Nomade ubriaco aggredisce due carabinieri

Nomade ubriaco aggredisce due carabinieri, denunciato


E' successo ieri alla periferia di Prato. L'uomo, 60 anni, deve rispondere di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale


In preda ai fumi dell'alcol ha aggredito due carabinieri per sottrarsi ad un controllo. Un nomade di 60 annni, pregiudicato, residente a Prato, e' stato denunciato per minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. L'uomo si e' ribellato ai militari che gli hanno chiesto di mostrare i documenti cercando di colpirli con calci e pugni.


02/10/07 - toscanatv.com

Niente alcol alla partita

FIORENTINA-GRONINGEN, DIVIETO VENDITA ALCOOL


(AGI) - Firenze, 2 ott. - Disposto il divieto di vendita e somministrazione di superalcolici e di ogni altra bevanda in bottiglie di vetro o in lattine, in occasione della partita di Coppa UEFA Fiorentina-Groningen, in programma il 4 ottobre allo stadio Franchi di Firenze. La disposizione, adottata dopo aver sentito anche le associazioni di categoria del settore, interessa negozi e ambulanti e verra’ applicata per tutta la giornata di giovedi’, all’interno dello stadio e nelle aree limitrofe.
Il divieto e’ stato deciso per prevenire problemi di ordine pubblico connessi all’abuso di alcol e quei comportamenti che possono essere dannosi per l’incolumita’ delle persone, allo scopo di garantire il sereno svolgimento dell’evento sportivo e della sua vigilia. Le forze dell’ordine sono state invitate a vigilare sull’osservanza del divieto e a intervenire con rigore nei confronti di chi verra’ trovato in stato di ubriachezza, che potra’ rispondere anche penalmente nei casi di molestia e disturbo alle persone. Particolare attenzione sara’ riservata anche al centro storico dove e’ in vigore, dal 27 agosto scorso, l’ordinanza che vieta, fino al 31 ottobre, la vendita per asporto di alcolici e di bevande in contenitori di vetro. (AGI)


02/10/07 - calcio-oggi.it

Superficialità o censura impediscono il racconto del reale

Superficialità o censura impediscono il racconto del reale. La campagna di Articolo21


