"Bollori" notturni: manette e denunce

Giovedi' scorso e' stato arrestato Mauro Mastropietro, 41 anni, dell'Aquila, per resistenza, ingiurie e lesioni a pubblico ufficiale. L'uomo aveva procurato lesioni ad un agente, giudicate guaribili in 15 giorni, intervenuto in un locale all'interno del quale aveva gia' ingiuriato e minacciato i clienti. Questa mattina e' stato condannato a 9 mesi di reclusione.
Per rissa aggravata sono stati invece denunciati quattro giovani, due della provincia di Frosinone, due della Marsica. La rissa, scoppiata per futili motivi, era degenerata a causa della forte quantita' di alcol ingerita. Tre persone erano state refertate al pronto soccorso con prognosi dai 7 ai 25 giorni.
Infine, un giovane della provincia di Chieti e' stato denunciato per lesioni. Nel corso di una lite, originata sempre da futili motivi, aveva colpito un ragazzo aquilano al volto, costringendolo al ricovero nella divisione di chirurgia maxillo-facciale con una prognosi di 30 giorni.


15/12/07 - ilcapoluogo.it

No al decreto Bianchi

DISCOTECHE SUL PIEDE DI GUERRA


È un vero e proprio putiferio, quello scatenato dal divieto di vendita di alcolici dopo le 2 di notte, imposto dall’articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale e in vigore per tutti i locali ove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento. In sostanza, gli unici locali penalizzati sono le discoteche, mentre i bar e i pub possono tranquillamente continuare a vendere alcolici per tutta la notte. È proprio questo il punto che ha provocato accese proteste dei gestori dei locali da ballo, che ora stanno raccogliendo adesioni cartacee e via web perché il decreto venga abolito o almeno modificato. Portavoce della protesta è Nicola Acquaviva, presidente regionale Silb (l’associazione che rappresenta in Italia 4000 discoteche, raggruppate in oltre 40 sezioni provinciali) che ha affermato: “Non si tratta di mettere in discussione il principio di tutela della salute, ma di rendere palese il fatto che il divieto farà riversare le persone sulle strade dalle due di notte con il rischio di peggiorare la situazione. Con questa legge, anzichè punire chi fa abuso di alcol, si puniscono le imprese”. Una punizione che prevede, per chi non rispetta il divieto, la sospensione dell’attività da sette fino a trenta giorni. In qualche bar, qualcuno, nemmeno troppo timidamente, fa notare che “quelli dei nigth club se ne fregano delle cosiddette stragi del sabato sera, e pensano solo agli incassi”. Un’accusa inaccettabile per i gestori delle discoteche, che si sono impegnati in un’analisi più attenta del problema: ”L’inganno alla legge è presto trovato – spiega Barbara Zagami, art director di un locale da ballo in via Stradella – in quanto i giovani trovano mille altri modi per consumare alcolici in luoghi privi di vigilanza”. E ancora: ”Questo decreto è limitativo della libertà di migliaia di persone e della libera impresa”. Non piovono solo critiche ma anche proposte alternative: ”Si potrebbero mettere a disposizione autobus e navette per i locali e le discoteche, con la collaborazione dei comuni - suggerisce Barbara -, o anche fare funzionare tutti i semafori durante la notte”. Il decreto legge prevede anche che i nigth club siano dotati di etilometro per poter permettere, al cliente che volesse farlo, di misurare il tasso alcolemico prima di mettersi alla guida. Anche qui regna il caos, perché solo un locale su cinque è a norma, e comunque sono previsti tre mesi di tempo per mettersi in regola. Simona Quaglia lavora in una discoteca in via Frejus e commenta ironicamente: ”Va a finire che prima che scada il tempo massimo di tre mesi, la legge verrà abolita… Lo spero!”. E poi racconta di un’auto parcheggiata a pochi metri dal locale, carica di alcolici destinati alla vendita, e commenta: “In America il proibizionismo non mi sembra abbia portato grossi risultati”. È d’accordo con Simona anche Luigi Spina, promoter di una discoteca in via San Donato: ”É la solita legge all’italiana, che durerà poco; non ha senso proibire, pensi che nei parcheggi c’è chi vende birra a prezzi doppi”. Luigi propone delle alternative come ad esempio “fare una campagna di sensibilizzazione per mezzo di persone e cose che usano il linguaggio dei ragazzi”. Ma, praticamente, cosa ha prodotto finora il decreto Bianchi? Secondo alcuni dati forniti dal Comando provinciale dei carabinieri, ogni fine settimana la media è di 10 patenti ritirate e le persone controllate sono circa duecento. Positivo il fatto che pur avendo implementato i controlli, le multe e le sanzioni siano diminuite perché è aumentato il senso di responsabilità dei giovani.


