna intervenire in maniera molto severa, se è necessario chiudendo l’ospedale di Vibo ed allestendone uno da campo”. Sulla vicenda, comunque, sia il ministro Livia Turco, che la Regione, avranno a breve ulteriori elementi, sulla base della relazione del Nas, per valutare e decidere.


9 Dicembre 2007 - giornaledicalabria.net

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