Scontro frontale, morti quattro giovani

Schianto fatale nel Piacentino tra una Seat Leon e un'Audi A4. Le vittime, di età comprese tra i 17 e i 24 anni, abitavano a Cremona

CREMONA - Quattro ragazzi morti, uno in fin di vita e due gravi. Questo il bilancio dell'incidente avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì sulla ex statale per Piacenza in territorio comune di Castelvetro Piacentino e in prossimità dello svincolo di Cortemaggiore. Le vittime sono quattro ragazzi tutti residenti a Cremona, due italiani di 21 e 24 anni, e due stranieri di 20 e 17 anni. Stavano rientrando a casa dopo una serata a Codogno. I quattro amici erano su una Seat Leon che è finita contro una Audi A4 con a bordo altri tre giovani ventenni, uno di questi in prognosi riservata all'ospedale di Cremona. Sul luogo della tragedia sono intervenuti i carabinieri di Monticelli d'Ongina, la Polizia Stradale di Piacenza e i Vigili del Fuoco di Cremona.

28 giugno 2007 - fonte

Autobomba a Bagdad: 25 morti

L'ordigno è esploso nei pressi della fermata di un autobus nel quartiere sciita di Bayaa. A Bassora uccisi tre soldati britannici

BAGDAD - Un'autobomba è esplosa a Bagdad facendo 25 morti e 40 feriti. Lo hanno riferito fonti di polizia. L'ordigno è esploso nei pressi della fermata di un autobus nel quartiere sciita di Bayaa. Stando a quanto riferito dalla polizia, la bomba è esplosa all'ora di punta colpendo i numerosi pendolari e cittadini in attesa di prendere l'autobus. Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio e sembra destinato ad aggravarsi, mentre l'esplosione ha inoltre incendiato circa 40 veicoli nella zona. Intanto colpi di mortaio sono esplosi in una centrale zona commerciale delle città sempre durante l'ora di punta: due persone sono morte e almeno 14 sono rimaste ferite, riferiscono fonti di polizia.

UCCISI TRA SOLDATI BRITANNICI - Tre soldati britannici sono morti e un altro è rimasto ferito a Bassora a causa dell'esplosione di una bomba piazzata lungo una strada. Lo hanno comunicato fonti militari britanniche. L'ordigno è esploso nelle prime ore del mattino di oggi al passaggio dei militari che erano a piedi.

TROVATI VENTI CADAVERI DECAPITATI - Venti cadaveri con la testa decapitata sono stati trovati nel villaggio di al-Abbad, circa 20 km a sud di Bagdad. Lo ha riferito la tv al-Arabiyya con una scritta in sovrimpressione senza per il momento fornire ulteriori dettagli.

28 giugno 2007 - fonte

La Russia vuole annettersi il polo Nord

Come mettere le mani su 10 miliardi di tonnellate di petrolio e gas. Molti dubbi da parte degli studiosi dell'Artico

LONDRA - Il governo russo avrebbe l’intenzione di annettere al suo territorio una vasta area del polo Nord, grande 1,2 milioni di km quadrati, ricca di petrolio e di gas. Lo rivela il quotidiano inglese «Guardian» che afferma anche che questa zona dell'Artico, secondo alcuni scienziati dell'ex Unione Sovietica, sarebbe direttamente unita alla Russia da una piattaforma subacquea.

DIRITTO INTERNAZIONALE - Secondo il diritto internazionale, il polo Nord non appartiene a nessuna nazione: ognuno dei cinque Stati che si affacciano sull'Artico (Stati Uniti, Canada, Norvegia, Danimarca tramite la Groenlandia e Russia) può sfruttarne economicamente solo una piccola zona: non più di 200 miglia dalla costa. Tuttavia, la legge internazionale è stata messa in discussione lunedì scorso da un gruppo di geologi russi: gli studiosi hanno effettuato un viaggio di sei settimane nell'Artico su una nave rompighiaccio a propulsione nucleare. Essi hanno navigato lungo la dorsale Lomonosov, catena montuosa sottomarina che taglia l’Artico a metà e si estende sotto l’acqua per 1.700 km dalla Siberia all’estremità nordoccidentale della Groenlandia. Qui, dopo lunghi studi, affermano di aver costatato che la dorsale Lomonosov è unita direttamente al territorio della Federazione russa.

RICCHEZZE - Il territorio in questione, grande quanto Italia, Francia e Germania messe assieme, contiene secondo gli stessi scienziati russi, 10 miliardi di tonnellate di depositi di gas e di petrolio e naturalmente la notizia ha suscitato preoccupazione e stupore in numerosi organi internazionali. Per annettere un territorio, bisogna dimostrare che la struttura della sua piattaforma continentale sia simile alla struttura geologica del proprio territorio. Inoltre, secondo una convenzione internazionale di diritto marino, nessuno Stato può estendere i suoi confini territoriali fino al polo Nord. Infine tanti studiosi contestano i risultati dello studio degli scienziati russi. «Francamente penso che ci sia qualcosa di strano», ha affermato ironicamente al Guardian Sergey Priamikov, direttore internazionale dell’Istituto di ricerca dell’Artico e dell’Antartico di San Pietroburgo. «A questo punto i canadesi potrebbero dire che la dorsale Lomonosov è parte della piattaforma canadese e ciò significherebbe che la Russia appartiene di fatto al Canada, insieme con l’intera Eurasia». Secondo Priamikov, al di là delle polemiche territoriali, questo territorio continua a essere una delle più belle aree naturali del mondo.

Francesco Tortora - 28 giugno 2007 - fonte

Violentava una bimba di sei mesi. La madre lo fa arrestare

La notizia è agghiacciante. Un uomo di 40 anni è stato sorpreso mentre, nella propria abitazione, violentava una bambina di sei anni. Sei mesi! Qualcuno dirà, ma come è possibile. Mi hanno spiegato che ciò avviene praticando ai bambini dei rilassanti muscolari. Ma allora esistono questi che alcuni chiamano 'orchi' come appartenessero alle favole. Ma purtroppo favole non sono. Come dice qualcuno che non ci vuole pensare alle cose brutte. O vuole nasconderle. O non gli fa comodo. O non sa come parlarne.

Li ha scoperti la madre della piccola che ha denunciato l'accaduto ai carabinieri che hanno arrestato l'uomo. Lo scrive questa mattina la Gazzetta di Mantova. Il responsabile della violenza è V.B., disoccupato, con piccoli precedenti penali alle spalle. Tutto è accaduto martedì scorso. L'uomo, che abita vicino alla famiglia della bambina nel quartiere di Lunetta a Mantova, era solito ospitare la piccola mentre i genitori erano fuori e farla giocare con le apparecchiature elettroniche che ha in casa. Martedì la madre è tornata prima del previsto e, non trovando la figlia a casa, è andata nel vicino appartamento dell'uomo. Ha trovato la porta aperta ed è entrata. Qui le si é presentata la scena dell'uomo addosso alla bambina mentre le dedicava attenzioni morbose. La donna ha cominciato ad urlare ed é fuggita con la bambina.

