Il Telelaser ha colpito duro

Al volante della sua Ferrari ha utilizzato via Paoli come fosse la pista di Monza, ma ha sorpassato un'auto dei carabinieri per poi essere fermato dagli stessi militari. Oltre alla multa per eccesso di velocità, si è visto anche ritirare la patente perché positivo al test dell'etilometro. È uno degli episodi più eclatanti dell'ultimo fine settimana di controlli sulle strade lariane, un intervento che ha coinvolto gli agenti delle forze dell'ordine e ha portato al ritiro di una decina di patenti di guida. Denunciato un uomo che guidava dopo aver assunto alcol e droga, finito fuori strada con la sua auto in via del Doss.
Il primo intervento venerdì poco dopo le 20 in via Paoli. Un uomo di 59 anni alla guida di una Ferrari 308 ha effettuato un lungo sorpasso, viaggiando ben oltre i limiti consentiti. Tra le auto superate anche quella dei carabinieri, che hanno inseguito e fermato l'automobilista. Subito multato per eccesso di velocità, il comasco è stato anche sottoposto al test dell'etilometro. Il suo tasso alcolico è risultato più che doppio rispetto al limite consentito ed è dunque scattata immediatamente la sospensione della patente.
Denuncia a piede libero, poche ore dopo, per un 40enne originario di Fino Mornasco che con la sua Renault Clio si è schiantato contro il muro di una recinzione in via del Doss. I carabinieri del radiomobile intervenuti sul posto hanno notato che l'uomo, rimasto praticamente illeso, era in stato di ebbrezza. I controlli specifici hanno riscontrato un tasso alcolico pari a 2,46 rispetto al limite di legge, fissato a 0,5 grammi di alcol per litro di sangue. Accompagnato al Sant'Anna e sottoposto anche al test tossicologico, il 40enne è risultato positivo.
«L'uomo ha dato in escandescenze - spiega il maggiore Donato Di Gioia - ha minacciato verbalmente i carabinieri e si è rifiutato di fornire i documenti. Inoltre, sulla sua auto i colleghi hanno trovato una roncola con una lama di 30 centimetri e 5 grammi di hashish. È stato segnalato alla Prefettura e denunciato a piede libero. Inoltre, avendo provocato un incidente, come previsto dalle nuove norme in vigore da agosto, oltre alla sospensione della patente abbiamo proceduto con il fermo amministrativo del veicolo per 90 giorni».
Nei controlli dei carabinieri del radiomobile sono inoltre incappati un 49enne fermato in via Canturina e trovato alla guida in stato di ebbrezza e una 24enne moldava, a sua volta risultata positiva al test dell'etilometro.
Controlli a tappeto nel fine settimana anche dai vigili urbani di Como. Sono 26 le sanzioni comminate dalla locale con il Telelaser per eccesso di velocità. In tre casi, in viale Innocenzo, gli automobilisti viaggiavano a più di 40 chilometri oltre il limite consentito - in un caso, domenica sera, sono stati toccati i 108 chilometri all'ora - ed è scattata la sospensione della patente. Oltre 130 invece le contravvenzioni per divieto di sosta.

Anna Campaniello - 28/08/07 - corrierecomo.it

Renee magra da far paura

Per la Zellweger Bridget Jones solo un ricordo


E' ingrassata per ben due volte pur di vestire i panni di Bridget Jones, poi è tornata al suo peso forma pronta a girare nuovi film e ad affascinare i tanti fan.Renee Zellweger ha oramai abituato tutti alle sue trasformazioni, anche se, a giudicare dagli scatti pubblicati dal Daily Mail, sembra aver perso il controllo sulla sua dieta.

L'attrice è stata fotografata ad un concerto a New York la scorsa settimana con indosso un camicione grigio. Sarà forse per effetto del modello piuttosto largo, ma è apparsa pelle ed ossa, con le gambe magre e muscolose, merito delle due ore al giorno di fitness a cui si sottopone rigorosamente ogni giorno. Renee magra da far paura, anzi da far addirittura pensare all'anoressia.

