Alcol e droghe al volante: "serio problema"

Alcol e droghe al volante: "serio problema" per 30% giovani; parola di NIDA


Il 30% degli studenti americani hanno dichiarato di avere guidato almeno una volta nelle ultime due settimane in stato di ebbrezza alcolica o sotto effetto di droghe o di essere saliti su un'auto guidata da altro giovane in condizioni alterate da alcol o sostanze.


Sono i risultati di uno studio in pubblicazione sul numero di novembre del Journal of Studies on Alcohol and Drugs, anticipati dal National Insitute on Drug Abuse (NIDA) in una nota stampa.

Sebbene si è assistito negli ultimi anni a una riduzione di questo valore dal 35% del 2001 al 31% del 2003, fra il 2004 e il 2006 questo indice di guida alterata si è assestato intorno al 30 per cento e sembra non voler scendere.

“Il problema non è solo legato all'alcol” – spiega Patrick O'Malley, coordinatore dello studio; anzi, i numeri dicono proprio il contrario: “nel 2006 i giovani al volante sotto effetto di alcol erano il 10%, mentre quelli sotto effetto di marijuana erano il 13 per cento”.

“La maggior parte dei giovani è consapevole dei pericoli della guida in stato di ebbrezza, purtuttavia non se ne cura nella pratica – sottolinea Nora Volkow, direttore NIDA – mentre non sembra essere nemmeno consapevole dei problemi legati alla guida sotto effetto di droghe”.

Per quanto riguarda la possibile influenza su tali comportamenti delle caratteristiche demografiche e degli stili di vita, i ricercatori hanno rilevato che, nonostante sia emersa solo una leggera correlazione fra guida alterata e status socioeconomico, i fattori legati allo stile di vita individuale quali religiosità, “presenza” della famiglia, poche assenze ingiustificate a scuola ecc. erano associati a una minore predisposizione del giovane a comportamenti a rischio quali la guida alterata.

Marco Mozzoni - 09.11.07 - addiction.blogosfere.it

La salute ci sta a cuore: incontri con l'Avis

L'Avis di Ostra Vetere e Barbara promuove due tavole rotonde con esperti e ospiti: sotto i riflettori il rapporto tra salute e alcol, alimentazione e sport. Tra gli altri interverranno Marco Paolini della Federazione Italiana Pallavolo e il campione di pattinaggio Mauro Guenci. Essere e mantenersi in salute è importante per tutti, tanto più per chi è donatore volontario di sangue. Ecco perché la sezione Avis di Ostra Vetere e Barbara - 319 iscritti, 274 donatori effettivi - promuove, con il patrocinio di entrambi i comuni e la collaborazione del Csv, due diversi incontri pubblici, dedicati ai rischi delle bevande alcoliche e al rapporto cibo-sport, in programma venerdì 16 e 23 novembre, con la partecipazione di personale sanitario esperto e ospiti illustri.

Al primo, dal titolo “Alcol: quali messaggi dalla bottiglia?”, interverranno Davide Agostini, medico neurologo e Carmen Lenci, assistente sociale, entrambi dell'Unità funzionale di alcologia della casa di cura privata Villa Silvia e a seguire ci sarà spazio per le testimonianze di esperienze vissute da alcuni alcolisti e familiari, che hanno intrapreso un processo di recupero con le associazioni AA (Alcolisti Anonimi) ed Al-Anon (Familiari ed amici di alcolisti).

Venerdì 23 invece, l'antico palazzo del centro storico di Ostra Vetere, ospiterà la tavola rotonda su “Alimentazione e sport: un binomio salutare”, organizzata in collaborazione con la polisportiva Avis e le associazioni calcistiche locali di Barbara e Ostra Vetere, alla quale parteciperanno Cesare Santini, specialista in cardiologia e medicina dello sport, in passato anche medico della nazionale di pallavolo maschile; Marco Paolini, allenatore, docente della Federazione italiana pallavolo nonché grande scopritore di talenti del volley; Massimo Massi preparatore atletico della locale associazione sportiva SS.Olimpia Calcio, e Mauro Guenci, lo sportivo senigalliese, campione mondiale di pattinaggio a rotelle in linea. A moderare i due incontri sarà Raul Mancinelli.

