40% degli incidenti per sonno e distrazione

Il sonno e la distrazione causano il 40% degli incidenti più gravi


La consumazione di alcol o l'assunzione di farmaci sono i primi fattori scatenanti disattenzione e sonnolenza al volante, e il pericolo viene sottovalutato maggiormente da chi si crede immune al problema.


Sonno e distrazione minacciano la sicurezza degli automobilisti in questo week-end da "bollino nero" sulle strade delle vacanze.


Il 40% degli incidenti più gravi, infatti, è imputabile al sonno e all'affaticamento dei conducenti. La consumazione di alcol o l'assunzione di farmaci sono i primi fattori scatenanti disattenzione e sonnolenza al volante, e il pericolo viene sottovalutato maggiormente da chi si crede immune al problema.


Le famiglie e i giovani, infatti, sono gli autori sempre più frequenti di incidenti stradali riconducibili al colpo di sonno. Le prime perché sovente intraprendono un viaggio dopo un pasto abbondante, i secondi perché hanno uno stile di vita sregolato soprattutto in questo periodo estivo.


"L'elemento fondante una cultura della sicurezza - dichiara l'ACI - è la consapevolezza di ogni conducente del proprio ruolo nel contesto globale della strada. Educazione e prevenzione devono, quindi, essere prioritarie rispetto alla mera repressione dei comportamenti sbagliati".


I luoghi comuni sul colpo di sonno denunciano l'ignoranza del problema e il bisogno di una maggiore attività di formazione degli utenti della strada. In troppi, infatti, sono convinti che il sonno sorprenda i conducenti solo durante le ore notturne (quando avvengono appena il 18% degli incidenti) e che caffè, musica ad alto volume, sigarette e acqua fredda siano i rimedi più pratici contro la stanchezza. Questi palliativi, invece, sono assolutamente inutili se non addirittura dannosi.


07/08/07 - ilquotidiano.it

Serve legge che proibisce vendita ai ragazzi

Turco: serve legge che proibisce vendita ai ragazzi


(DIRE) Roma, 7 ago. - E' necessaria "una legge che proibisce la vendita di alcolici ai ragazzi, nei supermercati e nei negozi". Lo afferma il ministro della Sanità Livia Turco a SkyTg24 Pomeriggio. "Io avevo proposto in Finanziaria una norma del genere - aggiunge il ministro - ma è stata accantonata con garbo dai miei colleghi dicendo che era incompatibile con la manovra. La riproporrò".

(Sab/Dire) - 07/08/07 - diregiovani.it

Usa. Alcolici al malto portano al consumo di marijuana

Secondo una ricerca dell'universita' di Buffalo, gli adulti che bevono alcolici derivati dal malto hanno piu' probabilita' di diventare alcolizzati e di avvicinarsi al consumo della marijuana. Questi alcolici sono meno costosi, hanno una gradazione alcolica maggiore (dal 6 all'11%) e spesso sono pubblicizzati per arrivare ad un pubblico giovane."Nella nostra ricerca gli intervistati hanno dichiarato di bere regolarmente alcolici derivati dal malto, ed e' risultato che questi alcolici portino piu' spesso di altri all'alcolismo e al consumo della marijuana", ha dichiarato R. Lorraine Collins, professore del dipartimento di psicologia e ricercatore del dipartimento sullo studio delle dipendenze dell'universita' americana.
Nella ricerca sono stati intervistati 639 giovani (eta' media: 23 anni), che bevono settimanalmente 40 once (poco piu' di un litro) di liquore.
La marijuana e' risultata la droga preferita dal 46% di essi. Coloro che bevono e allo stesso tempo fumano hanno dichiarato di fumare circa 19 sigarette a settimana, mentre i non bevitori di alcolici al malto, se fumatori di marijuana, hanno dichiarato di fumarne due. Il primo gruppo ha dichiarato di avere iniziato a bere verso i 13-14 anni, e di consumarne in misura maggiore rispetto al secondo.
La ricerca e' pubblicata sul numero di giugno del giornale "Psycology of Addictive Behaviors".


07/08/07 - droghe.aduc.it

"L'amica" di Mele: "Tanta cocaina"

Cronaca - In un'intervista al settimanale "Oggi" il racconto della serata a base di droga e sesso all'hotel "Flora" di via Veneto che ha messo nei guai il deputato dell'Udc Cosimo Mele. "Lasciata lì, nuda, sulla moquette. Potevo morire"


Roma, 7 agosto 2007 - ''La cocaina era li' e basta, era tanta, era troppa''. Parla apertamente, senza nascondere niente di sé e di quello che è successo in quella notte di sesso e di droga Francesca Zenobi, la giovane ventinovenne protagonista del festino a base di sesso e droga che ha messo nei guai il deputato Udc Cosimo Mele.

''Ovunque vai, trovi piste di cocaina, se capita la prendo. Serate come quelle dell' Hotel Flora possono capitare, ma quel venerdi' notte e' stata un incubo'', dice in un'intervista al settimanale "Oggi" la giovane, che ha raccontato anche il suo passato di depressione e di anoressia.

La ragazza ricorda di essersi sentita male dopo aver assunto droga, e di essere stata "lasciata lì, nuda, sulla moquette, potevo morire". Senza entrare nei risvolti giudiziari della vicenda, che vede l'onorevole indagato per omissione di soccorso e cessione di sostanzestupefacenti, la ragazza conferma che la cocaina "era li' e basta, era tanta, era troppa''

Per il resto, il racconto della serata, la conoscenza con l'onorevole, l'invito, le chiacchiere, i drink, la richiesta di far arrivare anche un'amica. Poi il malore, l'imbarazzo, la fuga da casa.


07/08/07 - redazione.romaone.it

Violenza sessuale senza penetrazione: no sconto di pena

La sentenza della Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ragazzo che aveva palpeggiato il seno, i glutei e il pube di una giovane senza arrivare alla penetrazione


Roma, 7 agosto 2007 - Duro affondo della Cassazione sulla violenza sessuale. Niente sconti di pena per chi commette il reato, palpeggiando le zone erogene della vittima, senza arrivare alla penetrazione. Infatti, l'attenuante della minore gravità del fatto non scatta automaticamente se non c'è stata congiunzione carnale.


E' quanto affermato dalla Suprema Corte che, con la sentenza numero 32228 depositata oggi, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un ragazzo che aveva toccato ripetutamente con violenza il seno, i glutei e il pube di una giovane, sotto la minaccia di non restituirle il cellulare se questa non avesse ceduto alle sue avances. Per questo il Tribunale di Nuoro, a gennaio 2005, lo aveva condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione con rito abbreviato, concedendogli soltanto le attenuanti generiche ma non quella specifica. Stessa sorte l'anno successivo di fronte alla Corte d'appello di Cagliari.