Nessun commento ai sospetti insinuati dal giornale, per il momento, da parte della diva. Del resto non è la prima ad essere tacciata come modello diseducativo. Rimane, comunque, il sospetto che il fisico troppo longilineo sia causato da una fissazione quasi maniacale per la linea. Chissà. Anche se il modello Bridget Jones, sinceramente, non era affatto male...


28/08/07 - magazine.libero.it

Pedofilia, verso la castrazione chimica in Italia?

Quale punizione infliggere ai pedofili? A giudicare dal Parlamento italiano la soluzione più drastica - quella della castrazione chimica - non è da escludere. Alla Camera e al Senato, infatti, sono state presentate in questa legislatura circa dieci proposte di legge, in alcune delle quali, come in quella di Stefano Pedica (Idv), si chiede di ricorrere alla castrazione chimica per chi commette abusi sessuali sui minori.


Intransigenti anche Lega e FI. Il Carroccio, infatti, chiede di trattare la pedofilia alla stregua dell'omicidio. Anche FI è per la linea dura. La responsabile 'azzurrà di Famiglia e minori Maria Burani Procaccini definisce quella di Sarkozy sulla castrazione chimica «una buona proposta che è certamente meglio del niente che circonda le iniziative di contrasto alla pedofilia in Italia».


Ecco una sintesi delle principali misure di contrasto contenute nei disegni di legge presentati negli ultimi tre mesi. Si dividono, sostanzialmente, lungo tre linee guida: la prima volta a introdurre il reato di apologia anche per la pedofilia; la seconda mira a a rafforzare i controlli e a inasprire le condanne; l'ultima a modificare le procedure per le testimonianze dei minori.


1) A chiedere l'estensione del reato di apologia anche per la pedofilia ci sono varie proposte di legge tra cui quelle presentata dalla responsabile Giustizia della Lega Carolina Lussana, dal deputato di An Giulia Cosenza e da Rosario Giorgio Costa (FI). Si intende cioè punire con il carcere da tre a cinque anni chiunque istighi a commettere il reato.


2) C'è anche chi pensa alla nascita di un'agenzia nazionale specializzata per rafforzare i controlli. La propongono i deputati Verdi ed ha il compito di studiare e coordinare misure di contrasto al fenomeno. Può operare anche all'estero e deve istituire una banca dati.


3) Nei provvedimenti depositati da An nei due rami del Parlamento si riforma la procedura per l'ascolto dei minori nella fase delle indagini e in quella dibattimentale anche alla luce di quanto avvenuto all'asilo di Rignano Flaminio. Si chiede cioè che il minore sia sempre ascoltato da uno psicologo o psichiatra seguito dal magistrato magari attraverso «l'uso di un vetro specchio e di un citofono». Poi si introducono l«obbligo di denuncià e la sanzione per chiunque »occulti, distrugga o alteri« disegni o documenti che potrebbero aiutare a individuare violenze e colpevoli. Per i più pericolosi, Edmondo Cirielli (AN) propone infine il divieto di frequentare minori, anche se parenti, e luoghi di ritrovo per ragazzi: dai parchi giochi ai luna park


28/08/07 - itnews.it

Staminali embrionali riparano cuore

ROMA - Le cellule staminali embrionali possono riparare un cuore danneggiato da un infarto. Lo sostiene uno studio Usa, per ora fatto solo su topi.

I ricercatori hanno impiantato cellule di cuore umano ottenute da staminali embrionali nelle cavie che avevano avuto un attacco cardiaco, raggiungendo in tutti i casi l'attecchimento dell'impianto e un miglioramento nello spessore delle pareti e nella funzionalita' cardiaca. Secondo gli scienziati i primi test sugli uomini potrebbero avvenire entro 2-3 anni.


