In disco mi stordisco

Luci intermittenti che causano attacchi epilettici, musica a volume altissimo con melodia inesistente e testo di al massimo un paio di parole ripetuto all’infinito, ambiente con un tasso di umidità che supera quello della foresta equatoriale, sconosciuti sudatissimi e seminudi che si lanciano addosso agitandosi forsennatamente: anche se sembrerebbe la descrizione dell’inferno secondo Stefano Benni, i dannati in questione hanno addirittura fatto una lunga fila all’ingresso e pagato un salatissimo biglietto per entrare in discoteca.

Cosa spinge dunque una notevole quantità di persone a truccarsi accuratamente, scegliere i vestiti più adatti (generalmente aderenti e corti, sulla comodità poi ci sarebbe da discutere) e fare magari anche la messa in piega per rovinare il tutto dopo 15 minuti di danze scatenate? La scusa ufficiale è che in discoteca ci si va a ballare: senza scendere in disquisizioni sulla differenza tra balli come valzer, tarantella o liscio da balera rispetto ai movimenti sgraziati da musica da rave, c’è da considerare che per sfogarsi con la danza non c’è bisogno di un volume così alto, né di cubiste che vanificano anni di lotte femministe, né che un certo tipo di musica (chiamiamola la “punz punz”) abbia testi talmente brevi e idioti che in confronto “Gioca Jouer” sembra una canzone intellettuale. L’alienazione è inevitabile e volontaria: si staccano i collegamenti cerebrali per evitare di riflettere sui mali del mondo, o più in generale per evitare di pensare a qualunque cosa.

Il motivo principale che porta la gente ad umiliarsi aspettando in fila per strada di passare la selezione con trucidissimi buttafuori che ti scrutano dalla testa ai piedi è semplicemente che in discoteca è facile rimorchiare: il che è sicuramente vero, soprattutto per l’atmosfera vagamente dionisiaca causata dalla completa perdita di inibizioni e di ritegno. Difficilmente esistono altri luoghi dove si possa rimorchiare senza scambiare più di tre parole, anche perché avere una conversazione articolata può essere piuttosto difficoltoso se la musica non dà tregua: se il trucco squagliato e il sudore potrebbero risultare non troppo attraenti in condizioni mentali più sobrie, nell’ebbrezza generale e grazie alla scarsa illuminazione si soprassiede su certi dettagli. Buona parte dell’esaltazione generale è dovuta almeno all’alcol: e se è vero che le consumazioni al bar interno costano quanto una cena completa in pizzeria, non mancano offerte sottobanco di paradisi artificiali portati da casa.
Di discoteche ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti, dalla ultramodaiola a quelle con il vocalist, da quella rock alla latino-americana: il mercato, seppure soggetto a mutevoli mode transitorie, frutta notevoli guadagni, e numerosi V.I.P. di mezza tacca incrementano le entrate con partecipazioni come ospiti, ovvero serate in cui non hanno altro da fare se non farsi guardare mentre si divertono.

Non tutti i locali sono poi così alienanti, ma se lo scopo è solo quello di sballarsi, allora ci si può ubriacare anche al bar dello sport in piazzetta sotto casa: se non altro è più economico.

di Guendalina Gallo - 05/08/07 - ccsnews.it

Marilyn, un mistero lungo 45 anni

Era la notte tra il 4 e l 5 agosto del 1962 quando l'attrice, che aveva solo 36 anni, fu trovata cadavere nel suo appartamento. L'autopsia non lasciò spazio a dubbi: avvelenamento da barbiturici. Ma non tutti sono d'accordo


LOS ANGELES, 5 AGOSTO 2007 - Sono passati 45 anni esatti da quando il mondo del cinema ha perduto una delle sue personalità più affascinanti, fragili e sensuali, icona per eccellenza dell'attrazione e del desiderio. Il suo nome era Norma Jeane Baker, ma è sempre stata conosciuta come Marilyn Monroe. Era la notte tra il 4 e l 5 agosto del 1962 quando la sua 'bianca ombra d'oro' - questa l'espressione con cui Pier Paolo Pasolini definì il suo corpo - fu trovato nudo ed abbandonato in una stanza del suo appartamento a Brentwood, in California. L'autopsia non lasciò spazio a dubbi: avvelenamento da barbiturici.



Un alone di mistero avvolse dunque la sua morte, che la stroncò all'età di 36 anni, nel pieno della sua carriera e del suo successo. In un primo momento tutti pensarono che Marylin, sempre più fragile e intrattabile anche a causa dell'abuso di alcol e tranquillanti, si fosse tolta la vita. Non tardarono però a concentrarsi sospetti di omicidio intorno alla sua tragica scomparsa.
James Bacon, amico dell'atttrice, fu il primo a non credere all'ipotesi del suicidio: «Marilyn non era assolutamente depressa: 5 giorni prima di morire aveva in progetto di andare in Messico, dove aveva una nuova casa ed un fidanzato. Mi disse che cercava dei mobili per arredarla». Tra le ipotesi, non ne sono mancate alcune inconsuete: c'è chi sostiene che la stella fu uccisa dopo aver minacciato John F. Kennedy di rivelare un patto segreto firmato dal governo degli Usa con gli alieni, o chi crede che la donna, dopo aver finto un suicidio per cogliere l'attenzione di Robert Kennedy, fosse stata lasciata sola dagli amici che avrebbero dovuto salvarla.



Cantante, modella, attrice, protagonista di film monumento del cinema mondiale, come 'A qualcuno piace caldo' 'Gli uomini preferiscono le bionde' fu una vera e propria leggenda vivente, amata da un pubblico vastissimo per la sua figura soave e irraggiungibile ma al tempo stesso fragile e complessa. La sua aria di bambina perduta e cresciuta senza padre incantò milioni di uomini, tra cui Marlon Brando, Joe di Maggio, Arthur Miller e i due fratelli Kennedy, ma nessuna figura maschile riuscì a colmare un vuoto e una solitudine che sembravano inconsolabili, e che forse tali rimasero per tutta la sua breve vita.


05/08/07 - qn.quotidiano.net

Ubriaco al volante falcia un ciclista

Investito da un'auto mentre camminava sul bordo della strada, sulla provinciale che collega Guastalla a Luzzara. E' morto così Alberto Pasqualini, 54enne residente a Pieve di Guastalla e molto conosciuto nella Bassa, per essere il figlio di Eo Pasqualini, uno dei primi pittori naif della zona. Ieri sera intorno alle 20 e 30 Pasqualini stava camminando sul ciglio della carreggiata, spingendo la sua bicicletta, quando è stato investito e scaraventato giù dall'argine da una mercedes che percorreva la strada nella stessa direzione di marcia. Il 54enne è morto sul colpo, con il personale dell'automedica del vicino ospedale guastallese che ha solo potuto constatare il decesso dell'uomo. Alla guida della Mercedes Giuseppe Domenico Trenta Rossi, un 48enne residente anche lui Guastalla, dipendente di una grande azienda del paese. Trenta Rossi è stato immediatamente sottoposto all'alcotest, che ha rivelato un tasso pari a 2,30 grammi di alcol per litro di sangue, contro il valore di mezzo grammo consentito dalla legge. All'uomo è stata immediatamente ritirata la patente e rischia una sospensione della licenza di guida dai 6 ai 12 mesi . Su di lui pende l'accusa di omicidio colposo.


di MATTIA MARIANI - 05/08/07 - telereggio.it

Alcol e mobilità. La situazione in Europa

La sicurezza stradale riguarda direttamente la totalita' del territorio dell'Unione europea e dei suoi abitanti.

La crescente mobilita' si paga cara poiche', ogni anno, 1.300 000 incidenti causano piu' di 40.000 morti e 1.700 000 feriti. Il costo, diretto o indiretto, di quest'ecatombe e' stato valutato a 160 miliardi di euro, cioe' il 2% del PNL dell'UE. Nell'Unione europea, un incidente su quattro circa e' imputabile al consumo di alcol e sono almeno 10.000 ogni anno le vittime della strada a causa dell'alcol.

Particolarmente esposti al rischio di incidente sono i giovani di eta' compresa tra 18 e 24 anni. In questo gruppo di eta', il 35% - 45% dei decessi e' rappresentato da vittime della strada.

Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte (47%, secondo numerose fonti) tra i giovani. Negli incidenti per guida in stato di ebbrezza due terzi delle persone coinvolte avevano tra i 15 e i 34 anni e il 96% erano maschi.

La situazione in Italia

L'alcol rappresenta il fattore piu' rilevante nel caso di incidenti stradali gravi o mortali. Cio' riveste particolare importanza dal momento che in Italia ci sono circa 4 milioni di bevitori eccessivi e circa 1 milione sono dipendenti dall'alcol.

Tre sono le evidenze scientifiche che tutti gli studi epidemiologici hanno messo in luce: il rischio di incidenti aumenta, in modo esponenziale, con la concentrazione di alcol nel sangue a partire da 0,5 grammi di etanolo/litro di sangue; a parita' di alcol ingerito, aumenta al diminuire dell'eta' del conducente; il rischio aumenta tanto piu' rapidamente quanto minore e' la frequenza di consumo abituale di sostanze alcoliche. Inoltre, e' importante considerare che l'alcol puo' interagire con altre sostanze e quindi aumentare il rischio di chi assume contestualmente alcol e farmaci o sostanze stupefacenti.

L'alcol e' la causa del 30 % circa di tutti gli incidenti stradali che ogni anno si verificano in Italia. Dei circa 170.000 incidenti registrati sulle strade italiane circa 50.000 sono attribuibili agli effetti di una elevata concentrazione di alcol (alcolemia) nell'organismo.

Un uomo in buona salute di 70 chili di peso che ha consumato 2 bicchieri di vino ai pasti (250 millilitri) o 2 boccali di birra (600 millilitri circa) o 2 bicchierini di amaro o superalcolico (80 millilitri circa) o una combinazione, ad esempio, di un bicchiere di vino seguito da un bicchierino di amaro, raggiunge pressoche' istantaneamente una concentrazione di alcol nel sangue pari a 0,5 grammi/litro.

