Confermato: il Ritalin bloccca la crescita

Una ricerca dell'American Academy of Child and Adolescent Psychiatry dimostra che il Ritalin blocca la crescita di chi lo usa. E' solo l'ultimo effetto collaterale scoperto tra i molti attribuibili all'uso di Ritalin.

Nuovi risultati sugli effetti del Ritalin: come già suggerito da numerose altre ricerche, il farmaco a base di anfetamine recentemente introdotto in Italia arresterebbe la crescita dei bambini a cui viene somministrato. Una ricerca dell’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry parla chiaro, e dimostra che il Ritalin, il farmaco usato per combattere gli effetti dell'ADHD, blocca la la crescita di chi lo usa.

Dopo 3 anni di studi su bambini affetti da ADHD trattati con Ritalin si è scoperto che questi pesano almeno 2 kg in meno rispetto ai coetanei e misurano un centimetro e mezzo in meno di altezza. Lo studio ha anche monitorato bambini affetti da ADHD non trattati con Ritalin, e questi hanno mostrato livelli di crescita del tutto normali. James Swanson, direttore del Child Development Center all'Università della California, ammette: "Sì, gli psicofarmaci prescritti contro l'ADHD hanno un effetto di soppressione della crescita".

La cosa non stupisce molto, in quanto le anfetamine sono droghe pesanti universalmente riconosciute come dannose per la salute, e d'altronde lo psichiatria Peter Breggin aveva catalogato tra gli effetti collaterali da Ritalin in questa impressionante lista, nella quale l'arresto della crescita è quindi solo l'ultima negativa novità: Palpitazioni - Tachicardia - Ipertensione - Aritmia cardiaca - Dolori al petto - Arresto cardiaco - Manie, psicosi, allucinazioni - Agitazione, ansia, nervosismo - Insonnia - Irritabilità, ostilità, aggressione - Depressione, ipersensibilità emozionale, pianto facile, introversione - Riflessi ridotti - Confusione - Perdita di spontaneità emozionale - Convulsioni - Comparsa di tic nervosi - Funzioni gastrointestinali: Anoressia - Nausea e vomito - Mal di stomaco, crampi - Bocca arida - Costipazione, diarrea - Disfunzione della ghiandola pituitaria, alterazione della produzione ormonale - Perdita di peso - Visione sfumata - Mal di testa - Insonnia - Depressione - Iperattività e irritabilità - Peggioramento dei sintomi caratteristici dell' ADHD - Ridotta capacità di comunicare e socializzare - Aumento del gioco solitario e diminuzione del periodo complessivo di gioco - Tendenza ad essere socialmente inibito, passivo e sottomesso - Piattezza emozionale.

27/07/07 - Vanni Santoni - prontoconsumatore.it

Ecco come cambieranno le regole

Roma, 27 luglio 2007 - I neopatentati non potranno guidare per i primi tre anni che utilitarie, ossia automobili di potenza superiore a 60Kw/t. È questa una delle novità previste dalle nuove norme sulla sicurezza stradale.

Ecco come cambieranno le regole.


GUIDA SENZA PATENTE. Diventa un reato per il quale, (in caso di violazione della legge ripetuta due volte nell'arco di due anni) si rischierà l'arresto fino a 12 mesi, unitamente alla sanzione pecuniaria attualmente prevista che ammonta da 2.257 a circa 9 mila euro.


GUIDA OLTRE I LIMITI DI VELOCITÀ. «Se si supera di 40 chilometri orari la velocità massima consentita (e fino a 60 chilometri orari) è prevista una sanzione amministrativa da 400 a 1500 euro e la sospensione della patente da 3 a 6 mesi, oltre alla conferma della decurtazione di dieci punti dalla patente». Per chi oltrepassa di 60 chilometri orari il limite previsto, la sanzione pecuniaria va da 500 a 2000 euro circa, insieme alla sospensione della patente da 6 mesi ad un anno".


COMPORTAMENTI PERICOLOSI.


GUIDA IN STATO EBBREZZA O SOTTO EFFETTO STUPEFACENTI. In questo caso è »inasprita la pena per l'ipotesi di omissione di soccorso, che diventa reclusione da tre ad otto anni.


AUTOVEICOLI ADIBITI A TRASPORTO. La nuova legge prevede anche un »inasprimento delle sanzioni per i conducenti di autoveicoli adibiti al trasporto di persone e cose che non rispetteranno la durata dei periodi di guida, di riposo giornaliero o settimanale prescritti dai regolamenti europei.



PREMI PER GLI AUTOMOBILISTI «VIRTUOSI». Aumenta da 2 a 4 il bonus di punti per chi non commette infrazioni.



'SCUOLA GUIDÀ PER 16ENNI. L'articolo 2 introduce la cosiddetta «guida accompagnata, che consente ai minorenni già in possesso della patente A (quella per i motocicli) di esercitarsi alla guida di un'auto (ma sempre accompagnati da un patentato con dieci anni di esperienza) a partire dai 16 anni invece di aspettare di averne compiuti 18.


VENDITA BEVANDE ALCOLICHE: «Sarà obbligatorio per i gestori di discoteche e pub, ed in generale di ogni locale ove si svolga, in qualunque nodo e tempo, attività di intrattenimento congiuntamente a vendita e somministrazione di bevande alcoliche, esporre delle tabelle che indichino i sintomi correlati a diversi gradi di concentrazione di alcol nel sangue, nonchè le quantità delle bevande alcoliche più comuni che fanno superare i limiti previsti per la guida in stato di ebbrezza».


PUBBLICITÀ. È stato introdotto il divieto assoluto di far riferimento alla velocità nelle pubblicità di auto e moto. A vigilare su questo punto sarà il Garante per la Concorrenza che, in caso di violazioni, potrà comminare multe da 50 mila a 500 mila euro.


SICUREZZA STRADE. I maggiori introiti derivanti dall'aumento delle sanzioni pecuniarie saranno destinati al miglioramento della segnaletica e alla messa in sicurezza delle strade italiane.


CODICE STRADA. L'articolo 29 del Ddl, infine, conferisce al Governo delega alla riforma dell'intero Codice della Strada, mirata, tra l'altro, a riordinarne, semplificarne ed armonizzarne la disciplina tecnica, nonchè a revisionarne e semplificarne - secondo principi di proporzionalità e ragionevolezza - le disposizioni sanzionatorie.


Sanzioni più pesanti se si va in retromarcia in autostrada o si usa il telefonino senza l'auricolare mentre si è al volante (per cui è previsto il pagamento di una somma da 148 a 594 euro nonchè la sospensione della patente da 1 a 3 mesi nell'ipotesi di reiterazione nel biennio).


27/07/07 - qn.quotidiano.net

Incidenti stradali, è emergenza nazionale

Incidenti stradali, è emergenza nazionale. ''Il governo fa pochissimo''


Il punto della sezione italiana dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Istituto superiore di sanità: svanito l’effetto positivo della patente a punti, il numero di morti fra i giovanissimi resta costante. Sulle strade 6000 morti l’anno, oltre 300mila feriti, 15mila invalidi gravi


ROMA - Ogni anno seimila morti, 15mila invalidi gravi, 120mila ricoverati nelle strutture sanitarie e un milione e mezzo di accessi al Pronto Soccorso: cifre di una battaglia che non si riesce a vincere e che si fa una gran fatica anche a combattere, numeri di fronte ai quali si vive quasi con rassegnazione e che non si riesce ad abbattere. Il governo fa poco o nulla, le campagne informative da sole non servono o servono a poco, le morti del sabato sera non accennano a diminuire e in mancanza di una diffusa cultura di attenzione alla sicurezza e alla legalità l'Italia è destinata a non compiere alcun passo avanti nella direzione sperata. E' un'analisi impietosa quella che il Centro di Medicina del Turismo dell'Organizzazione mondiale della sanità e l'Istituto superiore di Sanità fanno della situazione degli incidenti sulle strade alla vigilia del mese più caldo dal punto di vista non solo atmosferico ma anche autostradale: milioni di veicoli in movimento e un elenco giornaliero di nuove vittime della strada. Un'analisi che coglie con particolare attenzione l'aspetto del principale fattore di rischio, l'alcol (causa di un incidente su quattro) e che riserva accenti fortemente critici nei confronti delle mancate misure di prevenzione decise dal governo.

"Nel mondo la principale causa di morte per i giovani fra i 20 e i 25 anni sono gli incidenti stradali: anche nel nostro paese ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza nazionale, vissuta con pericolosa assuefazione anche dal mondo politico - ha affermato Walter Pasini, direttore del Centro Oms di Medicina del turismo: "Bisognerebbe pensare alla riduzione del numero di incidenti sulle strade come ad una priorità nazionale, ma il governo fa veramente troppo poco". Il problema, spiega, è molto complesso, dovuto ad una pluralità di cause, dalla "disastrosa rete stradale" ad un "pessimo manto stradale", dalle cattive condizioni delle automobili fino all'assunzione di alcol, droghe, farmaci e altre sostanze in grado di alterare le percezioni del guidatore: è per questo che per ottenere risultati significativi dovrebbe essere messa in campo un'azione coordinata a livello nazionale, come accaduto - e con buoni risultati - sia in Francia che in Germania. In Italia, invece, gli effetti positivi della patente a punti si sono ormai esauriti, e non sembrano esserci all'orizzonte iniziative capaci di incidere sul problema.

"La chiave del successo" - ha sostenuto Emanuele Scafato, direttore del Centro Oms per la promozione della salute e la ricerca sull'alcol - è data dalla combinazione di "controlli rigorosi" e di un "aumento della consapevolezza" attraverso campagne informative ad ampio raggio. Una giusta combinazione fra informazione e repressione che ha visto la Francia dimezzare la mortalità da incidente stradale con i suoi tre milioni di controlli sulle strade all'anno. Nel nostro paese, è stato spiegato, i controlli sono 250mila all'anno, il che significa che "l'automobilista italiano ha la probabilità di subire un controllo ogni 176 anni". Decisamente troppo poco. Anche in Germania la normative si sono fatte molto più severe, fino alla recentissima decisione, vecchia di appena due settimane, di portare a quota zero il tasso di alcolemia consentito per i guidatori sotto i 21 anni e per chi ha conseguito la patente da meno di due anni. In sostanza, per queste categorie si tratta di un divieto totale di bere. Questi sono solo due esempi delle misure messe in campo dai paesi comunitari per raggiungere l'obiettivo deciso dalla Commissione Europea e che propone come obiettivo prioritario il dimezzamento del numero di persone uccise sulle strade europee, passando da quota 50mila (registrata nel 2000) ad una quota pari a 25mila entro il 2010. "Un obiettivo, il dimezzamento dei morti - sostiene Scafato - che a meno di miracoli il nostro paese non potrà neppure avvicinare".