di Gabriele Galvagno - 14 Dicembre 2007 - zipnews.it

TIR contromano sulla Flaminia

Stamani la Polizia stradale ha fermato un camionista ubriaco che ha guidato un tir contromano per circa 3 km della nuova Flaminia tra Spoleto e Foligno. L'uomo, un 36enne di Pesaro si è giustificato dicendo di aver fatto una manovra sbagliata, ma è risultato positivo all'esame dell'etilometro. Il suo tasso alcolico infatti si e' dimostrato tre volte superiore al limite massimo. Gli agenti hanno sequestrato il mezzo e gli hanno poi ritirato la patente.


14 Dicembre 2007 - newgol.com

L'influenza è arrivata

Ed è Pacifica di nome e di fatto


Sanihelp.it - L'influenza di stagione, la cosidetta Pacifica, è arrivata in Italia. Mercoledì, infatti, è stato isolato dalla sezione di Igiene dell'Università di Parma il primo virus influenzale della stagione.
Pacifica di nome e di fatto. Così gli esperti definiscono l’influenza stagionale 2007-08. Il nome deriva dai ceppi virali da cui è costituito il vaccino: americani Wisconsin, come lo scorso anno, e nuovi ceppi delle Isole Salomone, arcipelago localizzato a nord-est dell’Australia, che battezzano il malanno di stagione. Non solo: pacifica anche per la virulenza, ossia la cattiveria del virus, che quest’anno si prevede di media intensità, di poco superiore quindi a quella che si è avuta lo scorso inverno. Si prevede che colpirà 3-4 milioni di italiani, di cui un terzo circa bambini.

«Fare previsioni sulla durata e l’intensità dell’influenza è sempre più difficile, a causa delle condizioni climatiche che negli ultimi anni si sono dimostrate sorprendenti. Se le previsioni saranno rispettate, il picco potrebbe presentarsi non prima di quattro settimane - commenta Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano - L’influenza è una malattia virale, causata da virus che provocano febbre elevata oltre i 38,5 gradi, brividi, tosse, mal di gola, mal di testa e dolori articolari per giovani e adulti; febbre e disturbi intestinali per bambini e anziani. Non dobbiamo confonderla con le sindromi parainfluenzali o il comune raffreddore che già da alcune settimane colpiscono i nostri connazionali e si presentano in forma più leggera, ma con sintomi simili».

Ulteriori raccomandazioni arrivano da Aurelio Sessa, Presidente SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) Regione Lombardia.
«Da oggi il virus dell’influenza risulta effettivamente circolante nella comunità, per cui diventa fondamentale la diagnosi da parte del medico di famiglia, per aiutare il paziente a trattare l’influenza nel modo più adeguato - spiega - In caso di manifestazione dei sintomi è auspicabile recarsi dal proprio medico o almeno consultarlo telefonicamente entro 48 ore, per poter valutare il ricorso ai nuovi farmaci antivirali. Il medico saprà valutare l’approccio adeguato per ogni paziente, integrando il trattamento anche con la terapia sintomatica e identificando le categorie di pazienti più deboli come anziani e bambini».

