Bari, velocità massima 30 km/h “per lutto

Lo ha deciso il sindaco, Michele Emiliano, per sollecitare un maggiore senso di responsabilità negli automobilisti


BARI – Domani a Bari giornata di lutto cittadino per le vittime degli incidenti stradali. La decisione è stata dal sindaco, Michele Emiliano, per richiamare tutti a un maggiore senso di responsabilità e a un comportamento più corretto sulle strade, all’indomani di una giornata di sangue domenica scorsa, quando cinque persone morirono in diversi incidenti in città.

Per la giornata di domani Emiliano invita tutti i cittadini a non superare i 30 km all’ora in auto, sulle strade cittadine. «Un piccolo gesto – afferma in un messaggio alla città diffuso oggi – dal grande valore simbolico. Un invito non coercitivo, senza sanzioni, se non quella, mi auguro, della coscienza di ciascuno di noi».

Si dice – afferma Emiliano – che gli incidenti avvengano «per colpa dell’alcol, delle droghe, delle strade, delle discoteche. Non è vero. La colpa è la nostra. Siamo noi gli assassini di chi muore per strada. Lo siamo ogni volta che sorridiamo accondiscendenti guardando una moto che impenna. Siamo assassini ogni volta che pensiamo che un bicchiere in più, prima di metterci alla guida, in fondo, non può farci male. Siamo noi, i colpevoli, ogni volta che scegliamo di prendere l’automobile per spostarci di poche centinaia di metri. E siamo complici ogni volta che guardiamo lo spot di un’auto che «fa da zero a cento in sette secondi», senza chiederci a cosa serva quell'auto, se non a fare da zero a cento morti in poche settimane».

«Qualcuno – prosegue il sindaco – dice che i morti sulla strada sono il dazio da pagare alla civiltà, il sacrificio necessario che il progresso esige. Se questa è la civiltà, se questo è il progresso, sarebbe meglio fermare tutto. Ma ci dicono che fermarsi non è possibile: allora proviamo almeno a rallentare».

14/7/2007 - lagazzettadelmezzogiorno.it

E' l'italia che va!

Sì, va forte in auto. Crescono del 21%, nei primi 6 mesi del 2007, le violazioni per superamento dei limiti. Addirittura dell'80% quelle per gare in velocità su strada.

Certo si può proprio dire che "E' l'Italia che va" come dice Ron in una sua canzone. Ma va forte su strada. Infatti nei primi 6 mesi del 2007, secondo i dati della Polizia Stradale (www.poliziadistato.it), le sanzioni contestate per superamento dei limiti di velocità e accertate con i misuratori di velocità, hanno toccato quota 565.376, con un aumento del 21,5% rispetto alle 465.124 dello stesso periodo del 2006.

Qualche malizioso dirà che il merito è tutto dei nuovi sistemi Tutor installati nella rete autostradale.

Errore! Sulla rete autostradale le sanzioni per superamento dei limiti sono aumentate sì, ma meno che nella rete ordinaria. L'incremento delle sanzioni per i conducenti del piede pesante è stato del 10,3% sulla rete, mentre sulle rimanenti strade le sanzioni per l'art. 142 C.d.S. sono cresciute ben del 34,4%.

Un altro aspetto crea sorpresa e preoccupazione. Sono aumentate sensibilmente le violazioni per le gare in velocità su strada (Art. 9 bis e ter C.d.S.), con un incremento dell'81,8% essendo passate da 110 del 2006 a 200 del primo semestre 2007. In questo caso l'aumento è molto più significativo proprio per le sanzioni rilevate dalla Polstrada nella rete autostradale +270% (erano 27 lo scorso anno sono diventate 100 nel 2007) e +20,5% sulla rete ordinaria.

La velocità tira ancora molto, troppo. I gravissimi incidenti degli ultimi fine settimana - secondo l'Asaps - dimostrano, che insieme all'alcol, la velocità è la causa principale degli incidenti e quanto meno della gravità delle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Velocità e alcol sono da perseguire con la massima intransigenza.

14/07/2007 - ilquotidiano.it

Droga, il grande silenzio

Caro Direttore,titolo più appropriato non si poteva dare ad un film di grande levatura, che tutti avrebbero dovuto vedere, perché questa società così frenetica, schizzata, non sa più cos'è la contemplazione, l'umiltà ed anche la felicità.

Siamo troppo pieni di noi stessi che non ci accorgiamo di quanto accade intorno a noi; le nostre giornate sono scandite ininterrottamente dalle lancette dell'orologio, il più delle volte non abbiamo tempo per ascoltare gli altri e figuriamoci se abbiamo tempo per ascoltare noi stessi...

Siamo un popolo di contestatori scontenti, qualunque argomento venga trattato siamo pronti con l'ascia di guerra e, a suon di critiche, inveiamo contro tutto e tutti. Il motivo per cui, però, ho citato "il grande silenzio" è semplicemente per evidenziare il grande mutismo il giorno dopo il 26 Giugno, "giornata mondiale contro la droga".

Non passa giorno che notizie sugli abusi di sostanze stupefacenti, alcol, farmaci siano riportate, più o meno a grandi lettere, sui nostri giornali. Oggi invece, notizie blande, senza grande rilievo. Poche parole rivolte ai Sert che risultano essere ormai in condizioni inadeguate, fatiscenti sia come struttura che come preparazione per affrontare le attuali emergenze, strutture a cui saranno destinati, ancora una volta, un tot di fondi e che, stando alle informazioni del ministro Ferrero, non concordano affatto con quanto dichiarato da lui pubblicamente ed a cui faccio riferimento: "Una campagna di prevenzione che non prenda come punto di riferimento l'ultimo elemento del consumo di sostanze, ma che parta dall'origine e riguardi ogni sostanza in grado di alterare la percezione della realtà'".

Mi sento, a questo punto, veramente parte integrante del popolo di contestatori scontenti che ho citato prima, perché come operatore volontario dell'Associazione Narconon Sud Europa (Milano - Tel. 02/36589162) che si occupa di prevenzione ritengo questi giochi di potere e politici assolutamente degradanti, per quelli che non sono ancora schizzati del tutto.

Non pretendo un'utopica società delle fiabe, ma sicuramente mi metto in gioco per poterla migliorare. Lo dovrebbe fare anche qualcun altro, anziché sedersi nei vari "gironi" di camera e senato e per farlo potrebbe incominciare con il vivere, in prima persona, il quotidiano di tutti i "mortali".

Pinuccia Cambieri

Via Leoncavallo, 8 - 20131 MilanoTel. 02/36589162 Fax. 02/36589167pinuccia@prevenzionedroghe.org

14 luglio 2007 - ilmessaggero.it

Violenta rumena 16enne

Violenta rumena 16enne: un arresto ad Orta Nova


Ha violentato una rumena di 16 anni incinta di 5 mesi e per questo motivo è stato arrestato. Si tratta di un 37enne sorvegliato speciale con precedenti penali contro il patrimonio di Orta Nova. L'uomo, un proprietario agricolo, nei giorni scorsi avrebbe offerto lavoro e alloggio ad una coppia di rumeni. Poi con una scusa avrebbe adescato la 16enne abusando sessualmente di lei. Fortunatamente la violenza non è stata letale per il feto. Solo dopo alcuni giorni la rumena ha e avuto il coraggio di recarsi dai carabinieri e denunciare l'accaduto. Il 37enne è stato arrestato con l'accusa di "violenza sessuale aggravata". I Carabinieri di Manfredonia hanno tratto in arresto un cittadino di Manfredonia di 45 anni, perchè deve scontare una condanna per il reato di violenza sessuale per fatti commessi in provincia di Brescia, nel del 2000; mentre i militari di Monte Sant'Angelo hanno ammanettato un 79enne del posto per abusi sessuali compiuti di minori negli anni 2000 e 2001.

Tatiana Bellizzi - 14.07.07 - teleradioerre.it

Day Surgery Odontoiatrica per disabili al Galliera

AL GALLIERA ATTIVATO IL NUOVO SERVIZIO DI DAY SURGERY ODONTOIATRICA PER PAZIENTI FRAGILI

GENOVA. 14 LUG. All'Ospedale Galliera è attivo- presso la SC di Odontostomatologia, diretta dal Dott. Paolo Balbi- il nuovo servizio di Day Surgery Odontoiatrica dedicata alla cura conservativa e riabilitativa dei pazienti disabili o con particolari patologie complementari che potrebbero rendere difficoltoso anche un semplice trattamento in strutture non peculiarmente predisposte. Un innovativo servizio di chirurgia in giornata, il primo nell'area metropolitana, che consente di eseguire la terapia odontoiatrica (dalla semplice carie, all'estrazione di denti, fino agli interventi più complessi)- in un ambiente protetto- su tutti quei pazienti (collaboranti e non) che richiedono un trattamento personalizzato in quanto portatori di particolari patologie: malattie del sangue con problemi di coagulazione, disturbi pschici, gravi handicap fisici, malattie del sistema cardiocircolatorio, malattie dell'apparato respiratorio e digerente, malformazioni congenite e allergie. “Prima dell'attivazione di questo servizio – spiega Paolo Balbi- il degente era costretto a un ricovero ordinario. Il vantaggio è che anche questi pazienti potranno usufruire di un servizio personalizzato, completo e veloce, in un ambiente protetto, con la possibilità di dimissione in giornata. E' evidente- conclude Balbi- che si tratta di interventi per cui è richiesta un'estrema accuratezza da parte dell'esecutore in campi operatori ristrettissimi e che rendono indispensabili una completa compliance da parte del paziente”. Con questo sistema risulta anche molto amplio il ventaglio di interventi possibili che comunque data la tipologia del paziente vengono eseguiti in sala operatoria con presenza di anestesista rianimatore ed un team infermieristico altamente specializzato. Sono inclusi in questo insieme i piccoli pazienti in età evolutiva che, anche in assenza di patologie concomitanti, hanno necessità di sottoporsi ad interventi di chirurgia ortodontica di pertinenza odontoiatrica. I pazienti fragili rappresentano il 15% dei degenti trattati dalla SC di Odontostomatologia del Galliera. La nuova procedura consentirà una riduzione dei tempi di attesa per gli utenti. Per accedere al servizio ed effettuare la prenotazione è necessario contattatare i seguenti numeri: 010 5634660 e 010 5634662 dal lun al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30.

14/7/2007 - © Copyright Liguria Notizie - ligurianotizie.it

Picchia la madre e violenta la figlia

Picchia la madre e violenta la figlia, arrestato 49enne

Le indagini sono state avviate dopo il ricovero all'ospedale civile di San Giovanni Rotondo, nel gennaio scorso, della donna, per trauma cranico, varie ecchimosi e contusioni

Foggia, 14 luglio 2007 - Avrebbe tentato di strangolare una cittadina bulgara e avrebbe anche violentato la figlia 15enne della donna. Sono le accuse contestate dai carabinieri della Compagnia di Manfredonia ad un 49enne di Monte S.Angelo che è stato arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale, ripetuti atti sessuali con minorenne e lesioni personali gravissime nei confronti di una cittadina bulgara di 42 anni.

Le indagini sono state avviate dopo il ricovero all'ospedale civile di San Giovanni Rotondo, nel gennaio scorso, della donna, per trauma cranico, varie ecchimosi e contusioni. La 42enne bulgara peraltro subito dopo il ricovero era entrata in coma. I carabinieri, durante le indagini, coordinate dai sostituti procuratori del tribunale di Foggia Alessandra Fini e Paola De Martino, hanno scoperto che l'uomo avrebbe tentato di strangolare la donna, tentando di colpirla anche con un bastone dopo che questa gli aveva annunciato la decisione di ritornare in patria.

L'uomo, dopo l'aggressione, l'avrebbe accompagnata in ospedale a San Giovanni Rotondo, raccontando di un tentativo di suicidio della donna. Le indagini avrebbero portato anche a scoprire che l'uomo avrebbe violentato la figlia minorenne della cittadina bulgara. La ragazza che all'epoca dei fatti - tra il 2005 al marzo 2006 - aveva 15 anni, ha anche tentato il suicidio e abortito.