Il documentario dovrebbe essere un “genere” filmico e televisivo di racconto della realta’: storie vere e soprusi quotidiani, malaffare e speranze, contraddizioni e good news, se ci sono. E in un Paese, il nostro, dove la realta’ fa paura soprattutto perche’ finisce per svelare il “non politicamente corretto”, il “genere” ha indicibili difficolta’ di produzione e diffusione. Inadempienze, ruberie, conflitti di interesse, menefreghismo per valori civili, diritti umani negati e altro. Tutto questo spesso e’ meglio non mostrarlo, magari accampando ogni volta mille scuse diverse. Va da se’ che di documentari e film-inchiesta in Italia, soprattutto in tivu’, se ne vedano davvero pochi. E dire che abbiamo avuto maestri del cinema come Michelangelo Antonioni, Pierpaolo Pasolini, Francesco Rosi e tanti altri, che hanno ritenuto fondamentale il documentario e ne hanno fatto non solo un punto di partenza della propria opera. Per fortuna pero’ che qualcuno ci pensa ai maestri del passato e alle questioni aperte del presente. Parliamo della Fondazione Libero Bizzarri di San Benedetto del Tronto che ha appena ultimato la sua fatica annuale: la quattordicesima edizione della rassegna del documentario. Qui, la figura e l’opera di Antonioni come di Florestano Vancini, di Sergio Zavoli come di alcuni giovani documentaristi che lasciano ben sperare, e’ stata vista, discussa, approfondita anche con numerose scuole. E il direttore artistico Gualtiero De Santi (ordinario di letterature comparate all’ateneo di Urbino) ha voluto dedicare una giornata alla nostra campagna per far nascere alla Rai un Laboratorio stabile di documentario e inchiesta sociale. Vi riassumo, se interessa, alcuni passaggi dei partecipanti risparmiandovi il mio:” Gualtiero De Santi: Lanciamo un’idea in appoggio allla Campagna di Articolo21. Raccoglieremo dei pensieri attraverso delle video-lettere che consegneremo ai vertici Rai. Quella di Articolo21 e’ una battaglia di civilta’ per resuscitare il Servizio pubblico. E va sostenuta il piu’ possibile. Renato Nicolini: le responsabilità dei parlamentari sono sicuramente superiori a quelle dei giornalisti, il Ministero dei Beni Culturali funziona sempre peggio per la moltiplicazione incredibile dei direttori generali, che danno luogo ad un sistema feudale. (...) La Rai si dovrebbe occupare di pedofilia, sanità, incidenti stradali, morti sul lavoro e altri temi sociali. Occorre una piccola mina per far crollare la "fortezza Petruccioli “ e sostenere proposte come quella del Laboratorio di tivu’ sociale. Paolo Serbandini (giornalista e documentarista) - "L'immagine non è nel gusto della tv, nei programmi c'è sempre una poltrona e si esce poco, abbiamo una tv fondamentalmente di parole.Beppe Cremagnani (giornalista e autore televisivo) - "E' sicuro che la nostra tv non ama l'informazione, tutto viene dato in appalto alla Rai e sussiste il problema delle tangenti ai partiti. Michele Citoni (giornalista e documentarista)- "Ci sono molte cose in Italia di cui l'informazione non parla: per esempio, che da circa 5 anni, ben 45 associazioni producono un documento sulla legge finanziaria, qualcosa che potrebbe essere molto utile per i politici con la campagna Sbilanciamoci. Anche per questo quella del Laboratorio Rai e’ una idea da realizzare. Gabriella Gallozzi (giornalista de “L’Unita’): il giornalismo anche in Italia e’ sempre piu’ embedded. Superficialita’ o censura impediscono il racconto del reale. Appoggiamo quindi incondizionatamente la proposta del Laboratorio Rai di documentario e inchieste sociali”.
Per chiudere possiamo aggiungere che le sottoscrizioni aumentano di giorno in giorno, cosi’ le personalita’ autorevoli nel campo della cultura, dell’informazione, del cinema, della chiesa, della politica (VEDI QUI CHI HA FIRMATO). Ma soprattutto, quello che continua ad accrescere maggiormente il nostro entusiasmo, e’ il seguito che ci arriva dalla cosiddetta “societa’ civile”. Donne e uomini, anziani e giovani che ci chiedono di andare avanti. Di non rassegnarci alla paralisi odierna della Rai e di continuare a credere in un progetto che ormai non e’ piu’ soltanto nostro. Appuntamento, a Roma, entro ottobre, per una grande assemblea pubblica.

* giornalista indipendente e regista Rai


di Stefano Mencherini - 02/10/07 - articolo21.info

Incidente in moto per Keith Urban

Il marito di Nicole Kidman stava andando a un incontro dell'Anonima alcolisti. Era seguito da un fotografo


SYDNEY - Brutta avventura per Keith Urban, marito dell'attrice Nicole Kidman. Il cantante country ha avuto un incidente in moto mentre andava a un incontro dell'Anonima alcolisti a Sydney: stava cercando di sfuggire a un fotografo che lo inseguiva. Secondo il Daily Telegraph, Urban che ha lottato contro la sua dipendenza dall'alcol non ha avutop nessuna conseguenza dall'incidente e non è ferito. «Mentre stavo andando a un incontro dell'Anonima, in un momento in cui la mia privacy è molto importante per me, ho sentito che qualcuno mi stava seguendo - ha detto Urban -. Ho accelerato e nel tentativo di evitare un'auto che stava arrivando e che stava facendo inversione dove non si poteva, non ho visto altre alternative se non saltare giù dalla moto. Il mio inseguitore mi ha soccorso e senza scattare foto mi ha aiutato. A quel punto sono ritornato a casa, ho preso la macchina e ho continuato per la mia strada».


