Denunciato per guida senza patente

Albenga, ventinovenne denunciato per guida senza patente


Albenga. Ha speronato un’auto con il suo scooter. Dagli accertamenti della polizia municipale, poi, è emerso che non poteva guidare alcun mezzo perché dal 2004 gli era stata ritirata la patente. Non solo. F.G., ventinovenne albenganese, con vari precedenti alle spalle, al momento dell’incidente era sotto l’effetto di alcol e droga. Per il giovane è scattato il sequestro immediato del cicolomotore insieme alla denuncia penale, come previsto dalle nuove norme.


20/08/07 - ivg.it


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Autostrada presa d’assalto

Nessun incidente grave e molti piccoli tamponamenti, ma auto in coda, comunque, sia per chi ha percorso l’autostrada A4 per andare in vacanza, sia per chi lo faceva per andare in vacanza. Ieri è stata un’altra giornata di passione in autostrada: dieci chilometri di coda a passo d’uomo sono stati raggiunti, nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio di ieri al casello di Villabona per i vacanzieri del post-Ferragosto.
A fisarmonica. Ben più grave la situazione nella direzione opposta, con altri 35 chilometri, circa, tra Palmanova e Roncade di code a «fisarmonica» per chi tornava dalle vacanze. In tutto si sono raggiunti - nelle ore centrali della giornata, con una maggiore intensità del traffico - ben 45 chilometri di code, tra esodo e contro-esodo, che hanno interessato per quasi tutta la giornata di ieri l’A4, sia nel tratto Padova-Mestre che in quello tra Roncade e Trieste. Un vero e proprio record di code, se così si può dire, che supera di molto i 28 chilometri di coda registrati nel primo fine settimana di agosto, tre Padova e Mestre. L’unica differenza è che ieri, sopratutto nel tratto Palmanova-Roncade, le auto incolonnate procedevano a «fisarmonica», ovvero con code improvvise seguite da brevi tratti di strada sgombra che però permettevano di raggiungere, al massimo, la velocità di 80 chilometri; dopo di che nuova code e rallentamenti. Un vero supplizio per chi aveva già fatto la coda quando è partito per le vacanze e ieri, sulla strada del ritorno, ha dovuto sorbirsi la replica.
Traffico scorrevole, invece, sulla tangenziale di Mestre, per tutta la giornata, a dimostrazione - ancora una volta - che la causa delle code è il pagamento del pedaggio ai caselli autostradali.
Intasamenti e code hanno interessato anche le strade per Chioggia (Romea) e Jesolo(Triestina), prese d’assalto, come al solito, dai vacanzieri «mordi e fuggi» di fine settimana.

Una giornata di passione. Le code si sono formate fin dal primo mattino di ieri. La situazione è migliorata solo nel pomeriggio al casello di Mestre-Villabona della A4, dove la coda è scesa dai 10 ai 5 chilometri. Ma sul tratto Trieste-Venezia della stessa autostrada, in direzione Padova, il serpentone di auto e caravan, tra Portogruaro-Latisana e Roncade, è arrivato a 35 chilometri, con continui rallentamenti e lunghi tratti in coda. Un rientro a «passo di lumaca» per i vacanzieri che tornavano a casa dai lidi di Lignano, Caorle e Bibione. Secondo la Polstrada il tempo necessario per coprire questo tratto veneto-friulano della A4 è stato di oltre due ore (quattro volte più del normale), con forti rallentamenti e code a tratti che diventavano sempre più lunghe in prossimità del casello di Rocade. Su questo tratto la situazione del traffico si è aggravata nel pomeriggio proprio a causa degli automobilisti che rientrano dalle località di villeggiatura del nord Adriatico. Una coda di vetture praticamente ininterrotta è stata segnalata da Palmanova, anello di congiunzione delle direttrici stradali che provengono sia dalla montagna che dal mare, sino alla barriera autostradale di Mestre. Situazione critica anche sulla A22 del Brennero, in particolare in prossimità degli svincoli e nel tratto tra Nogarole Rocca e Ala. Code pure alla barriera del Lisert dell’autostrada A4 Venezia-Trieste e ai confini italo-sloveni di Fernetti e Pese, in direzione dell’Istria.

Patenti ritirate. Tra venerdì e sabato, la Polstrada ha ritirato 16 patenti, 4 delle quali per abuso di alcol alla guida. Un uomo di 47 anni su Alfa 155 aveva nel sangue 2,46 grammi/litro di alcol, cinque volte il limite di legge. In un caso come questo la legge prevede la sospensione della patente da 1 a 2 anni, fino a 6 mesi di arresto e un anno di affidamento ai servizi sociali; sarà in ogni caso il giudice a decidere nell’udienza prevista tra pochi giorni. Infine, 6 patenti sono state ritirate di ieri per supermento del limite di velocità sulla provinciale tra Jesolo e Bibione, più altre 6 per guida nella corsia d’emergenza della A4.


19.08.07 - espresso.repubblica.it

Multato mentre faceva scuola guida

MONTECATINI. Il passeggero è ubriaco, ma ad essere multato è il più che sobrio conducente al volante dell’auto fermata per un controllo di routine. Non sono impazziti gli agenti della polizia stradale di Montecatini.
Hanno solo applicato alla lettera il Codice della strada senza neanche ricorrere alle nuove e più rigide sanzioni entrate in vigore di recente per limitare gli incidenti mortali causati da stanchezza e alcol.
È stato sufficiente servirsi delle regole che già c’erano e che per una volta hanno prodotto un caso singolare.
Foglio rosa. S.M., di Pieve a Nievole, 18 anni compiuti da poco, era alla guida di un’auto intestata a una società, quando intorno a mezzanotte è stato fermato da una pattuglia della polizia stradale all’altezza del casello della Firenze-Mare.
Il giovane non aveva ancora la patente, ma guidava grazie al foglio rosa, un documento provvisorio della validità di sei mesi che consente a chi ancora non ha superato l’esame di abilitazione alla guida di mettersi al volante. Ma a una condizione precisa: avere al fianco l’accompagnatore-istruttore patentato.
E proprio dall’amico che doveva “istruirlo” al rispetto delle regole nella circolazione sono arrivati i guai.
Istruttore ubriaco. Quando la Polstrada ha fermato l’auto con il diciottenne alla guida ha notato che il passeggero che gli sedeva accanto dava segni di alterazione. E così dopo aver visto che l’automobilista neodiciottenne aveva il foglio rosa, ma non aveva bevuto, le attenzioni degli agenti si sono rivolte all’accompagnatore che è stato sottoposto al test dell’etilometro.
Risultato? Il tasso alcolemico riscontrato nel sangue era pari a 1 grammo per litro. Per l’amico che aveva alzato il gomito non sono scattate sanzioni dal momento che non era stato trovato alla guida. Ma a S.M. è stata contestata una sanzione di 148 euro per essersi messo al volante con il foglio rosa in compagnia di un “istruttore” alticcio che, visto lo stato in cui era, non dava le dovute garanzie di sicurezza.
Insomma, era come se si fosse messo alla guida da solo. La volante ha anche disposto il fermo amministrativo dell’auto e così il 18enne ha dovuto anche chiamare il padre per farsi riaccompagnare a casa.