14.07.07 - © quotidiano.net

Esce dal carcere e la riaggredisce

Denunciato dalla vittima, esce dal carcere e la riaggredisce

Era stato arrestato con l'accusa di aver ripetutamente minacciato e violentato una donna e, dopo essere uscito dal carcere, per vendicarsi ha continuato a perseguitare la sua vittima. Per questo, l'uomo, 38 anni, dello Sri Lanka, è stato di nuovo arrestato dai carabinieri, che sono intervenuti nell'appartamento a Firenze della donna, anche lei dello Sri Lanka, mentre la stava picchiando e torturando con mozziconi di sigaretta.

14.07.07 - ladyradio.it

Le morti dimenticate dei gay iraniani

A Teheran, si muore di frequente per impiccagione a causa di una colpa considerata atroce: l’omosessualità. La pena capitale non è nuova nei confronti dell’amore proibito, ma una nota diffusa da AKI Adnkronos International rivela come imminenti nuove e numerose impiccagioni di omosessuali iraniani.Arcigay nazionale si è fatta promotrice di un appello al Governo Italiano affinché chieda ufficialmente all’Iran di fermare la barbarie verso i gay.
«Sono in corso tentativi di contatto con diversi gruppi e comunità omosessuali del territorio iraniano, per riuscire ad avere i nomi e cognomi dei condannati» ha spiegato Matteo Pegoraro, segretario dell' Arcigay Firenze. Nel frattempo si apprende che un cospicuo gruppo di intellettuali italiani e stranieri sta redigendo un appello a favore dei diritti umani, per chiedere clemenza al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. L’aspettativa dell’associazionismo glbt è che anche dal Governo Italiano, così attento alle questioni legate ai diritti umani nel mondo, arrivi una ferma condanna della barbarie anti-gay in Iran e un invito ufficiale al Governo del Paese arabo affinché riduca l’asprezza verso le persone omosessuali.

Daniele Stefanoni - 14 luglio 2007 - babiloniamagazine.it

Prostituzione, smantellata la gang

FROSINONE — Dai trenta ai sessanta euro per trascorrere un'ora con una donna dell'Est. Oltre 100 donne giunte clandestinamente in Italia per essere avviate alla prostituzione. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Comando provinciale di Frosinone dopo oltre due anni di indagini. Questa notte su ordine di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Frosinone, Marzano, su richiesta del Procuratore della Repubblica, Margherita Gerunda e della sostituto procuratore Tonino Di Bona, sono state eseguite le ordinanze nei confronti di 12 persone. L'accusa nei loro confronti è quella di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nonchè al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, Altre otto persone risulterebbero indagate. le organizzazione criminali operavano intorno all'Avana Club di Alatri, il night club Olimpo di Ferentino e La Bahia di Casamari. Le ragazze venivano sistemate in veri e propri tuguri confort. Ogni sera i titolari dei club davano loro 30 euro.

14.07.07 - iltempo.it

La morte dei bambini causata dall'alcol

Strage sulle strade: morti tre bambini in un incidente provocato da un ubriaco

ROMA (14 luglio) - Tragico incidente nella notte in Campania. A perdere la vita tre bambini di 6, 10 e 11 anni. Ubriaco il 24enne che ha causato l'impatto dove sono morti i tre bambini. Lo scontro, avvenuto sull'A30 Caserta-Salerno al km 43, tra Castel San Giorgio e Nocera Pagani, è stato causato da un tamponamento tra due auto, una Audi A3 guidata da un uomo, Stefano Conte di 24 anni, e un'Alfa 166 a bordo della quale viaggiava la famiglia Molinari che viveva in un paesino in provincia di Salerno, Mercato San Severino.

L'uomo guidava in stato d'ebrezza: forse a causa della poca distanza di sicurezza e, si presume, dell'alta velocità, ha tamponato l'Alfa che è finita contro il guard rail. Niente da fare per i tre bambini, due fratellini di 10 e 11 anni e un cuginetto di 6. Gerardo Molinari e Michele Landi sono giunti già privi di vita all'ospedale, mentre Sabatino Molinari, inizialmente in prognosi riservata, è deceduto nel corso della notte all'ospedale Santobono di Napoli. Alla guida dell'auto c'era Aniello Molinari, imprenditore edile di 45 anni. Con lui la moglie, Anna Vassallo, anche lei di 45 anni. Aniello Molinari è in prognosi riservata, ma non è considerato in pericolo di morte. La moglie, in stato di choc, ha riportato soltanto alcune contusioni.

Al successivo test sulla presenza di alcol nell'organismo effettuato all'ospedale Umberto I di Nocera, l'uomo alla guida dell' Audi A3 ha fatto registrare un tasso pari allo 0,7% superiore al massimo consentito dello 0,5%. L'uomo, indagato per omicidio plurimo colposo, è rimasto solo contuso e ha una prognosi di cinque giorni.

Sgomento e dolore nella frazione Spiano di Mercato San Severino dove vive la famiglia Molinari. Nel piccolo pese, che conta 1500 abitanti, si conoscono tutti e così quando si è diffusa la notizia, e si sono avute le prime tragiche certezze su quanto accaduto, in tanti sono partiti alla volta di Nocera Inferiore dove sono ricoverati i coniugi Molinari e dove, nell'obitorio, giacciono i corpi senza vita di Gerardo Molinari e Michele Landi. Quest'ultimo era giunto da Milano per trascorrere alcuni giorni di vacanza con i propri cuginetti.

14.07.07 - ilmessaggero.it

Ai 30 km/h in segno di lutto

Ai 30 km/h in segno di lutto per le vittime della strada

Il primo cittadino pugliese Michele Emiliano in una nota: "La colpa è la nostra. Siamo noi gli assassini di chi muore per strada". Domani è stato proclamato il lutto cittadino per le vittime della strada dopo il "giovedì nero"

Bari, 14 luglio 2007 - "Si dice che sia colpa dell'alcol, delle droghe, delle strade, delle discoteche. Non è vero. La colpa è la nostra. Siamo noi gli assassini di chi muore per strada". È quanto si legge in una nota di Michele Emiliano, sindaco di Bari dove per domani è stato proclamato il lutto cittadino per le vittime della strada dopo il "giovedì nero" che ha visto in diversi incidenti cinque morti nella città. "Siamo assassini ogni volta che pensiamo che un bicchiere in più, prima di metterci alla guida, in fondo, non può farci male - ha sottolineato il sindaco nel suo messaggio - siamo noi, i colpevoli, ogni volta che scegliamo di prendere l'automobile per spostarci di poche centinaia di metri. E siamo complici ogni volta che guardiamo lo spot di un'auto che 'fa da zero a cento in sette secondì, senza chiederci a cosa serva quell'auto, se non a fare da zero a cento morti in poche settimane. Siamo assassini se non ci chiediamo come sia possibile permettere ancora oggi che queste scatole della morte siano prodotte e pubblicizzate impunemente". Secondo Emiliano "siamo colpevoli quando siamo indifferenti, distratti, superficiali. Quando spegniamo il cervello e smettiamo di pensare. Quando guardiamo lo spettacolo delle lamiere contorte nell'altra corsia, pensando che sarà sempre l'altra corsia, non la nostra. Siamo colpevoli quando riduciamo alla contabilità di un numero da telegiornale il dramma di famiglie distrutte per sempre. Qualcuno dice che i morti sulla strada sono il dazio da pagare alla civiltà, il sacrificio necessario che il progresso esige. Se questa è la civiltà, se questo è il progresso, sarebbe meglio fermare tutto - conclude il messaggio del sindaco. ""Oggi a Bari il Comune, in segno di lutto per le vittime della strada, invita tutti i cittadini a non superare i 30 km all'ora in auto, sulle strade della città. Un piccolo gesto, dal grande valore simbolico. Un invito non coercitivo, senza sanzioni, se non quella, mi auguro, della coscienza di ciascuno di noi".

14.07.07 - © quotidiano.net

Stragi: «Serve un nuovo reato»

Sangue sull’asfalto e alcol nel sangue di chi si mette alla guida, provocando spaventosi incidenti. La cronaca rilancia gli ultimi casi, nella loro drammaticità. E lo fa da un capo all’altro del Paese. Tanto, che l’opinione pubblica, scossa, chiede più rigore. «Urge una riflessione politica sulla norma penale, che prevede i reati di lesioni e omicidio colposo, quando vi sia la violazione del codice della strada». Ad assicurarlo, rompendo il tradizionale riserbo che ne ha contraddistinto l’intera carriera, è Salvatore Cappelleri, da due anni presidente del Tribunale di Crema e da trenta in magistratura. «Le attuali disposizioni di legge vengono percepite come inadeguate», ammette.

«E anche da noi si sono verificati casi gravi». Non cerca eufemismi e soprattutto non si nasconde di fronte a un sentimento che cresce all’indomani di ogni tragedia. Lo definisce un «semplice spunto di riflessione» e premette che compete solo al legislatore «farsi carico del sentire comune». Ma il fatto che Cappelleri accetti di rispondere su un argomento tanto spinoso, denota l’aura di aspettative che si è creata attorno al tema delle cosiddette «stragi». Sul tavolo della discussione lancia un termine che reca in sè una possibile risposta: «Tipicizzare questi reati». E tradotto dal dizionario di chi mastica di diritto, la ricetta suggerita dal magistrato si concretizza nella creazione di un’apposita norma, che preveda e punisca l’omicidio provocato da chi si pone alla guida sotto l’effetto di alcol o stupefacenti. Perchè allo stato attuale, l’articolo di legge che porta alla condanna di chi cagiona un incidente mortale è unico. E l’essersi messo al volante ubriachi rappresenta solo un’aggravante; insomma: una ‘sfumatura’ che può essere cancellata, concedendo le attenuanti generiche, un beneficio spesso correlato al semplice risarcimento del danno. E così può accadere che chi ha provocato la morte per un istante di distrazione, condito dalla fatalità, venga giudicato con pene di poco inferiori a chi ha innescato carambole dovute a velocità folli e abuso di bevande alcoliche. Attualmente, il tetto massimo della sanzione è fissato in cinque anni di carcere. E ben difficilmente un pubblico ministero chiede la custodia cautelare. Il perchè è presto spiegato: difficile che ne sussistano i requisiti, che vanno dal rischio che la condotta venga reiterata, all’inquinamento delle prove. Senza considerare la fuga, che si traduce in un’ipotesi remota, soprattutto per chi non varcherà mai le porte di un carcere. Impotenti? Il numero uno delle toghe cremasche non è di quest’avviso: «Le mie sono riflessioni che si basano su dati oggettivi, non sull’emotività del momento». «Ma è pur vero — aggiunge — che un analogo percorso è stato seguito qualche anno fa per il reato di furto: distinguendo e punendo con pene più severe l’incursione in un’abitazione e lo scippo».

