Troppe bibite sono a rischio

Gli studenti dormono poco. Ci sono notti da passare sui libri per un esame che incombe; ce ne sono altre da trascorrere con gli amici. Per reggere al sonno la metà degli studenti dei college si dà alle bevande energizzanti (energy drink), segnala un'indagine dell'equipe di Brenda M.Malinauskas della East Carolina University (USA) e pubblicata su ‘Nutrition Journal'. Solo una minoranza degli studenti sa però che queste bevande contengono un alto tasso di caffeina e che possono incidere sulla circolazione sanguigna. Eppure gli effetti sono evidenti, se uno studente su cinque lamenta mal di testa, o un forte batticuore seguito da senso di spossatezza. Chi ne fa uso frequente vive come su un ottovolante, prova degli alti e bassi che lo immettono in un circolo vizioso.
Le persone che consumano bevande energetiche mescolate con alcol, rischiano due volte di più per la propria salute rispetto a chi beve soltanto un cocktail alcolico. La ricerca è stata realizzata dalla Wake Forest University School of Medicine, North Carolina (Usa), su 4.271 studenti.
L'allarme insonnia che circola negli Stati Uniti è arrivato fin in Italia. Anche nel nostro Paese, questo il grido d'allarme lanciato dall'Aduc, si vendono nei supermercati bevande energizzanti che vengono consumate come una qualsiasi bibita. Attenzione, quindi, perchè gli effetti di un uso eccessivo possono essere pericolosi per la salute.


19/11/07 -

Cairo, convegno sulla prevenzione degli incidenti stradali

Cairo M. Ogni anno in Italia gli incidenti stradali causano circa 8.000 morti, 170.000 ricoveri e 600.000 prestazioni di pronto soccorso, cui seguono circa 20.000 invalidi permanenti con costi sociali ed umani elevatissimi.
Gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte nei uomini sotto i 40 anni. Il 60% degli incidenti stradali è conseguente a fattori umani tra cui l’abuso di alcol, di farmaci, di sostanze psicotrope.
Nella nostra ASL si stima che oltre i due terzi della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche ed un quarto circa abbia abitudini di consumo considerabili a rischio.
I rischi associati all’alcol sembrano venire sottostimati, soprattutto nei confronti di una guida di veicoli in stato di ebbrezza; Il Dipartimento per le Dipendenze (U.O. Ser.T.) e il Dipartimento di Prevenzione (U.O. ISP) hanno attuato uno specifico progetto, finanziato dalla Regione Liguria nell’ambito del “Piano Regionale della prevenzione 2005 -2007”, dal titolo: Prevenzione degli incidenti stradali da assunzione di sostanze psicoattive.
Le finalità di tale progetto sono: aumentare e migliorare le conoscenze e la consapevolezza del rischio nei guidatori ed in particolare nella popolazione giovanile; promuovere l’adozione di comportamenti alternativi per una guida sicura; realizzare un sistema di sorveglianza del fenomeno attraverso la raccolta e la valutazione di dati sugli incidenti stradali.
Oltre al Dipartimento di Prevenzione (U.O. Igiene e Sanità Pubblica) ed il Dipartimento per le Dipendenze, sono stati coinvolti nel progetto i Comuni e le Associazioni di volontariato del territorio, le Forze dell’ordine, l’Amministrazione Provinciale di Savona. Con quest’ultima, in particolare, si sono realizzate sinergie importanti rispetto ad un progetto anch’esso finalizzato alla sicurezza stradale che hanno condotto a condividere alcune azioni, fra cui il logo della campagna estiva “Io non me la bevo” e la produzione di materiale informativo. Quest’ultimo (i flyers) è stato sviluppato grazie alla collaborazione tra gli operatori del Dipartimento per le Dipendenze e lo studio grafico di Federico Grazzini in Savona. I destinatari dell’intervento sono gli insegnanti e studenti delle scuole superiori, gli istruttori ed allievi delle scuole guida, i possessori di patente di guida e la cittadinanza in generale.
Tra le azioni del progetto si è proceduto a: l’offerta di test etilometrici e la richiesta di compilazione di un questionario anonimo a frequentatori di sagre e feste estive del territorio provinciale, come già avviene da 5 anni ad opera del Dipartimento per le Dipendenze (v.calendario). Alla prova dell’etilometro si è associata la distribuzione di gadgets inerenti la campagna di prevenzione; la realizzazione di materiale informativo e sua divulgazione presso strutture sanitarie (v. “flyers”) specie nelle sedi di rilascio/rinnovo patenti, uffici cui afferiscono i possessori di patente, associazioni, sito www.religoliguria.it, emittenti locali, ecc.; l’offerta di attività di formazione per gli insegnanti delle scuole superiori; l’offerta di formazione per gli istruttori delle scuole guida che con un corso di 4 ore calendarizzato per il mese corrente, concordato con i titolari di tutte le scuole guida della provincia di Savona; l’organizzazione della giornata “Guida Sicura” di informazione e sensibilizzazione della popolazione sui rischi della guida sotto l’influenza di sostanze, che si terrà il 21 novembre, alle ore 8 e 30, presso la Scuola di polizia penitenziaria del Comune di Cairo Montenotte.


19/11/07 - ivg.it

Operazione 'stragi del sabato sera'

Viterbo - Spaccio di droga, in manette una coppia.
Nella loro abitazione a San Martino al Cimino sono state ritrovate 274 capsule d’anfetamina e altre ventinove dosi della sostanza.

Per tipo di stupefacente e per come è stato confezionato, si presume che era destinato a locali notturni e discoteche.

Ad arrestare i due, una coppia romana trapiantata a San Martino, 43 anni lui e 37 lei, sono stati i carabinieri di Viterbo. I due sono stati bloccati in auto poco dopo essere usciti di casa.

Una perquisizione domiciliare ha portato al ritrovamento anche di diciassette grammi di hashish.

All’arresto della coppia, incensurata, i carabinieri sono arrivati dopo un prolungato servizio d’appostamenti e pedinamenti.

Nell’operazione “Stragi del sabato sera” sono stati denunciati alla Procura della Repubblica anche un 34enne e una 29enne di Viterbo, insieme a un casertano di 32 anni, per guida in stato d’ebbrezza.

I tre, al test dell’alcolimetro sono risultati con tassi di molto superiori al consentito.

Un 36enne sempre di Viterbo, invece, è stato denunciato per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.


19/11/07 - tusciaweb.it

Aggredisce i carabinieri, finisce in manette

Aveva bevuto un po' troppo sabato sera M. G. 30enne pregiudicato di Castelbottaccio, il quale in preda ai fumi dell'alcol, ha cominciato ad infastidire pesantemente i passanti. Non disposto a sopportare le molestie dell'ubriaco oltre, qualcuno ha avvertito i carabinieri.

Intervenuti sul posto, i militi della stazione di Lucito e del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Larino hanno cercato inutilmente di ricondurre il 30enne a più miti consigli. Il pregiudicato, invece di desistere, ha iniziato ad offendere e minacciare i carabinieri, passando dalle parole ai fatti.

Dopo essere stato bloccato, il 30enne è stato ammanettato con l'accusa di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e condotto nel carcere di Larino. Il giudizio per direttissima è previsto per le 12 odierne.

Sempre durante il fine settimana, a Rotello i militari della locale stazione hanno denunciato in stato di libertà C.V., 24enne muratore da S.Croce di Magliano per guida in stato di ebbrezza alcolica. L'uomo, dopo aver causato un incidente alla guida della propria autovettura, è stato sottoposto ad accertamenti ematici presso l'ospedale di Larino, dove gli è stato riscontrato un tasso alcolemico pari a 1,9 grammi/litro (il limite consentito è di 0,5) . La patente di guida gli è stata ritirata.


19/11/07 - primapaginamolise.it

"E' allarme in Italia per la baby-prostituzione"

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato


BENEVENTO. Il ministro dell'Interno Giuliano Amato pone l'accento su un fenomeno allarmante: la baby-prostituzione. "In Italia - riferisce il ministro - ci sono bambini che giocano a dadi anche cifre molto alte e che pagano i loro debiti organizzando la baby-prostituzione. La politica deve cogliere questi fenomeni. Se non lo fa condanniamo il nostro Paese".
Anche se si trattasse di singoli casi, le parole di Amato sono da considerare allarmanti. Per Ernesto Caffo, fondatore del Telefono Azzurro, il fenomeno in questione assomiglia al pizzo poiché i ragazzini indotti a consumare droga o alcol e giocare ai videopoker diventano ricattabili. Per cui per ripianare i debiti, vergognandosi di chiedere aiuto, pagano il pizzo. Secondo Caffo la denuncia del ministro Amato consente di mettere in luce un fenomeno problematico e di cercare possibili soluzioni e strumenti di intervento.
A prostituirsi non sono più solo le ragazzine ma il fenomeno riguarda anche i ragazzi; e non coinvolge più soltanto italiani ma minori stranieri arruolati, trasferiti e controllati in Italia da potenti organizzazioni criminali.
Secondo alcune stime dell'Interpol, in Italia il numero di minorenni sotto ricatto oscilla tra 18 mila e 23 mila. Quelli segnalati all'autorità giudiziaria nel 2006 sono solo 118 e 21 nel primo trimestre del 2007.
La devianza minorile di gruppo inoltre è una realtà che coinvolge sempre più sia italiani che immigrati. I reati commessi da questi gruppi sono di solito le rapine da strada, i furti, gli atti vandalici, le piccole estorsioni. Tra le città maggiormente colpite dal fenomeno Genova e Milano.