28/08/07 - studiocelentano.it

Carta a tutela dei bambini

Nasce la Carta di Firenze, a tutela della salute mentale dei bambini


E’ stata firmata a Palazzo Vecchio la “Carta di Firenze”, ovvero la prima “carta europea per i diritti ed i doveri per la tutela della salute mentale dei bambini e degli adolescenti”.

E’ stata firmata a Palazzo Vecchio la “Carta di Firenze” ovvero la prima “Carta europea per i diritti ed i doveri per la tutela della salute mentale dei bambini e degli adolescenti.” Si tratta dell’atto più importante del XIII Congresso Internazionale dell’Escap (Società europea della psichiatria per adolescenti e bambini) che proseguirà fino a domani, mercoledì 29 agosto, nell’auditorium del Palacongressi. La Carta di Firenze è nata con l’obiettivo di dare vita ad un nuovo modello di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, nel quale possano trovare posto i diversi approcci esistenti.

La psichiatria infantile del futuro avrà linee guida che coincidono per molti aspetti con il miglioramento della qualità di vita (qualità della vita, intesa, secondo quanto stabilito nel 1995 dall'OMS, come la "percezione dell'individuo della sua posizione nella vita nel contesto culturale e del sistema di valori in cui vive e in relazione ai suoi obiettivi, aspettative, modelli e preoccupazioni"), e delle relazioni familiari e sociali dei pazienti, e quindi fondono l’approccio psichiatrico con quello sociologico e sociale. Tre quindi le parole d’ordine: prevenzione, emergenza ed efficacia.

Gli psichiatri infantili dovranno essere sempre più capaci di prevenire la sofferenza mentale, riconoscendone precocemente i segnali e impegnandosi per potenziare le risorse del bambino, della sua famiglia e dell'intera comunità, rimamendo però in grado di intervenire nelle tante situazioni di emergenza che si possono verificare, soprattutto in età adolescenziale.

“Da parte dell’Amministrazione comunale - ha commentato l'Assessore alle Politiche per l'ìnfanzia e la Pubblica Istrizione di Firenze Daniela Lastri che ha inviato un saluto ai partecipanti al congresso dell'Escap - c’è la convinzione che l’attenzione al tema del disagio infantile e adolescenziale costituisca un impegno importante nella dimensione preventiva ma anche per la promozione dei pieni diritti di cittadinanza dei bambini e delle famiglie che si trovano in una situazione di svantaggio”.

Vanni Santoni - 28/08/07 - prontoconsumatore.it

I residenti esasperati: «È il rione della droga»

Tossicodipendenti provenienti dalle borgate capitoline che si bucano nei vicoli, ambulanti abusivi, ubriachi. Sniffate di cocaina sugli specchietti delle moto, inequivocabilmente girati a testimonianza della funzione di tavolino «usa e getta» che hanno assunto. Ma non solo: bar e locali assediati da molestatori, schiamazzi e degrado. Gli abitanti e i titolari di bar e ristoranti di Trastevere, sono stanchi delle «notti shock», come ormai le definiscono con rassegnazione, di cui sono teatro strade e piazze dello storico rione di Roma. «Questa strada di sera è piena di ambulanti ubriachi, che spesso strillano ed entrano nel locale a chiedere cibo e bevande alcoliche e che i vigili non mandano mai via», racconta Salvatore, titolare del ristorante «Carlo Menta» in via della Lungaretta, cui proprio domenica sono stati rubati i faretti fuori al locale. «Pieno di siringhe di tossici» è invece il vicino vicolo di Sant’Agata, spiega Stefano, residente nelle vicinanze e cameriere del ristorante «Rugantino» a largo San Giovanni de Marra. Una piazza che secondo il giovane sarebbe l’abituale ritrovo di «tossici» provenienti dalla periferia.