Eppure - ha fatto notare Marco Giustini, del Reparto Ambiente e traumi dell'Istituto Superiore di Sanità - la riduzione degli incidenti stradali comporterebbe non solo vantaggi in termini di vite umane salvate, ma anche in termini sociali ed economici. E a dirlo sono i dati nudi e crudi ricavati dall'Istat, dai verbali degli incidenti di Polizia e Carabinieri, dalle cartelle cliniche degli ospedali. In breve: delle 550mila persone che ogni anno muoiono in Italia, quelle causate da incidenti stradali si attestano all'1,2%: quella che è la settima causa di morte diventa però la seconda per le classi di età inferiori ai 40 anni. Il che significa, da un'altra angolazione, che la metà delle persone che muoiono sulle strade ha meno di 40 anni, con dati ancor più eloquenti nei soli fine settimana. Negli ultimi trentacinque anni sono 350mila le persone morte a seguito di incidenti stradali:, con una media stabilizzatasi sui seimila decessi negli ultimi anni. In termini globali, dal 1970 ad oggi il loro numero è calato piuttosto considerevolmente, con una sola eccezione: la classe di età compresa fra i 18 e i 39 anni. In questi casi si assiste ad una preoccupante stasi: muoiono 25 persone ogni 100mila residenti fra i 18 e i 24 anni, venti persone ogni 100mila residenti fra i 25 e i 29 anni, undici persone ogni 100mila residenti fra i 30 e i 35 anni. Se muore un diciottenne, insomma, c'è più di una probabilità su due che si tratti di una vittima della strada. Numeri elevati anche per i feriti (316mila l'anno) e i ricoveri: nel 2003 ne sono stati contabilizzati 135 ogni 100mila abitanti (numero globale: 78484), ma il dato reale stimato è di 120mila ricoveri, con una media di 7 giorni di degenza, e almeno un milione e mezzo di passaggi al Pronto Soccorso. Un carico economico non indifferente per il servizio sanitario nazionale, cui va ad aggiungersi anche quello sostenuto per i 15mila invalidi gravi: circa il 60% dei soggetti ricoverati in riabilitazione è lì a causa di un incidente stradale. Una spesa sanitaria difficile da calcolare, ma che potrebbero giungere anche ad alcuni punti percentuali di Prodotto interno lordo. (ska)


27/07/07 - superabile.it

Campagna contro gli incidenti sulle strade

Campagna del ministero dei trasporti contro gli incidenti sulle strade


La campagna prenderà il via sabato 28 luglio


Il ministero dei Trasporti - in collaborazione con la Presidenza del Consiglio e di tutto il Governo e con il patrocinio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - lancia una campagna di comunicazione sulla sicurezza stradale che sarà ospitata da tutte le maggiori emittenti radiofoniche nazionali. La campagna prenderà il via sabato 28 luglio (con un'anteprima su Isoradio venerdí 27) e coinvolgerà tutte le reti radiofoniche della Rai e le maggiori emittenti private (tra le altre, Radio 24, Radio Deejay, Radio Capital, Radio Dimensione Suono, Rtl 102.5, Ram Power, Radio 105, Radio Montecarlo). Disattenzione, mancato rispetto delle regole, guida in stato di ubriachezza o sotto l'effetto di droghe, episodi di pirateria sulle strade hanno funestato le cronache delle scorse settimane. Ogni giorno, come testimoniano le statistiche, muoiono sulle strade italiane circa 15 persone, oltre 5 mila ogni anno. Gli incidenti stradali provocano inoltre circa 300 mila feriti e un costo sociale spaventosamente alto. Il Governo ha deciso di intervenire prima di tutto con un adeguamento delle norme sulla sicurezza e un inasprimento delle pene per i comportamenti a rischio sulla strada (il disegno di legge del ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi aspetta solo l'approvazione del Senato), e ora con una campagna di sensibilizzazione pubblica, rivolta soprattutto agli automobilisti in viaggio, sintonizzati sulla loro radio preferita. Si tratta di una campagna tutta particolare: i testimonial che prestano le loro voci sono infatti le massime autorità dello Stato: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il capo del Governo Romano Prodi, ministri e leader politici. Il senso del messaggio è quello del rispetto delle regole, per rispettare se stessi e gli altri, e della volontà del governo di mettere la sicurezza delle nostre strade tra le massime priorità della sua azione. La partecipazione alla campagna dei ministri e di alcuni esponenti dell'opposizione è la testimonianza di un atteggiamento di responsabilità condivisa del ceto politico nell'affrontare un problema gravissimo come quello degli incidenti sulle strade che coinvolge spesso giovani e giovanissimi. Hanno aderito alla campagna e realizzato gli spot radiofonici tra gli altri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, il presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi, nonché numerosi ministri tra i quali, oltre ovviamente al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, Pierluigi Bersani, Rosy Bindi, Emma Bonino, Massimo D'Alema, Antonio Di Pietro, Giuseppe Fioroni, Clemente Mastella, Giovanna Melandri, Fabio Mussi, Tommaso Padoa-Schioppa, Alfonso Pecoraro Scanio, e leader politici come Gianfranco Fini, Giulio Tremonti, Walter Veltroni. Ogni spot, naturalmente, è centrato sul ruolo o sulla riconoscibilità pubblica del testimonial. Cosí, in questa chiave, il ministro Bersani accenna alle sue liberalizzazioni ("Liberalizzazione non vuol dire che ognuno puó fare come gli pare"), l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti parla di tasse ("Le morti sulle strade sono un pedaggio da abolire subito") e il ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro ricorda il suo passato di pubblico ministero evocando pene piú severe per chi beve o si droga prima di mettersi alla guida ("Se ti comporti cosí , te lo meriti di andare in galera"), il ministro per l'Università e la Ricerca cita nel suo spot Milan Kundera e le sue riflessioni sulla lentezza, madre della memoria. Completamente autoprodotta, la campagna è stata realizzata - sia a livello progettuale, sia a livello creativo e tecnico - dall'Ufficio Stampa del Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, con la preziosa collaborazione dell'ufficio comunicazione della presidenza del Consiglio dei Ministri, del Dipartimento per l'Editoria della Presidenza del Consiglio e della direzione di Isoradio, favorendo cosí un notevolissimo risparmio nei costi: l'unico investimento affrontato è stato dunque l'acquisto degli spazi sulle emittenti radiofoniche. "Dopo aver affrontato il problema degli incidenti stradali sul piano normativo abbiamo deciso di ricorrere anche alla comunicazione per testimoniare un impegno corale del governo contro questa piaga, impegno al quale vogliamo chiamare tutti i cittadini italiani", ha spiegato il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. "In questi giorni milioni di auto si preparano a invadere le strade del Paese per le vacanze. Vogliamo che siano per tutti vacanze felici. Basta un poco di impegno in piú da parte di tutti e potremo raggiungere risultati eccezionali. Dobbiamo assolutamente riuscire almeno a dimezzare il numero degli incidenti sulle strade".


27/07/07 - asgmedia.it

Droga tagliata male, salgono a 16 i ricoveri

Bergamo: droga tagliata male, salgono a 16 i ricoveri


BERGAMO - Sale a sedici il numero di persone ricoverate a causa di una partita di cocaina tagliata con atropina, sostanza chimica che puo' causare allucinazioni e psicosi, e nei casi piu' gravi puo' portare alla morte. Nessuno e' in pericolo di vita, ma tutti sono sotto osservazione. Intanto in Prefettura si e' svolto un vertice al quale hanno partecipato forze dell'ordine e Asl. Diramato un allarme a tutti i pronto soccorso della provincia, in modo che i medici di guardia possano valutare correttamente i sintomi. Si teme infatti che nelle prossime ore il numero possa crescere. In corso verifiche per i possibili collegamenti con una morte per overdose avvenuta in provincia di Brescia. (Agr)


27/07/07 - corriere.it

Utilizzare il guidatore designato

Convinciamo i giovani ad utilizzare il guidatore designato


27/07/2007 - “Rafforzare le azioni di prevenzione delle Forze dell’Ordine, soprattutto nelle notti del fine settimana; sensibilizzare i giovani affinché non si mettano al volante dopo aver bevuto, aiutandoli a comprendere l’importanza e la modernità di identificare nelle loro uscite un “Guidatore Designato”; far percepire a tutti gli automobilisti il proprio ruolo rispetto al tema della sicurezza stradale”. Queste le indicazioni dell’Automobile Club d’Italia per ridurre gli incidenti sulle strade italiane.

Alla vigilia di un week-end di grande esodo, ACI segnala come gli incidenti sulle strade non stiano registrando segni concreti di miglioramento. Soprattutto fra gli under 30, che sono coinvolti nel 50% dei sinistri e che rappresentano il 33% del totale dei decessi e il 40% dei feriti dovuti ad incidente. Non solo. Oggi 7 giovani su 1.000 fra i 14 ed i 30 anni perdono la vita sulla strada. Veramente troppi. Anche quest’anno, se non salirà la coscienza collettiva sul tema, oltre 1.000 persone non torneranno a casa dalle vacanze.

Questi i motivi che spingono l’Automobile Club d’Italia a chiedere a tutti, organi di informazione per primi, un ancor più forte impegno sul tema della sicurezza stradale. E’ necessario che gli automobilisti italiani, soprattutto i nostri ragazzi, capiscano il loro ruolo alla guida. Un ruolo che, se mal interpretato, rischia di farli morire e di renderli degli assassini.

In particolare è necessario portare i giovani a ritenere “moderna ed innovativa” l’identificazione nel gruppo di un guidatore designato, uno che resti sobrio anche dopo essere stato in discoteca o al pub per portare tutti vivi a casa. Nei fine settimana, infatti, gli incidenti stradali imputabili all’alcol risultano essere aumentati del 300% rispetto al resto della settimana.


27/07/07 - infomotori.com

Regione, una legge contro il fumo

Approvata dall'Assemblea legislativa la legge per la lotta al tabagismo: prevenzione, servizi gratuiti per la cura, vigilanza e controllo dei divieti

BOLOGNA (27 lug. 2007) - La lotta al fumo in Emilia-Romagna diventa legge. L´Assemblea legislativa regionale ha approvato il progetto di contrasto del tabagismo che integra la legislazione nazionale limitata a regolamentare il divieto di fumo.

La legge regionale prevede infatti azioni e strumenti per prevenire l´abitudine al fumo con azioni di sensibilizzazione su stili di vita rispettosi della salute e sullo sviluppo della cultura del non-fumo in particolare tra i giovani e i lavoratori, per assicurare la cura della dipendenza da fumo garantendo accesso gratuito ai servizi del Servizio sanitario regionale (come già avviene per l´alcol e per altre dipendenze), per rendere pienamente efficace il divieto di fumare negli esercizi pubblici, nei luoghi di lavoro pubblici e privati, nelle scuole e nelle strutture sanitarie (per queste ultime il divieto viene esteso alle aree aperte di accesso, limitrofe e di pertinenza, appositamente individuate e segnalate).

Lo strumento applicativo della legge sarà un piano regionale triennale, da predisporre entro 90 giorni dalla pubblicazione della legge sul Bollettino ufficiale della Regione, che fornirà alle Aziende sanitarie le linee di indirizzo per progetti locali che saranno promossi dalle Conferenze territoriali sociali e sanitarie e realizzati con la collaborazione dei Comuni, del mondo della scuola, del lavoro, delle associazioni di volontariato, del terzo settore.