19/11/07 - comunicaweb.it

Convegno 'Liberi di essere liberi - i danni delle droghe'

Italia. Puglia. L'81 per cento dei giovani pugliesi tra i 15 e i 19 anni fa uso di alcol, il 25 per cento di tabacco, il 20 per cento di cannabis, il 3,2 per cento di cocaina e l'1,7 per cento di eroina. I dati sono citati dal deputato di Forza Italia Grabriella Carlucci, componente e consigliere dell'associazione Valori e Liberta' che ha organizzato per stamattina a Bari un convegno-dibattito sul tema 'Liberi di essere liberi - i danni delle droghe'. Una iniziativa per dire 'un forte no a tutte le droghe e a chiunque abbia un atteggiamento tollerante nei confronti del loro utilizzo'.
Al convegno parteciperanno oltra a Carlucci, l'on.Raffaele Fitto di Forza Italia, Antonio Tinelli, rappresentante della comunita' di San Patrignano e Giovanni Serpelloni, direttore dell'Osservatorio regionale delle Dipendenze della Regione Veneto, che presentera' uno studio sul consumo di sostanze stupefacenti in Italia.
Oltre alla situazione sulle dipendenze in Puglia, a preoccupare sono anche i dati sulla diffusione delle droghe a livello nazionale. Secondo il rapporto previsionale dell'Osservatorio lombardo Prevo.Lab, infatti nel 2009 il numero di consumatori di cocaina aumentera' del 40-50 per cento rispetto ai consumatori del 2006, mentre l'eroina si va diffondendo soprattutto fra i giovani di eta' compresa fra i 15 ei 19 anni. Ragazzi socialmente ben inseriti, non tossicodipendenti relegati ai margini della societa'.
'Questo governo con la scusa della tolleranza, scivola sempre di piu' verso l'ammirazione dell'autodistruzione. L'ultimo caso eclatante e' stata la scellerata ipotesi di sperimentare le cosiddette 'narcosale', su cui il ministro della Salute Livia Turco ha fortunatamente preso tempo pur condividendo, a suo dire, lo spirito dell'iniziativa.Non possiamo e non dobbiamo agevolare in nessun modo una pratica che uccide fisicamente un individuo'.
'Questo convegno sara' dunque un'importante occasione per evidenziare la necessita' di emarginare un fenomeno in preoccupante espansione anche tra i giovanissimi, che non conosce piu' barriere sociali e anagrafiche. L'ultimo rapporto nazionale dei Sert, che ben presto finira' in parlamento, dimostra infatti come si sia abbassata l'eta' di chi fa uso di stupefacenti, spesso appena adolescenti, e neanche i recenti studi sugli effetti psicotici della cannabis possono ormai lasciare indifferenti'.


19/11/07 - droghe.aduc.it

Sbronzo fa guidare camion al figlio ubriaco

Aveva bevuto troppi alcolici e non se la sentiva di guidare. Un autotrenista statunitense di 41 anni ha così convinto suo figlio di soli 13 a sedersi al posto di guida. Il ragazzino, di certo non all'altezza del compito affidatogli, aveva però a sua volta bevuto. Dopo un breve tratto di strada sono finiti fuori dalla carreggiata, fortunatamente senza conseguenze. Sul posto era presente una pattuglia della stradale.

L'agente si è precipitato verso il trattore per chiedere ai conducenti come stavano. La sorpresa per lui è stata a dir poco sconvolgente: dietro il volante c'era un bimbo sbronzo e al suo fianco il genitore in condizioni persino peggiori. Il padre ha tentato immediatamente di giustificarsi ma la sua posizione non è certo migliorata.

Dopo una rapida ispezione del mezzo l'agente ha rinvenuto diverse bottiglie aperte di birra e alcune, ormai vuote, di liquore. Stando a quanto dichiarato da James McLellan, capo della polizia di Clio, l'uomo è stato incriminato. Dovrà rispondere di reati considerati in America molto gravi. Primo fra tutti quello di aver messo a rischio il figlio e di aver consentito la guida a una persona senza patente e alterata dall'alcol.

Davanti al giudice minorile dovrà presentarsi ovviamente anche il ragazzo. Nel suo caso le accuse sono di guida senza patente e in stato d'ebbrezza.


19/11/07 - ticinonews.ch

Serve la linea dura per fermare la violenza

GIANFRANCO MONTI - Una domenica surreale quella che stiamo vivendo oggi. Niente calcio, anche se oggi ci sarebbe stata la sosta della serie A. La serie B e C si fermano. Tutto questo a causa del malessere che sta vivendo il gioco più bello del mondo, il calcio. Abbiamo raccolto lo sfogo di Gianfranco Monti, noto volto televisivo ed amante del calcio vero.
Quale è la sua idea su tutto quello che è successo la scorsa domenica? L'uccisione del giovane Gabriele Sandri, c'entra davvero con il mondo del calcio?
Allora partendo dal presupposto che sono davvero senza parole, e credo che nessuno ne abbia per quello che ha fatto l'agente di polizia. E' morto un ragazzo di 28 anni, ma vi rendete conto quel poveraccio che morte si è fatto. Roba da pazzi. Il poliziotto ha fatto una cosa ingiustificabile ed è assolutamente giusto che si assuma le sue responsabilità, e che paghi.
Detto questo, ditemi voi cosa diavolo c'entra tutto questo con il calcio. Per me niente.
Ad un'area di servizio entrano in contatto due piccoli gruppi di tifosi. Vengono alle mani per motivi ingiustificabili, perchè comunque bisogna essere dei deficienti per litigare. Non so nemmeno per cosa. Perchè ha detto qualcosa sulla mia squadra? Perchè mi hai guardato storto, o non so per cos'altro? Sei un vero cretino! Poi, scusate, ma dove erano posizionate le due macchine dei tifosi laziali e juventini, hanno detto che sono stati trovati due coltelli. A cosa servivano? Forse avevano dietro la merendina, o il mangiare a sacco, e i coltelli servivano per affettare il pane con il salame? Ma viaa...fate i bravi.
L’ uccisione del ragazzo, è stato solo un pretesto per attaccare la polizia e lo Stato? Si parla di vero e proprio terrorismo.
Assolutamente si. Adesso qualsiasi appiglio è buono per poter fare del casino. Fermare la partita di San Siro la ritengo una cosa giustissima. Improponibile giocare quella partita. Ma le altre? Perché? Ma vi rendete conto cosa è successo a Bergamo? E la sera fuori dall’Olimpico? E il quartiere romano messo a ferro e fuoco? Ma questi sono delinquenti. Io non posso sentire cantare: “celerino pezzo di merda” o ancora peggio “uno, cento, mille Raciti”. Ma roba da matti.
Io non sto con loro! Questi hanno nel loro dna il virus dei potenziali assassini.
Questa gente non la voglio in giro, ma in galera. Lo scrivo a caratteri cubitali: Non voglio uno stato di polizia, no assolutamente no. Però sia chiaro, io sto con le forze dell’ordine.
Mi ritengo una persona intelligente, vivo e lascio vivere, non pesto i piedi a nessuno, ho rispetto per gl’altri, e per me. Perché devo temere le forze dell’ordine. La stragrande maggior parte di noi è sana, io mi sento protetto dalla polizia e dai carabinieri. Chi li teme ha la coscienza sporca.
A Firenze domenica c'era un clima surreale allo stadio. la Curva Fiesole non cantava e in settimana è uscita la notizia delle dimissioni di due dei capi storici della Fiesole, Sartoni e Brazzini. Qual' è la sua idea a tal proposito?
Ormai credo di aver dimostrato la mia totale sudditanza ai colori viola, alla mia maglia, e ai tifosi della mia squadra del cuore, l’ho detto e dimostrato in tutte le maniere, ma domenica si poteva fare di meglio. Sono davvero dispiaciuto che Stefano abbia deciso di lasciare, uguale per Brazzini. Per me è una grande perdita. Conosco Stefano molto bene, lo ritengo un amico. Credo che in gioventù qualche cazzata l’abbia fatta pure lui. Ma una persona poi cresce, migliora, tira su una famiglia con dei figli, dimostra alla vita quello che è…un uomo. E Stefano lo è. Secondo me è una grossa perdita. Poi quello che ho sentito dire dalla sua stessa voce, il giorno successivo, la ritengo una cosa giusta, intelligente e rispettosa per il ragazzo scomparso, e se vogliamo anche per la tifoseria laziale. Ovvero, 15 minuti di totale silenzio senza ne striscioni e bandiere, ma poi cori per la Fiorentina, e per lo sport. Perché quello deve vincere. Non credi?
Lei da uomo di spettacolo, che cosa farebbe per arginare la situazione di violenza, che sta sempre più degenerando e dilagando in Italia? E’ per la linea dura contro questi delinquenti che si nascondono sotto lo pseudomino di tifosi?
Sono totalmente favorevole alla line dura. In questi giorni ho sentito di tutto. Io non ho soluzioni, non spettano a me. Chiedo però una linea pesante, ora basta davvero. Io amo il calcio da impazzire, è troppo bello, divertente. Non voglio assolutamente che dei delinquenti, si nascondono dietro le bandiere delle loro squadre per fare delle robe che non hanno spiegazioni. Credo che innanzitutto vietare le trasferte sia giusto. Anche se per me questa sarà una totale disgrazia. Vuoi sapere com’è la mia trasferta ideale? Prendo Parma ad esempio: prima cosa partire con calma per arrivare in tempo per cercarci, io e miei amici, una trattoria dove si possa mangiare del bollito da 10 e lode, con a ruota un bel bicchiere di Lambrusco. Poi in relax dirigermi verso lo stadio, partita, e ritorno a casa, magari commentando una bella vittoria, come Prandelli e i ragazzi ci stanno abituando. Ti sembra una brutta domenica? Guarda che la grandissima parte dei tifosi di tutte le squadre in Italia la pensano come me. Io chiedo che adesso si trovino delle soluzioni vere. Basta chiacchiere. Io sono pronto anche allo stop totale del campionato. Scrivere delle regole vere, ma soprattutto farle rispettare. Le leggi ci sono già. Devono essere applicate, e devono essere severe. Con un normale avvocato, non Perry Mason credimi, le nostre leggi si possono aggirare. E’ pazzesco, ma è per tutto così. Anche fuori dal calcio. Ti tolgono 5 punti alla patente? Porti quella di tua nonna perché gli dici che guidava lei, anche se ha 150 anni, e li tolgono a lei. Basterebbe che a questi deficienti gli facessero fare davvero “solo” 10 giorni di vero carcere, stai pure certa che il 90% mollerebbe totalmente.
Siamo noi adesso i veri hooligans?
No questo non lo penso. Gli olandesi, o gl’inglesi sono un’altra cosa. Quelli, ritengo siano un bel pò sopra di noi. Loro partono in 3/4/5 mila per seguire la loro Nazionale, o la loro squadra di club. Penso che se tu prendessi la gran parte di loro, e tu li portassi a vedere “Cappuccetto Rosso” invece della partita, e subito dopo chiedergli: com’è stata la partita? Chi ha vinto? La gran parte non ti saprebbe rispondere, visto l’alcol che hanno in corpo. A casa loro queste cose non le fanno più. Come mai? Perché esistono delle regole. Le hanno fatte, e poi le hanno applicate.
C’è una cosa molto importante che mi da fiducia e che mi fa stare un po’ meglio, è vedere che come me e mia moglie, che andiamo allo stadio la domenica, ce ne sono tanti, ma tanti. Non ci fate scappare dagli stadi.


