Fino a sei mesi di carcere per chi guida ubriaco

ROMA - Pene durissime quelle che entrano in vigore già da questo week-end nei confronti di chi guida ubriaco. Il decreto legge approvato dal Governo prevede per chi viene sorpreso con un tasso di alcol tra gli 0,5 e 0,8 grammi una sanzione da 500 a 2mila euro e fino a un mese di carcere. Tra gli 0,8 e 1,5 grammi si rischiano da 800 e 3.200 euro di multa e tre mesi d’arresto. Sopra gli 1,5 grammi pene da 1.500 a 6mila euro di multa e sei mesi di carcere.



Chi sarà sorpreso alla guida di un’automobile in stato di ebbrezza, rischierà fino a sei mesi di carcere. Lo prevede il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri. Le norme entreranno in vigore già da questo fine settimana. Per chi guida senza patente ci sono multe fino a novemila euro.



Chi viene trovato con valori di alcol nel sangue compresi tra 0,5 e 0,8 grammi per litro viene punito con una multa tra i 500 e i 2.000 euro, con l'arresto fino a un mese e la sospensione della patente fra tre e sei mesi. Viene introdotto un tasso "intermedio" (tra 0,8 e 1,5) per cui la sanzione pecuniaria va da 800 a 3.200 euro. Si rischia l’arresto fino a tre mesi e la sospensione della patente dai sei mesi a un anno.

Per il livello massimo, quello che supera l'1,5, sono state stabilite pene che, se applicate, si riveleranno durissime: multa da 1.500 a 6.000 euro, arresto fino a sei mesi e sospensione della patente da uno a due anni. Se l’automobilista si rifiuta di sottoporsi all'accertamento del tasso alcolico, incappa in una multa tra 2.500 e 10mila euro.



Infine se chi guida da ubriaco provoca un incidente, le pene vengono raddoppiate per tutti i livelli e viene introdotto il fermo del veicolo per 90 giorni. Il Consiglio dei ministri, inoltre, ha stabilito la possibilità di sostituire la detenzione con il lavoro nei servizi sociali.


Novità anche per i limiti di velocità: chi li supera di 40km, ma meno di 60, rischia una multa da 370 a 1.458 euro e la sospensione della patente da tre a sei mesi. Per chi spinge sull'acceleratore superando il limite di più di 60 km/h, scatta una multa tra 500 e 2.000 euro e la sospensione della patente da sei a dodici mesi



Gli automobilisti che saranno sorpresi alla guida di un’automobile mentre parlano al telefono cellulare, rischia una sanzione da 148 a 594 euro: se nel corso si un biennio l'infrazione viene ripetuta, si passa alla sospensione della patente (da uno a tre mesi).



03/08/07 - romagnaoggi.it

Sicurezza stradale: le nuove norme

(AGI) - Roma, 3 ago. -”Quanto ai contenuti gli articoli - ha detto Bianchi - riguardano le disposizioni relative alle sanzioni di carattere amministrativo sulla sospensione della patente e anche a eventuali pene detentive per una seria di infrazioni. L’articolo 1 riguarda la guida senza patente, l’articolo 2 riguarda le limitazioni alla guida per i neopatentati per i primi tre anni dall’ottenimento della patente, in particolare il Senato ha ritoccato una norma del disegno, quella relativa alla potenza del veicolo che era 60 chilowatt per tonnellata e’ diventata 50 Kw per tonnellata. L’articolo 3, velocita’ e violazione dei limiti, l’articolo 4 l’uso del telefonino durante la guida, l’articolo 5 le disposizioni sulla guida in stato di ebbrezza, o sotto effetto di stupefacenti, qui il Senato ha introdotto una modifica significativa che ritengo migliorativa: l’intervallo del tasso alcolico e’ 0,5 soglia minima e 1,5 soglia massima. All’interno di questo le sanzioni sono identiche. Mentre oltre la soglia 1,5 le sanzioni saranno maggiori”. Viene poi considerata la pena alternativa a quella dell’arresto che e’ lo svolgimento di servizi sociali presso istituti dove sono ricoverate le vittime di incidenti stradali. “L’ultimo articolo, piu’ preventivo che repressivo - ha affermato il ministro dei Trasporti -, riguarda la promozione della consapevolezza dei rischi per chi guida in stato di ebbrezza. In particolare la disposizione che impone ai gestori delle discoteche e di locali che conosciamo come legati alle stragi del sabato sera, di appositi cartelli o pannelli luminosi, che indicano quali sono i tassi di alcol considerati pericolosi per la guida e le sanzioni in caso di trasgressione. Il Decreto entrera’ in vigore domani in modo tale che gia’ e il primo fine settimana del mese di agosto si possa svolgere con l’efficacia di queste norme”. (AGI)


03/08/07 - servizi-oggi.it

"Tolleranza zero" per chi abusa dell'alcol

Nell'ambito delle iniziative promosse dalle Istituzioni pubbliche per contrastare gli abusi di alcol, anche la Confcommercio con il proprio settore di pubblici esercizi (FIPE) darà il suo contributo essenziale.

Raccogliendo le richieste provenienti direttamente dagli esercizi aderenti, la Confcommercio della Provincia di Ascoli Piceno sosterrà la campagna "Tolleranza zero" promossa a livello nazionale. Esercitando il dovere di rispettare la legge, proprio come avvenuto nella campagna contro il fumo, nei locali pubblici verranno esposti cartelli o locandine in posizioni ben visibili per rammentare alla clientela il divieto di somministrazione di alcol ai minori di sedici anni e a persone in evidente stato di ebbrezza.

Nella ferma convinzione di poter essere portatori di dialogo, cultura e società, i titolari di bar, ristoranti e locali pubblici in genere si impegnano a svolgere un ruolo di sensibilizzazione verso i cittadini. Nessuno meglio di un esercente entra direttamente in contatto con i consumatori, perché è colui che ha il rapporto diretto con il territorio, entra in contatto con gli stati d'animo della gente, ne raccoglie gli sfoghi e gli umori.

"L'impegno è rivolto anche al nostro interno - afferma Igino Cacciatori, presidente della Confcommercio picena - infatti, nel momento in cui ci renderemo conto che in un locale non verrà fatta rispettare la legge, interverremo con un'opera di sensibilizzazione sul danno sociale che sta arrecando ai suoi clienti (un cliente vale più di un bicchiere di alcol), sul danno di immagine che reca al suo locale (verrà considerato poco affidabile dai consumatori) e sul danno economico (un bicchiere in più venduto una sera vale meno di tante altre consumazioni vendute in meno le sere successive)".

"L'iniziativa dei ministeri dell'Interno e delle Politiche giovanili e attività sportive - aggiunge il direttore Giorgio Fiori - è degna di merito e quanto mai lodevole ed ognuno deve intervenire con i propri mezzi per contrastare l'uso errato di alcol e prevenire la perdita di vite umane".
03/08/2007 - ilquotidiano.it

34 ovuli di cocaina nello stomaco

Reggio E.: 34 ovuli di cocaina nello stomaco, uno si rompe


Reggio Emilia - In preda a lancinanti dolori di stomaco è stato trasportato all'ospedale di Reggio dove è stato subito sottoposto ad un delicato intervento chirurgico nel corso del quale dallo stomaco gli sono stati asportati 34 ovuli di cocaina, pari a circa 400 grammi di droga.


03/08/07 - bologna2000.com

Inchiesta Crisalide

Inchiesta Crisalide. Sequestrato lo studio di Waldo Bernasconi e due siti oscurati


Perquisizioni e sequestri nell’indagine sulla clinica “Sana Vita” e presso altre strutture riconducibili al “Forum Crisalide” dove Waldo Beransconi, insieme a dei collaboratori, ha effettuato le sue cure denominate neoreichiane nei confronti di persone affette da anoressia. Oltre allo studio di Campione d’Italia e di Cascina Respaù di Como, sono stati sequestrati anche alcuni conti correnti bancari e chiusi due siti internet denominati www.casadap.it e www.sintesiweb.org, attraverso i quali venivano pubblicizzati i particolari trattamenti nei confronti di soggetti anoressici e bulimici. A tale proposito, la Guardia di Finanza ha attivato un numero telefonico 331 4616006 da contattare nel caso si desideri raccontare e denunciare episodi legati ai fatti ed alle persone coinvolte nell’inchiesta in questione.


