Il principe Harry sniffa vodka

Il principe Harry beccato mentra sniffa vodka


Un video esclusivo del tabloid inglese News of the world mostra il secondogenito di Diana e Carlo d'Inghilterra mentre sniffa vodka. Secondo gli esperti è un gioco potenzialmente letale


Londra, 7 ottobre 2007 - Il principe Harry protagonista di un nuovo scandalo: un video in possesso del tabloid «News of the world» mostra il secondogenito di Diana e Carlo d'Inghilterra mentre sniffa vodka. Le immagini, riprese mentre Harry si trovava in vacanza in Namibia nel novembre dello scorso anno, mostrano il principe bere un primo 'shot' di vodka, sputarlo nel tappo della bottiglia e poi inalarlo. Tempo qualche secondo e si vede Harry chiudere gli occhi e scuotere la testa, mentre l'alcol, entrato in circolazione, fa il suo effetto.


Il «gioco» di cui il secongenito dell'erede al trono è stato protagonista viene definito potenzialmente letale dagli esperti. «Ci sono tutti i tipi di additivi che possono causare una reazione allergica, provocando danni ai polmoni, alle mucose del naso e alla trachea», ha detto al «News of the world» il professor Ian Gilmore, presidente del «Royal College of Psysicians», mentre Daivd Nott, direttore del centro di riabilitazione Manord Clinic, ha avvertito che «chiunque agisca in questo modo continuativamente soffrirà danni gravi, che potrebbero essere letali».


Interpellata sull'ultima bravata del principe, una fonte del Palazzo reale ha parlato di atteggiamento irresponsabile: «Harry è un ragazzo e vuole divertirsi, ma questo genere di giochi è di cattivo esempio. Come terzo nella linea di successione al trono ha delle responsabilità, tutti sanno che a Harry piace bere, ma questo avrebbe potuto avere conseguenze gravi per lui».


07/10/07 - qn.quotidiano.net

La cannabis anticipa le psicosi

Spagna. Studio: la cannabis anticipa il manifestarsi delle psicosi


L'uso della cannabis, droga illegale che viene consumata in Spagna dall'11,2% della popolazione, anticipa l'eta' dell'apparizione delle psicosi -persino di dodici anni nei casi di forte dipendenza. Lo rileva uno studio che sara' pubblicato prossimamente su Journal of Clinical Psychiatry.
La ricerca e' stata fatta da un'equipe di psichiatria dell' ospedale Santiago de Vitoria, diretta da Ana Gonzales Pinto, su 131 pazienti ricoverati tra il 1997 e il 1999 per un primo episodio di psicosi, una malattia che colpisce il 2% della popolazione e che si manifesta con delirii e allucinazioni. La comunita' scientifica aveva gia' stabilito un nesso tra l'uso di cannabis e le psicosi, ribadito anche in un rapporto sulla cannabis del ministero della Sanita' del febbraio 2006, in cui si affermava che il suo consumo "puo' triplicare il rischio d'apparizione di psicosi soprattutto nei soggetti vulnerabili". Quest'ultimo studio conferma che l'uso della cannabis, in particolare l'abuso e la dipendenza, hanno un effetto significativo sul momento dell'attacco psicotico, anticipando l'insorgenza della malattia in media di 7, 8,5 e 12 anni nel caso rispettivamente d'uso, abuso e dipendenza, rispetto a persone psicotiche non consumatrici. Il documento, presentato da Ana Gonzales Pinto al Congresso Nazionale di Psichiatria appena concluso a Santiago de Compostela, raccoglie i dati di 131 persone dall'eta' media di 28 anni (tra 15 e 65 anni), le quali presentavano un quadro di psicosi spontanea al momento del ricovero, escludendo quindi pazienti con ritardo mentale, disordine cerebrale o consumatori di droga come prima diagnosi. Dei 131 pazienti studiati, 87 erano uomini e 44 donne; sul totale, 67 erano consumatori di cannabis (53 uomini e 14 donne). "C'e' stato un dibattito importante sulle riviste specializzate relativamente al fatto se la cannabis riducesse o no l'eta' d'inizio della psicosi. In alcuni casi si e' concluso che poiche' i giovani ne consumano di piu', si riscontrano associazioni dovute alla casualita'", spiega la dottoressa Gonzales Pinto. Dal punto di vista scientifico "abbiamo utilizzato una metodologia che porta a una conclusione piu' forte rispetto a quanto e' stato scritto o dibattuto finora", afferma. "Abbiamo studiato un campione molto ampio di quadri di psicosi, e il risultato e' che a fronte di un maggiore abuso corrisponde un maggior rischio di sviluppare prima la malattia, cio' che segna una differenza molto importante con le indagini precedenti". L'effetto di diminuzione degli anni d'inizio si ottiene anche, secondo la psichiatra, analizzando il gruppo di persone piu' giovani, cio' che rafforza l'ipotesi secondo cui i risultati non variano sulla gente di minore eta'. Infine, esaminando i consumatori di cannabis dediti anche ad altre sostanze stimolanti o all'alcol, risulta che "e' solo la cannabis la responsabile dell'accelerazione dell'eta' d'inizio delle psicosi".Altri studi recenti non hanno invece riscontrato alcun nesso di casualita' fra il consumo di cannabis ed il manifestarsi di psicosi, suggerendo invece che i soggetti particolarmente vulnerabili potrebbero essere maggiormente proni all'abuso di sostanze come alcol e cannabis.