19/11/07 - firenzeviola.it

Alcol, rischia il coma etilico a 16 anni

Ancora alcol tra gli adolescenti, ma questa volta l’ultimo episodio che vede protagonista un minore rischia di lanciare un vero e proprio allarme tra i giovanissimi. È stata ricoverata nel pomeriggio di domenica scorsa al pronto soccorso una ragazza di appena 16 anni in uno stato di intossicazione. Quando i sanitari dell’astanteria hanno soccorso la 16enne hanno temuto addirittura che potesse cadere in stato di coma etilico.

La minorenne è stata portata nel reparto di Pediatria per gli esami del caso, che fortunatamente hanno scongiurato quest’ultima ipotesi e, dopo la prova dell’alcolemia e le prime cure prestate da medici e infermieri, la ragazza è stata dimessa.

A quanto si apprende, al suo arrivo in corso Giovecca era in preda a una situazione psicofisica di pressoché totale obnubilamento. Dopo qualche tempo ha dato i primi segnali di ripresa ed è riuscita a raccontare al personale sanitario che aveva bevuto “qualche” bicchiere di troppo di superalcolici in compagnia di amici.

Sembra che la ragazza si trovasse in una discoteca vicino a Ferrara, aperta la domenica per i pomeriggi dedicati ai più giovani, per organizzare il party musicale. Durante i preparativi ha iniziato a bere ed evidentemente ha continuato fino a sentirsi male. Il seguito ha visto la corsa in ospedale per un epilogo fortunatamente senza gravi conseguenze.

Un episodio preoccupante, sia perché la giovanissima protagonista che per l’orario inconsueto (le prime ore del pomeriggio), che non fa che rinfocolare la preoccupazione attorno al problema dei giovani che assumono alcol.

Un problema le cui dimensioni nella nostra provincia, per rendere l’idea, erano state tratteggiate l’anno scorso da un’indagine di Promeco relativa al 2006, che vedeva a livello nazionale più della metà dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni bere il sabato sera e il 31% di quelli tra i 15 e i 19 anni abusare di alcol almeno una volta al mese.

Per quanto riguarda invece la situazione locale, a Ferrara, in un campione di 950 ragazzi di 15 anni, il 74% beve birra; il 60,6% superalcolici; 1 su 3 si è ubriacato almeno una volta; 1 su 10 si ubriaca una o più volte alla settimana. Tra chi esagera con l'alcol è molto più frequente l'uso di cannabis e di tutte le altre droghe illegali.


19/11/07 - estense.com

Alcol alla guida, ritirate tre patenti ai lidi

Comacchio. Tre patenti ritirate nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri di Comacchio. I militari hanno predisposto posti di controllo a Lagosanto, Codigoro e Lido Nazioni dalle 23 alle 5, specialmente in vicinanza di luoghi frequentati dai giovani. Al termine dell’operazione sono state denunciate tre persone per guida in stato di ebbrezza (tassi alcolemici rilevati di 1,77, 1,54 e 0,60 g/l). All’interno di un locale notturno di Lido Nazioni, poi, i militari hanno accertato la mancata predisposizione da parte dei gestori degli strumenti necessari alla misurazione del tasso alcolemico fruibili dagli avventori dello stesso locale, rilevando così l’inottemperanza alle norme recentemente introdotte contro i rischi correlati alla guida in stato di ebbrezza alcooloca.

Sono inoltre state identificate 101 persone, controllate 71 autovetture e ispezionati. 3 esercizi pubblici.

19/11/07 - estense.com

Nella valle dei suicidi

Il cuore malato della Valtellina, prima per benessere e depressione


Sì, da quel ponte la gente si butta giù. Lo confermano tutti con discrezione, con un'ombra di mestizia nello sguardo. Il ponte varca il torrente Valfontana vicino a Castionetto, sotto rocce e acqua gelida. Un ragazzo del paese, più o meno 2000 anime, campi e bestiame, ricorda ancora il giorno di qualche anno fa quando una ragazzina andò lì in bicicletta e si lanciò nel vuoto, forse per paura di una brutta pagella. Altre volte sono stati amori andati male, magagne del lavoro, o l'insopportabile banalità della vita quotidiana a spingere gente qualunque, d’ogni età, a togliersi la vita. E di viadotti così, come quello sul Mallero, all'entrata di Sondrio, o spunzoni di roccia che si protendono verso il nulla, ce ne sono parecchi in Valtellina. Perché questa zona detiene il primato in Italia per densità di suicidi. Nel 2005 sono stati 10 su 100mila, negli anni prima 16, 19, 30. Contro una media nazionale intorno ai 6. Quindi anche cinque volte tanto. Come in Ungheria, nel grande Nord, o in Russia, se non peggio.

E pensare che la Valtellina, e Sondrio, il suo capoluogo, ogni anno sono anche ai primi posti nelle classifiche di benessere, qualità della vita, tranquillità sociale. Naturalmente i numeri e le classifiche non sempre riescono a fotografare la complessità della vita e le ferite dell'animo. Mario Ballantini, direttore del Dipartimento di Psichiatria nell’azienda ospedaliera Valtellina e Valchiavenna, dice di prendere le statistiche con le molle. E che è vano cercare i moventi di questa epidemia silenziosa nell’ambiente. «Il suicidio è un fenomeno complesso, non c'è mai una causalità lineare - spiega -, e men che meno ragioni ambientali. Alla base c'è la solitudine, la depressione, e anche l'alcolismo, un fattore trascurato ma devastante. In queste zone si beve moltissimo, un tempo l'abitudine al vino era socialmente integrata, correlata allo sforzo fisico, alla comunicazione tra gli esseri umani. Ora la bottiglia è spesso un facile tentativo per sfuggire alla depressione».

La fatica dei monti, la lotta impari con la natura matrigna, sembrano appartenere a un lontano passato. Vedi serpentoni di Suv e macchinoni per le strade, case nuove che s’inerpicano sui pendii come mirtilli, sequenze infinite di capannoni industriali sul fondo valle, stazioni sciistiche famose. Qui la montagna non muore di povertà. E’ diversa la malattia che la corrode dall’interno. Se alzi gli occhi al cielo le vette sono bellissime, i prati, le foreste, la neve. Se abbassi lo sguardo, le opere dell’uomo sono orrende. Come se fossero sorte per rispondere a un'improvvisa fame di ricchezza, di operosità, senza un progetto comune, senza armonia con la natura. La modernità ha stuprato il paesaggio. E forse in quest'opulenza superficiale e aggressiva si riverbera il disagio muto degli esseri umani, con la loro solitudine irrisolta.