14.07.07 - di Cristiano Mariani - laprovinciadicremona.it

Sondaggio: 68% americani contro la guerra

Iraq: sondaggio Newsweek, "68% americani contro la guerra"

WASHINGTON - La guerra in Iraq piace sempre meno agli Statunitensi: il 68% di loro sarebbe decisamente contrario alla strategia di George W. Bush nel Paese mediorientale. Lo rileva un sondaggio pubblicato sul sito della rivista Newsweek. L'intenzione del presidente di inviare altre truppe, ancorche' temporaneamente, in Iraq e' considerata addirittura un fallimento dal 64% di coloro che hanno partecipato alla rilevazione. Intanto, Bush viene sempre piu' incalzato sulla questione anche dal suo partito: due senatori repubblicani hanno infatti preparato una proposta affinche' l'inquilino della Casa Bianca definisca un piano per il ritiro delle truppe. (Agr)

14.07.07 - corriere.it

Gioca con la teleferica, bimbo di 5 anni muore

Gioca con la teleferica, bimbo di 5 anni muore schiacciato

Bolzano Tragedia in Trentino Alto Adige. Un bambino di cinque anni è morto schiacciato dalla teleferica usata nell’azienda agricola dei genitori in Val Venosta. Il bambino stava giocando da solo ed era salito sul carrello, quando forse per un guasto tecnico, si sarebbe rotto il freno della teleferica che ha impresso un’accelerazione fortissima al carrello che ha fermato la sua corsa schiantandosi violentemente contro un pilone. La teleferica della morte era usata nell’azienda agricola di famiglia per trasportare materiale a quota 1700 metri sulla montagna sopra Silandro. Un impianto molto comune in Trentino Alto Adige, visto che nella zona gli ”impianti di fune” sono usate per trasportare legname, fieno, latte e derrate alimentari in alta quota e permette di superare le difficoltà di trasporto stradale verso luoghi impervi e non facilmente accessibili. Sulla tragedia indagano i carabinieri che hanno potuto per il momento avanzare una prima ipotesi. La morte del bimbo, avvenuta sul colpo a causa del violento impatto con il pilone di cemento, è da attribuirsi a una tragica fatalità, da attribuire al guasto al freno della funivia.

r.c. - 14.07.07 - ilmeridiano.info

80enne uccide la cognata

Bolzano: ottantenne uccide la cognata a coltellate


BOLZANO - Ha ucciso la cognata di 79 anni con numerose coltellate. E' successo a Campo di Trens, un piccolo paese vicino al valico del Brennero in Alto Adige, dove una donna di 80 anni, Maria Rungger, forse in preda a un raptus, si e' scagliata contro la cognata Frieda Mader. Le due condividevano lo stesso appartamento. La Mader e' morta per le gravi lesioni riportate, mentre la Rungger e' stata ricoverata nel reparto psichiatrico. (Agr)

14.07.07 - corriere.it

Tre ragazzini morti sulla A30

Tre ragazzini morti sulla A30 - A14, si schianta contro tir

Drammatico incidente nella notte, due bambini e un ragazzino sono morti sulla Caserta Salerno a seguito del tamponamento tra due autovetture. Una donna e' deceduta in un altro incidente, che si e' verificato sulla A14 Bologna Taranto, tra Foggia e Cerignola est

Roma, 14 luglio 2007 - Drammatico incidente nella notte, due bambini e un ragazzino sono morti sulla A30 Caserta Salerno, tra Castel San Giorgio e Nocera Pagani: a seguito del tamponamento tra due autovetture, hanno perso la vita due bambini ed un ragazzino di 14 anni, che si e' spento dopo alcune ore in ospedale.

Una donna e' deceduta in un altro incidente, che si e' verificato sulla A14 Bologna Taranto, tra Foggia e Cerignola est, per il tamponamento tra un'autovettura ed un mezzo pesante. In corso le indagini per accertare le dinamiche degli incidenti, probabilmente dovuti - ipotizza una nota di Autostrade per l'Italia - a distrazione, colpo di sonno e insufficiente distanza di sicurezza. Autostrade ricorda che e' necessario guidare con prudenza e rispettare tutte le norme che regolano le cinture di sicurezza.

Un ragazzo di 19 anni, Michele Galante, è morto in un incidente stradale avvenuto ieri sera in località Baia delle Zagare, alla periferia di Mattinata. Il 19enne era a bordo di una motocicletta, una Ducati Monster, quando si è scontrato frontalmente con un autocarro Fiat Iveco. Sul posto sono giunti i carabinieri e i gli operatori del 118 che hanno tentato, invano, di soccorrere il 19enne, che è deceduto poco dopo in ospedale a Manfredonia.

14.07.07 - © quotidiano.net

Abusi su bambina, carabiniere a giudizio

Messina: abusi su bambina, carabiniere a giudizio


MESSINA - Rinviato a giudizio per violenza sessuale su una bambina un maresciallo dei carabinieri di Messina. L'uomo, di 36 anni, e' accusato di abusi su una piccola di tre anni, e' stato posto agli arresti domiciliari e ha sempre negato gli addebiti. L'indagine e' partita dopo la denuncia, nel 2006, dei genitori della bambina, che conoscono bene il maresciallo. (Agr)

14.07.07 - corriere.it

Genova: clandestini in catene al lavoro

Lavoro nero: A Genova clandestini in catene al lavoro nei cantieri edili

Lavorare con un gomito fratturato, con la catena ai piedi per non perdere 10, 20 euro al giorno. Lavorare mentre il padrone ti urla di tutto davanti agli altri, mentre ti minaccia, mentre ti umilia, mentre ti picchia. Si scrive caporalato, ma si legge schiavitù anche nella civilissima, rigorosa Genova dove la polizia ha trovato un' organizzazione - i soci palesi di un'azienda edile, genovesi, e un socio occulto, un rom sinti.

L' organizzazione faceva caporalato, utilizzava romeni e nordafricani al nero, li rendeva schiavi per 10 euro a giornata. I tre sono stati denunciati. Poco, troppo poco deve aver pensato il romeno costretto a lavorare con il gomito fratturato. Poco, deve aver pensato il suo amico e collega che è stato incatenato. Poco, ma almeno datemeli ha detto l'extracomunitario che non ha ricevuto la paga e che è andato dalla polizia per reclamare quello che era suo: 10 euro al giorno. Pochi, maledetti, subito. Non protestavano i romeni e i nordafricani che venivano reclutati di mattina presto in pieno centro a Genova da Antonino Leotta, 57 anni e Bruno Pistarino, 77 anni, soci di una impresa edile che costruisce sulle colline genovesi. non protestavano perche', come hanno detto alla polizia, meglio cosi' che andare a rubare. Quei 10 - 20 euro che riuscivano a guadagnare facendo lavori edili erano fondamentali. La societa', due soci palesi e un socio occulto, Eugenio Dellagaren, 37 anni, rom sinti: lui, secondo l' accusa, procurava appalti e soprattutto metteva i soldi.

Al reclutamento delle braccia pensavano gli altri. Le storie che questi uomini - romeni, perche' i controlli per i comunitari sono minori, ma anche nordafricani - hanno riportato i verbali di polizia a tempi bui dove per essere schiavi era necessaria la catena. E c' e' stato qualcuno che ha parlato proprio di questo: una catena per punire, ma anche la derisione, lo sberleffo davanti agli altri, la minaccia di perdere questo straccio di lavoro. Associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro nero e caporalato: e' questa l' accusa per Leotta, Pistarino e Dellagaren. Una accusa pesante che ha portato pero' solo ad una denuncia. Per Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, ''bisogna estendere la possibilita' di avere i permessi di soggiorno non solo alle prostitute ma anche ai lavoratori sfruttati come quelli di Genova''.

14.07.07 - canisciolti.info

Blister anti-dimenticanze

FARMACI:ARRIVA IN FARMACIA BLISTER ANTI-DIMENTICANZE

ROMA, 12 LUG - Per chi deve prendere molti farmaci ogni giorno e la memoria comincia non essere piu' quella di una volta, e' un arrivo un piccolo aiuto. Si tratta del nuovo blister ''Non ti scordar di me'', che il farmacista preparera' per i propri clienti, utilizzando i farmaci acquistati in farmacia e seguendo il piano terapeutico prescritto dal medico curante.

A renderlo noto e' l'azienda produttrice, specializzata nella distribuzione farmaceutica, che l'ha ora introdotto in Italia dopo il successo avuto in Spagna, Usa e Germania.

Gli errori nell'assunzione dei farmaci causano ogni anno moltissimi ricoveri ospedalieri, rileva l'azienda in una nota, ''la maggior parte dei quali riguardano gli anziani, che dopo i 75 anni arrivano anche a 20 somministrazioni al giorno, con una media di 7-8 specialita' diverse''. Il nuovo blister-calendario contiene 28 caselline trasparenti, suddivise in quattro parti (mattina, pomeriggio, sera, notte) per ogni giorno della settimana, e dove il paziente puo' trovare tutte le pastiglie che deve assumere, rendendosi conto subito di eventuali dimenticanze. Fonte: Ansa/Federfarma

12.07.07 - test.cybermed.it

Pistorius: secondo con gli atleti normali

L'atleta sudafricano senza gambe che corre con protesi al carbonio ha gareggiato per la prima volta con dei normodotati

ROMA — Dopo le otto di sera, d'estate, Roma diventa la città più bella del mondo. E Oscar — il figlio del lottatore che non andò all'Olimpiade perché il Sudafrica praticava l'apartheid, il nipote del rugbista che gli ha lasciato nel sangue l'amore per questo sport, il neonato che nacque senza i talloni dei piedi e che a undici mesi fu amputato delle due gambe sotto il ginocchio — ha scelto questo cielo per fare la sua rivoluzione. Un'incredibile rivoluzione culturale, perché da ieri ci sono normodotati che invidiano e temono un atleta disabile.

Non lo dicono ancora apertamente, perché non è politically correct, ma lo diranno presto. Quando magari li batterà all'Olimpiade e porterà loro via sponsor e premi. Oscar Pistorius, ieri, ha corso i 400 metri in 46''90 al Golden Gala di Roma. Era la prima volta, per un atleta paralimpico, in una gara con avversari che le loro gambe non le staccano e le riattaccano. Secondo. Davanti a lui Stefano Braciola (46''72) e dietro altri sei, superati quasi tutti nell'ultimo rettilineo, quando Oscar diventa Blade Runner e non la tartaruga che è alla partenza, quando sui blocchi contano le caviglie che lui non ha. Pensava di far meglio, come tempo. Ma, come dice il suo allenatore, aveva perso tante energie prima, tra interviste ed emozione. Domani, a Sheffield, ci proverà di nuovo. E questa volta, in gara con lui, ci sarà anche il primatista del mondo. Meglio così. Se pensi in grande, prima o poi li devi sfidare tutti.

Oscar vuole andare all'Olimpiade di Pechino 2008 e vuole vincere quella di Londra 2012.

Il limite per partecipare ai Mondiali di atletica di Osaka, il prossimo agosto, è 45''95.Lontano? Non per chi ha imparato a correre come se dovesse imparare a respirare. Perché per lui, questo è la corsa: ossigeno.
Se parliamo di Oscar Pistorius l'atleta, ecco i suoi tempi: 10''90 sui 100 metri; 21''34 sui 200 metri; 46''34 (ipse dixit) e/o 46''56 (Federatletica sudafricana) sui 400 metri. Se parliamo di Oscar Pistorius il ragazzo 21enne, c'è molto da dire. Ma quasi tutto, come se descrivessimo nostro figlio che stravede per Valentino Rossi e ci fa venire le palpitazioni ogni volta che esce con il motorino. Anche Oscar lo fa.
E insieme al Dottor Rossi ammira i grandi dell'atletica: Colin Jackson, Frankie Fredericks, Michael Johnson. Gli piace la musica rock e gli piacerebbe andare a cena con Anthony Kiedis, il cantante dei Red Hot Chili Peppers. Kiedis è un negozio di tatuaggi che cammina e anche Oscar ne ha uno, sul braccio destro. C'è un nome, Sheila, e ci sono due date: nascita e morte della mamma. Oscar aveva 15 anni, quando lei morì per un'intossicazione da farmaci.

Se guardi in alto, ha la faccia tosta di un attore da serial americano. Gli chiedi: «Com'è avere due protesi al posto delle gambe?». Risponde: «Com'è avere due gambe normali?». Se guardi in basso, studi subito quelle stranissime «zampe» arcuate, che Oscar chiama cheetahs, ghepardi. Le costruisce una ditta islandese, costano sui 30 mila euro. Perché questo è diventato il punto. Perché qui è il centro della rivoluzione. C'è chi dice che queste protesi, per lui, sono un grande vantaggio. Perché con quelle al posto dei polpacci non viene strangolato dall'acido lattico. Perché gli permettono una falcata da 3 metri quando un campionissimo la fa da 2,80. Perché se la sua gamba non fosse stata amputata, adesso sarebbe più corta di quella con il rostro. Perché la Iaaf, la Federatletica internazionale, sta studiando se ammetterlo o meno alle competizioni ufficiali che non siano i Giochi Paralimpici, che ormai vince doppiando gli avversari.