A tali livelli di alcolemia chi si pone alla guida di un autoveicolo o di una moto o di qualsiasi mezzo di locomozione va incontro ad una probabilita' di causare un incidente stradale 5 volte superiore rispetto ad un individuo che non ha bevuto. Anche quando l'assunzione di alcol non e' in una quantita' cosi' elevata da determinare modificazioni evidenti del comportamento, il pericolo di incidenti stradali aumenta in funzione della riduzione della percezione del rischio registrata anche a livelli molto bassi di consumo.

La loquacita', lo stato di euforia, la sensazione di benessere psicofisico che si sperimentano a seguito di consumi moderati di bevande alcoliche (1 bicchiere di vino o 1 lattina di birra corrispondono approssimativamente a 0,2 grammi/litro di alcolemia), pur consentendo una guida caratterizzata da riflessi leggermente disturbati e da una iniziale tendenza ad effettuare manovre piu' brusche e meno sicure, rappresentano il segnale fisiologico della diminuita capacita di critica e di giudizio in cui la percezione del rischio e' ridotta accompagnandosi ad una iniziale compromissione sensoriale che comporta un aumento dei tempi di reazione e una diminuzione del controllo motorio.

Acuita' visiva e visione laterale sono ridotte ed i segnali luminosi, sonori e visivi vengono percepiti con un ritardo del 30-50%. Gli incidenti si verificano piu' frequentemente tra le 20 e le 24, nei fine settimana (specie il sabato notte), e sulle strade urbane ed extraurbane ed il rischio di provocare incidenti stradali aumenta in maniera esponenziale con l'incremento progressivo dell'alcolemia.

A livelli di alcolemia pari a 1 grammo/litro (il doppio del limite legale di 0,5) corrisponde un rischio di circa il 10%, che sale al 25-30% con un'alcolemia di 1,3. Peso, sesso ed eta' influenzano il metabolismo dell'alcol e possono essere determinanti nel raggiungimento di elevati livelli di alcolemia anche a basse quantita'.

Il nuovo limite legale per la guida di autoveicoli prevede che il guidatore possa essere sottoposto a un accertamento alcolimetrico attraverso la misura dell'alcol contenuta nell'aria espirata (etilometro), senza bisogno del suo consenso, considerando in stato di ebbrezza un individuo che al controllo faccia registrare valori superiori al limite legale di 0,5.

La norma ovviamente non risolve i problemi di accertamento della guida in stato di ebbrezza, intesa non esclusivamente come condizione di ubriachezza manifesta, ma anche come manifestazione evidente di in una situazione di eccitazione e di incoordinazione motoria indotta dall'alcol che puo' rendere la guida pericolosa.

(Primo Mastrantoni) - Fonte: www.aduc.it - 05/08/07 - portalino.it

Alcol fuori limite: quattro patenti ritirate

(ANSA) - LUCCA, 5 AGO - Tasso alcolico oltre il limite Polizia: la notte scorsa in Versilia sono state ritirate quattro patenti ad automobilisti e motociclisti. La polizia stradale di Viareggio ha preso il provvedimento nei confronti di un motociclista di 35 anni di Lucca che a Torre del Lago aveva investito un ciclista. Stessa sorte e' ad un giovane di Lido di Camaiore che con la sua auto aveva investito una ragazza fiorentina. I Cc di Viareggio, invece, hanno ritirato le patenti a un pistoiese e un fiorentino.


05/08/07 - intoscana.it

Offrono cocaina ai carabinieri

Offrono cocaina ai carabinieri: 2 arresti a Rimini


Regione - Ventitre arresti per spaccio nel giro di una settimana, di cui quattro compiuti nella notte dai Carabinieri di Rimini nelle discoteche. Fra gli spacciatori finiti in manette anche due ragazzi che hanno offerto cocaina ai militari che erano in borghese in un locale di Misano Adriatico.


05/08/07 - bologna2000.com

Permesso di soggiorno a clandestini sfruttati

Circolare Amato: permesso di soggiorno a clandestini sfruttati


Vigilare sui casi di "violenza e grave sfruttamento" nei confronti di lavoratori immigrati: nel caso vengano accertate situazioni di questo tipo, si potrà valutare anche la possibilità di concedere "permesso di soggiorno per protezione sociale". E' quanto prevede una circolare che il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha inviato ai Questori.

La circolare - riferisce il Viminale in una nota - è rivolta a fronteggiare i casi di "grave sfruttamento e violenza" verso i lavoratori immigrati: vengono invitati quindi i Questori a valutare la possibilità di concedere un permesso di soggiorno per protezione sociale, previsto dall'articolo 18 del T.U., anche nei confronti di quegli immigrati verso i quali saranno accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento sul luogo di lavoro. L'art. 18, infatti, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, è stato finora principalmente applicato nell'attività di contrasto dello sfruttamento sessuale. Lo si legge in una nota del Viminale.

In attesa che il Parlamento concluda l'esame del disegno di legge contro lo sfruttamento del lavoro irregolare e il caporalato, approvato in Senato e ora all'esame della Camera, e considerato che nel corso della stagione estiva aumenta l'esigenza e la richiesta di manodopera stagionale straniera - prosegue la nota del ministero dell'Interno - la circolare chiede ai Questori di intensificare l'azione di prevenzione e contrasto del fenomeno, avvalendosi intanto degli strumenti offerti dalla legge.


05/08/07 - aduc.it

Montalto di Castro

La Regione parte civile per lo stupro

«RITENGO che per la Regione Lazio sia doveroso costituirsi parte civile nel procedimento penale a carico degli otto giovani di Montalto di Castro accusati di violenza sessuale nei confronti di una minorenne. Mi impegno a farlo come presidente della Regione Lazio, ma anche come uomo e come padre, dando seguito alla richiesta che mi è giunta ieri con un ordine del giorno firmato da molte delle donne presenti in Giunta e in Consiglio regionale». Lo ha annunciato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. «Un gesto - ha aggiunto - che servirà prima di tutto a tutelare i diritti della vittima di una violenza così feroce, per un caso di cui nelle cronache si è parlato soprattutto per i provvedimenti messi in atto dal sindaco di Montalto. Mi auguro che questo semplice atto possa testimoniare, per spegnere ogni polemica, il sostegno e la vicinanza di tutti gli uomini nei confronti della ragazza».

domenica 5 agosto 2007 - iltempo.it

Attenzione ai tatuaggi temporanei fatti in spiaggia

Il boom si è avuto qualche anno fa, quando star della musica e dello spettacolo lanciarono il trend del tatuaggio temporaneo all’henne. Una moda che trae ispirazione da usanze indiane e che si è diffusa rapidamente in tutto il mondo, soprattutto sulle spiagge.

Il tatuaggio ‘a tempo’ sembrava essere l’ideale per chi desiderava osare, ma non in maniera definitiva; ebbene, anche questa moda estiva, apparentemente innocua, cela alcuni rischi.


Infatti, tra gli allarmi e i vademecum di quest’estate risuona anche quello dell’anti-tatuaggio da spiaggia. Dermatiti allergiche e fastidi alla cute sono causati dalla parafenilendiamina, uno degli ingredienti contenuti nelle tinture e nell’henne. I rischi, secondo il dermatologo Leonardo Celleno dell’Università Cattolica di Roma sono imputabili proprio a questa sostanza che, aggiunta all’henne, permetterebbe al disegno sulla pelle di ottenere il colore nero. E siccome la maggioranza dei tatuaggi in spiaggia è proprio di questo colore, ecco che scatta l’allarme: attenzione in particolare ai bambini e ai più giovani, che sono più facilmente sensibili a questo tipo di mode.

Anche l’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (ADUC) fa suo l’allarme degli studiosi: il segretario dell’Associazione, Primo Mastrantoni, ha sottolineato che la parafenilendiamina è tra le cause della dermatite allergica (o eczema), che comporta fastidiose infiammazioni dell’epidermide e, nei casi più estremi, costringe al ricovero ospedaliero.


Ma come agisce la sostanza colorante sulla pelle? L’eczema è generalmente causato dalla reazione di specifiche cellule del sistema immunitario nei confronti di una determinata sostanza con la quale il soggetto viene a contatto, in questo caso la parafenilendiamina.
Alle reazioni allergiche si aggiungono i rischi legati alle discutibili condizioni igieniche dei luoghi dove i ‘tattoos’ temporanei vengono eseguiti: “le spiagge non sono affatto il prototipo del luogo igienico” chiarisce Celleno.

Inoltre bisogna considerare la possibilità di ‘reazioni a catena’ nel nostro organismo: infatti, nel momento in cui ‘esplode’ la reazione sulla pelle, il corpo è più sensibile anche ad altri tipi di allergie, come quelle provocate dalle tinture per capelli (che contengono a loro volta sostanze coloranti).


01-08-07 - paginemediche.it

Tre scontri nella notte

Tre scontri nella notte: sulla Salaria, sulla Mirtense e in città vicino ai Vigili del Fuoco


di ELIANA DI LORENZO ENNESIMO fine settimana costellato da incidenti, ferita aperta in città e provincia che non conosce ferie. Si comincia alle 22 di venerdì, quando sulla Mirtense un uomo, in un evidente stato di ebbrezza, con la sua auto finisce contro un albero. A.S. queste le sue iniziali fa tutto da solo, ed i Vigili del Fuoco impiegano più di un’ora per estrarlo dall’abitacolo, divenuto un ammasso di lamiere nel giro di pochi secondi. L’uomo è stato trasportato al nosocomio reatino con un codice rosso. Gravi le sue condizioni dettate soprattutto dallo stato quasi comatoso con il quale è stato ricoverato. Stato saporoso-comatoso causato soprattutto dall’alcol che l’uomo aveva ingerito. Trascorrono le ore ed alle 2 del mattino un’altro incidente, ben più grave sconvolge il centro città. Un sorpasso azzardato ad alta velocità, sulla via Salaria all’ altezza del bivio per Casette, provoca un sinistro spaventoso, coinvolte 4 vetture, sei le persone ferite, di cui una in modo grave. Tutti ragazzi, tutti reatini, tutti di età compresa tra i 25 ed i 27 anni. D.C. di 25 anni ha avuto la peggio, è il più grave dei 6 e dopo essere stato ricoverato al San Camillo De Lellis con un codice rosso nel tardo pomeriggio è stato trasferito nel tardo pomeriggio di ieri al policlinico Gemelli di Roma in gravi condizioni. Il ragazzo con un ematoma cerebrale è stato ricoverato nel reparto di neurochirurgia. Tutti codici gialli e verdi per gli altri, S.P. di 23 anni, M.S. di 24 anni, M.F. e A. C.di 27 anni. Coinvolto con loro anche A.R. I Vigili del Fuoco hanno avuto il loro da fare per liberare la strada dai detriti delle auto e dal carburante, visto che all’alba erano ancora evidenti i segni dell’impatto.