Giovanna Bellandi fa parte di un'associazione, l’Asis, che gira le valli ad assistere famigliari che hanno avuto un lutto, a spiegare che la depressione si può curare. «Non credo che le montagne spingano al suicidio, come talvolta si dice. E' un falso mito. Al suicidio si arriva per lucida disperazione. Noi andiamo nei paesi invitando i superstiti di un lutto a sedare il dolore, a discutere, a rivolgersi a medici e specialisti. Ma il dialogo è la cosa più ardua, l'introversione è un carattere costituivo di questa gente. Sono abituati da secoli a tenersi dentro problemi, fatiche, disperazioni. Ogni tanto questo peso interiore esplode, e si traduce in un gesto estremo di rifiuto del vivere».

La maggior parte dei suicidi sono uomini, adulti. Ma il fenomeno cresce tra giovani e adolescenti, i figli di questa società ricca e moderna. E’ la spia di un inedito allarme sociale? Sondrio e la Valtellina, fortunatamente, non conoscono ancora i problemi e le violenze delle grandi metropoli. Non ci sono gang, la droga è limitata, il bullismo quasi inesistente. Qui il problema è forse opposto. L'emergenza è la quiete, il silenzio, il torpore della provincia. Sondrio ha 22mila abitanti, due banche ricche e influenti, centrali idroelettriche, solida maggioranza leghista. Ma se giri per le strada la sera non c'è nulla. Solo tantissimi bar. Non c’è un cinema, neanche un teatro. Le mode paiono sempre arrivare un anno dopo. I giovani, ovviamente, s’annoiano, vogliono spostarsi, migrare altrove. «Ma non è solo questione di divertimento, c'è il disagio di nuove generazioni che non sanno più a che futuro guardare» dice Ivan Fassin, ex preside di liceo, antropologo, ricercatore presso il centro studi della Cisl. «I giovani per esempio studiano mediamente più di quello che è richiesto. Molti frequentano l'università e poi non trovano posti adeguati alle loro conoscenze. Il mercato del lavoro è regolato più dalle conoscenze famigliari che dalla competenza. E questo provoca disagio. Sondrio, e ancor più le valli, soffrono la modernità. Qui la ricchezza è arrivata a palate, ma si è dispersa in mille rivoli, anche per inadempienza della classe dirigente. Manca una cultura civica, tutto si ferma al particolare. E questa atmosfera può essere molto soffocante per le nuove generazioni. Il disagio giovanile cresce in maniera allarmante. E in certi casi il suicidio può essere una estrema di fuga. Non mi stupirei che molte delle cosiddette stragi del sabato sera, gli incidenti a 200 km all'ora sui macchinoni del papà, non siano criptosuicidi mascherati».


19/11/07 - lastampa.it

Guida in stato di ebbrezza, 8 automobilisti denunciati

Alba - I Carabinieri della Compagnia di Alba hanno eseguito, durante l’ultimo fine settimana e sino alla mattinata di oggi, serrati controlli sulle principali arterie stradali per contrastare con maggiore incisività il fenomeno della guida in stato di ebbrezza derivante dall’abuso di sostanze alcoliche o dall’assunzione di droghe, tra le cause più determinanti all’origine degli incidenti stradali.

L’operazione, alla quale hanno preso parte una dozzina di militari che hanno effettuato posti di controllo in prossimità dei principali locali notturni della zona, ha consentito di individuare e denunciare alla Procura della Repubblica di Alba otto automobilisti, tutti giovani di età compresa tra i 19 ed i 25 anni, risultati positivi alla prova dell’etilometro. In due casi, i carabinieri hanno verificato che i conducenti dei veicoli controllati, oltre ad avere abusato di alcool, avevano anche assunto sostanze stupefacenti prima di porsi alla guida, mentre in un caso un automobilista denunciato è stato riscontrato con un tasso alcolemico pari al 3,00 %, di ben sei volte superiore al limite consentito dalla legge.

Per gli indagati, oltre alla denuncia penale, è scattato il ritiro della patente di guida con la relativa decurtazione dei punti, il fermo amministrativo delle vetture e il verbale di contravvenzione per il pagamento di una sanzione pecuniaria. I controlli dei Carabinieri della Compagnia di Alba nello specifico settore - che già dall’inizio dell’anno hanno conseguito risultati di rilievo, ai quali va certamente abbinato il fatto positivo del sensibile decremento degli incidenti stradali verificatisi nell’albese durante gli scorsi week and – proseguiranno anche nei prossimi fine settimana.


19/11/07 - targatocn.it

Muore dopo essere stato investito

Giovane di Mirabella nei guai


Mortale incidente a San Giorgio del Sannio. Germano Vignali di Morcone in provincia di Benevento, mentre stava attraversando la strada verso le 23.30 all’uscita da una pizzeria di San Giorgio del Sannio è stato investito da una Ford Focus con alla guida S. C. di Mirabella Eclano. Il 31enne sannita nell’impatto è stato sbalzato su un'altra auto per poi cadere a terra. Trasferito all’Ospedale Rummo di Benevento è deceduto durante la notte. I carabinieri prontamente intervenuti hanno chiesto all'investitore di sottoporsi al test alcolemico, ricevendone un rifiuto. Per questo motivo, si è proceduto ai sensi del Codice della strada, al ritiro della patente e denunciato per omicidio colposo.


18 novembre 2007 - irpinianews.it

Ancora un paziente che uccide

Psichiatri nuovamente sotto accusa


Una drammatica coincidenza: appena tre giorni fa la Cassazione ha condannato uno psichiatra perchè un suo paziente aveva ucciso un operatore. Ieri a Brescia un paziente ospite di una comunità ha ucciso, in preda ad allucinazioni uditive, un altro paziente con un coltello da 20 centimetri acquistato 10 giorni prima che teneva nascosto nella comunità. Gli psichiatri sono di nuovo sotto accusa


BRESCIA — «La voce mi ha ordinato: uccidi. E io ho dovuto farlo». Claudio Campana, 39 anni, pigiama insanguinato e sguardo nel vuoto, non nega la sua colpa. E' schizofrenico, ma non dice bugie. Agli agenti che lo avvicinano nel cortile della struttura protetta per malati mentali spiega che non riusciva proprio a sopportarla, quella «voce», che doveva farla tacere. Da giorni ripeteva: «Colpisci, colpisci». E lui ha dovuto obbedire. Prima sfogando la sua furia contro il materasso del letto, trovato devastato dai buchi della lama. Poi contro il corpo addormentato del vicino di stanza: Daniele Martani, 28 anni — schizofrenico come lui, alle spalle l'omicidio per raptus della nipotina di appena 4 giorni — ha tentato un'inutile difesa. E' morto quasi subito, sotto la raffica dei 16 colpi inferti con ferocia. «Quello che è successo è chiaro: si è trattato di un raptus dettato dalla malattia mentale — dice il procuratore di Brescia Giancarlo Tarquini — quello che invece va stabilito è se era prevedibile, evitabile. Se ci sono state negligenze». Giovedì scorso la sentenza della Cassazione che ha condannato a quattro mesi di carcere lo psichiatra di Bologna che aveva aveva in cura un paziente schizofrenico che poi uccise un assistente della comunità. L'altra sera l'omicidio di Brescia, in una struttura protetta per malati mentali. Quanto basta per accendere il dibattito sulla legge Basaglia. (Qual'è la tua opinione? Partecipa al sondaggio!) «Ogni caso è a sé — dice il capo dei pm di Brescia che ha affidato l'indagine al sostituto Silvia Bonardi — sarà una consulenza psichiatrica a dire a che titolo Claudio Campana si trovava in questa struttura, a quale terapia era stato sottoposto e se il trattamento era adeguato alle sue condizioni. Bisogna anche stabilire perché aveva quel coltello e nessuno se ne è accorto». Lama lunga 20 centimetri, non arrivava certo dalle cucine della comunità. Claudio il coltello se l'era procurato 10 giorni fa, durante un permesso di uscita diurno. La polizia ha rintracciato il negoziante che glielo ha venduto. Se l'era tenuto in camera per giorni, senza essere visto. Fino alla furia omicida.
«Lasciateci nel nostro dolore — la preghiera dei genitori di Daniele Martani — di nostro figlio è stato scritto anche troppo. Non meritava una fine così». Anche Daniele era diventato assassino per colpa della schizofrenia. Aveva 19 anni quando scaraventò a terra la nipotina Sara di appena 4 giorni che morì all'istante. Era l'8 novembre di 9 anni fa. «Ha agito per gelosia», si disse e si scrisse all'epoca, prima che una perizia psichiatrica rivelasse la sua malattia sancendone la non imputabilità. Dopo il carcere, l'ospedale giudiziario. Quindi il trasferimento nel residence Pampuri del Fatebenefratelli, centro riabilitativo modello. Nessun reato di sangue alle spalle, invece, per Claudio Campana, l'omicida, milanese di origine e residente della comunità di via Pilastroni da 8 mesi. Da ieri è rinchiuso in una cella della Casa circondariale di Brescia in attesa del trasferimento in un ospedale giudiziario.