Info: tel. 071.965333 - redazione@vita.it - 13/11/07 - vita.it

In aumento l'uso di droga, alcol e sigarette

I nostri Giovani sempre più legati alle ''dipendenze''


In Italia è aumentata la percentuale dei teenager in cura nei Ser.T (Servizio Tossicodipendenze). Il dato, significativo e preoccupante, è emerso dalla ''Rilevazione attività nel settore delle tossicodipendenze - Anno 2006'' pubblicata ieri sul sito del Ministero della Salute.
Secondo il rapporto, dei 171.353 tossicodipendenti in cura nei 544 SerT, lo 0,2%, pari a 327, ha un'età inferiore ai 15 anni. In tutti gli anni considerati, dal 1991 al 2006, si è passati da 87 a 327 ragazzi sotto i 15 anni in cura, ma con una percentuale costante sul totale pari allo 0,1% negli anni, fino, appunto, a raggiungere lo 0,2% lo scorso anno.
Secondo la rilevazione, comunque, nel tempo si osserva un evidente e progressivo invecchiamento dei pazienti afferenti ai servizi: la percentuale di pazienti di età 20-24 è diminuita (28,6% nel 1991, 11% nel 2006) e quella relativa alla fascia di età più avanzata (maggiore di 39 anni) è regolarmente aumentata (2,8% nel 1991, 27,5% nel 2006).

Dal primo anno di rilevazione, il 1991, l'identikit dell'utente dei SerT è dunque molto cambiato, sia per l'età sia per il tipo di sostanza stupefacente per la quale si è rivolto a questa struttura.
Se nel '91 la classe di età più ampia degli utenti, pari al 37,1% del totale, era compresa tra i 25 e i 29 anni, quindici anni dopo, nel 2006, la classe di età più numerosa, con il 27,5%, è diventata quella dei maggiori di 39 anni che nel 1991 rappresentavano appena il 2,8% degli assistiti dai Sert.
Da segnalare tuttavia che tra i minorenni si è registrato un abbassamento dell'età delle prime esperienze di consumo, in particolare di cannabis. Una dato che, in ogni caso, non modifica il profilo anagrafico dell'utente ''tipo'' dei SerT che, come dicevamo, ormai è in forte prevalenza di età superiore ai 39 anni.
Per quanto riguarda le sostanze stupefacenti per le quali ci si è rivolti o si è stati segnalati dalle Prefetture ai SerT, l'eroina resta la droga più presente con il 71,3% degli utenti in carico. Al secondo posto la cocaina con il 14% (uso in aumento a partire dal 1995 e che oggi non può più essere considerato consumo elitario), e al terzo la cannabis con il 9,6%. Da notare che nel 1991 l'eroina rappresentava il 90,1% dei casi e la cocaina solamente l'1,3%. La cannabis resta invece stabile negli ultimi cinque anni su percentuali di segnalazione costanti attorno al 10%.


Nessun cambiamento di rilievo, invece, nel sesso dell'utente del Sert. La stragrande maggioranza, ben l'86,6% degli assistiti, è di sesso maschile. Da sottolineare, infine, che i SerT assistono l'82,7% degli utenti di servizi di recupero per le tossicodipendenze, mentre il 10,3% è assistito dai servizi all'interno delle carceri e il 7% dai servizi del privato sociale.

I GIOVANI E L'ALCOL - L'Unione Europea rappresenta la regione con più il alto consumo di alcol nel mondo. Subito dopo il tabacco e la caffeina, l'alcol è la sostanza psicoattiva maggiormente usata anche dai giovani italiani. Tutte le evidenze scientifiche hanno dimostrato che al di sotto dei 15 anni c'è una scarsacapacità metabolica di trasformare l'alcol, una maggiore facilità a cadere nella dipendenza, un maggiore rischio di provocare patologie croniche.
La sub-cultura del bere attualmente più popolare tra i giovani è orientata verso il ''binge drinking'', cioè verso l'abuso concentrato in determinate occasioni, finalizzato al ''bere per ubriacarsi'', consumando 6 o più bevande alcoliche di seguito. Quindi birra e superalcolici vengono sempre più usati come droghe con le quali ricercare lo sballo. I Paesi del Nord dai quali l'Italia ha mutuato queste recenti abitudini, hanno però da sempre adottato misure molto, molto restrittive, nei confronti dei soggetti minorenni. Dati nazionali dimostrano che nella fascia d'età fra i 15 ed i 18 anni i maschi che consumano quotidianamente alcol aumentano progressivamente fino all'11,7%, mentre le femmine raggiungono circa il 3%. Il fenomeno del ''bere per ubriacarsi'' è stato osservato nel 5,2% nell'età compresa tra gli 11 ed i 18 anni.
Il consumo di alcol in Italia è peraltro un fenomeno in continua evoluzione. Dal 1998 al 2003 tra i 14-16enni sono aumentate, per entrambi i sessi, le prevalenze dei consumatori di superalcolici (+24,4%), di aperitivi alcolici (+46,1%), dei consumi fuori pasto (+50%). In aumento, in particolare fra gli universitari, l'uso di bevande alcoliche ''mixate'' con energy drink: quindi cocktail di superalcolici, uniti a bibite a basa di taurina e caffeina. Un'indagine tra gli studenti di Medicina dell'Università di Messina ha rilevato che ben il 27% degli studenti ha questa abitudine di sballo, finalizzata a ''mascherare'' la sonnolenza conseguente soprattutto all'uso di superalcolici.