05/08/07 - ltempo.it

Italiani quasi francesi dalla A alla Z

Probabilmente i nostri cugini francesi ignorano volutamente le origini di alcuni grandi personaggi di origini italiane della cultura, delle arti, della moda e del teatro che hanno saputo farsi conoscere e conquistare la comunità internazionale.


Noi vogliamo ricordarli per le nuove generazioni, affinché conservino memoria di una parte della nostra storia fatta di racconti di immigrazione, di gente che partiva in cerca di lavoro e di un po’ di pace in un’epoca difficile all’alba del XX secolo. Famiglie in miseria estrema che con tenacia hanno vissuto dignitosamente e nel cui seno sono spuntati questi geni. Hanno vissuto nei quartieri periferici, esclusi dai lavori più prestigiosi ed intellettuali, fino a desiderare la naturalizzazione francese che apriva loro le porte ai diritti civili. Una serie di nomi scelti tra i tanti che sicuramente non possiamo tutti elencare, ma che significano molto per la generazione dei nostri padri. Un omaggio ad alcuni di questi uomini non solo perché hanno raggiunto la vetta delle più alte sfere della cultura ma anche perché hanno mantenuto saldo i valori umani.

B come César Baldaccini, detto César. sul dizionario degli artisti si legge “César, scultore francese”, ma con un cognome così toscano è difficile dare un senso a questa accezione. César Baldaccini nasce il 1° gennaio del 1921 a Marsiglia ed muore il 6 dicembre del 1998 a Parigi. La madre era di Altopascio ed il padre di Pescia ed immigrarono nel sud della Francia, in cerca di lavoro. Nel quartiere italiano belle de mai” in Marsiglia, il padre di Cesare gestiva un bar, nel quale il giovane scultore lavora di tanto in tanto. Dal 1935, segue corsi all’accademia della belle arti di Marsiglia. Solo negli anni cinquanta i famigliari e César si fanno naturalizzare francesi. Nel 1943, s’inscrive all’école nationale supérieure des beaux-arts di Parigi. Nel 1947 realizza opere con l’utilizzo del gesso ed il ferro. Di ritorno in Provence negli anni Cinquanta da vita alla tecnica artistica che lo renderà famoso in tutto il mondo, realizzando le sue prime sculture con il metallo riciclato, scovato nelle discariche. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1956 e successivamente alla biennale di Sao Paulo e a Documenta II nel 1959 ed espone per la prima volta a New York nel 1961. A partire degli anni Sessanta, lo scultore crea una serie di “compressioni controllate” che diventeranno la cifra stilistica del suo linguaggio artistico. Al Salon de Mai nel 1967 invece realizza delle grandi espansioni in polyuréthane ed inizia a lavorare sul cristallo in fusione. Il nome di César è anche collegato al trofeo César du Cinema, l’equivalente francese degli Oscar, creato nel 1975 è conferito per la prima volta nel 1976, sotto la presidenza di Jean Gabin. Negli anni Settanta ottiene i primi riconoscimenti internazionali. Nel 1983, crea una scultura in omaggio di Pablo Picasso, il “Centauro”, alta 4,70 metri e terminata nel 1985, attualmente collocata all’incrocio della Croix-Rouge a Parigi. Nel 1986 espone alla Fondation Cartier une compressione monumentale delle Peugeot 205 Turbo 16, dei rally di Jean Todt. Alla Biennale di Venezia dello stesso anno realizza un’immensa compressione con oltre 520 tonnellate di materiale. Poco prima di morire, nel 1998 crea una “suite milanese” con macchine della Fiat.

B come Jean Paul Belmondo. Jean-Paul Belmondo, nasce a Neuilly-sur-Seine il 9 aprile 1933. È uno degli emblemi del Cinema “Nouvelle Vague”, interprete di numerosi film di successo con egisti di calibro come Claude Chabrol, Vittorio De Sica, Alberto Lattuada, Jean-Luc Godard, Louis Malle, Claude Lelouch e François Truffaut. Il padre di origine siciliana era un famoso scultore che emigrò in Francia con tutta la famiglia. Da giovane, Belmondo era una appassionato di box ed era considerato per la sua spavalderia un “enfant terribile”. Aspira a diventare attore e s’iscrive al Conservatorio d’arte drammatica Raymond Girard. Dopo avere conseguito il diploma, recita in teatro interpretando testi classici tra cui “L'avaro” di Molière ed il “Cyrano de Bergerac” di Rostand. Esordisce nel cinema nel 1956 nel ruolo di Molière nell’omonimo film per la regia di Norbert Tildian. Seguono altri piccoli ruoli fino a quando non raggiunge la notorietà ed il grande pubblico allo scadere degli anni cinquanta. Di quell’epoca lo ricordiamo in “A doppia mandata” (À double tour), di Claude Chabrol (1959), “La ciociara”, regia di Vittorio De Sica (1960), “Lettere di una novizia”, regia di Alberto Lattuada (1960) e “Charlotte et son Jules”, cortometraggio per la regia di Jean-Luc Godard (1960). Da allora non cessa di accumulare successi e di confrontarsi con i maggiori attori protagonisti di una della più belle stagioni del cinema mondiale.

C come Pierre Cardin. Se si associa un nome alla moda Parigina si pensa a Coco Chanel, Christian Dior, René Lacoste, Yves Saint-Laurent ed infine a Pierre Cardin. Tuttavia, questo stilista, il cui vero nome è Pietro Cardin è nato a Zenson di Piave Treviso il 7 luglio 1922 e si è trasferito a Parigi solo nel 1945. Si avvia nel mondo della moda dopo avere tentato gli studi in architettura: inizia a lavorare con Elsa Schiaparelli e nel 1947 diventa capo dell'atelier di Christian Dior. Fonda la sua casa di moda nel 1950, confrontandosi subito con l'alta moda nel 1953. Cardin è noto per il suo stile d'Avanguardia ispirato all'era spaziale, ispirandosi a motivi geometrici, e sperimentando la moda unisex; nel 1954 introduce il "bubble dress" (il vestito a bolle). Cardin è stato il primo stilista ad aprire in Giappone un negozio d'alta moda. Cardin fu membro della Chambre Syndicale de la Haute Couture et du Prêt-à-Porter e della Maison du Haute Couture dal 1953 al 1993. Per aver lanciato una collezione confezionata per i grandi magazzini Printemps fu espulso dalla Chambre Syndacale (Camera Sindacale) ed anche se viene reintegrato dalla Chambre Sindacale, si dimette nel 1966 e da allora mostra le sue collezioni nella sede Espace Cardin (aperto nel 1971) a Parigi, prima al Teatro degli Ambasciatori, vicino all'Ambasciata Americana. L'Espace Cardin è utilizzato anche per promuovere nuovi talenti artistici, come teatranti, musicisti, ecc. Come molti altri stilisti oggi, Cardin decise nel 1994 di mostrare la sua collezione solo ad un ristretto gruppo di clienti selezionati e giornalisti. Acquista i ristoranti Maxim's nel 1981 ed apre a New York, Londra e Beijing, ed include la catena di Hotel Maxim's. Ha brevettato una gamma di prodotti alimentari sotto il suo marchio. Pierre Cardin possiede le rovine del castello che era precedentemente abitato dal Marchese de Sade, a Lacoste nel Vaucluse. Parzialmente ristrutturato il sito serve regolarmente a festival teatrali.

C come François Cavanna. François Cavanna nasce nel 1923, à Nogent-sur-Marne, nella periferia di Parigi. Il padre, un immigrato muratore di Pontenure della provincia di Piacenza, e la madre di nazionalità francese. Scrittore e autore di disegni umoristici; il suo libro autobiografico “Les Ritals” pubblicato nel 1978 narra la sua infanzia e le condizione di vita degli immigrati e della comunità italiana dell’epoca. Inizia la carriera di giornalista nel 1945, successivamente di disegnatore. Nel 1960, crea la rivista satirica “Hara-Kiri”, la più letta durante il Sessantotto in Francia. Nel 1970 diventa “Charlie Hebdo” per poi non essere più pubblicata nel 1980. François Cavanna viene definito un feroce anarchico anticlericale ma la sua penna è anche capace di regalare ai lettori dei momenti poetici intensi e densi di emozioni. Grandi difensore dei valori repubblicani denuncia l’invasione dei mass media e della pubblicità, l’ingiustizia e la sofferenza degli animali.