Il tema è estremamente delicato.
Da un lato ritengo che comunque l'asptto della pericolosità sociale sul piano puramente comportamentale non possa e non debba essere una responsabilità psichiatrica ma di ordine pubblico.
D'altro canto diventa fondamentale che ci rendiamo conto un po' tutti che certe malattie mentali possono essere tenute sotto controllo (a volte il termine "curare" è anche troppo ottimistico) solo con l'uso dei farmaci. Tutto il resto è utilissimo infatti solo una volta che il paziente è in uno stato di accettabile compenso.


Il grosso dubbio è questo però: fin dove possiamo ssere responsabili di ciò che fa un paziente? Fino a che punto possiamo DAVVERO prevedere il livello di pericolosità di un soggetto? Tutti noi sappiamo quanto spesso i pazienti tacciano degli aspetti più gravi del loro disturbo.


Altra domanda: si cerca di smantellare gli ospedali psichiatrici giudiziari. Ma dei malati autori di reato chi diventa responsabile? In che modo i servizi territoriali possono DAVVERO farsi carico di queste bombe?


Indubbiamente la psichiatria, soprattutto negli aspetti più caldi, deve essere sottoposta ad una riflessione seria, approfondita e allo stesso tempo veloce. E soprattutto libera da inutili e pericolose ideologie.


(tratto dal Il Corriere della Sera del 18/11/07) - aipsimed.org

Una hostess aggredita a Vallelunga

Violentata e picchiata in un paddock di Vallelunga: ed è subito giallo all’autodromo romano. Il fattaccio è accaduto ieri pomeriggio durante una gara automobilistica, la Sei Ore di Vallelunga «Gold Cup»-Gruppo Peroni, riservata a team di professionisti e dilettanti in programma sabato e domenica. Vittima una hostess italiana di 34 anni, soccorsa da alcuni tecnici che lavoravano in un box vicino e che hanno immediatamente chiamato il 118. Sul posto i carabinieri della stazione di Campagnano e della compagnia di Bracciano che per l’intero pomeriggio hanno cercato di ricostruire l’accaduto.

Una storia agghiacciante, dai molti lati oscuri. A cominciare dalla versione della giovane che non corrisponde in pieno al referto medico. Secondo quanto riferito agli inquirenti da diversi testimoni, i presunti violentatori si sarebbero allontanati a tutto gas dal circuito automobilistico a bordo di un autocarro furgonato. La donna, medicata al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea, è stata successivamente ricoverata in stato di choc e con alcune lesioni. Secondo quanto stabilito dai medici, però, la paziente non avrebbe subito violenza sessuale. Le numerose ecchimosi lungo il corpo confermano in parte il suo racconto, almeno per quanto riguarda le botte ricevute dai due uomini allontanati in tutta fretta.

Ma cos’è successo esattamente a bordo pista? La poveretta, particolarmente provata e sconvolta, non ricorda molto oltre a quello che ha messo a verbale davanti ai carabinieri. Certo che, secondo i militari che stanno indagando sul caso, qualcosa c’è stato fra lei e i due personaggi entrati all’interno di una zona normalmente off-limits, strettamente riservata a piloti, meccanici e addetti ai lavori. Fra le varie ipotesi: il giorno prima i due avrebbero avvicinato la donna invitandola a bere un caffè. Alle loro pesanti insistenze lei avrebbe rifiutato. Domenica la vendetta, quando la vedono passare tra due «bilici», due Tir usati per il trasporto dei bolidi. La coppia l’avrebbe trascinata all’interno di un camion per picchiarla lontano da occhi indiscreti. A far accorrere gente le sue grida che, fortunatamente, hanno fatto fuggire gli aggressori. In attesa che le condizioni della testimone principale migliorino, per i carabinieri resta una vicenda tutta da chiarire.


Le indagini, aperte per violenza carnale, si starebbero concentrando sui due uomini e sulla loro, eventuale, versione da mettere a confronto con quella della donna. Un fatto grave quello accaduto nell’autodromo di Roma, l'ennesimo episodio di violenza in un luogo pubblico della capitale.


19/11/07 - ilgiornale.it

Il mondo a parte dei fratelli minori dei “bamboccioni”

di Chiara De Pietro

Dalle cuffiette del walkman a quelle dell’Ipod nano non è passato poi così tanto tempo. Dall’esibizionismo di “Non è la Rai” ai video di You Tube c’è solo lo stacchetto di qualche velina. Dai “bamboccioni” di Padoa Schioppa ai loro fratelli minori passa appena qualche anno.

Eppure sembra un mondo a parte, difficile da decifrare, nonostante studi, statistiche, talk show con fior di psicologi e bibliografia più o meno specializzata. Il quadro che emerge è una coperta sempre troppo corta che lascia qualche dettaglio fuori analisi, insomma la generalizzazione è facile, così come è facile cadere nella retorica di un “Ai miei tempi”.

Partiamo dai sentimenti. Il rapporto 2007 Eurispes-Telefono Azzurro parla di una generazione che ha una visione disincantata sull’amore. Predilige il sesso occasionale, ma in quasi tutte le scuole superiori ci sono progetti di educazione alla salute che inevitabilmente trattano ancora oggi, nel 2007, il tema dell’Aids. Nei cartelloni colorati le ricerche dei ragazzi ricordano i rischi e le modalità del contagio dell’HIV. Segno che non è un’informazione in possesso di tutti quei ragazzi che sono invece sessualmente attivi. Le statistiche parlano chiaramente di una precocità nei bambini dagli zero ai dodici anni di comportamenti autoesplorativi.

Tuttavia la sessualità è un argomento che non viene trattato in casa, dove spesso i figli hanno come unica compagnia il cellulare per scambiare sms con gli amici e Internet. Siamo di fronte ad una generazione abituata dalla Tv a vedere di tutto (vedere, ma non conoscere), ha un rapporto con il proprio corpo tale per cui l’esibizione è una faccenda normale: è la generazione della vita bassissima con il filo del tanga in bella vista, è la generazione descritta nel bel libro di Marida Lombardo Pijola “Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano principessa - Storie di bulli, lolite e altri bimbi” in cui si conduce un’indagine mai tentata prima sul mondo delle discoteche pomeridiane, frequentate da adolescenti tra gli undici e i tredici anni.

E’ la generazione che gode di una libertà quasi illimitata negli orari e nelle possibilità di divertimento. Così ricettiva ad una comunicazione ricca di stimoli, e’ facile che cada preda dell’adescamento on line o comunque del ricatto virtuale dei video girati dai bulli, spesso ragazzi non disagiati, ma di buona famiglia. E nel video non c’è mai niente di grave, perché tanto la vittima, sia un disabile preso a calci o una ragazzina che deve subire le angherie del branco, si vede, ma non si conosce. Nei banchi come nella vita risulta loro labile la differenza tra la realtà e la finzione, come se ciò che si fruisce tramite uno schermo fosse sempre finto. Sesso facile, divertimento, sballo, droghe (ormai il prezzo della cocaina è calato moltissimo), a questo punto scatta la domanda: e i genitori? Dal rapporto emerge il più classico dei quadri: sono separati e non riescono a seguire i figli, anzi ne sono succubi, un po’ per ragioni di tempo, un po’ per il senso di colpa che li porta ad un eccessivo permissivismo, delegando al cellulare il compito di controllare il ragazzo. Il telefonino, del resto, si regala già in prima o seconda elementare e si porta regolarmente in classe (nonostante i divieti nessuno è finora riuscito a farlo tenere spento e chiuso nello zaino).

Questi figli-padroni sfogano il loro disagio e la loro solitudine con un sempre più diffuso rapporto sbagliato con il cibo: aumentano i disturbi alimentari, obesità, anoressia, bulimia, segno di un disordine che è prima nelle loro vite che nell’organismo. E molto spesso la madre, prima di rivolgersi ad un medico, penserà che si tratti di una intolleranza alimentare e proverà a rimediare con l’amica erborista o con i fiori di Bach.

Ma cosa si aspettano questi ragazzi dagli adulti? Una parziale risposta ce la possono fornire le recenti elezioni studentesche conclusesi poche settimane fa in tutte le scuole italiane e i primi scioperi che hanno colorato le piazze. Cortei di destra e di sinistra, ma a sentirli parlare potevano benissimo esserci gli stessi partecipanti, perché le cose che chiedevano erano le stesse. Una prima considerazione che si può trarre è che si è persa una precisa connotazione politica, forse congelata negli slogan e nella grafica dei manifesti. E’ stato già osservato che il vento dell’antipolitica soffia anche sui più giovani, è vero che i risultati denotano una vittoria delle liste di destra a Roma, ad esempio nella consulta degli studenti sono presenti Blocco studentesco (Fiamma Tricolore), Lotta studentesca (Forza nuova), Azione giovani (An), ma ci sono state anche molte liste antipolitiche e addirittura goliardiche. Inoltre, più che programmi sono stati presentati elenchi di richieste e soluzioni ai problemi concreti di molte scuole (soprattutto sulle strutture e sul caro-libri). L’unico fronte bipartisan è stato il no alla riforma di Fioroni sul recupero dei debiti. Purtroppo, ancora una volta, si sono registrati atti di intimidazione e vandalismo in diversi licei della Capitale e a tal proposito era stata anche diffusa una lettera appello a Fioroni nel corso di un'iniziativa organizzata a Roma, presso la Casa della memoria e della storia, dall'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani e da alcune associazioni studentesche, per dire basta al serpeggiare di idee neofasciste durante la propaganda elettorale.