07/10/07 - droghe.aduc.it

Prepariamoci al vino cinese

di Federico Rampini

La cultura del vino conquista l’Asia. Ha cominciato il Giappone esigendo da Air France ogni anno un Boeing 747-cargo stipato solo di bottiglie di Beaujolais Nouveau, esattamente nello stesso giorno in cui il vino novello fa la sua apparizione nei bistrot parigini. Ora dietro il Giappone spuntano mercati ancora più grandi.


In Cina sono ormai lontani i tempi in cui l’unico vino era l’alcol di riso, dolciastro e servito caldo. I consumatori cinesi più ricchi – già oggi molte decine di milioni – snobbano anche il vino locale a buon mercato ma di qualità modesta, come la marca “Grande Muraglia”.


L’élite cinese ha decretato che saper scegliere e gustare il vino è uno status symbol, il segnale di appartenenza a una classe raffinata e cosmopolita.
Nei ristoranti di lusso delle metropoli cinesi si trovano ormai sommelier e carte dei vini di tutto rispetto. A Shanghai gli hotel a cinque stelle organizzano giornate di degustazione dei vini attirando anche un pubblico giovanile. A Pechino la Maison de France ha le sue bancarelle che espongono in permanenza su una delle vie più commerciali del centro dove i vini transalpini vengono offerti in assaggio.


L’India non è da meno: il consumo del vino cresce del 33% all’anno e nessuno più si sogna di berlo con ghiaccio e soda come se fosse whisky (una gaffe frequente ancora pochi anni fa).
Ma per conquistare questi mercati giganteschi non sarà facile. Insieme alla consueta leadership dei francesi, cresce una concorrenza locale che ci darà del filo da torcere. Dietro le case vinicole asiatiche – solo in India ne sono spuntate trenta – spesso ci sono capitali e know how occidentali.
In Cina il gruppo Moet & Chandon investe massicciamente nell’acquisto di terreni per trovare i luoghi ottimali di produzione. I francesi e anche qualche intraprendente italiano puntano a ripetere il “miracolo californiano”: ancora vent’anni fa pochi credevano che la West Coast americana avrebbe raggiunto l’eccellenza; tra vent’anni forse sarà la “Grande Muraglia” a sorprenderci.


07/10/07 - kataweb.it

Rimini - In agosto sequestrati 40 chili di droga

RIMINI – Cinquemila punti: non è il risultato di una partita a flipper ma il numero di punti decurtati dalla patente degli automobilisti nel solo mese di agosto a Rimini 204 le patenti ritirate (soprattutto per alcol e stupefacenti) E’ bilancio dell’attività estiva delle forze dell’ordine. Dalla lotta al traffico di droga altri risultati imponenti: nel mese di agosto sono stati sequestrati ben 25 chili di cocaina, altri 14 kg di eroina e mezzo chilo di hashish.

La squadra mobile della questura di Rimini ha operato 62 arresti (27 per furto e truffa, 16 per droga, 17 per reati legati all'immigrazione clandestina, 2 per prostituzione); cinque i fermi di polizia giudiziaria, 44 le denunce. Ventitre gli esercizi pubblici controllati per un totale di 700 stranieri identificati e 86 espulsioni. 700 gli stranieri controllati, con 86 espulsioni.