C come Riccardo Cocciante. oppure Richard Co[sci]ante, alla francese, nasce a Saigon (attuale Ho Chi Minh city) in Vietnam il 20 febbraio 1946, da padre italiano e madre francese. A undici anni si stabilisce con la famiglia a Roma, dove si formerà musicalmente. La figura di Cocciante è l’emblema della doppia identità italo-francese. E fin dalle sue prime opere il suo lavoro si caratterizza per la traduzione in più lingue delle sue canzoni spaziando dall’Italiano, al Francese, allo Spagnolo fino all’Inglese. Esordisce con il primo album nel 1972, di cu fa parte la traccia “Buona notte Elisa” la prima canzone dell’artista cantata in Francia, titolo: “Bonne nuit Elisa”. Ma il primo grande successo lo ottiene nel 1974 con l’album “Anima” e con la canzone “Bella senz’anima”, che viene tradotta in spagnolo “Bella sin alma”, tratta dallo spagnolo “Aqui” ed arriva al primo posto delle classifiche di Spagna, Argentina, Cile, Venezuela e altri paesi del Sud America. Seguono numerose registrazioni in altre lingue tra cui in Francia nel 1976. Lo stesso anno con “Margherita” Cocciante raggiunge uno dei più alti livelli di composizione mai conquistati dalla musica leggera italiana . Nel ’78 esce in Italia “Riccardo Cocciante” e l’intero disco esce in versione francese prima con il titolo di “Richard Cocciante” e poi “Concerto pour Marguerite”. Nel 1981 va in tour con Rino Gaetano e i New Perigeo di Giovanni Tommaso ed esce il “QConcert”. Negli anni Ottanta Cocciante registra una serie di album e parte in tournée in tutto il mondo. Vince il Festival di Sanremo nel 1991 con Se stiamo insieme. Scegliendo di vivere in Francia, la seconda patri che ha saputo accogliere degnamente il suo talento. Sul finire del 1997 esce “Notre dame de Paris”, in versione francese ed è un successo clamoroso, e vendendo oltre dieci milioni di dischi in tutto il mondo. “Belle” divenne il tormentone degli ambienti francofoni. Riccardo Cocciante si confronta nuovamente con l’opera “Le petit Prince”. In Italia nel mese di settembre 2007, all’Arena di Verona Riccardo Cocciante porta “Romeo e Giulietta” tratto dalla tragedia di Shakespeare.

C come Coluche. Michel Gérard Joseph Colucci nome d’arte Coluche, è un eccezionale umorista e comico francese di origine napoletana. La sua arte insegna l’implacabile realtà della condizione umana affrontata con una disinvolta auto ironia con la quale solo lui, Coluche è riuscito a trattare argomenti estremamente delicati ed al contempo a rallegrare tutti coloro che erano ai margini o derisi per la loro mediocre esistenza di uomo medio, fin dal suo primo sketch “è la storia di un uomo...”. Un uomo con una generosità unica che ha fondato i "Resto du Coeur", i ristoranti del cuore, per i senza tetto, sensibilizzando l’opinione pubblica e coinvolgendo numerose personalità del mondo dello spettacolo. Michel Gérard Joseph Colucci nasce a Parigi il 28 ottobre 1944 e muore il 19 giugno 1986, in un incidente di strada nei pressi di Grasse, nel sud est della Francia. Suo padre Onorio Colucci, un muratore originario di Napoli, morì nel 1947, lasciando la moglie con due figli a carico. Coluche non è mai stato un ottimo alunno preferendo il vagabondaggio nei quartieri e arrabattarsi in piccolo lavoretti per vivere. Decise allora di fare il cantante ma questo mestier non pare essere adatto a lui e così salendo sui palchi si dedica all’umorismo; incontra tre musicisti Xavier Thibault, Jacques Delaporte e Jean-Claude Dagostini, detto Le Bœuf, con i quali si esibiranno in macchiette da cabaret nei locali Parigini. Conosce Georges Moustaki un produttore e scopritore di talenti che lo sostiene finanziariamente. Nel locale La Méthode, rue Descartes, a Parigi, incontra Romain Bouteille, un comico che recita al Café de la Gare, un locale nel quale si esibisce la nuova guarda dei talenti comici francesi: Patrick Dewaere, Henri Guybet, Miou-Miou, Gérard Depardieu, Thierry Lhermitte, Josiane Balasko e Gérard Jugnot. Roamin Bouteille porta Coluche ad esibirsi al Café de la Gare, e con il suo primo sketch “C’est l’histoire d’un mec” conquista immediatamente il pubblico. Le sue macchiette anni settanta narrano la storia di un povero urbano, bonaccione e non tanto sveglio”. Nel 1971 cera la sua propria troupe “Au vrai chic parisien - Théâtre vulgaire”. Ma a causa di problemi di alcolismo lascia di nuovo il gruppo e preferisce esibirsi da solo. Sale sui palchi più gettonati dei teatri parigini tra cui le Théâtre La Bruyère, l'Olympia e l'Élysée Montmartre; firma contratti con grosse case di registrazione e di distribuzione e viene inviato dalle maggiori emittenti televisive. Coluche si candida alle elezioni presidenziali del 1981 e i sondaggi lo danno al 16%, ma iniziano le intimidazioni ed il suo regista René Gorlin viene ucciso. Coluche è obbligato a ritirarsi. Malgrado i problemi di alcolismi e la sua vena polemica continua a partecipare a trasmissioni televisive e a realizzare qualche spettacolo. Nel 1985, mentre stava preparando uno spettacolo in Costa Azzurra, Coluche muore in un incidente stradale che per molti sembra essere stato provocato volontariamente da qualcuno. Nel 2006 è stato pubblicato un libro sui fatti che ruotano attorno all’incidente "Coluche, l'accident" di Jean Depusse e Antoine Casubolo. Coluche rimane per molti il grande agitatore della Francia anni’80, che si batteva contro le ingiustizie. Nel 1988 il Parlamento Francese ha votato una legge detta “Loi Coluche” che permette ai donatori di detrarre dalle tasse una parte delle donazioni.

G come Max Gallo. Max Gallo è nato a Nizza nel 1932, è docente universitario, insigne storico, biografo, romanziere ed un uomo politico francese. Dal 31 maggio del 2007 è membro dell’Académie française, con la poltrona n°24. Max Gallo è figlio di immigrati italiani approdati a Nizza: il padre originario del Piemonte mentre la madre di Parma. Durante la seconda guerra mondiale il padre entrò a far parte della Resistenza. Max Gallo vivendo da vicino i fatti della Seconda Guerra mondiale e la liberazione a Nizza, sviluppò un forte interesse per gli avvenimenti storici e per la politica. Suo padre molto più incline alla calma preferì per il figlio un orientamento scolastico indirizzato nelle scuole tecniche. Tuttavia, parallelamente alla sua professione Max Gallo prosegue i suoi studi universitari in Storia, ottenendo l’agrégation (ovvero il diploma post laurea per l’insegnamento) diventa professore di Storia e prosegue fino al dottorato che gli permetterà di diventare docente all’Università di Nizza e nel 1968 all'Institut d'études politiques di Parigi. Editorialista dell’Express dal 1970 fino al 1980, per qualche anno ha diretto il quotidiano francese Le Matin de Paris. Deputato al Parlamento francese e a quello Europeo, ha ricoperto importanti incarichi governativi ed istituzionali. Inizialmente è membro del Partito comunista fino al 1956, ma poi aderisce al Partito Socialista francese. Nel 1981, pubblica alcuni romanzi su Nizza tra cui “La Baie des Anges” e lo stesso anno viene eletto deputato delle Alpes-Maritimes. Perderà le elezioni municipali al comune di Nizza nel 1983. Incontra per la prima volta François Mitterrand nel 1976, durante una trasmissione televisiva, e nel 1983, viene nominato segretario di stato e portavoce del governo di Pierre Mauroy. Qui crea un piccolo ministero con François Hollande. Tuttavia lascia il governo nel 1984, per consacrasi alla sua attività letteraria e per il mandato europea tra il 1984 ed il 1994. Nel 1992-1993, lascia il Partito socialista con Jean-Pierre Chevènement e fonda il Mouvement des citoyens (movimento dei cittadini) del quale diventa presidente. Nel 1994 abbandona la politica e si deica interamente alla scrittura. Alle elezioni presidenziali del 2007 ha dato il suo sostegno a Nicolas Sarkozy , al quale il giorno della sua vittoria ha dedicato un discorso declamato in un cerimonia in un luogo storico della Resistenza: la Cascade du bois de Boulogne dove furono fucilati trentacinque resistenti il 16 agosto 1944. In Italia, la Mondadori ha pubblicato, “ Manifesti nella storia e nel costume”, la serie di romanzi storici dedicati alla figura di “Napoleone e Caesar” (2004).

G come René Gruau. René Gruau, uno dei più importanti disegnatori di pubblicità nel campo della moda. Nato a Rimini nel 1909 da madre parigina Marie Gruau e da padre riminese, il conte Alessandro Zavagli. Prenderà il nome della madre con la quale va a vivere a Parigi nel 1922. Là avvia i primi passi di disegnatore di moda ed i suoi primi disegni vengono pubblicati in Italia, Germania e Inghilterra. Tra il 1935ed il 1939 collabora con le riviste Femina, Marie Claire, L´Officiel, L'album du Figaro, mentre dopo la guerra, nel 1946, con l’International Textiles per la quale disegna le copertine fino al 1984. Nel 1947 Christian Dior, lo incarica di disegnare la pubblicità per il profumo Miss Dior, così anche per Robe Bar ed il cosiddetto “New Look” nasce dalla pennellata di Gruau. Nel 1948, parte negli Stati uniti e lavora presso Harper'S Bazaar e Vogue, diventando mano a mano l’artista esclusivo di Flair. René Gruau è il massimo creatore delle pubblicità più in voga all’insegna della nuova femminilità: Rouge Baiser, Lido, Moulin Rouge, Bemberg e Blizzand. Gruau divenne da subito il simbolo della comunicazione del modo d'intendere l'eleganza, conferendo ai suoi disegni le potenzialità di dare forma ai sogni di intere generazioni: uno stile a cui hanno attinto i più grandi sarti del secolo, da Dior a Givenchy, da Chanel a Balenciaga, Rochas, Barman e Fath e le più grandi ribiste di moda come Elle, Vogue, France, Madame Figaro e L´Officiel de la Couture.

