Finalmente chi soffre di allergie alimentari potrà evitarsi spiacevoli sorprese: una semplice etichetta verrà infatti apposta sui cibi contenenti specifici allergeni, consentendo alle persone affette da intolleranze alimentari di non rischiare più di incorrere in disturbi fastidiosi. In seguito ad uno studio condotto dall' Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari (ISPA) del CNR di Torino, sono state messe a punto nuove metodologie di individuazione delle proteine con potere allergenico contenute all'interno degli alimenti.
"Generalmente le tecniche più adottate per la caratterizzazione molecolare dei principali allergeni dei vari alimenti sono ELISA (Enzyme-Linked Immunosorbent Assay), PCR (Polymerase Chain Reaction) e Real-time-PCR (PCR in tempo reale)" - ha spiegato Amedeo Conti, componente del team piemontese dell'ISPA, sottolineando che solo pochissime delle centinaia e centinaia di proteine in questione risultino effettivamente allergeniche.
"Per questo motivo abbiamo voluto mettere a punto un innovativo metodo analitico che possa rilevare i ‘segni' dell'alimento allergenico mediante il dosaggio di proteine-chiave dello specifico alimento".
Il gruppo di ricercatori torinesi cercherà di realizzare una sorta di ‘fusione' degli elementi validi delle già collaudate tecniche ELISA e PRC, lavorando su nuovi metodi che utilizzano la spettrometria di massa accoppiata alla cromatografia liquida, sempre con lo scopo di individuare tracce di allergeni nei cibi trattati.
Nel frattempo dagli Stati Uniti è arrivata la notizia di un'interessante scoperta realizzata presso la "North Carolina Agricultural and Technical State University": pare sia stato messo a punto un processo che consentirà di ottenere arachidi prive di allergeni. Un passo avanti notevolmente innovativo per la scienza dell'alimentazione, destinato ad avere un grosso impatto sull'industria di quello che risulta essere un cibo scelto da milioni di persone.
Tale processo è stato ideato dal dottor Mohamed Ahmedna, professore di scienza dell'alimentazione presso l' "A&T's School of Agriculture and Environmental Sciences" dell'ateneo della North Carolina. Al momento il prof. sta cercando di applicare tale trattamento anche ad altri alimenti. Ahmedna appare ottimista e pensa al futuro: "Siamo molto soddisfatti di aver elaborato un sistema capace di ridurre i decessi causati da shock anafilattico e di contribuire a superare quelle difficoltà di commercializzazione di prodotti come le noccioline; ciò avrà ripercussioni enormi sugli aspetti economici e di politica sanitaria in molti Paesi".
Regina Picozzi - 13/09/07 - agenziaradicale.com
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