Subito dopo ha avvertito i carabinieri che hanno arrestato l'uomo mentre era ancora a casa. Lui ha confessato e ha cercato di spiegare: "Mi sono lasciato andare perché sto attraversando un brutto periodo. Mi dispiace". Le violenze, secondo il racconto della bimba, andavano avanti da tempo. L'uomo ora si trova in carcere a Mantova.

L'uomo secondo noi va capito e va aperto con lui un dialogo. Non è un orco. Un uomo che ospita una bimba di sei mesi, che da sola a casa sua non può andare. Però, è questo il punto, come in tanti aspetti della nostra vita sono cadute molte barriere e ogni giorno verifichiamo che la gente ha difficoltà a distinguere il bene dal male. Accade anche dentro noi stessi.

Quindi non alzate i forconi. Ma partite dal fatto che 'siamo tutti pedofili'. O volete che si dica: chi può scagliare la prima pietra? Provocazioni per diffondere una fraterna misericordia che allarghi le menti a capire, prima di condannare. E a capire cosa succede. Vi conforti che non vi è equivoco tra la persona che intrattiene rapporti normali sia pure molto molto affettuosi con un bambino e chi invece dimostra comportamenti equivoci. Anche inconsapevolmente. Per gli psicologi seri, onesti e bravi basta uno sguardo.

Dobbiamo fermarli, ma con la ragione. Non con un nuovo medioevo.

© Copyright Comincialitalia.net - di Donatella Papi - Giovedi 28 Giugno 2007 - fonte


[della serie: non facciamoci mancare niente...]

Cambiamenti climatici – Ecco i danni alla salute

Il ministro all'Ambiente: «I dati esistenti impongono azioni di governo per prevenire le conseguenze dei cambiamenti climatici. Il passo successivo, dopo la visione di tali dati, consiste nel rivedere il piano sanitario nazionale o quello sul dissesto idrogeologico»

– I potenziali scenari

Più morti per ondate di calore ed inondazioni, nuove malattie portate da vettori, acqua e cibo, prolungate allergie da pollini nel presente e nel futuro dell'Italia. Per ogni grado di aumento della temperatura si calcola una media del 3% di aumento della mortalità; l'inquinamento da ozono (causa importante di patologie respiratorie) cresce con il caldo; si rafforza la possibilità di espansione di malattie come la febbre del Nilo occidentale e Leishmaniosi; aumentano le malattie legate all'acqua. La popolazione è sempre più esposta a inondazioni e frane, con il conseguente carico di disabilità e morti. Queste le principali conclusioni del primo rapporto su Cambiamento Climatico e Salute in Italia, coordinato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Programma Speciale Salute e Ambiente della Regione Europea e dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat), presentato oggi a Roma nel corso del secondo workshop preparatorio della Conferenza nazionale sui Cambiamenti climatici 2007. Un'analisi finalizzata alla comprensione dei rischi esistenti e potenziali per l'ambiente e la salute umana in Italia, negli scenari di esposizione dovuti ai cambiamenti climatici. Il rapporto contiene anche un'identificazione delle misure di adattamento e prevenzione che i nuovi scenari richiedono.

«I dati esistenti impongono azioni di governo per prevenire le conseguenze dei cambiamenti climatici - ha affermato il ministro dell'Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, Pecoraro Scanio durante il suo intervento -. Il passo successivo, dopo la visione di tali dati, consiste nel rivedere il piano sanitario nazionale o quello sul dissesto idrogeologico. Il tema dell'adattamento è centrale, ma fin'ora sottovalutato. Lavorare sulle strategie di adattamento significa invece prevenire le vittime delle conseguenze climatiche. I piani generali di governo devono tener conto dei diversi ambiti che risentono del cambiamento, applicando il principio di prevenzione. Tutti i lavori preparatori della conferenza nazionale di settembre – continua - servono ad avviare la predisposizione del piano nazionale di adattamento climatico. Con il Ministero della salute proponiamo un tavolo “ambiente e salute” che si occupi delle diverse forme in cui si declinano gli aspetti ambientali che hanno impatto sulla salute dei cittadini. Inoltre - aggiunge - dopo quella italiana, proporrò una conferenza europea sui cambiamenti climatici, trasformando la conferenza nazionale in un appuntamento fisso di ogni 3-4 anni. Sulla sfida delle energie rinnovabili - conclude il Ministro - lancio un appello a tutte le forze politiche affinché si realizzi un accordo bipartisan».

«Il rapporto Apat - Oms oggi acquista un valore ancora più importante - ha spiegato Giancarlo Viglione Commissario Straordinario dell'Apat - in quanto parte integrante del percorso che porterà alla Conferenza nazionale sui Cambiamenti Climatici che, dopo 14 anni di silenzio, si presenta in modo completamente diverso. Il mutamento climatico, infatti, è ormai un dato oggettivo e, di conseguenza, è cambiato il modo di analizzare il problema: non ci si interroga più sull'esistenza o meno dei cambiamenti climatici, ma sul cosa fare per limitarne i danni. Sotto il profilo della salute – continua - si osserva un aumento del trend delle morti del 3% circa per ogni grado di temperatura in più. Un'incremento significativo che mette in luce la necessità immediata di un lavoro integrato. Apat, Oms ed Iss devono mettere insieme le loro professionalità per studiare il nesso esistente tra cambiamenti climatici e salute».
Dello stesso parere anche Roberto Bertollini, direttore del «Programma speciale salute e ambiente» dell'Oms Europa, secondo il quale il cambiamento climatico in Italia non è più solo una possibilità, ma una realtà già in atto. Bertollini ha poi fornito un quadro della situazione attuale emersa dal rapporto Apat-Oms da cui risulta che: nel periodo 1990 – 2005 le emissioni di gas serra, in Italia, sono aumentate del 12,1%, causando un incremento delle temperature dello 0,7%. Anche il numero delle giornate calde appare in costante aumento, registrando un valore in crescita del 14%. Il rapporto, inoltre, prevede un ulteriore incremento, entro la fine del secolo, di 3,5 - 4° C. «Le ondate di calore in aumento della temperatura di un grado – ha spiegato Bertollini - provocano in una città come Roma fino a 2 morti in più al giorno, esattamente quel 3% di incremento della mortalità per ogni grado registrato nelle temperature. Vale per tutti - ha continuato - l'esempio dell'estate del 2003 dove si è assistito ad un incremento della mortalità legato alle ondate di calore, che ha colpito soprattutto le fasce di età comprese tra i 65 e gli 85 anni, con una maggiore incidenza sulla popolazione femminile. La mortalità - ha poi concluso - è dovuta soprattutto a malattie circolatorie e a patologie delle vie respiratorie. I cambiamenti climatici, hanno aggravato i problemi per gli asmatici e gli allergici, in particolare al polline e sono state individuate nuove aree endemiche, soprattutto nel nord Italia.

