Ubriaco alla guida di un'auto rubata

Arrestato dalla polizia Giuseppe Stevanon di Sanremo


Sanremo - Lo ha individuato il poliziotto di quartiere vedendo che si trattava di una vecchia conoscenza, lo ha fermato e kui ha dato in escandescednze. A quel punto sono scattate le manette.


Un uomo di 47 anni, Giuseppe Stevanon, nullafacente, abitante in via Galileo Galilei, a Sanremo, con precedenti di polizia alle spalle (per furto, rapina e maltrattamenti in famiglia), e' stato arrestato, ieri sera, dagli agenti del commissariato di Sanremo per resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale. L'uomo e' stato trovato alla guida di una Fiat 600 rubata. Era, inoltre, ubriaco e senza patente. E' stato il poliziotto di quartiere a individuarlo in piazza Colombo.. Al momento di portarlo in caserma, l'uomo, anche perche' sotto l'effetto dell'alcol, ha cominciato a dare in escandescenze.

di Fabrizio Tenerelli - 01/12/07 - riviera24.it

Taxi notturni contro maximulte

Taxi notturni contro maximulte e stragi del sabato sera


Savona - Il consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna la giunta alla stipula di una convenzione con la rappresentanza dei tassisti per garantire la possibilità del servizio taxi, a livello locale. L’iniziativa si rivolge ai giovani e alle donne che frequentano luoghi dove nelle ore notturne si svolgono spettacoli o altre forme di intrattenimento, congiuntamente all’attività di vendita e somministrazione di bevande alcoliche. L’iniziative prende atto della recente normativa sulla guida in stato di ebrezza e sulle misure per la sicurezza stradale. Inoltre mira a salvaguardare la sicurezza fisica delle persone particolarmente a rischio, a partire dalle donne.
L’idea prevede l’avvio di un progetto pilota in provincia di Savona coinvolgendo anche i titolari dei locali notturni. Per rendere appetibile il servizio e non gravare sui bilanci pubblici si pensa anche alla possibilità di uno sconto fiscale per i gestori del servizio.

“Voglio coinvolgere i tassisti - ha detto Roberta Gasco, del Gruppo misto Udeur, prima firmataria dell’odg - e i gestori dei locali per ridurre i rischi connessi agli abusi dell’alcol. Credo che ci sia sicuramente spazio per lanciare un servizio del genere. Si tratta di trovare autisti disponibili a lavorare in quegli orari a tariffe convenzionate.
Anche i gestori dei locali hanno interesse che i loro clienti, specie i giovani, possano tornare a casa senza pericoli connessi alla guida in stato di ebbrezza”.


01/12/07 - ivg.it

Alba: "Guida, non lasciarti guidare"

"Guida, non lasciarti guidare" è la campagna di comunicazione organizzata dalla Regione Piemonte per aumentare la sicurezza sulle proprie strade.

L'iniziativa si inserisce nel quadro di azioni che hanno come obiettivo il dimezzamento degli incidenti stradali entro il 2010, così come previsto dal piano nazionale ed europeo della sicurezza stradale.

Il progresso tecnologico ha prodotto un miglioramento della qualità della vita e di conseguenza un costante innalzamento dell'età media dell'uomo. Ne deriva una nuova, ma rilevante categoria di utenti della strada: gli over sessantacinquenni che richiedono una particolare tutela e programmi di comunicazione specifici siano essi pedoni, ciclisti, motociclisti o automobilisti


L'Assessorato ai Servizi Sociali della Città di Alba ha ritenuto utile aderire a questo progetto, che primo in Italia, intende accrescere la consapevolezza dei pericoli della strada dei "guidatori maturi".
Martedì 11 dicembre al Centro di Incontro per Anziani di Via Rio Misureto alle ore 14,30 avrà luogo la lezione educativa-formativa a cura di Consepi con la collaborazione del Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologica dell'Università di Torino.

Nel pomeriggio, dopo un'introduzione teorica di un istruttore di MotorOasi e di un medico dell'Università, verranno effettuate gratuitamente la misurazione del tempo di reazione, un esame della vista e dell'udito e la verifica dimostrativa del tasso alcolico con etilometro.