Contro questa decisione il ragazzo ha fatto ricorso in Cassazione puntando il dito, fra l'altro, contro la mancata concessione dell'attenuante della minore gravità del fatto. Ma i giudici della III sezione penale lo hanno respinto precisando che "l'assenza di penetrazione non basta di per sé a rendere meno grave il comportamento lesivo, giacché possono verificarsi casi di atti sessuali diversi dalla penetrazione che, per la loro reiterazione o per il contesto ambientale in cui si verificano o per altre circostanze, possono cagionare un danno maggiore di quello provocato dalla penetrazione. Ammettere un'equiparazione - continua il collegio di legittimità - tra la nuova violenza sessuale attenuata e i vecchi atti di libidine avrebbe comportato punizioni lievi per i comportamenti obiettivamente gravi in contrasto con l'inasprimento voluto dal legislatore. Per tale ragione si è imposta l'interpretazione giurisprudenziale e dottrinale che prescinde dalla penetrazione".


07/08/07 - qn.quotidiano.net

Identificati gli autori dello stupro di gruppo

La diciassettenne aveva incontrato virtualmente uno dei tre arrestati. Poi la serata con gli amici, finita con la violenza al parco Lambro


Sono stati tutti i identificati gli autori dello stupro di gruppo contro una 17enne cinese, domenica sera al parco Lambro. Sono tutti suoi connazionali: tre sono in stato di fermo, la Squadra mobile sta cercando gli altri. Uno di loro, il primo ad essere stato fermato grazie alle descrizioni della vittima, aveva conosciuto la 17enne in una chat, l'aveva frequentata due volte (una da solo, la seconda con alcuni amici). Ne ha ottenuto la confidenza e domenica sera è andata a prenderla a casa. Il gruppo ha trascorso la serata in un internet cafè, poi in un locale dove tutti hanno cenato. Alla fine la giovane ha chiesto di essere accompagnata a casa, ma è stata portata al parco Lambro dove è stata immobilizzata e stuprata per oltre un'ora da sei dei componenti il branco. Poi è stata portata a casa. Qui le hanno raccomandato di non denunciare l' episodio («se parli chi ci perde sei tu» le avrebbero detto). Un'ora dopo, accompagnata dai genitori, lei è andata in Questura e sporgere denuncia e poi in ospedale dove i medici hanno confermato la plurima violenza sessuale.

DROGA - Alcol e ketamina, un anestetico per cavalli usato come droga tra alcuni esponenti della chinatown milanese. Sarebbe questo il micidiale cocktail sotto il cui effetto hanno agito i responsabili dello stupro. Ancora da stabilire il numero di persone che hanno assistito alla scena: secondo gli inquirenti potrebbero essere 9 o 10. Almeno 5 o 6 quelli che hanno violentato la ragazza. I tre arrestati sono Hu Yimang, ambulante di 33 anni, Zhou Shou Wei, disoccupato di 31 anni e il ventenne Ji Zijie, anche lui disoccupato.





07 agosto 2007 - corriere.it

Schiave del sesso a quindici anni

Giovani, sempre più giovani; non mancano le quindici-sedicenni tra le decine di prostitute rumene (una quarantina almeno) che la sera occupano via Sampierdarena, lungomare Canepa e la Fiumara, dove le auto dei clienti - anche loro sempre più giovani, diciottenni e ventenni attirati da ragazze giovani e carine - trovano riparo nei pressi del parcheggio o anche negli angoli più discreti del silos. «Dall´inizio dell´anno le rumene sono cresciute in maniera esponenziale, e sappiamo che nei prossimi mesi il trend continuerà» concordano forze dell´ordine, operatori di strada e amministratori impegnati in progetti contro la tratta e la schiavitù. La mappa della prostituzione a Genova, fatti salvi i bassi dei vicoli, occupati quasi esclusivamente da sudamericane, si sposta a ponente, da via di Francia, nei pressi del Matitone, a Fiumara, diventato uno dei luoghi più animati sino a tarda sera. Si conferma che sono le nigeriane le più numerose, ma anche quelle sottoposte a veri e propri episodi di schiavitù, mentre l´entrata in Europa della Romania ha aperto la strada appunto ad un afflusso massiccio di donne e ragazze. Che finiscono direttamente in strada.
Moldave e ucraine - così come venezuelane e brasiliane - scelgono infatti sempre più spesso la strada degli appartamenti, come hanno fatto buona parte delle albanesi, specialmente quelle "gestite" dai racket. Mentre sulle strade genovesi si affacciano anche donne bulgare e pakistane, secondo i dati del progetto Sunrise, avviato dal Comune di Genova e arrivato al sesto anno, con risultati importanti nel sostegno a ragazze extracomunitarie che vogliono smetterla con la strada, liberarsi da protettori-padroni e costruirsi un futuro, che vuol dire casa, lavoro, istruzione. Ma la Romania, così come la Bulgaria, fa ora parte della Ue; e le ragazze romene rischiano di essere escluse dai progetti di reinserimento, che nel 2006 hanno riguardato 140 donne, di cui 38 hanno completato il programma e hanno casa e lavoro autonomi. L´allarme lo lancia Massimiliano Morettini, assessore al Centro Storico: «Il bando ministeriale di finanziamento riguarda solo soggetti extraeuropei. Affronteremo questa problematica al tavolo previsto dai Patti per la sicurezza e cercheremo di estendere l´assistenza».
«Le rumene sono destinate ad aumentare perché non possiamo farci nulla: la prostituzione non è un reato, e quindi noi dobbiamo solo capire se sono sfruttate, se dietro di loro c´è un racket o violenze» dice Maria Teresa Canessa, vicequestore responsabile della criminalità extracomunitaria e prostituzione. L´aumento del numero di ragazze, però, fa crollare i prezzi. «In media si fanno pagare cinquanta euro, ma se la serata è stata "bassa", e questo vale a dire una quindicina di clienti, scendono a 25-30 euro. Alcune nigeriane anche meno - dice - Noi possiamo intervenire solo quando ci sono problemi evidenti, oltre che quando le ragazze prendono confidenza e si aprono chiedendo aiuto. La situazione peggiore resta quella delle nigeriane, prigioniere di una tratta che, complice la superstizione legata ai riti magici con cui le maman le assoggettano, hanno paura anche a cercare la fuga, temendo per sé stesse e le loro famiglie. ma non esitiamo a intervenire quando vediamo le ragazze incinte; minorenni o maggiorenni che siano: le costringono a farlo anche a sette mesi di gravidanza... «.
«Minorenni per strada ce ne sono molte, e non da adesso» conferma Emanuela Costa, operatrice della Comunità di San Benedetto impegnata nel progetto "Oltre la Strada" avviato insieme alla Provincia. Accertare l´età è possibile con controlli medici, ad esempio la misurazione del polso, ma non sempre si fa: «Il modo di vestirsi e di atteggiarsi, e anche alcune caratteristiche fisiche possono trarre in inganno».