03/08/07 - radionews.it

«Una grassa balena di 40 kg»

Ha 24 anni, vive nel Cremonese, e ha alle spalle una pesante storia di anoressia. Un periodo buio della sua vita in cui il "cibo era un mostro, mi vedevo sempre grassa e l'unica soddisfazione era la bilancia". Ora ne è uscita e ce lo racconta senza filtri


«È iniziato tutto improvvisamente: era l'estate dopo la terza superiore. Mi sentivo insoddisfatta, mi confrontavo spesso con altre ragazze che mi sembravano più contente di me e attribuivo la loro felicità al loro aspetto fisico: erano magre e belle». Così si confessa, dietro a un nickname, t1983, giovane ragazza (24 anni) della provincia di Cremona che ha provato sulla sua pelle l'anoressia, e ne ha parlato nel blog "Una gran compagnia". Ha studiato da geometra e lavora in uno studio di ingegneria. Vive con la mamma, la sorella di 10 anni e il fratello di 18.


Raccontaci la tua storia dal principio
Voglio precisare che non ero né grassa né brutta. Avevo anche io i miei corteggiatori a scuola. Avevo solo quel paio di chiletti in più, ma da un giorno all'altro, all'improvviso, quei due chiletti allo specchio mi sembravano 200. Sono partita il primo giorno da 63 kg per arrivare, dopo un mese e mezzo, a toccare i 40 kg scarsi.


Eri consapevole di essere malata? Molte persone non riescono ad ammetterlo e lo negano
Sì, ero consapevole e purtroppo ero consapevole anche che volevo ammalarmi sempre di più perché significava dimagrire di più. Chiaramente davanti agli altri dicevo di stare bene, di non essermi mai sentita meglio, ma dentro morivo, stavo davvero male. Sentivo la vita spegnersi giorno dopo giorno, grammo dopo grammo.


Volevi guarire ? O era forte il senso di abbandono, la voglia di mollare tutto
In principio no, di guarire non mi importava nulla, perché guarire voleva dire tornare a mangiare e per me il cibo era un mostro, una bestia terrificante, ero terrorizzata dal cibo. Il senso e la voglia di mollare erano sempre presenti. A volte mi dicevo che forse sarebbe stato meglio morire cosi non avrei dovuto lottare una vita per essere magra: non avrei dovuto più soffrire.


Ti vedevi grassa anche quando eri magrissima?
Lo specchio dava sempre la stessa immagine: una grassa balena di 40 kg scarsi. Sì, mi vedevo sempre molto grassa, ero sempre insoddisfatta. L'unico strumento che mi riempiva di gioia era l'ago della bilancia che ogni giorno, andava sempre più verso sinistra.


Cosa c'era dietro, secondo te a posteriori?
Tanti preconcetti sbagliati. Tanti stereotipi che inconsciamente ci vengono proposti come ideali da seguire. Tanta ignoranza e tanta ingratitudine, per accettarci come siamo, per apprezzare il dono della vita in quanto tale. Tanto materialismo.


Uscivi, avevi vita di relazione in quel periodo o ti annientavi in solitudine?
No, quell'estate ricordo di essermi isolata al massimo. Non uscivo, non parlavo, non ridevo. Facevo fatica anche a stare a casa. Avrei voluto trovarmi in un eremo.


Come e quando ne sei uscita? Con l'aiuto di che figura? Un medico?
Ne sono uscita grazie alla forza di volontà mossa dal dolore che vedevo provare a chi mi circondava. Sentivo che stavo morendo, e credo che di lì a poco sarei morta se non mi fossi data una mossa. Sentivo la mia vita affievolirsi e allontanarsi. Vedevo mia madre soffrire e piangere. Mio padre preoccupatissimo, la mia sorellina allora piccola e mio fratello soffrire anch'essi. L'ho fatto più per loro che per me forse. Ne sono convinta. Mio padre si alzava con me alle 5 tutte le mattine prima che andassi a scuola, per aiutarmi a fare colazione, per aiutarmi ad affrontare quel mostro che era il cibo e mia madre mi aiutava durante il giorno. A scuola c'era chi lottava per me e con me.
Ero arrivata a non volere toccare la forchetta perché era un oggetto che mi faceva una paura tremenda, ma oggi per fortuna sono qua a raccontarlo.


Da allora non ci sei più cascata, nemmeno avvicinata?
Molte volte ci ho ripensato, sono convinta che non si esca mai più definitivamente, ma bisogna imparare a convivere con questo male, e annientarlo prima che ci annienti lui. Ogni tanto si fa vivo e ci prova a riportarmi con sé, ma io faccio finta di niente e non lo ascolto.


E nella vita normale, oggi, mangi regolarmente?
No regolarmente no, non riesco. Però mangio, non in maniera abbondante perché da allora, non sono mai più riuscita ad abbuffarmi, però ho migliorato il mio rapporto col cibo e ora sono tranquilla.


Cosa provi quando vedi una ragazza "pelle e ossa" oggi?
Di primo acchito, sarò sincera, il primo pensiero è quello che mi fa dire, "Come la invidio lei ha avuto la forza di dimagrire fino a quel punto". Poi per fortuna mia rinsavisco e penso "Ma che dici?" "Quanto deve soffrire" e spero si renda conto il prima possibile di tornare indietro.


Cosa consiglieresti a una giovane che è caduta in questo tunnel?
Accettatevi per come siete. Ringraziate il cielo di avervi regalato la vita. È un dono troppo prezioso per essere buttato via per stereotipi assurdi che si è creato l'uomo. Troverete chi vi saprà amare e accettare semplicemente per quello che siete.


2 agosto 2007 - liberoblog.libero.it

Fumetto spiega ai piccoli tutto su amore e sesso

Ce ne vorrebbero di mostre così! "Un percorso informativo, decolpevolizzante, che permette il dialogo tra genitori e figli su un soggetto solitamente coperto dal pudore." E fatto con l'ausilio di un personaggio dei fumetti particolarmente amato dai più giovani, dal 16 ottobre 2007 per 15 mesi in 650 metri quadri, basato su La Guide du Zizi Sexuel la cui copertina vedete in basso qui accanto. Certo, bisogna che il Paese che la ospita abbia una sana mentalità scientifica e sia generalmente scevro da pregiudizi e sessuofobie medievali. Ma in questo caso la mostra, itinerante, è a cura della Città della Scienza e dell'Industria (che nel proprio sito offre una quantità di animaizone per i più piccoli su vari temi scientifici), il personaggio è Titeuf di Zep e il Paese è la Francia. Qui, bambini, ragazzini e preadolescenti fortunati, avranno la possibilità di visitarla, insieme ai genitori, e, attraverso le stanze di Titeuf e Nadia, la loro sala da bagno, il loro giardino segreto, la scuola e la strada, scorpiranno cosa significa "essere innamorati", la pubertà, "fare l'amore", "fare un figlio". Da notare che, nella sezione "la strada", i bambini verranno corettamente messi in guarda circa pericoli come la pedofilia, l'incesto, o l'utlizzo errato di Internet. Senza falsi pudori, senza peli sulla lingua. Ce ne vorrebbero di mostre così, da noi.