I come Jean-Claude Izzo. Lo scrittore nasce il 20 giungo del 1945 a Marsiglia. Suo padre Gennaro Izzo è originario di Castel San Giorgio, località dei pressi di Salerno, immigrato a Marsiglia, nel 1929 con la sorella Antonietta ed il fratello Antonio, partiti dall’Italia all’età di 15 anni in cerca di lavoro. La madre di Izzo, Isabella Navarro invece proviene da una famiglia spagnola. i due genitori si conobbero a Marsiglia all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Fin dai primi anni di scuola Jean-Claude Izzo, scrive continuamente delle storie e della poesie come la maggior parte dei figli di immigrati viene orientato alla scuola tecnica malgrado le ottime qualità narrative. Negli anni Sessanta, lavora come venditore in una libreria di Marsiglia e diventa militante di Pax Christi, un movimento cattolico per la Pace. Dopo il servizio militare, nel 1966 riprende le sue attività in seno a Pax Christi fino a quando non incontra Marie Hélène Bastianelli, sua futura moglie, con la quale s’inscrive al PSU (Parti Socialista Unificato). Nel giugno del 1968, Jean Claude Izzo si candida alle comunali di Marsiglia per il PSU, e successivamente aderisce al PCF, per il quale scriverà sulla rivista La Marseillaise Dimanche. Parallelamente alla sua attività di giornalista impegnato, continua a scrivere poesie e anche una piccola opera teatrale “La commune de Marseille” pubblicata nel 1971 nella rivista Europe. Seguono le pubblicazione dei suoi poemi, “Terre de Feu”, Etat de ville”, “Braises, brasiers, brûlures”, “Paysage de femme”, “Le réel au plus vif”, “Clovis Hugues, un rouge du midi”, alla fine del 1978 si separa dalla moglie e lascia il partito comunista, collaborando con alcuni giornali locali, tra cui la Vie Mutualiste e diventa animatore radiofonocio nel 1985 a Forum 92 e fonda la Rivista poetica Orion con Bruno Bernardi. A partire dal 1987, collabora con prestigiose riviste letterarie e realizza anche alcune manifestazioni culturali tra cui il Carrefour des Littératures Européennes di Strasbourg, il Festival du Polar (del Giallo) di Grenoble ed il Festival Etonnant Voyageur di Saint Malo. Delegato degli delle "Rencontres Goncourt des Lycéens" dal 1991 al 1992 e direttore della comunicazione del Festival Tombées de la Nuit a Rennes dal 1992 al 1994. Izzo è anche autore teatrale, scrittore di sceneggiature di film, di prefazioni e testi di canzoni. Nel 1995, Gallimard pubblica il suo primo romanzo noir della trilogia di Montale “Total Khéops” (Casino totale) al quale seguono "Chourmo" e "Solea", e riscontra un successo immediato ottenendo numerosi riconoscimenti tra cui il Prix des lycéens di Marseille ed il Trophée 813. Nel 1996 esce “Chourmo”, il seguito del romanzo giallo, l’anno successivo un’altra raccolta di poesie “Loin de tous rivages”, illustrato da Jacques Ferrandez ed il romanzo “Les Marins Perdus” ( i Marinai perduti) , così come numerose novelle pubblicate in varie anthologie. Nel 1997 inizia a scrivere uno dei suoi capolavori “Le Soleil des Mourants”, (Il sole dei morenti) che terminerà, nel settembre del 1999, poco prima di morire di cancro. Come sostiene Jean Stoppardi, poche opere letterarie di Jean Claude Izzo sono state tradotte in italiano ed è un peccato perché in essi si trovano numerosi indizi autobiografici delle origini italiane e del profondo legame con Marsiglia, la città che come Bastia, rappresenta per eccellenza il fenomeno migratorio degli Italiani all’inizio del XX secolo. La stile di Izzo viene definito un naif romantico, una scrittura “nervosa e fatta di frasi brevi e secche, ... perfettamente adeguata all'incalzare degli avvenimenti, alle angosce e alle paure del protagonista e appare come una meditata scelta stilistica”. La Capitale della Provenza, che Izzo descrive nei suoi romanzi è quella della mescolanza delle culture, “dagli antichi liguri, alle invasioni celta, greca, fenicia, romana, (...) Così alla vecchia immigrazione italiana (i nabos e gli hobis, meridionali e settentrionali) e a quella tradizionale corsa, si sono via via succedute quella spagnola, quella caraibica, i pieds noir, i magrebini”.

M come Yves Montand. Ivo Livi, nome d’arte Yves Montand, nasce a Monsummano Alto, nella provincia di Pistoia, il 13 ottobre del 1921 muore a Senlis in Francia il 9 novembre 1991. Lo pseudonimo è formato dalla francesizzazione del suo nome e dal grido della madre che lo richiamava in casa dal cortile "Ivo, monta!". La famiglia Livi per fuggire al regime fascista negli anni ’20 si riparò a Marsiglia e nel 1929 ottenne la nazionalità francese. Yves Montand è cresciuto in un ambiente familiare modesto ed a l’età di undici anni abbandona gli studi e consegue un diploma di parrucchiere dopo un apprendistato nel negozio della sorella. Alla fine degli anni Trenta, Montand si lancia nella produzioni di piccoli spettacoli in alcuni locali a Marsiglia, in cui recita e canta. Durante la guerra si esibisce in Provence quando nel 1944, scoperto da Edith Piaf a Parigi, entra a far parte della sua cerchia, diventandone il suo amante. Grazie alla Piaf, Montand sale sul palcoscenico di Bobino, les Folies-Belleville ed il celebre Moulin Rouge. Rompe con la cantante francese ed inizia una carriera di attore: interpreta "Mentre Parigi dorme" di Marcel Carné nel 1946. Nel 1948 Joseph Kosma compone un brano, su parole di Jacques Prévert, “Les feuilles mortes” (Le foglie morte), che porta Montand al successo mondiale. L’anno successivo incontra Simone Signoret con la quale si sposa nel 1951 diventando una coppia leggendaria del mondo dello spettacolo ed assieme s’impegnano attivamente nella politica del paese ed aderiscono al Partito comunista francese (PCF). Il primo "one man show" di Montand arriva nel marzo del 1952 al théâtre de l'Etoile di Parigi, con uno spettacolo in cui interpreta ventidue canzoni che lo rendono uno dei più grandi interpreti della canzone francese. Prosegue parallelamente la carriera nel cinema e nel 1952 ottiene il Gran Premio del Festival di Cannes per l’interpretazione nel film di Henri-Georges Clouzot "Le Salaire de la peur”. Con Simone Signoret s’istallano in Normandie à Autheuil-Anthouillet e la loro casa diventerà presto i luogo di ritrovo dei più grandi interpreti del panorama artistico degli anni Cinquanta come Serge Reggiani, Pierre Brasseur, Luis Bunuel, e lo scrittoe Jorge Semprun. Montand realizza delle tournée in Unione Sovietica ed in Francia e nel settembre del 1959 sbarca a New York, malgrado sia stato etichettato persona non grata, a causa delle sue idee politiche. Negli Stati Uniti, fa amicizia con Arthur Miller e sua moglie Marilyn Monroe. Yves Montand prosegue la tournée ad Hollywood ed in Giappone. Montand è chiamato a interpretare un film con Marilyn Monroe il "Milliardaire" nel febbraio del ’60 ed attorno ai due attori nascono pettegolezzi sulla loro relazione. Montand decide di tornare in Francia da Simone Signoret. Gli anni Sessanta segnano un ritorno al cinema, gira con i cineasti Costa Gavras, René Clément, Gérard Oury e Claude Sautet. Negli anni Ottanta con Simone Signoret militano per i diritti umani e firmano un appello a favore del sindacato polacco Solidarnosc. Dopo la morte di Simone Signoret nel 1985, Yves Montand ha una relazione con la sua assistente Carole Amiel, la quale lo renderà padre per la terza volta, nel 1988. Il 9 novembre del 1991, Montand abbandona per sempre il grande palcoscenico della vita.

P come Michel Piccoli. Michel Piccoli, nasce a Parigi il 27 dicembre 1925, in una famiglia di musicisti di origine italiane che immigrarono in Francia dopo l’avvento del fascismo. Attore dal talento naturale, Piccoli è da sempre ricordato per la sua capacità auto ironica di affrontare temi difficili riuscendo ad ottenere il massimo dei risultati con il minimo delle sottolineature. A soli 15 anni, segue corsi di recitazione ed entra nella compagnia di Jean-Louis Barrault e Madeleine Renaud. Da quel momento in poi inizia una carriera artistica che lo porta al cinema nel 1945. Interprete in oltre duecento pellicole molte delle quali dirette da registi di fama internazionale, come Jean Renoir, René Clair, lavorerà tra il 1956 ed il 1957 con Luis Buñuel, che lo definirà il suo alter ego. Recita per la regia di Jean Luc Godard al fianco di Brigitte Bardot in “Il disprezzo”, con Yves Montand in “La guerre est finie” di Alain Resnais ed in “Les Créatures e Josephine” di Agnès Varda. Vittorio De Seta lo vuole per “L'invitata” mentre Alfred Hitchcock, lo prende nel al cast di “Topaz”. Michel Piccoli si confronta con registi come Roger Vadim, Costa-Gavras, René Clement, Yves Allégret, Chabrol, Lelouch, Tavernier fino a Mario Bava. Fina anni Sessanta sposa l'attrice e cantante francese Juliette Gréco, dalla quale divorzierà dieci anni dopo, nel 1977. Dopo tante nomination ai César, solo con “Salto nel vuoto” di Marco Bellocchio vince la Palma d'Oro a Cannes come Miglior Attore. Per la sua interpretazione in “Une étrange affaire” di Granier-Deferre ottiene l'Orso d'Argento. Gli anni Ottanta e Novanta lo portano sui set dei più grandi registi da Scola, Godard, Cavani, Bellocchio, Malle, poi Jacques Rivette e Castellitto e Manoel de Oliveira. Nel 2007 gli viene conferito l’Excellence Award 2007 del festival internazionale del film di Locarno.