07/08/07 - Donatella Alfonso - espresso.repubblica.it

Rapina prostituta con un grosso pugnale

TORINO


Ha avvicinato una giovane prostituta fingendosi un cliente ma appena la ragazza, una romena di 21 anni, che per andare a lavorare la sera racconta alla madre di fare la baby sitter, è salita in auto l’ha minacciata con un grosso pugnale rapinandole tutti i soldi che aveva con se, oltre 200 euro. Poi l’ha gettata in strada ed è fuggito ma immediatamente la giovane ha dato l’allarme al 113 e un paio di ore più tardi i poliziotti, che hanno setacciato le zone di Torino in cui storicamente si pratica la prostituzione, hanno arrestato il rapinatore, un italiano di 34 anni con alcuni precedenti.

L’episodio è accaduto questa notte intorno alle mezza in via Pietro Cossa dove la ragazza è stata avvicinata da un uomo su una Bravo grigia che l’ha caricato in auto dopo aver contrattato una prestazione. Mentre i due si dirigevano verso un parcheggio, però, il finto cliente ha bloccato la vettura e ha estratto un grosso coltello puntandolo alla gola della giovane che è stata costretta a consegnargli tutti i suoi soldi. Il rapinatore, che per evitare che la giovane fuggisse aveva chiuso le sicure dell’auto, ha poi aperto la portiere buttando fuori la vittima che ha subito chiamato la polizia.

Sul posto sono intervenuti gli agenti delle volanti che, pensando che l’uomo potesse tentare altre rapine analoghe, hanno esteso le ricerche nelle zone frequentate solitamente da prostitute. E proprio in una di queste, in corso Massimo D’Azeglio, hanno notato l’auto descritta dalla ragazza e l’hanno bloccata. In un primo momento l’uomo ha negato ma di fianco la cambio i poliziotti hanno trovato il pugnale e nelle tasche del rapinatore anche i soldi. Portato in Questura l’uomo ha ammesso dicendo di aver fatto una stupidaggine perchè gli servivano dei soldi per partire con gli amici.


07/08/07 - lastampa.it

Madre suicida in Valtellina

Madre suicida in Valtellina, trovati resti figlio 7 mesi


Si sono spente poco fa le residue speranze di trovare in vita il figlioletto di appena sette mesi della giovane donna valtellinese trovata morta dopo aver inviato al padre un sms annunciandogli, ieri sera, l’intenzione di farla finita.


Gli uomini del Soccorso Alpino hanno trovato su un costone roccioso nei pressi della ‘Forra della Forcola’ alcuni resti che, con tutta probabilità, potrebbero appartenere al piccino. Il rinvenimento è avvenuto a monte della confluenza tra il torrente Braulio, in Alta Valtellina, e l’Adda. Già sono stati portati all’obitorio di Sondalo per essere sottoposti agli accertamenti del caso da parte dell’anatomopatologo incaricato dalla Procura di Sondrio. Il corpo di Deborah C., invece, era stato trovato nella notte grazie alle indicazioni fornite dai famigliari. In quella zona la ragazza si recava spesso con il convivente Andrea V., deceduto a seguito di un incidente stradale.


Pare che ad indurla a togliersi la vita trascinando con sé nel suo disperato gesto anche il figlioletto sia stata proprio la morte del compagno 34enne. Questa mattina sono proseguite le ricerche con impegnati oltre 2 tecnici alpini e speleologi del Soccorso Alpino che hanno battuto l’intera zona della Forra fino a trovare i resti del piccino. Andrea V. era morto il 25 luglio scorso: con la sua moto Yamaha, dopo un sorpasso azzardato, si era schiantato contro una Audi senza avere scampo. Sposato con un’altra donna con la quale aveva avuto altri tre figli, si era poi separato per mettersi con Deborah che, dal giorno della tragedia stradale, era caduta in profondo stato di prostrazione e depressione.


07/08/07 - news.kataweb.it

Muore a cena per un choc anafilattico

E' morto nei giorni scorsi al pronto soccorso dell'ospedale di Copertino Roberto Ianne, 21 anni, figlio di un ristoratore del Nord Leccese. Le prime ipotesi fanno pensare ad uno choc anafilattico. Il giovane studiava lettere e filosofia all'università di Padova ed era tornato a Carmiano per passare le vacanze assieme ad alcuni compagni di studi. I giovani si trovavano a Gallipoli quando decidono di andare in pizzeria.


07/08/07 - dottorsport.info

In 230 allo "Street test" sull'Hiv

Salute. In 230 allo "Street test" sull'Hiv a Roma


(DIRE) Roma, 7 ago. - Il 56% sono uomini e il 44 donne. Il 23% ha un'età compresa tra 18 e i 25 anni, il 42,3 tra i 26 e i 35, il 18,2 tra i 36 e i 45, mentre il 16,5 ha più di 46 anni. Per il 54,3% si tratta della prima volta, mentre l'11,3 è straniero. Questo il profilo delle 230 persone che si sono sottoposte al primo test Hiv, anonimo e gratuito, realizzato a luglio sui camper sanitari a piazza Farnese, piazza Cinecittà e al pontile di Ostia. La campagna, promossa dall'assessorato capitolino alle Politiche sociali da Nps (Network persone sieropositive), ha coinvolto il coordinamento romano Hiv (ha messo a disposizione 70 volontari formati), la Farmacap (ha fornito il camper sanitario e il materiale di consumo per i prelievi), l'Istituto Superiore di Sanità, la Regione Lazio e le tre strutture sanitarie Irccs Lazzaro Spallanzani, Policlinico Tor Vergata, Policlinico Umberto I (hanno messo a disposizione le equipe sanitarie per il counseling e i test).