03/08/07 - afnews.info

Desunte molestie, Don Gelmini indagato

Desunte molestie, Don Gelmini indagato: «Soffro, ma sono sereno»


«Soffro, ma interiormente sono molto sereno. Perché 44 anni di lavoro non si possono cancellare con delle insinuazioni». «Chi questi mari naviga questi pesci prende». Così Don Gelmini in un'intervista al Tg5 risponde alle accuse che lo vedono indagato per violenza sessuale. Come riportava «La Stampa» oggi, il sacerdote fondatore della Comunità Incontro per il recupero di tossicodipendenti di Amelia (Terni), è stato accusato da alcuni ragazzi, ex ospiti della comunità, per molestie sessuali. L'inchiesta è stata aperta dalla procura di Terni, che da oltre sei mesi - sempre secondo il quotidiano - sta ascoltando i testimoni, e ha incontrato lo stesso don Gelmini, per tentare di ricostruire la vicenda. Sembra che le accuse si riferiscano a fatti successi un anno e mezzo fa, e che le voci contro Gelmini presentino un'unica versione dell'accaduto.


L'ottantaduenne sacederdote, spesso in tv per portare avanti la sua battaglia contro la droga, ha affidato ad Alessandro Meluzzi, medico psichiatra amico da 25 anni, il ruolo di suo portavoce. «È una notizia - dichiara Meluzzi - che ci lascia angosciati per la ferita che provoca in un sant'uomo come don Pierino e costernati per un certo uso mediatico e per il modo con cui tutto questo è avvenuto ed uscito. Siamo costernati e angosciati, ma lieti di portare la croce buttata addosso ad un uomo che per 82 anni anni ha sempre servito Cristo, la Chiesa e gli ultimi». Il medico ha confermato l'interrogatorio a cui è stato sottoposto il sacerdote, sostenendo che le accuse verrebbero da due giovani ospiti della Comunità in seguito allontanati.


Immediata la reazione del mondo politico. Gli esponenti di centro-destra esprimono solidarietà all'indagato: Maurizio Gasparri (An) parla di «accuse infondate», Gianfranco Rotondi (Democrazia Cristiana) di «congiura mediatica». Vladimir Luxuria, deputata di Rifondazione, lancia invece un appello per «non assolvere una persona indagata per reati così gravi solo perchè è un sacerdote». Il vescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia, si è detto «fiducioso nell'operato della magistratura». L'avvocato Lanfranco Frezza, invece, uno dei difensori di don Pierino Gelmini, non esclude «a priori» che il sacerdote «possa essere rimasto vittima di una vendetta o di una forma di estorsione», e crede «che i fatti addebitati siano destituiti di ogni fondamento. La Comunità Incontro è infatti una comunità molto aperta, trasparente».


03/08/07 - ilsole24ore.com

Costringeva una ragazzina a prostituirsi

Costringeva una ragazzina a prostituirsi, arrestata

Avezzano, 3 ago. - Ha costretto una connazionale di appena 14 anni a prostituirsi e per questo è stata arrestata: si tratta di una donna romena, G.L. di 19 anni, fermata dagli agenti del Commissariato di Avezzano per sfruttamento della prostituzione.

La donna è stata bloccata mentre accompagnava la minorenne a prostituirsi, trascinandosi dietro un passeggino con la figlioletta di soli 14 mesi. Le indagini sono partite qualche giorno fa in seguito ad una segnalazione anonima al 113. Dopo accurate verifiche gli uomini del Commissariato hanno anche denunciato un uomo di 54 anni, originario della Marsica, ma residente all'Aquila, per aver consumato rapporti sessuali con la minorenne. La rumena è stata associata nella sezione femminile del carcere di Teramo, insieme alla figlioletta. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Federica De Maio.


03/08/07 - ilcapoluogo.it

Giochi "made in China": allarme in Europa

BRUXELLES (3 agosto) - E' allarme per i giocattoli "made in China", dopo l'annunico della Mattel del ritiro di 1,5 milioni di pezzi fabbricati nel paese asiatico perché c'è il rischio che contengano piombo tossico. La Commissione europea ha messo in guardia tutti gli stati europei contro i giochi contaminati fabbricati in Cina dall'azienda che produce anche la Barbie: per il momento, hanno risposto all'allarme il Belgio e il Regno Unito, che stanno già richiamando i giocattoli a rischio.

Per il "made in China", dopo i recenti episodi di contaminazione che hanno interessato dentifrici e cibo per animali domestici, quello dei giochi Mattel contaminati dal piombo è un nuovo colpo pesante.

«Ieri abbiamo informato i 27 paesi membri dell'Unione europea dei rischi alla salute che potrebbero provocare alcuni giocattoli prodotti dalla Fisher Price, società controllata dalla Mattel - ha detto una portavoce della Commissione di Bruxelles -. Per il momento due paesi, il Belgio e il Regno Unito, ci hanno notificato che sono in corso i richiami dei giocattoli in questione».

La portavoce ha comunque precisato che i richiami vengono effettuati su base «volontaria», dalla stessa casa produttrice. Il gruppo Mattel - primo produttore mondiale di giocattoli, famoso soprattutto per la Barbie - sta richiamando 1,5 milioni di giocattoli a marchio Fisher Price fabbricati in un impianto in Cina perché c'è il rischio che possano contenere eccessive quantità di piombo.

Il richiamo riguarda in particolare 967mila giocattoli venduti negli Stati Uniti a partire dallo scorso maggio e 533mila nel resto del mondo. Tra questi ultimi, secondo la stampa locale 5.000 sarebbero finiti in Belgio, ma gran parte di essi (l'80-90%) si troverebbe ancora nei magazzini.

La Mattel - che produce il 65% dei propri giocattoli in Cina - ha precisato ieri che nessuno dei giocattoli richiamati «è stato distribuito o venduto in Italia».


03/08/07 - ilmessaggero.it

Incidenti: per sonno o distrazione

SICUREZZA STRADALE: ACI, 40% INCIDENTI GRAVI PER SONNO O DISTRAZIONE

Roma, 3 ago. (Adnkronos) - Il 40% degli incidenti piu' gravi e' imputabile al sonno e all'affaticamento dei conducenti e la consumazione di alcol o l'assunzione di farmaci sono i primi fattori scatenanti disattenzione e sonnolenza al volante, e il pericolo viene sottovalutato maggiormente da chi si crede immune al problema. Lo segnala l'Aci in un comunicato in concomitanza dell'approvazione del via libera al decreto legge sulla sicurezza stradale dal Consiglio dei ministri.


(Sec-Arm/Pe/Adnkronos) - 03/08/07 - leggonline.it

Italiani in partenza

ESODO: FEDERSALUS,STANCHI E STRESSATI GLI ITALIANI IN PARTENZA

(AGI) - Roma, 3 ago. - Per migliorare la qualita’ del viaggio degli italiani verso le vacanze, Federsalus indica dieci semplici regole da seguire:

1. Partire sempre riposati. Bastano 45 minuti di riposo prima di mettersi alla guida per avere riflessi piu’ pronti e mente piu’ lucida.
2. Alternare la guida a momenti di pausa che servono per riattivare la circolazione, dopo lunghi periodi passati seduti, e allentare la tensione.
3. Evitare le follie alimentari e preferire pasti leggeri, ricchi di frutta le verdura, e alimenti altamente energetici.
4. Integrare la perdita di sali minerali, dovuta alla sudorazione, con integratori di sali e potassio.
5. Non abusare di sostanze stimolanti, come il caffe’, e preferire sostanze naturali piuttosto ginseng e pappa reale.
6. Scegliere con cura l’abbigliamento piu’ adatto al viaggio, prediligendo tessuti naturali e traspiranti.
7. Attenzione agli sbalzi di temperature, senza esagerare con l’aria condizionata e mantenendo la differenza tra la temperatura esterna e quella del’abitacolo non superiore ai 10 gradi.
8. Evitare il consumo di alcol, che non puo’ causare solo la perdita di punti della patente ma rallentare gli effetti.
9. Scegliere l’orario migliore per la partenza, quando la temperatura si abbassa, soprattutto se si hanno a bordo bambini e anziani.
10.Evitare di partire in orari che sconvolgono i ritmi sonno- veglia. Partire alle quattro di notte, concludono gli esperti, diminuisce le probabilita’ di rimanere imbottigliati nel traffico ma aumenta i rischi di colpo di sonno. (AGI)


Arc - 03/08/07 - alimentazione-oggi.it

I miei primi cinquanta anni

Australia, un aborigeno viene risarcito per essere stato tolto alla famiglia. E' il primo caso