P come Michel Platini. Michel Francois Platini nasce il 21 giugno 1955 a Joeuf in Francia, da una famiglia di ristoratori di origini italiane. Michel inizia a giocare a pallone seguendo le orme del padre, capitano della squadra del Jovincenne. Con il passar del tempo Michel affina la propria tecnica ed arriva a giocare in prima squadra presso il club di Joeuf. Nel 1972 Platini passa al Nancy debuttando come ala sinistra nella partita del Nancy contro il Nimes. A soli 18 anni viene scelto come regista al centro del campo e debutta sulla scena internazionale segnando il suo primo gol con la maglia della nazionale francese il 27 marzo al Parco dei Principi, contro la Cecoslovacchia. Il suo rapporto con le origini italiane s’intensifica allorquando decide di sposare alla fine del 1977 una studentessa di economia, anche lei figlia di genitori italiani. Nel 1981 ottiene per la prima volta il titolo di campione di Francia in occasione dell'ultima partita di campionato contro il Bordeaux; il risultato finale è di 2-0, Platini è l'autore delle due reti: un eroe per la città. Nel 1982 guida la Francia al quarto posto del Mondiale spagnolo, rivelandosi uomo partita nella tremenda semifinale persa contro la Germania Ovest a Siviglia. Lo stesso anno viene ingaggiato dalla Juventus, per 880 milioni di Lire, per due anni.. Platini e la Juventus quell’anno si consolano con la Coppa Italia ed il titolo di miglior giocatore d'Europa: Platini vince il suo primo "Pallone d'Oro". Dal 1985 al 1986, Michel Platini accumula successi dopo successi fino a quando non si ritira dalla Juventus, il 17 maggio 1987, dopo una partita contro il Brescia presso lo Stadio Comunale di Torino, e successivamente dalla Nazionale Francese. Crea la "Fondazione Michel Platini" di cui è Presidente, con l’obbiettivo di aiutare i tossicodipendenti. Nel1988, l'AS Nancy lo chiama per assumere la funzione di vicepresidente, e nel novembre dello stesso anno 1988 per la guida tecnica della nazionale francese. La mancata qualificazione agli europei del 1992 ed il susseguirsi di polemiche spingono l'eroe francese a lasciare l'incarico per diventare Presidente del comitato organizzatore dei mondiali di Francia 1998. All'inizio del 2007 è stato eletto presidente dell'UEFA. Oltre ai piedi d'oro Platini possiede ancora oggi una schiettezza - per alcuni, "faccia tosta" - unita ad una grande sportività, qualità che, insieme al suo grande amore per il calcio, gli hanno permesso di vivere una splendida carriera come dirigente e organizzatore.

R come Serge Reggiani. Serge Reggiani appartiene a quella generazione di italiani immigrati nella prima metà del XX secolo in Francia, e presto diventa il simbolo della vita anni cinquanta nel quartiere latino di Parigi. Attore comico e drammatico, fu scoperto Jean Cocteau che lo fece recitare negli “Enfenats Terribles”. Serge Reggiani nasce il 2 maggio 1922 a Reggio Emilia e muore il 22 luglio del 2004 all’età di 82 anni a Parigi. La famiglia di Reggiani è costretta a fuggire dall’Italia il 1° novembre del 1930, perché il padre era un rinomato antifascista. In un primo tempo si rifugiano in Normandia, a Yvetot. Nel 1931, la famiglia s’installa definitivamente a Parigi nella zona di Faubourg Saint-Denis , dove il padre trova lavoro come parrucchiere. Nel 1937, Serge Reggiani s’iscrive ad un nuovo conservatorio delle arti drammatiche ottenendo il primo premio, ma dopo aver ricoperto piccoli ruoli in teatro ed al cinema nel 1939 s’iscrive al Conservatorio nazionale d’arte drammatiche dal quale otterrà due premi in dramma e commedia. Reggiani recita negli “Enfants terribles" di Cocteau. Ottiene la nazionalità francese nel 1948 ed inizia ad interpretare ruoli per il cinema tra cui la celebre pellicola con Edith Piaf "Etoile sans lumière" di Marcel Blistene o “Casque d'Or" di Jacques Becker del 1952, al fianco dell’amica Simone Signoret. Inizio anni Sessanta Reggiani lascia Parigi per vivere a Mougins, vicino Cannes con la moglie ed i suoi tre figli. Nel 1963 a casa di Montand e Signoret conosce Jacques Canetti, un scopritore di talenti dell’universo della musica, che gli propone di confrontarsi con il canto. Reggiani interpreta canzoni di Boris Vian riportando un successo immediato nel 1965, ottiene con il suo primo album il premio del disque de l'Académie Charles Cros. Serge Reggiani esplode nella recitazione drammatica in “Les séquestrés d'Altona" di Jean-Paul Sartre interpretando un monologo che rimarrà nella storia teatrale francese. L’anno seguente la cantante esistenzialista Barbara propone a Serge Reggiani di partecipare alla sua tournée. Parallelamente alla sua carriera di attore Reggiani prosegue nella musica, i suoi testi vengono scritti da Albert Vidalie e Louis Bessières, e nel sua album del 1967 inserisce anche dei brani tratti dagli scritti di Boris Vian tra cui “Le Déserteur”. Il pubblico francese si appassiona di Serge Reggiani cantante ed alla vigilia del ’68, diventa una delle icone dei giovani studenti, tanto che anche Jacques Brel lo invita a cantare in un concerto a sostegno di Pierre Mendes France. Nel novembre del 1968, Serge riceve il Grand Prix de l'Académie du Disque e nell’aprile dell’anno successivo il premio Edison ad Amsterdam, conferito tra l’altro a Frank Sinatra e Barbra Streisand. Gli anni Settanta vedono Reggiani raggiungere l’apice del successo, in cui diventa l’interpretate per eccellenza della canzone francese, consacra degli album alle poesie di Jacques Prévert, Jean Cocteau e Charles Baudelaire e continua a recitare per registi di calibro tra cui nel 1975, con Claude Lelouch in "Le chat et la souris" e "Le bon et les méchants" con Jacques Dutronc. Il figlio Stefan si suicida nel mese di luglio del 1980, infliggendo al padre un grandissimo dolore dal quale stenta a riprendersene e rallenta la sua carriera di cantante, dedicandosi alla pittura, un rimedio per evitare che sprofondi nella depressione e nell’alcool. Il 25 mars 1985, è Chevalier de la Légion d'honneur. Dieci anni dopo pubblica un libro "Dernier courriers avant la nuit" in cui Reggiani scrive delle lettere alle persone che apprezza tra cui Jean-Paul Sartre, Romy Schneider, Edith Piaf e Lino Ventura. Solo nel 1997 tornerà nella sua città natale di Reggio Emilia, per partecipare ad un concerto durante la festa dell’Unità. Acclamato nel mondo francofono parte in tournée in Canada, in Belgio ed in Svizzera. “Artiste multiple, saltimbanque, Serge Reggiani laisse une œuvre où se côtoient douleur, tendresse et humour. Homme blessé, mais éternel battant, celui qui n'a jamais oublié sa patrie et sa langue d'origine a toujours soutenu certaines luttes politiques, en particulier la lutte contre le racisme et en faveur des droits de l'homme. Symbole du Saint Germain insouciant des années 1950-1960 et de l'engagement artistique exigeant, il restera comme l'une des figures majeures de la chanson française du XXe siècle."

U come Ungaro. Ungarò con l’accento finale sulla “o”. A smentire questo mal costume in realtà entrano di mezzo le origini del noto stilista dell’avenue Montaigne. Emanuel Ungaro è nato ad Aix-en-Provence nel 1933 da una famiglia pugliese immigrata in Francia. Il padre Cosimo era un sarto e fu lui ad avviare il figlio al mestiere del taglio e cucito, tanto che il giovane Ungaro nel 1955 decide di partire alla volta di Parigi per realizzare l’ambizione di diventare stilista. Dopo un periodo di gavetta in una piccola sartoria e l’esperienza per sei anni nell'atelier di Balenciaga, Ungaro lancia una attività propria ed apre il suo atelier in avenue Mac Mahon. In pochissimo tempo, grazie ad “un mix di barocco e sensualità” gli abiti di Ungaro conquistano le grandi attrici come Catherine Deneuve e Anouk Aimée. Nel 1967, l’atelier si trasferisce nella sede storica in avenue Montaigne e raggiunge l’apice della notorietà acquisendo clienti prestigiosi come Jackie Kennedy, Lee Radzwill, la duchessa di Windsor, Lauren Bacall e Ira Frustenberg. Si scopre che il rampollo della “haute couture” parigina, non perse mai le sue origini, sposa l'italiana Laura Bernabei, e prima delle sfilate, ama farsi preparare le polpette con il sugo, un piatto tipico pugliese. Il percorso creativo lo riporta sempre verso l’Italia e già nel 1971 firma un contratto di produzione con il Gruppo Finanziario Tessile (Gft) di Torino, un colosso italiano dell'abbigliamento e nel 1996 la Maison Ungaro entra a far parte del gruppo Ferragamo.Nal 2000, lancia assieme a Luxottica, una linea di occhiali per uomo e donna. L’anno 2002, il legame con la terra d’origine si materializza quando l'azienda pugliese Mafra acquisisce la licenza per produrre e commercializzare le linee bimbo di Ungaro a partire dalla primavera-estate 2003 e lo stesso anno fa un accordo con la società toscana Le Bonitas per il lancio delle due nuove collezioni Ungaro Sun e Ungaro Moon.

