Nelle discoteche gli appelli dei dj contro la coca

BRESCIA (29 luglio) - Il fantasma della coca-killer aleggia nel sabato notte in discoteca. Nel fine settimana segnato dalla paura, dopo i casi di intossicazione per la cocaina tagliata con atropina, che forse ha provocato anche un decesso, si fa il possibile per lanciare un segnale anche dalla consolle. Appelli dei dj, più spesso dei "vocalist" che parlano per ore e ore al microfono, a fianco di chi si occupa solo di musica, e sollecitano i giovani a «non cascarci», a «divertirsi senza droga».

Succede in molti locali. Dopo l'allarme per la cocaina tagliata male, tutti si sono presi l'impegno di parlarne con la loro eterogenea clientela, nella quale ci sono anche dei consumatori di droga. E succede anche, ovviamente, nella zona del basso Garda bresciano, dove le discoteche sono tante e dove la droga ha ucciso una commessa ventenne, morta nella notte tra giovedì e venerdì a Desenzano. Arresto cardio- circolatorio in persona priva di patologie, dice il referto, ma la ragazza ha passato le sue ultime ore in una casa in cui si è sniffato.

Nessuno resta indifferente di fronte all'allarme. Non ci rimangono, ad esempio, al "Fura", discoteca di Lonato, a pochi chilometri dal casello autostradale di Desenzano. Il locale inizia a riempirsi dopo mezzanotte. Dopo l'1.30 Davide "Brio" Briosi, 21 anni, studente di economia e commercio, vocalist nel fine settimana, tra saluti personalizzati, auguri di compleanno e una serie di «cento per cento Fura», si rivolge ai clienti, in maggioranza tra i 20 e i 30 anni, lanciando appelli contro la droga. «Non è una novità per noi - spiega - Lo facciamo tutti i fine settimana. Ma stavolta ho voluto far presente che la situazione è ancora più grave. Per questo ho detto, oltre a "niente droga", "non cascateci" e anche "pensate a quello che è successo"». "Brio" diventa la voce della coscienza del popolo del Fura, lui si considera «la prova che ci si può divertire senza droga e senza alcol: basta guardare noi alla consolle, che ci muoviamo, parliamo, balliamo per quattro ore ininterrottamente». Nella notte della paura, in cui altre dosi di coca tagliata male potrebbero colpire, "Brio" è ottimista: «Una volta, quando lanciavi l'appello contro l'uso di droga e l'abuso di alcol, ti facevano brutti gesti, ora non più. Qualcosa sta cambiando, le discoteche possono fare molto».

Indice puntato contro la droga anche dai "NùArt", quattro ballerini scatenati a cui è affidata l'animazione. «Nel nostro gruppo - dicono - si pensa a ballare, allo show ma la prima regola è che si lavora senza alcol e senza droga. Quello che è successo è molto grave».

La vicenda della pericolosa cocaina "cristallina" è ben nota al popolo del Fura e fa discutere i giovani. Tutti sanno, ma è difficile, praticamente impossibile, trovare qualcuno che ammetta di consumare droga. E, comunque, più che la paura pare prevalere la rabbia verso chi trascina i giovani alla prima sniffata. «La cocaina - commentano tre ragazzi di Seriate, nel bergamasco, dove la droga tagliata male ha provocato alcuni ricoveri - è diventata uno status symbol. La sniffano i ricchi e anche chi ha pochi soldi non vuole essere da meno. Chi non ha la testa per capire che fa sempre male non smetterà nemmeno in questo fine settimana».

Si avvicinano le quattro, orario di chiusura del Fura. E si forma una coda davanti al banchetto in cui i ragazzi si possono sottoporre all'alcol-test. «Ne facciamo tanti - spiega uno dei volontari dell'iniziativa promossa da Polizia Stradale, Comune di Desenzano e alcune associazioni - e colpisce il fatto che vi si sottopongono più quelli tra i 20 e i trent'anni che non quelli con qualche anno di più. Se l'alcol test è positivo invitiamo a non guidare, ad aspettare, a far guidare un amico».


29/07/07 - ilmessaggero.it

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