Quando ancora andava a gattoni, lo stato sottrasse Bruce Trevorrow alla sua famiglia e lo affidò a un'altra. Ora, per decisione della Corte suprema dell'Australia del sud, questo australiano di 50 anni riceverà circa 18 euro per ogni giorno passato da quel momento. Perché Trevorrow fa parte di quella che è stata ribattezzata “la generazione rubata”: circa 100mila bambini aborigeni, tolti forzatamente alle loro famiglie e cresciuti poi da genitori bianchi tra il 1910 e gli anni Settanta, senza poter avere contatti con quelli veri. Ed è il primo a cui sia stato concesso un risarcimento.
La storia. Nel giorno di Natale del 1957, quando aveva solo 13 mesi, Trevorrow fu portato in un ospedale di Adelaide per alcuni dolori allo stomaco. Nelle carte mediche, fu scritto che il bambino era senza genitori, trascurato e malnutrito. Falso: il piccolo Bruce era semplicemente l'ennesima vittima della politica australiana – federale e dei singoli stati – di “salvare” bambini aborigeni o di sangue misto affidandoli a famiglie bianche. Nella convinzione che le comunità native fossero inferiori e senza possibilità di elevarsi socialmente, secondo questo ragionamento, almeno si poteva dare ai bambini un altro futuro. Trevorrow non rivide più il padre. E nonostante le continue suppliche della vera madre alle autorità, fu in grado di rivedere la sua famiglia solo dopo dieci anni.



La sentenza. Il caso di Trevorrow è giunto a conclusione a un anno e mezzo dall'inizio del processo. La Corte ha ordinato allo stato dell'Australia del sud di ricompensare Trevorrow con 525mila dollari australiani (quasi 328mila euro), per i danni che lo sradicamento forzato dalla sua famiglia gli ha causato nella vita. L'uomo è riuscito a provare, anche confrontando il suo sviluppo personale con quello dei fratelli rimasti nella famiglia originaria, che la sottrazione gli ha procurato crisi di identità, depressione, problemi di alcolismo e una vita professionale precaria. “Ho pensato che non saremmo mai arrivati a questo giorno”, ha dichiarato dopo la sentenza, “ma invece è successo, e ora sono in pace per iniziare una nuova vita”.


Scuse negate. Il primo ministro dell'Australia del sud, Mike Rann, ha detto che il governo non farà ricorso contro il verdetto perché Trevorrow “ne ha già passate abbastanza. La cosa più compassionevole da fare è porre fine a qualsiasi incertezza per lui. E' tempo che sia fatta giustizia”. Ma se la vicenda di Trevorrow ha avuto il lieto fine, le altre decine di migliaia di appartenenti alla “generazione rubata” non possono dire altrettanto. Un'inchiesta nazionale sul fenomeno, realizzata nel 1997, confermò i danni psicologici per quei bambini, esortando le autorità federali e statali a scusarsi e a risarcire. Ma il primo ministro John Howard si è sempre rifiutato di porgere le scuse da parte del governo australiano, sostenendo di non poter far proprie le colpe dei suoi predecessori. Di conseguenza, con l'eccezione della Tasmania, nessuna autorità pubblica in Australia ha mai pensato a istituire un fondo per risarcire i bambini aborigeni trapiantati in famiglie bianche. E anche dopo la sentenza per Trevorrow, il ministro australiano per gli Affari indigeni, Mal Brough, ha escluso pagamenti collettivi da parte del governo.


Alessandro Ursic - 03/08/07 - peacereporter.net

Storia di abusi e abbandoni

Storia di abusi e abbandoni per una ragazza etiope


Avezzano, 3 ago. - Sottratta all'inferno del suo paese, e' stata ricoverata e curata all'ospedale di Avezzano.


E' la storia commovente di una ragazza etiope - raccontata dall'Agenzia AGI - Senayit Birihanu 24, di Addis Abeba. Una vicenda difficile alle spalle, ma la giovane ha ritrovato il sorriso nel reparto chirurgia del nosocomio. Orfana di entrambi i genitori, a 14 anni subi' gravi lesioni a causa di una violenza sessuale. Si ritrovo' sola e tento' il suicidio. Grazie alla sensibilita' del Lions Club e' stata assistita e trasferita all'ospedale di Avezzano dove, durante il ricovero, ha ritrovato il sorriso e la voglia di vivere, familiarizzando con compagni di degenza e medici, senza disdegnare un piatto di spaghetti al pomodoro. Nei prossimi giorni tornera' in Etiopia dove ha pubblicato un libro (alla terza edizione) sulla propria vicenda. E Intanto dice: "Il mio sogno e' fare la giornalista, magari l'inviata" L'inizio della vicenda.

A Pasqua una delegazione del Lions club e' in visita in Etiopia e l'ambasciatore italiano nel paese africano, Raffaele De Lutio, segnala la storia di Senayit. Il gruppo Lions, di cui fa parte la Stefania Viscogliosi della Asl di Avezzano, prende a cuore le sorti della ragazza vittima, dieci anni fa, di una violenza sessuale. Un'esperienza terribile, consumata in solitudine, avendo perso i genitori. La ragazza, intelligente e graziosa, si ritrova abbandonata e, spinta dalla disperazione, tenta il suicidio, riportando altre lesioni. L'arrivo ad Avezzano. In un primo tempo, si pensa di operarla ma l'ospedale di Addis Abeba non e' organizzato per quel tipo di interventi ne' per compiere specifici esami. Il Lions paga le spese di trasporto di Senayit (curandone anche l'ospitalita') che dall'Etiopia giunge cosi' ad Avezzano. La Regione, poi, dice si' alle cure umanitarie all'ospedale di Avezzano. La Regione, infatti, dispone di un apposito fondo sanitario, riservato ai casi umanitari, con cui paga le spese, alle condizioni previste dalla legge, per cure e ricoveri. Il 27 luglio la ragazza viene ricoverata nel reparto chirurgia dell'ospedale, diretto dal prof. Loreto Scipioni.


03/08/07 - ilcapoluogo.it

Anche il carcere per chi guida ubriaco

ROMA - L'obiettivo è quello di limitare la strage prima dell'inizio del grande esodo estivo. Nel consiglio dei ministri di oggi, l'ultimo prima della pausa per le vacanze, il governo varerà un decreto legge che inasprisce le sanzioni per chi viene sorpreso alla guida di un'auto ubriaco, sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o che ha superato i limiti di velocità. Sanzioni amministrative, ma che non escludono il carcere o l'affidamento ai servizio sociali. «Noi non siamo contro il divertimento - ha spiegato ieri il ministro degli Interni Giuliano Amato - ma dobbiamo imparare a divertirci rispettando le regole. Non c'è bisogno di ubriacarsi selvaggiamente e guidare poi a massima velocità: ciò è incoscienza pura».


Parole che suonano come un avvertimento a chi è in procinto di chiudere la valigia. Del resto la stessa scelta del decreto è più che sufficiente a spiegare la volontà del governo di mettere un argine allo stillicidio di incidenti stradali.
Il disegno di legge di riforma del codice della strada messo a punto dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi e approvato dalla Camera, è fermo al Senato dove verrà discusso dopo la pausa estiva. Si è pensato quindi di stralciare i punti più importanti soprattutto per quanto riguarda la repressione dei comportamenti più a rischio e di inserirli in un decreto legge sulla sicurezza stradale in modo da renderli immediatamente operativi. Decreto che, ha spiegato sempre Amato, conterrà misure «cattivissime». «Le leggi - ha proseguito il ministro - prevedono pene detentive che poi i giudici non applicano. Nel decreto abbiamo così inserito pene alternative per chi guida sotto l'effetto dell'alcol o di droghe come ad esempio il servizio obbligatorio in un centro traumatologico, in modo che si rendano contro degli effetti del loro comportamento».Ma vediamo le nuove misure che dovrebbero essere approvate oggi. Chi verrà sorpreso a guidare in stato di ebbrezza, con un tasso alcolemico superiore a 0,5g/l, rischia fino a un mese di carcere, pena che può raddoppiare se ha provocato un incidente stradale. A questo si deve aggiungere la sanzione accessoria della sospensione della patente da tre mesi a un anno. Se il tasso alcolemico è invece superiore a 1,5 g/l, l'arresto può arrivare fino a tre mesi che, in caso di incidente diventano sei. La guida sotto l'effetto di sostanze psicotrope o stupefacenti può invece costare l'arresto fino a tre mesi che possono diventare dai due ai sei in caso di incidente. Inasprite inoltre tutte le pene pecuniarie già previste per queste violazioni.