19.08.07 - espresso.repubblica.it

Guidano ubriachi tredici padovani su cento

L'uomo protesta in silenzio per essere stato fermato in via dei Colli ad Abano mentre al suo fianco c'è una donna che ci si può scommettere tutto lo stipendio non sia sua moglie. No, grazie, niente flash. Ho una reputazione da difendere.
Un soffio al cuore. Ma c'è pure il ragazzo con il gel, la maglietta attillata nera, le scarpe di cuoio con la fibbia che luccica, i jeans Diesel opportunamente stracciati e sotto il sedere una Bmw che sembra un proiettile. Il giovane si adegua svogliatamente al controllo dei carabinieri di Cittadella, fermi lungo la statale Valsugana, a San Giorgio in Bosco. Soffia, mentre il cuore batte forte. Bravo suo papà a dormire sereno. E c'è anche un fidanzato che per evitare il controllo si ferma a far benzina proprio al distributore dove c'è la pattuglia. Ma viene tradito dal nervosismo e riparte senza rimettere il tappo al serbatoio. I carabinieri gli chiedono il conto, ma l'alcol non c'entra. Stavolta la morosa non lo mollerà. E ci sono anche gli amici che giurano ai militari di essere stati ad uno spettacolo di mangiafuochi. Se l'alito puzza è colpa della benzina, non dell'alcol. Buona la prima: il marchingegno segna solo 0,28 g/l (il limite per legge è 0,5).
Bionde e t-shirt. Ma c'è anche il giovane, scarpe da tennis, t-shirt nera, che scende da un'Opel scassata color mattone in via Venezuela (vicino a Villa Barbieri): al suo fianco due bionde da stringergli la mano. E c'è anche una mora, top rosso che lascia scoperta la schiena, jeans e sandali con il tacco, che torna sola alle 4 di mattina dalla discoteca e che non sa ancora bene chi dà e chi si deve prendere la precedenza quando si affronta una delle rotonde «alla francese» di via dei Colli ad Abano. Il suo destino, l'altra notte, si è incrociato con quello di un fanghino albanese di 50 anni. Un fuori programma a duecento metri dal posto di controllo. Lui stava andando a lavorare. Con il muso della sua Mercedes ha colpito la parte posteriore della Peugeot della giovane. Probabilmente ha ragione lui. Peccato che la sua patente, rilasciata nel 1994, non fosse mai stata rinnovata. Lei ha pianto al telefono, confortata dalla mamma, in attesa di papà.
Fino all'ultimo respiro. L'Arma l'altra notte è andata a caccia di kamikaze a modo suo: in maniera formale e burocraticamente complessa. Traduzione: un'attività lenta e inesorabile. A volte incomprensibile ai non addetti. Con posti di controllo in tutta la provincia: Padova, Piove di Sacco, Este, Cittadella, Abano. Dall'una alle sei sono stati controllati centinaia di veicoli. Sessanta le persone invitate a soffiare nell'etilometro. Otto le patenti ritirate: quattro a Piove (un ventenne con meno di 0,8 g/l, due trentenni con meno di 1,5 g/l, e un cinquantenne con più di 2 g/l). Una a Padova (un ventenne). Tre ad Abano (tra cui un ventiquattrenne di Torreglia con 0,98, un quarantenne di Saccolongo, 1,67). Ma sono state elevate anche decine di multe per infrazioni accessorie (guida senza cinture o per l'uso di cellulari). E i punti delle patenti sono saltati come i tappi delle bottiglie, ore prima.

La strage continua. Gli otto «positivi» hanno anche rischiato di essere arrestati come prevede il nuovo codice della strada entrato in vigore i primi di agosto. Sicuramente pagheranno multe salatissime: da 500 a 6.000 euro a seconda del tasso alcolico. Due di loro (tra questi un cinquantenne di Piove di Sacco con un tasso superiore a 2 g/l) dovranno svolgere un'attività sociale gratuita e continuativa (da sei mesi a un anno) in una struttura sanitaria traumatologica pubblica. Così ha stabilito da poche settimane il legislatore. Basterà come deterrente? Quante croci ancora si dovranno piantare ai bordi delle strade prima di riuscire almeno a decimare il numero dei morti? L'unica cosa certa, per ora è che alle prime luci dell'alba di ieri un quindici per cento degli automobilisti è risultato positivo. Un campione certamente non rappresentativo. Perché la sensazione, stando in strada, è che gli avvinazzati al volante siano sempre tanti. Troppi. I bilanci settimanali della Polstrada sono ancora e sempre terrificanti: molti incidenti sono spesso legati alla guida sotto l'effetto di alcol o/e droga. L'ultima tragedia è dell'altra notte. Una donna di 32 anni, in provincia di Verona, con un tasso alcolico quattro volte superiore al consentito e tracce di cocaina nel sangue ha falciato due giovani vite: 22 e 25 anni. Avanti il prossimo.