07/10/07 - romagnaoggi.it

Un aiuto per i celiaci

Nuovo test per stanare anche la più piccola quantità di glutine


In ausilio al crescente numero di pazienti celiaci giunge un nuovo metodo per l’identificazione del glutine non solo nei cibi freschi ma anche nei medicinali e in prodotti insospettabili, quali francobolli e colla delle buste. Questa nuova tecnica basata sulla spettroscopia di fluorescenza di correlazione (Fcs) è stata messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biochimica delle proteine del Cnr di Napoli.
Gli esiti ottenuti dalla nuova tecnica presentano una sensibilità di rilevazione di 0.006 parti per milione (ppm) di gliadine, principali proteine responsabili del problema, contro le 32 ppm dei metodi attualmente in commercio.
Lo studio è stato effettuato in laboratorio su un gruppo di topi cresciuti per svariate generazioni con una dieta priva di glutine. Sabato D’Auria spiega- “Esposti per la prima volta al glutine, i topi hanno prodotto immunoglobuline (IgG), con maggiori specificita’ per le gliadine rispetto a quelle prodotte da topi alimentati con una dieta normale”. In seguito, “un campione di cibo e’ stato sciolto in un cocktail di enzimi, miscelata con una soluzione concentrata di gliadine marcate con una molecola fluorescente. Abbiamo poi aggiunto alla mistura le IgG isolate dal ceppo di topi selezionato”. Così, attraverso la tecnica spettroscopica i ricercatori rintracciano i livelli di fluorescenza e nel caso in cui si riscontrasse la presenza di glutine nel cibo, le gliadine non marcate competerebbero con quelle fluorescenti e si legherebbero agli anticorpi.
Conclude D’auria, che “è possibile, così, misurare la presenza di gliadine fluorescenti libere in soluzione; misura, questa, direttamente proporzionale alla quantità di glutine presente nel campione di cibo analizzato”.

di Giovanna Votano - 07/10/07 - blogscienze.com

Anoressia: avvisaglie fin da bimbi

ROMA - L'alimentazione selettiva cioe' lo scarso appetito e la preferenza di pochi alimenti potrebbe essere un segnale di futuri disturbi alimentari. Uno studio del prof. Michele Campanelli (Cidap) su 3.380 ragazze anoressiche fra 13 e 17 anni, mostra che il 69% aveva subito nell'infanzia un trauma che le aveva portate all'alimentazione selettiva: il cibo diventava strumento di ricatto e contrattazione con la madre che,se diventava ansiosa,aumentava il rischio per la figlia di sviluppare anoressia.


07/10/07 - studiocelentano.it

Welfare, continuano le polemiche

Welfare, continuano le polemiche nel centro-sinistra


Il protocollo sarà votato dai lavoratori nel referendum dell'8 ottobre


Roma – Prima della pausa estiva il Governo ha siglato l’accordo con le parti sociali su Welfare, tutele nel mercato del lavoro e crescita. A conclusione del confronto il Ministro del Lavoro Cesare Damiano si è detto soddisfatto, ma a distanza di pochi mesi e in previsione del collegato alla Finanziaria da approvare nel consiglio dei ministri del 12 ottobre si accendono le polemiche nel centro-sinistra per le modifiche al protocollo sul Welfare. Il testo dell’accordo sarà votato dai lavoratori in un referendum a voto segreto che si terrà l’8 ottobre nelle fabbriche.

