Ricerca Caritas: ragazzi del Navile allo sbando

Giovani. Bologna, ricerca Caritas: ragazzi del Navile allo sbando


(DIRE) Bologna, 25 set. - Allarme giovani al quartiere Navile di Bologna. Raggiunge alti livelli il disagio esistenziale contraddistinto da alcol e droga, intere giornate passate al bar, basso livello di scolarizzazione superiore. E' la dura realtà che emerge da una ricerca della Caritas nazionale condotta, insieme all'Università Cattolica di Milano, su 10 quartieri di altrettante grandi città italiane. Il risultato è stato presentato oggi nella sede della Curia bolognese, alla presenza, tra gli altri, del cardinale Carlo Caffarra e del sindaco Sergio Cofferati. E così, mentre a Napoli si studia il tristemente noto Scampia, o a Palermo lo Zen e a Bari il S.Paolo, sotto le Due Torri ci si concentra sul quartiere operaio per eccellenza, dove, si legge nella ricerca, "ancora oggi è evidente uno spiccato senso di appartenenza e radicamento territoriale".

Il rischio, però, è che proprio questa integrazione esploda in una "frammentazione sociale futura". E a preoccupare più del resto è "il mondo giovanile", che arriva spesso a "situazioni di conflitto soprattutto con gli anziani nella definizione degli spazi urbani". Della partita sono anche i numerosi immigrati (cinesi, marocchini e rom), verso i quali, si legge nella ricerca, "è difficile trovare atteggiamenti di esplicita chiusura. Tuttavia sono visti come presenze problematiche che rendono sconosciuto il territorio". Ecco insomma i due ingredienti principali che stanno generando al Navile la "perdita di quell'omogeneità sociale e culturale che è stata per tanti anni il suo punto di forza". La Caritas diocesana di Bologna è chiamata dunque a intervenire. E la Curia ha deciso di affidare il delicato compito all'Associazione giovani per l'oratorio (Agio). "Cinque per cinque" è l'iniziativa che Agio metterà in campo al Navile a partire da ottobre, all'inizio per la durata di un anno. Un progetto, spiega il responsabile dell'associazione, Mauro Bignami, che "parte dalle parrocchie" e che è composto da cinque azioni legate fra loro.

Il primo è un intervento di tipo culturale, per valorizzare i cinema parrocchiali della zona. Poi verrà messo in campo un sistema di attività di animazione, in modo da creare doposcuola, oratori e servizi per le famiglie. E' previsto anche un "ludobus", con cui incontrare bambini e ragazzi nei punti più difficili del Navile. La terza azione è un percorso formativo a favore dei volontari del quartiere, mentre la quarta vede la creazione di un centro di ascolto interparrocchiale, una vera e propria "rete solidale" perché le "persone non si sentano sole". Infine, viene l'azione sulla genitorialità. Verrà utilizzato "un metodo americano molto diffuso - spiega Bignami - che riconduce la dipendenza dei giovani ai difficili rapporti con i genitori tra i 9 e gli 13 anni". Saranno quindi organizzati cicli di 14 incontri con i genitori e i loro figli in quella fascia d'età, soprattutto come "prevenzione della dipendenza". Il progetto per il Navile incassa l'apprezzamento di Cofferati.

"Guardo con molto interesse a ciò che farà Agio - afferma - per tutto ciò che può essere integrato, confermo che il Comune è a disposizione". Secondo Caffarra, i risultati della ricerca "confermano che l'emergenza educativa è la prima. La qualità del rapporto sociale, che è decisiva per la buona vita umana, è andata deteriorandosi, dalla crisi del matrimonio alla convivenza civile. E la radice ultima - sostiene il cardinale - di questo declino sta nel fatto che si è spezzata la narrazione della vita tra le generazioni". Una delle soluzioni, indicate anche nella ricerca, è infatti la trasmissione del patrimonio di saperi" tra gli anziani e le nuove generazioni.