"Si tratta di un'iniziativa di particolare interesse ed estremamente utile. - commenta l'assessore Raffaella Delsanto - L'incontro con l'équipe di esperti, selezionali dalla Regione Piemonte, è un momento di analisi delle proprie capacità ed una maggior presa di consapevolezza dei rischi che si corrono tutte le volte che ci si mette sulla strada, sia come automobilista che come pedone. Nei prossimi mesi, in collaborazione con il corpo di Polizia Municipale, il tema della sicurezza stradale per la terza età sarà ulteriormente approfondito trattando in modo più preciso le norme del nuovo codice della strada."


30 Novembre 2007 - pmnet.it

Convegno su HIV e disagio sociale

Genova - Il convegno “HIV e malattie infettive nel disagio sociale” si tiene oggi - in concomitanza con la “Giornata mondiale dell’AIDS - presso il Centro Congressi del Castello “Simon Boccanegra”, situato all’interno dell’area del “San Martino” di Genova (Largo Rosanna Benzi, 10). In tale occasione i Primari di Malattie Infettive della
Liguria saranno ancora a disposizione della stampa per illustrare le loro esperienze e peculiarità.
Al convegno parteciperà anche Claudio Montaldo, assessore regionale alla Salute.
Di seguito la presentazione del convegno “HIV e malattie infettive nel disagio sociale” da parte del professor Claudio Viscoli.
Anche quest’anno il 1 Dicembre rappresenta un appuntamento irrinunciabile per quanti operano nel campo della patologia da HIV.
La Giornata mondiale è l’occasione di incontro, scambio di opinioni ma anche di acceso dibattito tra pazienti, istituzioni, medici e ricercatori impegnati in questa realtà quotidianamente.
Grazie all’ampia risonanza offerta dai “media” emergono non solo gli eclatanti successi della terapia antoretrovirale ma anche le ombre di una realtà spesso eterogenea, con differenze enormi tra nord e sud del mondo. Infatti ancora oggi, nonostante anni di promesse e lodevoli iniziative la situazione nelle aree più povere del mondo rimane tragica in termini di mortalità e sopravvivenza.
Anche nei paesi industrializzati esistono zone d’ombra, in particolare il virus dell’HIV continua a mietere le proprie vittime tra le persone più povere, gli immigrati ed i detenuti.
Molto spesso per queste categorie di persone è difficile sottoporsi ad un test dell’HIV, ma spesso diventa complicato non solo l’inizio della terapia ma anche il proseguimento corretto dello schema antiretrovirale prescritto.
I termini “counselling” ed aderenza trovano la loro giusta collocazione in questo ambito; infatti, per superare le carenze culturali, le differenze di lingua e costumi e le rigide regole detentive, molto spesso gli operatori devono perseguire questi due obiettivi nella loro attività giornaliera.
La Giornata si propone quindi come occasione di dibattito tra quanti operano nelle case cirocondariali, negli ambulatori con i pazienti immigrati e le persone socialmente più deboli. (C. Viscoli)


01/12/07 - quotidianoligure.it

Sulmona, violentano disabile: arrestati due 17enni

SULMONA. Orribile storia quella che ci viene raccontata da Sulmona, dove una disabile mentale ha raccontato di essere stata violentata da due studenti 17enni. La ragazza avrebbe fatto la confessione choc ad un’assistente sociale che poi ha avvertito la Polizia.


La vittima avrebbe già subito violenze in passato da due uomini adulti di Sulmona. Entrambi furono denunciati per violenza sessuale aggravata. Uno di loro è aanche ccusato anche di sequestro di persona e di minaccia aggravata per avere costretto la giovane a rapporti minacciandola con un coltello. Mentre un terzo uomo è stato denunciato per circonvenzione di incapace: avrebbe spinto la ragazza a chiedere soldi facendoseli poi consegnare. I due minorenni, che attraverso i propri legali respingono le accuse e dichiarano di non conoscere la ragazza, sono stati arrestati su ordinanza del Gip del Tribunale dei minori di L'Aquila, Vincenzo Venezia. Attualmente sono in corso le indagini per verificare i fatti.

di Andrea Barbato del 30/11/2007 - pupia.tv

Essere giovane

Ma essere giovane vuol dire sognare dolcezza e inseguire la trasgressione?