02/10/07 - corriere.it

Sanità: emergenza nelle carceri

Sanita': medici, e' emergenza nelle carceri italiane


ROMA - "Il carcere e' la nostra Africa, il nostro terzo mondo". Cosi' i medici penitenziari descrivono l'emergenza sanitaria nelle carceri italiane. A piu' di un anno dall'indulto le strutture di detenzione sono gia' sovraffollate e spesso manca il diritto alla salute: dilagano soprattutto le malattie infettive ed e' difficile fare prevenzione. La denuncia e' contenuta in un'indagine condotta dai medici in collaborazione con Eurisko. Il problema, avvertono i medici, non deve essere sottovalutato: "La detenzione media nel nostro Paese e' di 120 giorni", spiega Giulio Starnini, direttore del Reparto di Medicina Protetta-Malattie Infettive dell'Ospedale Belcolle di Viterbo, "quindi stiamo parlando di un problema di salute pubblica. Ovviamente la persona detenuta che entra e esce porta con se' la possibilita' di contagiare tutta la popolazione". "Quindi e' un'utopia immaginare politiche di prevenzione - continua Starnini - senza intervenire in maniera seria sull'universo carcere". (Agr)


02/10/07 - corriere.it

Ma la legge anti-violenza che fine ha fatto?

SE IL DECRETO contro la violenza sessuale fosse già legge forse nessuno avrebbe dovuto leggere la storia di Sara, uccisa con un pugno in testa dopo anni di persecuzioni da parte di chi si sentiva rifiutato. Non l’avrebbe letta nessuno perché la nuova normativa voluta dal ministro Pollastrini e da dicembre 2006 in discussione alla Commissione Giustizia preveder questa nuova fattispecie di reato. Ma quella legge è ferma al palo. Anzi, rischia di non trovare mai la strada maestra perché c’è chi vuole fermarla. E non è solo l’opposizione a disseminare mine: anche all’interno della stessa maggioranza c’è chi preferirebbe scorporare alcune norme troppo avanzate - come ad esempio quella che prevede il reato di stalking o tutta quella parte di norme che riguarda la prevenzione e l’accompagno delle vittime di abusi sessuali - e procedere in via spedita all’approvazione delle sole norme che prevedono un inasprimento delle pene. Dopo un anno di lavori a rilento l’ultima seduta della Commissione presieduta da Pisicchio ha fatto accendere la spia: troppe norme estranee, il testo di legge si occupa di troppe altre cose. Come ha affermato Paolo Gambescia dell’Ulivo: «...la Commissione deve scegliere se trattare della violenza sessuale ovvero del contenuto del disegno di legge governativo, che va ben oltre il tema della violenza sessuale, disciplinando altri ed eterogenei fenomeni di violenza e prevaricazione che, probabilmente, dovrebbero seguire un percorso autonomo...». Si riferisce forse Gambescia alla Bindi, che ha imposto nel ddl l’iserimento di un reato per proteggere gli anziani dalle truffe. Ma non solo questo.

Il là, la pietra dello scandalo, è la norma che punisce come aggravante l’omofobia e l’odio di genere. Scoppia in agosto, il primo agosto. Parte della commissione è per scorporare questi reati dal pacchetto antiviolenza, l’arcigay lo denuncia. Ma non sono solo queste nuove regole e non è solo l’opposizione a fare ostruzionismo. L’obiettivo è quello di scorporare il ddl antiviolenza in tre per dare precedenza alle norme penali e affiancare, in un iter indipendente che dovrebbe poi procedere con le norme sull’omofobia, anche tutte le innovazioni che riguardano la prevenzione, l’accompagno della vittima. Le norme che - appunto - dovrebbero contribuire a cambiare la cultura da dove nasce lo stupro e la violenza contro le donne.