(San/Dire) - 25/09/07 - diregiovani.it

Niente alcol agli under 16: "ricordate la legge"

Ferrara. Niente alcol agli under 16: "ricordate la legge"


(DIRE) Ferrara, 25 set. - Il logo ha la forma di un tappo di bottiglia e il disegno di un divieto, con un messaggio rivolto ai più giovani: "Se hai meno di 16 anni non chiedere bevande alcoliche". È il cartello di "Zeroalcol Menosedici", la campagna di comunicazione diffusa su tutta la provincia di Ferrara per limitare l'uso degli alcolici tra i più giovani. Lo scopo è di far rispettare la disposizione di legge che vieta la somministrazione di alcol ai minori di 16 anni, troppo spesso trascurata, ma anche quello di far passare un messaggio corale perché partecipato da enti pubblici e privati di tutto il territorio.

L'uso di alcol tra gli adolescenti "è un problema sociale", afferma il direttore di Promeco Alberto Tinarelli, illustrando l'iniziativa presa insieme a tutti i Comuni della provincia, Usl, operatori di strada, forze dell'ordine, Sert, Provincia, Ascom, Confesercenti, Silb, Confartigianato e Cna. Spetterà ai sindaci inviare una lettera a tutti i gestori di locali pubblici, chiedendo loro di rispettare le disposizioni di legge e di affiggere il cartello di "Zeroalcol Menosedici", mentre le lettere raggiungeranno anche le famiglie con figli tra gli 11 e i 16 anni e l'attività nelle scuole riguarderà i ragazzi tra i 13 e i 15 anni. "Troppo spesso - dice il dirigente per la Sicurezza del Comune di Ferrara Ivano Guidetti - ci si dimentica che i divieti hanno un senso, e ci sono abitudini che soppiantano le normative repressive incluse nel codice".

Si tratta allora non tanto di reprimere, ma di "ragionare su come sostenere la posizione dei gestori di fronte a una questione che sta prendendo corpo - dice Tinarelli -: A Ferrara si beve troppo". Lo dimostra, ad esempio, la ricerca "Fiftheen" svolta da Promeco negli istituti superiori: tra i ragazzi intervistati, il 74% ha bevuto birra, il 60,6% superalcolici. E il 32,8% si è ubriacato almeno una volta.

(Efe/Dire) - 25/09/07 - diregiovani.it

Choc da Toscani sull'anoressia

Ancora choc da Oliviero Toscani sull'anoressia


ROMA - Lui stesso la definisce "una sorta di urlo di Munch" contro l'anoressia, lanciato nel giorno in cui a Milano si apre la Settimana della moda. Con la ragazza nuda e scheletrica, il volto scavato come una sopravvissuta ai lager e lo sguardo perso, che campeggia su cartelloni tre metri per sei nelle grandi città, ancora una volta Oliviero Toscani non ha cercato un facile consenso, ma ha puntato allo shock. Approva in pieno il ministro della Salute Livia Turco, plaudono stilisti come Giorgio Armani e Dolce & Gabbana. Ma c'é anche chi lancia un altolà sull'uso degli ammalati a scopo di lucro o esprime perplessità sull'efficacia dell'immagine.


Lei, la protagonista della nuova campagna 'No anorexia' Nolita per il fashion brand Flash&Partner di Tombolo (Padova), si chiama Isabelle Caro, è francese, ha 27 anni appena compiuti, è alta 165 cm e il suo peso oscilla da anni tra i 25 e i 40 chili. "Soffro di anoressia da quando avevo 13 anni, conseguenza di un'infanzia difficile", dice sul suo blog Isabelle. "Voglio guarire perché amo la vita e la ricchezza dell'universo: spero che la mia foto shock faccia capire ai giovani i pericoli di questa malattia". Toscani - che denuncia il no del Corriere della Sera alla foto - racconta di aver scelto Isabelle con un normalissimo casting fotografico e di aver "costruito" l'immagine per far riflettere su un problema che, con la bulimia, riguarda oltre 2 milioni di persone, "in parte giovanissime, messe alle strette da una serie di condizionamenti che le fanno diventare vittime". Non sarà una campagna a puntate, come quella del 2005-2006 con la coppia gay che si sbaciucchiava, si toccava e arrivava a concepire un figlio: "E' una puntata sola ed è drammatica. Per ora basta quella a far riflettere".