Alex Zanardi, in una bella intervista alla Gazzetta dello sport, ha detto tutto meglio di tutti: «Si chiama protesi elastica ad alta restituzione di energia. Se la restituisce, prima gliela devi mettere. Mica te la regala ». Nessun vantaggio. Semmai, nella vita, Oscar di vantaggio ne ha avuto uno solo: nascere in Sudafrica da una famiglia di sportivi che, dopo la tragedia, lo ha aiutato a trovare la sua strada, facendolo crescere tra un fratello e una sorella senza fare differenze. Forse è più leggenda che storia, ma anche se fosse una bugia sarebbe comunque più bella della verità: Oscar è ragazzino, va a scuola accompagnato dal padre, due bulletti per strada lo buttano per terra. Papà Henke, ex lottatore, non interviene. Vuole che Oscar se la cavi da solo. Poi, quando tornano a casa, gli regala un punching-ball.

Giovedì, per la prima volta, tre atleti disabili sono entrati a far parte delle Fiamme Azzurre, il corpo sportivo della Polizia Penitenziaria. Per dare loro questa opportunità, si è dovuto aggirare il problema dell'arruolamento, con le visite mediche e i regolamenti. C'è voluto un protocollo tra ministero della Giustizia e Comitato olimpico. Il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Li Gotti, parlando in quell'occasione anche di Pistorius, ha centrato il concetto della rivoluzione culturale e dell'avanzata prepotente dei nuovi diritti: «Gli auguro di andare all'Olimpiade ma, paradossalmente, se gli proibissero di andarci sarebbe una vittoria ancor più clamorosa: un atleta disabile avvantaggiato rispetto ai normodotati ».

Costringere la Iaaf a filmare tutta la gara di Roma (come succederà anche a Sheffield), per vedere se le protesi gli procurano davvero dei vantaggi, è già il trionfo di Oscar. Paradosso per paradosso, ci potrà essere qualcuno pronto ad amputarsi due gambe sane per sostituirle con protesi e diventare un campionissimo? Se vi pare fantascienza, pensate a chi si spara in vena di tutto, sapendo bene di rischiare la trombosi subito e ogni peggiore malattia in futuro, per gareggiare da ipotetico normodotato in tantissimi sport. Forse tutti. Sicuramente troppi.


Luca Valdiserri - 14 luglio 2007 - corriere.it

Diabete mellito: nuove speranze

Nuovi farmaci e nuove speranze per il diabete mellito


I nuovi farmaci che agiscono agonizzando il GPL-1 come exenatide e
liraglutide o inibendo la sua degradazione ad opera della dipeptidil peptidasi-4
, come sitagliptin e vildagliptin, rappresentano una prospettiva per cambiare la
storia naturale della malattia.



la storia naturale del diabete mellito



Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia progressiva, in cui le glicemie e
l’emoglobina glicata tendono ad aumentare (mediamente) nel tempo, nonostante i
trattamenti farmacologici, soprattutto a causa di un progressivo, inesorabile
deterioramento della funzione β-cellulare.



Gli elementi fondamentali nella genesi del diabete mellito tipo II sono
rappresentati da:



L’obesità correlata all’incremento dell’introduzione di nutrienti ed alla
scarsa attività fisica.

La resistenza all’azione insulinica

La minore possibilità delle Beta Cellule a tollerare una prolungata richiesta
di fabbisogno insulinico.




Questi tre fattori sono tra loro intrecciati a creare le condizioni per la
comparsa clinica e la progressione della malattia.



la disfunzione beta cellulare



La beta cellula risponde alla sollecitazione della richiesta con l’aumento della
massa cellulare dell’insula.



Gli stimoli alla crescita della massa cellulare, per la probabile neogenesi di
nuove cellule da quelle duttali, o per proliferazione dalle beta cellule
esistenti, sono rappresentati in primo luogo dai nutrienti, poi anche da fattori
di crescita (IGF) e dagli aumenti dei livelli delle incretine.(vedi sotto)



La progressiva perdita di capacità compensatoria della beta cellula è
determinata da un’altrettanto progressiva riduzione della massa cellulare,
secondaria a morte cellulare per apoptosi.



Il primum movens di tale processo è correlato all’incremento di produzione di
Radicali Liberi dell’Ossigeno (ROS), secondario all’aumentato metabolismo.



In tali condizioni, ed in presenza di bassi livelli di adiponectina, come accade
nelle situazioni d’incrementata adiposità viscerale, anche la possibilità della
lipo-ossidazione si riduce, con conseguente incremento di trigliceridi e acidi
grassi (TG e FFA), di cui alcuni particolarmente nocivi (Ceramide) derivati da
grassi saturi, steatosi e lipoapoptosi.



Altri fattori tossici che compartecipano poi alla progressione del danno della
betacellula, sono rappresentati dallo stress del Reticolo Endotelio plasmatici e
l’accumulo di amiloide insulare.



le incretine



L’infusione endovena di glucosio determina reazioni diverse rispetto
all’ingestione di glucosio sulla secrezione di insulina e di glucagone.



Questo diverso comportamento è principalmente dovuto all’azione delle incretine
(GLP-1 e GIP).



Il Glucagon-Like Peptide-1 (GLP-1) ed il Glucose-dependent Insulinotropic
Peptide (GIP)
che vengono prodotti a livello intestinale nella fase
post-prandiale precoce, stimolano la secrezione insulinica, per azione diretta
sulle cellule β pancreatiche, in condizioni di elevati livelli di glicemia.



L’azione di questi due ormoni contribuisce in maniera rilevante, in condizioni
fisiologiche, alla secrezione insulinica in fase post-prandiale precoce, che è
deficitaria nel diabete di tipo 2, al blocco di quella del glucagone ed al
rallentamento della motilità gastroenterica, meccanismi tramite cui si esplica
un miglior controllo glicemico.



Il GPL-1 aumenta inoltre la contrattilità delle miocellule cardiache per azione
metabolica diretta e per il miglioramento della funzione endoteliale.

L’effetto favorevole sulla frazione d’eiezione si evidenzia particolarmente sul
miocardio ischemico.



Inoltre, sia il GLP-1 sia il GIP hanno importanti azioni trofiche a livello
insulare: favoriscono la proliferazione e la differenziazione in senso β
-cellulare di precursori indifferenziati nei dotti pancreatici ed esercitano
azioni anti-apoptotiche sulle β -cellule.



Ma il GPL-1 sembra agire anche a livello del sistema nervoso centrale giacché,
essendo secreto da nuclei sottotentoriali, induce senso di sazietà ed anoressia
selettiva verso alcuni cibi, contribuendo così al miglior controllo metabolico
tramite la riduzione della fame ed il controllo del peso.



la dipeptidil peptidasi-4



Tali azioni mediate dal GLP-1 avvengono nonostante l’emivita del peptide sia
molto breve poiché viene rapidamente catabolizzato dalla dipeptidil
peptidasi-4 (DPP-4)
, un enzima ampiamente espresso nel nostro organismo,
presente nel plasma ed alla superficie delle cellule endoteliali.



Questo enzima catalizza l’inattivazione di vari ormoni e neurotrasmettitori
peptidici.



E’ difficile ipotizzare che, con una così breve emivita, il GLP-1 esplichi i
suoi effetti solo tramite uno stimolo recettoriale: è possibile esista un
meccanismo intermedio tramite cui l’ormone agisce a distanza, ad esempio sulle
beta cellule pancreatiche.



E’ stato dimostrato che i livelli post-prandiali di GLP-1 sono ridotti nel
diabete di tipo 2 per un deficit secretivo e tale fenomeno è presente sin dalle
fasi più precoci della storia naturale della malattia.



Nei pazienti con scompenso glicometabolico, l’esposizione all’iperglicemia
cronica induce un aumento dell’espressione e dell’attività della DPP-4; con
aumento della degradazione del GLP-1 che può contribuire alla riduzione delle
concentrazioni circolanti dell’ormone attivo.



nuovi farmaci e nuove speranze



Nessuno dei farmaci esistenti si è dimostrato capace di arrestare l’evoluzione
naturale del diabete di tipo 2 ed alcuni (come le sulfaniluree) potrebbero
addirittura accelerarla.



Mancano farmaci che modifichino la storia naturale della malattia, preservando
od addirittura recuperando la funzione β –cellulare. Sulla base di queste
conoscenze scientifiche sono stati sviluppati due tipi di farmaci:



gli analoghi del GPL-1, ovvero molecole che attivano il suo recettore



gli inibitori della DPP IV che prolungano l’emivita della molecola
endogena.



Per quanto riguarda il GIP, nei pazienti diabetici di tipo 2, le concentrazioni
dell’ormone sono normali, ma gli effetti biologici sono ridotti per una sorta di
parziale resistenza al GIP, per cui occorrono concentrazioni più elevate
dell’ormone per ottenere gli stessi effetti.



gli analoghi del GLP-1



Il GLP-1, come tale, non è utilizzabile in terapia, perché viene rapidamente
degradato dalla DPP-4; la sua emivita è di pochi minuti. Sono stati sviluppati,
pertanto, degli analoghi del GLP-1 con durata d’azione di 6-8 ore, come l’exenatide
e liraglutide, che possono essere impiegati nel trattamento del diabete di tipo
2.



Il principale svantaggio di queste molecole, che hanno struttura polipeptidica,
è che devono essere somministrate per via iniettiva (sottocutanea), una o due
volte al giorno a dosi sovrafisiologiche di svariati ordini di grandezza
rispetto ai livelli fisiologici di GPL-1.



Poiché il GLP-1 rallenta lo svuotamento gastrico, i suoi analoghi , che
raggiungono concentrazioni molto al di sopra di quelle fisiologiche, provocano
nausea e vomito in una proporzione rilevante di pazienti e possono indurre una
diminuzione del peso corporeo.



Sono allo studio formulazioni ritardo che potrebbero consentire la
somministrazione di una singola dose sottocute di farmaco ogni 2 settimane.



Sono stati sviluppati farmaci orali che, somministrati una volta al giorno,
inibiscono in maniera stabile l’attività dellaDPP-4, determinando un aumento
delle concentrazioni circolanti di GLP-1 e di GIP attivi a livelli di 2-3 volte
superiori rispetto ai livelli fisiologici.



Il trattamento con inibitori della DPP-4, quali sitagliptin e vildagliptin,
riduce sia la glicemia a digiuno che, in maniera ancora più marcata, quella
post-prandiale. Tuttavia questo effetto avviene solo se è presente ipoglicemia
pertanto il rischio di ipoglicemie è molto basso con questi farmaci.



gli inibitori della DPP-4



Gli studi clinici dimostrano che gli inibitori della DPP-4 riducono l’emoglobina
glicata sia in monoterapia che in combinazione con metformina o tiazolidinedioni
con un’intensità comparabile a quella delle sulfaniluree, anche se l’effetto
ipoglicemizzante è più lento manifestandosi in maniera completa solo dopo
qualche settimana di trattamento.



Il profilo di tollerabilità di questi farmaci appare buono, poiché non inducono
aumento di peso (ma non lo riducono, al contrario degli analoghi del GPL-1), non
provocano ipoglicemia, non determinano ritenzione idrica, e non si accompagnano
ad effetti collaterali gastrointestinali in virtù del relativamente modesto
incremento dei livelli di GLP-1 che essi determinano.



Una preoccupazione teorica potrebbe derivare dal fatto che l’inibizione della
DPP IV non è selettiva e che dunque potrebbero insorgere interferenze sulla
funzione di alcuni step della risposta immunologia legata all’attivazione delle
cellue T in cui è implicata la DPP IV, ma, fino ad ora, nessun elemento clinico
ha avvalorato questa preoccupazione speculativa.