Così scorporato il terzo pacchetto antiviolenza porterebbe con se ad esempio l’obbligatorietà da parte delle amministrazioni locali di fare campagna di informazione e sensibilizzazione, il registro dei centri antiviolenza, l’assistenza sanitaria alle vittime, il sostegno sociale con protezione e supporto anche economico la dove fosse necessario. E ancora l’equiparazione dei maltrattamenti familiari alla violenza e l’estensione di questi reati anche per chi coinvolge i minori e per chi li sottrae portandoli all’estero. Sarebbe stralciato anche l’articolo 612 bis che punisce «chiunque ripetutamente molesti o minacci qualcuno in modo da turbare le sue normali condizioni di vita». Se qualcuno avesse deciso che il reato di atti persecutori dovesse essere costituito e regolamentato in fretta Sara Wasington forse avrebbe potuto denunciare il suo molestatore che la perseguitava da tre anni. C’è però chi non vuole questa legge che per la prima volta affronta in maniera organica l’intero tema della violenza e degli abusi sessuali. Di ieri l’ultimo appello di Barbara Pollastrini: «La Finanziaria segna passi importanti per le donne. Abbiamo scelto di mettere al centro del confronto due grandi capitoli: quello per i diritti umani (con la richiesta precisa di un investimento per il contrasto alle molestie e alle violenze contro le donne), e la conferma dei finanziamenti per le azioni contro l’infibulazione e la tratta. Su questo fronte la risposta è stata positiva. Ora cerco un sostegno bipartisan».


di Anna Tarquini - 02/10/07 - gaynews.it

L’incredibile record di Henry Earl

L’incredibile record di Henry Earl, il più grande ubriacone del mondo


Sguardo vispo da incorreggibile maramaldo, sorriso disinvolto e un po’ beffardo…chi crederebbe mai che si tratta di una foto segnaletica? Quest’uomo dal faccino simpatico si chiama Henry Earl, ha 57 anni, vive a Lexington (Kentucky), non ha fissa dimora e detiene un singolare record mondiale: negli ultimi 15 anni è stato arrestato 956 volte. Ma Earl non è un vero e proprio delinquente e le “marachelle” da lui commesse sono per la stragrande maggioranza legate all’abuso di alcol: schiamazzi notturni, oltraggi a pubblici ufficiali, piccoli furti, condotte indecorose. Insomma, non stiamo parlando di un santo…ma nemmeno del demonio. Tanto più che la durata media delle sue detenzioni è di appena quattro giorni.

In Usa, Earl è diventato una vera e propria celebrità: decine di siti internet sono dedicati a lui, la gente gira con la sua immagine stampata sulla maglietta, è stato intervistato da numerosi quotidiani ed ha partecipato a molte trasmissioni televisive.

“L’alcol è ciò che sono – ha affermato al quotidiano americano Newsweek – la polizia mi vede sbronzo, mi sbatte dentro. Dopo cinque giorni sono di nuovo a piede libero…ovviamente al bar”.

E lui ce la mette proprio tutta per non deludere i suoi fans: di media, Earl passa in galera 240 giorni l’anno…praticamente, ogni due giorni di libertà se ne fa quattro dietro le sbarre.

Il mito di Henry Earl è nato circa cinque anni fa, quando la prigione della contea di Lexington iniziò a pubblicare sul suo sito internet le foto segnaletiche scattate ai suoi “ospiti involontari”.

Le innumerevoli foto scattategli dalle forze dell’ordine (fino ad ora 52) – disponibili alla pagina web http://jail.lfucg.com/services/offenders/offenderdetails/default.asp?inmateid=337&inmateimage=E137236.JPG e che lo ritraggono per lo più spensierato, tranquillo, sorridente – hanno inevitabilmente attratto l’attenzione del popolo della rete, che ha iniziato a parlare di lui nelle chat e nei blog. Ma a sancirne l’ascesa nel gotha degli eroi underground è stato il sito internet Fark.com, aggregatore di notizie bizzarre e paradossali, che, ogni volta che Earl veniva arrestato, pubblicava la sua nuova foto segnaletica. In breve tempo Earl divenne cosi popolare che, ogni volta che Fark dava sua notizie, il server di Lexington andava il tilt. “Per questo l’amministrazione cittadina mi ha chiesto di smettere di parlare di lui” – ha affermato il fondatore di Fark Drew Curtis, che, come Earl, vive a Lexington.


Dal 21 settembre scorso Earl è in prigione, dove, a spese dei contribuenti americani, si sbafa tre pasti al giorno ed ha un tetto sulla testa. Presto, come sempre, tornerà a circolare libero (e ubriaco) per le strade di Lexington, dove la gente lo tratta come una rock star: gli chiedono autografi, gli offrono da bere, ed un gruppo musicale composto esclusivamente da ragazze ventenni (The Dangels) gli ha persino dedicato una canzone….“Dite ad Henry che voglio essere la sua donna, compreremo sidro a buon mercato, e passerò la notte con lui in galera”.