Se Luisa Bertoncello, ad di Flash&Partner, ammette di essere "rimasta scioccata per la crudezza della verità" della foto, il ministro Livia Turco apprezza contenuti e modalità di realizzazione della pubblicità, "in grado di aprire efficacemente un canale comunicativo originale e privilegiato idoneo a favorire un'assunzione di responsabilità verso il dramma dell'anoressia". Plaude anche Armani, che vorrebbe conoscere la modella "per capire i motivi che l'hanno portata all'anoressia". "Finalmente qualcuno dice la verità sull'anoressia, cioé che non è un problema della moda ma un problema psichiatrico", commentano Dolce & Gabbana. Anche Roberto Cavalli pensa che sia "troppo facile" prendersela con la moda e che la malattia sia piuttosto espressione del "disagio dei giovani di oggi". Di campagna senza senso parla invece Fabiola De Clercq, presidente dell'Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia e autrice di molti testi sull'argomento, convinta che "sia esagerato mostrare in modo così crudo quel corpo". Anche l'esperta in comunicazione Annamaria Testa si chiede "quanto la campagna possa aiutare le ragazze con problemi di anoressia e le loro famiglie". Più dura Tiziana Maiolo, che bolla l'immagine come "pornografia". Totalmente contrario Riccardo Dalle Grave, presidente dell'Associazione italiana disturbi dell'alimentazione e del peso: "Di questa malattia si muore. Se si vuole fare prevenzione sarebbe meglio aiutare le ragazze ad accettare varie taglie, anche quelle più comode". E stasera, per la finale di Miss Italia, si tornerà in via eccezionale a prendere le misure alle ragazze: obiettivo, spiega Patrizia Mirigliani, lanciare la 42 come modello europeo di taglia ideale.


25/09/07 - ansa.it

Sacerdote tenta di violentare una donna

Sacerdote tenta di violentare una donna: arrestato


Il prelato è entrato in casa dalla sua vittima che è riuscita a sfuggire al suo aggressore e chiedere l'intervento dei carabinieri. I militari hanno trovato il parroco nascosto in un ripostiglio dell'abitazione della donna


PAVIA, 25 SETTEMBRE 2007 - I carabinieri lo hanno trovato rinchiuso nel ripostiglio dell'abitazione della donna che aveva appena tentato di stuprare. Così per lui, un sacerdote pavese e' scattato l'arrestato da parte dei militari con l'accusa di violenza sessuale.


L'arresto e' avvenuto nella notte tra domenica e lunedi' a Certosa (Pavia). E' finito in carcere il parroco, Don Michele Mosa, 44 anni. E' accusato da una donna. E' stata lei a chiedere l'intervento dei carabinieri telefonando al 112. Secondo quanto riferito dalla donna ai carabinieri, Don Mosa avrebbe tentato di aggredirla e i militari avrebbero trovato il prete in un ripostiglio al piano terra dell'abitazione della vittima. Li' si sarebbe rifugiato dopo la reazione della donna che si era messa a urlare per chiedere aiuto.

Il parroco, che insegna religione al liceo classico di Pavia, e' stato portato al carcere di Torre del Gallo.