Un aspetto interessante, dimostrato per ora soltanto in modelli animali di
diabete, è che il ristoro della secrezione del GPL-1 preserva la massa β
-cellulare a lungo termine. Questi dati fanno sperare che questi nuovi farmaci
possano ostacolare efficacemente la naturale progressione del diabete di tipo 2,
ma ciò deve essere dimostrato ancora nell’uomo.



In conclusione i farmaci che agiscono sul GLP-1 sono assai interessanti per le
prospettive di arresto della progressione della disfuzione betacellulare e
dunque per un possibile ruolo nel modificare la storia naturale del diabete,
viste anche le perplessità evidenziatesi con i glitazoni.



Sono necessari tuttavia ampi studi di lunga durata e su end points forti per
comprendere l'effettivo ruolo che questi nuovi farmaci potranno avere nella
terapia del diabete mellito nella pratica clinica allargata.



Luca Puccetti - 13.07.07 - pillole.org

Sanremesi contro le manifestazioni serali

Sanremesi poco tolleranti verso le manifestazioni serali

Pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, il quale sottolinea come i cittadini dovrebbero accogliere senza lamentele eventi e musica estiva, nonostante essi provochino rumore nelle ore notturne. Il fine giustifica i mezzi...e per una città come Sanremo, da sempre votata al turismo e allo spettacolo, un pò di caus nel centro cittadino e il minimo scotto che si possa pagare.

"Lavoro nell' industria turistica e devo con rammarico constatare come parte di coloro che risiedono a Sanremo non si rendono conto che la città vive esclusivamente di turismo e commercio, mentre almeno il 90% dei proventi del Casinò provengono dal movimento turistico e commerciale.

I residenti si considerano miracolati di diritto perché i proventi del Casinò dovrebbero consentire loro di fruire di vantaggi come i residenti nelle ragioni a statuto speciale, ma alla prima occasione rivendicano solo diritti e sono scarsamente disposti ad accettare i sacrifici che una città turistica o semplicemente una città di grande o media dimensione impongono.

L' ultimo atto è il reclamo di una sessantina di famiglie residenti in piazza Colombo che non mostrano di essere al corrente che in tutte le città il centro è il luogo predisposto ad accogliere la quasi totalità degli eventi siano essi musicali, politici, sindacali.

La presentazione della nuova 500 proprio mercoledì sera ha mostrato come tutte le strade e le piazze di Torino siano state coinvolte in una eccezionale notte bianca. Probabilmente i Torinesi tengono al prestigio e allo sviluppo della loro città molto piu' dei 60 di Piazza Colombo.

Mi ha colpito che le famiglie di Piazza Colombo siano di condizioni economiche disagiate anche se abitano in un unità immobiliare tra le più costose della città.

Pare che non abbiano i mezzi per dotarsi di isolamenti acustici e termici e di condizionare i loro locali al punto che in piena estate e con la elevata umidità che caratterizza il litorale sono costretti a vivere e dormire con le finestre aperte.
Probabilmente non si sono ancora accorti che possono vendere i loro alloggi e con ricavato acquistare una nuova residenza in una zona residenziale dove oltre alle problematiche lamentate non dovrebbero sopportare anche l'inquinamento atmosferico e il rumore prodotto dall' intenso e continuo traffico, anzi eviterebbero di assistere alle risse degli extra comunitari, lo spettacolo degli ambulanti abusivi ed il via vai dei drogati e rifornitori di droga.
Ma di queste problematiche che li colpiscono quotidianamente non se ne lamentano, l'unica loro preoccupazione è quella di impedire gli eventi musicali che non superano le 6 ore per non più di 6 giorni per i mesi estivi".

Carlo Alessi - Sabato 14 Luglio 2007 - sanremonews.it

Farmaco antitabacco anche per alcolismo

FARMACO ANTITABACCO EFFICACE CONTRO LA DIPENDENZA DA ALCOL

Washington - Uno stesso farmaco potrebbe combattere la dipendenza dal tabacco e dall'alcol. Una ricerca sui ratti, effettuata da un team di ricercatori dell'Universita' della California e pubblicata su Pnas, ha dimostrato come la vareneclina, un prodotto antitabacco gia' in commercio, potrebbe essere efficace anche per combattere la dipendenza dall'alcol.

Secondo i ricercatori, coordinati dal medico Selena Bartlett, sia l'alcol che la nicotina agiscono sulla ricezione cerebrale. Per questo con molta probabilita' lo stesso farmaco antitabacco potrebbe essere efficace contro la dipendenza da alcol. Questo farmaco, che agisce sui meccanismi che regolano i sintomi dell'astinenza e della soddisfazione che la nicotina apporta ai fumatori, e' gia' disponibile in Europa con il nome commerciale di Chantix. La ricerca ha evidenziato come questo farmaco sia molto efficace per combattere entrambe le dipendenze nei ratti. Inoltre, il trattamento e' riuscito ad evitare eventuali ricadute, che molto spesso possono vanificare gli sforzi dei dipendenti. 'La dipendenza da alcol - hanno sottolineato i ricercatori - e' una malattia che interessa milioni di persone in tutto il mondo. Anche se sono stati fatti importanti passi in avanti, e' necessario continuare a studiare nuove terapie farmacologiche per aiutare gli alcolisti'. Nonostante il successo di questa ricerca, gli scienziati hanno preferito non sbilanciarsi troppo. Infatti, per essere pienamente sicuri dell'efficacia di questo farmaco, bisognera' attendere i risultati delle sperimentazioni sugli esseri umani. Fonte: Agi/Federfarma

13.07.07 - test.cybermed.it

Lo psicologo su boom droga tra under 14

Droga. Lo psicologo: boom tra under 14? E' strategia spacciatori

(DIRE) Roma, 12 lug. - "Si parla sempre di droga come problema culturale o sociale, ma per chi spaccia questo è, essenzialmente, un problema commerciale". Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo e psicoterapeuta dell'Età evolutiva, direttore dell'Istituto di ortofonologia, indica nell'informazione, ma soprattutto nel contrasto allo spaccio e nella "lotta durissima" al narcotraffico, la strada per affrontare il boom dell'utilizzo di sostanze tra giovanissimi, emerso dai dati della relazione annuale sulle tossicodipendenze al Parlamento. "Un consumatore vale di più per quanti anni consuma - spiega Castelbianco - quindi è normale che gli spacciatori tendano ad abbassare l'età dei consumatori, perché ciò porta loro più introiti".

Sia per la cannabis, quindi, sia per la cocaina, sottolinea lo psicologo, "il loro interesse è di abbassare il costo, affinché anche le classi meno abbienti e il ragazzino delle scuole medie, possano acquistare queste sostanze". Quindi, conclude lo psicologo, "la soluzione va affrontata su loro stesso territorio, perché altrimenti, con qualsiasi altro intervento, arriveremo secondi: chi spaccia e traffica ha uno scopo molto più preciso e chiaro da raggiungere".

12.07.07 - diregiovani.it

Droghe, la hit dei rischi

Droghe, la hit dei rischi Legge da rivedere?

Negli ultimi 30 anni, i governi e i parlamenti che hanno voluto fare il punto sull'abuso di droghe (legali e non), hanno usato lo stesso metodo. Hanno formato delle grandi Commissioni Scientifiche Nazionali, composte dai maggiori esperti, di tutte le discipline. Questi organismi hanno analizzato tutte le ricerche esistenti e in qualche caso ne hanno promosso di nuove. Per la marijuana, le conclusioni di una tossicità relativamente bassa rispetto alle altre droghe, vengono da un'analisi comparata di 40.000 ricerche. Un recente convegno di alcuni operatori della società italiana di psichiatria (SIP), ha presentato dei dati terrificanti sulla marijuana: ma ha lavorato solo su 20 studi degli ultimi 17 anni.

Così, l'agenzia ONU diretta dall'italiano Antonio Costa, l'Unodc, fa riferimento a "recenti studi inglesi" che ipotizzano disturbi mentali da cannabis"; e ha predisposto la campagna mondiale che dice: "Usare cannabis obnubila la mente del consumatore e aumenta le sue possibilità di fare scelte azzardate, come avere rapporti sessuali senza protezione. Così, l'assuntore rischia di infettarsi di Aids ed Epatite C".

Una tra le più prestigiose riviste mediche inglesi, Lancet, di non molto, ha pubblicato un nuovo rapporto di quattro autorevoli esperti sulla pericolosità comparata delle varie sostanze, legali e illegali. È possibile formulare una scala di rischio? I quattro scienziati, Colin Blakemore, del Dipartimento di Fisiologia, anatomia e genetica dell'Università di Oxford, David Nutt, psicofarmacologo dell'Università di Bristol, L. A. King, giurista del Forensic Science Service e W. Saulsbury, della Police Foundation di Londra - hanno usato metodi sofisticati, facendo riferimento a tre problematiche principali.

I DANNI FISICI. Vanno distinti in rischi short term e long term. Per esempio, l'eroina ha rischi immediati consistenti: può provocare overdose e morte anche se è usata da poco. Così i barbiturici. Tabacco e alcol che, nel Regno Unito sono responsabili del 90% dei decessi da sostanze provocano danni anche fatali a lungo termine.

DIPENDENZA. Quella fisica è facilmente riconoscibile dalla presenza di sintomi violenti quando l'uso abituale e quotidiano viene interrotto improvvisamente: tremori, diarrea, sudorazione, insonnia, per l'eroina ("sindrome da astinenza"). Le dipendenze psicologiche possono essere profonde e insidiose.

DANNI SOCIALI. Qui si entra nel vivo delle questioni. Se il tabacco uccide 90.000 persone all'anno solo in Italia, è però chiaro che fumare qualche sigaretta non induce a comportamenti aggressivi o a psicosi. Invece l'alcol può provocare comportamenti violenti e incidenti d'auto. Anche la cocaina può influire sull'aggressività, anche se ha una dipendenza fisica inferiore a quella del tabacco. Le benzodiazepine (i tranquillanti più comunemente usati) non provocano violenza, ma come dipendenza fisica superano l'alcol. Fra i danni sociali, gli autori indicano anche i costi per il sistema sanitario. Gli steroidi anabolizzanti usati dagli sportivi (doping) causano danni fisici, ma non dipendenza.

Gli scienziati hanno individuato 9 parametri di rischio, sottocategorie delle tre classi principali. Con l'aiuto di vari esperti, indiversi meeting, sono arrivati a dei punteggi, risultato della media delle indicazioni così raccolte, per tutte e venti le sostanze sottoposte a esame.

