La medicina fa passi da gigante, i medici no

[...] e in primo luogo si è sottolineato il diritto per chi viene colpito da questa terribile malattia a non soffrire, a non essere trattato come cavia da medici, ricercatori e farmacologi, ad essere informato e coinvolto attivamente in ogni fase della terapia. Sui dieci più importanti diritti degli ammalati di tumori è già pronto un documento che l'attivissimo presidente della Lilt, l'oncologo Francesco Schittulli, consegnerà al presidente della Repubblica fra qualche giorno.
Quello di Verona, non a caso definito "Stati Generali", è un appuntamento annuale, forse l'unica occasione pubblica che hanno i malati, gli ex malati e i famigliari per far sentire la loro voce in materia di assistenza e qualità delle cure, prevenzione e diagnosi precoce, informazione e partecipazione degli stessi "pazienti" alle terapie. Ma c'è un intervento, in particolare, su cui vorremmo soffermarci, per la sua autorevolezza e soprattutto per la fermezza con cui sono state denunciati i comportamenti delle istituzioni e di una parte degli stessi medici. Ci riferiamo al prof. Umberto Veronesi che ha illustrato i cambiamenti della medicina (la "diagnostica è ormai in mano alle macchine,che sono più precise ed economiche dei medici: la tac finale si legge in 12 secondi. Il computer ormai fa tutto e in chirurgia utilizziamo solo i robot, che sono più efficienti delle nostre mani").
Ma, secondo Veronesi, se la medicina ha fatto passi da gigante, per effetto delle nuove tecnologie, i medici non sempre si sono adeguatamente aggiornati. Ad esempio, la figura del tradizionale "medico di famiglia" tende sempre più a sparire: oggi servono dei "consiglieri", in grado di indirizzare l'ammalato verso la struttura e i medici giusti.
Bisogna poi tener conto che le conoscenze acquisite all'università devono essere rinnovate ogni sette anni, almeno per il 50%. Insomma un medico deve sottoporsi a una formazione continua. Anche in psicologia. Il medico non deve infatti preoccuparsi e tanto meno diventare permaloso se l'ammalato o la sua famiglia decidono di consultare un altro chirurgo (il "diritto a una seconda opinione"). In molti casi questo nuovo consulto è essenziale e rientra nei diritti di chi viene colpito dalla grave malattia. Anzi, ha sottolineato un altro oncologo, «la malattia cancro non esiste. Si tratta di molte malattie diverse".
Ogni anno 150 mila persone muoiono a causa di un tumore. "Una vera e propria guerra", osserva Veronesi. Peccato che lo Stato italiano riservi solo l'1% del Pil alla ricerca (compresa quella medica) e che di cancro se ne parla sempre meno. Quasi sottovoce. Certo ogni tanto una campagna sulla prevenzione, ma basta tutto questo?

28/11/2007 - iltempo.it

In Corsia 3 Pazienti Su 10 a Rischio 'Pasticca' Sbagliata

Arezzo, 28 nov. (Adnkronos Salute) - Sono tre su dieci i pazienti ricoverati negli ospedali che rischiano di assumere il farmaco sbagliato. Alcuni mandano giù la pasticca, altri ci vanno vicini ma riescono a evitare l’errore, spesso per merito dell’infermiere che corregge al volo l’errore. I dati sono emersi nel corso del Forum Risk Management in sanità, che ha aperto i battenti oggi ad Arezzo. ''Si tratta - spiega Carlo Ramponi, della Joint Commission International, la società che ha avuto l’incarico dall’Oms di scovare nuove soluzioni per il risk management - di statistiche internazionali che stimano un 30% di errori legati alla terapie farmacologiche. In realtà, molti di questi sono dei 'near miss''', ovvero dei possibili errori che vengono corretti ancor prima di essere compiuti. ''Ma il punto più allarmante è il sommerso - precisa Ramponi - quando parliamo di eventi avversi da errori sanitari.