Fonte Apat - 25 Giugno 2007 - fonte

L'altra Italia - Rom: Colletta e la solidarietà proseguono

Busto Arsizio (27 Giu 2007) Nella scorsa settimana, abbiamo invitato i cittadini di Busto ad un gesto di solidarietà nei confronti dei Rom rumeni che hanno subito l’ennesimo sgombero dalle loro baracche, perdendo in questo modo praticamente tutti i loro, seppur poveri, averi. Molti cittadini hanno risposto all’appello, nonostante il risicato preavviso, riscattando, in qualche modo l’immagine di Busto come città solidale e caritatevole. Sabato mattina, presso Migrando la Bottega abbiamo raccolto generi di prima necessità, sia alimentari che di vestiario. Grazie dunque a quei cittadini, che rispondendo all’appello di solidarietà ci hanno permesso di portare loro un sostegno.

Un ringraziamento va anche alle associazioni ed alle parrocchie di Busto, in particolare alla San Vincenzo e alla Parrocchia dei Frati minori, che stanno supportando la raccolta, accollandosi anche questo onere oltre la loro già intensa attività caritativa nei confronti dei poveri della città.Crediamo che questi elementi debbano interrogare anche l’Amministrazione cittadina dovrebbe riflettere attorno a questi gesti spontanei di solidarietà: forse la linea dura ed intransigente non è così condivisa A fronte delle situazioni di povertà i bustocchi sanno andare oltre.

Proprio per le numerose richieste che ci sono pervenute da parte dei cittadini abbiamo deciso di realizzare un secondo momento di raccolta. Sabato 30 giugno dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presso Migrando La bottega, via A. Pozzi 3.

Le necessità della comunità sono molteplici ma visto il numero dei bambini della comunità, con un età dai 2 mesi ai 10 anni, riteniamo che questa possa essere una delle priorità. Vorremmo poi evidenziare che i membri della comunità ci hanno poi fatto presente il loro desiderio di stabilizzare la situazione, sarebbero infatti interessati a trovare un alloggio in affitto.

Il desiderio di integrarsi è infatti forte, i bambini frequentano le scuole di legnano e alcuni degli adulti hanno trovato delle occupazioni lavorative, più o meno saltuarie. Speriamo dunque che in città si possano trovare delle soluzioni abitative dignitose ad un canone accessibile.

Associazione Alterlist - Paolo Zuffinetti - 27 Giu 2007 - fonte

Fiaccolata anti-rom: «Siamo di sinistra ma basta invasioni»

«La fermezza negli sgomberi innanzitutto. Una fermezza che deve tradursi in una veloce individuazione di aree presidiate dalle forze dell’ordine. Sono loro, carabinieri, polizia e vigili, il vero deterrente per impedire ai rom di tornare nei posti dai quali sono stati cacciati. E noi siamo qui, con i cittadini, perchè vogliamo risolvere il problema per sempre. E perchè questo antico borgo, recuperato con un adeguato progetto di riqualificazione, diverrebbe un fiore all’occhiello in vista dell’Expo 2015. Certo: come sostiene il vicesindaco De Corato spetta solo al prefetto, cioè a un’autorità sovraccomunale che presto avrà poteri speciali sull’emergenza rom, individuare quelle aree, perchè sono tutte fuori Milano».C’è anche Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia di Milano tra gli organizzatori, insieme all’«Arci Pessina», della fiaccolata dei residenti di Chiaravalle svoltasi ieri sera, a partire dalle 21, lungo la via San Bernardo. Un centinaio di persone circa. Gente stanca, esasperata da questi nomadi che, sgomberati, ritornano a Chiaravalle e si sistemano a 50 metri da dove erano stati cacciati qualche giorno prima. Oppure, allontanati con la forza da Triboniano, si fanno vedere in giro per tutta la città, da Chiaravalle alla Comasina.«Il Comune di Milano deve attuare la mozione votata in Consiglio comunale dove si chiedevano sgomberi e ricollocazione dei rom sfollati» dichiara Carmela Rozza, consigliere comunale dei Ds. E alle critiche del centrodestra, «stupito» che la sinistra che, come dice il vice sindaco Riccardo De Corato «dopo aver incentrato per anni e anni la propria politica sull’accoglienza indiscriminata degli stranieri e sulla tolleranza a 360 gradi, adesso si accorga del problema dei troppi stranieri a Milano» la Rozza risponde: «Essere di sinistra significa garantire le libertà ai più deboli anche attraverso la sicurezza». Che, tradotto, vuol dire che ora anche l’opposizione si batte per il numero chiuso per l’ingresso dei rom a Milano, «ma anche e soprattutto per la loro ricollocazione in strutture adeguate».

«Intanto noi continuiamo a fare la ronda tutte le sere, avanti e indietro per le strade di Chiaravalle e siamo apartitici» spiegano una trentina di cittadini che tengono le distanze dalla fiaccolata. E anche qualcuno in mezzo al corteo, nonostante si unisca agli slogan urlati come «Vogliamo fatti e non parole!» o «Vergogna Moratti e Maiolo!», esprime le proprie perplessità. «I comunisti ci dicono che è stato durante il governo Berlusconi, nel 2004, che l’Unione europea ha votato per far diventare i romeni comunitari dal primo gennaio di quest’anno e che l’Italia, oltre a non chiedere la moratoria come invece ha fatto Zapatero, ha aderito. - spiega un uomo che impugna la fiaccola - Il centrodestra assicura che è stato Romano Prodi a mettere la firma finale... Boh!». E una signora arrabbiata: «Voto Ds da sempre. Ma aborrisco la proposta di legge Turco-Ferrero che, con l’escamotage degli sponsor, farà invadere l’Italia dagli stranieri».

«Ai residenti assicuro che manderemo via tutti coloro che non rispettano le regole e alimentano così razzismo e xenofobia - assicura ancora De Corato -. Si tratterà di alleggerimenti progressivi: non possiamo fare sgomberi ciclopici prima di decidere in quale area portare questa gente».

di Paola Fucilieri - giovedì 28 giugno 2007 - fonte

La Camera dice sì alle nuove patenti

Il disegno di legge ora va al Senato

Il disegno di legge di riforma del Codice della strada è stato approvato ieri dalla Camera con 246 voti a favore, 17 contrari e 151 astenuti. Elaborato dal Governo, il testo era stato discusso e ampiamente emendato dalla commissione Trasporti. Ora, se non verrà modificato dal Senato, si appresta a portare molte innovazioni al Codice del 1992. Tra le più discusse, quella che introduce il cosiddetto "foglio rosa" a 16 anni, che foglio rosa in senso stretto proprio non è (l'autorizzazione resta legata alla maggiore età e al superamento dell'esame di teoria), ma che consiste nella possibilità, data ai 16enni che siano già in possesso della patente A, di svolgere esercitazioni di guida accompagnata con un tutor che abbia la patente da almeno 10 anni.