I punti dell’accordo – L’accordo prevede una serie di interventi che comporteranno un importante impiego di risorse per migliorare il sistema pensionistico, le tutele contro la disoccupazione, la condizione dei giovani e il governo del mercato del lavoro e le sue regole, garantendo e rafforzando la stabilità finanziaria del sistema.Per quanto concerne il completamento della riforma previdenziale l’accordo prevede, tra i vari provvedimenti, il miglioramento delle pensioni basse già a partire dal 2008, con un’erogazione di anticipo nel 2007, la definizione di un nuovo sistema di età pensionabile, sostituendo lo ‘scalone’ (innalzamento a 60 anni dell’età pensionabile dal 2008) con un percorso graduale, e il riordino e razionalizzazione degli Enti previdenziali entro la fine dell’anno.
In materia di ammortizzatori sociali, invece, il progetto di riforma si svilupperà con l’obiettivo dell’unificazione dei trattamenti di disoccupazione e mobilità e l’universalizzazione degli strumenti per l’integrazione al reddito, con la progressiva estensione e unificazione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria.Tra gli obiettivi dell’accordo anche quello di migliorare la qualità dell’occupazione attraverso degli interventi che regolino il mercato del lavoro, sempre più moderno e flessibile, al fine di contrastare la precarietà.
L’intervento in tema di competitività consisterà invece nell’incentivazione della contrattazione di secondo livello al fine di sostenere la competitività delle aziende e migliorare la contribuzione di risultato dei lavoratori, in primis migliorando il trattamento in favore delle aziende che contrattino i premi di risultato concedendo loro sgravi fiscali, e detassando le quote stesse tramite uno stanziamento in Finanziaria di 150milioni di euro.
Infine, il protocollo prevede delle misure ad hoc per giovani, donne e anziani.

Polemiche ‘sinistre’ – Per il leader di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, “se non ci sono modifiche significative sul terreno della previdenza come sulla lotta alla precarietà non ci sono le condizioni per votare il testo del protocollo sul Welfare e questo vale sia in Consiglio dei ministri che in Parlamento”. D’accordo anche il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero: “Noi continuiamo a chiedere che ci siano le modifiche prima del Consiglio dei ministri. Certo, se non si cambia niente, non ci sono le condizioni per votarlo”.
Molto duro invece il leader della Cisl Raffaele Bonanni, che parla di “un ricatto in atto da parte di ministri che contestano lo stesso governo di cui fanno parte”. Secondo Bonanni, sul protocollo per il Welfare “il governo deve mantenere la parola data e deve rispettare l’accordo fatto a luglio”.
Piccola apertura da Cgil e Uil, disponibili a modifiche al protocollo sul Welfare ma solo se condivise con le parti sociali che hanno siglato il documento con il governo. Sulla stessa linea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta: “L’intesa è stata sottoscritta da più parti e si potrebbe modificare solo con il consenso di tutte quelle parti; non sono ipotizzabili interventi unilaterali, a maggior ragione una volta che i lavoratori si saranno espressi, come sono convinto, in modo favorevole”.Il governo, che al Consiglio dei ministri del 12 ottobre recepirà il protocollo in un collegato alla Finanziaria, non esclude modifiche al testo, per esempio sui contratti a termine, ma la Confindustria si oppone a qualunque modifica. Luca Cordero di Montezemolo è netto: “Non ci sono margini per cambiare il protocollo”.Intanto Romano Prodi è fiducioso: “Tutte le volte sembra che debba andare male e invece va bene. Credo che anche questa volta si metterà bene”, assicura.

Il referendum in fabbrica – Intanto il testo dell’accordo sarà mandato al banco di prova definitivo nelle fabbriche l’8 ottobre. Il risultato della consultazione servirà al Governo e alle parti sociali per prendere una decisione definitiva sul da farsi, scendendo a compromessi o puntando i piedi su alcuni punti. Una furbata alla ‘Ponzio Pilato’, per alcuni, quella di rimettere al volere dei lavoratori la decisione, da parte di una classe politica che sembra lavarsene le mani. I risultati definitivi del referendum si avrannno il 12 ottobre.


C'è un file allegato all'articolo (accordowelfare24luglio2007.pdf) - 07/10/07 - Alessio Liverziani - previewonline.info

Pioggia Killer nel napoletano

NAPOLI. Il maltempo e le sue pesanti piogge che si sono scatenate ieri sera a Napoli hanno fatto purtroppo registrare una vittima. Infatti un uomo di 65 anni è morto annegato mentre percorreva un sottopasso all'uscita dell'autostrada Napoli-Salerno, all'altezza di Torre Annunziata Sud.