Per saperne di più sull’influenza è possibile visitare il sito: www.passalinfluenza.it, a disposizione di tutti coloro che desiderano avere accesso, in modo pratico e veloce, a informazioni sull’influenza stagionale. Dal sito è possibile scaricare un opuscolo dal titolo Passa l’influenza: tutto quello che devi sapere per affrontarla.


di Silvia Nava - 14-12-2007 - sanihelp.it

I segreti del 'cuore matto'

Oltre 200 pazienti aritmici trattati e guarigione completa nel 70 per cento dei casi di cardiopatici "strutturali", i malati che hanno il cuore danneggiato da ischemie e infarti: sono i risultati dei primi 10 anni di applicazione di una metodologia diagnostica d’avanguardia presso il Centro Cardiologico Monzino di Milano, all’Unità di Aritmologia ed Elettrofisiologia diretta da Paolo Della Bella.


"Si tratta di una tecnica di mappaggio (la procedura diagnostica per individuare le zone del cuore responsabili dell’alterazione del ritmo) non a contatto", spiega Della Bella, "che permette di identificare in modo estremamente accurato le zone che all’interno del cuore sono responsabili delle aritmie e di trattarle con l’ablazione. In particolare consente di effettuare il trattamento anche di aritmie molto veloci e poco tollerate, che proprio per questo in passato non erano curabili. Con il sistema tradizionale, il mappaggio si effettuava cercando ‘punto a punto’ all’interno del cuore i siti interessanti: questa procedura però non si poteva effettuare se la tachicardia era troppo veloce (e quindi doveva essere interrotta perché pericolosa per il paziente) o durava poco, o era troppo complessa per poter essere studiata con questo metodo".


La tecnica consiste nell’introduzione nel cuore, normalmente attraverso l’arteria aorta, di un elettrocatetere "multipolare", dotato cioè di molteplici sensori disposti attorno a una piccola sonda ellittica gonfiabile. Dal suo segnale l’intera geometria del ventricolo e la sua attività elettrica vengono ricostruite virtualmente su uno schermo. Una volta ottenuta la mappa virtuale del ventricolo, l’aritmia viene indotta per un tempo brevissimo: è infatti sufficiente un solo battito per poter ricostruire sulla mappa con estrema precisione l’origine della tachicardia, le sue fasi e le modalità di propagazione, anche nel caso di aritmie molto veloci. Tutto questo senza rischi per il paziente, perché l’analisi della mappa avviene in un secondo tempo, quando il cuore ha già ripreso il suo battito normale.


Il "mappaggio" dei circuiti elettrici del cuore è fondamentale perché l’ablazione (cioè l’eliminazione mirata di minuscole parti del muscolo cardiaco mediante energia fisica liberata da un catetere) possa essere effettuata nel modo più mirato ed efficace. Per questo negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sulle nuove tecniche di mappaggio che consentono di ottenere un maggior numero di informazioni sulle caratteristiche delle pareti interne del cuore del paziente e una ricostruzione virtuale delle camere cardiache. A Milano il gruppo di specialisti dell’Unità di Aritmologia ed Elettrofisiologia del Centro Cardiologico Monzino vanta una delle casistiche più ampie in Europa nell’ablazione transcatetere. Qui vengono praticate ogni anno circa 700 ablazioni, delle quali circa 200 riguardano pazienti affetti da tachicardia ventricolare.


14-12-2007 - it.notizie.yahoo.com

Il Dalai Lama ai deputati: Italia, aiutaci

ROMA — Mentre il leader tibetano arrivava a Roma, Pechino ha lanciato un monito: «Nessuno Stato lo sostenga» . Sliding doors. Porte che si chiudono, porte che si aprono, percorsi differenti. Il Dalai Lama è atterrato ieri a Ciampino esattamente quindici minuti dopo il decollo, dallo stesso aeroporto, del premier Prodi e del ministro degli Esteri D'Alema per Lisbona. Una circostanza che è stata messa in evidenza dallo stesso Tenzin Gyatso, quando è sceso dalla scaletta dell'aereo e ha dichiarato che «non ci sono stati attacchi ufficiali, ma ci sono stati attacchi ufficiosi che hanno condizionato la disponibilità all'incontro e al dialogo da parte di alcune autorità pubbliche e di alcuni esponenti ecclesiastici », con un riferimento a Prodi e al Papa. È iniziata così la parte più importante e conclusiva della permanenza nel nostro Paese del leader spirituale dei buddisti tibetani, contro cui, proprio mentre giungeva a Roma, è tornato ad esprimere la sua contrarietà il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Qin Gang. «Nessuno Stato lo sostenga», ha ammonito.