«La droga da queste parti non è una novità» dice Salwa, impiegata nella gelateria «Blu Ice» in piazza Santa Maria in Trastevere, che aggiunge: «Siamo aperti fino alle 2.30 e qui fuori si vendono pasticche e cocaina a volontà». «Non ne possiamo più di schiamazzi e bottiglie rotte per strada - aggiunge una donna -. Piazza Trilussa, dove abito, è rumorosa e agitata. Gli ambulanti immigrati abusivi occupano tutto lo spazio e di notte qui non si riesce più a dormire. Non c’è alcun rispetto per i residenti e le forze dell’ordine sono quasi sempre assenti». «Personalmente non ho mai visto nessuno spacciare da queste parti - aggiunge Emanuele, direttore dell’«Art Cafè» sempre in piazza Trilussa -, ma di cocaina qua attorno ne circola molta. Basta guardare gli specchietti delle moto, puntualmente girati da chi ci sniffa sopra».

Una vera e propria emergenza insomma, di cui prende atto anche chi fa politica sul territorio. «Per Trastevere - sottolinea, Matteo Costantini (Ulivo), consigliere in I Municipio e presidente della commissione Commercio - occorre convocare un consiglio municipale per assumere provvedimenti straordinari. Un’iniziativa per la quale sto già raccogliendo le firme. Per prima cosa bisogna inibire completamente l’apertura di nuove attività di somministrazione, vietando anche i semplici trasferimenti. In secondo luogo va esteso il divieto di esibizione di artisti di strada in tutto il rione. In ultima istanza, occorre intervenire sotto il profilo del decoro urbano e della sicurezza, prevedendo un protocollo di intesa con polizia e guardie di finanza contro l’abusivismo commerciale».


di Giacomo Legame - martedì 28 agosto 2007 - ilgiornale.it

Affido: Investire sulle famiglie

Affido: “Investire sulle famiglie, non sulle campagne di comunicazione”

Da Cervia, dove le famiglie del movimento di Amici dei Bambini sono riunite per l’annuale Settimana di studi e formazione – “I protagonisti dell’accoglienza”, fino al 1 settembre - si è aperto il dibattito sull’affido familiare. Tra i molti aspetti sollevati dalla discussione, ha destato interesse il caso di Torino, dove a fronte di un centinaio di minori allontanati dalla propria famiglia di origine, solo 10 sono gli affidi. Per questo il Comune ha gridato all’ emergenza e ha lanciato una campagna e sensibilizzazione e un numero verde informativo (“Cercansi genitori disperatamente”, La Stampa, lunedì 27 agosto) “Non è il momento di investire su campagne di comunicazione ma sulle associazioni familiari, composte appunto da famiglie già disponibili e formate per accogliere minori in affido – dice Marco Griffini, presidente di AiBi - . Una cosa è informare, altra è creare le condizioni perché le accoglienze si realizzino. Proprio a Torino abbiamo una nostra famiglia che da mesi cerca di avviare, senza esito, una casa famiglia che potrebbe accogliere ogni anno molti bambini in difficoltà; eppure – continua Griffini - pare impossibile trovare una struttura adatta. Non mancano dunque le famiglie, ma i concreti investimenti su di loro e sulle associazioni che possono metterle in rete, facendole crescere”. Le famiglie di AiBi evidenziano così un paradosso tutto italiano: da un lato le amministrazioni comunali denunciano un’emergenza, ovvero la penuria di famiglie accoglienti per tanti bambini in difficoltà e si concentrano così su iniziative di comunicazione; dall’altro le associazioni familiari sono pronte a mettere a disposizione le loro famiglie, ma non vengono consultate né rese partecipi di scelte strategiche a favore dei minori, specialmente per le fasce di età più ‘difficili – 0-3 anni, adolescenti – per le quali occorre pensare a soluzioni specifiche quali le case famiglia. “E’ come assistere a un rincorrersi continuo tra domanda e offerta che però non riescono a incontrarsi – conclude Griffini – . Auspichiamo che dai lavori di questo convegno le istituzioni sappiano trarre spunto per avviare concreti rapporti di collaborazione con il provato sociale”. “I protagonisti dell’accoglienza” prosegue domani, martedì 28 agosto, con una tavola rotonda “Le sfide dell’accoglienza” in cui verranno discusse le strategie da mettere in campo per promuovere una cultura dell’accoglienza. Sono stati invitati esperti dell’adozione internazionale americani e brasiliani. Kevin Cohen, presidente dell’Associazione Adoption Annex di New York, affronterà il tema dell’abbandono e dell’accoglienza nello stato di New York; Maria Antonieta Pisano Motta, coordinatrice volontaria del gruppo di appoggio all’adozione di San Paolo, interverrà con una relazione sull’abbandono e l’accoglienza in Brasile; non mancheranno inoltre le testimonianze di due famiglie di Amici dei Bambini che gestiscono altrettante case famiglia.