Le cose cambiano se chi guida sotto l'effetto di alcol o droghe provoca un incidente mortale. In questo caso è prevista una pena detentiva da due a sei anni (contro quella attuale che va da uno a cinque anni), mentre è confermata quella pecuniaria già in vigore.

C'è poi il capitolo riguardante l'affidamento ai sevizi sociali, ai quali il ministro degli Interni sembra tenere in maniera particolare. Il decreto che dovrebbe uscire oggi dal consiglio dei ministri su questo punto dovrebbe essere chiaro e riguarda sempre chi viene sorpreso a guidare ubriaco o drogato, ma anche chi non ha conseguito l'esame per la patente. Al posto della pena detentiva costoro potranno scontare un periodo analogo prestando servizio presso servizi sociali di assistenza alle vittime di incidenti stradali. Pene più severe anche per chi supera i limiti di velocità: da 40 a 60 Km/h oltre il limite è prevista una sanzione da 400 a 1.500 euro e la sospensione della patente da 3 a 6 mesi, oltre al taglio di 10 punti sulla patente. Per chi oltrepassa i 60 km all'ora il limite previsto la sanzione va invece da 500 a 2.000 euro, insieme alla sospensione della patente da sei mesi e un anno.


Carlo Rosso - 03/08/07 - liberta.it

Nuove regole per i medici pubblici

ROMA - Dopo quasi dieci anni di proroghe e di incertezze sulle varie modalità di esercizio, prendono il via le nuove norme per l'attività libero professionale dei medici nel servizio sanitario nazionale. Ancora 18 mesi di tempo per Regioni e aziende sanitarie per organizzarsi bene ma la strada è tracciata e contiene numerosi obiettivi per dare garanzie e certezze ai cittadini, ai medici e dare un forte aiuto a rendere più brevi le liste di attesa.


Il provvedimento ha avuto il sì definitivo della Camera fuori tempo massimo dalla scadenza delle precedenti regole e mette nero su bianco un kit di norme che vanno attuate entro gennaio 2009. Tariffe concordate tra medico e azienda, garanzia di trattare entro 72 ore le urgenze differibili, controllo dei volumi dell'attività medica anche attraverso prenotazioni e riscossione onorario esclusivamente da parte di personale interno alle strutture pubbliche.
Dunque mentre le aziende che non hanno spazi interni, avranno tempo fino al 31 dicembre per affittare, comprare o prendere in convenzione locali per la libera professione, l'obiettivo, di quanti hanno sostenuto il provvedimento, è anche quello di dire basta alle liste d'attesa e a una sanità definita a doppio binario. A garanzia di un sistema trasparente saranno le Regioni che devono fissare sanzioni disciplinari e cercare rimedi per chi non rispetta le regole. Dal canto suo lo Stato può far ricorso ai poteri sostitutivi verso le Regioni inadempienti. Mentre spetta anche all'azienda un monitoraggio interno. Le aziende non potranno venir meno a quanto riportato dai Piani Aziendali che saranno presentati entro quattro mesi dall'entrata in vigore della legge e poi ripresentati al massimo ogni tre anni.
«Con questa legge - ha detto il ministro della Salute Livia Turco - la libera professione dei medici all'interno delle strutture pubbliche è finalmente regolamentata dopo quasi dieci anni di proroghe continue e inconcludenti». «L'intramoenia non sarà più una scorciatoia obbligata per avere subito una prestazione che non si riesce ad ottenere in regime ordinario ma sarà esclusivamente una possibilità in più offerta al cittadino dal servizio pubblico a garanzia della libertà di scelta del medico che riteniamo sia anch'essa un diritto da salvaguardare e regolamentare adeguatamente».


«Una legge che va nell'interesse di tutti - commenta il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione sanità del Senato - rafforza il Servizio Sanitario Nazionale, servirà a fare ordine una volta per tutte nell'organizzazione dell'intramoenia, e prevede responsabilità e controlli severi per le amministrazioni che avranno il dovere di applicarla». Positivo anche il parere dei sindacati medici: «Vigileremo molto attentamente sulla applicazione della legge sia nella fase transitoria dei prossimi 18 mesi - dice il segretario dell'Anaao Carlo Lusenti - sia nella gestione definitiva delle norme». Per il presidente degli ordini dei medici Bianco «al di là di ogni considerazione questo provvedimento porta un po' di serenità in una situazione che era diventata rovente e per molti aspetti incomprensibile». Di diverso parere i commenti di Gianni Alemanno di An e di Domenico Di Virgilio di FI: «An si è astenuta rispetto all'approvazione di un ddl sull'intramoenia approssimativo e discutibile - dice Alemanno - ma necessario per evitare che gli errori del governo ricadano sulle spalle dei medici ospedalieri». Mentre Di Virgilio ribadisce la scelta dell'astensione perché «si è condivisa esclusivamente la proroga dei termini per l'intramoenia ma è inaccettabile tutto il resto del provvedimento».


03/08/07 - liberta.it

Rignano: «Arrestate di nuovo le maestre!»

Richiesta di Taormina, legale di parte civile


ROMA - Come anticipato nell'immediatezza degli interrogatori di due bambine di Rignano Flaminio, l'avvocato Carlo Taormina, legale di parte civile nella vicenda dei presunti abusi sessuali ai danni dei piccoli della scuola materna Olga Rovere, ha sollecitato il pm di Tivoli Marco Mansi a chiedere l'emissione di nuove ordinanze di arresto per due dei sette indagati: le maestre Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio. Ma Taormina introduce anche un nuovo elemento nella vicenda:un misterioso incendio a Rignano nel 2006 che potrebbe aver cancellato tracce informatiche dei presunti abusi sessuali.
La richiesta del nuovo arresto delle due maestre, illustrata dal penalista nel corso di una conferenza stampa, ha preso spunto dalle dichiarazioni delle due piccole, di cinque anni e un mese e quattro anni e dieci mesi, sentite rispettivamente il 28 ed il 30 luglio scorsi in sede di incidente probatorio disposto dal gip Elvira Tamburelli. Entrambe - ha sottolineato Taormina - hanno chiamato in causa le due maestre e ciò ha determinato "la sopravvenienza - è scritto nell'atto di sollecitazione - della fattispecie di gravità indiziaria. Pertanto si è realizzata una nuova situazione nella quale sia sul piano oggettivo che soggettivo vi è la prova della consumazione degli allucinanti abusi". Taormina ha parlato anche degli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria accennando a un misterioso quanto sospetto incendio divampato nell'estate del 2006 a Rignano Flaminio nell'abitazione di una persona che successivamente avrebbe fatto perdere le sue tracce. Il sospetto è che l'incendio potrebbe aver distrutto materiale informatico riguardante anche la vicenda degli abusi sessuali.


03/08/07 - corriere.com

Multe più salate ma autovelox segnalati

Alla vigilia del grande esodo estivo, domani è la giornata del «bollino nero» per il traffico autostradale, il governo vara in extremis un decreto sulla sicurezza per fermare lo stillicidio dei morti sulla strada.
Il decreto arriva oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri, ma è «a perdere» e quindi non diventerà legge entro 60 giorni. Saranno poi le Camere, il 12 settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari, a varare la riforma definitiva. Non è stato facile trovare un’intesa sul decreto in Commissione lavori pubblici del Senato, ma alla fine il testo è stato approvato recependo anche alcuni emendamenti dell’opposizione.