Il Sole 24 ore - 28-06-2007 - F. Abiuso - art. pag. 27

Bevi! Così magari nemmeno invecchi...

Con questo caldo ricordatevi di bere. E di bere. E di bere. E magari di mangiare più frutta. Attenzione agli anziani: secondo il prof. Rosario Sorrentino, direttore dell’Ircap (istituto di ricerca e cura attacchi di panico) della clinica Pio XI di Roma «il cervello, soprattutto degli anziani, rischia di andare in panne, un black out momentaneo, proprio a causa del caldo».

Oltre all'acqua - almeno 2 litri al giorno - vanno benissimo anche i succhi di frutta. Ma, tanto che ci siamo, qual è il succo di frutta che più protegge dall'invecchiamento e da alcune malattie anche gravi come il cancro? Il prof. Alan Crozier dell'Università di Glasgow ha stilato una classifica:

succo d'uva nera (non vino!): è un concentrato di sostanze con forti capacità antiossidanti (bloccano i radicali liberi dell'ossigeno, quei frammenti di molecole che creano danni notevoli alle cellule dell'organismo)

succo di mirtillo: oltre ai flavonoidi contiene antocianine, pigmenti che rafforzano le pareti di vene ed arterie.

succo di mela (con la polpa)

succo di pompelmo: ricco di licopene, altro pigmento con alta capacità antiossidante.

succo d'arancia (tra i più consumati da noi italiani)

succo di melograno

mix tropicale: succo di mango, ananas e frutto della passione

succo d'uva bianca (non vino!)

succo d'ananas

succo di pomodoro

26-06-2007 - di Roberto Russo - fonte

''Si muore piu' di errori medici che di incidenti''

Milano, 26 giu. Gli errori in corsia uccidono piu' degli incidenti stradali, del cancro al seno e dell'Aids. Almeno negli Stati Uniti, dove "nel 2005 le persone morte per errore medico sono state 90mila, contro le 43mila vittime dell'asfalto, le 42mila del tumore alla mammella e le 16mila dell'Aids". E "non c'e' ragione di pensare che la situazione non sia la stessa anche in Italia". Lo ha affermato Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto farmacologico Mario Negri di Bergamo, intervenuto oggi a Milano al convegno 'Il contenzioso medico-paziente, un crescente problema culturale, etico ed economico".

L'esperto ha pero' precisato che "bisogna distinguere fra medico e ospedale, e a sbagliare non e' quasi mai il singolo operatore, ma la struttura". E cosi' anche nel nostro Paese il problema sta assumendo le dimensioni di una vera emergenza. Ogni anno nella penisola si registrano quasi 15 milioni di ricoveri, 4,5 milioni di interventi chirurgici, 20 milioni di accessi ai pronto soccorso oltre a miliardi di prestazioni sanitarie; la sanita' nazionale e' al secondo posto dopo quella francese nella classifica Oms delle migliori del mondo, eppure 15mila medici all'anno affrontano cause di risarcimento per errore ai danni dei pazienti.

"8 chirurghi su 10 sono o sono stati indagati, e l'indice di gradimento della sanita' fra gli italiani e' pari a 20 contro il 50 degli States", riferisce Lorenzo Menicanti, primario cardiochirurgo all'Irccs Policlinico San Donato di San Donato Milanese. In due casi su tre i medici vengono assolti per non avere commesso il fatto, ma "affondare la testa sotto la sabbia non e' la soluzione giusta", spiega Remuzzi ai giornalisti, a margine dell'incontro al quale ha partecipato anche il ministro della Giustizia, Clemente Mastella.

"Per risolvere la questione bisogna parlarne, e bisogna farlo nella maniera piu' corretta", prosegue Remuzzi. Cosa che spesso i 'camici bianchi' non fanno, dice l'esperto. "Troppi medici e infermieri, infatti, magari anche in buona fede parlano male dei colleghi davanti ai loro pazienti. Una tentazione cui resistono davvero in pochi - aggiunge - ma che nel malato genera conflittualita', confusione e sospetto". Un 'vizio' italiano, ma non solo, precisa lo specialista, secondo il quale "all'estero esiste pero' una sensibilita' diversa: negli ascensori degli ospedali americani sono affissi cartelli che invitano i medici a non parlare di nulla che riguardi i pazienti".

Insomma, "e' sbagliato parlare poco con il malato, ma e' sbagliato anche parlargli troppo o parlargli in molti, perche' quasi sempre persone diverse dicono allo stesso paziente cose differenti", continua Remuzzi. Soprattutto, "e' fondamentale sapersi rivolgere al malato" e il nefrologo invita a prendere spunto dai coiffeur e dall'industria automobilistica. "Cosi' come si discute insieme al barbiere il taglio migliore, in una cultura moderna, medici e pazienti devono condividere le responsabilita' decidendo insieme l'approccio piu' adatto e gradito", e' la metafora di Remuzzi. Allo stesso modo, "anche se i pazienti non sono ovviamente delle macchine - puntualizza - bisogna mutuare dai fabbricanti d'auto l'attenzione al cliente, che per gli ospedali e' l'ammalato. Ecco perche' un gruppo di medici di Seattle e' partito per una visita di studio alla Toyota in Giappone".

Adnkronos - 26-06-2007 - fonte

Strangola il figlio autistico e si consegna ai carabinieri

Ha ammazzato il figlio autistico e poi si è consegnato ai carabinieri. È accaduto nel Palermitano. I protagonisti di questa assurda e tragica storia sono Calogero Crapanzano, 60 anni e il figlio di 26. L’uomo, sabato scorso, ha invitato il giovane a fare una passeggiata come accadeva ogni settimana. Dopo averlo accompagnato in aperta campagna nella zona «Gibilrossa», lo ha strangolato con una corda. Dopo il delitto, Crapanzano si è consegnato ai carabinieri. Aveva ancora il cadavere del figlio nel baule dell’auto. Terribile la scena che si è presentata agli occhi dei militari.

Agli investigatori, l’assassino ha raccontato il dramma di una vita trascorsa con il figlio ammalato. Alla base dell’omicidio ci sarebbe un raptus di follia: l’uomo viene descritto come una persona perbene, un padre attento e premuroso. All’arrivo in caserma, Crapanzano non ha mostrato segni di pentimento, ma subito dopo essere stato interrogato dal magistrato che conduce l’inchiesta, Gaetano Paci, in lacrime ha spiegato che si è trattato di un attimo di sconforto. «Dopo l’ennesima discussione - ha raccontato ancora agli inquirenti -, mio figlio ha dato in escandescenze ed è stato a quel punto che ho preso un cavetto che avevo nell’auto e l’ho ucciso stringendoglielo attorno al collo. Non volevo ucciderlo, gli ho sempre voluto un gran bene. Voleva smontare tutto quello che gli capitava a tiro e poi mi diceva che anch’io dovevo farlo. Ho cercato di convincerlo che non era facile rimontare tutto, ma lui non voleva sentire ragioni. Ecco è stato a quel punto che ho avuto un attimo di smarrimento».Angelo aveva bisogno di essere seguito, accudito e aiutato. Calogero gli stava dietro praticamente tutto il giorno, da quando si era messo in pensione. Prima aveva svolto la professione di maestro di scuola elementare. Negli ultimi anni, però, la sua vita ruotava attorno al figlio, specie da quando la moglie non riusciva più a seguirlo, a causa di un esaurimento nervoso.