Fonte: AiBi - 28/08/07 - confinionline.it

Baristi "educatori" contro l'abuso di alcol

Il sindacato dei pubblici esercizi Fipe-Confcommercio della provincia di Perugia aderisce alla campagna “Tolleranza zero” promossa dalla Fipe nazionale nell’ambito delle iniziative pubbliche per contrastare l’abuso di alcool da parte dei giovani, responsabile di tante vittime della strada.
I locali pubblici esporranno cartelli o locandine per rammentare alla clientela il divieto di somministrazione di alcool a minori di sedici anni ed a persone in evidente stato di ebbrezza.
L’obiettivo è quello di favorire l’applicazione rigorosa della normativa vigente, la formazione, in collaborazione con le istituzioni, dei gestori e del personale dipendente sul tema dell’abuso di alcool, di responsabilizzare il personale addetto alla somministrazione sul divieto di consumo di alcol, di promuovere l’adozione di misure di autoregolamentazione in materia di vendita di bevande super alcooliche in contesti di possibile rischio, che invece la legge non vieta.
Il fac-simile della locandina – accompagnato da una nota per guidare l’esercente nella esposizione del divieto - verrà distribuito entro il mese di settembre agli oltre mille bar associati attraverso il mensile Confcommercio. Ma fin da subito, la stessa locandina è disponibile nel sito della confcommercio perugina da cui può essere scaricata.


28/08/07 - iltamtam.it

Vuol corrompere i militari «Niente etilometro, pago»

CHE IL RITIRO della patente sia un provvedimento pesante per gli automobilisti sorpresi alla guida alticci è certo. Che si farebbe di tutto per evitare le conseguenze dell’etilometro positivo è abbastanza normale, non foss’altro per i disagi che comporta la sospensione della patente.


Ma anche in questo “di tutto” c’è un limite che non può essere oltrepassato. E ciò che ha tentato di fare un giovane genovese sorpreso sabato notte ai Piani d’Invrea dai carabinieri è decisamente troppo. Ha proposto ai militari di prendere 500 euro e chiudere gli occhi di fronte alla sua clamorosa ubriacatura.


L’etilometro lo aveva infatti scoperto con un tasso alcolico di 2 millilitri, ovvero il quadruplo della soglia massima consentita (0,5), un valore che rende difficile persino camminare e stare in piedi, figurarsi guidare uno scooter o un’auto.


Tra l’altro nell’estate del tragico boom delle guide in stato di ebbrezza (oltre 600 patenti ritirate in poco più di tre mesi) è stato il primo tentativo di corrompere i carabinieri.


Ovviamente non è andato in porto e il centauro oltre al ritiro della patente e la guida in stato di ebbrezza è stato denunciato anche per il maldestro tentativo di corrompere i militari.


Protagonista del fattaccio S. R., ventiseienne, residente a Genova, fermato da una pattuglia del nucleo radiomobile che era impegnata nei controlli di prevenzione del fine settimana. Era in sella ad uno scooter Yamaha T-Max e aveva bevuto così tanto da aver nel sangue un tasso d’alcol così elevato da rischiare il coma etilico.