Ma lo stesso D'Alema ha voluto precisare in serata che se non c'è stato incontro con il leader tibetano, «il governo non è disposto a cedere a nessuna pressione nel suo sostegno per l'affermazione dei diritti umani in Cina». Ma neppure «cede a chi pretende di definire l'agenda di incontri del Dalai Lama, che non sono stati chiesti». Insomma in questa visita il Dalai Lama non ha chiesto nessun incontro, «ma siamo lieti che sia qui». La giornata è stata quasi sempre un trionfo per l'anziano monaco. Con l'eccezione dell'Aula «Giulio Cesare» in Campidoglio dove al summit dei premi Nobel organizzato dal sindaco Veltroni, George Clooney ha catturato l'attenzione e la curiosità di tutti più del Dalai Lama. Poi trasferimento a Montecitorio, nella sala della Lupa (dove fu proclamata la nascita della Repubblica italiana), quindi al Salone degli Specchi di Palazzo Giustiniani, dove il presidente del Senato riceve i capi di Stato stranieri e dove ieri è salito un «uomo di pace e nobile esempio», ha detto Marini, presente il presidente della Commissione esteri, Dini. «Ci rivolgiamo a voi, aiutateci ». È stato l'accorato appello rivolto dal leader tibetano a oltre cento parlamentari di tutti i gruppi, riuniti ad ascoltare le sue parole alla Camera. Ha chiesto «un sostegno morale, pratico e concreto, che è davvero necessario» per vedere riconosciuti diritti che spettano ai tibetani e «che sono pure sanciti nella Costituzione cinese».



Nel percorso, il capo buddista si è fermato per abbracciare affettuosamente Marco Pannella. Il presidente Bertinotti ha commentato: «La Cina è amica, ma noi siamo contrari alla repressione in Tibet». In contemporanea è giunta da Bruxelles la notizia che in una risoluzione votata praticamente all'unanimità dal Parlamento, la Ue ha chiesto che finiscano «le pressioni della Cina su Stati amici » del Dalai Lama. In Campidoglio — a lato della cerimonia con Gorbaciov e Walesa, dove Clooney ha ricevuto insieme a Don Cheadle (protagonista di Hotel Ruanda) il premio per la pace 2007 per il suo impegno per il Darfur — il Dalai scortato da Ugo Papi, consigliere per l'Asia del ministro D'Alema, ha parlato per un'ora il sottosegretario Gianni Vernetti. Un incontro con il leader Pd Valter Veltroni, un discorso davanti ai ministri Emma Bonino, Giovanna Melandri. Vicino a loro Afef. E un consiglio buddista a tutti: «Amore e buon umore, calma e compassione riducono lo stress, perché l'odio e la diffidenza fanno male al corpo e all'anima». Centrodestra polemico con il governo. Della Vedova (Fi): «Prodi si vergogni: non era all'estero, lo ha evitato». Bondi (Fi): «Indebolita l'immagine dell'Italia». Da An hanno accuse a Bertinotti di essere «comunista Summit A sinistra, George Clooney con la fidanzata Sarah Larson in Campidoglio, dove si è svolto il Summit mondiale dei premi Nobel. A lato, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, nella sala della Lupa, a Montecitorio, rivolge il discorso di benvenuto al Dalai Lama. «La Cina è amica — ha detto Bertinotti —. Ma noi siamo contrari alla repressione in Tibet»