I dati Usa parlano di 1.500 eventi gravi in 10 anni, ma sono solamente quelli venuti a galla dai report delle strutture, e si stima siano l’1-2% del totale''. Per quanto riguarda l’Italia, ''il nostro Ssn - sottolinea il sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta - è un sistema fondamentale sano, anche se il problema degli errori esiste ed è nostro compito ridurlo al minimo. Il cittadino in ospedale deve sentirsi al sicuro. Ministero, Regioni, Asl e operatori che esercitano la professione sono chiamati a dare un contributo importante in questo senso''. Anche perché sono ''circa 10 milioni - ricorda il sottosegretario - i cittadini che passano mediamente ogni anno 6-7 giorni in ospedale, e ben 45 mila gli interventi chirurgici giornalieri. Cifre che danno la dimensione del nostro Ssn''.


Per quanto riguarda invece gli errori legati a dispositivi medici, ''il 50% non avviene per difetto della strumentazione, ma per un errato utilizzo'', precisa Pietro Dermico, presidente dell’Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic). ''Il Disegno di legge collegato alla Finanziaria, approvato dal Consiglio dei ministri - prosegue Dermico - prevede la presenza di un ingegnere in ogni azienda sanitaria, per evitare che anche l’applicazione della tecnologia in sanità porti nuovi errori. L’ingegnere clinico è una figura già consolidata all’estero, soprattutto negli Usa, e trasferisce le sue conoscenze medico-biologiche in campo tecnologico, in area diagnostica, nelle cura e riabilitazione''. All’appuntamento aretino gli esperti hanno inoltre ricordato che il 38% delle strumentazioni sanitarie in Italia ha più di 10-15 anni.


28/11/2007 - it.notizie.yahoo.com

OMS: mito e realtà

Nel post di ieri consideravamo come gli ideali costitutivi dell' OMS siano stati notevolmente snaturati nel tempo dal rapporto con l'industria privata e organizzazioni parallele: Fondo monetario internazionale, Banca mondiale e Organizzazione mondiale del commerci (WTO).


Ancora nel 1978 l'OMS ribadiva, con l’approvazione della Dichiarazione di Alma Ata, i principi del suo statuto originario, affermando che un approccio efficace alla prevenzione dovesse essere basato su interventi di sanità pubblica ancor più che sull'evoluzione tecnologica della medicina.


Che l'utopia si scontri con la realtà e che debba scendere a dei compromessi può essere normale, ma la pericolosa deriva dell'istituzione sembra che sia stata favorita in modo fraudolento proprio dai suoi stessi dirigenti.


In un interessante e dettagliato articolo su "Occhio Clinico", Giovanni Martini racconta come uno dei candidati alla direzione generale, Julio Frenk, avesse falsificato i dati del Rapporto annuale del 2000 al fine di poter dimostrare la maggiore efficacia ed efficienza dei sistemi sanitari dei paesi che avevano applicato al settore sanitario soluzioni liberiste. Per questo uno degli autori del documento, Philip Musgrove, fu indotto a dimettersi e a denunciare pubblicamente l’accaduto.


Ciò rientrava nel quadro, spiega Martini, dell’evoluzione economica e politica che ha pesantemente condizionato l’OMS durante il mandato del direttore Gro Harem Brundtland (1998-2003), il quale, all'atto del suo insediamento, aveva enunciato i principi della sua strategia alla cinquantunesima assemblea mondiale con l'esortazione: "Dobbiamo aprirci agli altri", vale a dire al settore privato, sostenendo che la maggiore risorsa avrebbe dovuto provenire dai privati e dai mercati finanziari piuttosto che dai governi.


Sono in molti ad augurarsi che, dopo le importanti dichiarazioni di riconosciute autorità nel settore, come Vicente Navarro docente presso la Johns Hopkins University e direttore dell’International Journal of Health Services, e con l’elezione di un nuovo direttore generale, Margaret Chan, medico cinese, l’OMS ricominci operare con una maggiore trasparenza, rimuovendo i conflitti di interesse e restaurando lo spirito originario della sua missione.