La tentata mazzetta è sopraggiunta al termine del controllo. Paventando l’inevitabile denuncia e la sospensione della patente, il giovane ha cominciato a frugare nelle tasche e ne ha estratto alcune banconote, offrendo ai militari 500 euro con l’invito esplicito di “chiudere un occhio”.


«Fate finta di non avermi fermato e chiudiamola qui» le sue parole. Così facendo ha suscitato l’immediata reazione dei carabinieri che nel verbale hanno menzionato la proposta che appesantisce non di poco la posizione del centauro.


«Tengo a sottolineare che si trattava peraltro di un automobilista davvero ubriaco fradicio - spiega il comandante del radiomobile dei carabinieri, il tenente De Angelis - Il tasso accertato dai nostri militari è stato tra i più alti in assoluto da quando sono iniziati questi controlli. Non serve sottolineare il comportamento del personale dell’Arma che ha svolto il proprio compito con serietà esemplare anche nella successiva denuncia».


Dario Freccero - 28/08/07 - ilsecoloxix.it

Cirrosi epatica è diretta conseguenza di un'epatite virale

In quasi due casi su tre, la cirrosi epatica è diretta conseguenza di un'epatite virale


Quasi due casi di cirrosi su tre sono direttamente legati a forme di epatite virale: i dati dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato smentiscono un’ipotesi diffusa secondo la quale la cirrosi sia da associare esclusivamente a forme di alcolismo.

Questa patologia cronica che altera in modo irreversibile la struttura e le funzioni del fegato è molto diffusa nel nostro Paese, come conferma il dottor Francesco Salerno dell’AISF: “se escludiamo le tre Venezie, Regioni dove l'epatopatia da alcool è più diffusa, in Italia le epatiti causate da virus B e C sono responsabili complessivamente di circa il 60% delle patologie epatiche croniche”. Il dato è ancor più significativo se confrontato con il 20% circa dei casi legati all’abuso alcolico e con la modesta percentuale di casi legati a danno metabolico causato da obesità o diabete.

La cirrosi epatica è una patologia che, solo in Italia, colpisce almeno un milione di persone: il 3% di essi, ogni anno, sviluppa forme di cancro al fegato, con la sola via d'uscita del trapianto. Tale malattia, inoltre, decorre frequentemente in maniera asintomatica per lunghi periodi di tempo e viene individuata spesso casualmente durante esami di routine: “spesso, anche in presenza di gastroscopia positiva per presenza di varici esofagee, il medico non prende iniziative profilattiche o prescrive una posologia insufficiente.” – aggiunge Salerno, direttore della Divisione di Medicina Interna dell'Ospedale di San Donato – “Le prognosi sono spesso delicate e dobbiamo essere in grado di individuare coloro che hanno le migliori possibilità di rispondere efficacemente alle terapie disponibili”.