M. Antonietta Calabrò -14 dicembre 2007 - corriere.it

Bastano 10 cellule per scovare il Dna

Il nuovo test, messo a punto da ricercatori italiani, permetterà di identificare più rapidamente i criminali


ROMA
Vita più facile da oggi per gli investigatori che entrano in azione sulla scena del crimine: i ricercatori dell’università Tor Vergata di Roma, capeggiati dal genetista Giuseppe Novelli, in collaborazione con la Polizia scientifica capitolina guidata da Aldo Spinella, hanno infatti messo a punto un nuovo e sensibilissimo test in grado di "scovare" il Dna di assassini o rapinatori utilizzando per le analisi anche meno di 10 cellule umane, che contengono circa un cento miliardesimo di grammo di Dna. Il lavoro sperimentale è stato pubblicato sulla rivista "Bmc Genomics".

Questo nuovo test, validato su oltre mille individui di diversa origine etnica e sul Dna di animali comprese le scimmie antropomorfe - spiega Novelli in una nota - può essere impiegato per analizzare tracce di Dna degradato, oppure quando la quantità di campione è limitata. Il sistema prevede l’analisi di 24 punti (Snps) indipendenti del genoma: ciascuno è caratterizzato da una propria sequenza differente nelle diverse persone. Analizzando l’intero insieme di punti è possibile ottenere un profilo unico per ciascun individuo, capace quindi di identificarlo inequivocabilmente. La probabilità che due individui possano condividere casualmente la stessa combinazione di sequenze è infatti una su 10 miliardi.

I punti del Dna analizzati con questo test - continua la nota - non sono contenuti nei geni, ma sono localizzati nelle regioni del genoma che non hanno un ruolo funzionale: in alcun modo dall’analisi di queste sequenze si possono ricavare informazioni personali utili dal punto di vista biologico.

«Questo sistema - commenta Novelli - rappresenta l’evoluzione del sistemi di identificazione personale, come per esempio le impronte digitali, e non contiene rispetto a esse nessuna informazione biologica aggiuntiva».

«L’importanza dell’identificazione genetica nell’indagine di polizia - evidenzia Alberto Intini, direttore del servizio Polizia scientifica di Roma - è sempre più evidente, non tanto, come erroneamente si ritiene, perchè possa sostituire l’attività dell’investigatore, che segue i suoi classici processi logici, ma per fornire certezze processuali inconfutabili sull’attribuzione a una determinata persona di una traccia biologica rilevata sul luogo di un delitto. Perfezionare il test di analisi del Dna a scopo identificativo non è soltanto un compito della scienza genetica, ma anche una necessità della conseguente evoluzione della sperimentazione forense che la Polizia scientifica persegue in sinergia con la ricerca universitaria».


14 dicembre 2007 - lastampa.it

Uccide la moglie a fucilate e tenta il suicidio

Milano, 14 dicembre 2007 - Un solo colpo di fucile allo stomaco. Così un pensionato di 68 anni ha ucciso la moglie di 64 nel loro appartamento di via Pellegrini, 25, a Monza. L'uomo ha poi tentato il suicidio sparandosi o accoltellandosi all'altezza dello stomaco. Un colpo, però, non mortale. Il pensionato è ricoverato in fin di vita all'ospedale San Gerardo.


L'episodio è avvenuto intorno alle 23 di ieri. La donna è stata trovata riversa sul pavimento di una stanza da letto, mentre i carabinieri hanno trovato l'uomo nella camera matrimoniale. L'anziano era ancora cosciente e ha ripetuto più volte ai militari "fatemi morire".


A dare l'allarme solo un'ora fa una vicina di casa che non ottenendo risposta ha chiamato i vigili del fuoco e i carabinieri che, dopo aver rotto una finestra, hanno fatto irruzione nell'appartamento e hanno trovato il corpo senza vita della donna e quello agonizzante dell'uomo. Ancora da capire i motivi che hanno scatenato il raptus.