Chi sono i nostri ragazzi? Che cosa sognano, desiderano, pretendono? Quelli che si mostrano in divisa bianca da kamikaze con una mannaia in mano come Francesco Sollecito nel suo blog sono gli stessi che fanno registrare al botteghino di Come tu mi vuoi record da due milioni di euro per ogni fine settimana? Si possono sognare allo stesso tempo trasgressioni letali e dolcezze infinite? Amanda che si mostra su un altro blog con una mitragliatrice tra le mani può essere la ragazza che, dopo aver visto il film di Volfango De Biasi, dichiara che la frase più bella è quella rivolta da Cristiana Capotondi a Nicolas Vaporidis: «Sei insapore, inodore, incolore, praticamente non sei nulla». Evidentemente no. Evidentemente sono due mondi giovanili opposti, quelli apparsi in questi giorni sui quotidiani. Da un lato, il piccolo mondo universitario di Perugia, con le sue imprevedibilisacche di insoddisfazione e di violenza. Dall’altro i giovani appassionati dai “film da pomeriggio” come quello di De Biasi che, pur non essendo affatto banali, procurano agli spettatori serenità e allegria, magari in contrasto con la loro vita di tutti i giorni. Comunque vada a finire, chiunque sia colpevole o innocente, la vicenda di Perugia rivela almeno due aspetti inquietanti. Il primo è la facilità dello spaccio di droga. Il mercato degli stupefacenti è diffuso dovunque, ma colpisce che a Perugia lo spaccio avvenga sulle scale del Duomo e trovi un’utenza - certo minoritaria, comunque allarmante - in una popolazione universitaria di 40 mila giovani. In uno degli interrogatori, Raffaele Sollecito ha ammesso candidamente: «Faccio uso di cannabis tutti i giorni di festa e tutte le volte che ne ho bisogno perché sono una persona ansiosa». Ammetto di essere nato alcuni secoli fa, ma confesso di non aver mai pensato che una canna potesse sostituire l’ansiolitico. E mi colpisce che i sostenitori della libertà di spinello abbiano dato sulla voce a quanti sostengono, sulla base della loro esperienza scientifica, che un ragazzo “fatto” delle cosiddette “droghe leggere” non possa più controllare il proprio comportamento. Il secondo aspetto inquietante della vicenda di Perugia è il livello di trasgressione considerato abituale da alcuni giovani. Raffaele Sollecito ha scritto sul suo blog: “Ormai sei cambiato e non si può tornare indietro. Si può sperare di trovare un giorno emozioni più forti che ti sorprendano ancora…”. Quali emozioni? E con quali limiti? Una frase come questa può significare tutto o nulla e, naturalmente, il contesto nel quale viene letta può influenzarne la valutazione. Eppure, prescindendo dal caso in esame, colpisce che la libertà dei rapporti sessuali, facilitata dall’incontro di giovani in una città di provincia, non sia più considerata un punto d’arrivo. A quasi 40 anni dal ’68 la libertà sessuale, ormai acquisita, è superata da comportamenti opposti: da un lato alcune ragazze riscoprono la verginità fino al matrimonio, dall’altro - più spesso - si cercano frontiere sempre nuove, senza pensare che nessun nuovo traguardo sarà l’ultimo possibile.
Arriviamo così a punire con le armi chi reagisce a un qualunque tipo di imposizione (forse Chiara a Garlasco) o chi rifiuta una anomala violenza sessuale (forse Meredith a Perugia). La tragica novità è questa. Chi non accetta, muore.


28/11/2007 - Bruno Vespa - grazia.blog.it

15enne offre foto in cambio di ricarica

A seguito dell’episodio che ha interessato la ragazzina di 15 anni di Treviso, il Moige interviene sulla questione segnalando la generale mancanza di vigilanza sul fenomeno web.

Maria Rita Munizzi: “Tutti, dai provider, alle aziende di software, alle scuole ai genitori, devono fare la loro parte, chi con i filtri tecnologici chi con una vigilanza, perché i nostri ragazzi siano protetti dai pericoli di internet. Una recente indagine Swg dice che una scuola su cinque in Italia non possiede i filtri per internet; è chiara la portata del problema e l’allarme che deve suscitare”.