25/09/07 - qn.quotidiano.netl

SOS Alzheimer

Ufficio Stampa e Comunicazione Interna
Coord.ce Resp.le dr.ssa Manuela Astrologo





COMUNICATO STAMPA


S.O.S ALZHEIMER - NUOVE FORME DI TERAPIA ED ASSISTENZA:
“EFFETTO MOZART”

26 Settembre 2007 – ore 09.30
Istituto Italiano si Medicina Sociale – Via P.S. Mancini, 28





[Roma, 26 settembre 2007] Si conclude il 26 settembre la kermesse delle iniziative organizzate dalla Onlus SOS Alzheimer tese ad aumentare la consapevolezza della malattia e sensibilizzare le Istituzioni per programmare una politica sanitaria che tenga conto delle reali dimensioni del problema.
In tutto il mondo il Morbo di Alzheimer (AD), malattia cronica degenerativa, rappresenta una delle principali emergenze socio-sanitarie del nostro tempo e colpisce circa 18 milioni di persone. Il numero, però, è destinato ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione (ultra65enne) e si stima che nel 2040 ci saranno più di 80 milioni di persone dalla demenza.
Alla presenza del Ministro della Salute, On.le Livia Turco e di quello per le Politiche per la Famiglia, On.le Rosy Bindi, nonché di numerose altre personalità, verranno illustrate le ultime novità sul trattamento e nuovi strumenti di valutazione dell’Alzheimer, tra questi: l’Effetto Mozart. Secondo il Prof. Vincenzo Marigliano, capo del Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento dell’UmbertoI, Policlinico di Roma, l’ascolto di Mozart aiuta a rallentare i sintomi nei malati di Alzheimer: “mentre la terapia farmacologia è utile a rallentare la progressione della malattia e la riabilitazione a conservare il più elevato livello di autonomia, la musicoterapia si propone di utilizzare la musica come mezzo non verbale di comunicazione ed espressione e consente al paziente l’uso di potenzialità cognitive, emotive e fisiche. Presso il Centro Diurno dell’Umberto I, in Via Guattani, il “protocollo Mozart” viene applicato ai malati affetti da AD nello stadio iniziale, con i quali la terapia farmacologia i sia dimostrata efficace e a coloro con i quali la terapia non sortisce più alcun effetto.








Manuela Astrologo 335.8765279
Maria Grazia Panasci 3357223732
Roberta Manfredini 3346054721
Massimiliano Talucci 3346054720

Aumenta l'uso di cocktail con energy drink

Aumenta fra giovani italiani l'uso di cocktail con energy drink


Roma, 24 set. - (Adnkronos/Ign) - In aumento fra i giovani italiani, in particolare universitari, l'uso di bevande alcoliche 'mixate' con energy drink. Non più 'solo' rhum, vodka o gin, dunque, ma superalcolici uniti con bibite a base di taurina o caffeina, altamente stimolanti per il sistema nervoso. A rilevarlo è un'indagine condotta dall'università di Messina finalizzata a comprendere meglio le abitudini 'moderne' di consumo di alcol fra i ragazzi.

Gioacchino Calapai e Michele Navarra, docenti di farmacologia e tossicologia presso l'ateneo siciliano - riporta la rivista 'Alcoholism: Clinical & Experimental Research' - hanno intervistato 500 giovani studenti di Medicina, facendo domande su quali fossero i loro gusti quando si concedono un alcolico. Ben il 57% dei ragazzi ha confermato di consumare spesso energy drink e la metà di essi ha ammesso di 'mixarli' altrettanto frequentemente con vodka o gin: il 36% ha consumato questa 'combinazione' più di tre volte l'anno.

In totale, si stima che il 27% degli studenti abbia questa abitudine 'di sballo', definita dagli esperti molto pericolosa: "una volta, in Italia, l'alcol si consumava solamente in occasioni di convivialità - spiega Calapai - dunque pranzi e cene in famiglia. Oggi il problema si è ingigantito: continua a lievitare il numero di incidenti correlati proprio all'abuso di alcol. I prodotti 'energetici' che i giovani amano tanto aggiungere ai loro cocktail hanno l'effetto di 'mascherare' la sonnolenza che consegue al consumo eccessivo di vino, birra o superalcolici. Ma i danni che essi provocano non vengono certo cancellati, anzi, il malessere si avverte di meno e si continua a bere".