14 dicembre 2007 - qn.quotidiano.net

Usa: condannato a 438 anni per stupri

PHOENIX (Arizona) - Quattrocentotrentotto anni di carcere. Questa la condanna inflitta dalla Corte suprema di Maricopa, negli Stati Uniti, a Mark Goudeau, imputato per violenza sessuale ai danni di due sorelle, aggredite e stuprate in un parco della capitale dell'Arizona Phoenix. Goudeau è sotto processo anche per nove omicidi, avvenuti sempre a Phoenix tra il 2005 e il 2006. (Agr)


15/12/07 - instablog.org

Sette anni all'educatore pedofilo

Sette anni di carcere. E' la condanna che dovrà scontare Andrea Terzi, il tecnico informatico di 31 anni di Gualtieri che ha confessato di aver molestato due bambini che frequentavano la parrocchia del paese, dove lavorava come educatore, e di aver conservato sul suo computer materiale pedo-pornografico che poi divulgava tramite internet. Il giovane dovrà anche pagare 24 mila e 500 euro di multa. Il collegio dei giudici, presieduto da Pietro Fanile, è rimasto in camera di consiglio per tre ore prima di emettere, intorno alle 13, la sentenza. In aula c'era anche l'imputato, accompagnato dal suo difensore, l'avvocato Mario Burani. Il legale ha chiesto una pena che potesse permettergli il reinserimento sociale, sottolineando come il giovane si sia sempre dimostrato collaborativo nei confronti degli inquirenti, chiedendo egli stesso che il suo pc fosse sequestrato per non cadere in tentanzione, e come da due anni stia seguendo un percorso di cura. Andrea Terzi era stato arrestato il 10 gennaio 2006. Le indagini relative a un giro di pedofilia in rete erano partite dalla procura di Milano e avevano portato all'insospettabile esperto informatico, titolare di una piccola impresa di servizi, volontario nella parrocchia del paese. Ma proprio durante la sua attività di educatore, negli anni dal 2000 al 2003, il giovane avvicinava i bambini, li ricopriva di attenzioni per conquistare la loro fiducia. Poi li accompagnava in luoghi appartati, abusava di loro, li filmava e fotografava per poi scambiare il materiale con altri pedofili sul web.
Contro di lui c'è la denuncia di due piccoli che oggi hanno 12 e 13 anni. Nell'udienza precedente, il pm Maria Rita Pantanti aveva chiesto una condanna a 10 anni di reclusione e il pagamento di una multa di 30 mila euro. Le famiglie delle due vittime sono già state risarcite e sono uscite dal processo. Terzi, agli arresti domiciliari da alcuni mesi, ha già scontato due anni di reclusione. Gliene restano altri cinque. Il suo avvocato sta valutando il ricorso in appello. I giudici hanno inoltre decretato l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e non solo: Andrea Terzi non potrà mai più fare l'educatore.

di MANUELA CATELLANI - 15/12/07 - telereggio.it

I nuovi parametri degli adolescenti italiani

Bullismo e Anoressia


Quattro parole chiave: la famiglia, il bullismo, lo sport e la nutrizione diventano i punti cardine per l’equilibrio adolescenziale. La questione diventa più scottante quando si pensa che ad influire sulle scelte dei giovani è anche la televisione. Una gioventù, quella di oggi, che viene definita “bruciacchiata”, per distinguerla da quella generazione che contestava nelle piazze e che si opponeva in modo radicale al sistema, sfidando ogni pregiudizio sociale per assaporare quel poco di libertà conquistata. Ideali finiti nei libri di scuola che non sono neanche più contemplati come vie alternative all’emancipazione intellettuale. L'istruzione diventa un simbolo di alienazione e non più tentativo d'educazione: gli insegnanti accusano i genitori di non curarsi dei figli e i genitori replicano puntando il dito sulla mancanza di capacità di comprensione della classe insegnante, mentre i giovani non riescono a trovare modelli di riferimento per crearsi un'identità.