Quello della ragazzina di 15 anni che ha offerto, via web, dal computer di una scuola del Friuli Venezia Giulia, la propria immagine osé in cambio di una ricarica di 25 euro per il telefonino, è solo l’ultimo degli episodi che ha riguardato il Friuli Venezia Giulia, scoperto dalla Polizia postale di Udine. Il fenomeno però riguarda l’Italia intera, e oggi il Moige-Movimento italiano genitori- è tornato sulla questione, già affrontata nel corso di una recente campagna nazionale dal titolo Web Sicuro.

“Internet fa parte della vita dei nostri figli – dice Maria Rita Munizzi, presidente del Moige – è quasi lo specchio del mondo in cui vivono. Un mondo con cose belle ma anche insidie, come pornografia e dalla pedofilia. Non possiamo vietare ai bambini di usare la Rete ma dobbiamo insegnar loro come evitare o affrontare i pericoli”.
La necessità di informare bambini, genitori ed insegnanti sui rischi del web e sulle possibilità di proteggersi da ‘cattivi incontri’ è confermata dai risultati di due indagini svolte dalla società di sondaggi SWG. Su un campione di 5.000 genitori con figli tra 11 e 14 anni il 93% naviga in rete ma più della metà sottovaluta i rischi per i minori. Il 40% è infatti ‘poco preoccupato’ e il 24% lascia che i figli ne facciano uso senza controllo. Emerge inoltre che nel 25% dei casi il Pc si trova nella stanza dei ragazzi e in più di una famiglia su quattro (il 28% del campione) i computer non hanno software di parental control per bloccare l’accesso a siti potenzialmente inadatti ai ragazzi. Intanto i bimbi navigano, il 43% tutti i giorni, il 25% 2 – 3 volte a settimana e circa uno su quattro anche più volte al giorno, prevalentemente per cercare informazioni, ricevere o mandare mail o per scaricare musica e video. Internet è diffuso anche nelle scuole: secondo l’indagine dalla SWG, svolta su un campione di 650 insegnanti delle scuole medie, nell’11% degli istituti c’è addirittura la possibilità di connettersi sia da un laboratorio apposito che dall’aula.

Il collegamento avviene mediamente 1,3 volte a settimana, con frequenza maggiore (1,7 volte) nelle isole e per una durata media settimanale di 44,9 minuti, che diventano 82,1 nelle isole. Ciò nonostante solo il 36% dei docenti ha seguito corsi di approfondimento sui rischi del web e, in media, il 64% degli insegnanti, con punte fino al 71% nel sud, non ha seguito corsi specifici sui rischi del web. Le maggiori preoccupazioni per i docenti sono che gli studenti navighino su siti con contenuti inadatti (79% del campione) o che prendano virus informatici (29%); ma con forti differenze territoriali.

Se al sud e al centro c’è un picco di preoccupazione riguardo ai contenuti (80% e 82%), nelle isole ci si preoccupa molto dei virus (39%), al nord ovest per la pubblicazione di dati sensibili (15% contro una media nazionale del 12%) e al nord est spicca la preoccupazione che i ragazzi possano partecipare ai giochi d’azzardo (10% del campione contro 6% della media nazionale). Nonostante questo più di 1 Pc su 5 nelle scuole medie non è dotato di sistemi di filtraggio, con picchi che variano dal 25 al 31% a sud e nelle isole.


30/11/2007 - online-news.it

Giornata europea dei diritti dei disabili

E' ancora Torino a fare da locomotiva alle iniziative italiane


Il logo parla chiaro.
E' anche aggressivo il giusto, nel suo affermare che "il diverso sei tu".
Punta sul coinvolgimento. Perchè se questo manca, i diritti delle persone con disabilità non possono passare da teoria a prassi.
In estrema sintesi è quanto vuole trasmettere la giornata europea che celebra appunto i diritti delle persone disabili, che si tiene come da consuetudine il 3 di dicembre.
Il messaggio e la giornata acquistano ancora maggior importanza nel 2007, Anno Europeo delle Pari Opportunità per tutti, ossia per donne, anziani, disabili, giovani, malati e stranieri.


Come successo anche per la precedente edizione, è Torino a farsi carico del ruolo di locomotiva, nei festeggiamenti e nella riflessione sulla situazione dell'applicazione di tali diritti.