20/08/07 - espresso.repubblica.it

Tedeschi aggrediscono otto indiani

Germania: Giovani tedeschi aggrediscono otto persone di origine indiana


Nel corso di una festa cittadina nel centro storico di Muegeln, in Sassonia, un gruppo di giovani tedeschi ha dato vita ad una vera e propria caccia allo straniero per i vicoli della città vecchia, all'inseguimento di otto persone di origine indiana. Molti i feriti: tutti gli indiani, quattro aggressori e alcuni poliziotti, scrive lo Spiegel online.


Il gruppo degli aggressori era composto da una cinquantina di giovani, in massima parte tedeschi. E' stato necessario l'intervento di circa settanta poliziotti per mettere fine all'inseguimento. "La pista razzista non è da escludere", ha dichiarato il capo della polizia sassone Bernd Merbitz, ma la polizia fa ricerche in tutte le direzioni. "Sicuramente vi è un fatto: l'alcol ha giocato un ruolo importante in questa vicenda", ha detto un poliziotto.


20/08/07 - canisciolti.info

Indagini della Polizia dopo morte per overdose

Indagini a tappeto della Polizia dopo l'ennesima morte di un giovane teramano per overdose


Fiumi di droga inondano le contrade teramane ma l'impegno delle Forze dell'ordine è tale da assicurare alla giustizia "pesci" grandi e piccoli. Chi sa qualcosa, ne parli alle Autorità.


Dopo l'ennesima morte per overdose di un giovane teramano, prosegue alacremente, a tappeto, l'attività investigativa della Polizia di Stato, nell'intento di approfondire ogni utile aspetto volto a ricostruire la dinamica dei fatti e, quindi, le ultime ore di vita dello sfortunato ragazzo deceduto a Ferragosto.


Chi sa qualcosa, ne parli alle Autorità. Fiumi di droga, è risaputo e le morti purtroppo non fanno più notizia, inondano le nostre contrade teramane ma l'impegno delle Forze dell'ordine è tale da assicurare alla giustizia "pesci" grandi e piccoli. Nell'ambito di uno specifico servizio antidroga, nel pomeriggio di venerdì 17 agosto, agenti della Polizia di Stato hanno tratto in arresto di un quarantenne, dimorante in una frazione di Teramo perché, a seguito di perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di gr. 5 di eroina e flaconi di metadone. Le sostanze, nascoste in un involucro all'interno di un pollaio nelle vicinanze dell'abitazione, sono state rinvenute grazie ad una attentissima attività dei poliziotti che non hanno tralasciato l'ispezione anche del detto insolito luogo.


L'operazione si colloca nell'ambito di una vasta e mirata attività finalizzata alla repressione dei fenomeni delittuosi legati al mondo della droga ed al suo correlativo dilagare nella realtà di alcuni comuni, come per i recenti fatti in Teramo. L'attività di prevenzione che ha affiancato la predetta operazione di polizia, è stata indirizzata in particolar modo nelle aree extraurbane del capoluogo di provincia in cui alcuni abitanti avevano segnalato situazioni di disagio e la presenza di soggetti considerati a rischio. Utile anche questa volta è stata la collaborazione dei cittadini che la Questura di Teramo auspica sia sempre costante, rafforzando anche il legame tra la Polizia di Stato e la collettività teramana.


Sempre nella decorsa giornata, agenti della Polizia di Stato hanno rintracciato un ottantaduenne signore di Teramo che, malato di demenza senile, da alcune ore si era allontanato dalla propria abitazione, causando gravissima preoccupazione nell'anziana consorte che temeva anche gravi gesti inconsulti. Le pattuglie hanno attentamente perlustrato luoghi e vie di Teramo riuscendo, nel tardo pomeriggio, a ritrovare l'uomo sdraiato dietro una siepe nei giardinetti laterali all'ingresso del Tribunale, riaccompagnandolo presso la propria abitazione. Con grande gioia la moglie ha così potuto tranquillizzarsi ed abbracciare il coniuge.


19.08.07 - ilquotidiano.it

Baby prostitute, una piaga sempre più diffusa

Il fenomeno della prostituzione, in crescita negli ultimi 12 mesi nella capitale, si allarga a dismisura e diventa sempre più diversificato nelle forme.

Lo denuncia, in una nota, il capogruppo di An alla Provincia di Roma Piergiorgio Benvenuti. «Ultimamente la prostituzione è diventata un fenomeno eterogeneo - dichiara Benvenuti -. Dalle baby prostitute dell’Est vendute dagli stessi genitori a organizzazioni criminali, alle ragazze costrette a prostituirsi e portate come schiave nel nostro Paese, alle ragazze che decidono di entrare in Italia e fare le prostitute per cambiare il proprio status economico, ma ho potuto osservare anche la disattenzione nei confronti del fenomeno emergente di molti rom che hanno cominciato ad avviare i loro bambini alla prostituzione. Un fenomeno del tutto romano». «La ricerca della soluzione alla prostituzione è pertanto estremamente complesso - aggiunge - interessa il blocco degli ingressi clandestini nel nostro Paese, le grandi organizzazioni criminali, il controllo del territorio e dello sfruttamento delle donne e dei minori, mentre le soluzioni emerse sono interessanti, dalla realizzazione di isole a luci rosse alla creazione delle cooperative che darebbero maggior controllo sia sull’età che sulla volontarietà di chi si vuol prostituire».

«Diventa indispensabile - conclude - bloccare il fenomeno emergente della prostituzione di minori rom. Anche perché i soggetti mandati a prostituirsi sono minori».