“La legge approvata dall’Assemblea legislativa regionale - sottolinea l’assessore alle Politiche per la Salute Giovanni Bissoni - ci consente di dare piena applicazione alle limitazioni al fumo previste dalla norma nazionale e di estenderne ulteriormente l’ambito di applicazione; ma il valore più importante di questa norma risiede nella promozione di interventi organici di prevenzione e cura del tabagismo, sulla base delle diffuse esperienze maturate in questi anni dal Servizio sanitario regionale”.

La legge, l'impegno della Regione e alcuni dati sul tabagismo

Per la promozione della cultura del non-fumo e per la prevenzione del tabagismo, la legge prevede la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e di educazione alla salute, coordinate dalle Aziende sanitarie, nelle scuole, nei luoghi di aggregazione giovanile e nei luoghi di lavoro.

Per la cura del tabagismo, la legge regionale prevede che i servizi offerti dai Centri antifumo, già presenti in tutte le Aziende sanitarie, diventino gratuiti, cioè a totale carico del Servizio sanitario regionale, e che i percorsi di cura vedano la collaborazione dei medici di famiglia, in particolare per interventi di sostegno e di supporto alla disassuefazione.

Sul fronte dei divieti e delle sanzioni, la legge regionale ribadisce quanto stabilito dalla normativa nazionale: ai datori di lavoro pubblici (Regione, Enti locali, Scuola, Aziende sanitarie, Uffici della Pubblica amministrazione) spettano la vigilanza, il controllo e le sanzioni; ai datori di lavoro privati spetta la cura dell´osservanza del divieto di fumare mentre le sanzioni sono in capo alle Aziende Usl, ai Comuni, e in generale ai pubblici ufficiali.

La Regione ha sviluppato dal 1999 un programma di azioni per il contrasto del fumo di tabacco. I risultati ottenuti, a tutto il 2006, sono di rilievo: incrementi dei servizi per la cura (da 3 Centri antifumo nel 1999 a 33 nel 2006), coinvolgimento di 30mila tra studenti e docenti nei programmi di educazione alla salute nelle scuole nell´anno scolastico 2004/5, formazione dei medici di famiglia e delle ostetriche dei Consultori e Spazi giovani, interventi in luoghi di lavoro privati con accordi tra imprenditori e associazioni dei lavoratori, inserimento del problema fumo nei Piani per la salute e nei Piani sociali di zona.

Secondo l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il fumo di tabacco è la prima causa evitabile di malattia e morte.

Il fumo è responsabile, secondo l´Oms, del 90% dei tumori polmonari, del 74% dei casi di bronchite cronica ed enfisema, del 25% di malattia coronarica. In Italia, ogni anno, sono più di 84mila le vittime del tabagismo.

In Emilia-Romagna, secondo lo studio PASSI del 2005, che prende in esame un campione di popolazione compreso tra i 18 e i 69 anni, la percentuale di fumatori stimata è del 28% (media nazionale studio PASSI 26%), quella dei non fumatori è del 50% (media nazionale PASSI 54%), e quella degli ex fumatori è del 22% (media nazionale 20%). Secondo lo stesso studio, l´abitudine al fumo è più alta tra gli uomini che tra le donne (31% contro il 25%).


27/07/07 - emilianet.it

Si addormenta in sala operatoria

Usa, revocata licenza a medico

Si è addormentato proprio durante un'intervento chirurgico. Il medico, un anestesista di un ospedale di Boston, si è difeso dicendo di aver preso dei medicinali prima dell'operazione perché colpito da un attacco di panico. Per ora gli è stata ritirata la licenza fino a quando proverà di non utilizzare più farmaci per almeno 15 mesi.

Il brillante dottore, con il vizio del sonno, si chiama Thomas Ho. La prima volta che si addormentò successe nel dicembre del 2005 dopo aver preso un medicinale. "Ero sotto stress", ammise allora il dottor Ho.

Il secondo incidente avvenne per fortuna lontano dalla sala operatoria. L'anestesista, colpito da un attacco di panico, assunse un anestetico. Per ora l'ordine dei medici di Boston gli ha ritirato la licenza. Ho, prima di poter esercitare di nuovo, dovrà dimostrare di non fare uso più di droghe o di alcol.

27/07/07 - tgcom.mediaset.it

Guida e alcool

Guida e alcool: solo il 37% dei bolognesi conosce il limite alcolico


Bologna - Sempre più numerosi gli italiani che si mettono al volante dopo avere consumato una quantità eccessiva di bevande alcoliche. Nei primi sei mesi di quest'anno la Polizia stradale ha accertato 14.836 infrazioni all'articolo 186 del Codice della strada (quello che punisce appunto la guida in stato di ebbrezza). Nello stesso periodo del 2006 erano circa il 40% in meno.


Dato che preoccupa ancora di più se si legge una recente indagine commissionata a Nextplora da Direct Line, la compagnia di assicurazione Auto del gruppo Royal Bank of Scotland, dalla quale risulta che gli italiani non conoscono il limite preciso di assunzione di alcool previsto per legge: solo il 36% degli intervistati sa infatti di poter assumere sostanze alcoliche fino a 0,5 grammi per litro.
L’indagine, effettuata su un campione di 1.137 automobilisti italiani, rivela una situazione molto preoccupante, in particolare in alcune zone. Nella città di Bologna, solo il 37% degli automobilisti dichiara di conoscere i limiti di alcol consentiti alla guida. Ancona, la città italiana più virtuosa: ben il 56% degli anconetani sa di poter assumere sostanze alcoliche fino a 0,5 g/l. Torino è invece la città in cui si registra il dato più preoccupante: solo il 29% degli automobilisti torinesi conosce i limiti di alcol consentiti alla guida. A Torino seguono Palermo e Milano dove solo il 31% degli automobilisti ha risposto correttamente alla domanda.

Nuove sanzioni
Proprio in questi giorni il governo sta accelerando l’iter per l’approvazione del testo di legge che prevede un ulteriore inasprimento delle sanzioni per gli automobilisti indisciplinati. Per chi guida sotto effetto di alcool, in particolare, è prevista una sanzione da 500 a 2mila euro e se si provoca un incidente stradale la pena è l'arresto fino a due mesi, un'ammenda da mille a 4mila euro e sospensione della patente da tre mesi a un anno. Se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro, è previsto anche l'arresto fino a tre o a sei mesi e la sospensione della patente da sei mesi a due anni. Per chi si sottrae all'accertamento del palloncino, la sanzione è da 2.500 a 10mila euro.

Quanto tempo occorre per smaltire l'alcool
I dati raccolti dal Centro Studi e Documentazione Direct Line rivelano che i tempi variano a seconda del tipo di bevanda e della quantità assunta: molti italiani non sanno che ad esempio per eliminare dal sangue la presenza di un bicchiere di whisky, ad un uomo di corporatura media occorrono circa quattro ore, mentre dopo aver bevuto un bicchiere di vino o una birra piccola non bisognerebbe mettersi al volante per le successive due ore. Se si beve mezza bottiglia di vino durante il pasto bisognerebbe aspettare sei ore prima di riacquistare totalmente la sobrietà, e dopo sei birre medie le ore aumentano addirittura a 12.

Gli effetti dell'alcool sulla guida
Una ricerca della Royal Society for Prevention of Accidents (RoSPA) commissionata da Direct Line Inghilterra dimostra che se si guida dopo aver superato il limite di alcool previsto dalla legge, il rischio di incidente è 25 volte superiore alla media.
“La scarsa conoscenza degli effetti dell’alcool sulla guida purtroppo è un problema comune a molti paesi – commenta Jamie Brown, amministratore delegato di Direct Line. “In Inghilterra, ad esempio, una recente ricerca ha rivelato che solo un guidatore su dieci conosce i tempi necessari a smaltire l’alcool presente nel sangue. Una maggiore severità da parte della legge, oltre a un numero superiore di controlli, possono certamente servire a diminuire questo fenomeno, che sta assumendo dimensioni preoccupanti specialmente tra i giovani”.


27/07/07 - bologna2000.com

Alcol prima causa stragi del sabato sera

Le famigerate "stragi del sabato sera". L'alcol ne è la prima causa

Intervista al Dott. Roberto Cavaliere, psicologo e psicoterapeuta: "Il “binge drinking” sostituisce l’assunzione di droghe illegali, è di più facile accesso all’assunzione all’interno delle discoteche" ...


Aumenta il consumo dell’alcol fra i giovani, si abbassa l’età minima dei giovani che ne abusano, quasi adolescenti. Si tratta di una nuova tendenza, di una moda, di un modo di trascorrere una serata in compagnia degli amici o semplicemente di un mezzo per affogare i propri problemi?
Ragioni psicologiche profonde, nuove tendenze sociali: di che si tratta?
I dati allarmanti provengono dal Regno Unito, ma anche in Italia il pericolo non è lontano.
Le conseguenze poi sono molteplici, compresi gli incidenti stradali causati dall’uso eccessivo dell’alcol.
Per approfondire meglio la questione abbiamo chiesto al Dott. Roberto Cavaliere, psicologo e psicoterapeuta.

Dott. Cavaliere, in che misura è diffuso l'uso di alcol fra i giovani?
Secondo ultimi dati ufficiali (fonte Eurobarometro), il 77% dei ragazzi di età compresa fra i 15 e i 24 anni consuma alcool. Una delle cause di questa elevata percentuale di avvicinamento dei giovani all’alcool sono stati gli aperitivi e gli alcopops (bevande a basso tasso alcolico). Allo stesso tempo, però, questo dato così alto non è indice di una dipendenza diffusa. Infatti secondo gli stessi dati solamente il 7% ammette di bere fino ad ubriacarsi almeno 3 volte la settimana. Inoltre la percentuale di “giovani alcolisti” è di gran lunga inferiore a quella dei paesi del nord Europa dove arriviamo a percentuali molto più alte, come il 42% della Danimarca e il 38% del Regno Unito.