GLI AUTOVELOX

Finisce il tempo degli autovelox nascosti dai piccoli comuni nelle strade statali con lo scopo principale di fare «cassa». D’ora in poi sarà obbligatorio segnalarne la presenza con cartelli o con segnali luminosi già a una certa distanza. In questo modo gli automobilisti dovranno rallentare per evitare una multa ma eviteranno brusche frenate che potrebbero causare tamponamenti.

I LIMITI DI VELOCITÀ

Fino ai 40 km/h oltre il limite restano valide le norme precedenti, ma il decreto aggiunge due nuove fasce: dai 40 ai 60 km/h oltre il limite non solo la multa può arrivare a 1500 euro e si perdono 10 punti, ma è previsto anche il fermo dell’auto e la sospensione della patente fino a 6 mesi. Oltre i 60 km/h scatta il ritiro della patente fino a un anno, con 2000 euro di multa.

ALCOL E DROGHE

Le norme vengono inasprite se il livello di alcol nel sangue supera nettamente lo 0,5 gr/litro, la soglia dell’ebbrezza, oltre la quale scattano multe fino a 2000 euro e arresto fino a un mese e sospensione della patente fino a 6 mesi. Aggiunta una fascia da 0,8 a 1,5 gr/litro che prevede multe fino a 3.200 euro, l’arresto fino a 3 mesi e la possibilità per il giudice di infliggere pene «rieducative», cioè un periodo di servizi sociali fino a 6 mesi. Se l’alcol nel sangue supera gli 1,5 gr/litro il servizio sociale può arrivare a un anno. L’emendamento sui servizi sociali è stato proposto da An e accettato dalla maggioranza, e si applica anche nel caso di guida sotto l’effetto di stupefacenti. Il ministro dell’Interno Amato parla di misure «cattivissime» contro chi guida sotto l’effetto di alcol e droga. «Siamo favorevoli - dichiara Giordano Biserni, presidente dell’associazione amici della Polstrada - ma bisogna insistere perché sanzioni e controlli siano effettivi. Basti pensare che in Italia i controlli dell’alcolemia sono 300mila all’anno contro i 5-6 milioni di altri paesi europei».


I NEOPATENTATI

Chi ha la patente da meno di 3 anni non potrà guidare veicoli di potenza superiore ai 50 kw. Previste pene più severe anche per chi guida senza patente o con patente sospesa o revocata.

LA PREVENZIONE

I locali che vendono alcolici dovranno esporre tabelle con gli effetti dell’alcol e la quantità contenuta nelle bevande più comuni. Si moltiplicano le iniziative per educare alla sicurezza stradale: oggi sui giornali l’appello dell’Aci a «non versare il sangue sulle strade delle vacanze», mentre il governo manderà sms ai giovani con scritto «chi guida non beve, chi beve non guida», e premierà con biglietti gratuiti per eventi sportivi i giovani che non berranno in discoteca per accompagnare a casa gli amici. Vietato infine portare bimbi in moto: ma l’età minima scende da 5 a 4 anni.


03/08/07 - ilgiornale.it

Eagles, in arrivo album e tournée

Gli Eagles stanno per lanciare il loro ultimo album e il loro tour. A dirlo è lo stesso chitarrista del gruppo Joe Walsh, in un’intervista alla rivista musicale Billboard. «È quasi ultimato - ha detto Walsh -. Abbiamo finito di registrare le voci e lo stiamo mixando». Dopo l’ultimo album storico, The Long Run, del 1979, la band si sta preparando anche al tour che dovrebbe partire nel 2008. I brani del nuovo album, aggiunge Walsh «vanno in una direzione completamente diversa rispetto al passato. È impossibile metterli a paragone con i nostri vecchi successi».

Gli Eagles sono stati probabilmente il gruppo musicale country-rock di maggior successo nella storia della musica. Nati nel 1971, raggiungono il successo mondiale nel 1976 con l’uscita del loro capolavoro Hotel California (un anno prima Joe Walsh, chitarrista dall’anima decisamente rock, era entrato a far parte della band). Ma alcol e droga rovinano tutto. Escono il sofferto The Long Run un Live e un Greatest Hits, ma nell’82 gli Eagles si sciolgono. La riunione avviene nel 1994, con l’album Hell freezes Over, premiato dalle vendite.

Nonostante le continue liti, il gruppo resiste. Nel 2003 esce un nuovo singolo, Hole in the World e nel 2004 parte l'ennesimo tour che culminerà nel 2005 con l'uscita del nuovo dvd live della band Farewell I - Live from Melbourne contenente un paio di canzoni inedite. Il 2006 vede gli Eagles impegnati ulteriormente nel vecchio continente con l'ultima parte del Farewell I Tour e con la novità di questo nuovo album (probabile titolo The long road to Eden). Walsh ha specificato che tutti i componenti del gruppo, lui stesso, Don Henley, Glenn Frey e Timothy B. Schmit, hanno scritto le canzoni. Naturalmente, quelle del chitarrista saranno più «rock n'roll» e meno «ballads».


03/08/07 - ilgiornale.it

«Mele cedette la cocaina»

Tracce di droga sulla chiave dell'hotel Flora


ROMA - Tracce di cocaina nella suite dell'hotel Flora. Tracce della sostanza stupefacente anche sulla card elettronica che servì al parlamentare per aprire la porta di quella che doveva restare una alcova segreta e che invece è diventata il luogo dello scandalo pubblico.

Cosimo Mele (nella foto), il parlamentare ex Udc, che venerdì scorso era in compagnia di due ragazze nell'albergo della Dolce Vita di via Veneto di Roma, è da ieri sera indagato per cessione di cocaina. In base alla legge 309 del 1990 sugli stupefacenti, il deputato rischia da uno a sei anni di carcere e una multa da tremila a 26 mila euro.

L'atto è stato formalizzato ieri dal procuratore della Repubblica della capitale, Giovanni Ferrara, all'indomani della seconda audizione di una delle "ospiti" del deputato pugliese. La seconda ragazza, così come aveva fatto Francesca Z, la giovane donna che si sentì male dopo aver assunto la droga, avrebbe confermato ai poliziotti della squadra mobile di Roma, che la sostanza stupefacente era stata portata proprio dal parlamentare.

Ai difensori di Mele, gli avvocati Titta Madia e Livia Lo Turco, ieri in procura, Ferrara ha formalizzato anche l'atto che dispone il sequestro di effetti personali, oggetti che sono stati trovati nella suite dell'albergo a cinque stelle.

Reperti, che insieme con suppellettili e arredi della stanza, saranno esaminati da lunedì da due consulenti della procura della Repubblica. L'atto formale di nomina degli esperti del pm avverrà la prossima settimana e sarà formalizzato dal procuratore aggiunto Italo Ormanni.

Più lunghi, invece, saranno i tempi per l'interrogatorio di Mele che ha sempre affermato di non aver fatto uso di droga né tantomeno di averla ceduta pur ammettendo pubblicamente di aver preso parte al "festino" all'hotel Flora.

Ma da indiscrezioni si è appreso che tracce di cocaina sarebbero state già trovate dagli esperti della polizia scientifica. In particolare, sulla card elettronica sequestrata a Mele che sarà sentito a settembre.


03/08/07 - corriere.com

Cocaina killer, 4 arresti

06.17: Quttro le persone arrestate nei giorni scorsi dai Carabinieri di Brescia nella vicenda della coca tagliata con atropina. L'indagine era scattata dopo che nella notte tra giovedì e venerdì scorsi una ragazza ventenne era deceduta a Desenzano dopo aver assunto droga in un festino. Ieri nel bresciano altre due le persone ricoverate con il sospetto che abbiano assunto stupefacenti tagliati male.