Alla fine, se eroina e cocaina restano ai primi posti, l'alcool, il tabacco e le benzodiazepine si piazzano anch'essi in vetta alla classifica, superando nettamente la cannabis (vedi tabella). L'alcol batte il tabacco, a causa dei comportamenti violenti e degli incidenti stradali. Gli autori sottolineano come non ci sia corrispondenza fra le tabelle legali in vigore in Gran Bretagna e i dati reali sulla dannosità. A parità di pene, i trafficanti venderanno con più entusiasmo droghe più pericolose e più profittevoli. La legge Fini-Giovanardi ha invece messo tutte le sostanze in un'unica tabella, con sanzioni uguali per lo spaccio. Adesso il disegno di legge del ministro Ferrero vuole reintrodurre le necessarie distinzioni. Per le droghe legali o legalizzabili, è evidente che, una volta stabiliti i diversi rischi, diventa opportuno differenziare una serie di cose, tra cui i divieti di pubblicità, il divieto ai minori, o anche le tasse. In Inghilterra, secoli fa, visto che fra gin e birra era considerato più pericoloso il gin, si scelse di tassare il primo molto più della seconda.

di Guido Blumir, Sociologo, presidente Comitato Libertà e Droga - 12.07.07 - repubblica.it

La farsa delle energie alternative

Tanto per iniziare sappiate che non possiamo chiamarle energie alternative, ma caso mai derivative, in quanto non rappresentano assolutamente una alternativa, quanto piuttosto una fonte di energia che deriva anch’essa da un diverso utilizzo del petrolio.
Se qualcuno pensa di poter avere i pannelli fotovoltaici senza poter disporre di greggio in abbondanza ed a buon mercato, è il caso che si sintonizzi su Italia Uno per guardare i provini del Grande Fratello.
Per spiegare a tutti la reale portata dell’impatto delle energie derivative mi è necessario soffermarmi sulla evoluzione storica della civiltà umana: non vi preoccupate cercherò di essere il meno noioso possibile.
Come si è arrivati al petrolio ? Semplice: da un progressivo processo di sostituzione di una risorsa con un’altra a causa dell’esaurimento della prima e del lievitare del suo costo di approvvigionamento.
Così è successo quando si passò dal legno al carbone. Inizialmente il legno era disponibile in quantità impensabili, era abbondante ed a buon mercato: basti pensare che la copertura forestale in Europa agli inizi del 1600 era quasi del 90 %. La necessità di avere terreni da coltivare unita alla richiesta di legna per il riscaldamento provocò un lento e progressivo disboscamento in tutta Europa. Quando anche la legna cominciò a diventare molto costosa (a causa della sua diminuita abbondanza), venne individuato il carbone come un interessante sostituto: interessante perché vista l’abbondanza iniziale era decisamente poco costoso.
Il carbone era conosciuto sin dai tempi dell’impero romano, ma non veniva utilizzato perché sporcava sia quando bruciava e sia quando veniva trasportato: per questo motivo si preferiva la legna molto più rassicurante per gli usi casalinghi.
All’inizio del diciasettesimo secolo il carbone diventa il vero e proprio componente energetico volano di un primo gradiente evolutivo: la nascita della civiltà industriale.Il carbone trova ottima applicazione anche nel funzionamento delle prime macchine a vapore che rappresenteranno la chiave di svolta per la trasformazione delle società da economia rurale a economia di mercato. Il successivo passo ci porta allo svuotamento delle campagne: milioni di contadini in tutta Europa abbandonano la coltivazione della terra (lavoro molto pesante, ma al tempo stesso molto salutare e gratificante) per spostarsi nei grandi sobborghi industriali per lavorare come operai. Il capitalismo nasce e si evolve grazie ad una risorsa energetica allora abbondante ed a buon mercato: il carbone.
L’industria tessile per prima si fa portavoce di questo sensazionale mutamento: non si vive più per lavorare, ma si lavora per vivere. Le grandi metropoli iniziano a trasformarsi, sia dal punto di vista urbano che dal punto di vista socioeconomico: nascono i primi quartieri ghetti e nasce la lotta di classe.
Il carbone consente di riscaldare le abitazioni (un tempo sempre molto fredde), consente di far funzionare fucine e macchine a vapore per tenere in movimento telai, motori e rotative. L’uomo non si alza più quando canta il gallo all’alba, ma con la sirena delle fabbriche che lo sveglia per ricordagli che tra poco inizia il turno di lavoro. Si è abbandonato una vita incontaminata a stretto contatto con la natura, per scegliere di passare la propria vita dentro uno stabilimento industriale, al buio, in mezzo alla confusione di macchine e rumori di ogni sorta. Già allora, città come Londra apparivano all’occhio del viandante forestiero, città invivibili, corrotte dai costumi, dall’alcol, dalla prostituzione e dall’inquinamento.
Nel frattempo i giacimenti di carbone smettono di essere convenienti in quanto il carbone in superficie si era esaurito ed era necessario iniziare ad estrarlo: nascono le prime miniere di carbone.
La risorsa energetica che ha consentito quanto abbiamo esposto finora comincia tuttavia a diventare costosa: qualcuno in America si accorge che si può ottenere altrettanta energia dalla sfruttamento di un liquido nero, che sembra carbone liquefatto. Inizia l’era del petrolio.
In un primo tempo viene utilizzato per illuminare le strade nelle grandi città metropolitane. Alla fine del 1800 in città come Francoforte, Parigi e Londra vi erano milioni di cavalli che venivano utilizzati per trascinare carrozze, diligenze, carri merci e via così. Mantenere un cavallo era costoso, pochi se lo potevano permettere, inoltre ognicavallo sporcava abbondantemente con le sue naturali deiezioni. Qualche decina di migliaia di cavalli in città come New York o Londra possono creare un vero e proprio problema per l’igiene e la salute pubblica.
Si intuisce l’importanza di poter spostare uomini e merci velocemente ed a costi ragionevoli: dal petrolio nascono moltissimi derivati, gli idrocarburi ed i composti sintetici.
Nasce l’era dell’industria per eccellenza, quella dell’automobile ed al suo fianco quella della petrolchimica: vengono inventati materiali assolutamente rivoluzionari, poco costosi ed indistruttibili, come il nyoln. Siamo nella seconda metà del secolo appena passato. L’era della petrolchimica apre le porte ad una seconda rivoluzione industriale: quella dei personal computer che consentiranno in meno di vent’anni di sostituire l’uomo in molteplici mansioni di routine. Ma il contributo maggiore che ha dato il petrolio all’evoluzione umana non lo troviamo nell’industria automobilistica, quanto in quella agroalimentare. Tanto per iniziare in meno di 100 anni la fertilità e produttività dei terreni è spaventosamente aumentata di circa il 5 % all’anno, proprio di pari passo all’aumento dell’offerta petrolifera. Per farvi un esempio lampante un secolo fa, da un ettaro coltivato a mais si ottenevano circa 20 quintali per ettaro, oggi si arriva ad oltre 120 quintali (stranamente nello stesso tempo la popolazione umana è passata da un milardo agli oltre sei attuali) ! Questo strepitoso aumento di disponibilità alimentare al pari della superficie coltivata è stato possibile solo grazie al greggio ed a tutte le sue invenzioni collegate: i trattori, le mietitrebbiatrici, le pompe di irrigazione, i fertilizzanti sintetici ed i pesticidi, che per quanto possano essere denigrati, hanno consentito di soddisfare il fabbisogno alimentare della civiltà umana, man mano che questa cresceva esponenzialmente. E perché cresceva così tanto la popolazione mondiale ? Per diretta conseguenza del cambiamento di vita sia alimentare che salutare: in quanto abbiamo avuto la possibilità di nutrirci con una varietà e ricchezza ed abbondanza alimentare che nessun’altra generazione prima di noi ha potuto avere. Questo ha consentito all’organismo di essere più forte contro gli attacchi esterni e di procreare con una progressione esponenziale impensabile fino a qualche secolo fa.
Grazie al petrolio abbiamo potuto avere le coltivazioni intensive che a cascata alimentano gli allevamenti intensivi di bestiame (bovini, suini ed ovini). Pensate a quante volte mangiate carne durante il giorno: fino a 70 anni fa la carne si mangiava una volta ogni 15 giorni, in occasioni di feste e ricorrenze popolari.
Senza greggio questa catena alimentare (artificialmente sovralimentata) non potrebbe continuare a sostenersi, in quanto non potremmo avere raccolti abbondanti per alimentare la crescita, l’ingrasso ed il riciclo degli animali di allevamento.
Non dimentichiamo inoltre il prolungamento della vita media provocato dalla capillare diffusione e produzione di farmaci da banco (pensiamo solo alla volgare aspirina o al paracetamolo).
Capite quindi da questo sintetico excursus storico come sia assolutamente fuori luogo pensare di poter sostituire una risorsa che ci ha trasformato e ha trasformato le nostre vite.
Non mi devo chiedere se in futuro ci sarà benzina per mettere in moto il mio suv, quanto piuttosto se il supermercato sotto casa verrà rifornito di ortaggi e alimenti preconfezionati, oppure se alcune aree metropolitane troveranno i mezzi per sostenersi dal punto di vista alimentare. Le fonti di energia alternativa, anche se sono energie derivative, non risolveranno MAI totalmente e PER TUTTI i problemi e le difficoltà a cui stiamo andando incontro.
In futuro l’energia, specialmente quella elettrica, ci sarà ancora, ma non per tutti e soprattutto non ai prezzi che conosciamo ora. Avrà una erogazione a singhiozzo, con periodi molto frequenti di blackout: ma questo solo per chi sarà molto ricco. Per gli altri si ritornerà indietro: molto indietro, la candela sarà già un lusso. Se qualcuno sta pensando ai pannelli solari, è meglio che se li scordi: non si potrà mai avere pannelli fotovoltaici per tutti. E perché ? Perché per fabbricarli, assemblarsi e trasportarli occorre petrolio, proprio quello che dovrebbero sostituire in toto !
Un pannello fotovoltaici è costituito di svariati elementi minerali: silicio, rame, cadmio, indio, gallio. Solo per estrarre una tonnellata di rame servono 8 barili di petrolio !
Spero non penserete di spostare un trattore John Deere del peso di 10 tonnellate con i pannelli fotovoltaici sul tetto della cabina di pilotaggio !
E i fertilizzanti ed i pesticidi con che cosa li sostituite ? Gli aerei e le navi traghetto con cosa li spostate ? Con l’idrogeno ?
Una delle più grandi bugie che vi hanno raccontato sulla circolazione delle automobili è che i carburanti come la benzina ed il gasolio verranno sostituiti dalle cosi dette celle a idrogeno.
Per chi non lo sapesse, sono una sorta di pila a vita eterna che produce energia elettrica dalla catalisi dell’idrogeno. Celle a combustibile ce ne saranno in futuro: alcuni milioni, forse.
Ma di certo non li avrete voi, ma solo come ho detto prima, le persone più ricche, proprio come avveniva 70 anni fa quando l’automobile era un lusso per pochi.
La nostra specie si è straordinariamente trasformata in meno di 100 anni, cambiando abitudini, stili di vita e regime alimentare. Sempre in questo lasso di tempo è esponenzialmente proliferata passando da un miliardo di persone a oltre i sei: tutto questo è stato possibile grazie ad un impareggiabile prodotto, il petrolio, che adesso sta iniziando a diminuire nella sua disponibilità.
Come uno stupido sciame di locuste abbiamo depredato la terra di questo bene, riproducendoci senza limiti e consumandolo per ogni insensato uso (pensiamo ai suv). Le conseguenze saranno senza precedenti storici, perché con NULLA è possibile sostituire quello che ha fatto per noi e per il nostro stile di vita questo straordinario prodotto del nostro pianeta.

Eugenio Benetazzo - eugeniobenetazzo.com - youtube.com - 13.07.07 - comedonchisciotte.org

17 anni, taglia hashish per strada

17enne tagliava l’hashish in pieno centro

Cento. Nel pomeriggio di giovedì, nella centralissima via Bologna a Cento, una pattuglia di Carabinieri del Comando Stazione di Cento, dopo aver notato l’atteggiamento sospetto di un gruppo di giovani, decide di procedere al controllo. La scena cui assistono i militari ha dell’inverosimile: un ragazzo minorenne, P.M., 17 anni, residente a Cento, incurante del transito di pedoni e di auto in quel momento presente nella zona, in pieno giorno, era intento a tagliere un panetto di hashish, suddividendo e confezionando la droga in diverse dosi. Per eseguire tale operazione il giovane stava utilizzando un grosso coltello da cucina.

L’immediata perquisizione permette di recuperare e sequestrare circa 42 grammi di hashish, con i quali si sarebbero potuti realizzare più di 150 spinelli.

Il giovane è stato quindi tratto in arresto e accompagnato al centro di prima accoglienza di via del Pratello a Bologna a disposizione della magistratura per i minori. Oltre al reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, il 17enne dovrà anche rispondere del porto illegale del coltello.