Quali le cause?
Abbiamo cause sia individuali che sociali e le due tipologie s’intrecciano fra loro.
Dal punto di vista delle cause individuali citerei lo psicobiologo americano Robert Cloninger (Washington University) che individua due casistiche di alcolisti.
Nella prima si collocano coloro con un inizio tardivo, dopo i 25 anni. Questi manifestano una personalità ansiosa e cercano di calmare le paure e i problemi nel confronto con gli altri assumendo alcool.La seconda casistica è composta da soggetti con un inizio molto precoce, e nei quali alla ricerca compulsiva dell’alcol si associano comportamenti antisociali. I giovani maschi che apparterrebbero a questa seconda categoria , sono spinti dal desiderio di esplorare continuamente nuove emozioni, cercano di sfuggire a stati ansiosi e depressivi, cercherebbero di omologarsi al gruppo dei pari.
Dal punto di vista delle cause sociali il fenomeno risulta sempre più svincolato dal modello culturale “mediterraneo” caratterizzato da consumi moderati e strettamente legati ai pasti ed alla convivialità in generale. Prende piede, invece, un modello di consumo “alternativo”, di “binge drinking” (bere per ubriacarsi), di “ponte” verso l’uso di altre sostanze illegali.
Nell’immaginario collettivo dei giovani, per di più, l’alcol non viene percepito come un fattore di rischio, tutt’altro: il bere viene associato a momenti di gioia e di benessere. Anche i media in generale e la televisione in particolare sono cause di questo atteggiamento.
Da varie ricerche effettuate è emerso che l’alcol è presente sullo schermo, il doppio del tempo della sigaretta, e che viene assunto da personaggi “positivi”, o che comunque risultano simpatici allo spettatore, in un contesto di convivialità e piacere, che ispira benessere e allegria. C’è, però, da sottolineare come in Italia esistano anche dei fattori culturali protettivi, che portano il gruppo a disapprovare, sino ad escludere, i coetanei che si ubriacano, a differenza dei paesi del Nord Europa

In che misura l'uso di alcol incide sugli incidenti stradali, in particolare le stragi del sabato sera?
Secondo i dati raccolti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’alcol è la prima causa di morte tra i giovani uomini europei: un decesso su quattro, tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni, è dovuto al consumo di alcol per un totale di 55mila morti fra cui anche quelli dovuti ad incidenti automobilistici: le famigerate “stragi del sabato sera”. Anche per quanto riguarda l’Italia, la situazione non è meno tragica: su 170mila incidenti stradali che si verificano annualmente sulle nostre strade, 50mila sono attribuibili all’elevato tasso di alcol presente nell’organismo, mentre circa la metà delle 6mila morti causate da tali incidenti riguardano individui giovani.
Nello specifico ritengo che le stragi del sabato sera siano prevalentemente provocate dal fenomeno del “binge drinking”, vale a dire l’assunzione compulsava di almeno 5 dosi di alcolici nel giro di due ore. Il “binge drinking” sostituisce l’assunzione di droghe illegali, è di più facile “accesso” all’assunzione all’interno delle discoteche. In pratica viene ritenuto un modo “legale” ed anche meno pericoloso di “sballarsi”. In fin dei conti, si dicono i giovani, che male c’è ad alzare un po’ il “gomito” almeno una volta a settimana. Il falso presupposto è che ciò che è legale è meno pericoloso di ciò che è illegale.

Quali altre conseguenze derivano da tale uso?
L’uso smodato dell’alcol potrebbe essere un “ponte” sia verso l’assunzione futura di droghe illegali che verso lo “status” di alcolista da adulto maturo. Tutto ciò con le conseguenze delle dipendenze da sostanze in generale.

Secondo Lei, in che modo si può far capire ad giovani che si può evitare un uso esagerato di alcol?
C’è bisogno di un intervento su tre livelli.
A livello del “qui ed ora” del sabato sera, attraverso l’intensificazione di controlli in prossimità delle discoteche, un maggiore controllo all’interno delle stesse, un inasprimento delle sanzioni pecuniari e disciplinari per chi guida in stato d’ebbrezza ed a maggior ragione se è causa d’incidenti automobilistici.
A livello preventivo con campagne di sensibilizzazione mediatica sia sul consumo di alcol che sulle stragi del sabato sera, anche con messaggi “shock” sulle morti, come avviene in altri paesi europei.
Infine la campagna contro il consumo di alcol in età giovanile deve rientrare in una più vasta campagna di prevenzione del disagio giovanile e di sensibilizzazione a modi più “sani” di vivere le “trasgressioni” adolescenziali e giovanili. Questo tipo di campagna di prevenzione deve necessariamente interessare sia l’ambito scolastico che le famiglie d’appartenenza dei giovani. Se manca il nucleo familiare, come “contenimento” affettivo e sociale, inevitabilmente il giovane tenderà a riempire il “vuoto” in tal senso con forme di dipendenza di vario genere, fra cui l’alcol.

www.maldamore.it
www.iltopsicologo.it

Angela Allegria - 27/07/07 - 7magazine.it

Cocaina tagliata male

Droga: cocaina tagliata male nel bergamasco, 6 in ospedale


Allarme per droga all'atropina nella zona di Seriate


(ANSA) - BERGAMO, 27 LUG - E' allarme in provincia di Bergamo dopo il ricovero di sei persone in ospedale, nelle scorse ore, a causa di assunzione di cocaina.La droga farebbe parte di una partita tagliata con atropina, una sostanza che puo' provocare allucinazioni, convulsioni e, nel peggiore dei casi, la morte. Le persone ricoverate hanno tra i 20 e i 40 anni e risiedono nella zona di Seriate. Per tutti il quadro clinico e' simile: hanno accusato allucinazioni alternate e stato di torpore.


27/07/07 - ansa.it

«Alcol, il primo bicchiere a 12 anni»

Il professor Calabrese: è rischioso, stop alla vendita in discoteca


Il primo bicchiere di alcol sempre più presto, a 12 anni. E, tra gli adolescenti, il diffondersi del "binge drinking" - ovvero 6 o più bevute di superalcolici in una singola occasione - con l'ingestione di mix "esplosivi" e il rischio di finire dritti al pronto soccorso. «Occorre proibire la vendita di superalcolici nelle discoteche», tuona un luminare italiano dell'alimentazione, il professor Giorgio Calabrese. Insieme con Monica Maj e Filippo Rossi, tutti dell'Istituto di Scienza dell'alimentazione della Facoltà di Agraria (diretto da Gianfranco Piva) all'Università Cattolica di Piacenza, ha appena terminato un'indagine sul consumo di alcol, vino, alcolici e superalcolici in un gruppo di adolescenti piacentini. Con risultati, purtroppo, sorprendenti per tutti, a cominciare dai suoi stessi autori, che l'hanno pubblicata sulla rivista dell'Istituto Superiore della Sanità.


I dati emersi dall'indagine sui giovani piacentini hanno mostrato profili simili a quelli nazionali dell'Osservatorio permanente su giovani e alcol (Doxa-Worl Drink Trends) e dell'indagine Multiscopo Istat. Vale a dire «un quadro preoccupante, per la precocità del consumo di alcol e perchè l'assunzione di alcolici ed in particolare di superalcolici, avvenendo al di fuori dell'ambito familiare, è meno controllabile e può più facilmente sfociare in situazioni di alcolemia elevata, con rischi diretti e indiretti». Lo studio piacentino conferma come la stragrande maggioranza degli studenti consumi vino o bevande alcoliche. Nel caso dei maschi, poi, è la quasi totalità della popolazione oggetto di indagine a consumare alcol. L'età media del primo contatto con l'alcol è bassa: per il vino, 14 anni i ragazzi, 12 anni le ragazze.
«Ciò che emerge con più chiarezza dalla ricerca che abbiamo compiuto - spiega il professor Calabrese - è che il primo assaggio di alcol avviene oggi troppo precocemente, a 12 anni. E questo è preoccupante. Preoccupante anche per chi come me ha sempre difeso moderate assunzioni di alcol, a stomaco pieno, ma a cominciare dai 16-17 anni. Quanto poi alle bevute del fine settimana - avverte Calabrese - non stiamo tanto parlando dell'assunzione di vino o alcolici, ma di superalcolici: la stessa quantità provoca effetti tripli, parlo di danni, su fegato e cervello, rispetto al vino. Il problema quindi da tenere presente non è quanti bicchieri il ragazzo svuoti, ma il tasso alcolemico complessivo, perchè esistono sul mercato "bombe" che mixano insieme superalcolici diversi, con il rischio ulteriore che vi venga associata l'assunzione di stupefacenti».

Fenomeno collaterale e, purtroppo, emergente, quello che gli esperti internazionali indicano come binge drinking, ovvero 6 o più bevute in una sola occasione. Anche questo connoterebbe tristemente i nuovi stili di vita adolescenziali. «E' un modo - denuncia Calabrese - per finire dritti al pronto soccorso. E, secondo le testimonianze degli stessi giovani, questa consuetudine avviene di solito fuori casa, in prevalenza in discoteca. Mettere agenti della polizia fuori dalle discoteche di tutta Italia è impossibile, perchè il personale è insufficiente. L'obiettivo di lungo periodo è di arrivare a far si che la vendita di superalcolici in discoteca venga fermata. Dobbiamo contrastare il fenomeno ma dobbiamo anche prevenirlo: e allora perchè non defiscalizzare i costi per l'acquisto degli etilometri? Con questo strumento i ragazzi potrebbero controllarsi gratuitamente i valori e sarebbe opportuno che fosse la discoteca stessa a metterlo a disposizione».


Simona Segalini - 27/07/07 - liberta.it

Alcol e sesso a "soli" 2000 euro

Il night Cica-cica boom, nei pressi di via Veneto, è stato posto sotto sequestro preventivo e sei denunce, sono scattate per associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione. Così si è conclusa l'indagine, partita circa otto mesi fa, degli agenti del commissariato Castro Pretorio, diretti da Domenico Condello. Secondo gli investigatori nel locale venivano agganciati facoltosi uomini d'affari, italiani e stranieri, che soltanto dopo aver consumato bottiglie di champagne potevano chiedere la compagnia di ragazze per avere prestazioni sessuali fuori dal locale. Le serate costavano ai clienti anche ad oltre 2 mila euro tra consumazioni e rapporti con le giovani. L'indagine è scattata in seguito a diverse denunce di uomini che avevano pagato cifre esorbitanti. I clienti dovevano consumare almeno due bottiglie di champagne, del costo di 380 euro ciascuna: peraltro in molti casi si trattava di semplice spumante riversato in bottiglie con famose etichette. Alla cassa venivano anche venduti preservativi a 15 euro l'uno.


Ansa - 27/07/07 - city.corriere.it

I segreti dell’etilometro

I segreti dell’etilometro: basta un soffio per inguaiarsi


Il Secolo XIX ha deciso di provare in prima persona coinvolgendo cinque povere cavie che in una giornata torrida hanno dovuto ingurgitare vino, champagne, cocktail, grappa e birra


Soffia. Soffia. Soffia. Dopo un giorno passato a respirare nell’etilometro, la morale è una: meglio non bere prima di guidare. Difficile, anzi, impossibile calcolare la quantità di alcol che si può assumere senza incorrere nelle sanzioni del codice stradale.


Sono troppe le variabili: peso, sesso, tempi, gradazione alcolica e funzionalità del fegato. Ma visto che in proposito circolano le più incredibili leggende metropolitane, Il Secolo XIX ha deciso di provare in prima persona coinvolgendo cinque povere cavie che in una giornata torrida hanno dovuto ingurgitare vino, champagne, cocktail, grappa e birra.


L’effetto, con trentadue gradi all’ombra, non è dei più piacevoli: la testa sembra gonfiarsi come un pneumatico. Il colorito passa dal salmone al fucsia. Ma l’importante era verificare, con l’aiuto degli uomini della sezione Infortunistica della polizia municipale, come reagisce la fantomatica macchinetta: l’etilometro, con quella pipetta nera che sembra un serpente pronto a morderti. Eccoci allora pronti a un approccio preliminare.