“Se dovessimo sintetizzare in una frase il quadro della realtà adolescenziale che emerge dall’indagine potremmo dire: ‘Adulti senza esserlo’. Ed è proprio questo ‘scollamento’ che può rivelarsi l’origine di molte criticità sia nel rapporto tra adulti e adolescenti sia nella corretta percezione che gli adolescenti hanno di se stessi”, dichiara a conclusione del nuovo rapporto della Società Italiana di Pediatria, Maurizio Tucci, responsabile della Comunicazione. Il convegno ha visto specialisti del settore confrontarsi sui dati emersi dall’indagine effettuata sugli adolescenti. Mentre la giovinezza si disperde nei bassifondi di un' emotività incontrollata, gli appelli ad un cambio di rotta nell'educazione si moltiplicano.

Umberto Galimberti, nel suo ultimo libro “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani”, spiega che i ragazzi fin da bambini hanno una quantità infinita di stimoli che colpiscono la sfera dell’emotività. Questa iperstimolazione crea uno squilibrio nel controllo emotivo. I genitori (assenti, o del tutto impreparati ad affrontare problematiche di questo genere) e l' inadeguatezza del sistema educativo nello sviluppo della crescita psicologica dei ragazzi, fanno si che i giovani si allontanino da modelli di riferimento.

Il fenomeno del bullismo come quello dell’utilizzo degli stupefacenti sono alcuni aspetti delle conseguenze scaturite da una perdita dell'interesse per l'altro. In effetti da quanto risulta dall’indagine della SIP, il 72% dei ragazzi hanno assistito a prepotenze subite da un amico o da una amica, e molti non li denunciano. La maggior parte dei ragazzi preferisce confidarsi con l’amico. Nella statistica il 40% consulta la mamma, il 18% il padre ed un 1,3% l’insegnante. Il 70%, di cui il 62% dei maschi giudica negativamente il comportamento del bullo, tuttavia è indicativo che il 26,6% (di cui 32% dei maschi) non ha nulla da obiettare se non subisce direttamente la prepotenza e il 4,7% considera il bullo una persona in gamba.
L’individualismo e la mancata educazione all’empatia comporta una totale disattenzione per l’altro, mentre si accende l’esibizionismo della propria persona a tutti i costi e questo ad un'età compresa dai 12 ai 14 anni, ancora priva di consapevolezza: l’82% dei maschi e l’86% delle femmine fa il bullo perché vuole essere ammirato all’interno del gruppo di amici, il 77% dei maschi e l’81% delle femmine per diventare il leader del gruppo ed infine il 68,8% dei maschi e il 71,2% delle femmine lo fanno per essere attraenti. Il mondo del bullismo riguarda anche le ragazze: nell’universo maschile il bullismo è ostentazione più o meno di forza; in quello femminile è un accanimento psicologico, che si basa sull’isolazione e la derisione dell’emarginata.

Il 79% degli adolescenti denuncerebbe atti di bullismo, ma per il 20,5% chi lo fa è considerato un fifone o una spia, mentre il 64% dei soggetti (di cui il 74% dei maschi) non lo riferirebbe ad un insegnante o al genitore. Alla domanda di chi si difenderebbe da solo il 47,3% (con il 60,4% dei maschi) lo farebbe, il 10% (5,4% dei maschi) informerebbe al massimo un amico e il 4,6% (5,7% dei maschi) subirebbe in silenzio le prepotenze se non dovessero essere eccessive.

L’altro grande problema risiede nelle sregolatezze del regime alimentare. L’impulso dato dai media nell'idealizzare l’immagine del corpo perfetto però non è rappresentativa del nesso "cura del corpo/salute", e va a scapito di un'alimentazione adeguatamente integrata ad un'attività sportiva. Nel 48% dei casi, i ragazzi hanno dichiarato di avere fatto diete senza l'aiuto del medico, facendo ricorso anche a diete fai dai te trovate per caso su internet. Il 61% degli adolescenti vorrebbe essere più bello (tra cui il 67% delle femmine), il 59,6% più alto (62,2% delle femmine); il 50,3% più magro (59,4% delle femmine). Ovviamente il 57,3% dei maschi vorrebbe essere più muscoloso. Oltre il 25% delle ragazze ha già fatto una dieta e un altro 12% vorrebbe farla. Tra quelle che almeno una volta hanno tenuto sotto controllo le calorie solo il 27,6% si è affidata a un medico, mentre il 46,9% ha deciso autonomamente quali cibi mangiare e quali no. Tra i maschi, il 15,9% ha già fatto una dieta e, tra questi, il 42% si è rivolto a un medico mentre il 37,9% ha agito in autonomia.