Insomma, questo simpatico balordo è preso (bonariamente) in giro da milioni di cittadini americani…ma un atroce dubbio mi assale…e se fosse il contrario?



02/10/07 - Scritto da Gregorio Mattera - iniziativa.info

Ubriaco al volante, l'auto non parte

Ubriaco al volante, l'auto non parte. Scoperta di un chirurgo e un ingegnere


Il ministero dei Trasporti finanzierà la realizzazione del progetto


MILANO — La buona notizia è già nel nome, «Angel», che il caso vuole sia pure la sigla per «Analyser Gas Expiratory Level», da tradurre come «analizzatore del livello di gas nell'alito », dove gas sta per alcol. L'altra buona notizia è che «Angel» potrebbe salvare molte vite. Perché si accorge se chi si mette al volante ha alzato troppo il gomito: in caso positivo non permette all'automobile di partire. Un sistema che è piaciuto molto al ministero dei Trasporti da tempo impegnato in campagne per la sicurezza stradale, e proprio pochi giorni fa ha firmato una convenzione con i creatori di «Angel» per il finanziamento del progetto.

L'IDEA — Ci hanno provato in molti, Nissan, Michelin, Volvo, Saab, ma la soluzione al grave problema della guida in stato di ubriachezza potrebbe essere tutta italiana. Le menti sono quella di un chirurgo e di un ingegnere, la struttura è quella dell'Università di Ferrara, con cui il ministero ha firmato la convenzione. Lo scorso marzo, Gianfranco Azzena e Antonio La Gatta viaggiavano insieme in auto di ritorno da un convegno. «La macchina dell'ingegnere era attrezzata con delle tecnologie molto avanzate — ricorda il professor Azzena, direttore della Clinica chirurgica di Ferrara —, tra queste anche dei sensori». Da lì è arrivata l'idea: «Perché non usare lo stesso tipo di sistema anche per rilevare la presenza di alcol?». Nelle sue nottate in ospedale, il chirurgo vede arrivare molti feriti da incidenti stradali («e quelli sono i più fortunati »), «e spesso la causa è dovuta all'eccesso di alcol». Un'intuizione, dice Azzena, «che unita alla buona volontà ha portato ad uno sbocco», «Angel» appunto. Poi l'ingegnere La Gatta ci ha messo il suo. «All'inizio — racconta — il grande problema è stato di individuare chi è la persona che ha bevuto troppo». Una difficoltà comune incontrata anche da altri che stanno lavorando sullo stesso tipo di marchingegno: come capire che chi entra in macchina e ha un alito sospetto è anche la stessa persona che guiderà l'auto e non uno dei passeggeri? «Angel» può farlo.

«ANGEL» — Il rilevatore, o «dissuasore » come lo chiama Azzena, grande come due pacchetti di sigarette affiancati, è una specie di microcomputer che viene messo nella centralina elettronica del motore dell'automobile: a lui si collegano tre «nasi», tre sensori più piccoli di una ciliegia piazzati all'interno della vettura, uno sotto il parasole del guidatore, gli altri due ai lati dei sedili posteriori. «Grazie ad una triangolazione dei tre sensori, viene seguito il tracciato odoroso (di alcol, ndr) di chi entra in macchina e viene localizzato il posto dove è seduto». Se il risultato della triangolazione rileva che la sorgente dell'alcol è il guidatore e che il tasso alcolico è molto superiore a quello autorizzato, l'automobile non riesce neanche a mettersi in moto. Se la vettura è già in moto, «Angel» emette un suono di avvertimento, poi riduce la velocità fino a 50 chilometri orari e infine, se il tasso alcolico continua ad essere molto alto, ferma l'auto. Il tutto dura circa dieci minuti, «ma l'intervallo può essere ridotto ulteriormente », dice La Gatta, che ha installato il prototipo di «Angel» sulla sua auto.