25/09/07 - adnkronos.com

Notte bianca tra vino e controlli

Al direttore - gentile direttore,

in questi ultimi tempi si parla molto di sicurezza stradale, prevenzione, etc...

Credevo onestamente che le forse dell'ordine fossero sulle strade per prevenire e non per reprimere con cattiveria alcuni "reati" se cosi si possono chiamare.

Sono di Savigliano e in occasione della notte bianca di Alba mi sono spostato sull'asse bra-alba e alba-bra.

Ho partecipato alla notte bianca , e qui i miei complimenti agli organizzatori.
Gente in festa, musica, tanto sano divertimento , mangiare e bere. BERE?? sì mio caro direttore, c'era la possibilità di comprare , in alcuni angoli della città , bicchieri di vino stracolmi a 1 euro, bottiglie di birra a 2 euro, etc... Questo lo ritengo logico anzi un plauso a chi non si è approfittato della bolgia per rincarare i prezzi.... però scusatemi.. vengono venduti centinaia di bicchieri di vini, bottiglie, degustazioni in ogni angolo e poi.... appena si mette il naso fuori alba 4 pattuglie , e dico 4 pattuglie, dei piu svariati corpi a vigilare e a contrastare il fenomeno dell'alcolismo.

Io ho percorso la classica strada del ponte per poi andare verso Bra sulla statale e ho incrociato 4 pattuglie che fermavano le macchine senza un criterio logico , 3/4 auto insieme... repressione? NO questa è pura voglia di fare delle grandi multe che andranno in tasca ai comuni e a non so chi... ho poi saputo da amici che hanno fattoaltre strade che , anche quelle, sempre in uscita da alba erano super controllate ed era facilissimo essere controllati.

Ora dico: son d'accordo nel reprimere lo stato di ebrezza, la velocita... ci mancherebbe. Sono anche d'accordo con l'arresto per chi esagera... però allora mettetevi d'accordo. Se fate una notte bianca e vengono distribuiti lecitamente migliaia di litri tra vino, birra e altri alcoolici come possiamo pretendere che uscendo dalla città siano tutti sani e vigili?
Credo sia una riflessione importante e credo che ci voglia il giusto bilanciamento da entrambe le parti no?

Saluti e grazie per lo spazio che potrà darmi


25/09/07 - grandain.com

Guidavano ubriachi: otto denunciati

Sei persone denunciate a piede libero all'autorità giudiziaria e altrettante patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza in seguito a una serie di controlli effettuati dai Carabinieri di Occimiano impegnati nei servizi per la prevenzione degli incidenti stradali dovuti all'abuso di alcol e sostanze psicotrope. A finire nei guai A.I., 25enne barista di Frassineto: fermato alle 8,30 del mattino è risultato avere un tasso alcolico nel sangue quasi doppio di quello consentito dalla legge. Nel corso di altri controlli notturni sono stati denunciati anche un operaio di 26 anni, D.C., di Conzano; F.S., 23 anni, commerciante di Vercelli; un camionista di Mirabello, R.M., 35 anni, e un commerciante di Villanova, P.G., 32 anni, tutti con un tasso alcolemico di poco superiore al limite. Non così è stato per M.P., 41 anni, di Bassignana, dipendente dell'Asl di Casale, che è risultato avere una quantità di alcol nel sangue tre volte superiore al consentito. Anche due giovani casalesi sono stati denunciati dalla Polizia per guida in stato di ebbrezza. A.L., 29 anni, e C.F., 21 anni, entrambi residenti in città, sono stati fermati da una volante del Commissariato. Sottoposti a controlli sono risultati avere un tasso alcolico tre volte superiore al consentito.