Calogero Crapanzano è rimasto rinchiuso al carcere Ucciardone di Palermo per due giorni, poi il Giudice per le udienze preliminari, Donatella Puleo, ha deciso per la scarcerazione pur convalidandone l’arresto. Il magistrato ha ritenuto che non ci fossero le esigenze cautelari. «Come ogni giorno - ha continuato - anche sabato, lo avevo portato in auto a fare una passeggiata». Da Bonagia, il quartiere dove vive la famiglia Crapanzano, padre e figlio sono arrivati fino in contrada Gibilrossa. «Lui ha cominciato a ripetermi all’infinito che dovevo smontare il condizionatore poi ha preso a litigare e a mordersi le mani. Io ho perso la testa».

giovedì 28 giugno 2007 - fonte

1 milione di firme per la disabilità

In occasione del suo decimo anniversario, il Forum Europeo della Disabilità (Edf) ha lanciato la campagna “1million4disability”in favore di una legislazione europea che combatta la discriminazione contro le persone disabili. L’obiettivo è quello di raccogliere un milione di firme nell’Ue entro il 30 settembre.

Sono oltre 145.000 le firme già raccolte nell'ambito della grande campagna lanciata in gennaio - attraverso il sito internet http://www.1million4disability.eu/, - dall’Edf, l’European Disability Forum, il Forum europeo delle persone disabili che punta a raccogliere un milione di firme contro la discriminazione di oltre 50 milioni di cittadini portatori di handicap nell'Unione Europea. Nato nel 1997, l’Edf è una piattaforma unica e indipendente in Europa, con un ruolo attivo verso le istituzioni dell'Unione Europea e i suoi responsabili politici, che cerca di proteggere e difendere i diritti delle persone con disabilità. La sua aspirazione, perseguita attraverso attività quotidiane, è quella di influenzare la legislazione dell’Ue, in quanto ogni decisione e iniziativa di quest’ultima ha un impatto su tutti gli ambiti della vita quotidiana dei cittadini europei con disabilità.

“Abbiamo bisogno di voi – ha affermato Yannis Vardakastanis, presidente dell'European Disability Forum, in una lettera indirizzata ai vari membri dell’Edf - perché questa campagna può cambiare la vita di più di 50 milioni di cittadini in Europa. Ma il suo successo è basato principalmente sulla vostra mobilitazione, il vostro impegno ed il vostro coinvolgimento. Abbiamo bisogno di voi perché questa è una opportunità unica per mostrare alle istituzioni che le persone con disabilità in Europa sono unite e che lottano tutte insieme per difendere i loro diritti quali cittadini dell’Unione Europea. Abbiamo bisogno di voi per raggiungere il traguardo di 1 milione di firme raccolte. Attraverso le vostre organizzazioni, useremo la vostra partecipazione attiva per diffondere il più possibile questa campagna nel vostro Paese e tra i soci della vostre organizzazioni e i vostri contatti. Abbiamo bisogno di voi per mobilitare i vostri soci e coinvolgerli attivamente affinché la campagna sia di grande portata e che la voce di ogni individuo sia essenziale”.

Aderire all’iniziativa è molto semplice: basta collegarsi direttamente al sito della campagna http://www.1million4disability.eu/ o - in alternativa - scaricare il modello per la raccolta di firme in formato cartaceo, disponibile in tutte le lingue europee, dal sito della campagna o dai siti http://www.superando.it/ e http://www.cnditalia.it/. Le firme saranno poi consegnate al Presidente della Commissione e al Presidente del Parlamento Europeo.

Linda Grilli - 28 giugno 2007 - fonte

Automobilisti, premi per quelli corretti

Nel nuovo provvedimento legislativo non solo inasprimenti di pene, ad esempio per le omissioni di soccorso

Non ci sono solo inasprimenti di pena per i cattivi utenti della strada, nel provvedimento licenziato dalla Camera dei Deputati. Buone notizie per gli autisti virtuosi: raddoppiano (da due a quattro) i punti 'bonus' per la patente degli automobilisti che durante l'anno non hanno commesso infrazioni che ne avrebbero comportato la decurtazione.Anche sul versante delle procedure ci sono novità apprezzabili. Aumenteranno da sessanta a novanta i giorni a disposizione degli automobilisti per beneficiare del pagamento in misura ridotta delle contravvenzioni e per presentare ricorso al prefetto contro di esse.Sanzioni dure per omissione soccorso, invece. Chi omette di prestare soccorso alle persone investite perché é ubriaco o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti rischia l'arresto da tre ad otto anni. Se c'è recidiva, la pena può salire fino a 10 anni. La pena sarà da 2 a 6 anni (attualmente è da 1 a 5) per l'omicidio colposo, se chi ha investito una persona è ubriaco o drogato, e quella per le lesioni personali colpose (un terzo in più al responsabile). L’opinione pubblica è divisa: c’è chi vorrebbe distinguere tra chi si mette alla guida di un mezzo (auto o moto) con in corpo solo pochi centimetri cubici di alcool sopra la norma e quindi in uno stato che per alcuni potrebbe essere quasi “normale” e chi invece, trasudante alcol da tutti i pori, dovrebbe essere trattato come un potenziale e consapevole omicida.Chi dovrà essere arrestato perchè guidava in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe potrà essere affidato ai servizi sociali in alternativa al carcere: ad esempio, per assistere le vittime di incidenti stradaliIn tutte le discoteche ed i locali di intrattenimento dove si vendono alcoolici saranno obbligatorie sempre tabelle che indichino quali bevande ed assunte in quali quantità fanno superare i limiti previsti dalla legge per la guida in stato di ebbrezza.