Questa volta perfettamente sobri. Sono le 12,45 quando le cinque “cavie” arruolate per l’occasione - Nicola, Astrid, Marco, Lucia e il cronista - provano a sperimentare l’esatta trafila di un automobilista pizzicato dai vigili. L’agente come prima cosa ti porge un apparecchio argentato, sembra un palmare e invece è un pre-test. Basta un soffio e si fa una misurazione approssimativa del livello dell’alcol (che, è bene ricordarlo, non deve superare la concentrazione di 0,50 grammi per litro di aria espirata).


Se la luce è verde, via libera. Se è rossa, si passa all’etilometro vero e proprio. E subito una prima domanda: che cosa succede se il conducente rifiuta di soffiare? Peggio per lui. Si becca una multa per non aver ottemperato alla richiesta e un’altra perché presumibilmente il livello dell’alcol è superiore al limite. Come dire: conviene essere beccati “positivi”. Sono oltre 4.000 i genovesi che nei primi sei mesi di quest’anno sono stati controllati dai vigili.


I conducenti che hanno superato i limiti sono 320 (l’8 per cento del totale). Ma ci sono altre sorprese: il 5,5 per cento delle donne controllate a Genova erano positive, un numero in netta crescita. Del resto il dato conferma quelli nazionali: su 20.753 guidatrici sottoposte all’alcoltest dalla Polizia Stradale, 1.130 avevano alzato troppo il gomito. Ma adesso è venuto il momento di fare sul serio: Nicola, 33 anni, un metro e novanta per 92 chilogrammi, ingolla 3 bicchieri di champagne.


Astrid (32 anni per 53 chili) butta giù una caipiroska (un cocktail di vodka e lime). Marco (52 anni per 71 chili) beve tre grappe che d’inverno gli farebbero sentire un gradevole tepore, ma oggi hanno l’effetto di un pugno di Mike Tyson. Lucia (21 anni per 42 chili) si accontenta di una birra piccola. Il cronista (38 anni per 87 chili) si affida a una più classica barbera, bevanda tipicamente estiva: quattro bicchieri. Sono le 15, quando (a mezzora dalla bevuta) si parte con il primo esame.


L’etilometro segna un livello di 0,64 per Nicola, che vorrebbe dire patente sospesa. Astrid vola subito a 0,78 (patente sospesa anche per lei). Marco conduce la classifica con 1,35 (a un soffio dal livello di 1,50 che comporta guai ancora più seri: sequestro più lungo e corsi di recupero). A Lucia basta una birra piccola per arrivare a 0,49, un centesimo di grammo in più e potrebbe salutare la patente.


Il cronista, invece, nonostante due terzi di bottiglia di barbera in corpo, non supera 0,44. Come dire che potrebbe guidare nonostante veda palazzi dalla forma ricurva e palme piegate verso terra. Figurarsi che cosa succede a quel 49,9 per cento dei “positivi” che hanno fermato l’etilometro a un livello tra il doppio e il quadruplo del limite... Ma che cosa ci dicono i primi test? Di sicuro il peso influisce, alle donne basta meno alcol per andare in tilt. Molto, però, dipende anche dal fegato: ci sono persone che assorbono quello che bevono e altre che invece se lo ritrovano tutto nell’etilometro. Impossibile fare calcoli.


I superalcolici, poi, hanno effetti immediati e pesanti. Ma anche vino e champagne riservano sorprese, come vedremo. Intanto i vigili dell’infortunistica, che purtroppo di incidenti ne hanno visto tanti, spiegano: «L’alcol riduce i tempi di reazione. Così ti ritrovi a frenare tardi e a fermarti venti, trenta metri dopo». Poca roba, direte, ma per passeggeri e pedoni possono fare la differenza tra uno spavento e un dramma. Non basta: «L’ebbrezza, oltre ai colpi di sonno, provoca l’effetto tunnel, in pratica il campo visivo si riduce».


I dati della polizia municipale, raccolti ed esaminati dalla sezione infortunistica, raccontano tante cose. Tra i bevitori prevalgono i giovani tra 21 e i 30 (330 su mille conducenti pizzicati). Al secondo posto ci sono i guidatori tra i 40 e i 50 anni (279 positivi). Tra i conducenti positivi, la concentrazione di alcol riscontrata più frequentemente (nel 49,9 per cento dei casi, appunto) oscilla tra 1 e 2 grammi. Certo, ci sono anche i recordman. All’Infortunistica c’è ancora chi ricorda un signore che mandò fuori scala l’etilometro registrando 4,20 grammi di alcol per litro di respiro: «Guidava, ma era praticamente in coma etilico. Non riusciva nemmeno a parlare, non trovava il cambio. All’ospedale lo hanno subito ricoverato».


Ma è tempo di riprovare. La legge prevede che il test vada ripetuto dopo cinque minuti. Le cavie del Secolo XIX aspettano mezzora con risultati sorprendenti: Nicola scende inaspettatamente sotto il limite (0,46). Astrid rimane nel mondo delle nuvole (0,82), così come Marco (1,29). Lucia sale invece a 0,53 (patente sospesa per una birra). E anche il cronista, che si sentiva al sicuro, vede il suo livello impennarsi: da 0,44 a 0,58. Il barbera lo ha tradito. Arrivederci patente. Morale: il momento dell’assunzione incide sul risultato del test. Se il tuo organismo assimila presto, ti liberi rapidamente dell’alcol. Ma saperlo è impossibile.


E le leggende che circolano tra gli automobilisti? Si dice che le medicine spray a base di alcol inquinano la misurazione. È vero. Il cronista con appena due spruzzi di Ventolin (farmaco contro l’asma) ha raggiunto quota 0,59. Ma dopo appena cinque minuti il livello era di nuovo sceso a zero. I furbi finto asmatici non possono utilizzare questo trucchetto. E il succo di mango che avrebbe effetti miracolosi cancellando le tracce di alcol dal respiro? Falso.


Il livello rimane inalterato (lo stomaco, però, non gradisce). Ma se hai bevuto, quando i vigili ti puntano addosso il beccuccio dell’etilometro, le tenti tutte, come quel ragazzo che si è mangiato un pacchetto intero di caramelle alla menta. L’alito alla fine era profumato, ma lui è tornato a casa a piedi lo stesso.


Non c’è soltanto l’alcol a provocare incidenti. Ci sono anche le droghe. La polizia municipale sta sperimentando adesso un nuovo kit che prelevando una goccia di saliva permette di scoprire subito se il conducente ha assunto cocaina, eroina, marijuana o anfetamine. Il kit costa 15 euro.

Ferruccio Sansa - 27/07/07 - ilsecoloxix.it

Un etilometro di bordo

Un etilometro di bordo per immobilizzare il veicolo


Nissan ha annunciato l’avvio dei test di una nuova tecnologia per prevenire la guida in stato di ebbrezza.


Nissan è attivamente impegnata nello sviluppo di un’ampia gamma di tecnologie per migliorare la sicurezza stradale attraverso la prevenzione della guida in stato di ebbrezza. Lo scorso giugno, la società ha introdotto nel sistema di navigazione Carwings un messaggio di avvertimento contro l’abuso di alcol al volante.


La casa nipponica testerà un nuovo etilometro di bordo in grado di rilevare il livello di alcol contenuto nel respiro del guidatore. Se il sistema rileva una concentrazione alcolica superiore al livello indicato, un meccanismo di “interblocco” disattiverà l’accensione dell’auto.

I test verranno condotti in collaborazione con la città di Kitakyushu nella prefettura di Fukuoka, con il governo della prefettura di Tochigi e la città di Kaminokawa e con la città di Atsugi nella prefettura di Kanagawa.

Il sistema verrà installato su veicoli utilizzati quotidianamente, dove i conducenti analizzeranno diversi fattori come la funzionalità e l’affidabilità del sistema di rilevamento del tasso alcolico. Nissan sfrutterà i risultati di questi test per promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per la prevenzione della guida in stato di ebbrezza.

A livello mondiale, Nissan è impegnata nella produzione di veicoli dotati delle più avanzate tecnologie di sicurezza. In Giappone, la società punta a dimezzare, entro il 2015, il numero degli incidenti mortali o con feriti gravi registrati nel 1995 e che hanno coinvolto veicoli Nissan.

Sul tema sicurezza, Nissan ha scelto un approccio olistico che va al di là delle tecnologie integrate nei veicoli dell’azienda. Per realizzare un “ambiente di guida sicuro”, la casa automobilistica collabora al progetto sul sistema di trasporto intelligente (Intelligent Transport System Project - ITS) della prefettura di Kanagawa, volto alla riduzione degli incidenti stradali attraverso l’analisi dei dati sul traffico raccolti dai veicoli in circolazione e dai sistemi di rilevamento stradali. Nissan partecipa inoltre a diverse campagne sulla sicurezza stradale dirette sia agli adulti che ai bambini e continua a collaborare con partner istituzionali e del settore privato.

27/07/07 - duemotori.com

Dove il futuro è morire per droga

Española, dove il futuro è morire per droga


Il paesino del New Messico, tra caldo e noia, detiene un triste primato: la più alta percentuale di morti per overdose di tutti gli Usa. Pochi km più in là c'è la turistica Santa Fe. Sulla Gazzetta trovate il reportage completo dei nostri inviati


ESPAÑOLA (New Mexico), 27 luglio 2007 - "Ehi man, buona fortuna con i tuoi articoli", dice Andrew Herrera. A tempo perso dipinge, ma per sopravvivere si dà da fare per il comune di Española. Indossa una divisa verde e sorveglia con occhio vigile un gruppo di ragazzi con giubbotti arancioni da lavoratori di autostrada: "Siamo cosparsi di graffiti e allora quando becchiamo i responsabili invece di multarli o mandarli in gattabuia li costringiamo a ripulire e a pitturare qualcosa di artistico. Dovrebbe vedere che bei murales sono capaci di fare", spiega eccitato.

ALCOL E DROGA - Non è facile a Española convincere i ragazzi che esistono altre vie, diverse da droga e alcol. Gli stradoni assolati del paesino sembrano non portare da nessuna parte: si tocca con mano un diffuso senso di noia e disperazione che abbrustolisce nella pesante canicola che esiste da noi solo a Ferragosto. Il sole a palla c’è per gran parte della primavera e dell’estate, le vie sono completamente deserte, stagna una sonnolenza e pigrizia che toglie aspirazioni e annichilisce i sogni. É facile rimanere intrappolati in questo meccanismo, anche per chi passa, come noi, a bordo di una Taurus Ford a noleggio color bronzo. Española è la città leader di una classifica che nessuno vorrebbe guidare: più alta percentuale di overdose di tutto il paese. Sembra incredibile che in meno di mezz’ora si arrivi a Santa Fe, una delle cittadine più visitate dal turismo in America, dove le case costano più che in Costa Smeralda e fanno concorrenza ai loft di Soho a New York. Dalla disperazione alla serenità in cinquanta chilometri scarsi di autostrada. Sconvolgente.