14.07.07 - estense.com

Doping: Di Luca e Mazzoleni

Di Luca rischia per una siringa Mazzoleni verso 2 anni di stop

Ostenta serenità, Danilo Di Luca, alla vigilia dell’audizione alla procura antidoping del Coni, prevista per stamane alle 10. Giovedì il vincitore del Giro d’Italia ha incassato l’archiviazione del gip di Pescara dalle accuse nell’inchiesta «Oil for Drug», ora si dice certo di poter convincere della propria innocenza anche il procuratore Torri. Anche se già l’astista Gibilisco, pure uscito indenne dall’inchiesta del pm di Latina, non ha potuto evitare il deferimento.
«Affronterò l’audizione senza alcuno spirito polemico, ma con un approccio costruttivo, certo di poter dimostrare la mia innocenza come in sede penale», le parole del campione abruzzese, che sottolinea come «dopo la vittoria del Giro molti ragazzi mi considerino un esempio, anche per questo non posso permettere che la mia credibilità venga messa in discussione».
Di Luca dovrà però spiegare a Torri la telefonata - contenuta nell’informativa dei Nas di Firenze inviata al pm Ferraro, che si occupa dell’inchiesta «Oil for Drug» - all’ormai famoso dottor Carlo Santuccione, in cui è evidente la preoccupazione del corridore per i controlli nei laboratori dell’Acquacetosa. Ma nell’audizione di stamane, si parlerà anche del filmato nel quale Santuccione prepara due siringhe, una delle quali, secondo i carabinieri, potrebbe essere destinata al corridore abruzzese.
Intanto ieri il procuratore Torri ha ascoltato Eddy Mazzoleni, terzo classificato all’ultima corsa rosa. Anche Mazzoleni è stato tirato in ballo dal documento di 572 pagine dei Nas e anche nel suo caso ci sarebbero intercettazioni sospette con Santuccione. Come ha riferito lo stesso Torri, il ciclista ha negato ogni responsabilità e non ha voluto collaborare. Il corridore dell’Astana, che lo ha sospeso il 29 giugno scorso, rischia una squalifica di due anni per uso o tentato uso di sostanze proibite, ma il deferimento arriverà non prima di lunedì, visto che la procura antidoping ha disposto ulteriori accertamenti sul bergamasco e vuole prima ascoltare Di Luca.
La Disciplinare della Federciclismo ha invece squalificato fino al 15 novembre del 2008 Michele Scarponi, il corridore dell’Acqua&Sapone coinvolto nell’Operacion Puerto. È stata accolta così la richiesta di 18 mesi avanzata dalla Procura, ma verranno detratti 59 giorni di sospensione pre-sofferti (dal 15 maggio al 14 luglio). I legali del corridore marchigiano avevano richiesto l’assoluzione per assenza di prove o in subordine la riduzione più ampia possibile della pena alla luce della collaborazione completa e fattiva. La Procura invece aveva parlato di una collaborazione solo parziale, tesi che è stata accettata dalla Disciplinare.

La Astana ha rescisso il contratto di Matthias Kessler, il 28enne corridore tedesco risultato positivo al testosterone in un controllo effettuato lo scorso 24 aprile. L’esito del test è stato confermato anche dalle controanalisi, ora il ciclista rischia due anni di squalifica.

14.07.07 - ilgiornale.it

Quando il cibo diventa una dipendenza

Esiste una dipendenza da una sostanza più insidiosa ancora dell’eroina. E’ una sostanza legale, indispensabile all’uomo, senza la quale il corpo si ammala fino a morire.

E’ nelle vetrine sottocasa, sui banchi del mercato, nelle mani e nella bocca dei bambini. Una sostanza nella legge e non fuori legge. Il cibo, prevalentemente per le donne, diventa una passione, una ragione di vita. E’ per il cibo che si vive ,che si maltratta il proprio corpo. La passione del cibo- corpo – peso che caratterizza la bulimia e l’anoressia, come l’eroina nel tossicodipendente, governa la vita di chi cerca disperatamente l’indipendenza nella dipendenza. Quando il cibo- corpo- peso diventa una passione amorosa prende una via patologica. Come in certe passioni amorose, nella bulimia, come nell’anoressia, si installa un’ossessione. Un’ossessione che taglia, spezza la vita del soggetto il quale anche per trent’anni, non mangia più per vivere. Vive per non mangiare, mangia per vomitare. Nella bulimia, e da molti anni ormai, anche nell’anoressia, la manovra riparatoria del vomito autoindotto diventa come il primo buco di eroina. L’illusione di poter mettere un punto al supplizio, fermarsi, domani, ogni giorno, delude rovinosamente. Domani è come oggi per anni, per vite intere la persona è nella morsa di una sostanza. Il pensiero del cibo e del corpo arreda la mente in ogni suo spazio. Cinque, dieci, trent’anni, tutti i giorni, tutto il giorno, tutta la notte. Il cibo fornisce una specie di autoterapia patologica che anestetizza dal sentire il proprio dolore, e dal percepire il vuoto della propria esistenza. Questo comportamento sembra portare lo stesso supporto che una stampella costituisce per una persona con una gamba fratturata, si può raggiungere una discreta autonomia anche se si dovrà rinunciare comunque ad andare in bicicletta o a correre. Il trattamento della dipendenza dal cibo non può ridursi alla correzione di una condotta distorta del soggetto nei confronti di una sostanza o del proprio corpo. La terapia analitica condotta all’ABA –Associazione per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia e i disordini alimentari- portando la parola su quel terreno delicato che riguarda il rapporto del soggetto con l’altro e con la soddisfazione, attraverso la conoscenza di se stessi, dei propri limiti, il riconoscimento delle proprie capacità, aiuta a sentirsi una persona intera, a stare nell’attesa, stare nel dolore come nella felicità, lasciandosi trasportare dai propri desideri, raggiungendo il benessere, senza stampella.

13.07.07 - spoletonline.com

[senza togliere nulla alla dipendenza sopracitata, mi sembra che lei ne sa poco dell'eroina, peccato non abbia firmato l'articolo]

Internet: l'ultima follia del governo

Limitare Internet: l'ultima follia del governo

Il bimbo passa troppo tempo a guardare immagini truculente su Internet e quando arriva a scuola fa il violento con i compagni? Niente paura, ci pensa Super Fioroni. Sembra la trama di una canzone demenziale di Elio e le Storie Tese. Invece è la cronaca del Consiglio dei ministri di ieri. Dove, giusto per non perdere l'abitudine, sono volati gli stracci. Tutta colpa di Francesco Rutelli. Il quale ricorda sempre più lo Zelig di Woody Allen: i suoi compagni di partito lo picchiano, quelli della sua coalizione picchiano quelli della Margherita e gli elettori, ogni volta che possono, prendono indistintamente a schiaffi l'intero centrosinistra. Insomma, succede che il vicepremier e ministro dei Beni culturali si presenta al tavolo di palazzo Chigi con la sua ultima fatica, un disegno di legge per la tutela dei minori dinanzi a film e videogiochi, e la illustra ai colleghi. Smorfia disgustata di Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica Istruzione: «Non basta». continua...

14.07.07 - di FAUSTO CARIOTI - libero-news.it

Minori a rischio

Io ho votato il Governo Prodi anche perche’ nel programma presentato prima delle Elezioni si parlava di Sviluppo sostenibile, di Protezione dell’ambiente e della Salute dei Cittadini Italiani, quelli del Nord come quelli del Sud.

Cari Siciliani, sembrerebbe che il Governo Prodi, per avere la certezza che i futuri progetti di legge da varare alla Camera e al Senato passino senza rischi di sorta (vedi la mezza caduta nel caso dell’approvazione del finaziamento della missione in Afghanistan), abbia "stipulato" un accordo con l’UDC di Cuffaro e Casini:

Casini appoggia il governo nelle varie sedute parlamentari e il governo toglie il bastone tra le ruote che aveva messo al grande progetto di Cuffaro per la costruzione dei quattro inceneritori in Sicilia.

Io vorrei fare una correzione e cambiare la parola accordo con la parola "Inciucio" che va tanto di moda oppure "Intrallazzo" che e’ piu’ familiare a noi Siciliani che sulla Nostra Terra di intrallazzi ne abbiamo visto e ne vediamo tanti.

Io ho votato il Governo Prodi anche perche’ nel programma presentato prima delle Elezioni si parlava di Sviluppo sostenibile, di Protezione dell’ambiente e della Salute dei Cittadini Italiani, quelli del Nord come quelli del Sud. Ed infatti nel programma non era contemplata la costruzione di inceneritori per risolvere i problemi dello smaltimento dei rifiuti:

ebbene, mi sembra di capire che il Governo abbia pensato di ragionare come Macchiavelli, il famoso filosofo italiano autore della non meno famosa frase "Il fine giustifica i mezzi".

In questo caso il FINE e’ quello di portare avanti il Governo e le sue leggi (molte delle quali io condivido) senza intoppi pericolosi e i MEZZI sono quelli poco nobili della costruzione di camere di morte come gli inceneritori, perche’ di questo si tratta, ve lo posso garantire e mettervelo per iscritto col mio sangue, anche se non ci sarebbe bisogno di garantirvelo, se le cose andranno in questa direzione avremo modo di provarlo sulla nostra stessa pelle, su quella delle nostre madri, padri, mogli e figli!

Sissignore! tra Diossine, furani e polveri sottili avremo GRANDISSIMI SCONTI sulla possibilita’ di contrarre il cancro, le leucemie ed altri svariate "infiammazioni"!

A meno che, come riportato nell’allegato, le decisioni dei giudici che hanno gia’ manifestato la non legittimita’ delle emissioni di sostanze tossiche dai camini di questi "termovalorizzatori", siano prese in cosiderazione.

Ma talvolta in questo Belpaese abbiamo visto che la LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI, soprattutto per un pugno di cittadini italiani abitanti i paesi di Augusta (Paese gia’ in piena Crisi Ambientale!), Paterno’, Bellolampo, Casteltermini e tutte le zone limitrofe e SOTTOLINEO TUTTE LE ZONE LIMITROFE, perche’ spero non crediate che degli sconti sul cancro usufruiranno solo gli abitanti dei paesi sopracitati; NOOO! Le diossine e le polveri sottili sanno viaggiare molto lontano.

Questo l’ho scritto ne’ per campanilismo politico ne’ per presa di posizione ne’ per altre recondite e nascoste ragioni:

l’ho scritto perche’ penso che oggi la Nostra Terra, con la tecnologia attuale, debba meritare un futuro piu’ pulito, di cieli azzurri e terre variamente colorate, come tanti l’hanno vista e decantata nel tempo.

Per questo spero che ognuno di noi possa debitamente agire quando si presentera’ l’occasione di dire la propria opinione e spero che questa occasione si presentera’ presto.

Luca Giompapa - 14.07.07 - isolapossibile.it

Pedofilia: Spolitu senza vergogna

Pedofilia, Spolitu abusò di un minore anche a Lecco

A QUATTRO giorni dalla sentenza del processo per pedofilia nei confronti di Biagio Spolitu (è attesa per giovedì, la pubblica accusa ha chiesto 10 anni, la difesa l’assoluzione) la posizione dello psicologo dell’Asl si appesantisce almeno dal punto di vista morale. E’ infatti emerso che la Procura di Savona ha intenzione di inoltrare a Lecco gli atti dell’indagine per contestare ad un collega psicologo lombardo (dove lavorava Spolitu prima di approdare all’Asl savonese) l’accusa di “omessa denuncia” (articolo 365 del codice penale) perché avrebbe ricevuto la confessione di una vittima di Spolitu senza denunciarlo all’autorità giudiziaria.

Perché non lo hanno fatto? Come può un medico che viene a sapere di un collega che abusa sessualmente di un minore non segnalare il caso? Sono le domande cui gli inquirenti savonesi vogliono dare risposta.

E’ un particolare importante e inquietante che chiarirebbe che la passione morbosa dello psicologo era già nota in tempi non sospetti e in altre zone d’Italia ma nessuno lo ha mai denunciato. La vittima lombarda secondo gli inquirenti è tra l’altro uno dei casi più inquietanti tra quelli contestati allo psicologo. Era uno dei primi minori che gli venivano affidati come psicologo perché proveniente da un contesto sociale degradato e per anni è stato il suo “figlioccio” prediletto cui dedicare le attenzioni patologiche poi ripettute su altri casi savonesi. Questa vittima, oggi cresciuta, ha raccontato alla Procura anni e anni di abusi che oggi paga con disturbi della personalità e del carattere. Eppure agli inquirenti - ed è l’aspetto inquietante e per certi versi chiarificatore della mancanza di lucidità di tante vittime - ha continuato a rispondere: «Cosa dovevo fare? Denunciare mio padre? Spolitu è stato mio padre, io ero il suo figlioccio, non potevo denunciarlo...».