27/06/2007 - fonte

Assolta la prof che ordinò «Scrivi: sono un deficiente»

Per il giudice l’insegnante palermitana che a un suo alunno fece scrivere cento volte «sono deficiente» sul quaderno perché aveva dato del «gay» a un compagno di classe non creò alcun danno psicologico al ragazzino e non commise abusi. Con la sua decisione la docente, secondo il gup Piergiorgio Morosini che l’ha assolta perché il fatto non sussiste, non abusò dei mezzi di correzione, anzi il suo obiettivo fu quello di tutelare lo studente schernito dai compagni, educare l’autore delle molestie al rispetto dei più deboli e la scolaresca contro gli atti di prevaricazione. A cavalcare il clamore suscitato dalla vicenda, si sono presentati alla lettura del dispositivo in aula alcuni esponenti dell’associazione «Gay» che, cartelli alla mano, hanno manifestato solidarietà alla docente.A sorpresa però, l’insegnante, che fu denunciata dal padre del ragazzo che subì la punizione, al termine del processo si è detta pentita. «Se proprio devo essere sincera, se oggi dovessi punire un mio alunno, non gli farei più scrivere “Sono un deficiente“ sul quaderno. Assolutamente no. Utilizzerei altri metodi punitivi...». La docente, che ha 56 anni, ha preferito non assistere alla lettura della sentenza. «Finalmente è tutto finito - si lascia andare poche ore dopo -. Sono sempre stata molto fiduciosa. Ho pensato fin dal primo momento che se il giudice avesso compreso le mie motivazioni, mi avrebbe assolta. E così è stato, evidentemente il Gup ha capito il mio intento». Commentando quanto detto questa mattina dal pm Ambrogio Cartosio prima della Camera di Consiglio, secondo cui a un insegnante «non può essere consentito umiliare e insultare così un alunno», la docente afferma: «E ha ragione il magistrato. La mia intenzione non era affatto quella di punire o men che meno umiliare il ragazzo. Volevo semplicemente farlo riflettere su quanto aveva fatto. Nessun insulto. In più di trent’anni di insegnamento, io non ho mai insultato un alunno».

Palermo - giovedì 28 giugno 2007 - fonte

L'Ue censura l'Italia per l'allarme rifiuti: "Non è stata rispettata la direttiva"

Bruxelles - L'emergenza rifiuti in Campania non è un problema solo italiano: anche l'Europa è preoccupata. Lo dimostra il fatto che proprio oggi, quando mille tonnellate di rifiuti invadono le strade di Napoli, l'Ue abbia aperto una procedura di infrazione contro l'Italia per la "cronica crisi" che vive la regione. Le motivazioni che la Commissione europea ha dato per giustificare la scelta di ammonire il Belpaese sono da ricercare nel "rischio di diffusione di malattie e inquinamento" e nelle "gravi preoccupazioni per la salute umana e per l'ambiente".

Impianti censurati E per sostenere la propria posizione dall'Ue ricordano le "migliaia di tonnellate di rifiuti si sono accumulate nelle strade e vi sono stati riversamenti in discariche illegali", e che "il rischio di diffusione di malattie e di inquinamento dell’aria,dell’acqua e del suolo desta gravi preoccupazioni per la salute umana e per l’ambiente". Così Bruxelles censura gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti, "inadeguati" e con "rischiosi per la salute e per l’ambiente, una situazione che costituisce una patente violazione della normativa Ue sui rifiuti".

L'ingiunzione Ue Di conseguenza, la Commissione ha inviato all’Italia una "lettera di costituzione in mora" - la prima fase di un procedimento di infrazione - chiedendo anche informazioni sui provvedimenti presi per proteggere la salute umana e ’ambiente nella regione. Vista "l'urgenza e la gravità della situazione", la Commissione ha concesso all’Italia un solo mese di tempo, anzichè i consueti due mesi, per rispondere alla lettera. In mancanza di risposte soddisfacenti, Bruxelles potrà procedere a un’ingiunzione (o parere motivato) al Governo. Se questo non dovesse rispettare gli ordini, il procedimento passerà alla Corte di Giustizia, che al termine di un procedimento giudiziario potrà infliggere multe.

L'analisi dei progetti italiani Parallelamente, la Commissione sta procedendo alla valutazione dei progetti di quattro nuove discariche per lo smaltimento dei rifiuti che il governo vuole aprire in Campania. L'Ue vuole verificare che siano compatibili con la normativa comunitaria e che risolvano a lungo termine il problema dei rifiuti. "Abbiamo visto tutti alla televisione immagini scioccanti di mucchi di immondizie che marciscono nelle strade della Campania e cittadini esasperati che incendiano i rifiuti", ha affermato il commissario Stavros Dimas, responsabile per l’Ambiente. "Alle autorità italiane chiedo di agire prontamente per rimettere in efficienza gli impianti di gestione dei rifiuti in Campania e fare in modo che i rifiuti siano raccolti e smaltiti senza pericolo per la salute umana e per l’ambiente, come prescrive la normativa europea".

La direttiva Ue sui rifiuti La direttiva dell’Ue sui rifiuti impone, infatti, agli Stati membri di "prendere tutte le misure necessarie per impedire che i rifiuti vengano abbandonati, riversati o smaltiti in modo incontrollato". Le autorità nazionali devono anche accertarsi che i rifiuti vengano recuperati o smaltiti senza creare pericoli per la salute o danno all’ambiente. Inoltre, devono essere prese tutte le misure necessarie per creare una rete adeguata di impianti di smaltimento, capaci di assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente e della salute umana.

L'accusa Secondo la Commissione, l'Italia sarebbe venuta meno agli obblighi imposti dalla direttiva, "perché non ha creato una rete di impianti di smaltimento idonea a assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente e della salute umana". L’Esecutivo Ue punta il dito anche sulle "gravi lacune" riscontrate "a livello di raccolta dei rifiuti comunali e nella lotta allo smaltimento illegale, anche nelle aree urbane", con "il rischio di inquinamento che si è aggravato quando i cittadini hanno incendiato i rifiuti abbandonati per le strade, rilasciando sostanze tossiche nell’ambiente". Gli esperti di Dimas citano poi un dato allarmante: "Da un recente studio coordinato dall’Organizzazione mondiale della sanità risulta che nella provincia di Napoli e Caserta sono aumentati i tassi di mortalità tra i residenti che vivono in prossimità delle discariche".

mercoledì 27 giugno 2007 - fonte

KAZAKISTAN: INFETTARONO 118 BAMBINI CON HIV, CONDANNATI IN 21

(AGI/AFP) - Shymkent (Kazakistan)