25/09/07 - ilmonferrato.it

L'azzardo patologico nasce in famiglia

LA PROPENSIONE ALL’AZZARDO PATOLOGICO “NASCE” IN FAMIGLIA


Le famiglie con giocatori patologici presentano in genere anche casi di alcolismo, tossicodipendenze, disturbi di personalità antisociale.

E’ quanto emerge da uno studio della University of Iowa, finanziato dall’americano National Center for Responsible Gaming e pubblicato sull’ultimo numero di Psychiatry Research.

“C’è qualcosa in questa tipologia di famiglie, trasmesso di generazione in generazione, che aumenta la propensione dei suoi membri verso comportamenti impulsivi e autodistruttivi quali assunzione di sostanze, gioco d’azzardo, comportamento antisociale e spesso queste patologie si manifestano combinate nello stesso individuo” commenta Donald W. Black, professore di psichiatria alla UI, studioso della dipendenza da gioco da un decennio e curatore della ricerca.

Lo studio ha rivelato che l’età media intorno alla quale si manifesta la patologia da gioco è in generale 36 anni, con una significativa differenza per generi: i maschi sono più precoci (34 anni); ma le femmine, pur manifestando la patologia intorno ai 39 anni, hanno dopo questa età un più rapido peggioramento del disturbo.

Secondo Black i problemi legati all’azzardo sono fortemente aumentati negli ultimi 20 anni a causa della diffusione e della maggiore facilità di accesso al gioco: “quando le persone predisposte si trovano regolarmente esposte alle opportunità di gioco (casinò, bingo, lotterie, slot machines, ‘touch play’, internet, ecc.), hanno maggiori probabilità di sviluppare tale patologia”.

Black conclude con una sorta di monito, destinato forse più agli addetti ai lavori... "When you increase the opportunities, you increase the problem of gambling".


Marco Mozzoni - addiction.blogosfere.it

Tyson ammette colpevolezza: ora rischia il carcere

Ancora guai per Mike Tyson. L`ex campione del mondo dei pesi massimi ha ammesso il possesso di droga e la guida sotto l`effetto di stupefacenti e ora rischia una pesante condanna, che potrebbe arrivare a quasi quattro anni di prigione. Davanti ad una corte dell`Arizona Tyson ha confessato il misfatto accaduto il 29 dicembre 2006, quando fu arrestato a Scottsdale mentre guidava in evidente stato confusionale, poco dopo essere uscito da una discoteca. Tyson aveva rischiato di speronare la vettura dello sceriffo e aveva addosso alcuni cocaina.


25/09/07 - it.eurosport.yahoo.com

L'ecstasy attacca i neuroni

Portogallo. Studio: ecstasy attacca centraline energetiche dei neuroni


Un gruppo di scienziati portoghesi ha scoperto in che modo l'ecstasy, una delle droghe piu' usate dai giovani, riesce a distruggere le cellule del cervello attaccando le centraline energetiche dei neuroni.
Lo studio condotto su animali e pubblicato sull'ultimo numero della rivista Journal of Neuroscience, e' stato condotto da Felix Dias Carvalho, tossicologo dell'universita' di Porto.
Il meccanismo molecolare con il quale si esplica l'azione dell'ecstasy nel cervello sarebbe il seguente: la consumazione dell'MDMA (principio attivo dell'ecstasy) avrebbe l'effetto di accelerare il processo di invecchiamento dei neuroni che potrebbe portate anche a malattie neurogenerative come l'Alzheimer.
L'anello che sembrava mancate di questo meccanismo molecolare e' ora piu' chiaro: il derivato dell'anfetamina agisce direttamente sui mitocondri contenuti nei neuroni ( gli organelli che costituiscono il motore che fornisce l'energia alle cellule); in particolare l'MDMA danneggia i mitocondri attraverso l'azione deleteria verso una sostanza chiamata monoamina ossidasi B. Il risultato e' il malfunzionamento delle centraline energetiche della cellula nervosa fino ad un loro arresto.
La ricerca, secondo gli studiosi, potrebbe aprire la strada verso la messa a punto di sostanze protettive nei confronti dei neuroni danneggiati.