Lo fa grazie all’organizzazione della Cpd, Consulta per le Persone in Difficoltà http://www.cpdconsulta.it/ in collaborazione con l’Associazione Girogirotondo, si svolgerà sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Come ogni anno la manifestazione è realizzata grazie al contributo e con il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino. In questa edizione, gli Assessorati alle Politiche Sociali, Pari Opportunità e Sport del Comune si sono impegnati realizzando numerose iniziative. Il “3 Dicembre” sarà una tre giorni di musica, incontri, dibattiti, laboratori ed esposizioni, co-realizzata con Il CSV Idea Solidale.
Il programma lo trovate anche pubblicato nella nostra sezione Agenda.


Come anche l'anno scorso, la giornata arriva quando nelle orecchie abbiamo ancora l'eco di gravi episodi di bullismo verso studenti down. Nel 2006 fu proprio Torino, nell'istituto Steiner, l'epicentro della vicenda. Quest'anno tocca a Lecce, con il gaglioffo video di alcuni "compagni" di classe (compagni è volutamente tra virgolette, perchè è un termine che non si addice a questi ragazzi).


E speriamo che anche le iniziative legate a questo 3 dicembre aiutino a modificare una tendenza che con i diritti delle persone con disabilità sembra non avere nulla a che fare.


INFO:


Le celebrazioni italiane per il 3 dicembre 2008 http://www.3dicembre.it/


Il sito della Consulta per le persone in difficoltà onlus http://www.cpdconsulta.it/


Gli articoli con cui abbiamo presentato questa data negli anni scorsi:

3 DICEMBRE, VANNO 'IN SCENA' I DIRITTI DEI DISABILI http://www.disabili.com/content.asp?L=1&IdMen=56&SUBC=12726


3 DICEMBRE, E' "LA" GIORNATA INTERNAZIONALE http://www.disabili.com/content.asp?L=1&IdMen=56&SUBC=14347


[Alberto Friso] alberto@disabili.com


01/12/07 - disabili.com

Mamma dopo il cancro alle ovaie

A Bologna primo caso nel mondo


BOLOGNA - E' diventata mamma di due gemelline dopo aver vinto il cancro alle ovaie, grazie alla tecnica degli ovociti congelati. E' il primo caso al mondo ed è stato realizzato al Sant'Orsola di Bologna. La donna, che oggi ha 31 anni, vive in un paese della Basilicata, con due gemelline dagli occhi chiari e il loro papà. Le bambine, che stanno benissimo, hanno dieci mesi. Soddisfatta la dottoressa Eleonora Porcu, responsabile dell'équipe medica: "Sono questi i casi in cui un medico si sente utile".

Nel 2002, a causa della malattia, la donna aveva subito l'asportazione di entrambe le ovaie: era dunque destinata ad essere sterile, vittima di una menopausa assoluta e precoce. Il sogno di diventare mamma è invece diventato realtà. La fecondazione, dopo il congelamento e lo scongelamento dei suoi ovuli, è avvenuto al Sant'Orsola di Bologna: la notizia è stata data dalla dottoressa Eleonora Porcu, responsabile del Centro di sterilità del Policlinico bolognese, in occasione dell'apertura del secondo Congresso mondiale sulla crioconservazione degli ovociti che prende il via oggi a Bologna e andrà avanti fino al prossimo 2 dicembre.

Le ricerche sulla crioconservazione degli ovociti, vedono al primo posto in Italia Bologna, con il Policlinico Sant'Orsola e altri centri privati specializzati all'avanguardia: sono diverse migliaia gli ovuli congelati conservati nel capoluogo emiliano, in attesa che il sogno di diventare mamme possa diventare realtà. Una speranza per le centinaia di migliaia di donne che ogni anno al mondo diventano sterili a causa del cancro, molte della quali in giovanissima età: la mamma della Basilicata si era infatti ammalata tra i 25 e i 26 anni.