20/08/07 - ilgiornale.it

Parcheggi di ordinaria follia

Nessuna remora per gli automobilisti che ormai parcheggiano ovunque. I marciapiedi sono diventati luoghi di sosta in barba ad ogni regola civile. In futuro sarà sempre più difficile estirpare una tradizione così ben consolidata


ALGHERO – La cronaca: sabato 18 agosto, ore 23 circa, a passeggio (si fa per dire) per quelle che dovrebbero essere le principali vie del centro, ma che ben presto risultano essere dei veri e propri percorsi ad ostacoli, di quelli che vengono fabbricati “ad hoc” per le esercitazioni militari o nelle sfide televisive che un tempo si svolgevano nell’ormai mitica arena di “Giochi senza frontiere”. Già, perché di frontiere, anzi di vere e proprie barriere a quattro ruote vogliamo parlare; automobili che ormai vengono parcheggiate con disarmante tranquillità al centro del marciapiede, in barba ad ogni codice della strada e al benchè minimo buon senso civico. Nel riquadro a sinistra della foto si può vedere con quale “menefreghismo” un turista milanese abbia lasciato la propria auto nella centralissima via Cagliari, ostruendo completamente il traffico pedonale. Stiamo parlando di una delle arterie cittadine più trafficate di Alghero, in pieno agosto e in un orario in cui si presume dovrebbe ancora esserci un minimo di controllo da parte delle forze dell’ordine. Nemmeno il tempo di scandalizzarsi dell’accaduto che, qualche metro più avanti (riquadro a destra), ci si imbatte nell’ennesima cafonata. All’incrocio tra la via Sassari e via XX Settembre il conducente ha deciso di parcheggiare sul marciapiede, tra il semaforo e la vicina profumeria, ostruendo tutto ciò che era possibile ostruire: passaggio pedonale, salita per disabili, persino il cestino per i rifiuti. In questo caso non si tratta di uno sprovveduto teppistello lombardo in trasferta sull’isola, ma di un conosciuto commerciante algherese. Conclusione: non siamo più solamente di fronte alla cronica mancanza di parcheggi che attanaglia la città, soprattutto durante i mesti estivi. Il problema è andato oltre, al di là del comune senso del pudore. Dalla prepotenza e l’inciviltà di chi decide di lasciare la propria auto dove più gli fa comodo si evince che ormai, turisti e residenti, in una sorta di democrazia diffusa, si sentono legittimati a compiere ogni genere di “equilibrismo” per lasciare la propria auto dove capita. Possibilmente il più possibile vicino alle zone di maggiore afflusso pedonale. La mancanza di sorveglianza, del minimo controllo preventivo, legittima di fatto l’abuso che, è ormai consuetudine, resta impunito. Quella del parcheggio selvaggio, ad Alghero, si sta consolidando come una tradizione che sarà sempre più difficile estirpare negli anni a venire, a meno che non si decida un repentino cambio di rotta. Ma, attualmente, non sembra che il progetto amministrativo contempli tale possibilità.


20/08/07 - alguer.it

Un videogame per pedofili

«Arrivati in una cittadina di montagna, non essendoci un granchè da fare, si deve escogitare un modo - si legge sulle istruzioni del gioco - per divertirsi coi bambini del posto. La sfida è nel trovare la giusta tecnica di approccio». Agghiacciante


La notizia è di quelle che fanno rabbrividire: un videogioco per addestrare i pedofili ad adescare i bambini senza farsi sorprendere dai genitori. L'associazione Meter, di don Fortunato di Noto, ha scovato il collegamento sul portale curato dal segretario del partito olandese che predica l'amore per i bambini, meglio conosciuto come il Partito Pedofilo.

Le istruzioni del videogame, scaricabile in internet da chiunque gratuitamente, spiegano la trama e danno qualche suggerimento su come eludere la sorveglianza degli adulti. Eccole: «Sei un pedofilo (uomo o donna indifferentemente), arrivi in una cittadina di montagna e non essendoci un granchè da fare, devi escogitare un modo - si legge nelle note - per divertirti coi bambini del posto. La sfida è nel trovare la giusta tecnica di approccio». Meno tempo impieghi per adescare la vittima più punti accumuli e più sei bravo. La missione da centrare è un vero orrore: incontrare il bambino e abusarlo. Insomma, un vero e proprio addestramento virtuale.

L'Associazione Metere ha segnalato il videogame alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania, che a sua volta ha girato la denuncia alla Procura Distrettuale della città siciliana. L'ipotesi di reato è quella di apologia di delitto di pedofilia. (Libero News)

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19.08.07 - magazine.libero.it

«Rispettatemi». Nonno rom uccide i nipoti

Una raffica di otto colpi di pistola calibro 7.62 sparati quasi alla cieca, come se la pistola fosse nelle mani di un giustiziere senza scrupoli e senza futuro. Sono le mani rugose e cotte dal sole di un vecchio di 77 anni, Nazif «Nazo» Sulejmanovich, storico capo dell’omonimo clan di nomadi bosniaci insediatisi anni fa all’Olmatello di Firenze. E che ieri mattina, intorno alle 10.30, in un piccolo campo abusivo di roulotte e camper a Muggiano, alle porte di Milano, dopo aver sorseggiato il suo caffè, si è sentito ferito da un insulto lanciatogli dalla nuora Halida, una 40enne, vedova di suo figlio Giuliano. Così, ha estratto la pistola che teneva nella cintola dei pantaloni e ha ucciso i figli maggiori della donna, i suoi nipoti - Salvatore «Rambo», 17 anni e Svetlania, 20enne (ha compiuto gli anni sabato, ndr) madre di due bambini di 2 anni e 4 mesi e incinta da 5 settimane del terzo figlio - e ferito Roberto, 34 anni, unico sopravvissuto. Poi il vecchio ha aspettato la polizia e, consegnando nelle mani degli agenti la sua vecchia arma slava con ancora due colpi in canna, ha spiegato: «Mi trattavano male già da tre anni e non mi portavano più rispetto, avevamo contrasti in famiglia. Ma non volevo far male a Roberto...».

«Rambo» è stato colpito per primo - alla testa, alla schiena e, di striscio, a un braccio ed è morto subito; Svetlania è stata portata all’ospedale San Carlo con due proiettili nella scatola cranica ed è spirata lì, poco dopo. Roberto, colpito da due pallottole all’inguine: la sua prognosi è riservata, ma non è in pericolo di vita.

In realtà, secondo gli inquirenti, i veri bersagli del vecchio Nazo erano la madre dei due giovani morti, la nuora Halida e il suo nuovo compagno Raifo, scampati ieri alla sparatoria fuggendo dal campo. Una sfilza di precedenti per furto e possesso ingiustificato di armi e una condannna, tre anni fa a Firenze, per ricettazione dei proventi di borseggi ai turisti, Nazo era stato provato dal suicidio in carcere di tre dei suoi figli, tra il 2003 e il 2004. Uno di loro, Giuliano, padre dei ragazzi uccisi ieri, una volta dietro le sbarre, era stato accusato dalla moglie Halida di aver abusato della loro figlia e, secondo Nazo, per questo si era tolto la vita. Da allora lui non aveva più perdonato la nuora.