"E' stato un test importante anche per la sanità italiana - dice l'assessore capitolino alle Politiche sociali, Raffaela Milan- che ci ha dimostrato come sia possibile fare uscire la tutela della salute dalle mura degli ospedali per andare sulle strade della città, trovando maturità e attenzione, anche su un tema difficile come l'Hiv. Ringrazio tutti - prosegue Milano - coloro che hanno partecipato con entusiasmo: le associazioni, gli infermieri e i medici, i creativi che hanno elaborato la campagna, le aziende e le istituzioni sanitarie, i mass media e soprattutto i cittadini che hanno capito quanto sia importante prendersi cura della propria salute e di quella dei propri cari. In questo periodo estivo - conclude l'assessore - è necessario non abbassare la guardia sui rischi dell'Hiv ed intensificare a tutti i livelli l'informazione su questo tema". Soddisfatta anche Rosaria Iardino, presidente di Nps-Italia: "Il risultato raggiunto si deve alla proficua collaborazione tra associazioni, istituzioni e aziende ospedaliere".

(Enu/Dire) - 07/08/07 - diregiovani.it

Ubriaca alla guida uccide turisti rumeni

Venezia: ubriaca alla guida uccide sulle strisce turisti rumeni


E' in cella la donna di Fiesso d'Artico (Venezia) che, ubriaca alla guida, ha travolto e ucciso una coppia di turisti rumeni. I due erano sulle strisce pedonali.

E' accusata di omicidio colposo la donna che ha investito sulle strisce pedonali due turisti rumeni. Paolo Castegnato, 44 anni, di Fiesso d'Artico (Venezia) è stata sottoposto questa mattina a test tossicologico, dal quale è risultato che aveva assunto alcol. Le vittime si chiamavano Georg e Mariana Duta, rispettivamente di 47 e 45 anni.

07/08/2007 - unionesarda.it

Decalogo contro le meduse

La medusa è un animaletto marino dei celenterati, dal corpo gelatinoso a forma di ombrello, orlato da una frangia di sottili filamenti prensili e urticanti.

Le meduse, specie in estate, rappresentano un incubo per i bagnanti. Infatti hanno già fatto 15 mila “vittime” sulle coste spagnole, dove evidentemente il fenomeno è tenuto sottocontrollo. Tuttavia le loro punture non sono pericolose, soprattutto se si ricorre ai rimedi giusti.

Mentre infatti le specie tropicali del Pacifico possono avere effetti mortali su chi viene colpito, quelle che popolano le coste del Mediterraneo in genere causano solo arrossamenti, pruriti e piccoli spaventi.

Le dolorose punture sono causate dai cnidociti, cellule specializzate che, se stimolate, reagiscono emettendo una specie di micro-frusta, alla cui estremità è presente una sostanza urticante.

Il Consorzio Mediterraneo, struttura di ricerca della Lega Pesca, e il Centro Studi hanno stilato un decalogo che indica come difendersi e per chiarire quali sono gli interventi di primo soccorso da mettere subito in atto se si viene punti.

Ecco il DECALOGO:


1) Evitare di strofinarsi occhi e bocca
2) Non lavare la parte con acqua dolce perchè favorisce la produzione di neurotossine, capaci di causare danni a livello del sistema nervoso centrale
3) Non utilizzare acqua fredda o ghiaccio
4) Non grattarsi, in quanto ciò stimolerebbe l'attività muscolare, mettendo in circolo più velocemente la sostanza tossica
5) Lavare la parte colpita con acqua di mare e disinfettarla con bicarbonato
6) Evitare l'utilizzo, secondo quanto consigliato dalle credenze popolari, di impacchi con aceto o ammoniaca, perchè sulla loro efficacia la medicina moderna ha avanzato numerosi dubbi
7) È sconsigliato anche l'uso di alcool che può stimolare l'apertura dei nematocisti, le cellule urticanti delle meduse
8) Prima di utilizzare creme o pomate chiedere sempre il parere di un medico o di uno specialista
9) Non rimuovere i frammenti dei tentacoli con pinzette, utilizzare, invece, le mani, per evitare di lacerare i tessuti e causare la fuoriuscita di tossine dannose
10) Se presi dalla disperazione, come rimedio estremo, usare pomate antistaminiche o cortisoniche, ma sempre sotto il controllo di un medico

Nei tempi antichi quando i pescatori venivano a contatto con le meduse si curavano con “il fai da te”, cioè cospargevano della loro urina la parte colpita.

Quando ci si deve preoccupare effettivamente? Solo quando si evidenziano una forte reazione cutanea, crisi respiratoria, pallore, sudorazione e disorientamento. In questo caso è consigliabile ricorrere ad un Pronto Soccorso.


07/08/07 - napoli.com

Stuprata al parco dal branco

Stuprata al parco dal branco dopo il festino con droga e alcol


Una serata tra amici, conclusa tragicamente nel buio del parco Lambro. Presa da un «branco» di nove suoi connazionali tra i 20 e i 30 anni e violentata a turno, per un paio d´ore. Poi riaccompagnata a casa, come nulla fosse, con una minaccia però: se racconti qualcosa sei morta.
È questo l´inferno ricostruito in lacrime ieri mattina da una ragazza di 17 anni, cinese, residente regolarmente a Milano, quando si è presentata in questura. Secondo quanto ha raccontato agli agenti, al termine di una serata in un locale, è stata condotta a bordo di un´autovettura di un amico, al parco Lambro. Almeno sei i ragazzi che l´avrebbero stuprata, mentre gli altri, senza muovere un dito, avrebbero guardato. Sembra che durante la cena, oltre all´alcol, nel gruppo siano anche spuntate sostanze stupefacenti.

Tre, fino a ieri sera, le persone fermate su disposizione del pubblico ministero Alessandra Dolci. Sono accusati di concorso in violenza sessuale. Quando ieri pomeriggio sono stati accompagnati in procura, prima di finire nel carcere di San Vittore avrebbero anche ammesso le loro responsabilità, ridimensionando però i rispettivi ruoli, cercando di fare rientrare l´episodio in una festa che è degenerata. Nulla di più.
Si cercano, però, in tutto, altre sei persone. I primi due arrestati, di età vicina ai 30 anni, regolari, vivono e lavorano nella zona di via Paolo Sarpi, nel cuore di Chinatown. Sembra che la giovane conoscesse uno degli appartenenti al gruppo e che quest´ultimo l´abbia attirata in questa sorta di trappola. Resta da capire se ci fosse qualcosa di pianificato, o se invece il frutto della serata sia da ricercare in pura follia.
Dopo la denuncia, ieri mattina, la ragazzina è stata accompagnata alla clinica Mangiagalli per gli accertamenti del caso. Appena gli agenti hanno avuto la conferma dello stupro, sono scattate le indagini, non facilissime visto che la vittima era in preda a un forte stato di choc. Anche se nel suo racconto non ci sono state reticenze, omissioni. La ragazza ha fatto i nomi di chi l´ha violentata, per nulla intimidita dalle loro minacce, da quelle parole intimidatorie che ancora le ronzavano nella testa.
Questa mattina il gip dovrà valutare se questa ricostruzione è credibile, definire i ruoli avuti dai singoli componenti del branco. Al momento, cercare di capire cosa sia scattato nella testa degli indagati, non è la priorità, ammesso che si riuscirà mai a saperlo.