Nel suo discorso programmatico all’Assemblea generale, la dottoressa Chan ha affermato: "Tutte le regioni, tutti gli stati, tutti i popoli hanno uguale importanza. L’OMS è un’organizzazione che deve guardare a tutto il mondo. Il nostro lavoro deve raggiungere la vita di ognuno, dappertutto". Restiamo fiduciosi.


LG - 28/11/2007 - protonutrizione.blogosfere.it

Spagna, esplode il caso degli aborti a otto mesi

MADRID (28 novembre) - Aborti su feti di sette e otto mesi compiuti con iniezioni letali. Questa la terribile denuncia della stampa spagnola nei confronti dei medici di alcune cliniche di Barcellona oggetto di un'indagine della magistratura e che associazioni cattoliche accusano di «infanticidio». La Guardia Civil ha compiuto nei giorni scorsi perquisizioni in cliniche del gruppo Cidemex-Tcb fermando sei medici, fra cui il responsabile Carlos Morin, per presunte interruzioni illegali della gravidanza in pazienti provenienti da tutta l'Europa. E oggi il quotidiano catalano La Vanguardia scrive, citando fonti delle indagini, che la magistratura sarebbe intervenuta dopo che ascolti telefonici effettuati avevano rivelato che i medici accettavano di compiere aborti sino agli otto mesi di gravidanza. Non è tuttavia chiaro se interventi tanto avanzati siano stati davvero effettuati e se esistano prove al riguardo oppure se sia stata accertata solo la disponibilità dei medici.

La procura della Catalogna ha assicurato che l'inchiesta sulle cliniche abortiste, apparentemente partita da una denuncia dell'associazione E-Cristians, si fonda su indizi relativi a fatti «indiscutibilmente, chiaramente e radicalmente illegali». Ma il Coordinamento delle organizzazioni femministe ha chiesto la totale «depenalizzazione» dell'aborto in Spagna e «la liberazione di tutte le persone fermate» ricordando che la legge consente l'interruzione della maternità senza limiti di tempo in caso di rischio per la vita della donna.

La legge spagnola autorizza l'interruzione di gravidanza senza limiti di tempo quando sia in «pericolo grave» la vita o la salute fisica o psichica della donna, la cui condizione sia però certificata prima dell'intervento da un medico diverso da quello, o sotto la direzione del quale, si effettuerà l'aborto. Di tale certificato si potrà fare a meno solo in caso di un'emergenza dimostrata. La legge prevede inoltre l'aborto nelle prime 22 settimane di gestazione in caso di malformazioni del feto e fino a 12 settimane quando la gravidanza sia conseguenza di una violenza sessuale.

Il quotidiano conservatore Abc cita il reportage effettuato nei mesi scorsi dalla tv danese che, usando una camera occulta, rivelava come il dott. Morin avesse accettato di compiere aborti di 30 settimane con l'iniezione di una sostanza tossica al feto, la digoxina, al costo di 4.000 euro. «Gli mettiamo una sostanza tossica nel cuore che gli causerà la morte immediata» assicurava il medico ad una paziente. Il giornale riferisce l'opinione di un portavoce dell'Associazione dei medici cristiani di Catalogna secondo cui nel caso di un feto di 30 settimane, «che è già quasi un bebè», per compiere l'aborto «bisogna prima farlo nascere» per poi sopprimerlo. Secondo l'Associazione oltre all'iniezione letale che sarebbe stata suggerita da Morin, vengono utilizzate anche altre tecniche più cruente. «Che differenza c'è fra questo tipo di aborti e l'infanticidio?» si chiedono all'Associazione.