GIOVANI (SICILIANI) E IL FUMO - In Sicilia, i fumatori sono oltre un milione (più di 650 mila uomini e circa 400 mila donne). A destare forte preoccupazione è l'abbassamento dell'età della prima sigaretta: il 10,3% dei ragazzi siciliani inizia a fumare tra gli 11 e i 15 anni. Il 66% dei bambini dell'isola è esposto al fumo passivo di tabacco, rispetto al 53% a livello nazionale. I dati emergono nell'ambito della campagna nazionale contro il fumo ''Iosmettocosì'' che tocca anche Palermo e Catania.
Secondo le ultime elaborazioni Istat, il 22,1% della popolazione siciliana sopra i 14 anni fuma, contro il 22% della media italiana. Di buono c'è che circa 900 mila siciliani hanno smesso di fumare, un chiaro segnale che smettere è possibile. Nel Paese, gli ex fumatori sono il 22,4%, mentre in Sicilia la percentuale di chi ha detto addio alla sigaretta e minore (18%). Di contro, nella regione non fuma il 58,7%, a fronte del 53,2 della media nazionale. Dei fumatori siciliani, il 15,9% fuma fino a 5 sigarette al giorno (media italiana 19,5), il 27,5 ne fuma tra 6 e 10 (nel Paese 30,2), ma quando si passa ai grandi fumatori la percentuale si ribalta: il 46,9% dei siciliani ne fuma tra 11 e 20, contro il 41,9 del resto del Paese e a fumarne oltre 20 sigarette al giorno è l'8,7% (media italiana 7,4). Nel 55% delle case dei siciliani non si fuma, mentre il restante 45% fuma in qualsiasi locale della casa o solo in alcuni luoghi. Rispetto alla media nazionale (58%) i siciliani rispettano meno il divieto di fumare nei luoghi di lavoro (47%).

Si stima che ogni anno, in Italia, l'esposizione post-natale al fumo passivo materno sia causa di quasi il 20% dei casi totali delle morti in culla e di infezioni respiratorie acute nei primi due anni di vita e quasi il 10% dei casi di asma.
Nella seconda metà di novembre, la campagna contro il fumo toccherà anche alcuni centri fitness e benessere siciliani: alcuni medici sensibilizzeranno i fumatori sull'importanza di abbandonare la sigaretta e sulle terapie oggi disponibili.


13/11/07 - guidasicilia.it

Polizia locale, un ottobre di super lavoro

Guida senza patente, tassi alcolici oltre i livelli d’attenzione e documenti scaduti o irregolari. Ottobre è stato un mese di grande lavoro per gli uomini della Polizia Locale di Gallarate. Nello specifico, due cittadini extracomunitari sono stati trovati sprovvisti di carta di circolazione e di iscrizione all’albo degli autotrasportatori e i loro veicoli sono stati sottoposti a fermo per tre mesi. Un cittadino rumeno è stato denunciato per guida senza patente, un albanese è stato trovato invece privo di permesso di soggiorno. Inoltre un altro cittadino albanese senza permesso di soggiorno è stato denunciato per guida senza patente. All’autorità giudiziaria è stato anche denunciato un cittadino dello Sri Lanka: era alla guida in stato di ebbrezza e ha provocato anche danneggiamenti alla segnaletica stradale. La Polizia Locale di Gallarate comunica che, a seguito di controlli con etilometro, da gennaio a ottobre di quest’anno sono stati trovati 17 autisti in stato d’ebbrezza (21 erano quelli segnalati nell’arco dello scorso anno), mentre due autisti sono risultati alla guida dopo aver assunto droghe. Infine, sono state avviate le pratiche di espulsione per due cittadini peruviani trovati a bordo di un autocarro: il conducente è risultato clandestino (con conseguente denuncia del datore di lavoro per favoreggiamento della permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari non in regola), il trasportato – che ha dichiarato di essere un autostoppista – era già stato raggiunto da decreto di espulsione, ma ancora si trovava sul territorio nazionale. Un controllo ha portato poi a una segnalazione al dipartimento di prevenzione sulla sicurezza negli ambienti di lavoro – servizio igiene e sicurezza sul lavoro: una ditta non autorizzata stava infatti rimuovendo eternit senza precauzioni. Nel mese di ottobre si è svolto anche il secondo corso per il recupero punti sulla patente. Il corso si è svolto dall’8 al 19 ottobre e ha interessato venti iscritti. In totale, quindici utenti hanno recuperato sei punti e cinque hanno recuperato nove punti. «Ancora una volta va un plauso all’impegno costante della Polizia Locale di Gallarate – commenta il vicesindaco del Comune di Gallarate Paolo Caravati -, sempre attenta a tutelare la sicurezza dei cittadini e il rispetto delle leggi».