MFL - 27/08/2007 - paginemediche.it

È la terza causa di morte tra i giovani

Sempre più ragazzi vittime dell’ansia


FIRENZE — Il 9% dei dei ragazzi italiani tra i 10 e i 14 anni presenta un disturbo psichico, di questi il 7% soffre d’ansia. Per combattere queste patologie, nei prossimi giorni sarà firmata a Firenze una Carta europea dei diritti e dei doveri per la tutela della salute mentale dei bambini e degli adolescenti. È quanto emerso durante la presentazione del 13/mo congresso internazionale della società europea per la psichiatria dell’adolescenza e dell’infanzia (Escap), intitolato «Bridging the gaps», in programma nel capoluogo toscano dal 25 al 29 agosto. Nel corso della presentazione è stata ricordata un’indagine, la prima del genere in Italia, condotta dal 2002 al 2005 su un campione di preadolescenti nell’ambito del progetto Prisma, dedicato ai disturbi mentali nei ragazzi. L’indagine ha evidenziato come all’interno del 9% dei ragazzi con problemi psichici, il 5% soffre di disturbi ossessivo-compulsivi, il 9,5% ha fobie sociali, il 9,1% ha l’agorafobia, mentre meno dell’1% presenta disturbi depressivi e l’1% registra disturbi nella condotta. I disturbi psichici - secondo i dati forniti dal ministero della Sanità - riguardano circa il 10% della popolazione in generale. In base poi ad alcune stime dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), il 20% dei soggetti in età evolutiva soffrirebbe di una qualche forma di disturbo mentale e il suicidio rappresenterebbe la terza causa di morte in età adolescenziale. Oggi i problemi della salute mentale rappresentano un notevole costo per l’Europa che investe nella salute mentale il 3-4% del proprio prodotto interno lordo. In occasione del convegno sarà firmata una carta dei diritti e dei doveri per la tutela della salute mentale dei bambini e degli adolescenti a livello europeo. Come spiegato dal professor Ernesto Caffo, presidente di Escap, «la carta di Firenze nasce con l’obiettivo di dare vita a un nuovo modello di psichiatria dell’infanzia nel quale possano trovare posto i diversi approcci esistenti. È la prima dichiarazione dedicata alla salute mentale degli adolescenti, ben consci che interventi precoci possono evitare il nascere di malattie mentali negli adulti». Al centro del congresso fiorentino tutte le problematiche legate alla salute mentale dei minori, dall’uso e abuso delle sostanze alcoliche nell’età adolescenziale, ai fenomeni di bullismo, ma anche i traumi dovuti ai conflitti bellici. In quest’ottica esperti di psichiatria palestinesi, israeliani e arabo israeliani appartenenti al gruppo Eurice, si ritroveranno a Firenze prima dell’inizio del congresso per discutere degli effetti della guerra sulla psiche di bambini e adolescenti.Il congresso fiorentino vedrà inoltre la consegna di uno speciale riconoscimento al professore Giovanni Bollea, fondatore della neuropsichiatria infantile in Italia e primo presidente italiano di Escap. interni@iltempo.it

giovedì 23 agosto 2007 - iltempo.it

Terapia per il melanoma

È il più temibile tumore maligno della pelle, secondo per aumento di incidenza tra i tumori; in Italia si registrano 7.000 nuovi casi e 1.500 morti l'anno. Tra le cause dell'incremento l'esposizione alle radiazioni ultraviolette meno schermate dall'atmosfera. Per combatterlo servono terapie ‘su misura’ basate su analisi dei tessuti malati, come risulta da uno studio dell'Icb-Cnr

Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di chimica biomolecolare (Icb) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Sassari, coordinato da Giuseppe Palmieri, ha messo a punto una metodologia in grado di indirizzare terapie ‘su misura’ per il melanoma maligno. La complessità dei meccanismi molecolari legati all'insorgenza della malattia è la causa di una inefficace risposta terapeutica ai farmaci attualmente impiegati nella pratica clinica.

“Il melanoma è un tumore altamente eterogeneo dal punto di vista molecolare”, spiega Giuseppe Palmieri. “I melanociti, che sono le cellule normali, possono infatti trasformarsi in cellule neoplastiche di melanoma seguendo diverse vie metaboliche e attraverso differenti alterazioni molecolari. Pertanto, una terapia antineoplastica aspecifica (per esempio, quella basata su chemioterapici e citostatici) ha sempre prodotto risultati limitati”.