07/08/07 - Franco Capitano - espresso.repubblica.it

Leonardo La Torre risponde alle critiche

Leonardo La Torre risponde alle critiche sulla 'Foire d'eté' e la 'Veilla d'Etsatèn'


«Sono sorpreso ed amareggiato». Leonardo La Torre, assessore regionale alle attività produttive, non nasconde la propria delusione per le critiche che gli sono state mosse da più parti per i sostanziali cambiamenti che ha portato alla 'Foire d'eté' ed alla creazione della 'Veillà d'Etsatèn' in programma sabato 11 e domenica 12 agosto prossimi: «dal mese di febbraio scorso siamo impegnati nell'organizzazione della 39esima 'Foire d'eté' e della 'Veillà d'Etsatèn' - spiega l'assessore - per far sì che la manifestazione estiva venga sempre meno ricordata come la 'sorella minore' della 'Fiera di Sant'Orso' invernale e che possa finalmente godere di luce propria e non riflessa. Per la prima volta, il programma della 'Foire d'eté' si articolerà in due giornate e le iniziative proposte nella 'Veillà', organizzate con la collaborazione degli assessorati all'istruzione, turismo ed agricoltura, del Comune di Aosta e dalla 'Chambre' sono molteplici e volte a soddisfare le esigenze di tutti: grandi e piccini, amanti della musica, intenditori di storia e cultura, appassionati di vecchi mestieri e della tradizione culinaria valdostana. Ci aspettiamo un afflusso considerevole di visitatori, siano essi residenti o turisti, in considerazione della campagna pubblicitaria condotta sia in ambito nazionale che sul territorio regionale».


«Come accade in ogni famiglia che si rispetti - continua La Torre - credo sia buona abitudine che i 'padroni di casa' offrano un brindisi agli ospiti presenti. Sono pretestuose le argomentazioni che intendono collegare la distribuzione gratuita di birra al fenomeno dell'alcolismo perché credo che ottomila bicchieri da 33 centilitri verranno esauriti presumibilmente in un paio d'ore, sicuramente entro le 22.30. La 'Veillà d'Etsatèn – la notte dell'artigianato in festa' è stata definita in questo modo perché rappresenta l'incontro conviviale del mondo artigianale valdostano presentando, lungo le vie del centro storico di Aosta, dimostrazioni di lavorazioni tradizionali ad opera di artigiani locali, oltre all'iniziativa in piazza Narbonne dedicata alla filiera del legno».
«Mi auguro che i due giorni della 'Foire d'eté' e la relativa 'Veillà d'Etsatèn' - conclude l'assessore regionale alle attività produttive - non diventino un pretesto di discordia tra gli Enti ma un punto di forza nella programmazione estiva delle manifestazioni regionali che vogliono a rendere sempre più accattivante il soggiorno in Valle d'Aosta di turisti e residenti».


07/08/07 - 12vda.it

La pedofilia online

La pedofilia online: un business di 13 milioni di dollari al giorno


Tredici milioni di dollari è il giro d'affari quotidiano che ruota attorno alla pedofilia online. Telefono Arcobaleno, una delle associazioni più attive contro questo reato in continua cerscita, ha pubblicato alcuni giorni fa il rapporto relativo ai primi sei mesi del 2007.


Gia nelle scorse settimane ci eravamo soffermati su questa problematica:


La pedofilia online è sempre di più un business. Non c'è, quindi, solo l'aspetto del reato (che è ciò che più ci preoccupa), ma anche quello economico. E' un po' come nel caso della prostituzione: ci girano intorno talmente tanti soldi che il tentativo di smantellamento è reso ancor più complicato (Sapete cos'è successo in Second Life?).


Occupiamoci, ora, dei "tristi" guadagni fatti intorno alla pedofilia online, per mettere in evidenza uno dei mercati più vergognosi e riprovevoli in circolazione.


Telefono Arcobaleno è l’organizzazione che ha adeguato, nel tempo, gli strumenti di contrasto all’evolversi del fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori ad opera di vere e proprie organizzazioni criminali internazionali.


Telefono Arcobaleno, nel suo primo monitoraggio del 2007, segnala una ripresa della crescita del numero di siti pedofili (nel 2006 si era registrata per la prima volta una lieve diminuzione della pedofilia on line).


Nel Rapporto, si legge:


"Il pedo business affina e muta continuamente metodi e tecnologie di azione e di dissimulazione:


- infiltrando ovunque e sistematicamente la promozione di siti pedofili a pagamento e giungendo ben al di fuori dei confini della comunità pedofila, con la contaminazione quotidiana di spazi e servizi internet del tutto estranei e ignari utilizzando con sempre maggiore intensità i “masked files”, ovvero distribuendo filmati o serie di foto in file dissimulati e protetti, pubblicati nei moltissimi e multiformi servizi di storage presenti in internet e resi noti in un passaparola virtuale a sua volta protetto nascosto


- varia costantemente la distribuzione/concentrazione geografica dei siti segnalati; diversità che riflette, però, unicamente la "convenienza" del pedo business di localizzare le proprie attività nei Paesi e negli ISP-HOST ritenuti di volta in volta più agevoli


A livello economico, un sito pedopornografico a pagamento genera un numero spaventoso di visitatori ogni giorno: da 7000 fino a 20.000. L'abbonamento per 30 film costa circa 500 dollari. Per avere un centinaio di foto, invece, si pagano circa 80 dollari.


Fatevi voi i conti.


07/08/07 - economiaefinanza.blogosfere.it

Nuovo farmaco per l'HIV

AIDS/ NUOVO FARMACO ANTI-HIV, VIA LIBERA DELLA FDA IN USA


Washington, 7 ago. (Ap) - La Food and Drug Administration (Fda), l'agenzia sanitaria americana, ha dato il suo via libera a un nuovo farmaco anti-Hiv, specificando che è destinato ai pazienti che non hanno altre opzioni a causa dei suoi possibili effetti a lungo termine.