Martedi 13 Novembre 2007 - t.g. - tommaso.guidotti@varesenews.it - varesenews.it

Un minore su 20 è vittima di abusi per lo più in famiglia

«Un minore ogni 20 è vittima di abusi sessuali, maltrattamenti o violenze psicologiche. Una piaga che molto spesso passa sotto silenzio». È lo sconvolgente dato emerso ieri nell'ambito del convegno sugli abusi sui minori organizzato dall'assessorato alla Famiglia del Comune di Como. All'incontro hanno partecipato oltre 300 operatori, in particolare psicologi, insegnanti, addetti ai servizi sociali ed educatori.
«La prevenzione rimane più che mai una sfida aperta - ha detto Alberto Pellai, del dipartimento di sanità pubblica dell'Università degli Studi di Milano - Ancora oggi gli abusi all'infanzia sono un tema ostico e delicato che troppi tendono a nascondere o rimuovere. Abbiamo bisogno di strumenti validi per prevenire e far emergere questa piaga».
Secondo un'indagine mirata realizzata dall'Università dell'Insubria nel 2003, su un campione di circa 400 studenti comaschi dai 14 ai 18 anni, l'entità di questo fenomeno è davvero preoccupante. «Circa il 14% dei ragazzi dichiara di aver subito un maltrattamento fisico, nella maggior parte dei casi in famiglia - ha spiegato l'assessore alla Famiglia, Anna Veronelli - Sul versante della violenza psicologica arriviamo addirittura al 43% di ragazzi che dichiara di aver subito insulti, denigrazioni e umiliazioni dai compagni o da conoscenti e familiari. Infine, il dato sull'abuso sessuale si attesta attorno all'8%, anche se nella maggior parte dei casi questi drammatici episodi passano sotto silenzio e non vengono denunciati».
Tra i relatori, anche Maria Rita Parsi, nota psicoterapeuta e scrittrice. «L'80% degli abusi sui bambini avviene tra le mura domestiche, sono perpetrati da persone amiche - ha detto l'esperta - Uno dei problemi più gravi è che gli abusatori sono capaci di far sentire colpevoli le proprie vittime, che quindi non denunciano mai i loro aguzzini. Si tratta di ferite che impediscono ai bambini di crescere e generano atteggiamenti distruttivi».
Il convegno è stato organizzato al termine di un lungo lavoro promosso dal Comune che ha portato, a maggio, alla firma di un protocollo d'intesa per la messa in atto di interventi mirati per la prevenzione e il contrasto di maltrattamenti e abusi sui minori.

Anna Campaniello - 13/11/07 - corrierecomo.it

Sentenza Hina, le reazioni: "Condanna esemplare"

Brescia - "Un pieno risultato da parte della procura. Una richiesta di condanna da parte nostra equa, dal momento che tecnicamente si poteva chiedere anche di più. È una sentenza giusta". Così il procuratore capo di Brescia, Giancarlo Tarquini ha commentato il verdetto pronunciato oggi dal Gup Silvia Milesi nei confronti dei familiari di Hina Saleem.


Santanchè: "Spero che la pena venga scontata" Lasciando il Tribunale di Brescia Daniela Santanchè, portavoce di "La Destra", ha così commentato la sentenza contro gli assassini di Hina Saleem: "Auspichiamo che la pena oggi inflitta ai responsabili diventi presto definitiva e venga effettivamente scontata possibilmente nelle carceri del loro paese. Non vorrei proprio -ha concluso- che fra qualche anno trovassimo gli assassini in circolazione e in grado di reiterare simili atrocità".