Lo studio condotto dai ricercatori dell'Icb-Cnr “ha consentito mediante la caratterizzazione molecolare, cioè analisi molecolari effettuate su ciascun tessuto tumorale”, prosegue Palmieri, “di suddividere i pazienti con melanoma in sottogruppi più propriamente correlati alla biologia della malattia, ciascuno dei quali potrà così essere sottoposto al trattamento più adeguato per il suo tipo di alterazione”. Questa metodologia potrà essere applicata anche ai cosiddetti soggetti a rischio, in modo da poter controllare quella che il ricercatore definisce “una vera emergenza sanitaria e sociale”. L'impressionante aumento di incidenza che il melanoma ha avuto negli ultimi decenni è superiore a quello di tutti gli altri tipi di tumore ad eccezione del tumore del polmone nella donna. Nel mondo, si verificano ogni anno tra i due e i tre milioni di carcinomi cutanei non-melanoma e circa 135.000 melanomi maligni, più frequenti nelle donne di razza bianca al di sotto dei 30 anni. In Italia si registrano circa 7.000 nuovi casi e 1.500 morti l'anno quando, fino agli anni ’60, l'incidenza non superava i mille nuovi casi per anno.

Le cause principali di tale incremento vanno ricercate sia in fattori ambientali (in primo luogo, l'esposizione alle radiazioni ultraviolette associata alla progressiva riduzione delle capacità schermanti dell'atmosfera), sia in fattori genetici. “Nel melanoma maligno, come in tutte le altre forme neoplastiche, la tumorigenesi è associata ad alterazioni sequenziali di specifiche regioni di DNA, che i recenti progressi della genomica hanno consentito di caratterizzare come un processo a tappe, associato a una serie di mutazioni di specifici geni coinvolti nella regolazione del normale funzionamento cellulare”.

Le conclusioni dello studio, pubblicate come research letter sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Clinical Oncology, “confermano che in oncologia non può esservi una terapia uguale per tutti e che bisogna rendere più omogenei i sottogruppi di pazienti da trattare”.

Per informazioni:

Giuseppe Palmieri, Icb-Cnr, Sassari
E-mail: gpalmieri@yahoo.com

Molecular Classification of Patients With Malignant Melanoma for New Therapeutic Strategies
-- Palmieri et al. 25 (16): e20 --
Journal of Clinical Oncology


28/08/07 - ecplanet.com

Malattie mentali, problema serio

Secondo uno studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione potrebbe diventare la seconda malattia più diffusa


La malattia mentale si nasconde ancora oggi come cento anni fa. Pochi amano parlarne eppure per la loro frequenza, la loro durata e le loro conseguenze, i disturbi psichiatrici figurano tra le maggiori cause di sofferenza e disabilità nel mondo.
Uno studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha evidenziato che ben 5 patologie psichiatriche si collocano tra le prime 30 cause di mortalità prematura e di disabilità nel mondo, rendendo complessivamente conto di un carico di sofferenza e disabilità, espresso sotto forma di Daly (Disability Adjusted Life Years), inferiore soltanto a quello delle malattie infettive, paragonabile a quello delle malattie respiratorie e cardiovascolari, e superiore a quello prodotto dall'infezione da HIV e dalle patologie tumorali.
Secondo dati ottenuti dalla letteratura internazionale degli ultimi anni, nell'arco di un breve periodo di tempo circa il 20% della popolazione adulta presenterà uno o più disturbi mentali.
Le proiezioni dell'OMS per l'anno 2020 prevedono che il carico di disabilità legato ai disturbi mentali sia destinato ad aumentare ulteriormente, e la depressione maggiore unipolare potrebbe divenire la seconda causa di disabilità fra tutte le condizioni morbose.
Il Medical Outcomes Study ha evidenziato il drammatico impatto che la depressione maggiore ha sulla vita delle persone affette, con livelli di disabilità pari o superiori a quelli ascrivibili ad altre patologie di interesse medico, fra le quali l'ipertensione, il diabete e l'ulcera.
Secondo i dati forniti dal Ministero della sanità italiano, la prevalenza delle malattie psichiatriche nell'adulto e nel bambino raggiunge circa il 10% nella popolazione generale; percentuale che aumenta considerevolmente se si considerano anche chi manifesta problemi psichiatrici associata a diverse patologie mediche.


28/08/07 - iltamtam.it

Basta guerre nel mondo!