03/08/07 - audionews.it

Anoressia…un male guaribile…

Ciao a tutti amici di caffeNews qualche tempo fa trattai un argomento molto spiacevole…ma interessante…..l’anoressia, una malattia che come ho scoperto colpisce più donne che uomini, ma adesso cresce tanto il numero di ragazzi che giovanissimi soffrono di questa malattia che può essere curata….


stavo guardando la homepage di Libero quando mi sono imbattuta in questa intervista fatta ad una ragazza anoressica…ve la ripropongo…


«È iniziato tutto improvvisamente: era l’estate dopo la terza superiore. Mi sentivo insoddisfatta, mi confrontavo spesso con altre ragazze che mi sembravano più contente di me e attribuivo la loro felicità al loro aspetto fisico: erano magre e belle». Così si confessa, dietro a un nickname, t1983, giovane ragazza (24 anni) della provincia di Cremona che ha provato sulla sua pelle l’anoressia, e ne ha parlato nel blog “Una gran compagnia“. Ha studiato da geometra e lavora in uno studio di ingegneria. Vive con la mamma, la sorella di 10 anni e il fratello di 18.


Raccontaci la tua storia dal principio
Voglio precisare che non ero né grassa né brutta. Avevo anche io i miei corteggiatori a scuola. Avevo solo quel paio di chiletti in più, ma da un giorno all’altro, all’improvviso, quei due chiletti allo specchio mi sembravano 200. Sono partita il primo giorno da 63 kg per arrivare, dopo un mese e mezzo, a toccare i 40 kg scarsi.

Eri consapevole di essere malata? Molte persone non riescono ad ammetterlo e lo negano
Sì, ero consapevole e purtroppo ero consapevole anche che volevo ammalarmi sempre di più perché significava dimagrire di più. Chiaramente davanti agli altri dicevo di stare bene, di non essermi mai sentita meglio, ma dentro morivo, stavo davvero male. Sentivo la vita spegnersi giorno dopo giorno, grammo dopo grammo.


Volevi guarire ? O era forte il senso di abbandono, la voglia di mollare tutto
In principio no, di guarire non mi importava nulla, perché guarire voleva dire tornare a mangiare e per me il cibo era un mostro, una bestia terrificante, ero terrorizzata dal cibo. Il senso e la voglia di mollare erano sempre presenti. A volte mi dicevo che forse sarebbe stato meglio morire cosi non avrei dovuto lottare una vita per essere magra: non avrei dovuto più soffrire.


Ti vedevi grassa anche quando eri magrissima?
Lo specchio dava sempre la stessa immagine: una grassa balena di 40 kg scarsi. Sì, mi vedevo sempre molto grassa, ero sempre insoddisfatta. L’unico strumento che mi riempiva di gioia era l’ago della bilancia che ogni giorno, andava sempre più verso sinistra.


Cosa c’era dietro, secondo te a posteriori?
Tanti preconcetti sbagliati. Tanti stereotipi che inconsciamente ci vengono proposti come ideali da seguire. Tanta ignoranza e tanta ingratitudine, per accettarci come siamo, per apprezzare il dono della vita in quanto tale. Tanto materialismo.


Uscivi, avevi vita di relazione in quel periodo o ti annientavi in solitudine?
No, quell’estate ricordo di essermi isolata al massimo. Non uscivo, non parlavo, non ridevo. Facevo fatica anche a stare a casa. Avrei voluto trovarmi in un eremo.


Come e quando ne sei uscita? Con l’aiuto di che figura? Un medico?
Ne sono uscita grazie alla forza di volontà mossa dal dolore che vedevo provare a chi mi circondava. Sentivo che stavo morendo, e credo che di lì a poco sarei morta se non mi fossi data una mossa. Sentivo la mia vita affievolirsi e allontanarsi. Vedevo mia madre soffrire e piangere. Mio padre preoccupatissimo, la mia sorellina allora piccola e mio fratello soffrire anch’essi. L’ho fatto più per loro che per me forse. Ne sono convinta. Mio padre si alzava con me alle 5 tutte le mattine prima che andassi a scuola, per aiutarmi a fare colazione, per aiutarmi ad affrontare quel mostro che era il cibo e mia madre mi aiutava durante il giorno. A scuola c’era chi lottava per me e con me.
Ero arrivata a non volere toccare la forchetta perché era un oggetto che mi faceva una paura tremenda, ma oggi per fortuna sono qua a raccontarlo.


Da allora non ci sei più cascata, nemmeno avvicinata?
Molte volte ci ho ripensato, sono convinta che non si esca mai più definitivamente, ma bisogna imparare a convivere con questo male, e annientarlo prima che ci annienti lui. Ogni tanto si fa vivo e ci prova a riportarmi con sé, ma io faccio finta di niente e non lo ascolto.


E nella vita normale, oggi, mangi regolarmente?
No regolarmente no, non riesco. Però mangio, non in maniera abbondante perché da allora, non sono mai più riuscita ad abbuffarmi, però ho migliorato il mio rapporto col cibo e ora sono tranquilla.


Cosa provi quando vedi una ragazza “pelle e ossa” oggi?
Di primo acchito, sarò sincera, il primo pensiero è quello che mi fa dire, “Come la invidio lei ha avuto la forza di dimagrire fino a quel punto”. Poi per fortuna mia rinsavisco e penso “Ma che dici?” “Quanto deve soffrire” e spero si renda conto il prima possibile di tornare indietro.


Cosa consiglieresti a una giovane che è caduta in questo tunnel?
Accettatevi per come siete. Ringraziate il cielo di avervi regalato la vita. È un dono troppo prezioso per essere buttato via per stereotipi assurdi che si è creato l’uomo. Troverete chi vi saprà amare e accettare semplicemente per quello che siete.


http://liberoblog.libero.it/storie/bl7263.phtml


03/08/07 - caffenews.wordpress.com

Il calvario di nostra madre nella clinica lager

«Il calvario di nostra madre nella clinica lager»


Loro, l’Alzheimer, lo conoscono bene. Da anni. Ne hanno visto gli effetti, lo straniamento. Hanno sentito in gola il dolore di perdere una persona amata mentre è ancora viva. Anna Luisa e Carla Sciutto, due sorelle genovesi, sanno bene cosa vuol dire avere una madre affetta da un morbo progressivo che non lascia scampo. Che è più crudele anche della morte, perché ti trascina via poco alla volta. Ma Anna Luisa e Carla, fino a due mesi fa, non sapevano che c’è qualcosa peggio dell’Alzheimer. Il disinteresse di chi dovrebbe curare questi anziani tornati bambini e lo fa poco e male. Anche se lavora in una struttura che ha le facciate dipinte e le finestre con i vetri puliti. Una struttura privata alla quale, a fior di quattrini di tutti noi, la Regione e le Asl concedono convenzioni per fare quallo che il pubblico non riesce a fare. Alla mamma di Anna Luisa e Carla è accaduto proprio questo. Quattro mesi fa si è fratturata il femore e il bacino. E di lì è iniziata l’odissea. Un calvario che le due sorelle non hanno voluto tenersi per sé, ma hanno voluto raccontare in una lunga lettera inviata alle autorità cittadine, alla Regione e alla Asl3, oltre che al Tribunale per i diritti del malato. E ai giornali. E anche se non rendono pubblico il nome della struttura genovese, chiedono verifiche serie da parte di chi è preposto a controllare. Perché non accada più.«La situazione è precipitata a febbraio, con le fratture - spiegano -: dopo un periodo di ricovero al reparto di Ortopedia del Galliera, dove peraltro nostra madre è stata seguita con professionalità e competenza, ha fatto seguito una permanenza presso una struttura di riabilitazione in cui abbiamo riscontrato tali carenze sotto il profilo organizzativo e professionale, da avere, probabilmente, contribuito ad un aggravamento del quadro clinico di nostra madre e che ora sentiamo di dover segnalare».I guai cominciano subito. «Già dal primo giorno ci siamo rese conto che la terapia farmacologica non veniva applicata dal personale infermieristico secondo le disposizioni del medico - raccontano -. A nostra madre, che è anche diabetica, non veniva misurata la glicemia, né somministrata l’insulina ogni dodici ore come invece risultava in cartella. Noi familiari, infatti, eravamo presenti in quell’orario e potevamo, quindi, verificare se la terapia veniva praticata correttamente. Per tutta la durata del ricovero la glicemia di nostra madre, peraltro ben controllata a casa, raggiungeva sempre valori elevati, anche 420... mentre è tornata sotto controllo una volta rientrata a casa».