Bertolini: "Decisione esemplare" "Sono pienamente soddisfatta per la sentenza esemplare e la dura condanna emessa dal tribunale di Brescia contro gli autori dell’atroce omicidio di Hina Saleem". Lo afferma Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia. «Del pari - aggiunge - ritengo agghiacciante l’imprevista e violenta reazione della madre in difesa dei familiari assassini. Tale atteggiamento ci deve far comprendere come la strada per affermare l’emancipazione delle donne musulmane dal giogo dell’integralismo religioso è ancora lunga ed estremamente difficoltosa".


Boccia: "Delitto odioso, sentenza giusta" "La sentenza comminata al padre e ai cognati di Hina è giusta, corrisponde a mio avviso ai sentimenti di tutte le donne nei confronti di un delitto particolarmente odioso". È quanto afferma in una nota Maria Luisa Boccia, senatrice del Prc.


Mura: "Dobbiamo avere fiducia nella giustizia" "La condanna a 30 di carcere nei confronti del padre e dei cognati di Hina è giusta e rende doverosa giustizia a quella povera ragazza, uccisa barbaramente solo perchè voleva vivere la sua vita". Lo afferma Silvana Mura, deputata dell’Italia dei Valori. "Una condanna - aggiunge - che dimostra con i fatti che nella giustizia si deve avere la massima fiducia. Ora, però, la sentenza deve essere fatta scontare fino in fondo ai colpevoli visto che loro non hanno fatto alcuno sconto alla povera Hina".


13/11/07 - ilgiornale.it

Non siamo una generazione alcolizzata

Non lesina di certo energie e sforzi, il Romagnosi, per formare dei cittadini provetti. Nell'ambito del progetto "Educare alla convivenza", infatti, tutte le classi, dalla prima alla quinta, sono state coinvolte in attività interdisciplinari sulle basi della coesistenza civica. Iniziativa di sicuro interesse, nella quale la relazione della Croce Bianca nell'ambito del progetto di sensibilizzazione TVB è stata una parte importante. Ma cosa ne pensano, i ragazzi, della "macchina" che sta dietro al soccorso? Droga e alcol sono, per loro, una minaccia? Lo abbiamo chiesto a qualche studente in platea, ieri, durante l'insolita lezione. Per tutti o quasi, c'è armonia di pensiero: no a stupefacenti e troppe birre, ma no anche al percorso di volontariato.


Un'esperienza di vita che, per i giovani del secondo anno, non sembra avere molto appeal. «E' stato un momento utile - spiega Andrea Dellatorre -, anche se le cose sull'abuso di droga e alcol le sapevo già. Operatore in una P.A.? Forse, ma dovrei valutare attentamente». Nemmeno troppo entusiasta Valeria Zaia: «No, mi interessa molto fare la volontaria - dice -, anche se l'incontro è stato istruttivo». L'alcol è uno "spauracchio"? «Mi è capitato ogni tanto di alzare il gomito - confida -, essere un po' brilla, come succede a tutti, ma mai oltre». Della stessa idea Michela Valentini, di Pontenure, esempio virtuoso: non beve e non fuma. «Ci vuole troppo impegno per mettersi a disposizione degli altri - chiosa -, anche se questa mattina (ieri per chi legge, ndc) è stata molto positiva». «E' giusto che sappiamo cosa ci circonda - le fa eco Brigida Brizzolara, di Carpaneto -, e come affrontare le emergenze. A me, però, non è mai capitato di chiamare il 118». «Ci sono state dette cose che io già sapevo - rileva Sara Dal Ciello, anch'ella di Carpaneto - già alle medie avevo affrontato questi temi». Dà qualche consiglio "didattico", invece, Giulia Molina: «Devono dare - sottolinea - più indicazioni "pratiche", su come effettuare i primi soccorsi, invece che parlare degli stupefacenti, i cui effetti dannosi già conosciamo». Sono rimaste affascinate, d'altra parte, dalle spiegazione degli operatori della Croce Bianca - le classi sono anche state portate all'esterno per un "visita" all'autoambulanza -, Valentina De Bernardi e Cristina Prazzoli. «Mi piacerebbe dare una mano - glossa la prima - proprio nel campo del soccorso». «Gli argomenti - dice Cristina, di Roveleto - sono stati importanti, in compagnia c'è qualche amico che beve, ma sempre con moderazione». Gli apocalittici che vedono le nuove generazione ubriacone e tossicodipendenti, al Romagnosi, rimangono delusi. Pochi gli appassionati all'universo volontario, però. «Ma sono ancora piccoli, tra breve ne capiranno l'importanza» si auspica Caterina Martino, referente dell'iniziativa "Educhiamo alla convivenza".