Il Selzentry del gigante farmaceutico Pfizer - che si chiamerà Celsentri fuori degli Stati Uniti - è il primo farmaco a bloccare il recettore Ccr5, la "porta" che il virus dell'Aids spesso forza per penetrare nei globuli bianchi.


La Pfizer ha reso noto che il suo nuovo prodotto, che risponde al nome himico di maraviroc, sarà disponibile il mese prossimo. Non è stato tuttavia reso noto il prezzo a cui sarà messo in commercio.


La Fda ha approvato il Selzentry dopo essere pervenuta alla conclusione che alcuni pazienti difficili da curare avevano bisogno di questa possibilità. L'agenzia americana ha comunque chiesto alla Pfizer di condurre ulteriori ricerche al fine di valutare gli effetti secondari della nuova molecola.


Per i pazienti interessati, nei quali il virus sviluppa resistenze ai medicinali esistenti, i vantaggi del Selzentry "controbilanciano ampiamente i rischi", ha assicurato il dottor Debra Birnkrant, responsabile del dipartimento Hiv della Fda. Tra gli effetti indesiderabili figurano gravi danni al fegato e problemi cardiovascolari e respiratori.



07/08/07 - notizie.alice.it

2 bambini muoiono giocando con razzo

Gaza, due bambini muoiono giocando con un razzo


I militanti palestinesi usano la zona di frequente come rampa di lancio per i razzi contro Israele


Due bambini sono morti e cinque sono rimasti feriti nell’esplosione nella Striscia di Gaza: si tratta dell’ultimo bilancio fornito dalle autorità mediche palestinesi secondo le quali un secondo bambino è deceduto all’ospedale per le ferite riportate. Un precedente bilancio segnalava il decesso di una bambina di sei anni.

Sarebbe stata una tragica fatalità a provocare la tragedia nei pressi del villaggio di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Secondo testimoni, un gruppo di bambini si sarebbe imbattuto in un razzo artigianale o in un proiettile da mortaio, cominciandovi a giocare e provocandone l’esplosione.I militanti palestinesi usano la zona di frequente come rampa di lancio per i razzi contro Israele.


07/08/07 - lastampa.it

Libera o no?

Secondo la giornalista Patricia Poleo, Ingrid Betancourt potrebbe essere libera e sarebbe in Venezuela, in un villaggio dello Stato di Apure controllata a vista da 300 uomini armati


La notizia è giunta inaspettata nella tarda mattinata di ieri (in Italia tardo pomeriggio): Ingrid Betancourt sequestrata cinque anni fa dalle Farc (il gruppo guerrigliero colombiano d'ispirazione marxista) potrebbe essere liberata molto presto e si troverebbe già in territorio venezuelano, in un villaggio dello Stato di Apure, controllata a vista da un mini esercito formato da 300 uomini Farc. Le fonti ufficiali smentiscono. I familiari dicono che la notizia è inverosimile.


Notizia vera?.

A darla Patrizia Poleo, giornalista venezuelana attualmente a Miami e accusata dalla giustizia di Caracas di essere la mandante dell'omicidio del giudice Danilo Anderson che stava indagando sul colpo di Stato in Venezuela dell'aprile 2002. Stupisce, però, che una notizia così delicata e importante arrivi da Miami e proprio da una persona distante anni luce dalla politica del presidente Chavez.
Possibile? A pensarci la notizia potrebbe anche avere un fondamento. La recente liberazione di Rodrigo Granda, avvenuta nei primissimi giorni di giugno, uno dei leader storici delle Farc e considerato una sorta di capo relazioni esterne del movimento guerrigliero, potrebbe far pensare che abbia lavorato fino a oggi affinché questa liberazione potesse avere luogo. C'è dell'altro. L'attuale presidente francese Nicolas Sarkozy, dopo essere stato eletto, ha subito mostrato l'intenzione di arrivare alla fine di questa vicenda e ha fatto molto affidamento sulla mediazione di Granda. Anche Nolberto Herrera, dirigente dell'ordine dei giornalisti del Venezuela, la pensa così. “Effettivamente la notizia potrebbe essere vera anche perchè è giunta a noi da fonti che noi consideriamo piuttosto attendibili. Qui se ne parla e le voci di corridoio potrebbero essere vere. Il lavoro di mediazione di Rodrigo Granda e del Ministro delle Relazioni Esterne del nostro Paese potrebbe raggiungere lo scopo della liberazione dell'ex candidata presidenziale. Ma secondo me siamo ancora in una fase di lavoro molto intensa”. Astrid, la sorella della Betancourt, sostiene che la notizia potrebbe non essere inverosimile. Ma non aggiunge una parola di più.


L'intreccio.

Comunque sia la notizia ha aperto uno scenario internazionale davvero degno di un film di James Bond. Da un lato la Colombia con quattro decenni di guerriglia sulle spalle e con il suo presidente Uribe che a giugno ha liberato decine di uomini Farc. Dall'altra la Francia del presidente Sarkozy, che subito si è dimostrata fermamente convinta a portare a termine la storia del sequestro che va avanti ormai da troppo tempo. E in mezzo il Venezuela del bolivariano Chavez, disponibile a mediare in qualsiasi modo (si dice che sia proprio lui il tramite fra le Farc e il governo di Parigi) e che se le cose andassero per il verso giusto guadagnerebbe stima e prestigio internazionale. Inoltre, secondo quanto affermato dalla Poleo nell'intervista, il buon esito della trattativa 'Betancourt' potrebbe consentire a Chavez di chiedere al presidente Sarkozy l'estradizione di Carlos, il temibile terrorista attualmente detenuto nelle carceri francesi.

Intanto, Olivier Roubi della Federation Internationale des Comites Ingrid Betancourt smentisce categoricamente la notizia della liberazione: “Noi non abbiamo notizie in questo senso. Abbiamo verificato presso le fonti istituzionali e per quanto ci riguarda la notizia è priva di ogni fondamento”.