Paolo Condò e Massimo Lopes Pegna - 27/07/07 - gazzetta.it

Carta europea per la salute del cuore

Ritengo che nel mondo, specialmente nei Paesi progrediti, si sia sviluppata adeguatamente un'ampia attività di informazione e divulgazione in materia di cardiologia o meglio di salute del cuore. Almeno nelle fasce più evolute delle popolazioni sono ormai conosciute le regole principali dello star bene, prevenendo e combattendo le patologie socialmente più diffuse e pericolose, quali quelle cardiovascolari, oncologiche, respiratorie. Ormai, grazie anche all' azione delle Società medico-scientifiche e dei media, nonché a quella dei medici di famiglia, è difficile che non si sappiano le regole principali da seguire per realizzare comportamenti di vita cosiddetti "virtuosi" volti a minimizzare e contrastare quei fattori di rischio, che possono provocare eventi cardiovascolari di rilievo e di grande gravità, quali infarto del miocardio, ictus, ostruzioni cardiorespiratorie.

Molti sanno che pressione elevata, colesterolo in eccesso, obesità, fumo, sedentarietà sono fattori di rischio pericolosi che vanno combattuti. Fino a dover controllare il "girovita", che al disopra di una certa misura, può essere una "spia" di eventi cardiovascolari potenziali.

In pratica, però, occorre rilevare in qual modo ogni persona, quando è o si sente in buona salute, s'induca a seguire regole di prevenzione e quante persone, affette da malattie di cuore, riescano a seguire con costanza le norme della prevenzione secondaria, che –se seguite- possono determinare non solo la sopravvivenza, ma anche una buona qualità della vita del cardiopatico. E' difficile, ad esempio, indurre molte persone a seguire stili di vita razionali, ad effettuare controlli periodici sullo stato dell' organismo, ad evitare "trasgressioni" alimentari e stress psicologici di rilievo nel lavoro e nella vita sociale. Anche un uso eccessivo dell'attività politica o manageriale può determinare stress psicologici e diventare un fattore di rischio e del resto se ne sono viste le conseguenze in esponenti politici o managers che hanno subito eventi cardiovascolari con gravi conseguenze. E comunque gli stress psicologici riguardano diverse categorie di persone esposte a tali stress a causa del loro lavoro e quindi a rischio cardiologico.

Di recente, nel panorama della cardiologia, è intervenuta la "Carta europea per la salute del cuore", un documento razionale e ragionato che illustra gli aspetti delle patologie cardiovascolari con la riflessione che, sebbene la mortalità per tali malattie sia diminuita nei Paesi dell' Unione europea, resta il fatto che vi è un numero sempre crescente di individui che "convivono" con tali malattie. I costi di queste patologie pesano molto sull'economia dei Paesi dell'UE e si aggirano sui 169 miliardi di euro all'anno. E' stato anche precisato che un livello socioeconomico basso si correla ad una maggiore incidenza di mortalità.

Nel documento in parola non manca il noto elenco di cause che influiscono sulla salute del cuore, con la raccomandazione alle Istituzioni di creare un "ambiente favorevole" alla prevenzione (vi è anche il suggerimento di abbassare le tasse…) ed agli individui di trovare le "motivazioni utili per regolare lo stile di vita". Ai medici si raccomanda di sollecitare e contribuire a promuovere "campagne mirate" al fine di identificare precocemente le persone a rischio più alto.

Il documento contiene anche l'impegno ufficiale di coloro che lo hanno sottoscritto (si tratta di organizzazioni medico-scientifiche) a favorire la diffusione di questa Carta europea sul cuore. Nel delineare gli aspetti necessari a combattere le patologie cardiovascolari, vi è l' impegno "a lavorare in stretta connessione con tutti i promotori della Carta, a livello europea e nazionale, per arrivare ad un futuro più sano per il Cuore dell' Europa."

Non c'è che da prendere atto di questo impegno europeo, che per l' Italia dovrebbe anche includere gli aspetti conoscitivi ed organizzativi di quelle Istituzioni e strutture che operano per la salute del cuore, ma che risultano differenti da regione a regione, da Provincia a Provincia con una realtà, purtroppo, "a macchia di leopardo..."

A cura di: Raffaele Bernardini - cardionet.it

Prevenzione tumori, senza frontiere

L'inclusione per le donne immigrate passa anche attraverso il servizio di senologia del consultorio. Una buona prassi a favore di tutte le donne


Fatna è arrivata in Italia circa 10 anni fa con i suoi due figli per un ricongiungimento familiare.
Fatna l’ho incontrata ai corsi di avvicinamento alla lingua italiana, era incinta del suo terzo figlio.
Fatna l’ho incrociata nuovamente nel Day Hospital oncologico del nostro ospedale. Era ammalata di tumore al seno in fase avanzata. Fatna non sapeva che cos’era il tumore al seno, non sapeva cos’era l’autopalpazione, la mammografia. Fatna è morta in settembre 2006.
Fatna aveva un sorriso e una dolcezza indimenticabili per la sua famiglia, per la sua comunità, per i sanitari e i volontari del Day Hospital, per quanti l’hanno conosciuta.Quando ho proposto questo progetto sulla prevenzione del cancro al seno e del cancro ginecologico per le donne non comunitarie, la Commissione Pari Opportunità, il distretto Usl e l’Assessorato alle politiche sociali lo hanno sostenuto.
Illustrazioni e spiegazioni semplici ed elementari, insegnano come fare prevenzione, come prendersi cura del proprio seno e del proprio apparato riproduttivo in un libro in cinque lingue (arabo, urdu, hindi, cinese e italiano) e oggi, finalmente, 5000 copie di questo strumento per la prevenzione sono in circolazione sul nostro territorio e disponibili online per quanti vorranno copiarlo.
Al consultorio familiare, inoltre, verranno organizzati incontri con le varie comunità di donne straniere per informare e insegnare , con l’aiuto di una senologa, le manovre dell’autopalpazione e per ribadire con convinzione quanto la prevenzione sia un indispensabile strumento di difesa per la lotta al tumore.
In un ottica di accoglienza, di equità e di responsabilità sociale, credo che questa sia una delle tante buone prassi che, insieme, pubblico, privato e volontariato riescono a costruire per quelle persone meno informate ma soprattutto provenienti da culture diverse in cui alcune patologie non vengono neppure nominate o non hanno un nome.Non va dimenticato, infine, che con la prevenzione, soprattutto nelle giovani donne e nelle donne non comunitarie, si raggiungono altri importanti obiettivi: la conoscenza, l’educazione, l’inclusione e non ultimo l’attenzione al risparmio nella sanità.

http://www.carpidiem.it/html/attach/77/77146.prevenzioneseno_bassa.pdf

Daniela De Pietri, Consigliera comunale Ulivo Carpi (MO) - 26 luglio 2007 - noidonne.org

Fermate le bici, voglio scendere

È il momento della safety-car. Come nelle gare di Formula uno: quando in pista succede il finimondo e il percorso è invaso dai rottami, i giudici mandano una berlina davanti ai piloti e li costringono a sospendere le ostilità. Corsa congelata, in attesa di ristabilire i requisiti minimi di affidabilità e di sicurezza. Inutile insistere: serve qualcosa di simile anche al ciclismo. Una sospensione, una pausa, uno stop. Da dieci anni si corre tra i rottami, ma il delirio che sta emergendo dal Tour - per non dimenticare: quello presentato come il Tour della pulizia - oltrepassa brutalmente gli estremi limiti dell'umana sopportazione. Così non si può continuare.
Nessun teatro dell'assurdo è mai riuscito a scodellare rappresentazioni tanto assurde. Il ciclismo sta toccando vertici inimmaginabili. Con un risultato straordinario: questa antica pratica sportiva, che qualunque medico consiglia a bambini e anziani, a puerpere e trapiantati, si presenta ormai come la disciplina più malsana e tossica del panorama umano. Basta chiedere in giro. Il ciclismo? Lo sport dei drogati. E dei bugiardi. Chiunque, anche il più disinformato degli orecchianti, si è costruito una convinzione assoluta: non si può correre un Giro o un Tour senza doping. Le deflagranti notizie di cronaca sono lì a dimostrarlo: si dopa il capitano Vinokourov per vincere, si dopa il manovale Moreni per arrivare sessantesimo. Inutile adesso star qui a dire come mille studi scientifici e mille preparatori seri confermino il contrario, e cioè come si possa correre senza aver dietro una casa farmaceutica e uno stuolo di praticoni: non è più il momento di distinguere, chiarire, specificare. È il momento di prendersi una pausa.Per quanto? Almeno per i mesi che restano da qui alla fine del terrificante 2007. Certo, l'insaziabile megalomania dei francesi cercherà già domenica di spacciarci l'arrivo a Parigi come la solita, trionfale sfilata degli eroi sotto l'Arco di Trionfo. Ma con che faccia. Con che fegato. Con che stomaco. Dietro allo sbocco di grandeur, tutti quanti i sani di mente vedranno una sola cosa: squallore.
No, duole dirlo, ma è meglio oscurare. Come usava una volta sui teleschermi: ci scusiamo per l'interruzione, la trasmissione riprenderà non appena possibile. Bisogna usarla bene, questa pausa. Dato per scontato che furbastri e lestofanti hanno una parte stabile in qualunque ramo della vita, quanto meno va alzato un argine solido e massiccio. Durissimo.


Punto uno: radiazione per chi sbaglia. Due anni di squalifica, come adesso, sono ridicoli. Un ragazzo parte già convinto che il doping sia un ottimo investimento sul futuro perché con una bella dose di chimica può vincere qualche gara e firmare il contratto della vita. Una volta sistemato, il peggio che possa capitargli è una vacanza di due anni: sai che tragedia. No, non esiste: il ciclista di domani deve sapere che al primo errore diventa automatico cercarsi un altro mestiere. Se lo trova.
Poi il punto due: poche regole, uguali in tutti i Paesi. Basta con codici etici, autocertificazioni, mediazioni sottobanco. E basta con questa intollerabile porcheria della giustizia a due velocità, con luoghi come Italia, Germania, Olanda, Francia che fanno sanguinose pulizie e altri allegri Eldorado, come la Spagna, dove i dopati vivono felici allo stato brado. L'Europa è unita su tutto, bisognerà che si unisca al più presto anche sul doping. Ovviamente non si può lasciare in mano la materia agli impiastri che hanno governato sinora: diventa irrinunciabile un organo autonomo e superiore, che sottragga il faldone delle regole e delle pene alle torbide manovre dei sensali e dei bottegai.
Si riuscirà a fare questo, dietro la safety-car del ciclismo? Ogni più cupo pessimismo è giustificato: se non l'hanno fatto finora, difficile pensare che improvvisamente i padroni della pedivella diventino riformatori illuminati. Purtroppo, è più facile immaginare che continueranno a non capire. Un giorno, così, si ritroveranno tutti in coda al funerale. Dentro al feretro, la leggenda gloriosa di uno sport defunto.


di Cristiano Gatti - venerdì 27 luglio 2007 - ilgiornale.it

La sicurezza stradale passa dal casello di Ferrara Sud

Questa estate Snoopy, insieme a Diabolik, al signor Rossi e a tanti altri eroi dei fumetti, “si impegnano” nell’impresa di convincere gli italiani a trasformarsi in ambasciatori di sicurezza stradale. Personaggi di fantasia e “reali” saranno tutti insieme per “Vacanze coi fiocchi”, la campagna nazionale che da otto anni gli italiani incontrano su strade e autostrade. L’iniziativa vede protagoniste 600 istituzioni, associazioni, aziende sanitarie, delegazioni Aci, società autostradali e radio sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. E sabato in tutta Italia si vive uno dei momenti più “alti” con la presenza ai caselli autostradali, nelle piazze e nelle strade di presidenti delle province, sindaci, assessori, forze dell’ordine, volontari che consegneranno agli automobilisti in partenza verso il mare, le montagne e le città d’arte, i libretti e gli autoadesivi con Snoopy che invita a “dare un passaggio alla sicurezza”.