Alessandro Rovellini - 13/11/07 - liberta.it

Alcol, debolezza femminile

La donna è fisiologicamente e biologicamente più vulnerabile dell'uomo agli effetti dell'alcol. Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità, secondo cui le donne rischiano intossicazioni più gravi bevendo minori quantità di alcol, sviluppano patologie più severe in tempi più brevi, e faticano a controllare, dopo aver bevuto, i processi cognitivi e quelli corporei, con maggiore pericolo di rimanere vittime di incidenti e violenze. Motivo di questa diversità la loro differente struttura corporea e, quindi, una ridotta capacità di metabolizzare l'etanolo, che si diffonde tramite l'acqua e che viene ossidato da un enzima, l'alcol deidrogenasi (ADH).I ricercatori dell'ISS hanno condotto un esperimento su un gruppo di uomini e donne con differente indice di massa corporea. Con identiche modalità e alla stessa ora del giorno è stata loro somministrata un'unica dose di superalcolico associata a un piccolo pasto. Negli uomini la concentrazione massima di alcol riscontrata nel sangue è stata di circa 20mg/100ml, un valore capace, inoltre, di scendere rapidamente a zero. Le donne, invece, hanno raggiunto una concentrazione alcolemica di circa 80mg/100ml, livello che rimaneva pressoché invariato anche a due ore dall'assunzione. Questo perché le donne, confrontate agli uomini, possiedono una quantità minore di acqua nel corpo, per cui bevendo allo stesso modo, possono contare su un volume minore di distribuzione dell'alcol. Inoltre, la funzionalità dell'ADH nel loro corpo risulta di gran lunga minore, fattore questo che favorisce il passaggio diretto dell'alcol al fegato e un'alta probabilità di danni epatici.


Mirella Taranto


Istituto Superiore di Sanità
Viale Regina Elena 299
00161 - Roma (I)
Telefono: 06 4990 2950
Fax: 06 49 38 71 54
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Bambino denuncia la madre per guida in stato di ebbrezza

Un bambino di 8 anni ha fatto arrestare la madre perché stava guidando in forte stato di ebbrezza. Il bambino era in macchine con la madre, che aveva alzato un po’ troppo il gomito, e il fratellino di 5 anni. Con il suo cellulare ha deciso di chiamare il 911 avvertendo l’operatore che la madre stava “guidando in un modo molto strano”.
Sulle prime l’operatore non aveva dato molto peso alla cosa, ma le chiamate si sono ripetute, tanto che la madre gli ha tolto il cellulare quando si è resa conto delle chiamate.
Alla fine la polizia ha individuato l’auto della donna, che si era appena fermata presso una caserma dei vigili del fuoco per dire che non si sentiva bene, ed hanno arrestato la donna. Sperando che la donna impari la lezione: un bambino di 8 anni è troppo giovane per avere un suo cellulare.


Corriere.it - October 25, 2007

Abuso di alcol: guide per genitori e ragazzi

Bere sotto i 16 anni può produrre nei ragazzi effetti sul sistema nervoso centrale e più in generale sull´intero organismo.
Non esiste una quantità "sicura" per il consumo di alcol, si può parlare solo di quantità a basso rischio: i rischi esistono per qualunque livello di consumo.

Durante l´adolescenza l´uso di alcol è visto come un rituale che crea legami, che permette di avere interazioni più distese e di sentirsi adulti.
L´abuso di alcol può essere la spia di condizioni psicopatologiche sottostanti.
Proibire a un adolescente di assumere bevande alcoliche può avere un effetto contrario a quello voluto: in adolescenza tutto è soggetto a critica e visto come un´esagerazione.
Bere cinque o più bevande alcoliche in un´unica occasione, lontano dai pasti, in genere nel fine settimana, con lo scopo di sentirsi più disinvolti e più sicuri di sé, è infatti un nuovo stile di consumo che sta diventando sempre più popolare tra i giovani ed è in crescita secondo i dati dell´Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Consigli e informazioni su come affrontare in modo efficace questo problema sono contenuti nella doppia guida, per genitori e ragazzi, sull´abuso di alcol realizzata dai medici dell´Ospedale Bambino Gesù di Roma.

La guida offre ai genitori anche suggerimenti su come riconoscere i segnali di allarme e come affrontare la questione con i figli.
Ad esempio si può discutere con loro sulle etichette delle bevande che li attirano, spiegare cos´è la gradazione alcolica, in modo da responsabilizzarli e farli sentire complici.