All’improvviso la sua auto si è ritrovata immersa nell’acqua per poi sprofondare. La moglie invece è riuscita a salvarsi salendo sul tetto della macchina. L'uscita autostradale di Torre Annunziata Sud è stata chiusa al traffico; in alcuni punti del sottopasso l'acqua ha raggiunto i due metri di altezza. L’operazione di salvataggio dei vigili del fuoco è stata più difficile del previsto a causa delle innumerevoli difficoltà presenti lungo il tragitto. Ed intanto anche il fiume Sarno è straripato nel Salernitano, diversi fabbricati sono stati allagati e molte auto sono state sommerse dall'acqua.


di Andrea Barbato del 7/10/2007 - pupia.tv

Bere smodatamente sta diventando una moda

Bere smodatamente sta diventando una moda sempre più diffusa nei paesi del Mediterraneo


Uno studio condotto in alcune parti della Spagna sulle abitudini degli adulti riguardo al bere ha riscontrato che il bere smodato è in aumento e suggerisce all'UE di intervenire su tale questione politica.


Benché l'abitudine di bere smodatamente venga tradizionalmente associata ai paesi dell'Europa settentrionale, lo studio, pubblicato nel numero di ottobre della rivista «Alcoholism: Clinical & Experimental Research», afferma che nella regione spagnola di Madrid il consumo incontrollato di bevande alcoliche è in aumento tra i giovani adulti, soprattutto se istruiti e di sesso maschile.


La relazione ha inoltre rilevato che chi beve smodatamente tende a consumare alcol sotto forma di superalcolici piuttosto che di birra o vino, il che indica una chiara tendenza ad abbandonare la tradizione mediterranea di bere un paio di bicchieri al giorno per accompagnare i pasti.


«Benché tradizionalmente i paesi dell'Europa meridionale evidenziassero un consumo pro capite superiore, derivante principalmente dal consumo quotidiano di vino ai pasti, tale tendenza sta cambiando», ha affermato Joan Villalbí, medico presso l'Università autonoma di Madrid.


«Ad esempio, in Spagna il consumo quotidiano in occasione dei pasti sta diminuendo e la birra è l'alcolico più diffuso. L'abitudine di bere, soprattutto tra i giovani nelle serate del fine settimana, è diventata un problema sanitario e sociale, un fenomeno che si rispecchia in altri paesi dell'Europa meridionale», ha aggiunto.


I ricercatori basano le proprie conclusioni sui dati raccolti tra il 2000 e il 2005 mediante interviste telefoniche a 12 037 persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni nella regione di Madrid definendo il bere smodato come l'assunzione in un'unica occasione di otto o più unità di alcol per gli uomini e sei o più per le donne.


I risultati hanno evidenziato che il 30,8 percento degli uomini e il 18,2 percento delle donne tra i 18 e i 24 anni bevono smodatamente.


«Benché bere fino ad ubriacarsi non sia socialmente ammissibile in Spagna, bere smodatamente sta diventando accettabile soprattutto tra i giovani», ha concluso Joan Villalbí.


«Bere smodatamente sembra essere una moda importata, in quanto si prediligono i superalcolici quali gin, whisky, vodka, ecc., che non sono culturalmente radicati in Spagna», ha dichiarato José Lorenzo Valencia-Martín dell'Università autonoma di Madrid, uno degli autori dello studio. «Riteniamo che i superalcolici siano particolarmente diffusi tra chi beve smodatamente per gli effetti psicoattivi provocati dall'alcol in un arco di tempo relativamente breve.»


«I giovani prediligono superalcolici e liquori mescolati a cola o altre bibite analcoliche», ha aggiunto Villalbí. «L'industria dei liquori ha promosso molto attivamente i propri prodotti tra i giovani, in particolar modo le bibite frizzanti a contenuto alcolico, e ha aggirato il divieto attuale di pubblicizzare in televisione bevande con più del 23 percento di alcol. Il loro marketing è destinato esplicitamente ai gruppi più giovani, e stabilisce un nesso tra bere, divertirsi e avere successo a livello sociale e sessuale. Vi sono dati che dimostrano una crescita drammatica delle spese in pubblicità di alcolici e il loro impatto in Spagna negli ultimi anni.»


Entrambi i ricercatori ritengono che bere smodatamente faccia parte di un quadro in evoluzione del consumo di alcolici nei paesi europei, un'altra conseguenza di quella che il dottor Valencia-Martín definisce la globalizzazione del bere.


«Ovviamente si tratta di una conseguenza molto rischiosa, in quanto il consumo eccessivo di alcolici è associato a incidenti stradali, comportamenti rischiosi alla guida e lesioni causate da condotta violenta», ha affermato. «Nei paesi mediterranei dobbiamo sensibilizzare la società nei confronti di questo problema, per indurre le famiglie e il governo a collaborare per tenere sotto controllo tale fenomeno tra i giovani.»