Difficile dimostrare una qualche tendenza in atto con possibili ripercussioni sulla politica “dei grandi”. Difficile dire se stiamo parlando di un nuovo bacino di voti su cui riversare il marketing dei discorsi di maggioranza ed opposizione. Difficile stabilire il grado di convinzione di queste idee in una fase così delicata e volubile come quella adolescenziale. La percentuale di chi si informa attraverso la lettura dei giornali è bassa, il telegiornale a cena si sente, ma non si ascolta e in generale anche dietro ai discorsi di chi si mostra più coinvolto, spesso è assente un pensiero strutturato, un’opinione che abbia fatto i conti con il confronto. Tranne le dovute eccezioni si tratta solitamente di idee di un gruppo, si cerca l’appartenenza e si discute con il sentito dire.

Arginare il livello di intolleranza ed ignoranza di questi ragazzi appare difficile, abituati come sono ad anni ed anni di sei rosso o debiti formali, facili da recuperare. Il decreto di Fioroni sembra aver dato respiro solo al corpo docente, che spera in una scuola più seria e dignitosa. Selettiva? No, meritocratica, dove chi si impegna nello studio non sia più considerato il fesso di turno, perché “tanto poi si passa tutti”. Giro di vite anche sul comportamento a scuola, con punizioni sociali che mirano a rieducare il bullo. La linea del Ministro sembra diretta e chiara. Eppure di meriti parlavano anche gli studenti: la richiesta di non essere considerati un numero questo significa. Ma non si capisce come questo si possa ottenere, se non riprendendo in mano il discorso valutazione, che deve essere più rigorosa e seria. La scuola deve essere prima di tutto un veicolo di promozione sociale dell’individuo. A questo proposito il Ministro ha diffuso anche delle linee guida di competenze chiave di cittadinanza: si tratta essenzialmente di educazione al rispetto degli altri e dell’ambiente in cui si vive, insomma le più elementari regole di convivenza civile. Spiace constatare che ci sia stato bisogno di ribadirle. Ma almeno per fortuna siamo lontani da Colombine e dalla civilissima Finlandia.

Un quadro desolante? Per carità ci sono anche migliaia e migliaia di ragazzi impegnati a scuola e nel volontariato, ci sono migliaia di ragazzi che leggono, si informano, si confrontano, si rendono attivi nella vita politica e sociale, hanno valori ed ideali forti, sfidano allo stesso modo mafie e bulli con la cultura della tolleranza e della civiltà, si indignano per le ingiustizie, non reagiscono passivamente alla violenza, né si rassegnano ad essa. Forse, se si iniziasse ad inondare You Tube di video con azioni del genere, questa generazione silenziosa farebbe una nuova rivoluzione. Anche la civiltà può essere contagiosa.

18 Novembre 2007 - loccidentale.it

Amy Winehouse: Figuraccia agli EMA 2007

Agli European Music Awards che quest’anno si sono svolti a Monaco di Germania la signorina Winehouse, la cantante soul (avrei voluto utilizzare il termine “artista” ma considerato le ultime vicende che l’hanno vista protagonista me lo sono risparmiato) rivelazione della scorsa stagione discografica, ha dato il peggio di sé.

Dopo una serie di shows cancellati a causa delle sue note intemperanze con alcool e droghe la vocalist inglese si è resa protagonista di un pietoso spettacolo.
Salita sul palco visibilmente ubriaca ha faticato moltissimo a portare a termine la sua esibizione.
Barcollante e incapace addirittura di ricordare le parole delle sue stesse canzoni (per sua fortuna ha inciso solo due dischi!) Amy più che cantato ha “belato” qualcosa che solo lontanamente somigliava al suo nuovo singolo di successo.
Alla fine della sua performance al tannino, visibilmente scossa, ha persino sputato sul pubblico che, comprensibilmente imbestialito, fischiava il suo penoso comportamento.Il suo talento, quello per il quale ha ricevuto il riconoscimento come miglior voce femminile del 2007, ora è in forte rischio: essì che i suoi trascorsi non erano proprio da “educanda”, tutt’altro..testi espliciti, diretti, a tratti sboccati nelle sue canzoni fanno da corollario ad una vita da rockstar vissuta in questo modo da sempre, da prima che ci diventasse sul serio una rockstar.
La ragazzaccia del jazz-soul tra problemi di anoressia, bulimia e quella sua naturale propensione all’ auto-distruzione sta attraversando un periodo delicatissimo. Ora è arrivata ad un bivio. O si da una calmata o rischia seriamente un ricovero in “Reahb” (lo stesso che nega decisamente nel singolo che l’ha portata al successo mondiale lo scorso anno

“Hanno provato a farmi andare in riabilitazione ma io ho detto "no no no") ma stavolta d’ urgenza!
D’altronde Amy ha sempre preferito la compagnia del buon Ray (Charles) e Mr.Hathaway alla riabilitazione. Anzi, fin ora sono stati loro la sua reahb!
Ma se ciò non dovesse bastare le cliniche del Regno Unito in 17 giorni fanno miracoli (chiedere alla Moss o al Sig. R.Williams) e ti rimettono in pista pulito pulito.


19/11/07 - Alessandro Mazzoni - iniziativa.info

Giovani e anziani studiano insieme da cittadini europei

Modena- Dialogo tra le generazioni tra i banchi di scuola. Continua martedì 20 novembre alle 15.30 il ciclo di incontri sull'Unione europea intitolato "Perché l'Europa è il nostro futuro", nell'aula Magna del Liceo Muratori in via Cittadella 50. Agli incontri partecipano insieme giovani e anziani, da una parte gli studenti delle ultime classi del Liceo Muratori, dall'altra quelli dell'Università per la Libera età Natalia Ginzburg.


L'appuntamento di martedì 20 novembre è dedicato ad Altiero Spinelli, nel centenario della nascita, e analizza l'attualità del suo pensiero nell'Europa di oggi. Il relatore, Mauro Maggiorani, è docente di Storia dell'Unione europea alla Cattedra J. Monnet dell'Università di Bologna.

Come ha ricordato anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, Altiero Spinelli "elaborò durante il confino a Ventotene le linee di una possibile costruzione sul piano politico dell'Europa, di un nuovo rapporto tra gli Stati nazionali che lui vedeva come corresponsabili di una guerra che stava devastando l'Europa". Fu grazie all'ispirato approccio politico di Spinelli che iniziò, alla fine degli anni Cinquanta, il lungo cammino del federalismo costituzionale europeo all'interno delle istituzioni comunitarie, che ha portato negli anni alle elezioni del Parlamento europeo, alla moneta unica, all'Unione europea a 27 e alla Carta dei diritti fondamentali.

L'ultimo appuntamento del ciclo di incontri, che hanno l'obiettivo di stimolare il dibattito e la riflessione sul futuro dell'Europa e del suo processo d'integrazione, è in programma martedì 27 novembre con il ministro plenipotenziario al Ministero affari esteri e docente di Relazioni internazionali Cosimo Risi, sul tema "Conosciamo i nuovi paesi dell'Unione europea", tenuto.

Per informazioni ci si può rivolgere a Europe Direct, 059 2032602, oppure all'Università per la libera età Natalia Ginzburg, 059 4279459. Promotori dell'iniziativa, assieme all'assessorato alla Cittadinanza europea e a Europe Direct - Info point Europa del Comune di Modena, sono il Liceo classico Muratori, con il coordinamento della professoressa Maria Grazia Barbieri, e l' Università per la Libera età Natalia Ginzburg. Collaborano all'organizzazione anche Progetto Europa del Comune di Modena, il Modulo J. Monnet di diritto dell'Unione europea presso la facoltà di Economia Marco Biagi, il Centro di documentazione e ricerche sull'Unione europea dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, il Movimento federalista europeo di Modena.


18-11-2007 - sassuolo2000.it

Voglia di welfare

MARIO DEAGLIO

Nonostante il gran rumore che se ne è fatto, la legge finanziaria approvata la scorsa settimana dal Senato e ora passata all’esame della Camera sposta soltanto briciole di reddito.

Per la maggioranza degli italiani gli introiti annuali aumenteranno appena di pochissime centinaia di euro, per di più con la forte probabilità che queste somme vengano riassorbite da aumenti, nelle imposte o nei prezzi dei servizi pubblici, operati da amministrazioni locali a corto di risorse.

La difficoltà italiana a operare un deciso risanamento finanziario rappresenta però soltanto una variante di un ben più vasto disagio europeo. In Francia, lo sciopero dei ferrovieri, provocato dalla volontà del governo del presidente Sarkozy di eliminare i trattamenti pensionistici speciali dei ferrovieri, è stato prolungato sotto la pressione della base, ha sconvolto l'intero sistema dei trasporti e riscuote le simpatie in una vasta parte della popolazione; in Germania, dove il partito socialista ha via via assunto posizioni più radicali, le dimissioni del vice-cancelliere Müntefering, un socialista moderato, mettono in dubbio la tenuta della «Grande Coalizione» della signora Merkel. La tensione è sfociata anche qui in uno sciopero dei trasporti non ancora risolto che sta lentamente bloccando l'economia tedesca.