25/09/07 - droghe.aduc.it

Le mele marce impazzano

Aumenta a dismisura il numero dei vescovi beccati mentre si comportavano in modo poco consono al loro ruolo e costretti alle dimissioni.

Il sesso si sta facendo strada a tutti i livelli persino nelle strutture clericali che sembravano destinate a esserne indenni. Respinto finora al grido "Vade retro, Satana", oggi ha vinto la sua millenaria battaglia, conseguendo l'ambizioso obiettivo di distruggere la dignità dei prelati che occupano gli scranni più alti nella scala gerarchica. Da un timeline del sito dei "Sopravvissuti agli abusi del clero", che riporta notizie riprese dai network di tutto il mondo, apprendiamo che il frutto proibito è così gustoso che neppure i vescovi riescono più a resistere al suo richiamo.
Costoro sceglievano le persone da violentare tra donne sole, preti sottomessi, orfani, genitori vhe vivevano nella miseria più nera e parrocchiane bisognose di affetto. Hanno abusato dei preti che dipendevano da loro, ad esempio, Patrick Ziemann, Rembert Weakland, Bernard Law e Julius Paetz. Il primo è stato accusato da un prete che aveva rubato i fondi della parrocchia di averlo sodomizzato per punirlo di quanto aveva fatto, ma il vescovo ha obiettato che col tempo la relazione era diventata consensuale, come se questo costituisse una esimente. Il secondo ha messo a tacere con 450.000 dollari un suo dipendente che aveva violentato attirandolo in una trappola. Gli altri due si sono limitati a molestare un discreto numero di preti che appartevano alla loro parrocchia.
Hanno ingravidato le loro parrocchiane, tradendo la loro fiducia, Eugene Marino, Robert Sanchez, James Mc Carthy, HansJoerg Vogel, Robert Wright. Sono stati condannati per pedofilia Keith Symmons, Antony O' Connell, Kendrick Williams, Hubert O' Connor, Hans Herman Groer e Edgardo Storni, per aver perseguitato per anni ragazzi e ragazze, studenti e seminaristi di tutte le età e appartenenti a tutte le parrocchie dei dintorni. Sono stati accusati di aver nascosto gli abusi dei loro preti Thomas O' Brien, Alfonso Penney, John Aloysius Ward e Brendon Komiskey.
Casi particolari sono quelli di Eamon Casey e Franziscus Eisenback. Il primo ha confessato di aver comprato il silenzio della madre di un bambino di cui si era incapricciato e il secondo ha approfittato di una donna che fingeva di esorcizzare.
La stranezza dei comportamenti e gli eccessi a cui si sono lasciati andare prelati tenuti nella più alta considerazione per la loro specchiata condotta fa pensare ai crolli morali improvvisi e spaventosi che preannunciano la fine di una civiltà.

25/09/07 - trotzky - antiglob@yahoo.it - resistenzalaica.it

'Prima volta', poche precauzioni

'Prima volta' senza precauzioni per un'italiana su tre


(Adnkronos Salute) - Italiane impreparate al primo appuntamento col sesso. Una su tre confessa infatti di non aver usato alcun metodo contraccettivo la prima volta che ha fatto l'amore. E' quanto emerso dall'indagine 'Scegli tu', condotta quest'estate dalla Società italiana di Ginecologia ed Ostetricia (Sigo) e presentata oggi a Berlino, in occasione della Prima Giornata mondiale della contraccezione, in programma mercoledì. ''Si tratta di una situazione difficile - confessa Emilio Arisi, direttore dell'Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento e consigliere nazionale della Sigo - anche perché dall'indagine effettuata sulle spiagge italiane abbiamo coinvolto ben 1100 ragazze''. La 'prima volta', inoltre, si conferma attorno ai 16 anni di età, ma ci sono dei casi - prosegue Arisi - ''in cui le ragazze hanno la loro prima esperienza sessuale anche a 11-12 anni. E' verso questa fascia d'età che dobbiamo fare di più, e promuovere campagne di informazione''.