«Faceva spesso la spola in auto tra Firenze e Roma. - spiegano i rom del campo - Ultimamente si sentiva offeso perchè la nuora e il suo nuovo compagno avevano portato a termine degli affari senza consultarlo».


di Paola Fucilieri - lunedì 20 agosto 2007 - ilgiornale.it

Eldorado in Parlamento

Fare il ragioniere alla Camera è affare certamente impegnativo. E non a caso ci vuole una laurea triennale per accedere al rango. Dall'alto di questa mansione si istruiscono le pratiche per i rimborsi elettorali dei partiti, si preparano le buste paga dei parlamentari, si cura l'amministrazione di Montecitorio. Giusto che si riceva uno stipendio adeguato alle responsabilità del mestiere. Ma fare il presidente della Repubblica, ça va sans dire, è certamente compito più delicato e importante per le sorti del Paese.

E il trattamento economico, soprattutto in tempi nei quali si predica tanto la meritocrazia, dovrebbe tenerne conto. Cosa dicono invece le buste paga degli interessati? Che con i suoi 237 mila 560 euro lordi annui (rivalutati ogni 12 mesi) maturati dopo 35 anni di servizio, il ragioniere di Montecitorio guadagna quasi 20 mila euro in più del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il cui appannaggio, congelato ai valore del 1999 per le difficoltà dei conti pubblici, è fermo a 218 mila euro lordi l'anno.

E come non restare ammirati di fronte agli stenografi del Senato? Sono 60 in tutto e compilano i resoconti dei lavori dell'aula e delle varie commissioni. Svolgono un lavoro ormai in estinzione per via delle nuove tecnologie, ma all'apice della carriera arrivano a guadagnare 253 mila 700 euro lordi l'anno. Molto di più non solo del presidente Napolitano, ma anche del capo del governo Romano Prodi che, tra indennità parlamentare (145 mila 626 euro), stipendio da premier (54 mila 710) e indennità di funzione (11 mila 622), arriva a 212 mila euro lordi l'anno. E di ministri titolati come Massimo D'Alema (Esteri), che riscuote 189 mila 847 euro, e Tommaso Padoa-Schioppa (Economia), che ogni anno incassa 203 mila 394 euro lordi (è la paga dei ministri non parlamentari). Tutti abbondantemente distanziati dallo stenografo e dal ragioniere e addirittura umiliati al cospetto dei compensi dei segretari generali di Senato e Camera, Antonio Malaschini e Ugo Zampetti, che a fine anno arriveranno a incassare rispettivamente 485 mila e 483 mila euro lordi.

Ecco le sorprese che spuntano esaminando i dati sul trattamento economico dei dipendenti di Camera e Senato. E non sono le sole: barbieri ('operatori tecnici') che possono arrivare a guadagnare oltre 133 mila euro lordi l'anno a fronte dei circa 98 mila di un magistrato d'appello con 13 anni di anzianità. E collaboratori tecnici operai che dall'alto dei loro 152 mila euro se la ridono dei professori universitari ordinari a tempo pieno inchiodati, dopo vari anni di carriera, a circa 80 mila euro lordi l'anno. Retribuzioni da favola, insomma, che non hanno uguali nell'universo del pubblico impiego e che si accompagnano a trattamenti pensionistici di assoluto favore perfettamente allineati, in tema di privilegi, ai criticatissimi vitalizi di deputati e senatori. Ma quanti sono questi fortunati dipendenti parlamentari? Quanto guadagnano esattamente? E attraverso quali meccanismi riescono ad ottenere trattamenti economici così favorevoli?

Stipendi d'oro I dipendenti di Camera e Senato (vengono assunti solo per concorso) sono in tutto 2.908, di cui 1.850 a Montecitorio e 1.058 a Palazzo Madama. I primi (dati dei bilanci 2006) costano complessivamente circa 370 milioni di euro, i secondi 198; molto di più di deputati (287) e senatori (133 milioni). Per ambedue i rami del Parlamento le voci che pesano di più nei capitoli di spesa per il personale sono gli stipendi e le pensioni. Per quanto riguarda le retribuzioni, la Camera sborsa ogni anno 210 milioni di euro a fronte dei 130 milioni del Senato. I costi delle pensioni assorbono invece 158 milioni nel bilancio di Montecitorio e 70 milioni a Palazzo Madama. La prima cosa che salta agli occhi, sia alla Camera che al Senato, sono le singolari regole di calcolo di stipendi e pensioni, regole tanto sorprendenti da trasformare i due palazzi in autentiche isole del privilegio. A fissarle, godendo le due strutture dell'autonomia amministrativa garantita agli organi costituzionali, sono stati in passato i due uffici di presidenza di Camera e Senato, composti dai rispettivi presidenti (i predecessori di Fausto Bertinotti e Franco Marini), i loro vice e tre parlamentari-questori.

Per quanto riguarda Montecitorio, i dipendenti sono distribuiti in sei categorie retributive. Da cosa sono costitute esattamente le retribuzioni? Dallo stipendio tabellare (paga base); dalla indennità integrativa speciale (la vecchia contingenza, bloccata al 1996) e da altre voci come gli assegni di anzianità che vengono elargiti nella misura del 10 per cento della paga tabellare al diciassettesimo e al ventitreesimo anno di servizio. Tutte voci che, insieme a una strana "indennità pensionabile, pari al 2,5 per cento delle competenze lorde annue dell'anno precedente", contribuiscono a dare uno straordinaro slancio agli stipendi.