Nella nostra realtà l’appuntamento è per sabato 28 luglio dalle 9 alle 13 al casello di Ferrara Sud. Saranno presenti l’assessore Provinciale a Viabilità e Lavori Pubblici, Mario Bellini, rappresentanti istituzionali di molti comuni della nostra Provincia e rappresentanti delle Forze dell’ordine, della Prefettura e dell’Ufficio Scolastico Provinciale.



LA SCHEDA


Al centro dell’edizione di quest’anno di “Vacanze coi fiocchi” ci sono i giovani. Obiettivo è far riflettere sulle tragedie che li coinvolgono e sulla necessità di un impegno straordinario per ridurre il numero delle vittime. Ogni giorno, nel 2005, sulle strade italiane sono morti cinque giovani compresi nella fascia di età 14-29 anni e 317 sono rimasti feriti. Complessivamente nello stesso anno i morti in questa fascia di età sono stati 1.703 (31% del totale) e 115.872 sono stati i feriti (37% del totale). Considerando che l’Istituto Superiore di Sanità stima che ad ogni morto per incidente stradale corrispondono 2-3 invalidi gravi si comprende quanto la strada sia una fucina inesauribile di sofferenza. Da qui la necessità di intensificare gli sforzi per “parlare ai giovani” affinché prendano coscienza dei pericoli ed adottino comportamenti prudenti.


Diversi sono i fattori che spiegano questa triste contabilità del dolore: motorizzazione precoce diffusa soprattutto nelle città, stili di vita “irregolari”, desiderio di trasgressione, inesperienza, inadeguata percezione del rischio e scarsa capacità di interpretare in maniera appropriata le situazioni critiche, eccessiva fiducia in se stessi, errata valutazione delle proprie condizioni psico-fisiche, bassa sensibilità agli standard di sicurezza, inadeguatezza del sistema educativo ad affrontare il problema. Inoltre in strada si scaricano spesso e volentieri le proprie tensioni individuali. Purtroppo però sulla strada non si può applicare il detto di senso comune che vale per tanti altri aspetti della vita: “sbagliando si impara”. In strada non è permesso sbagliare perché in gioco viene messa l’unica vita che abbiamo. In gioco c’è la vita di tanti innocenti che potrebbero pagare le conseguenze di comportamenti poco o per niente responsabili.


Perciò bisogna impegnarsi affinché i giovani interiorizzino una nuova cultura della strada. Consapevoli dei propri limiti. Consapevoli dei rischi che si corrono mettendosi alla guida alle 4 di mattina dopo aver trascorso una notte in discoteca, dopo aver bevuto e magari anche assunto droghe. Consapevoli che la guida sotto l’effetto dell’alcol rappresenta il fattore di rischio più potente nella genesi degli incidenti stradali gravi o mortali, che il rischio aumenta in maniera esponenziale con l’aumentare dell’alcolemia, che a parità di alcolemia il rischio aumenta molto rapidamente quanto è minore l’età del conducente. Consapevoli che le sostanze stupefacenti incidono negativamente sulla capacità di guida, condizionano i riflessi, la concentrazione, l’umore, la capacità di autocontrollo e di messa a fuoco degli ostacoli e dell’ambiente circostante. Consapevoli della necessità di evitare sorpassi azzardati, di non guidare quando si è stanchi, consapevoli dell’utilità delle cinture di sicurezza e del casco. Occorre quindi che non ci si limiti solo a ricordare i divieti e le norme della sicurezza. E’ necessario spiegare perché un determinato comportamento è pericoloso. Si deve mostrare come e dove altri giovani hanno sbagliato e far comprendere quindi che sulla strada, purtroppo, si diventa “grandi” imparando soprattutto dagli errori degli altri.


Obiettivo primario della campagna “Vacanze coi fiocchi” è indurre, in modo non predicatorio, ma con ironia e leggerezza, i giovani e la società a riflettere e a far crescere la consapevolezza che tante tragedie potrebbero essere evitate. Si vuole, inoltre, valorizzare il fatto che le donne giovani sono coinvolte fino a 5 volte meno degli uomini nei drammi stradali; un dato che non può essere spiegato solo con il fatto che guidano meno ma anche, e soprattutto, perché sono portatrici in strada di valori e comportamenti più tranquilli, non aggressivi, più meditati.


Per maggiori informazioni è a disposizione su www.vacanzecoifiocchi.it

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27/07/07 - estense.coml

La tecnologia in aiuto dei disabili

La tecnologia in aiuto dei disabili: dalla Regione due milioni di euro


«Il miglioramento della qualità della vita delle persone disabili e delle loro famiglie, anche attraverso la fornitura di strumenti tecnologicamente avanzati, costituisce un obiettivo fondamentale di questa amministrazione»: lo ha dichiarato la presidente Mercedes Bresso, illustrando le importanti novità in materia di ausili tecnici introdotte dalla Giunta regionale. Uno stanziamento di due milioni di euro consentirà di finanziare, per il triennio 2007-2009, prodotti, attrezzature o sistemi tecnologici destinati a prevenire, compensare e alleviare una grave e permanente disabilità fisica o sensoriale che comporti limitazioni alla possibilità di rapportarsi con l'ambiente.

Rientrano in questa categoria, ad esempio, i computer destinati ai soggetti affetti da sclerosi, gli strumenti di lettura per gli ipovedenti e i dispositivi che traducono alcune piccole motilità residue (degli occhi, delle dita o della testa) in una voce artificiale che consente di comunicare con gli altri. Beneficiari del provvedimento tutti coloro riconosciuti come "persone disabili in stato di gravità", minori o adulti, residenti in Piemonte.

«Il Nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili tecnici del Ministero - continua Bresso - è stato aggiornato l'ultima volta nel 1999. Le tecnologie rivolte specificatamente ai disabili che si sono rese disponibili negli ultimi anni non sono pertanto comprese nell'elenco dei dispositivi erogati dal Servizio sanitario nazionale, limitando le possibilità di autonomia e interazione sociale delle persone interessate. Di qui la decisione della Regione di intervenire con fondi aggiuntivi propri, per garantire ai disabili piemontesi d'utilizzo dei migliori strumenti disponibili».

Il contributo massimo erogabile per ciascuna domanda e per ciascun soggetto richiedente ammonta a 1.500 euro, sperimentalmente per l'anno 2007, salvo condizioni di particolare gravità che richiedano un aumento della somma erogata. La documentazione necessaria dovrà essere presentata all'Ufficio assistenza protesica distrettuale competente per territorio. Sarà poi compito delle Unità multidisciplinari di valutazione giudicare l'appropriatezza della richiesta e formulare la relativa graduatoria, considerando il livello di inclusione sociale a cui può condurre la tecnologia in oggetto, la gravità della disabilità, l'età anagrafica e il reddito del richiedente.

La Regione, insieme alle aziende sanitarie, provvederà alla diffusione delle informazioni relative al contributo anche attraverso la rete delle ausilioteche.


27/07/07 - localport.it

Incendi a Est Piogge e inondazioni in Inghilterra

Europa senza pace: incendi a Est Piogge e inondazioni in Inghilterra


Emergenza in Grecia e Romania: tre vittime nel Peloponneso. A Oxford centinaia di sfollati


ROMA - Europa anche ieri divisa tra chi combatte con caldo e fiamme e chi è sott'acqua. Gli incendi che da alcuni giorni stanno devastando il Sud dell'Europa hanno causato tre morti in Grecia e stanno mettendo a dura prova anche la Croazia e la Bulgaria, mentre la Gran Bretagna è ancora alle prese con le inondazioni.In due villaggi del Peloponneso, Ano Diakofto e Mammoussia Aigialias, tre anziani sono stati trovati carbonizzati, dopo essersi rifiutati di lasciare le loro case per proteggerle da un incendio divampato tre giorni fa e malgrado l'appello delle autorità a lasciare i villaggi. Si teme che il bilancio delle vittime sia più grave, poiché alcune persone risultano disperse tra coloro che hanno deciso di difendere i loro beni dalle fiamme. Ieri in Grecia i fronti "critici" di fuoco sono stati 15, disseminati anche nelle isole di Cefalonia e Zante, Chio e Hydra e alimentati da temperature superiori ai 40 gradi e da forti venti. Il fuoco continua a non dar tregua anche in Serbia, Montenegro e Macedonia. In Romania le temperature attorno ai 40 gradi sembrano essere responsabili del proliferare di infezioni nei fiumi e laghi: l'immersione nelle acque stagnanti, secondo i medici, avrebbe fatto aumentare i casi sospetti di meningite virale nel Paese. Alle 154 persone ricoverate in ospedale la scorsa settimana, se ne sono aggiunte altre 71 in 24 ore. Prosegue l'emergenza alluvione in Gran Bretagna dove, con temperature massime di 18-20 gradi, si vendono soprattutto ombrelli e coperte. Due persone sono morte ieri a Tewkesbury, nel Gloucestershire. Con le nuove precipitazioni resta alta l'allerta per la piena del Tamigi. Centinaia di persone sono state sfollate.


27/07/07 - corriere.com

La battaglia per la Laicità dello Stato

Gli eredi di Giorgio Gaber e la battaglia per la Laicità dello Stato


Due video-interviste da www.alteredo.org: Andrea Rivera e Giulio Casale, al Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber di Viareggio: "C'è un'emergenza politica: la laicità dello Stato".


Alteredo - alteredo.org@gmail.com


Anche Paolo Rossi e Giobbe Covatta ricordano il grande cantautore milanese, scomparso quattro anni fa, e la sua inestimabile eredità per l'affermazione della libertà di pensiero.

In questo clima di sgomento per il popolo italiano / viene fuori l'acutezza del pensiero vaticano. / E tutti hanno capito che il Papa era un genio / quando ha detto che la mafia è figlia del demonio. / Ma quello che spaventa è il coraggio della Cei / che ha già riabilitato Galileo Galilei. / E adesso se divorzi ti puoi anche risposare / a patto che stai buono e non ti metti a scopare. / Ma il nuovo sacramento per essere senza macchia / va fatto di nascosto e in un'altra parrocchia.
E la chiesa si rinnova per la nuova società / e la chiesa si rinnova per salvar l'umanità.