V come Lino Ventura. Angiolino Giuseppe Pasquale Ventura, nome d’arte Lino Ventura, è un attore italiano che nasce a Parma il 14 luglio 1919 in Borgo Piaggeria e muore a Saint-Cloud il 22 ottobre 1987. Dopo una prima infanzia passata “tra i banchi della Ghiaia”, il piccolo Angiolino si trasferisce con la famiglia nel 1927 in Francia e comincia una carriera sportiva di lottatore divenendo nel 1950 campione d'Europa di lotta grecoromana, con lo pseudonimo Angelo Borrini (dal cognome della madre). A seguito di una ferita abbandona il mondo della competizione, e coglie l'occasione di recitare nella parte di un gangster nel film Grisbì, "Touchez pas au grisbi", del 1953, con Jean Gabin. Presto Lino Ventura si rivela un ‘interprete di talento fino a ricoprire ruoli come attore protagonista e conquista il pubblico d’oltralpe. Caratterista del cinema francese, si specializza nei ruoli di duro dal cuore tenero ed incarna lo stereotipo del “macho” italico, che fino ad oggi rimane nella memoria collettiva del popolo francese. Fra i pochi film girati in patria, vanno citati "Cadaveri eccellenti" di Francesco Rosi e "Cento giorni a Palermo" di Giuseppe Ferrara. Anche se Ventura ha passato quasi tutta la sua vita in Francia non ha mai abbandonato la cittadinanza italiana. Viene ricordato come una persona semplice, umile, riservata e discreta, dedito al prossimo e alla propria famiglia e soprattutto a Linda, la sua figlia “diversa”, down, la quale stimolò Lino Ventura ad essere attivo per la tutela dei bambini portatori di handicap. L’immensa generosità lo ha portato a creare una Fondazione per il sostegno di questi bambini ed alle loro famiglie, che si occupa del loro futuro una volta divenuti adulti, porta il nome di Perce-Neige (Bucaneve), “dal fiore che riesce a vivere e a crescere nonostante il freddo che lo circonda”. La Fondazione Perce-Neige ha aperto decine di istituti sparsi in tutta la Francia. Alla morte di Lino, la moglie Odette ha creato l’Associazione “Lino Ventura – Aiutiamoli a vivere la loro sofferenza” che pone come principio fondamentale il rapporto con i bambini, personale, diretto, sentimentale e attento. Nell’anno 2003, dichiarato dal Consiglio dell’Unione Europea “Anno europeo delle persone con disabilità”, il comune di Parma in ricordo di Lino Ventura ha fondato il Centro Cinema Lino Ventura dedicato alla memoria dell’attore e in omaggio all’affetto che Lino mostrava per la sua città natale, “tornandovi non appena gli era possibile per ritrovare gli amici e gli ambienti che lo hanno visto crescere”.

Carlotta Degl'Innocenti - 05/08/07 - fondazioneitaliani.it

Prende tre ostaggi, ucciso da un carabiniere

Il militare ha sparato un colpo dopo essere stato ferito con una coltellata dal sequestratore Antonio Tropeano, 28 anni


S FERDINANDO (Reggio Calabria) - Un uomo con precedenti penali, Antonio Tropeano, di 28 anni è stato ucciso nella tarda serata di sabato a San Ferdinando, nel reggino, da un carabiniere. Tropeano, probabilmente sotto l'effetto di droga, si era asserragliato in un appartamento tenendo in ostaggio sotto la minaccia di un coltello due donne e un bambino. Alla presenza dei militari, giunti dopo essere stati informati di quanto stava accadendo, l'uomo avrebbe dato in escandescenze e con il coltello avrebbe colpito il carabiniere che ha sparato un colpo con la pistola d'ordinanza uccidendo l'aggressore. Il militare ferito è stato portato in ospedale per una una ferita da taglio alla coscia destra e contusioni al volto.


05 agosto 2007 - corriere.it

Lotta al Far West sulle strade

Lotta al Far West sulle strade durante le vacanze


Multe fino a 9000 per chi giuda senza la patente, maggiori limitazioni alla guida dei motocicli, punizioni più rigide per chi supera i limiti di velocità, utilizza cellulari o guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti.


Come promesso, il Governo ha approvato il decreto sulla sicurezza stradale: resterà valido 60 giorni, come prevede la legge, ma non sarà approvato dal Parlamento, che rivedrà il Codice della strada in maniera più approfondita. Insomma, è un provvedimento pensato proprio in funzione del periodo estivo, del grande traffico che nei prossimi due mesi affollerà strade e autostrade italiane.


Vediamo in dettaglio le principali novità che riguardano l’auto.


Guida senza patente
Chi guida senza avere conseguito la patente, con patente revocata o non rinnovata per mancanza dei requisiti previsti sarà punito con una multa da 2257 a 9032 euro; in caso di recidività nel biennio successivo, è previsto l’arresto sino a un anno.


Eccesso di velocità
Sono state rimodulate le fasce di eccesso della velocità oltre il limite consentito, con sanzioni più pesanti soltanto per le eccedenze superiori a 40 km/h e a 60 km/h rispetto al limite. Chi supera di 40km/h (ma di non oltre 60) i limiti è soggetto al pagamento di una multa da 370 a 1458 euro e alla sospensione della patente da 3 a 6 mesi; in caso di recidività entro due anni, la sospensione della patente va da 8 a 18 mesi. Se si superano i limiti di oltre 60 km/h, la multa da pagare parte da 500 e arriva a 2000 euro e la sospensione della patente va da 6 a 12 mesi; se nei due anni seguenti viene accertata la stessa violazione, si procederà alla revoca della patente. È previsto che le postazioni di controllo della velocità siano ben visibili e segnalate con cartelli o dispositivi di segnalazione luminosi.


Uso di cellulari alla guida
Divieto di usare qualsiasi apparecchio (su tutti i cellulari) che distragga dalla guida o possa impegnare anche una sola mano. Le multe vanno da 148 a 594 euro. Si può arrivare alla sospensione della patente di guida da 1 a 3 mesi se la violazione viene ripetuta nel corso di un biennio.


Guida in stato di ebbrezza e uso di stupefacenti
Sono previsti tre “gradi di intensità” della violazione, cui corrispondono tre differenti livelli di sanzione: tasso alcolemico tra eccedente 0,5 (il limite di legge) e 0,8 grammi per litro (g/l), multa da 500 a 2000 euro, arresto sino a 1 mese e sospensione della patente da 3 a 6 mesi; tasso tra 0,8 e 1,5 g/l, multa da 800 a 3200 euro, arresto sino a 3 mesi e sospensione della patente da 6 a 12 mesi; tasso superiore a 1,5 g/l, multa da 1500 a 6000 euro, arresto sino a 6 mesi e sospensione della patente da 12 a 24 mesi. Tutte le pene sono raddoppiate se il conducente provoca un incidente. Chiunque guida in stato di alterazione psicofisica dopo avere assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito con multa da 1000 a 4000 euro e l’arresto sino a tre mesi.


Informazione sui rischi dell’alcol
Viene introdotto l’obbligo per i titolari e i gestori di locali di esporre tabelle che indichino i sintomi correlati a diversi gradi di concentrazione di alcol nel sangue, nonché le quantità delle bevande alcoliche più comuni che fanno superare i limiti previsti per la guida in stato di ebbrezza.


05/08/07 - ilsecoloxix.it

Omissione di soccorso, altri guai per Mele

Omissione di soccorso, altri guai per Mele
È indagato anche per omissione di soccorso Cosimo Mele, il deputato ex Udc coinvolto nell’indagine della procura di Roma, scaturita dal malore avuto da una prostituta durante un incontro a luci rosse con l’esponente politico in un hotel della capitale. L’estensione delle ipotesi di reato a carico di Mele - che era stato già iscritto per cessione di sostanze stupefacenti - scaturisce, secondo quanto si è appreso, dal resoconto delle due donne che si trovavano con il deputato al momento dei fatti e da quello di altri testimoni sentiti sulla vicenda.

Secondo questi racconti, Mele non si sarebbe affatto adoperato per soccorrere la donna che si era sentita male in seguito a un cocktail di alcol e droga. Tra i testimoni sentiti c’è anche il personale dell’hotel Flora e dell’ospedale San Giacomo, dove la donna era stata trasportata.

Mele nega di non aver prestato soccorso alla donna ma sostiene di aver chiamato per primo il portiere dell’albergo per chiedere aiuto. La versione di Mele sarà messa nero su bianco in Procura il mese prossimo. Ma, intanto, l’8 agosto prossimo i consulenti nominati dal tribunale eseguiranno accertamenti su una card della stanza d’albergo dell’Hotel Flora - si tratta, in particolare, del cartoncino portachiavi elettronico - e su una scheda di ricarica telefonica del parlamentare per verificare se siano presenti tracce di stupefacenti. Il procuratore aggiunto Italo Ormanni conferirà l’incarico ai periti nella mattinata di mercoledì. Quasi certamente saranno dati loro 60 giorni di tempo per la presentazione di un rapporto.

Nel frattempo, i difensori del deputato, da qualche giorno iscritto al Gruppo misto della Camera, si affideranno a un loro consulente di parte. L’avvocato Mario Guagliani che assiste Mele, insieme con i legali Titta Madìa e Livia Lo Turco, spiega: «La cosa che mi meraviglia è la fretta. La nozione di irripetibilità delle analisi non coincide sempre con quella di urgenza. Prima di esprimere un parere sulla vicenda attendo di conoscere appieno gli atti. Ritengo che ci sarà tempo e modo per fornire spiegazioni e far concludere per il meglio questa vicenda


05/08/07 - ilgiornale.it

Maranello: controlli su strade

Maranello: controlli su strade, 260 sanzioni ad agosto


Comprensorio - Nel corso di questi primi giorni di agosto la Polizia Municipale di Maranello ha effettuato numerosi controlli nelle strade più esposte al rischio di incidenti, sanzionando 260 conducenti. Ancora una volta, sulla via Estense e la Giardini, molti mezzi procedevano a forte velocità: 156 sanzioni, di cui 15 hanno riguardato le moto e 23 gli autocarri.


In 12 casi si è proceduto alla sanzione del ritiro e della sospensione della patente di guida.
I controlli sono stati estesi anche all’autotrasporto:
15 i conducenti di autocarro trovati non in regola, mentre 9 sanzioni sono state irrogate a conducenti di ciclomotori che non rispettavano le norme sul trasporto dei passeggeri o non indossavano il casco.
In questo caso i ciclomotori sono stati sottoposti al fermo per 60 giorni. Le altre sanzioni hanno riguardato le cinture di sicurezza, la guida con utilizzo del cellulare e la mancata verifica dell’efficienza dei veicoli.

Nella notte tra venerdì e sabato sono stati nuovamente intensificati i controlli diretti a prevenire gli incidenti stradali. Questa volta vigili e carabinieri hanno presidiato dalle prime ore della sera la Nuova Estense e Via Vignola, controllando 97 veicoli e privilegiando l’aspetto informativo e preventivo.
Anche in quest’occasione ai conducenti più giovani sono stati forniti degli alcol test monouso, con l’invito a verificare il proprio tasso alcolemico nel corso della serata prima ancora di mettersi alla guida.
I controlli effettuati nella notte, a differenza di quanto accaduto la settimana precedente, sono risultati confortanti: nessuna delle persone controllate è risultata in stato di ebbrezza.