Il ministro della sanità Bernat Soria si è detto convinto che quella catalana sia «un'eccezione molto limitata» in quanto le condizioni mediche per la pratica degli aborti sono garantite in Spagna. Ma il partito di estrema sinistra Izquierda Unida (IU) ha accusato il governo di «aver guardato dall'altra parte» sul problema degli aborti illegali in quanto la legge «apre la porta» all'attività illegale ed ha fatto si che il 90% delle interruzioni di gravidanza avvengano nelle cliniche private senza controllo.


28/11/2007 - ilmessaggero.it

Nazibullismo: svastica e 'gay' sul petto di un compagno

L'ennesimo atto di violenza si è consumato in una scuola di Finale Ligure dove tre ragazzini tra i 13 e i 14 anni hanno legato un coetaneo e poi scritto 'gay' e disegnato una svastica sulla sua pelle.


Lo hanno legato mani e piedi e poi con una biro hanno scritto 'gay' e disegnato una svastica sul suo petto. E' successo all'istituto alberghiero Migliorini di Finale Ligure dove tre ragazzini tra i 13 e i 14 anni hanno preso di mira e aggredito un compagno di scuola coetaneo prima della lezione di educazione fisica. L'insegnante, vedendoli ritardare e accorgendosi che il ragazzo al suo arrivo in palestra aveva gli occhi lucidi ha insistito perché dicesse cosa fosse accaduto. A quel punto la giovane vittima ha alzato la maglietta mostrando il disegno e la scritta che aveva sul petto.
Il professore, Alessandro Gozzi, ha immediatamente denunciato l'accaduto al preside dell'istituto Giovanni Claudio Bruzzone. Grazie anche all'aiuto degli altri alunni che non hanno coperto i compagni autori dell'aggressione, è stata accertata la dinamica dei fatti e sporta denuncia ai Carabinieri, che adesso pare procederanno per i reati di violenza privata, ingiuria e atti discriminatori di stampo razzista, oltre che al tribunale per i Minori.

"L'episodio di bullismo omofobo avvenuto nell'Istituto alberghiero Milgiorini di Finale Ligure è agghiacciante". Con queste parole Imma Battaglia, presidente di Di' Gay Project, condanna l'episodio di violenza. "Un atto lesivo della dignità della persona e una vera e propria violenza fisica ai danni di un minore" continua. Per il presidente di Di' Gay Project "se in questo episodio la scuola si è mossa immediatamente, non possiamo certo dire la stessa cosa della politica che è ancora in ritardo nel contrastare con leggi specifiche l'omofobia e la transfobia". Di qui la richiesta di "un intervento, chiaro, serio ed immediato del ministro Fioroni volto a contrastare il bullismo nelle scuole", ma anche di un impegno da parte del ministro dell'Interno Amato si impegni "affinché i Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica affrontino il tema della violenza di matrice omofoba e transfoba". L'associazione chiede, inoltre, "che rapidamente si estenda la legge Mancino anche agli atti di discriminazione e abuso per orientamento sessuale e identità di genere". Per quanto tempo ancora, si chiede Battaglia, "i cittadini dovranno pagare sulla propria pelle l'arretratezza delle nostre leggi e il silenzio della politica sulla violenza verso le persone omosessuali e transessuali?".

"Apprendiamo con sdegno e orrore quello che e' accaduto" commenta in una nota il circolo di cultura omosessuale 'Mario Mieli'. "Il gesto - si legge nel comunicato- è gravissimo, non solo perché ha offeso e scioccato il ragazzo, che ha avuto però il coraggio di denunciare l'accaduto, ma anche perché richiama a pratiche del passato che dovrebbero essere solo un brutto ricordo". Quello che per i tre ragazzi "puo' essere stato forse solo un gesto sciocco, un modo per imporre la loro 'forza' su un altro compagno - sottolinea ancora la nota- è per noi invece indice gravissimo di una generale tendenza ad emarginare e a stigmatizzare anche con violenza gratuita le persone omosessuali e riapre ogni volta ferite mai rimarginate". Inoltre, il circolo Mieli insiste sulla necessità di "formare studenti ed anche insegnanti alla cultura della diversità ed auspichiamo una normativa che tuteli le persone omosessuali da atti di violenza fisica e verbale".