Giorgio Gaber – La Chiesa si rinnova, 1995


27/07/07 - resistenzalaica.it

UE, grande differenza tra ospedali italian

UE: GRANDE DIFFERENZA TRA GLI OSPEDALI ITALIANI


Bruxelles - Per il servizio sanitario offerto negli ospedali, esiste in Italia una grande differenza tra citta' e citta'. In base ad un sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi a Bruxelles, su una selezione di 75 citta' europee, si va dalla citta' di Palermo che risulta' al penultimo posto, alla citta' di Bologna al ventiseiesimo posto davanti a Bucarest.Tra le prime quindici citta', quattro francesi - Lilla, Bordeaux, Strasburgo e Marsiglia - due belghe - Liegi e Bruxelles - Vienna ed Amsterdam. A Palermo gli insoddisfatti arrivano al 68% contro il 19% di Bologna, seguita da Verona (23%), Torino (28%), Roma (49%), e Napoli (61%). Se si guarda i dati in generale, sono 59 le citta' nella quali i cittadini soddisfatti sono in numero superiore degli insoddisfatti. Fonte: Agi/Federfarma

27/07/07 - test.cybermed.it

Scoppiano altre autobomba

Scoppiano altre autobomba Almeno trenta morti in Iraq


È il quarto attentato in una settimana contro il quartiere sciita


BAGHDAD - All'indomani della strage a Baghdad di tifosi che esultavano per una storica vittoria della nazionale di calcio, ieri un'altra autobomba è esplosa nel centro della capitale facendo almeno 20 morti e una sessantina di feriti. E anche ieri le forze armate americane hanno dovuto stilare un pesante bilancio di perdite: otto soldati morti da martedì, sei dei quali in attacchi degli insorti.

La polizia ha detto che l'autobomba è esplosa nei pressi di un incrocio nel quartiere di Karrada, nel centro della capitale.
Dopo l'esplosione tre edifici erano ridotti in macerie e diverse automobili erano in fiamme. È stato almeno il quarto attentato a colpire questa settimana questo quartiere in maggioranza sciita.
Mercoledì nella capitale due autobomba hanno causato una strage di tifosi, almeno 50 i morti, tra cui alcuni ragazzini, che festeggiavano nelle strade la qualificazione della nazionale di calcio per la finale della Coppa d'Asia.
Ieri mattina inoltre una autobomba è esplosa a Kirkuk, nel nord dell'Iraq, vicino a un ristorante kebab e a alcuni negozi, uccidendo sette persone e ferendone 45.
Sempre ieri, cinque poliziotti iracheni sono rimasti uccisi e altri due feriti nell'esplosione di una bomba al passaggio della loro pattuglia, 75 km a sud della città sciita di Hilla, nell'Iraq centrale. Martedì, 26 persone erano state uccise in un attentato suicida.
In diversi comunicati, i militari Usa hanno informato ieri che quattro soldati - tre marines e un marinaio - sono caduti in combattimento martedì scorso nella provincia di Diyala, a sud est di Baghdad. Nella provincia circa 10.000 soldati americani e iracheni sono impegnati un una operazione contro gli insorti e i militanti di Al Qaeda.

Sempre martedì un quinto soldato è stato ucciso in un attentato capitale. Mercoledì un altro soldato è stato ucciso in uno scontro a sud di Baghdad. Il comando americano a Baghdad ha reso noto ieri che in una serie di operazioni militari nel Centro e nel Nord dell'Iraq sono stati arrestati 36 «presunti terroristi», tra cui il presunto leader di una cellula responsabile del coordinamento di attacchi con l'utilizzo di autobomba. «Al Qaeda in Iraq è in fuga e per rimpiazzare i suoi membri nelle posizioni di comando catturati dalle forze della coalizione sta facendo ricorso a personale sempre meno qualificato», ha detto il generale americano Marc Young, portavoce della forza multinazionale.


27/07/07 - corriere.com

A proposito di pensioni...

E' vero, se ne parla da tanti anni e ogni Governo che si succede nel nostro Paese mette fra le sue priorità la revisione del sistema pensionistico; ed è difficile che i singoli partiti, anche dello stesso schieramento politico, si trovino d'accordo su una determinata proposta (lo vediamo anche in questi giorni).

Ciò che in proposito mi sembra particolarmente riprovevole è la contrapposizione sempre chiamata in causa fra giovani e anziani; e non ci si accorge che, così facendo, si mettono gli uni contro gli altri, né si avvertono le contraddizioni in cui si cade. Sembra quasi che debba addebitarsi a colpa degli anziani l'allungamento medio della vita; si sostiene che è doveroso che continuino a lavorare fino a che... non si è vicini alla tomba, con poco spazio, quindi, per il riposo e lo svago (quando la salute lo permette) ben meritati dopo anni, comunque molti, di attività e di sacrifici.

Però si deve anche fare largo ai giovani che, giustamente, devono esprimere le loro risorse vitali nella società. Ma se gli anziani sono obbligati a lavorare fino a tarda età, come è possibile lasciare spazio ai giovani, molti dei quali sono disoccupati? Si sente dire, poi, che le pensioni degli anziani sono praticamente a carico dei giovani occupati, dunque "poveretti" questi ultimi e "parassiti" gli altri. Io francamente ho sempre saputo che i contributi previdenziali che mi venivano trattenuti nelle mie buste-paga sarebbero serviti a me, per la mia futura pensione, non per quelle degli altri.

Oggi, invece, è tutt'altro discorso. Si resta davvero disorientati. La mia modestissima opinione sarebbe che, dopo un periodo obbligatorio di lavoro (da concordare nei limiti del buon senso) si lasciasse decidere alle singole persone se continuare o meno, senza costrizione; si sa, infatti che ciò che si fa per propria volontà ha miglior esito sotto tutti i punti di vista. Un discorso a parte meriterebbero i cosiddetti lavori usuranti. Ma quali sono? Ritengo che, quale più quale meno, siano davvero molti, anche fra quelli che non vengono considerati tali dall'opinione pubblica corrente. Del resto, il grande Cesare Pavese diceva: "Lavorare stanca".

Marisa, Sassari - 26 luglio 2007 - ilmessaggero.it

In orbita ubriachi

IN ORBITA UBRIACHI, INDAGINE NASA SVELA I VIZI DEGLI ASTRONAUTI



New York, 26 lug. (Apcom) - In almeno due circostanze astronauti dello Shuttle sono saliti a bordo della navicella per il lancio in orbita, dopo avere bevuto troppo. Lo rivela una indagine indipendente sulle condizioni mediche degli astronauti della quale da notizia oggi sul sito internet della rivista Aviation Week & Space Technology. Il settimanale spiega come secondo gli esperti della commissione il tasso di alcol nel sangue degli astronauti fosse tale da creare un rischio per la sicurezza della missione.


Di più l'equipe medica della Nasa era al corrente della violazione della norma che impone di non assumere alcolici entro 12 ore dal lancio in orbita. Ma gli astronauti sono stati lasciati partire comunque. I risultati dell'inchiersta saranno presentati ufficialmente domani.


La commissione è stata istituita lo scorso febbraio dopo l'arresto dell'astronauta gelosa Lisa Nowak, in manette per tentato sequestro di persona e aggressione di una rivale in amore. Aviation Week ricorda come l'inchiesta sia stata ordinata personalmente dal direttore della Nasa Michael Griffin ma non dice direttamente se in essa si parli di Nowak o si faccia alcun riferimento diretto ad altri astronauti.


Nowak ha guidato per 1.600 chilometri, dal Texas alla Florida, per affrontare la rivale in un parcheggio dell'aeroporto di Orlando. L'avrebbe quindi aggredita con uno spray al pepe e cercando di introdursi nell'abitacolo della sua automobile. La donna, Colleen Shipman, aveva una relazione con il suo ex, l'astronauta Bill Oefelein. Nowak era travestita con un impermeabile e una parrucca. A bordo della sua auto sono state trovate alcune email scambiate fra Oefelein e Shipman, un coltello e un fucile ad aria compressa: una circostanza che inizialmente aveva portato alla formulazione dell'accusa di tentato omicidio, poi lasciata cadere.



27/07/07 - notizie.alice.it

Il diritto di sapere se i politici sono lucidi

Le Iene li avevano snidati (o sniffati?) fuori da Montecitorio: avevano «rubato» un po’ di sudore ai parlamentari, lo avevano fatto analizzare e avevano informato gli italiani che molti di loro facevano uso di stupefacenti. La «casta» s’era ritirata in trincea, vietando la trasmissione e minacciando di far ricorso ai mortai e alle mitragliatrici se qualcuno avesse osato violare la privacy di onorevoli e senatori. Forse l’Udc non si ricordava più di questa reazione rabbiosa quando, nei giorni scorsi, ha fatto una proposta di legge per obbligare i parlamentari ad un test anti-droga. La risposta è stata una valanga di no, uno tsunami di indignazione.
Meno male, verrebbe da dire. In fondo si tratta di difendere un minimo di privacy. Nel 2000, Scott McNealy, il guru dell’informatica avvertiva: «La vostra privacy è già pari a zero. Fateci l’abitudine».

In effetti, l’impressione è che ormai non ci sia più scampo. Continuano a fare leggi e leggine per farti credere che ti tutelano, ma è una battaglia contro i mulini a vento. È entrata l’idea che il cittadino è come una bella donna da spogliare. Magari ci si indigna un po’ all’inizio, ma poi la curiosità è più forte dell’etica. Le telecamere ci spiano ormai anche nell’intimità, i telefoni sono diventati spazio per guardoni, i nostri dati girano per il mondo come pecore in transumanza. Se poi incuriosisci qualche giornale, corri il rischio di finire «sputtanato», salvo smentita del giorno dopo. Dunque, basta, dice il cittadino di buon senso. Mettiamo dei confini. Poi, però, sui politici affiora un dubbio. Ma davvero hanno bisogno d’essere difesi da un’informazione invadente? Non sono loro stessi ad incentivare la cultura di Narciso, per diffondere notizie auto-referenziali, con i loro tic, le scappatelle romantiche, le foto osé, l’amicizia con qualche ministra, le lamentele della moglie sospettosa.

Nel caso della proposta dell’Udc, c’era un’ulteriore ragione per non nascondersi dietro la foglia di fico della privacy. I politici sono uomini pubblici, pagati per servire il Paese, spesso con compiti di altissima responsabilità. Perché dovrebbe essere più pericoloso un povero cristo che guida la macchina dopo essersi fatto una canna, rispetto a un politico che decide misure di sicurezza, proposte di legge, che orienta i destini dell’economia, tra una sniffata di coca e una sbornia da vip? Perché se, come ci dicono gli esperti, le sostanze stupefacenti alterano l’equilibrio di una persona, l’Italia non ha diritto di sapere se è governata da gente nel pieno possesso delle proprie facoltà? Oddio, non è che ci facciamo illusioni. Ma sapere che molti parlamentari di propria spontanea volontà sarebbero disponibili ad un’operazione trasparenza ci farebbe molto piacere. Quanto meno ci farebbe sentire un po’ più sereni, per il fatto di non aver contribuito, con il nostro denaro, a procurare la roba.


27/07/07 - ilgiornale.it

Basta guerre nel mondo!