Due commessi sistemano il microfono a Fausto Bertinotti Che hanno altre caratteristiche singolari: sono onnicomprensivi (sommano straordinari e lavoro notturno) e vengono pagati per 15 mensilità. Con un riconoscimento aggiuntivo per alcuni incarichi: al segretario generale e ai suoi vice, ai capi ufficio e a tutti coloro che hanno responsabilità di coordinamento, spetta anche un'indennità di funzione (tabella a pag. 51) che varia dagli oltre 46 mila euro lordi l'anno (pari a un netto di 2.206 al mese per 12 mensilità) spettanti al segretario generale Zampetti, ai 7.300 (346 euro netti al mese) assegnati al vice assistente superiore. Di assoluto favore anche le norme che regolano la progressione retributiva all'interno di ciascun fascia, scandita da scatti biennali che variano tra il 2,5 e il 5 per cento. Ma soprattutto dai balzi economici connessi ai passaggi di livello, riconosciuti dopo il superamento di periodiche verifiche di professionalità.

Per quanto riguarda le fasce retributive della Camera (tabella in alto), la prima è costituita dagli operatori tecnici. Ne fanno parte gli addetti alle officine, gli operai, i barbieri, gli autisti e gli inservienti della buvette. Costoro entrano nei ruoli con uno stipendio lordo annuo iniziale di 32 mila 483 euro per arrivare a riscuotere, con 35 anni di servizio, la bellezza di 133 mila 375 euro (pari a 8.675 euro lordi al mese). Davvero ragguardevole se si considera che le loro mansioni sono esclusivamente manuali. Nella seconda categoria sono inquadrati invece gli assistenti, i famosi commessi in divisa e gli addetti alla vigilanza, che iniziano con una paga annuale di 36 mila 876 euro e concludono la carriera con lo stesso stipendio degli operatori tecnici. Il terzo gradino retributivo è rappresentato dai collaboratori tecnici, il gotha del proletariato parlamentare: vi sono compresi gli ex operai che hanno spuntato una qualifica superiore per il fatto di svolgere mansioni più complesse, come quelle relative "alla gestione degli impianti di riscaldamento e condizionamento" del Palazzo: questa aristocrazia operaia inizia con uno stipendio lordo annuo di 32 mila 753 euro e corona la carriera con 152 mila 790 euro (al mese, 9.937 euro lordi). Più su nella scala ci sono i segretari che supportano il lavoro dei funzionari negli uffici e nelle commissioni: ricevono un compenso di oltre 37 mila euro l'anno all'ingresso e se ne vanno dopo 35 anni con oltre 156 mila euro lordi (10.164 euro mensili). Un tetto retributivo d'eccellenza, ma pur sempre modesto se si guarda a quello che avviene nei piani alti della nomenklatura di Montecitorio.

Spulciando il trattamento della fascia superiore, cioè dei dipendenti del cosidetto IV livello, quello dei documentaristi, tecnici e ragionieri (le loro mansioni prevedono"l'istruttoria di elaborati documentali e contabili e attività di ricerca"), ci si imbatte in un balzo prodigioso delle retribuzioni: entrano alla Camera con una paga di 41 mila 432 euro l'anno per andarsene, dopo 35 anni, con 237 mila 560 euro (15.451 euro mensili lordi). Che sono tanti, ma che impallidiscono a fronte dei compensi dei consiglieri parlamentari, il gradino più alto dell'ordinamento del personale di Montecitorio. Sono tutti laureati, svolgono funzioni di organizzazione e direzione amministrativa, oltre che di supporto giuridico-legale agli organi della Camera e ai suoi componenti. Vero che sono sottoposti a due verifiche di professionalità dopo tre e nove anni di servizio (devono tra l'altro "predisporre un eleborato relativo a temi attinenti all'esperienza professionale maturata"), ma i loro stipendi sono di assoluto riguardo: iniziano con una retribuzione annuale di oltre 68 mila euro lordi per toccare, con il massimo dell'anzianità, 356 mila 788 euro, pari a 23.206 euro lordi al mese.

E al Senato? Qui si trattano ancora meglio. Nessuno riesce a spiegarne il motivo, ma le paghe di Palazzo Madama (tabella a pag. 49), per funzioni più o meno analoghe a quelle del personale della Camera, sono da sempre più alte. Pressoché identiche le voci della retribuzione (stipendio tabellare, indennità integrativa speciale, eccetera), unica differenza è lo sviluppo su 36 anni della carriera invece che sui 35 di Montecitorio. Dopodiché è il solito assalto al cielo delle retribuzioni: gli assistenti parlamentari (svolgono mansioni di vigilanza, tecniche e manuali) arrivano a riscuotere oltre 141 mila euro lordi l'anno (pari a 5.222 euro netti mensili); icoadiutori (mansioni di segreteria e archivistica) 170 mila, per uno stipendio netto di 6.194 euro; i segretari parlamentari (istruiscono "eleaborati documentali, tecnici e contabilili che richiedono attività di ricerca e progettazione") superano i 227 mila (8.120 euro netti mensili); gli stenografi (resocontano le sedute e le riunioni degli organi del Senato) saltano a quasi 254 mila (al mese, 9.018 euro netti); mentre i consiglieri possono arrivare a riscuotere a fine carriera la stratosferica cifra di 368 mila euro lordi l'anno (per un mensile netto di 12.871), oltre 12 mila euro in più dei loro pari grado della Camera.

Una commessa parlamentare porta l'urna per le votazioni in aula I baby nababbi
A retribuzioni tanto ricche non potevano non corrispondere trattamenti pensionistici altrettanto privilegiati. Ma quale riforma Dini, ma quale scalone di Maroni, ma quale innalzamento a 58 anni dell'età pensionabile come predica Prodi. I dipendenti di Camera e Senato non hanno mai temuto tagli per i loro trattamenti. A Montecitorio e Palazzo Madama continuano a prosperare le pensioni-baby soppresse per tutti gli altri dipendenti pubblici: si lascia il lavoro anche a 50 anni e con modalità di calcolo dell'assegno straordinariamente vantaggiose.