IL FUTURO — Il «naso anti-alcol» sarà in vendita entro la fine del 2008. A disposizione sia per le aziende automobilistiche («speriamo un'italiana», sorride il professor Azzena), ma anche nei negozi al dettaglio: «Si potrà comprare e installare come un normale antifurto ». E per il futuro, gli ideatori pensano pure ad un uso più specifico di «Angel»: «Rendendolo più sensibile, potrà essere rilevata la presenza anche di altre sostanze oltre all'alcol, come alcuni tipi di stupefacenti». E gli altri? Da tempo, alcune case automobilistiche straniere stanno cercando e studiando sistemi per scoprire e bloccare l'ubriaco al volante. C'è chi ha ideato un meccanismo che rileva l'alcol dal sudore delle mani, «ma è troppo impreciso », spiega La Gatta. Così come è incompleto il sistema che si accorge dello stato di ubriachezza in base ai movimenti oculari. E poi c'è una casa automobilistica giapponese che è arrivata ai sensori, ma i suoi sono troppo sensibili: basta un bicchiere di vino per bloccare l'auto.

Claudia Voltattorni - 01 ottobre 2007 - corriere.it

Clochard pestato a sangue

Arrestati tre ragazzi


via ugo bassi Un clochard di fronte al mercato delle Erbe è stato vittima, l'altra notte, della violenza di tre ragazzi ubriachi, tra cui un 15enne. Gli aggressori sono stati arrestati in un hotel del centro.

Erano circa le tre del mattino, quando alcuni passanti hanno visto tre ragazzi accanirsi con calci e pugni contro il clochard, un uomo di 49 anni originario di Campobasso.Arancia meccanica
Un'aggressione in stile "Arancia meccanica": i tre, due ventenni e un 15enne, tutti originari di Palermo, dopo averlo pestato a sangue hanno persino frugato tra le poche cose del clochard, sottraendogli un borsello con 5 euro, che poi, però, hanno gettato senza nemmeno prendere i soldi.

L'arresto
Nonostante la tarda ora, alcuni passanti hanno assistito all'aggressione: i testimoni hanno anche visto i tre ragazzi allontanarsi verso via della Zecca, dove la polizia li ha rintracciati in un albergo. Erano completamente ubriachi. I due maggiorenni, Carmelo Fiorenza e Vincenzo D'Amore, il primo con precedenti per droga, il secondo per furto, sono finiti direttamente alla Dozza. Il quindicenne che, nonostante l'età, ha già dei precedenti per rapina, è stato condotto nel carcere minorile del Pratello. Tutti dovranno rispondere di rapina aggravata in concorso, lesioni finalizzate a rapina e, nel caso di D'Amore, anche di resistenza a pubblico ufficiale. Il gruppetto era a Bologna solo come una tappa di un viaggio che li stava portando a Milano.

Prognosi riservata
Il senza fissa dimora è stato ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Bellaria, dove con ogni probabilità verrà sottoposto ad un intervento chirurgico per rimuovere un ematoma alla tempia. Ansa

02/10/07 - city.corriere.it

Britney Spears perde l'affidamento dei figli

«Beve, gira nuda in casa e fa una vita discutibile»


NEW YORK (1 ottobre) - Britney Spears ha perso l'affidamento dei figli. Come ci si aspettava, nella causa per la custodia dei bambini, il giudice Scott M. Gordon ha deciso che Sean Preston, 2 anni, e Jayden James, 1 anno, saranno affidati al padre, Kevin Federline. La notizia non ha stupito più di tanto, dopo i sospetti avanzati dal giudice circa il fatto che Britney si drogasse e facesse abuso di alcol e dopo che un'ex guardia del corpo aveva testimoniato che Britney beveva abitualmente davanti ai figli, conduceva una vita irregolare, girava nuda per casa davanti a loro e trattava i bambini in maniera molto "garibaldina" e pericolosa: ad esempio, guidando l'auto tenendo in braccio uno dei piccoli.
Britney Spears, che aveva chiesto l'anno scorso il divorzio da Federline dopo due anni di matrimonio, ultimamente è stata protagonista di episodi che non hanno gettato un'ottima luce su di lei. Il 6 agosto, ad esempio, fu filmata e fotografata mentre urtava una vettura a Los Angeles, ed è stata condannata per omissione di soccorso e guida senza patente. Senza contare altri episodi che, di per sé, non sono rilevanti, ma che non hanno comunque influito positivamente sulla sua immagine di madre equilibrata: come nel caso delle fotografie scattatatele mentre scendeva da un'auto senza curarsi del fatto che sotto la gonna non portava mutandine; o come quando si è rasata a zero i capelli per protestare contro sua madre che la criticava la sua acconciatura. Spavalderie e reazioni che ai giudici, in aggiunta ai sospetti su alcol e droga, non sono piaciute affatto.