Ventuno persone sono state condannate in Kazakistan per aver infettato nel 2006 con il virus dell'Hiv 118 bambini e a 14 madri, a causa della negligenza nelle cure mediche fornite. Nove fra i pazienti sono morti. I giudici di Shymkent, nel sud dell'ex repubblica sovietica, hanno inflitto una pena di otto anni a tre pediatri dell'ospedale e pene tra i nove mesi e i sette anni e mezzo ad altre quattordici persone. "I bambini sono stati infettati perche' i medici non hanno fatto il loro dovere e perche' l'ufficio sanitario regionale non ha operato un adeguato controllo", ha affermato il presidente della corte, "negli ospedali prospera un sistema di corruzione e di commercio illegale di sangue". Per quattro imputati, tra cui il capo del ministero regionale della sanita', Nursulu Tasmagambetova, hanno ottenuto la sospensione delle sentenze. Secondo i giudici, le vittime della malasanita' avevano contratto l'Hiv dopo trasfusioni di sangue fatte con attrezzature non sterilizzate. Un'indagine, che ha messo in evidenza i bassissimi standard degli ospedali del sud del Paese, ha svelato che molte persone sono costrette a pagare tangenti per poter ricevere trasfusioni di sangue sicure. (AGI)

giovedì 28 giugno 2007 h. 8:3 - fonte

Malasanita': morti sospette alle Molinette di Torino, avviata indagine

TORINO

Avviata un'indagine per la morte di due pazienti del reparto di cardiochirurgia all'ospedale torinese "Le Molinette". Le fiamme gialle, che stamane si sono recate nel presidio sanitario per acquisire della documentazione e ascoltare testimoni, sospettano irregolarita' nelle cartelle cliniche per nascondere eventuali errori commessi durante la terapia. Per ora non ci sono indagati e non sono stati emessi avvisi di garanzia. (Agr)

27 giu 11:14 - fonte

Lazio, è ancora malasanità

Immagini del degrado del Policlinico su You Tube. A sei mesi dall’inchiesta dell’Espresso nulla è cambiato

Assemblea nell’androne del Policlinico Umberto 1. Lavoratori in agitazione all’ospedale Grassi di Ostia (20 infermieri malati su 30). Non ancora operative molte sale operatorie al San Filippo Neri dopo i 105 (su un organico di circa 850) certificati di malattia mandati dagli infermieri. Al Pertini altri 20 certificati medici di infermieri. Al Sant’Eugenio in agitazione la divisione di ostetricia (11 ostetriche su 14 malate). L’agitazione si sta estendendo anche ad altri nosocomi della capitale come il San Giovanni e il San Camillo-Forlanini. Il Gemelli protesta per i tagli che sarebbero annunciati mettendo a rischio il posto di mille lavoratori. Presidio e “giornale parlato” al Policlinico universitario Tor Vergata per l’apertura, ritardata da mesi, del dipartimento di emergenza e accettazione. Ambulatori privati sul piede di guerra. Dopo i quattro giorni di chiusura della settimana scorsa la protesta continua contro i tagli previsti dal piano di recupero del deficit varato dal governo e dalla Regione Lazio, facendo pagare agli utenti le prestazioni ambulatoriali ad un prezzo accessibile a tutte le tasche. Circa 200 precari soprattutto delle Asl hanno manifestato davanti alla Pisana chiedendo alla Regione la stabilizzazione per tutti.

Per Piero Marrazzo e il suo assessore alla Sanità Augusto Battaglia sono giorni di tensione e di sofferenze. Nessuno dà loro la ricetta giusta e neppure loro sono in grado di tirarla fuori. L’ondata di insofferenza e di protesta, che sta colpendo la sanità laziale, è una specie di tsunami. Le immagini dei sotterranei del Policlinico, delle sue anomalie, della sua disorganizzazione e della sua sporcizia girano in rete su “You Tube”. A sei mesi dall’inchiesta-choc dell’Espresso nulla è cambiato. Sembra, dicono in molti, terra di nessuno, dove le regole non sono tenute in nessun conto e dove l’ultima cosa da tenere presente è la pulizia. Un disastro di incompetenze. E non è soltanto una questione di buco. I vertici della Regione da una parte minimizzano parlando di “equivoci” nei rapporti con strutture forti come il Gemelli dall’altra si dicono preoccupati e scrivono al Governo per ottenere l’assunzione in deroga di almeno 350 infermieri. Ma sono toppe e l’assessore Battaglia si trincera dietro l’affermazione di aver ricevuto dalla giunta Storace un debito che sfiora i 10 miliardi di euro e che d’intesa con il governo è stato varato un piano di rientro dal deficit che in 3 anni dovrebbe dare stabilità economica alla sanità del Lazio. Di diverso parere il centrodestra che con An ha organizzato un convegno per oggi in un albergo romano con protagonisti Alemanno e Gramazio.

Anche i sindacati sono fortemente preoccupati. Si parte dall’assemblea del Policlinico per poi bloccare giovedì tutte le attività con corteo fino alla Bocca della verità. Anche i cittadini vogliono sapere la verità sugli aspetti della sanità e non riescono a capire perché le soluzioni non arrivano mai anzi spesso si torna indietro. E forse non è neppure lo sciopero a dare indicazioni giuste. Sarebbe meglio mettersi intorno ad un tavolo, maggioranza e minoranza per affrontare i problemi dell’organizzazione dell’intero settore. E non c’è solo Roma ma questioni da risolvere ci sono ai Castelli romani come a Latina, a Rieti come a Viterbo. Giovedì dovrebbe, comunque, essere un momento di allarme e di spinta ad affrontare in profondità il malessere e le inefficienze di un settore vitale. E’ prevista la chiusura degli ambulatori, del Day Hospital, salteranno le visite prenotate per la giornata. Saranno garantiti soltanto i servizi nell’area critica che comprende il pronto soccorso, le camere operatorie e la terapia intensiva. Nei reparti con 20 malati saranno obbligatori almeno 2 infermieri.

Se si guarda la mappa delle agitazioni in corso si resta sbalorditi per la vastità del fenomeno ed anche per le motivazioni. Due giorni prima dell’ultimo incendio al Policlinico la “Tv della libertà” ha registrato un video-denuncia in cui vengono mostrati pazienti in barella che vengono trasportati nelle aree in cui non dovrebbero entrare, e in cui si dimostra che è ancora possibile entrare nel tunnel scoperto dall’Espresso dove regna il degrado. La sanità laziale è fortemente malata. Ma è anche strumento di business e di clientelismo. Le malattie sono croniche: inefficienza, disorganizzazione, politicizzazione, spartizione delle poltrone di vertice ma anche di portantini. Gestire una Asl, un ospedale, una struttura sanitaria con budget milionari, laboratori di analisi non è solo questione di potere ma anche un “tesoretto” economico e clientelare. Un quadro desolante sul quale si sovrappongono nicchie di qualità, di alta professionalità. La sanità laziale sconta anni di rendite di posizione, inamovibilità del posto, scarsa mobilità tra reparti e ospedale e ospedale, sperperi, strutture fatiscenti per non aver subito ristrutturazioni sostanziali da 20-30 anni come è accaduto appunto al tubo del Policlinico, provocando l’incendio che ha paralizzato le sale operatorie e divisioni ambulatoriali.