Nei due principali Paesi della zona euro i governi si rivelano quindi impotenti a conciliare la sostenibilità finanziaria pubblica con soluzioni sociali accettate da una maggioranza ragionevolmente larga. Un altro Paese europeo, il Belgio, è senza governo da quasi sei mesi per l'incapacità delle forze politiche di accordarsi su alleanze e programmi: se è vero che un mal comune è un mezzo gaudio, chi si duole dell'inconcludenza politica italiana può trarre qualche sollievo guardando a quanto succede a Bruxelles.

Quest'inefficacia dei tradizionali, collaudatissimi meccanismi di funzionamento dell'economia e della politica economica si spiega, almeno parzialmente, con l'effetto congiunto del mutamento dei modi di produzione e dell'invecchiamento della popolazione che sposta quote di risorse dal lavoro al capitale e dai giovani agli anziani (senza peraltro soddisfare le necessità crescenti di questi ultimi). Si creano così nuove domande alle quali le leggi finanziarie e le politiche economiche tradizionali non sanno dare risposte efficaci. I nuovi modi di produzione e la competizione dei prodotti dei Paesi poveri non solo sfavoriscono il lavoro sul piano delle remunerazioni ma ne peggiorano sensibilmente le caratteristiche di stabilità; l'aumento della domanda di salute e della durata delle prestazioni pensionistiche, legati all'invecchiamento, rendono sempre più difficile garantire l'assistenza sanitaria gratuita e i «diritti acquisiti» al pensionamento. Giovani e anziani si scoprono così privi di garanzie sociali sulle quali potevano contare in un passato ancora molto vicino, senza reti di sicurezza, o con reti meno robuste del passato, sempre più spesso con una vita appesa al nulla.

Il peso delle garanzie che ancora sussistono (e del debito accumulato nei decenni per assicurarle) frena, del resto, la crescita economica e la mancanza di crescita economica rende problematica la continuazione del sistema delle garanzie. In questo circolo vizioso si dibattono tutte le Finanziarie, tutti i parlamenti, tutte le élite politiche del Vecchio continente. I tentativi, tra cui quello italiano, di intervenire con una serie di correzioni marginali possono essere lodevoli ma certamente non appaiono risolutivi, anche perché soffocati dal peso degli interessi sul debito pubblico.

Di fronte al diffondersi del disagio i governi allargano impotenti le braccia; e così si diffondono risposte dure e articolate di singole categorie, come gli scioperi francesi e tedeschi (ma anche in Italia, la mancata risoluzione di vertenze contrattuali sta provocando una recrudescenza di agitazioni sindacali); il disagio giovanile si esprime anche in maniera trasversale e a esso si possono ricondurre le violenze delle tifoserie e persino certi delitti.

Si perviene così a una conclusione decisamente scoraggiante: le attuali politiche di bilancio non portano da nessuna parte, non riescono a modificare a sufficienza la rotta di collisione delle navicelle finanziarie dei singoli Paesi verso gli scogli dell'insostenibilità sociale. La discontinuità con il passato, di cui la sinistra correttamente parla, senza peraltro averla sinora esplicitata in nuovi programmi, deve consistere precisamente in questa correzione di rotta.

Essa comporta la costruzione di garanzie sociali nuove, rivolte a tutti i cittadini, anziché il tentativo, a lungo termine votato al fallimento, di mantenere in vita le garanzie esistenti; su questa via, l'esperienza dei Paesi scandinavi, con la garanzia del lavoro e il parallelo obbligo per i lavoratori di accettare, a determinate condizioni, il lavoro proposto, costituisce un esempio da guardare con attenzione.

Se invece, a Roma come a Parigi, a Bruxelles come a Berlino, i governi continueranno ad allargare le braccia, sarà sempre più difficile non solo fare le leggi finanziarie ma prendere qualsiasi decisione veramente significativa di politica economica.

mario.deaglio@unito.it - 19/11/07 - lastampa.it

La Giornata della Colletta Alimentare

Quest’anno la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare si svolge sabato 24 novembre. Anche a Nichelino i clienti dei supermercati saranno invitati ad acquistare qualcosa in più ed a donarlo al Banco Alimentare, a “mettere il cuore nel carrello”, in pratica a destinare una parte della spesa conferendola nelle apposite buste che verranno distribuite dai volontari.

Non viene richiesto denaro, ma solo cibo e tutto quello che verrà raccolto sarà distribuito in Piemonte. I volontari sono riconoscibili da una pettorina gialla e da distintivi. Sono tanti: uomini e donne, giovani ed anziani, Alpini, Croce Rossa, Protezione civile, Scouts, Pro-loco, Caritas ed organizzazioni caritative parrocchiali e altri ancora : “Un vero esercito – spiega Gian Carlo Brignone - che si mobilita per la solidarietà e che a Nichelino sarà presente per tutta la giornata praticamente in tutti i supermercati cittadini. Ne approfitto per un appello: il Banco Alimentare Piemonte e VdA cerca volontari per il giorno della Colletta, anche solo per poche ore, per essere presente in un numero maggiore di punti vendita ed aumentare così la raccolta. E’ un piccolo sforzo che si chiedi, che però moltiplicato porterà ad un grande risultato”

Chi fosse disponibile può contattare il Numero Verde 800-624203 o lo 011.6822416 e anche direttamente i responsabili Ugo Bertinetti tel. 335.7528810 e Gian Carlo Brignone tel. 335.1501756.
Il Banco Alimentare è un’organizzazione no profit che ha come principale la raccolta delle eccedenze destinate alla distruzione per donarle a chi ha troppo poco da mangiare.
Basta andare in una grande industria agro-alimentare o anche solo in un supermercato per rendersene conto. Ogni giorno infatti migliaia di tonnellate di viveri vengono accumulate e poi distrutte: dai grissini parzialmente sbriciolati alla frutta e verdura in eccedenza rispetto alle esigenze del mercato, dalla confezione di biscotti non commercializzabile allo yogurt prossimo alla scadenza.
Perché allora non raccogliere le eccedenze per distribuirle gratuitamente ai poveri?
Da quest’idea, semplice ma geniale, è nato il Banco Alimentare che, come una specie di “banca”, si propone di ridare valore e quindi anche utilità economica a ciò che non l’avrebbe più: da un lato offrendo un servizio alle aziende del settore agro-alimentare e commerciali con problemi di stock, e dall’altro aiutando le Associazioni e gli Enti assistenziali a raggiungere i loro scopi istituzionali.
In Italia la Fondazione Banco Alimentare venne introdotta nel 1989 dal compianto mons. Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, e da Danilo Fossati, presidente della Star, primaria azienda alimentare, dopo una visita di conoscenza del Banco spagnolo di Barcellona.
Oggi la Fondazione Banco Alimentare opera su tutto il territorio italiano.
In questi anni l’attività è stata in continua crescita. Gli enti assistenziali convenzionati sono circa 8.000 che forniscono aiuti a oltre un milione di persone.. Malgrado le ragguardevoli cifre raggiunte, il sostegno dei Banchi Alimentari raggiunge poco meno della metà degli indigenti del nostro Paese.
Tale fatto deve rappresentare un ulteriore stimolo ad incrementare l’efficienza del lavoro già svolto.
L’Associazione Banco Alimentare Piemonte e Valle d’Aosta, costituita nel 1993, è una ONLUS ed ha sede a Moncalieri, corso Roma, 24 ter, vicino al ponte del Sangone, ed occupa parte dello storico stabilimento della Emanuel Presse, grazie ad una convenzione con il Comune di Torino.


19/11/07 - nichelino.com

Napoli, fumo vietato anche al parco

Da lunedì a Napoli è vietato fumare anche all'aperto, nei parchi comunali se si è in presenza di lattanti e bambini fino a 12 anni, e di donne in gravidanza. Lo stabilisce un'ordinanza del Comune, voluta dall'assessore alla Sanità, Rino Nasti, per tutelare i soggetti deboli esposti al rischio del fumo passivo. L'iniziativa ha ricevuto il plauso di esponenti della politica e dei ministri alla Salute Turco e all'Ambiente Pecoraro Scanio.


Il provvedimento prende spunto dalla legge Sirchia del 2003, che prevede il divieto di fumo nei locali pubblici. Identiche le sanzioni: da 27,50 a 200 euro. La campagna in difesa delle cosiddette fasce deboli da parte del Comune di Napoli parte da un dato significativo: in Italia 1 fumatore passivo su 4 ha meno di 14 anni e ci sono 1,5 milioni di fumatori passivi con meno di 4 anni.


Nasti si dice fiducioso sul senso di responsabilità dei napoletani: "Chi non ricorda i timori alla vigilia della legge Sirchia quando si pensava che a Napoli la legge antifumo non sarebbe stata rispettata. Invece qui è come altrove: nei locali pubblici non si fuma". L'ordinanza dell'assessore verde presenta anche un altro significato: "Noi vogliamo che non si fumi più in presenza di bambini e donne incinte anche se ci si trova nella propria auto o in altri luoghi dove non ci siano leggi a proibirlo".