01.10.07 - ilmessaggero.it

Messico, catturata la "regina" del traffico di droga

E' soprannominata "La regina del Pacifico", ed è una delle figure più importanti del narcotraffico messicano, legata al capo colombiano Diego Montoya, alias Don Diego. E, come lui, è finita in carcere: Sandra Avila Beltràn è stata arrestata a Città del Messico mentre era alla guida del suo Suv. Con lei è finito in manette anche il suo compagno, il narcotrafficante colombiano Juan Diegro "El Tigre" Espinosa, ricercato anche negli Usa. Avila, 45 anni, aveva contribuito, negli anni Novanta, alla costituzione del Cartello Sinaloa, sulla costa messicana del Pacifico, grazie alle sue amicizie con alcuni dei più ricercati boss della droga. Viveva a Città del Messico sotto il falso nome di Daniela Garcìa Chàvez.


01.10.07 - repubblica.it

Nonviolenza: un cammino, una necessità

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2 ottobre (oggi), giorno della nascita di Gandhi, “Giornata Mondiale della Nonviolenza” invitando Stati, personalità ed associazioni a celebrarne la ricorrenza.


Nella crisi globale che sta attraversando l’umanità, la nonviolenza non è più soltanto una possibile alternativa, ma è una necessità. Non esiste altra via d’uscita per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo dell’umanità e realizzare un mondo senza violenza.


La nonviolenza è un percorso intenzionale, che richiede un profondo cambiamento personale, la riconciliazione con se stessi e con gli altri, imparando a trattare gli altri come si vorrebbe essere trattati. A livello sociale, implica la ricerca di mezzi nuovi e creativi per risolvere i conflitti, nella prospettiva di superare completamente la violenza in tutte le sue forme di espressione.


Il cammino della nonviolenza è stato indicato da due grandi guide, Gandhi e Martin Luther King e prosegue oggi con la figura di Silo, ispiratore del Nuovo Umanesimo Universalista.


La Giornata Mondiale per la Nonviolenza può essere un segnale lanciato da tutte le organizzazioni e i singoli individui che hanno a cuore il futuro dell’umanità per dare il via ad azioni concrete e non puramente formali.


Il 2 ottobre sono previste centinaia di iniziative, realizzate dagli umanisti in tutto il mondo insieme ad altre forze e personalità. In alcuni paesi (Francia, Ungheria, Olanda, Spagna, Repubblica Ceca, Russia, Grecia, Italia, Cile, Argentina, Senegal e Costa d’Avorio) la Giornata della Nonviolenza sarà celebrata insieme ai rappresentanti dell’ambasciata indiana, per rendere omaggio alla figura ispiratrice di Gandhi e ai rappresentanti della Bolivia, il cui presidente Evo Morales sta facendo del ripudio della violenza la base della sua politica.


01.10.07 - umanista.org

Firenze, 23enne violentata

Firenze, 23enne violentata al secondo mese di gravidanza


FIRENZE. Orrenda storia di violenza sessuale, quella che vede come protagonista una giovane 23enne di Sesto Fiorentino, alle porte di Firenze.

La donna ha telefonato al 113 e ha raccontato agli agenti di polizia che era all'ottava settimana di gravidanza e sarebbe stata violentata da un amico. L’uomo prima l’avrebbe accompagnata a fare un'ecografia e poi, tornati a casa, l’avrebbe violentata. Al momento l’uomo è ricercato da parte della squadra mobile fiorentina diretta da Filippo Ferri, mentre la donna è stata accompagnata all’ospedale e sottoposta a visite per accertare la violenza. Non si conoscono ancora le condizioni di salute del feto.


01.10.07 - pupia.tv

Basta guerre nel mondo!