Questi abusi sessuali sono stati però confessati, anni dopo, ad uno o forse addirittura due psicologi sempre di Lecco presso cui il ragazzo è stato in cura. La procura di Savona ne ha avuto la conferma dallo stesso ragazzo che ha detto: «Si, a qualcuno anni dopo ne ho parlato, per esempio ad uno psicologo che mi seguiva» ha detto. Eppure non risulta che questa pesante confessione abbia dato luogo ad una denuncia contro Spolitu. Da qui la decisione dei magistrati di contestare al collega medico il reato di omessa denuncia.

C’è da dire che questa vittima di Biagio Spolitu non è tra coloro (otto) che si sono costituite parte civile nel processo e che lo stesso Spolitu ha negato ogni abuso nei suoi confronti. «Solo la presunta vittima ha detto di aver confessato questi abusi ad uno psicologo - dice la difesa di Spolitu - ma è credibile che un medico sia stato informato e non abbia detto nulla? Per noi non è credibile, e quindi questa presunta confessione lascia il tempo che trova. E poi perché questa presunta vittima non si è costituita parte civile nel processo come le altre otto?»

D. F. - 14.07.07 - ilsecoloxix.it

Scuola crollata: ingiustizia è fatta

Scuola crollata a San Giuliano: 27 bimbi morti, nessun colpevole

Non sono gli uomini i colpevoli della strage molisana del 31 ottobre 2002, giorno in cui una scossa di terremoto causò il crollo della scuola «Jovine» di San Giuliano di Puglia (Campobasso). Sotto le macerie persero la vita 27 bambini e una maestra. Ad ucciderli, invece, è stata la forza del sisma.
Questo almeno dice il giudice di Larino, Laura D'Arcangelo, che ieri pomeriggio ha assolto tutti e sei gli imputati accusati di concorso in omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni: il giudice ha applicato il secondo comma dell’art.530 del codice di procedura penale che prevede l’assoluzione in caso di mancanza o di insufficienza di prove e quindi, davanti ad una sala gremita dai familiari delle vittime, ha dichiarato: «Prosciolti perché il fatto non sussiste».

A 4 anni e nove mesi da quella sciagura, il giudice monocratico ha impiegato circa tre ore per dichiarare definitivamente innocenti i sei indagati: Giuseppe La Serra, 54 anni, progettista dell'ultima sopralevazione, completata poche settimane prima della riapertura dell'anno scolastico 2002-2003; Antonio Borrelli, 45 anni, all'epoca sindaco del Comune e padre di una delle vittime del crollo (accusato anche di omesso controllo); Mario Marinaro, 44 anni, tecnico comunale, Giuseppe Uliano, 78 anni, Giovanni Martino, 54 anni e Carmine Abiuso, di 48 anni, titolari delle imprese edili che hanno effettuato i vari lavori di ampliamento dell'edificio.

Non si sa se ci sarà un Appello. Il pm, Nicola Magrone, visibilmente deluso, ha commentato amaro: «Non so se ricorrerò perché è un altro calvario e non so se è giusto portarci questa gente sapendo che un tratto di penna può chiudere tutto. Oggi sono molto triste. Sono convinto che questi bambini li abbiano uccisi le persone, ma in Italia continua la lunghissima storia in cui tutto quello che accade è dovuto alla natura e gli uomini sono tutti santi».

Alla tristezza dell’accusa fa eco l'amarezza e l'indignazione dei genitori. Che alla lettura del dispositivo hanno reagito urlando, «vergogna». E ancora: «Qui c'è gente che ha perso il suo unico figlio o ne ha persi due. Questa non è giustizia... Ce li avete uccisi due volte. Due volte». Poi è volata una sedia e alcuni parenti delle vittime hanno inveito contro gli imputati, venendo quasi alle mani. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai carabinieri.

Una mamma si è sentita male, è svenuta.

«È stata legalizzata l'illegalità», ha commentato il presidente del Comitato vittime della scuola di San Giuliano di Puglia, Antonio Morelli. «Con questa sentenza - ha aggiunto - a San Giuliano nessuno si potrà meravigliare se si costruisce in barba alle leggi. Agiremo di conseguenza. Questo è il rispetto che hanno per quei bambini morti. Oggi abbiamo capito che in Italia regna l'ingiustizia».

«Non è il processo per il terremoto, ma il processo per il crollo della scuola», aveva arringato il procuratore Magrone durante la requisitoria, ricordando che la sciagura di San Giuliano rappresentava l'Italia peggiore. Cioè: «Quella delle violazioni, del sistematico calpestamento delle leggi e delle normative. Se è vero che il sisma del 31 ottobre 2002 fu l'evento scatenante della tragedia - aveva proseguito il pm - è anche vero che se le norme fossero state rispettate quando si decise di sopraelevare l'istituto scolastico, quella scossa da sola non sarebbe bastata a far crollare l'edificio, e prova ne sia che nel resto del paese ci furono crolli e danni anche gravi a case e palazzine, ma nessun edificio implose come la scuola, fino a polverizzarsi. La Jovine non era in grado di sopportare le sollecitazioni verticali del terremoto», aveva sostenuto, ribadendo quindi che la morte dei bambini sotto le macerie era stata causata «dalle cattive condizioni in cui si trovava l'istituto già prima del sisma, dato che ci sarebbero state numerose violazioni di norme nella sua costruzione».

La causa del crollo della scuola era da attribuirsi quindi alla sua gracilità strutturale ed il terremoto fu solo l'«occasione» in cui la struttura cedette.

14.07.07 - ilgiornale.it

Qualità dell'aria: i dati 2006

Qualità dell’aria: pubblicati i dati 2006

Nel 2006, i livelli di Pm10, biossido d’azoto e ozono hanno sistematicamente superato i limiti di concentrazione previsti dalla normativa, mentre monossido di carbonio, biossido di zolfo, benzene e piombo non destano particolari preoccupazioni, assestandosi su valori bassi e mostrando una progressiva tendenza al calo delle concentrazioni: è questo il panorama complessivo sull’andamento dell’inquinamento atmosferico in provincia di Torino con cui si sono fatti i conti anche nel corso di questo inverno e che trovano puntuale conferma nella relazione Uno sguardo all’aria, la pubblicazione elaborata annualmente dall’Assessorato alle risorse atmosferiche della Provincia di Torino in collaborazione con l’Arpa che si basa sui dati rilevati dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria.

Sulla base di questi dati, che riassumono l’andamento degli inquinanti nel corso dei dodici mesi del 2006 e forniscono un quadro di medio periodo per un’analisi della qualità dell’aria validata con criteri scientifici, è possibile valutare nel tempo l’efficacia dei provvedimenti intrapresi per migliorare la qualità dell’aria. Nella relazione del 2006, oltre alla consueta analisi dei dati chimici e meteorologici rilevata, è stata effettuata una breve caratterizzazione climatologica dell’anno.

Oltre alla versione cartacea, Uno sguardo all’aria è visibile (in formato pdf) sul sito http://www.provincia.torino.it/ambiente/inquinamento/eventi/sguardo e confrontabile con le precedenti edizioni.

«Il territorio della Provincia di Torino - commentano il Presidente della Provincia Antonio Saitta e l’assessore alle risorse atmosferiche Dorino Piras - è particolarmente soggetto a fenomeni di inquinamento atmosferico. Il particolato atmosferico (PM10) così come l’ozono superano i limiti di legge su gran parte del territorio e il biossido di azoto eccede i valori limite annuali sulle principali aree urbanizzate. A fronte di una situazione che i dati dei monitoraggi da diversi anni ci presentano chiara e consolidata nella sua criticità, la Provincia ha avviato una serie di azioni volte al miglioramento della qualità dell’aria con carattere il più possibile stabile e strutturale». Tra queste, ad esempio, l’applicazione della normativa europea IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) in materia di riduzione delle emissioni di origine industriale che porterà al rilascio, entro il mese di ottobre 2007, di autorizzazioni integrate per i principali impianti esistenti (circa 150) e per quelli di nuova costruzione.

In tema di traffico, uno dei principali responsabili nell’emissione di sostanze inquinanti, è attivo da anni un tavolo di coordinamento con i Comuni dell’area metropolitana, e da quest’anno è stato nominato un Mobility manager, con la finalità di coordinare le attività di mobility management delle principali aziende insediate sul territorio e di promuovere azioni di mobilità sostenibile «Per esempio il progetto Mobilityamoci – concludono Piras e Saitta -, avviato in via sperimentale fra i dipendenti della Provincia di Torino, che serve a incentivare, attraverso facilitazione economiche nell’acquisto degli abbonamenti, gli spostamenti casa-lavoro con i mezzi pubblici»

A cura di f.b. - 14.07.07 - localport.it

Raddoppia la taglia su Bin Laden

Da 25 passerà a 50 milioni di dollari. Intanto la stampa attacca le distorsioni su Al Qaeda

NEW YORK - Il Congresso raddoppia a 50 milioni di dollari la taglia sulla testa di Osama bin Laden, mentre negli Stati Uniti i mass media attaccano le distorsioni con cui il presidente George W. Bush descrive i rapporti tra Al Qaeda e l'Iraq al fine di giustificare la guerra. Due reporter del New York Times, Michael Gordon dall'Iraq e Jim Rutenberg da Washington, hanno messo a nudo le recenti accuse, non provate, che Al Qaeda ha assunto una posizione dominante nell'insurrezione irachena. «I riferimenti di Bush a Al Qaeda in Mesopotamia e la sua asserzione che si tratta dello stesso gruppo che ha attaccato gli Stati Uniti nel 2001 rappresentano una grossa semplificazione della natura dell'insurrezione e della sua relazione con la rete terroristica di bin Laden», hanno scritto i due giornalisti.

La frase incriminata di Bush, ha spinto all'estremo la logica semantica del rapporto Iraq Al Qaeda: «La stessa gente che mette bombe contro civili innocenti in Iraq è quella che ha attaccato l'America l'11 settembre, ed ecco perché quanto accade in Iraq è importante per la nostra sicurezza in patria», era stato il sillogismo con cui Bush aveva invitato gli americani e il Congresso a non mollare. È una argomentazione che il presidente ha ribadito più volte negli ultimi mesi ma che per Bush si sta rivelando un boomerang: «Sembra voler strumentalizzare le stesse emozioni che fecero vibrare all'unisono gli americani subito dopo l'11 settembre e che aiutarono Bush a convincere opinione pubblica e Congresso ad appoggiare l'invasione», ha scritto il quotidiano di New York.

Il problema è che Al Qaeda non esisteva in Mesopotamia prima dell'11 settembre e anche oggi il gruppo militante che si riconduce all'organizzazione di bin Laden e «per molti rispetti un fenomeno iracheno con componenti per lo più irachene», hanno scritto i due reporter.

«Il presidente vuole giocare la carta Al Qaeda perché pensa che gli americani capiscono questa minaccia», ha commentato Bruce Riedel, esperto del Saban Center for Middle East Policy ed ex uomo della Cia, secondo cui Bush «non è però riuscito a dimostrare che combattere Al Qaeda in Iraq impedisce ad Al Qaeda di attaccare l'America. Semmai, sia in Iraq che nel resto del mondo, Al Qaeda prospera grazie all'occupazione americana dell'Iraq».

Osama bin Laden continua a restare un ricercato. Il Congresso ha ieri deciso di raddoppiare la somma finora offerta per la cattura dello sceicco, che era di 25 milioni di dollari. La proposta, approvata dal Senato, è giunta dopo un rapporto dell'intelligence Usa secondo cui Al Qaeda sta rialzando la testa.

14.07.07 - corriere.com

Basta guerre nel mondo!