Il dottor Villalbí è d'accordo. «Se il bere sta diventando un problema sociale e di salute, con effetti negativi importanti che riguardano anche chi non beve, tale questione non può essere lasciata in mano ai singoli individui o alle iniziative dell'industria», ha spiegato. «Anche i governi devono essere coinvolti e intervenire. Tali risultati creano le condizioni per un maggiore interesse delle politiche comunitarie in questo campo».


cordis.europa.eu - 07/10/07 - newsfood.com

Istruttore di guida al volante ubriaco

(ANSA) - TORINO, 6 OTT - Una denuncia e patente sequestrata per un anziano e provetto istruttore di guida a Torino: l'uomo e' stato bloccato a Gurgliasco. Secondo il rapporto dei carabinieri era "in evidente stato di ebbrezza". La prova col palloncino ha rivelato che il tasso alcolemico era pari a 2,2, quattro volte superiore la limite fissato per legge.


06.10.07 - ansa.it

Sesso-dipendenti/2

Può esistere un ponte solido tra Amore e Libertà? Ce lo chiediamo scorrendo i tanti interventi, a volte polemici ma mai gratuiti, sulla presunta sesso-dipendenza.


La scorsa settimana avevamo lanciato un'esca accattivante sulla famigerata sesso-dipendenza. Non credo ci sia argomento che divida di più i gay, al punto che potremmo parlare di due partiti: chi accetta il sesso come fondamento della propria omosessualità e ne considera la ricerca come parte integrante del proprio percorso di vita, e chi ritiene che sia il vero impedimento ad una nostra reale integrazione. Tra accuse di ipocrisia reciproche, il nodo della questione è irrisolto e a poco vale la proposta moderata di 'democratizzare' la sessualità lasciando ad ogni coppia il diritto di regolamentarsi.


Tra i tanti interviene il dottor Fabio Slesio, che lamenta il morboso interesse mediatico per altre dipendenze (cibo, alcol, gioco), fino alla campagna shock di Toscani sull'anoressia, ma sostiene che della sesso-dipendenza (specie gay) in Italia si possa parlare soltanto "a volto coperto", mentre "negli Usa, in GB, e nei paesi scandinavi sin dagli anni Novanta, sociologi e scrittori si sono occupati della questione: cos'è in realtà la dipendenza dal sesso? Quando un uomo non è più un bastardo e può essere definito drogato di sesso? Semplice. Quando il sesso permea e costringe tutti gli aspetti della vita quotidiana, quando (analizzando non la persona dipendente, ma l'oggetto della dipendenza) il sesso è diventato assimilabile ad un prodotto, sul quale sono riposte aspettative come: qualità della performance, durata, appagamento, utilità. Il soggetto dipendente subisce un processo di paralisi, nel quale cristallizza tutta una serie di aspettative nel sesso, alterandone il suo contenuto emotivo, come un bulimico che si rimpinza da mattina a sera e per cui il cibo non è più un piacere tra tanti, ma diventa il piacere assoluto: una sorta di centro emotivo. Ma l'uomo è fatto per avere una pluralità di questi centri…"


Nel forum invece la polemica ruota attorno al concetto di 'ambiente gay', quasi si trattasse di una sirena ammaliatrice portatrice di sventure: "Nella vita bisogna scegliere: o le storie serie o le scopate... non si può perseguire una via di mezzo. E' ora di ribaltare questo 'mondo gay/bsx' di merda, è ora di cambiare le cose... e i tempi giusti sono arrivati". "Sia le inibizioni che il libertinaggio sono distorsioni che ingabbiano. Ma nel mondo gay il secondo imprigiona di più. Il mondo gay è visto come il mondo del sesso senza regole". "A 22 anni desideravo solo avere un ragazzo come compagno. Adesso farei sesso tutti i giorni e sempre con una persona diversa. Mi sento come drogato e nn provo interesse per altro". "Sono convinto che il mio fidanzato mi ami molto ma nello stesso tempo non riesce a non cercare sesso facile. Non so come posso aiutarlo a smettere visto che lui crede che io non sappia nulla...e questa chat certo di problemi non me ne ha creati pochi, visto che è proprio qui che cerca le sue 'prede'...".