Sulla sanità malata affondano il bisturi in tanti. Secondo il segretario della Cisl Paolo Lumaca “ciò che sta accadendo in questi giorni (infermieri che inviano certificati di malattia, ndr) non è un evento improvviso: da più di un anno denunciamo la carenza di oltre 3700 infermieri nei nosocomi romani e quindi sono costretti spesso a fare turni di 12 ore. E’ giunto il momento che governo e Regione Lazio si prendano le loro responsabilità”. Marrazzo è stretto in una morsa. Sta montando contro il piano antideficit una rivolta a vasto raggio, trasversale: dai Cobas all’Ugl, dai cattolici del Gemelli ai laici degli ambulatori. Marrazzo dall’angolo in cui è stato messo cerca di uscire lanciando appelli “Siamo in una fase delicata e tutti devono sapere che la sanità del Lazio deve essere salvata dal fallimento, mantenendo i livelli essenziali di assistenza”. Replicano i Cobas: bloccare le assunzioni, ridurre drasticamente la spesa totale del personale (sembra meno 100 euro al mese) significa aumentare i carichi di lavoro e non trovare soluzioni contro gli sprechi e le disfunzioni.

Da parte loro i proprietari dei laboratori di analisi privati convenzionati osservano, dopo l’incontro con l’assessore Battaglia, che il settore eroga a carico della Regione circa 40 milioni di euro di prestazioni l’anno ad un costo di circa 220 milioni, vale a dire 5 euro a prestazione. Marrazzo ha messo in agenda un turbillon di incontri, scrive a Prodi e Tommaso Padoa Schioppa per avere subito in deroga 350 infermieri da inserire nelle aree più delicate e la stabilizzazione dei 3 mila precari delle Asl. Da parte sua la Procura di Roma sta monitorando la situazione e il Procuratore Capo aspetta che arrivino a Piazzale Clodio gli esposti dei direttori sanitari. Primo procedimento falso e interruzione di pubblico servizio. Non sarà, dicono i sindacati, che tutti i mali della sanità laziale saranno guariti con qualche avviso di garanzia e qualche processo contro “gli infermieri malati” che invece tutti sanno che lo hanno fatto per protesta o per eccessivo stress?

di Sergio Menicucci - 27-06-2007 - fonte

Ascoli: 23 arresti in 5 regioni per spaccio di cocaina

ASCOLI PICENO

Operazione contro lo spaccio di cocaina in cinque regioni italiane.
La magistratura ascolana ha emesso 23 ordini di arresto nei confronti di altrettante persone accusate di concorso in detenzione e spaccio di notevoli quantitativi di droga. Nel corso delle perquisizioni, che non sono ancora terminate, sono stati sequestrati 11 chilogrammi di polvere bianca e indagate 54 persone e piede libero. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti nelle Marche, in Lazio, in Toscana, in Lombardia e in Abruzzo. (Agr)

Ultima ora - 27 giu 10:33 - fonte

Ragazza stuprata davanti al fidanzato

MILANO

Il suo compagno è stato minacciato con una pistola.

L’episodio è avvenuto ieri sera a Segrate
Una ragazza di 31 anni è stata violentata a turno da quattro stranieri mentre tenevano immobilizzato il fidanzato, minacciandolo con una pistola. L’episodio è avvenuto ieri sera a Segrate, provincia di Milano.
I due, intorno alle 23, si trovavano fra via Cassanese e via Morandi, fermi nella loro utilitaria a chiacchierare. Quattro individui si sono avvicinati all’auto e uno di questi vi è entrato impugnando la pistola e minacciando il giovane alla guida di andare in una cascina poco distante. Mentre l’auto si dirigeva verso la struttura, gli altri tre seguivano il mezzo a piedi. Qui tenendo immobilizzato il giovane sotto la minaccia dell’arma hanno violentato la ragazza per due ore, alternandosi e tenendo sempre sotto controllo il suo fidanzato.Dopo la violenza i quattro sono fuggiti e la ragazza è stata portata alla clinica "Mangiagalli" dove è stata accertata lo stupro. Le vittime hanno descritto gli aggressori come stranieri sui 25-30, anche se non hanno saputo specificare se nordafricani o dell’Est Europa. I quattro sono fuggiti portando con loro il denaro della coppia.

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Codice della strada, via libera della Camera, le novità

TABELLE IN DISCOTECHE SU RISCHI ALCOL
Nelle discoteche e nei locali che vendono alcolici dovranno essere esposte in bella vista tabelle sui rischi dell’alcol. Le tabelle segnaleranno i sintomi dell’ubriachezza e indicheranno la quantita’ (delle bevande piu’ comuni) sufficiente a oltrepassare il tasso di alcol ammesso per la guida.

STRADE PIU’ SICURE CON SOLDI MULTE
Le maggiori entrate che derivano dall’incremento delle sanzioni pecuniarie saranno destinate all’ammodernamento e alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, al potenziamento dell’illuminazione e al miglioramento della segnaletica, alla realizzazione di campagne di prevenzione in materia di sicurezza stradale. In attesa degli interventi infrastrutturali, enti locali, proprietari e concessionari di strade e autostrade dovranno provvedere a immediate opere di manutenzione e di miglioramento per ridurre il rischio nei tratti che registrano i piu’ alti tassi di incidenti.

PREMIO A ‘PILOTI’ VIRTUOSI
Raddoppia il ‘premio’ per i virtuosi al volante: chi guida per un biennio rispettando il codice, senza compiere infrazioni, ricevera’ 4 punti in piu’ sulla patente.

NIENTE SPOT SU VELOCITA’
Niente piu’ spot su auto superveloci. Nella pubblicita’ sara’ vietato qualsiasi riferimento alla velocita’ di un veicolo. Ad accertare e punire le violazioni sara’ l’Antitrust, che potra’ comminare sanzioni pecuniarie che vanno dai 50mila ai 500mila euro. I proventi finanzieranno iniziative di educazione stradale e campagne di prevenzione sulla sicurezza.

(AGI) Sim 27/06/2007 - fonte

Alcol e guida? No, grazie. Parte il nuovo sondaggio per salvare 4mila vite

“Un minuto del vostro tempo per salvare 4mila giovani vite all’anno”.

Con questo appello l’associazione Generazione Attiva ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, sostenuta dall’Unione Europea, per frenare la strage di giovani in incidenti stradali dovuti all’alcol.

L’iniziativa voluta da Anna Bartolini, rappresentante italiana nel Eccg (Consiglio consultivo dei consumatori della Ue), propone un sondaggio rivolto direttamente ai giovani per chiedere possibili suggerimenti per arginare questo fenomeno. Secondo i dati del ministero della Salute, infatti, per i giovani, l’alcol è la causa del 50 per cento degli ottomila decessi per incidenti stradali, della metà dei 170mila ricoveri e delle 20mila invalidità permanenti.
L’associazione ospiterà così, sul proprio sito, un breve sondaggio da compilare in forma anonima mirato a comprendere la gravità del fenomeno, le principali cause e le soluzioni da adottare per cercare di risolvere il problema.

Dalla Riviera Romagnola, inoltre, è partita un’azione pilota “Liberi di bere: liberi di vivere” che propone ai giovani che frequentano bar e discoteche di accettare in alternativa bevande a base prevalente di frutta e verdura “made in Italy”.

27 Giugno 2007 - fonte - sondaggio

Basta guerre nel mondo!