Guida per i genitori (file PDF, 30 kb)

Guida per i ragazzi (file PDF, 430 kb)

Guida "Telefono Verde Alcol" (file PDF, 235 kb)

Non esistono farmaci contro la dipendenza da cocaina

Aumentano le persone dipendenti dalla cocaina, ma 'non esistono attualmente farmaci adeguati, possiamo dare solo palliativi. Si millanta la scoperta di un vaccino, ma e' solo un'illusione': lo ha detto oggi a Roma uno dei maggiori esperti italiani di neurofarmacologia, Gian Luigi Gessa, nel convegno sulle buone pratiche nella salute mentale organizzato dalla Fondazione 'Mario Lugli'.
'Abbiamo finalmente imparato a gestire la dipendenza da alcol e da eroina. Ci sono i farmaci e c'e' un'organizzazione che funziona', ha osservato l'esperto. 'Ma il mondo sta cambiando e la gente comincia a usare la cocaina molto piu' dell'eroina, cosi' come i giovani satanno usando molto di piu' la cannabis e con concentrazioni piu' alte'.Nascono quindi nuovi problemi medici 'perche' non ci sono farmaci e non c'e' un'organizzazione che permetta di rispondere in modo adeguato'. In Italia come negli Stati Uniti, ha proseguito Gessa, la cocaina e' il terzo killer fra le droghe.
Uccide infatti oltre mille persone l'anno, preceduta dal fumo (130.000) e dall'alcol (40.000). L'eroina segue con circa 800 vittime. 'A consumare la cocaina si comincia per tante ragioni', ha detto ancora il neurofarmacologo, e nella maggior parte dei casi viene inalata. I tossicodipendenti da eroina cominciano a consumare cocaina per vincere la depressione, ma di fatto 'finiscono soltanto per sommare gli effetti tossici delle due droghe'. Va aumentando anche il consumo della cocaina freebase, ottenuta estraendo solo la base libera della cocaina, che puo' bruciare e puo' quindi essere fumata. 'In questo caso l'effetto e' immediato ma effimero, seguito immediatamente da depressione. Con l'uso prolungato sparisce anche l'euforia, ma si continua a non fare a meno di prenderla'.


12-11-2007 - droghe.aduc.it

Alcol e Lavoro

CESENA - Alcol e Lavoro. La rilevanza sociale ed il rischio lavorativo


CESENA - Diffondere negli operatori del mondo della sanità romagnola una maggior consapevolezza sui danni causati dall’alcol e al contempo ridurre gli incidenti e gli infortuni sul lavoro dovuti all’assunzione di bevande alcoliche. E’ l’obiettivo del corso di formazione “Alcol e Lavoro, la rilevanza sociale ed il rischio lavorativo”, in programma martedì 13 novembre 2007, dalle ore 8.30 alle 17.30, nella sala convegni Bufalini. Un fenomeno quello dell’abuso di alcol che sta assumendo un’importanza sempre maggiore. Nel territorio dell’Ausl di Cesena si stima che il 20% degli adulti nella fascia di età 18-69 anni abbia abitudini di consumo considerabili “a rischio” (Studio Passi 2005).

Organizzato dall’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di lavoro e dal Ser.T dell’Azienda USL di Cesena, il corso è rivolto in particolare agli operatori delle Aziende Sanitarie di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini.

I consumatori abituali di alcol, infatti, durante l’attività lavorativa possono incorrere in infortuni, provocare danni a terzi, avere incidenti stradali (infortuni in itinere), peggiorare il proprio stato di salute con frequenti assenze sul lavoro per malattia, alterare i rapporti con i colleghi con inevitabile disagio nell’ambito lavorativo.

Tra gli argomenti al centro dell’incontro, verranno trattati in particolare gli ambiti applicativi della norma di riferimento sull’alcool (legge 125 del 30 marzo 2001), le implicazioni operative per i servizi di prevenzione ed i possibili percorsi condivisibili con la figura del medico competente aziendale. Gli aspetti più inerenti alla sfera sociale che l’uso dell’alcool comporta, saranno illustrati dagli operatori del SERT.

L’iniziativa rientra nel progetto alcol e lavoro che la Regione Emilia Romagna ha avviato in conformità al piano europeo di sensibilizzazione ai rischi connessi all’assunzione di bevande alcoliche.


12-11-2007 - romagnaoggi.it

E’ partita la campagna “Guido Informato”

A cura di Annarita Scalvenzo

Anche la città di Chivasso, insieme ad altri 19 comuni piemontesi al di sopra dei 10mila abitanti, ha aderito alla campagna Guido Informato, organizzata nel mese di ottobre dalla Regione Piemonte e dall’Assessorato Polizia Locale per la prevenzione dell’uso e abuso di sostanze stupefacenti e psicotrope alla guida.