E ancora: "C'è un grosso egoismo di fondo, una incapacità ad assumersi impegni verso chi si dice di 'amare'. Un gay è come un etero, solo più ipocrita, perchè lamenta il bisogno d'amore, di stabilità, ma non sa gestirli, perchè la vanità è più forte della sostanza. In fondo le vostre chat, le vostre esaltazioni di vacanze nei paradisi sessuali, le vostre mutande in vendita, i vostri scopi commerciali velati di falsi propositi di solidarietà sociale, contribuiscono a tutto questo. A quando un servizio che esalti i piaceri della stabilità di una unione, piuttosto che uno stupido resoconto dei calchi del cazzo di qualche idiota? E adesso tacciatemi di sessuofobia. Semmai mi pubblicherete".


Nonostante l'asprezza dei toni e lo scetticismo, democraticamente abbiamo riportato anche questa opinione. Dall'altra parte, potremmo dire, ci sono gli amorali, insofferenti alle censure, ai luoghi comuni e - anche qui - all'ipocrisia: "A dispetto di quel che si vede in giro, rimaniamo comunque maschi in preda all'ormone. E' normale che ci sia più facilità di fare sesso e che la tendenza alla fedeltà sia piuttosto scarsa. Basta accettarlo". "A me piace il sesso senza amore, ho sempre rispetto per i miei partner ma sentire ogni volta l'odore di un maschio diverso mi eccita. Un giorno sarò vecchio e solo? Si ma non sarò vecchio e solo... in coppia...". "Gira e rigira, ogni volta che si parla di sesso uno stuolo di gay moralisti si abbatte su di noi come una delle piaghe d'Egitto: 'il nostro ambiente'... Fatico a capire perchè si debba proporre un unico modello di vita o, se 'troie', camuffarsi attaccando con cattiveria gratuita quei pochi onesti che ammettono la loro natura. Siamo uomini, non prodotti in serie. Non esistono modelli né tanto meno regole di vita valide per tutti".


Lo scontro frontale finisce per trascendere il sesso, per quanto lo riguardi e ne sia permeato, e configurarsi come opposizione - in soldoni - tra Amore e Libertà: tra chi, avendo magari provato varie esperienze, crede che concedersi totalmente a un'altro sia il massimo e chi invece ritiene che "l'unica persona a poter disporre totalmente di me sia solo io", come nel caso dei due esempi che seguono:


"Dopo una storia di 11 anni, da un paio di mesi ho una nuova relazione con un uomo di cui mi sono innamorato (ricambiato) in modo veramente totalizzante. Non condanno chi sta bene con la coppia aperta, voglio solo dire che non sapevo che quando si incontra un amore vero come l'ho incontrato io si potesse cambiare a livello mentale (ne sono ancora sorpreso). Spero che durerà per il resto della mia vita. Sarà un'utopia o è possibile?"


"Penso che dovreste lasciare liberi, anche se siete in coppia, le persone che amate. Alcuni ragazzi tendono a volere a tutti i costi una relazione monogama, ma vuoi per inesperienza sessuale o per incompatibilità di ruoli si finisce sempre per cercare ciò che manca nel partner. In ognuno esiste una vena 'trasgressiva' poiché non si è vissuto abbastanza il sesso per dargli la forma che reputiamo giusta per la nostra psiche. Ho visto tante coppie etero e gay andare in rovina perchè uno dei due era, come dite voi, sesso-dipendente, ma coloro che desideravano sesso con altri erano coscienti dei propri limiti contrariamente a coloro che erano fermamente convinti che è uno spreco perdere il compagno giusto per un tradimento! Qui non si parla di tradimento e ne tanto meno di sesso-dipendenza, ma di una ricerca individuale. Non bisognerebbe mai sentirsi in colpa per fare sesso occasionale perchè è qualcosa che è 'nostro', cioè qualcosa che ci arricchisce di risposte. E se le risposte del partner sono sempre le stesse (rottura, indifferenza, etc), allora tanto vale viversi la propria sessualità a sua insaputa".



Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall'interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull'universo familiare di gay, lesbiche e trans.

Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.


Per scrivere a Flavio Mazzini clicca qui


di Flavio Mazzini - Sabato 6 Ottobre 2007 - gay.it


[la prima parte: Sesso-dipendenti]

Perugia-Assisi, la marcia della pace

Fasce rosse per ricordare la Birmania


PERUGIA - Un grande striscione con lo slogan "Tutti i diritti per tutti" apre la 17esima marcia della pace. Sul braccio dei manifestanti una fascia rossa per ricordare la lotta dei monaci in Birmania.