05/08/07 - bologna2000.com

Iran. Party “satanico”, 200 arresti

Alcool, droga e vestiti “osceni”


Oltraggio alla sharia, adesso i giovani rischiano di essere frustrati

Tehran, 5 ago. - Più di 200 giovani arrestati, tutti benestanti, sottolineano le fonti di polizia. Sono stati trovati ad una festa illegale nella città di Karaj (nei pressi di Tehran), dove si suonava musica “satanica” e le ragazze indossavano abiti “osceni”. Erano riusciti ad incontrarsi grazie al tam-tam su internet; per sfuggire alla morsa del regime avevano rivelato il luogo del concerto solo all’ultimo momento. Ma le precauzioni non sono bastate. I servizi di intelligence li hanno scoperti ed adesso rischiano di farsi qualche giorno di carcere o, in alternativa, essere frustati.

Durante il party sono stati infranti tutti i buoni costumi tradizionali iraniani. Uomini mischiati a donne ad una festa, consumo di alcool e droga, musica rock. I media iraniani riferivano ieri che le forze di sicurezza hanno sequestrato almeno 150 bottiglie di alcolici, 800 cd “immorali” e diversi tipi di droga, fra cui marijuana e hashish. Non solo. Sarebbero state requisite anche 20 videocamere che gli organizzatori dell’evento, secondo la polizia, volevano usare per filmare le ragazze con addosso vestiti “inappropriati”, regalategli dagli stessi promotori, per poi ricattarle. Insomma, “vera trasgressione” per le autorità di Tehran.

I gruppi rock in Iran possono esibirsi solo previa licenza del ministro della cultura, ma questo non ha impedito che alcune formazioni underground siano divenute, grazie alla rete, estremamente popolari fra i giovani. Fra queste era presente al rave anche una band, i Vahid DJ, la cui cantante è una ragazza, fatto inammissibile per la legge islamica, secondo la quale una donna può cantare solo in coro.

Da quando gli ultra-conservatori del presidente Ahamadinejad sono saliti al potere nel 2005, la Repubblica Islamica ha avviato una campagna “moralizzatrice” intesa a ristabilire un’osservanza stretta dei precetti della sharia, la legge islamica. In questo periodo migliaia di donne sono state richiamate dalla polizia perchè indossavano abiti non-islamici: la sharia prevede infatti che restino coperte da capo a piedi, “per proteggere la loro modestia”. Ma ultimamente anche alcuni uomini sono stati accusati di vestire abiti “satanici” o “troppo all’occidentale”.

Andrea Rossi - 05/08/07 - voceditalia.it

Doping senza confini

Doping senza confini: maxi sequestro di farmaci ai Mondiali di attività subacquee


Il doping non ha confini. L’ultima inquietante novità viene dai Campionati del mondo di sport subacquei in corso a Bari. Ieri infatti c’è stato un maxi sequestro di farmaci sospetti nell’aeroporto del capoluogo pugliese. Il materiale, in parte da ritenere dopante, è costituito da medicinali, siringhe, fiale ed è stato rinvenuto nei bagagli di alcuni sportivi stranieri arrivati per i Mondiali.


17 atleti, ucraini, ungheresi, coreani e un danese, sono stati denunciati per tentata assunzione e importazione di farmaci dopanti e sono adesso indagati dal procuratore di Bari Marcello Quercia. Il materiale è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza all'aeroporto durante controlli a campione compiuti sul bagaglio degli atleti in arrivo. Le sostanze sequestrate, una cinquantina, non erano corredate da prescrizione medica.


Tenta di difendersi Achille Ferrero, presidente della CMAS (Confederazione mondiale delle attività subacquee con sede a Roma): “Abbiamo raddoppiato i controlli e, almeno fino a questo momento, nessun atleta è risultato positivo all’antidoping. Molte delle sostanze sequestrate sono integratori”, ha precisato Ferrero.


I CMAS World Championships sono in corso a Bari e Polignano a Mare dal 28 luglio al 5 agosto. Ogni anno, in tutto il mondo, hanno luogo i campionati mondiali delle singole attività subacquee (apnea, nuoto pinnato, orienteering, hockey subacqueo, rugby subacqueo, fotografia subacquea) e per la prima volta, quest’anno, le discipline sono state riunite in unico grande evento di portata internazionale.


Il sequestro di ieri ha un precedente nella manifestazione: martedì 24 luglio un atleta lituano in procinto di partecipare al Mondiale di Bari, era stato fermato all’aeroporto di Palese con una valigia piena di medicinali proibiti (sostanze dopanti e integratori ergogeni per migliorare chimicamente le funzioni fisiologiche e biomeccaniche).


Nella valigia del giovane straniero, aperta e controllata dagli agenti della Guardia di Finanza, fra le tute e i vestiti c’erano barattoli e scatole pieni prodotti vietati: un chilo e mezzo di pillole e preparati. L’atleta è stato denunciato alla Procura della Repubblica per la violazione delle norme europee che disciplinano il commercio di medicinali per uso umano. L’atleta lituano, 21 anni, non aveva alcuna autorizzazione per l’importazione di pillole e pasticche. Rischia una condanna fino ad un anno o una multa salata.


04 agosto 2007 - Fonte news: http://www.spysport.org - ecomatrix.it

La madre di tutte le dive

Nella cinematografia mondiale il seno prorompente per antonomasia è senza ombra di dubbio quello di Sofia Loren. In fondo la sua notorietà internazionale parte da quella spavalda passeggiata da pizzaiola nell’Oro di Napoli, con la camicetta che a stento tratteneva il suo giovane corpo esplosivo ed esuberante: doie cape e criature in libera uscita. E da allora è stata lei l’icona della meridionalità più schietta, anche se a tette nude apparve solo come odalisca nel film Due notti con Cleopatra di Vittorio Metz e Marcello Marchesi, quando si presentava ancora come Sophia Lazzaro e per di più nella versione destinata al pubblico straniero, per cui francesi e tedeschi potettero godere della visione celestiale di quelle invalicabili montagne solcate da una valle ubertosa, mentre gli italiani dovevano accontentarsi di vederla vestita e la differenza non è di poco conto.

Da cinquanta anni il seno della Loren, più immaginato che realmente scrutato, ha popolato i sogni di generazioni di aficionados, disposti ad incredibili pazzie. Chi di noi non rinuncerebbe a qualsiasi cosa pur di trasformarsi per un mese nel reggiseno di Sofia?
La rara immagine che abbiamo mostrato non compare in alcuna biografia dell’attrice ed invano navighereste tra le diecine di migliaia di siti dedicati a lei sul web per trovare questo o altri scatti proibiti. Di recente la società che gestisce Playboy ha annunciato di essere in possesso di una inedita foto della diva, non si sa quando scattata, mentre nuota nuda in piscina e conta quanto prima di metterla all’asta, con la certezza di raggiungere una cifra record.

Agli antipodi del seno debordante ed opulento di cui abbiamo tessuto le lodi, negli ultimi anni è comparso all’orizzonte, sia nel cinema e nella moda che nella vita di ogni giorno, il seno grissino, interpretato da una modella magrissima simbolo di una sessualità cattiva, schiava delle diete ed in preda alla più esaltante anoressia. Una donna sottile e scattante come una pantera dai lunghi artigli dorati e dai seni minuscoli in grado, come si predicava in passato, di essere accolti in una coppa da champagne. Per raggiungere questi nefasti obbiettivi bisogna sottoporsi ad una di quelle diete feroci che gli americani chiamano fasting, fatte di tisane e succhi di pompelmo, con inevitabile corollario di digiuni e depressioni.

Anche senza arrivare agli eccessi della mastoplastica riduttiva praticata con dissennata assiduità da schiere sempre più numerose di adolescenti ed attempate signore, desiderose di ridurre fino a superare i limiti della decenza le proprie misure. Il prototipo di questa femminilità diafana e microscopica è stato interpretato da Kate Moss, top model inglese, a lungo testimonial di Calvin Klein, uno sguardo algido rivolto altrove senza traccia di emozioni e con il petto ridotto ai minimi termini, come ben si evince nella foto dove trasparenti fili di collana sono sufficienti a coprire l’esile seno.

E sulla stessa falsariga depotenziata di Kate è sintonizzato il seno sfuggente di Erica Creer, che troneggia sulle pagine del calendario Pirelli, antesignano di una moda per guardoni eccellenti che è cresciuta a dismisura nel tempo, fino a giungere ad un numero incalcolabile di calendari pubblicati ogni anno. Per tutti i gusti e per tutte le tasche, costituiscono un termometro attendibile dei gusti anatomici di un pubblico internazionale, il quale tende ad apprezzare in egual misura forme opulente o striminzite, purché in armonia con il corpo, che deve essere sempre agile e scattante.

4/8/2007 - di Achille della Ragione - napoli.com

Allarme Afta epizootica

Afta epizootica: in Italia controlli su animali dalla Gran Bretagna


ROMA - L'allarme afta epizootica oltrepassa la manica e arriva anche in Italia. Mentre la Gran Bretagna blocca le esportazioni delle specie sensibili - bovini, ovini, suini e altri ruminanti - il ministero della Salute italiano fa sapere di aver gia' informato dell'accaduto Regioni, istituti zooprofilattici, uffici di frontiera e associazioni di categoria. Lo si legge in una nota del dicastero guidato da Livia Turco. "Nel contempo - prosegue la nota - e' stato emanato un provvedimento che dispone il rintraccio attraverso gli uffici periferici del ministero della Salute di eventuali partite di animali vivi delle specie sensibili e dei loro prodotti introdotti nel territorio nazionale dall'Inghilterra, durante il periodo a rischio di 30 giorni". Ricordiamo che l'afta epizootica e' una malattia infettiva che colpisce solo specie animali, non l'uomo. (Agr)

05/08/07 - ilsecoloxix.it

Basta guerre nel mondo!