Cominciamo dalla Camera. Qui, per la pensione di vecchiaia, a partire dal 2000 l'età necessaria è stata progressivamente elevata a 65 anni allineandola a quella richiesta a tutti gli altri lavoratori. Per quanto riguarda invece le pensioni di anzianità dei dipendenti in servizio fino al gennaio 2001 (per quelli arrivati dopo si sta discutendo un diverso inquadramento), la situazione si fa più favorevole: è vero che si richiedono 35 anni di contribuzione e 57 anni di età come per gli altri lavoratori dipendenti, ma aggrappandosi alle pieghe del regolamento si può andare a riposo ben prima (dal 1992 a oggi l'età media di pensionamento per anzianità è di 52,9). Avendo prestato almeno20 anni di servizio effettivo (il cosidetto scalpettìo), basta pagare una modesta penalizzazione pari al 2 per cento (il cosidetto décalage) per ogni anno mancante ai 57 e il gioco è fatto. Tenendo conto che nel calcolo della contribuzione vanno considerati anche i riscatti universitari, quelli per il servizio militare e soprattutto i due bienni contributivi generosamente concessi ai dipendenti in occasione dell'anniversario dell'Unità d'Italia e della presa di Porta Pia (dichiarati validi l'ultima volta nel '92 per i dipendenti in servizio dall'allora presidente della Camera Nilde Iotti) ecco che è possibile riscuotere la pensione anche a 50 anni . E con criteri di conteggio di sfacciato favore.

Al posto del sistema contributivo (pensione commisurata ai contributi effettivamente versati) introdotto a partire dal 1995 per il resto dell'universo lavorativo, alla Camera vige ancora un sistema rigorosamente retributivo: pensione commisurata all'ultimo stipendio riscosso. In quale percentuale? Sicuramente il 90 per cento delle competenze tabellari (gli altri lavoratori pubblici si devono accontentare di circa l'80 per cento). Con una ulteriore, graziosa concessione: la cosidetta clausola d'oro che, sebbene eliminata per i miglioramenti relativi allo stato giuridico del personale in carica, aggancia ancora le pensioni degli ex dipendenti agli altri adeguamenti spettanti ai pari grado in servizio.

Ancora più generoso il trattamento di quiescienza riservato ai dipendenti del Senato. A costoro, per andare in pensione, basta raggiungere un parametro denominato quota 109, dietro il quale non si nascondono certo difficoltose asperità, ma piuttosto facilitazioni tanto comode quanto ingiustificate. Cos'è esattamente questa quota? La somma dell'età anagrafica, degli anni di servizio effettivamente svolto, dell'anzianità contributiva che, anche a Palazzo Madama, comprende gli anni riscattati per la laurea, il servizio militare e due bienni figurativi elargiti in passato da vari presidenti del Senato. È proprio applicando questi criteri chequalsiasi dipendente di 53 anni (l'età minima fissata) può chiedere e ottenere l'agognata pensione. Per scalare la fatidica quota 109 gli è sufficente sommare al requisito dell'età 25 anni di servizio effettivo e 31 di contribuzione, facilmente raggiungibili grazie ai riscatti e ai bienni figurativi (non a caso a Palazzo Madama l'età media dei pensionati per anzianità dal '92 a oggi è di 54,8).

Ma non è finita: utilizzando la contribuzione figurativa (tra riscatti e bienni, nove anni in tutto), quello stesso dipendente può ottenere la pensione anche a 50 anni con una irrisoria penalizzazione: l'1,5 per cento di riduzione del trattamento complessivo per ognuno dei tre anni mancanti ai 53. Ma nessuna paura: la riduzione non si applica nel caso in cui si possa contare su una anzianità superiore ai 35 anni. Con la solita, importante garanzia per il futuro: la sicurezza di non vedere mai svalutato l'agognato assegno come il resto dei lavoratori dipendenti. Anche al Senato infatti la clausola d'oro manifesta ancora i suoi magici effetti e, nonostante alcune limitazioni introdotte negli ultimi anni, adegua automaticamente le pensioni agli stipendi dei parigrado in servizio.

Primo Di Nicola - Fonte: L'Espresso online


20/08/07 - canisciolti.info

Reportage Afghanistan sconvolgente

Un sensazionale filmato dei soldati britannici mostra come alle truppe in Afghanistan venga detto di lasciar stare le piante da eroina

MARK NICOL, Daily Mail - traduzione Freebooter

14 agosto 2007

Un sensazionale filmato girato da soldati ha rivelato che alle truppe britanniche in Afghanistan viene detto di lasciar intatti i raccolti di oppio da eroina - contraddicendo le pretese del governo di essere impegnato ad eliminare la droga.

Il filmato mostra i soldati che combattono i talibani in un campo di papaveri da oppio.

Uno ammette di voler lanciare una granata nei "loro amati" raccolti, ma dice che si prenderebbe "la sgridata della sua vita".

La notte scorsa il Ministero della Difesa ha detto che non era il ruolo delle truppe distruggere i raccolti ma di fornire sicurezza di modo che gli gli agricoltori possano essere incoraggiati a coltivare raccolti alternativi.

Nel frattempo, il Ministero della Difesa ha ammesso che lo sbalorditivo numero di 399 soldati hanno sofferto di danni cerebrali nei quattro anni passati.

Una richiesta in base alla Libertà di Informazione del Mail on Sunday ha per la prima volta rivelato l'estensione completa delle cure per lesioni neurologiche.

Sebbene non vi sia nessun esaurimento ufficiale, la vasta maggioranza di inoltri all'unità di riabilitazione neurologica di Headley Court, Surrey, sono stati provocati da incidenti sul campo di battaglia in Iraq ed Afghanistan.

Nel 2003 sessanta soldati sono stati mandati a curarsi. Nel 2004 questa cifra è salita a 74. Ottantadue soldati sono stati curati nel 2005 e 72 lo scorso anno. La cifra di questo anno è in via di superare i precedenti totali. Per la metà di questo mese, 51 soldati sono già stati inviati all'istituto. Quelli mandati sono stati curati per condizioni che variano dalla commozione cerebrale alla menomazione mentale permanente.

La rivelazione arriva mentre monta la pressione sul Primo Ministro Gordon Brown per ritirare la forze britanniche dall'Iraq e per fornire rassicurazioni sulle operazioni in Afghanistan.

Il Segretario alla Difesa ombra Liam Fox ha detto: "Il Ministero della Difesa non è stato onesto sul modo nel quale vengono presentate le cifre sulle perdite. Solamente se si raggiunge un ospedale di campo e si viene curati lì si è considerati vittime ed elencati dal Ministero della Difesa.