Intanto, dopo le insisente delle associazioni LGBT, Il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ha disposto, tramite il Direttore dell'Ufficio scolastico regionale della Liguria Attilio Massara, una visita ispettiva nell'istituto "Migliorini" per verificare i fatti accaduti e adottare i provvedimenti necessari.

28/11/2007 - gay.it

Ubriaco uccise 4 ragazzi: è testimonial

Interviene Mastella


Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha chiesto di avviare accertamenti specifici sulle modalità del regime detentivo cui nte sottoposto il giovane rom Marco Ahmetovic. L'iniziativa del ministro si riferisce alle proteste suscitate dalle notizie sull'impiego in alcuni spot pubblicitari del giovane condannato a sei anni e sei mesi per avere ucciso la scorsa primavera, investendoli con un furgone che guidava ubriaco, quattro ragazzi di Appignano del Tronto.

Costava 159 euro l'orologio messo in vendita on line sul sito di aste Ebay, di cui è testimonial Marco Ahmetovic, il rom che ha investito e ucciso quattro ragazzi guidando ubriaco, e che è attualmente agli arresti domiciliari. Un debutto on line che ha scatenato l'indignazione generale, ma presto dovrebbe essere seguito da un profumo e una linea di jeans, oltre che dal memoriale del nomade sull'incidente in cui il 22 aprile scorso morirono Eleonora Allevi, Danilo Traini, Davide Corradetti e Alex Luciani. La "Linearom" è promossa dall'agente pubblicitario Alessio Sundas. L'asta è stata bloccata dopo le polemiche e l'intervento del ministro.


28/11/2007 - unionesarda.it

Il fumo passivo fa male

Lo conferma uno studio


La lotta contro il fumo si arricchisce di un altro alleato: la risonanza magnetica. Uno studio effettuato da diversi ricercatori dell’università della Virginia e dell’ospedale pediatrico di Philadelphia, e presentato al meeting 2007 della Radiological Society of North America, ha infatti dimostrato scientificamente che il fumo nuoce al diretto interessato ma anche a chi gli sta attorno.

Non sembrerebbe neanche una novità, visto che il cosiddetto “fumo passivo” è tristemente famoso da diversi anni, ed è noto che provoca diverse malattie come bronchite, asma o tumori. Ma in realtà non è così: per la prima volta è stato possibile vedere i danni che la sigaretta provoca nel nostro organismo.

Chengbo Wang, direttore del dipartimento di Radiologia all’ospedale pediatrico di Philadelphia, ha studiato a fondo, insieme ad una cerchia di collaboratori, l’organismo, in particolare il sistema respiratorio, di 79 persone, tra cui fumatori e non.

“E' stato a lungo ipotizzato – dichiara Wang - che l'esposizione prolungata al vizio altrui possa causare danni ai polmoni ma, finora, i metodi usati non erano abbastanza sensibili per rilevarli”. Purtroppo i soggetti che più risentono dell’avvelenamento da fumo passivo sono i bambini.

Attraverso un particolare tipo di risonanza magnetica, i ricercatori hanno “fotografato” la diffusione nei tessuti polmonari del gas elio-3, fatto inalare precedentemente ai pazienti, verificando quindi con mano quali potrebbero essere gli effetti del fumo all’interno del nostro corpo.

L’esito dell’esame, effettuato su fumatori e non fumatori, è stato pressoché identico, il ché è un fatto allarmante: ciò significa, infatti, che anche nei fumatori “passivi” è stata riscontrata la presenza di variazioni strutturali dei polmoni quasi uguale a quelle riscontrate su chi, abitualmente, fa uso di sigarette.


28/11/2007 - romagnaoggi.it

Basta guerre nel mondo!