Il provvedimento antifumo nei parchi pubblici rientra anche nella strategia del ministero della Salute e nel programma Guadagnare salute che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso mese di febbraio e che concede ai Comuni di intraprendere iniziative di prevenzione contro comportamenti che possano essere dannosi per la pubblica salute.

L'ordinanza recepisce le proposte fatte da associazioni impegnate contro i danni derivanti dal tabagismo, a partire dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, e tengono conto del fatto che i parchi cittadini sono spesso utilizzati per manifestazioni pubbliche (cinema all'aperto, rappresentazioni teatrali e musicali, giochi per bambini) in cui, benché all'aperto, non viene garantita la salute dei non fumatori.

"Il dispositivo - sottolinea Nasti - tende a migliorare la vivibilità dei parchi, garantendo una convivenza piu' piacevole, di fatto mettendo Napoli nella condizione di incamminarsi per andare oltre la legge Sirchia del 2003. Notevoli e gravi - ricorda l'assessore - sono i danni derivanti dal tabagismo, auspico che questa attenzione verso i bambini e le donne in gravidanza sia da apripista per iniziative analoghe in altri Comuni ma soprattutto induca a riflettere nel difficile rapporto tra fumatori e soggetti cosiddetti deboli".

Il Comune istallerà dei cartelli per segnalare il divieto. Ma i primi giorni, garantisce l'assessore, sarà osservata una certa tolleranza, evitando la "caccia al fumatore". "L'obiettivo principale - sottolinea l'amministratore locale - è che i napoletani smettano di fumare quando sono in presenza di bambini, per loro scelta, anche in casa o in auto".


18-11-2007 - tgcom.mediaset.it

Incidenti, mille giovani morti al giorno

In Italia oltre 5 mila decessi l'anno: siamo al 14° posto per la riduzione del numero delle vittime


MILANO - Nel mondo più di un milione di persone muore ogni anno a causa di incidenti stradali. Secondo l'Oms ogni giorno più di 3.000 sono le vittime della strada. Per non dimenticare questa strage silenziosa l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito, nella terza domenica di novembre di ogni anno, la «Giornata mondiale del ricordo» per la prevenzione degli incidenti stradali. Roma è stata nominata «caput mundi» di tutte le iniziative: alle 18, in piazza del Campidoglio, alcuni potenti fari verranno puntati in direzione del cielo, come in numerose altre città estere.

IN ITALIA - Nel nostro Paese, gli ultimi dati Istat autorizzano ad evocare l'immagine di una autentica strage, con oltre 5 mila morti e più di 300 mila feriti l'anno, 15 morti e più di 800 feriti al giorno. Sulla strada avvengono meno dell'1,5% dei decessi che si verificano annualmente in Italia, ma tra i 15 e i 24 anni questa proporzione sale oltre il 40%, costituendo in assoluto la prima causa di morte in questa fascia d'età.

I DATI - Ogni giorno nel mondo oltre 1000 giovani perdono la vita a causa di incidenti stradali. Dal 2001 al 2005 la Francia figura al primo posto per la riduzione del numero delle vittime, mentre l'Italia è 14esima: con l'introduzione della patente a punti (nel 2003) si è registrata una sensibile riduzione del numero delle vittime, ma il processo si è esaurito nel giro di 12 mesi. Tra le cause principali degli incidenti figurano la velocità eccessiva (5,4 morti su 100 incidenti), l'alcol (causa di un terzo dei morti e dei feriti), poi l'assunzione di stupefacenti o farmaci.

PAPA: RADDOPPIARE GLI SFORZI - In occasione della Giornata del ricordo delle vittime della strada, anche il Papa chiede «a ciascuno di raddoppiare gli sforzi per essere prudente, al fine di proteggere la propria vita e quella degli altri: è questo un dovere di carità verso gli altri». Mentre il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha scritto un messaggio al presidente dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada, Giuseppa Cassaniti Mastrojeni: «La legislatura in corso - scrive Bertinotti - sta registrando un impegno particolarmente intenso del Parlamento sulle questioni della sicurezza stradale, finalizzato all'individuazione di misure tempestive ed efficaci per prevenire gli incidenti sulle strade e le tragiche conseguenze che ne discendono». «È mia convinzione, peraltro, che l'azione delle Istituzioni -dice ancora Bertinotti- debba essere costantemente supportata dalla promozione di iniziative di sensibilizzazione promosse dalla società civile, in grado di far maturare, in particolare tra i giovani, una sempre più diffusa e radicata cultura della sicurezza stradale, costruita sulla coscienza della responsabilitá individuale e collettiva nei riguardi della vita e dell'integritá della persona umana».


18-11-2007 - corriere.it

Auto dei carabinieri investe e uccide un pedone

Ucciso sotto casa da un’auto dei carabinieri e riconosciuto dopo pochi minuti da genitori e parenti che vengono subito consolati dagli stessi militari. Nel tardo pomeriggio di ieri una «gazzella» dell’Arma ha investito e ucciso un passante a Roma. L’incidente è avvenuto intorno alle 19.30 in via Prenestina, nella parte orientale della città. Il pedone rimasto ucciso si chiamava Luciano Nicola De Angelis, aveva 51 anni, abitava al numero civico 97 della stessa via luogo dell’incidente.

Secondo quanto si era appreso subito dopo l’investimento, una pattuglia del Nucleo radiomobile dei Carabineri che procedeva in direzione del centro avrebbe falciato l’uomo mentre quest’ultimo stava attraversando la corsia centrale della strada - quella riservata al transito dei tram - ad almeno quattro o cinque metri dalle strisce pedonali, scaraventandolo a una decina di metri dal punto dell’impatto. E sempre secondo le prime ricostruzioni, la pattuglia stava raggiungendo il luogo dove era stato appena segnalato un furto al 112 e il militare alla guida dell’Alfa avrebbe cercato di evitare, senza però riuscirci, l’uomo che è morto sul colpo.

A riconoscere il De Angelis ormai cadavere è stato lo stesso padre che era sceso in strada richiamato dal rumore dell’incidente. Insieme al genitore sono arrivati anche altri parenti della vittima, fra i quali una sorella che è scoppiata in lacrime ed è stata subito avvicinata dal carabiniere che guidava l’auto. Quest’ultimo ha abbracciato la donna che ha ricambiato, sempre piangendo, il gesto del militare.

Mentre i vigili urbani effettuavano i rilievi e fermavano la circolazione dei tram, con il corpo del De Angelis ancora steso sulla strada e coperto da un lenzuolo bianco, arrivava in via Prenestina il comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, il colonnello Vittorio Tomasone, che si presentava ai parenti di Luciano Nicola De Angelis. «Saremo vicini alla famiglia nei modi e nei tempi che loro riterranno opportuno - ha detto il colonnello Tomasone - in questo momento così difficile. Siamo costernati e dispiaciuti per questo tragico incidente». E infatti i familiari di De Angelis sono stati subito assistiti da personale dell’Arma.

I parenti, però, si dicono increduli. «Attraversava sempre sulle strisce, era un tipo metodico». A parlare è un cugino di De Angelis. «Stava tornando a casa, lo aspettavamo a cena - ha detto una nipote che con altri parenti vive nello stesso stabile della vittima, di fronte al luogo dove è avvenuto l’incidente -. Mia sorella ha visto quel che è accaduto e non vedendolo tornare ha capito che si trattava di lui». De Angelis non era sposato, abitava con il padre e la madre e non lavorava perché, si è appreso dagli stessi familiari, aveva problemi di salute.


18-11-2007 - ilgiornale.it

Bangladesh, i morti potrebbero essere 10mila

Il ciclone Sidr che giovedì scorso ha colpito il sud del Bangladesh ha ucciso tra le 5.000 e le 10.000 persone. Lo stima la Mezzaluna rossa locale. Già stamane il giornale bengalese "The New Nation" parlava di 10 mila vittime, citando fonti dei soccorsi nelle zone più colpite raggiunte solo dopo due giorni dal passaggio della tempesta.

I morti accertati finora sono 3.000, 12.500 i feriti, secondo il governo che ha ordinato di bruciare i morti per il timore di epidemie. Gli Usa invieranno con un ponte aereo 35 tonnellate di beni di prima necessità. Stanziati anche 2,1 mln di dollari. Il Papa ha anche lanciato un appello alla solidarietà internazionale per il Bangladesh colpito dal ciclone. Si aggrava dunque di ora in ora il bilancio delle vittime del ciclone Sidr che giovedì scorso ha colpito il sud del Bangladesh.

E se ne temono altre: centinaia di villaggi infatti non sono ancora stati raggiunti dai soccorsi e mancano all'appello 3.500 pescatori. Secondo la Croce Rossa, almeno 900 mila famiglie sarebbe coinvolte. I feriti sono 12.500. Per timore di epidemie,il governo ha ordinato che i morti vengano bruciati. Ristabilite in parte le linee elettriche e telefoniche. Gli Usa invieranno con un ponte aereo 35 tonn di beni di prima necessità. Stanziati anche 2,1 milioni di dollari per soccorsi.


18-11-2007 - barimia.info

Basta guerre nel mondo!