"Se si è feriti sul campo di battaglia, curati sul campo di battaglia, rientrati poi direttamente alla propria unità, non si è vittime. E' come se non si fosse affatto mai stati feriti, il che può non riuscire gradito alle vittime.

"Nonostante ripetute promesse da parte di questo governo, comprese le promesse fatte alla Camera dei Comuni, le cifre sulle perdite del Regno Unito non sono state corrette. Invece, al pubblico vengono trasmesse statistiche selettive e propaganda".

Il Ministero della Difesa continua a far correre totali per i soldati Feriti molto gravi [Very Seriously Injured (VSI)] e Feriti gravi [Seriously Injured (SI)]. Da quando sono cominciate le correnti operazioni in Iraq ed Afghanistan, vi sono stati 96 casi VSI e 158 casi SI.

Un paziente è elencato come VSI se "la sua infermità o ferita è di una tale gravità che la vita o la ragione sono imminentemente compromesse".

La SI viene utilizzata quando la condizione del paziente "da motivo di immediata preoccupazione ma non vi è pericolo per la vita".

Il Ministero della Difesa ha pure ammesso che, soltanto l'anno passato, le operazioni in Iraq ed Afghanistan hanno provocato amputazioni a 26 soldati britannici.

Un portavoce del Ministero della Difesa ha detto: "Tutte le perdite subite dalle forze del Regno Unito sono fonte di profondo rammarico. Il Ministero della Difesa è impegnato a garantire che il suo personale in servizio benefici degli ultimi progressi nella ricerca medica".

Scatta il limite di 16 anni per lavorare

Dal 2007/2008 l’obbligo scolastico salirà a dieci anni


Novità in tema di lavoro e minori. Dal prossimo settembre infatti, il limite minimo per entrare nel mondo del lavoro salirà da 15 ai 16 anni.La circolare del Ministero del Lavoro, nell’ambito della Finanziaria 2007, ha l’obiettivo di tutelare il lavoro minorile e contemporaneamente introduce un’ulteriore novità che riguarda l’istruzione.

Dal 2007/2008 l’obbligo scolastico salirà infatti a 10 anni, al fine di conseguire almeno un titolo di scuola secondaria superiore o una qualifica professionale. Di conseguenza soltanto i sedicenni che avranno completato il loro ciclo di studi potranno inserirsi nel mondo del lavoro ed essere assunti dalle aziende.


19.08.07 - iltamtam.it

Cresce l'odio verso omosessuali ed ebrei

A sottolineare l'escalation di crimini è il rapporto 2007 di Human Rights First. "I pregiudizi basati sulla razza, l'etnia e l'origine continuano a essere le principali forze dietro l'odio e l'intolleranza"


New York, 19 agosto 2007 - Crescono i crimini legati all'odio, soprattutto all'antisemitismo. A sottolinearlo è il rapporto 2007 di 'Human Rights First', organizzazione per la difesa dei diritti umani con sede a New York e Washington. "I pregiudizi basati sulla razza, l'etnia e l'origine continuano a essere le principali forze dietro l'odio e l'intolleranza", si legge nel rapporto.


I dati fanno riferimento al 2006 e mettono in evidenza che i crimini legati all'odio continuano a essere tanti nella Federazione Russa, in Ucraina, Gran Bretagna, Germania e Francia. Questi ultimi tre Paesi tuttavia hanno moltiplicato i loro sforzi per combattere questi crimini. Le minoranze etniche e razziali sono minacciate in molte parti d'Europa, soprattutto nell'ex Unione Sovietica dove vittime di violenze sono soprattutto ebrei, musulmani, Rom, Sinti, e le minoranze cristiane.


"L'antisemitismo continua a esistere a livelli elevati in Europa e in America del Nord - prosegue il rapporto - con una tendenza all'aumento in risposta agli eventi internazionali che coinvolgono Israele". La crisi in Medio Oriente viene invocata per demonizzare gli ebrei e incitare alla violenza. Tra i casi citati quello di un ebreo francese, Ilan Halimi, 23 anni rapito e torturato per tre giorni prima di morire. I squestratori avevano chiesto un riscatto "perchè tutti gli ebrei sono ricchi". In Francia c'è stata una diminuzione del dieci per cento dei crimini dell'odio ma quelli contro gli ebrei sono cresciuti, spiega il rapporto. Ebrei nel mirino anche nella Federazione Russa: il documento riporta l'attacco contro una sinagoga di Mosca nel 2006, che fece nove feriti.


In Russia crescono anche le violenze contro i georgiani dopo le dispute del 2006 tra Mosca e Tbilisi. Persiste la "stigmatizzazione" dei ceceni e "una discriminazione generalizzata" contro i caucasici, che abbiano o no la cittadinanza russa. I rom sono oggetto di attacchi nell'est Europa, in Ucraina in particolare. Non mancano le violenze contro i musulmani, trattati alla stregua di terroristi islamici. In Germania e Russia il numero di crimini legati all'estremismo ha raggiunto il livello più alto dal 2001. Gli autori sono spesso legati a gruppi di estrema destra che hano gli africani come principale obiettivo. E gli afroamericani restano le principali vittime di violenze legate all'odio negli Usa: il 67 per cento nel 2005.


In Gran Bretagna c'è stato un drammatico aumento di violenze legate a pregiudizi razziali e religiosi dopo gli attentati del 7 luglio 2005: il 600 per cento in più. Secondo 'Human Rights First', i crimini contro omosessuali e transgender "sono frequenti e spesso particolarmente brutali", ma i dati forniti dai Paesi sono insufficienti per fare una stima: spesso non si rendono pubblici per non esporre le vittime a nuove violenze. Stesso problema per i crimini contro i disabili, sovente neppure previsti nelle legislazioni sui reati legati ai pregiudizi. "Molto spesso c'è la complicità dei governi", dice il rapporto, che restano indifferenti, o sono compiacenti. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, trenta Paesi in Europa e nordamerica hanno una legislazione che considera i pregiudizi come circostanze aggravanti, ma in molte nazioni i reati cui si applicano queste aggravanti sono limitati.


19.08.07 - qn.quotidiano.net

Basta guerre nel mondo!