Un fenomeno incomprensibile per chi appartiene alla generazione precedente più incline al divertimento che a curare l'aspetto fisico. L’incomunicabilità e soprattutto il non aver tempo da dedicare all’ascolto dei più giovani comporta una radicale rottura nelle relazioni nelle quali non si riesce a dare esempi validi sul come creare dei rapporti sani nella vita.
L’indagine promossa dalla SIP ha confrontato le risposte dei ragazzi che hanno dichiarato di passare tre ore continuative davanti al televisore, a quelle di chi ha dichiarato di passare solo un’ora al giorno di fronte al video. Raffrontando i dati si delinea che i giovani soggetti a comportamenti sregolati sono quelli che passano più tempo davanti al televisore: questi sono influenzati negli acquisti dalla pubblicità, vorrebbero somigliare ad attori e attrici del piccolo schermo ed infine per loro quell’universo diventa il primo mezzo con il quale crearsi un’educazione sia sentimentale che sessuale o altro. Come la definisce Galimberti questa “pubblicizzazione dell’intimità” è un’omologazione vera e propria della vita privata, che tende ad annullare le particolarità di ognuno: “Passioncelle generiche sfiorano le loro anime assopite, ma non le risvegliano. Non hanno forza. Sono acquietate da quell’ideale di vita che viene spacciato per equilibrio, buona educaione. E invece è sonno, conformismo, dimenticanza di sé”.

Il Convegno della Società Italiana di Pediatria per tentare di dare un quadro della situazione sulla quale intervenire ha affrontato vari argomenti: tra cui Educazione e ruolo dei genitori, bullismo e società, le abitudini sessuali e gli squilibri alimentari, alimentazione e sport, benefici e danni dello sport, psicologia e sport nell’età evolutiva.
L'intento è quello di sradicare i falsi miti imposti dal nostro sistema capitalista, basati sul rendimento e sui costi di una persona inserita in una struttura. Nei giovani vi è l'assenza di consapevolezza di una propria identità che comporta l’annullamento dell'intellettività e dell'emotività, ambedue necessarie per sviluppare una riflessione. Il monito sembra coinvolgere tutte le parti in campo: dai genitori agli insegnanti fino alla società. Bisogna ritrovare un modo, non di capire i giovani, ma di dare esempi fondati sul rispetto di sé e degli altri.

Anoressia in Italia: problema sempre attuale, grazie anche a Oliviero Toscani

Dal sesso agli psicofarmaci, è un'Infanzia bruciata?

18° Giornata Mondiale dell'Infanzia. La Convenzione sui Diritti dell'Infanzia diventa maggiorenne

Carlotta Degl’Innocenti - 14 dicembre 2007 - fondazioneitaliani.it

3 milioni italiani colpiti da anoressia e bulimia

ROMA - Anoressia e bulimia colpiscono circa 3 milioni di italiani e il numero è in forte crescita. Secondo un'indagine dell'Associazione per lo studio sull'anoressia e bulimia (Aba), sono le donne il 96,8% dei soggetti colpiti. In un caso su tre lo status socio-economico è alto e ad ammalarsi sono anche i bambini e gli over 40, spesso per paura di invecchiare. Nei casi più gravi persiste un ostinato rifiuto alle cure e in queste situazioni può servire il ricovero forzato, in Italia ancora molto raro. (Agr)


14 dicembre 2007 - instablog.org

Basta guerre nel mondo!