Tra gli obiettivi di 'Scegli tu' non c'è solo la diffusione di una contraccezione sicura, ''ma anche la volontà di ridurre la possibilità di aborti volontari in Italia''. Secondo il consigliere nazionale della Sigo, però, gli italiani devono cominciare ad avere un altro approccio nei confronti della contraccezione. ''Solo il 16-17% delle persone in età fertile utilizza la pillola contraccettiva a differenza di altri Paesi europei, come Belgio, Olanda e Germania, dove la media sale anche a 40-50%. Eppure - conclude amaramente l'esperto - si tratta di Paesi in cui i tassi di natalità sono superiori al nostro''.

Insomma, le italiane 'amano' il rischio sotto le lenzuola e sfidano la possibilità di una gravidanza inattesa senza ricorrere a misure preventive di contraccezione. Solo il 50% - informa Arisi - delle nostre connazionali in età fertile usa infatti metodi sicuri di contraccezione durante i propri rapporti sessuali.

''La cosa più preoccupante - ammette Arisi - è che le donne italiane riescono ad informarsi su questi argomenti solo in modo autonomo''. Il 46% delle ragazze intervistate ha infatti ammesso di essere autodidatta in questo campo, e di reperire le informazioni essenziali solo tramite internet, tv, radio e giornali. Altre, invece, preferiscono parlarne con il proprio partner (19%), con gli amici (35%) o in famiglia (41%). Da questa graduatoria manca il medico, interpellato dalle donne solamente il 9% delle volte. Una informazione così poco specialistica preoccupa Arisi, anche perché dal sondaggio emerge come il 90% delle donne ormai sia favorevole ad avere rapporti sessuali anche prima del matrimonio.

Da evidenziare, inoltre, che ''aborto, educazione sessuale e metodi contraccettivi non sono argomenti medici, ma investono anche la sfera sociale, familiare e lavorativa di ognuno di noi''. Parola di Aldo Morrone, direttore dell'Istituto nazionale per la promozione della Salute delle popolazioni migranti e consulente del Dipartimento per i diritti e le pari opportunità della Presidenza del Consiglio del Ministri, secondo il quale ''le oltre 600mila donne morte ogni anno nel mondo durante il parto, dimostrano che il problema non è solo medico, ma sociale''. ''Il problema maggiore - prosegue Morrone - è che il 99% di queste morti avviene nei Paesi in via di sviluppo a causa delle condizioni sanitarie drammatiche. Ma problemi simili riguardano anche le donne immigrate che vivono in Italia''.

Lo slogan scelto per la prima Giornata mondiale della contraccezione è 'Vivi la tua vita, prima che tu ne faccia cominciare un'altra'. La giornata di sensibilizzazione è stata organizzata per far aumentare la consapevolezza delle donne nei confronti delle gravidanze indesiderate, e per far capire che il problema è assolutamente globale. Ogni anno, infatti, in tutto il mondo ci sono circa 210 milioni di gravidanze di cui il 38% non pianificate. E, di queste, il 22% si conclude con un aborto.

Testimonial dell'iniziativa è l'attrice Mischa Barton, protagonista della fortunata serie tv O.C. ''Ho aderito a quest'iniziativa perché si tratta di un problema globale che coinvolge tutti. Penso che la vita è bella, e deve essere vissuta così fino a quando ogni ragazza si assume le proprie responsabilità'', ha commentato l'attrice, poco più che 20enne, mostrando lo slogan 'Live your life, before you start another'.


25/09/07 - adnkronos.com

Basta guerre nel mondo!