Alessandro Grandi - 07/08/07 - peacereporter.net

Il codice fa flop: neanche l’effetto annuncio

Purtroppo non è cambiato niente. A giudicare dai numeri, nel primo fine-settimana del «pugno di ferro», la svolta sulle strade non c'è stata. Il primo significativo test - quello dell'esodo e del «bollino nero» - ha dato ragione ai pessimisti: le misure di inasprimento del codice della strada introdotte venerdì scorso dal governo non hanno avuto impatto significativo sul comportamento degli automobilisti. Tanto che - per ora - si esclude anche l'«effetto annuncio».
Sono 39 - secondo i dati di polizia stradale e carabinieri - le persone che hanno perso la vita nei 37 incidenti mortali avvenuti nel weekend appena trascorso. La stessa identica cifra dell'ultimo fine settimana di luglio. Se si confrontano con lo stesso periodo del 2006, i dati addirittura rilevano un incremento, e probabilmente saliranno ancora con il computo degli incidenti su strade cittadine e locali.
Lo sforzo di stradale e carabinieri c'è stato: 36.580 le pattuglie uscite in strada (486 in più della settimana prima). È verosimile che abbiano fermato circa 400mila persone. Ufficiale il numero dei controlli con l'etilometro: 12.455, rispetto agli 11.018 precedenti. Addirittura 26.487 le violazioni al codice rilevate (contro 24.425), 37mila i punti decurtati (anch'essi in aumento rispetto ai 34mila del 28-29 luglio). Cresciuto anche il numero delle patenti ritirate: 1.471 contro le 1.432 di sette giorni prima. Ma il dettaglio dei dati sull'attività della stradale sembra dimostrare l'irrilevanza del decreto Bianchi: i ritiri della patente per guida in stato d'ebbrezza sono stati 866,7 in più dell'ultimo weekend di agosto. In crescita anche i provvedimenti per chi è stato «beccato» al volante sotto l'effetto di stupefacenti: 137 contro 39. Le contravvenzioni per uso di cellulari e altri dispositivi senza auricolare sono state 467: 38 in più.
Il governo spera che sia solo rimandato, ma per ora non c'è stato neanche alcun significativo «effetto annuncio» della «tolleranza zero». Nell'ultimo fine settimana di luglio - dati della stradale - le contravvenzioni per guida sotto l'effetto dell’alcol erano state 561. Nel weekend appena trascorso sono state accertate 489 violazioni. Un calo, ma niente a che vedere con quello che si registrò nel primo settimana di applicazione della «patente a punti».


Il primo test fu il fine settimana del 5-6 luglio 2003, e il confronto è con quello del 28-29 giugno. In quei due giorni erano state 464 le persone fermate dalla stradale per aver bevuto troppo. Sette giorni dopo, l’introduzione della novità - i punti a scalare - li ridussero a 208, meno della metà. Un fenomeno che stavolta non si è ripetuto.Dati alla mano, sono continuate le critiche delle associazioni delle vittime e dei consumatori, come l’Aduc di Vincenzo Donvito: «Che il decreto legge approvato dal governo per migliorare la sicurezza stradale fosse un provvedimento agostano e di facciata, per dimostrare di essere in grado di far fronte all’emergenza ma senza farlo realmente, lo avevamo già rilevato. Purtroppo, alla prima prova di traffico intenso di weekend ne abbiamo avuto conferma con le stragi che sono state registrate».Undici le vittime contate solo dalla mezzanotte di sabato alle 20 di domenica. Se ne sono aggiunte molte altre.
Una persona è morta e un'altra è rimasta ferita in un incidente avvenuto lungo una strada provinciale brindisina. Ma è morta anche la giovane spagnola di 35 anni rimasta coinvolta ieri in un tragico incidente sulla statale Romea, a una decina di chilometri da Ravenna. Nell’impatto con una roulotte che, sganciatasi dal traino aveva invaso la corsia opposta, aveva già perso la vita ieri un motociclista spagnolo.
Un trentasettenne ha perso la vita ieri mattina lungo la Potenza-Melfi. Viaggiava insieme a un’altra persona su un’auto che per cause da accertare si è scontrata con un autobus nei pressi dello svincolo per Tiera di Avigliano, ed è morto all´istante.
Molte vittime fra i centauri: nella notte fra domenica e lunedì è morto un motociclista di 29 anni, originario di Verbania. Ha perso il controllo del suo mezzo e si è schiantato contro una barriera di sicurezza di cemento.


07/08/07 - ilgiornale.it

Arabia Saudita. Decapitati per droga e rapina

Cinque pachistani e un nigeriano sono stati decapitati in Arabia Saudita dopo essere stati riconosciuti colpevoli di traffico di droga e rapina a mano armata.

Un comunicato del Ministero dell'Interno, diffuso dall'agenzia ufficiale Spa, precisa che due dei pachistani - Omar Sardar e Jahangir Zarin Bin Adam Khan Mhanid - sono stati messi a morte rispettivamente a Riad e Gedda per traffico di droga.

Gli altri tre pachistani, Adnan Mohammad Ishfak, Zuhair Hossein Mohammad e Mohammad Naaman Mohammad, decapitati nella capitale, erano stati riconosciuti colpevoli di aver formato una banda specializzata in rapine, soprattutto a tassisti.

Nella provincia di Gedda è stato messo a morte il nigeriano, Nureddin Mohammad, condannato per traffico di cocaina, che nascondeva nello stomaco.

Le esecuzioni, mediante decapitazione con sciabola, avvengono in genere in pubblico. I reati per i quali viene inflitta la pena capitale comprendono omicidio, stupro, rapina, traffico di droga, adulterio, omosessualita' e apostasia.

a cura di NtC


07/08/07 - quaderniradicali.it

Assedio alla Chiesa?

Premetto che non credo neanche per un istante alle accuse di molestie rivolte a Don Gelmini, che ho conosciuto e stimato per la sua opera di recupero dei drogati.

Ma ritengo giusto riflettere, e invitare in amicizia Don Pierino a riflettere ancora, sulle cose che ha detto, e poi ritrattato e corretto, a proposito della «lobby ebraico-radical chic» che, a suo dire, vorrebbe danneggiare o addirittura «svenare» la Chiesa di Roma. In qualche modo, sia la sua smentita, che alcune delle cose dette da suoi ammiratori per scusarlo, sono il classico «peggio il tacòn del buso».

Purtroppo non serve spiegare la frase malaugurata con le parole: «Se l’ho detto mi è sfuggito. Intendevo dire loggia massonica-radical chic». Caro Don Gelmini, come ci insegnavano a scuola, «voce dal sen fuggita più richiamar non vale». Non basta proprio dire: «Chiedo scusa agli ebrei, ho molta stima e considerazione per loro».