Le due sorelle hanno chiesto ai responsabili della struttura di fornire un materasso antidecubito, dopo dieci giorni l’anziana ne ha avuto uno non funzionante, ma non sono state accolte le richieste delle figlie di poter portare alla madre quello che aveva a casa. Idem con il cuscino antidecubito, arrivato, dopo forti insistenze, soltanto passati venti giorni.

«Anche il personale addetto alla pulizia non si allontanava da questo schema di comportamento - scrivono -: magliette, pantaloni e giacche della tuta venivamo immancabilmente strappati perché pare che l’unico modo conosciuto per cambiare e spostare i malati fosse quello di sollevarli afferrandoli per gli indumenti come sacchi di patate». Nonostante le attenzioni delle figlie e della badante che seguiva la donna a casa e che ha continuato ad assisterla anche durante i ricoveri, sul corpo dell’anziana compaiono le piaghe che ben conoscono quanti hanno a che fare con pazienti di questo tipo, costretti a letto per gran parte della giornata. «Gli infermieri ci assicuravano di praticare le medicazioni quando non c’eravamo - raccontano -, finché un giorno, vedendo che le fasciature nel frattempo erano diventate grigie e secondo noi non erano state rinnovate da troppo tempo, abbiamo sfasciato il piede di nostra mamma e ci siamo trovati di fronte a una situazione a dir poco angosciante: le ferite erano infettate, gonfie e malodoranti, i piedi erano sporchi e le medicazioni nel frattempo si erano trasformate in un impiastro nero e maleodorante. Era il 25 aprile e l’infermiera di turno ci ha detto che poteva soltanto disinfettare le ferite, ma non aveva il necessario per fare la medicazione». Le donne sono andate in farmacia e hanno acquistato il necessario per medicare il piede malato, poi, visto che l’incuria continuava, il 30 aprile hanno presentato la richiesta del trasferimento della madre in una struttura ospedaliera. «A quel punto la direzione sembrava essersi svegliata», dice Anna Luisa. Dopo le scuse del direttore responsabile che ha licenziato l’infermiera che non aveva provveduto alla medicazione, sono arrivate le rassicurazioni che l’anziana sarebbe stata seguita personalmente dai medici. «A quel punto le ferite di nostra madre sono state fotografate.
Non capivamo perché, poi è stato tutto chiaro: le foto sono state allegate alla lettera di dimissioni nella quale c’era scritto che la paziente era arrivata.


03/08/07 - ilgiornale.it

La grande bufala razzista

La grande bufala razzista contro gli zingari sul tentato rapimento del bimbo in Sicilia.


E’ stato solo un caso di strumentalizzazione. Di “psicosi”, così è stato definito dalla Magistratura (gip) la vicenda ( avvenuta sabato scorso) del tentato rapimento di un bimbo di tre anni da parte di una “zingara” in una spiaggia di Isole delle Femmine, a poca distanza di Palermo.


Il magistrato ha scarcerato la donna, una rumena di 45 anni.


Il GIP è stato forte e chiaro: “ se lo stesso gesto di piegarsi verso un bambino l’avesse compiuto una qualsiasi altra bagnante, sarebbe stato interpretato come manifestazione di comportamenti tutti leciti. Invece è stato visto come un atto idoneo a configurare un rapimento solo e soltanto perché posto in essere da una zingara”.


Nei fatti, la “fantastica” mossa, così come divulgata con un ossessionante tam-tam informativo, di “ nascondere il bimbo sotto la gonna “ era soltanto una favola medievale.


Già, esemplare il responso del gip.


Ora chi e come lo si dice agli italiani - con la stessa continuità ed intensità -che per due giorni sono stati continuamente “bombardati”, in tv e stampa, dal terroristico messaggio: zingari ruba bambini?


Chi risarcisce l’immagine brutalmente violata dei Rom e dei Sinti?


Chi risarcisce la donna buttata in galera?


Chi farà mea culpa, dimettendosi, per avere contribuito ad alimentare e propagandare l’atroce errore?


Nel ritornare sul caso di forte discriminazione consumatosi nei giorni scorsi a Catania dei riguardi dei Rom da parte delle azioni dell’amministrazione comunale della destra del sindaco Scapagnini- come precedentemente denunziato- inquieta forte constatare che il comunicato stampa emesso dal “Comitato” non abbia trovato luce, pur in “tre righe”cartacee, in nessuno degli organi di informazione del territorio catanese.


Nella nostra provincia si pubblicano tre giornali: La Sicilia, quotidiano storico che ha un’assoluta prevalenza egemonica, il Giornale di Sicilia di Palermo e la Gazzetta del Sud di Messina inseriscono le cronache di Catania e provincia.


Si pubblica di tutto: dal concorso di scopa scientifica al “ladro di polli” preso sul fatto.


Sui Rom “sbaraccati” dai luoghi di stazionamento, ( lerci e bisunti; Catania nella classifica nazionale sull’ecosistema urbano, date le buone azioni dei governanti locali si trova al 103° posto) silenzio assoluto sulle valutazioni “non ufficiali”.


Nella nostra area, purtroppo, siamo oltre i confini della democratica informazione.


Si parla di DIRITTI UMANI, di solidarietà, di civica convivenza. Valori fondanti della nostra Costituzione. Dell’Italia libera e democratica nata dalla riscossa popolare contro gli orrori del fascismo; contro le censure, il razzismo, le discriminazioni. E gli orrori liberticidi.


01.08.07 - isolapossibile.it

«Abbiamo fatto poco per i più deboli»

«Non posso che valutare positivamente il fatto che Prodi dialoghi con la parete sinistra dell’Unione ed è bene che riconosca che la partecipazione dal basso sia una risorsa e non una minaccia». Il ministro di Rifondazione, Paolo Ferrero, ha accolto favorevolmente l’implorazione prodiana alla sinistra radicale.

Ma non ha cambiato di una virgola le proprie convinzioni. «C’è con Prodi - ha aggiunto - una evidente differenza di valutazione su quello che il governo ha fatto fin qui: non credo che si sia fatto abbastanza nella difesa degli strati più deboli della società e nella redistribuzione del reddito». Il malcontento per come si è chiusa la partita del protocollo sul welfare resta nella sua interezza. «C’è troppa gente che sta grosso modo come prima rispetto alle pensioni basse, alla precarietà, alla casa. È verso questi settori che vanno spese più risorse, invece che regalarle a Montezemolo per ridurre le tasse», ha concluso.

L’accenno al presidente di Confindustria è significativo: non ci può essere conciliazione o sintesi con gli interessi delle parti imprenditoriali. Quindi, la mobilitazione della sinistra radicale in autunno è confermata. La voglia di gridare a Prodi & C. che «così non va» la si coglie anche nel coordinatore del Pdci, Marco Rizzo. «Le nostre riserve - ha dichiarato - sono totali e su tutto: o si inverte nettamente la tendenza o si tradiscono le ragioni dei pensionati, dei lavoratori e dei giovani».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo alla Camera dei Verdi, Angelo Bonelli, che pur parlando di «sforzo apprezzabile», ha sottolineato che ora «occorrono fatti concreti». Ma l’esponente del Sole che ride, al di là del capitolo welfare, si è spinto più in là, su un altro tema toccato da Prodi, quello del Pd che non va considerato come un nemico della Cosa rossa. «Sono loro che si muovono come se fossero nostri avversari. Ed è sbagliato che una forza che ha il 26% pensi di essere autosufficiente», ha chiosato.

Solo qualche timida apertura, ma nessuna sostanziale modifica nei rapporti interni alla maggioranza. Anzi, la lettera che Prodi ha pubblicato sul proprio sito internet era originariamente rivolta ai due quotidiani di riferimento dell’area radicale.



03/08/07 - ilgiornale.it

Basta guerre nel mondo!