Il primo controllo sulle strade chivassesi è stato effettuato il 25 ottobre da una squadra composta dal Vice Comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Mezzo, dagli Ispettori di Polizia, Massimo Borghi e Rinaldo Boietti, con quattro agenti. A questo primo monitoraggio seguiranno altre due verifiche: venerdì 16 novembre e sabato 15 dicembre, quando le forze della Polizia Municipale, in collaborazione con la Polizia Stradale, si attiveranno dalle 23 alle 5 del giorno successivo.

A spiegare le modalità del controllo, è intervenuto il Vice Comandante dei Vigili Urbani, Giuseppe Mezzo: «Guidare sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e psicotrope è vietato dall’articolo 187 del Codice della Strada. Nella prima serata, abbiamo sottoposto a controllo 22 automobilisti. La procedura, effettuata nel pieno rispetto della riservatezza personale, prevede l’accertamento dello stato del conducente attraverso l’uso del Cozart, il test sulla saliva: un tampone utile per valutare in pochi minuti se il soggetto abbia assunto sostanze stupefacenti».

Al termine della serata del 25 ottobre, le Forze di Polizia chivassessi hanno rilevato la presenza di cannabinoide e cocaina in due giovani automobilisti.

Che cosa prevede, a questo punto, la procedura? «Chi risulta positivo al test, non invasivo, è accompagnato presso l’ospedale della Città, per ulteriori esami. Il Cozart è un test obbligatorio, ma non è coattivo. Se il soggetto rifiuta di sottoporvisi, scatta la sanzione del pagamento di una somma che varia da 2.500 a 10.000 euro, il ritiro della patente, il fermo del veicolo ed il successivo ordine del Prefetto a sottoporsi a visita medica. Se invece il test prima, e gli esami ospedalieri dopo, accertano la presenza di sostanze stupefacenti – continua il Vice Comandante dei Vigili Urbani –, ci troviamo di fronte ad un reato, pertanto scattano le sanzioni di legge: multa da 1000 a 4000 euro, arresto sino a 3 mesi, sospensione della patente di guida da 6 mesi a 1 anno».

Il Comandante della Polizia Municipale, Meglio sottolinea che: «Prima di ogni controllo, è nostro compito informare la cittadinanza, con una forte campagna di informazione e sensibilizzazione. Mercoledì 14 novembre al mercato distribuiremo opuscoli e materiali informativo a riguardo, così come in scuole, ospedali e farmacie».

Parole di appoggio per l’operatività del corpo di Polizia Municipale e Stradale arrivano dal Sindaco di Chivasso, Bruno Matola: «L’operazione condotta è un ulteriore esempio, tra i molti, che qualifica la nostra Polizia urbana nei diversi ambiti della propria professione. Nello specifico è stato dispiegato un ampio numero di forze non solo con l’intento sanzionatorio, ma anche con la volontà di verifica ed informazione sui pericoli legati all’assunzione di droga e conduzione di un automezzo: un connubio insidioso spesso tragicamente sottovalutato».

Dello stesso avviso, anche l’Assessore alla Sicurezza, Enzo Falbo: «I controlli sugli automobilisti sono utili, mentre risulta assolutamente necessario fermare e sanzionare i conducenti in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe. Solo così i cittadini possono ottenere più garanzie di sicurezza stradale e, forse, più ragazzi torneranno a casa salvandosi dalle tristemente famose stragi del sabato sera».


13/11/07 - localport.it

Scuolabus troppo lento: l’autista è ubriaco

Guidava molto piano perchè era ubriaco: non la sua auto, ma lo scuolabus. Troppo lento il mezzo e i carabinieri, si sono insospettiti non per le lancette del contachilometri bruciate dal piede pesante dell’autista, ma per l’eccessiva lentezza che viaggiava verso Cuasso al Monte sulla strada provinciale 29 attorno alle 15 di oggi, 12 novembre. I militari del nucleo radiomobile di Varese, dopo aver osservato il pulmino procedere a passo di lumaca, hanno intimato l’alt all’autista. E qui la sorpresa: l’uomo alla guida del mezzo, un cinquantatreenne da circa un anno impiegato in una ditta privata alla quale il Comune ha appaltato il servizio, è risultato positivo ai controlli alcolemici. Il valore di alcool nel sangue superava di ben tre volte la soglia consentita per legge. Risultato: ritiro immediato della patente. Al momento del controllo, per fortuna, lo scuolabus era vuoto.

Lunedi 12 Novembre 2007 - redazione@varesenews.it - varesenews.it

Basta guerre nel mondo!