La tecnica della conservazione degli ovociti, a differenza del più comune congelamento degli embrioni, è praticabile per tutte le donne, anche quando non c'è ancora un candidato papà, e non è vietata dalle attuali leggi italiane, che hanno invece messo al bando gli embrioni congelati. La maternità della prima mamma "sterile" al mondo è stata assistita dall'equipe medica guidata dalla dottoressa Eleonora Porcu. "Era il sogno che aspettavamo dal 1997 - dice la ricercatrice, che non nasconde l'emozione - dicevamo: chissà se riusciremo a raggiungerlo. Oggi questa famiglia è felice e noi anche: sono questi i casi in cui un medico si sente utile".

A causa del cancro, prima dell'intervento chirurgico di asportazione di entrambe le ovaie, la donna lucana aveva chiesto ai medici bolognesi di congelare i suoi ovociti.
Alcuni di questi, dopo 4 anni, scongelati e fecondati col seme del papà, hanno poi consentito una normale gravidanza che si è conclusa felicemente, lo scorso febbraio, con la nascita delle due gemelle. "Si può stimare - spiega la dottoressa Porcu - che il cancro in generale renda sterili ogni anno 3.500 donne in Italia e alcune centinaia di migliaia nel mondo. Può infatti rendere necessaria, come in questo caso, l'asportazione delle ovaie, o più spesso una chemioterapia che nel 30 per cento delle pazienti distrugge definitivamente gli ovociti".

"Fino ad oggi - spiega ancora la dottoressa - la tecnica abitualmente impiegata per aiutare queste donne era la crioconservazione degli embrioni". Se negli Stati Uniti è possibile la fecondazione degli ovuli anche con seme di donatore sconosciuto, in Italia non si può scegliere l'altro genitore biologico: dunque solo la crioconservazione degli ovuli, conclude la ricercatrice, consente di aspettare anche per anni il momento e la persona propizi per scongelarli e fecondarli.

"Una stima per difetto dei bimbi nati da ovuli congelati è di circa 300 casi in tutto il mondo, di cui almeno 200 in Italia e 150 solo a Bologna. Questi sono però solo quelli oggetto di pubblicazioni scientifiche. E' plausibile che la casistica sia in realtà più numerosa", spiega la dottoressa Porcu.

La prima fecondazione di un ovulo scongelato è avvenuta nel 1986 in Australia (all'83 risale invece la prima nascita da embrione congelato). Il primo parto in Italia, tra i primi al mondo, sempre seguito dallo stesso gruppo di ricercatori bolognesi, risale invece al 1997. Anche qui una bimba che oggi ha 10 anni, sta bene e vive in Veneto.


30/11/2007 - repubblica.it

Tecnostressati, ecco l'identikit

L’identikit di una persona cosiddetta tecnostressata è molto facile da rinvenire: la passione e/o la presenza di tecnologia supera la qualità della vita portando l'individuo ad essere abbastanza incapace di rinunciare e/o convivere con le novità tecnologiche proposte sul mercato.


Ben l'80% degli italiani ne è vittima e, viste le cifre del mercato della telefonia cellulare in Italia, non c'è da di un simile primato. La ricerca che ha portato a questa rilevazione è stata condotta da Netdipendenza Onlus e prende il titolo "L'impatto del tecnostress nella Mobile Work-Life Management."

Lo tecnostress è un fenomeno tenuto sotto attenta osservazione tanto che lo stesso presidente di Netdipendenza, il giornalista Enzo di Frenna, ne ha redatto un libro intitolato "Tecnostress in azienda"; la community Always On ne ha disquisito in un incontro a Milano nel corso di MobileWorkLife 2007.

Praticamente il tecnostressato ha difficoltà di concentrazione, deficit di attenzione, attacchi di panico, incubi, crisi di rabbia e a volte si assenta dal posto di lavoro; lavora con il pc, e Internet, addirittura per 9-12 ore al giorno ed è totalmente incapace di gestire il flusso di modernità tecnologica imperante nella società odierna.

Enzo di Frenna consiglia una formazione mirata e innovativa per affrontare positivamente un simile disturbo. Bisogna capire meglio i meccanismi di funzionamento della mente umana e le rispondenze che il sovraccarico informativo può avere sulla salute. Suggerisce rimedi già utilizzati come la meditazione, l’attività sportiva, l’abitudine a pause rigeneranti e le tecniche solistiche.

Clemente Calabrese - 30/11/2007 - barimia.info

Basta guerre nel mondo!