Grazie, ma non ne abbiamo bisogno. Non vedo perché Lei non dovrebbe stimarci, né più né meno dei non ebrei. E poi agli ebrei, non so perché, le dichiarazioni di particolare stima danno un certo brivido. Comunque, quel che è detto è detto. E mi pare che in un caso come questo - accetti il consiglio di un Suo estimatore - si imponga un bell’esame di coscienza, magari un ritiro dedicato a una riflessione profonda su una idea tanto antica e diffusa quanto ignobile, che evidentemente, povero Don Gelmini, Lei aveva dentro di sé, nel più profondo della coscienza.

Temo che anche la Sua idea della massoneria sia un’idea sciagurata, come lo è il giustificarsi dicendo: «Pensate a quello che è accaduto in America, alla strumentalizzazione sui preti pedofili americani. La Chiesa ha sbagliato a pagare, a indennizzare... Mi sembra ci sia in atto una strategia mondiale di questa lobby che partendo dalla Chiesa americana tende a indebolire la Chiesa tutta. Guardate che non ci sono solo i preti pedofili! I pedofili sono ovunque, anche tra i pastori protestanti». Scusi: ma che c’entrano i pastori protestanti? Ognuno si faccia gli affari suoi!

Mi ha fatto poi sorridere l’osservazione, che voleva essere rassicurante, di Carlo Giovanardi (concittadino e amico), che ci assicura che né lui, né Berlusconi, che pure hanno studiato per anni dai Salesiani, «sono mai stati molestati». Lo spero bene! Non vedo perché si dovrebbe pensare il contrario. Quanto a definire la frase di Don Gelmini, come ha detto l’onorevole Ronchi, «una gaffe», significa non capire affatto la gravità di ciò che è stato detto: quella frase non era una gaffe, ma un reato bello e buono, definito dalla legge «istigazione all’odio razziale».

Ma perdonare è una virtù, e perdonare fa bene a chi perdona come a chi viene perdonato. Rimanendo dunque in piena e fiduciosa attesa che i giudici riconoscano Don Pierino del tutto innocente dall’accusa rivoltagli di pedofilia, trovo però preoccupante l’idea dello stesso Don Pierino che sia in atto un’attività persecutoria della Chiesa. Come dice sempre l’onorevole Ronchi: «Relativismo culturale e clima anticlericale sono assodati». Ma il «relativismo culturale», in buon italiano, altro non è che la libertà di pensiero, che la nostra Costituzione (art. 21), grazie al cielo, riconosce a tutti.

Quanto al «clima anticlericale», e alla presunta persecuzione della Chiesa, faccio mio il commento di Monsignor Giovanni Nicolini, vicario episcopale di Bologna, che cito: «La Chiesa non è un fortino assediato. Se capitasse a me una cosa del genere, non aprirei più bocca, e soprattutto non griderei al complotto contro la Chiesa. A Don Gelmini, consiglio il silenzio di Cristo davanti ai suoi accusatori. Se si smette di urlare, poi si scopre che non esiste nessun accanimento anticlericale nella nostra società, anzi noi cattolici siamo molto stimati. La vera lacerazione non è tra la Chiesa e il mondo, ma dentro la Chiesa. Allargare alla Chiesa le vicende personali è la vera minaccia antiecclesiale».

Parole sante, che ci piacerebbe sentir ripetere dai più alti livelli della gerarchia. L’idea, un po’ grottesca, che i cattolici siano perseguitati (lasciatelo dire a un ebreo, che di persecuzioni ha una certa esperienza), non nasce, purtroppo, da Don Pierino. A cui rivolgo tutti i miei auguri di continuare, in serenità, l’opera buona a cui ha dedicato, meglio che poteva, la sua vita.

07/08/07 - ARRIGO LEVI - lastampa.it

Violenza di gruppo: erano in 9

VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO: IN 9 HANNO STUPRATO 17ENNE


Sarebbero stati in nove, tutti cinesi, i componenti del branco che ha selvaggiamente violentato una diciassettenne, anch'essa di nazionalita' cinese, stamane, a bordo di un'automobile, nel parco Lambro di Milano. Il pm Alessandra Dolci ha disposto tre decreti di fermo nei confronti di tre di loro. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire le identita' degli altri sei denunciati dalla giovanissima vittima, che ha sporto denuncia alla questura, dopo essere stata visitata alla clinica Mangiagalli del capoluogo lombardo. A quanto si e' appreso, i nove che hanno partecipato ai ripetuti abusi sessuali sono in permesso di regolare permesso di soggiorno e hanno tutti sui trent'anni. I due interrogati nel pomeriggio dal pubblico ministero hanno sostanzialmente ammesso di aver partecipato alla violenza di gruppo. Domani il gip dovrebbe decidere sulla convalida dei tre fermi.


07/08/07 - repubblica.it

Lecce – Morto per allergia: 8 indagati

Ristoratori, camerieri, un gelataio, un banconista, medici e infermieri di due “pronto soccorso” sotto inchiesta per il decesso dello studente universitario di 21 anni che non poteva mangiare derivati del latte

LECCE – Otto persone – ristoratori, camerieri, un gelataio, un banconista, medici e infermieri di due “pronto soccorso” – sono stati iscritti nel registro degli indagati dal Pm della Procura di Lecce Guglielmo Cataldi che indaga sulla morte di uno studente universitario padovano di 21 anni, Roberto Ianne. Viene ipotizzato che al giovane, intollerante al latte e ai suoi derivati, sia stato somministrato cibo con derivati del latte nonostante avesse segnalato l’intolleranza. La morte è avvenuta lo scorso 4 agosto. Gli otto indagati sono i proprietari della pizzeria di Gallipoli dove venerdì sera, 3 agosto, Ianne ha mangiato una pizza insieme con amici, segnalando al momento dell’ordinazione l'intolleranza alimentare; la titolare della gelateria dove il giovane ha poi assaggiato una granita e la banconista che gliel'ha servita; l’infermiere del pronto soccorso estivo di Torre Lapillo dove si era recato per un primo consulto; medici del 118 e del pronto soccorso dell’ospedale di Copertino dove poi è morto. In giornata è stata compiuta l’autopsia dal medico legale Alberto Tortorella. L’esame, a quanto si è appreso, avrebbe confermato una «violenta reazione allergica». Il risultato degli accertamenti istologici, che saranno disponibili non prima di un mese, chiariranno se nella pizza o nel gelato c'erano latte o suoi derivati. Ianne era nel Salento per trascorrere le vacanze a Carmiano, paese natale dei genitori che a Padova gestiscono una pizzeria.

6/8/2007 - lagazzettadelmezzogiorno.it

Basta guerre nel mondo!