Venticinque chilometri di solidarietà da Perugia ad Assisi. Giovani, amministratori con i gonfaloni, politici, rappresentanti di paesi esteri, sono giunti a Perugia in treno, sui pullman - almeno quattrocento - in auto. Presente anche una delegazione dalla Russia per ricordare la giornalista Anna Politkovskaja, impegnata nella difesa dei diritti della Cecenia, di cui quest'anno si ricorda il primo anniversario della morte.

I manifestanti sono migliaia. Tra gli striscioni, quelli delle Acli "Pace, pace, pace". In marcia anche don Luigi Ciotti con le ragazze e i ragazzi di "Libera" e molti familiari delle vittime delle mafie, che portano lo striscione "Pace e giustizia marciano insieme". Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, ha scandito al microfono il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti". Poi il corteo si è mosso lentamente tra centinaia di bandiere e vessilli colorati.

Le organizzazioni che partecipano sono oltre 200, provenienti da 55 paesi diversi. Nata nel '61 da un'idea dell'intellettuale pacifista Aldo Capitini, la Marcia della pace quest'anno è dedicata ai diritti umani. "Alla vigilia del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - spiegano gli organizzatori - centinaia di milioni di persone sono ancora costrette a sopravvivere, e spesso a morire, senza conoscere pace, libertà, giustizia e democrazia".


07/10/07 - repubblica.it

6 anni al Rom investitore: dov’è la mano pesante?

Caro Severgnini,


hanno condannato a 6 anni il Rom di 22 anni che, ubriaco al volante, ha ucciso 4 ragazzi ad Appignano (AP). Il PM aveva chiesto 4 anni. Troppa grazia. Un pezzo del Corriere.it dice che i giudici hanno usato la mano pesante. Forse. O forse no: 6 anni sono il ricco premio che rischiate in Svezia se vi beccano 2 volte al volante con più di 0.2 mg/ml di alcol nel sangue, meno della metà del limite italiano. E si vince senza ammazzare nessuno. In Inghilterra se dopo aver bevuto 2 birrette decidete di guidare e fare fuori qualcuno, meglio svignarsela in fretta: in palio ci sono fino a 14 anni di galera. Anche negli USA non vedono di buon grado che si uccida qualcuno in strada. Specie se con un’automobile. Perfino Paris Hilton si è fatta 45 giorni al fresco. Anche se la pena è stata mitigata quando ha dimostrato che una bionda, americana, era in grado di guidare un’auto con il cambio manuale. La sentenza è di primo grado e il Rom sta agli arresti domiciliari. Pare che i cocktail non fossero il massimo in carcere. Con le leggi nostrane, non è escluso che, dopo la condanna definitiva, esca rapidamente per buona condotta o qualche meritato indulto. Con i finanziamenti dello Stato aprirà una birreria o magari una scuola guida. Eventualmente entrambe. Buona fortuna nel paese "della mano pesante". Per inciso: non saprei ma è possibile che le famiglie dei ragazzi uccisi non se la passino granchè bene, potrebbero perfino essere distrutte dal dolore. Forse a loro "la mano pesante" non è apparsa poi tale.

Simone Salvati , simone_salvati@yahoo.com - 07/10/07 - corriere.it

Ubriachi al volante: ritirate sette patenti

Il pugno sta veramente diventando di ferro. Chi guida sotto l'effetto, anche minimo, di alcolici, ha ottime possibilità soprattutto a Piacenza di non vedere più la sua patente per tre o sei mesi. Gli ultimi dati, relativi solo ad una settimana e limitatamente ai controlli messi in campo dai carabinieri del nucleo Radiomobile, sono impietosi. Forniti ieri nel corso di una conferenza stampa presso il comando provinciale, dicono che in sette giorni sette patenti hanno preso il volo. Tre solo nella nottata tra venerdì e sabato sono state le denunce all'articolo 187: multe per migliaia di euro. Il segnale lanciato dalle forze dell'ordine è chiaro: non si deve guidare quando si è bevuto troppo.
Ma anche quando si è bevuto non troppo, perché il limite di legge (0,5 milligrammi di alcool per litro di sangue) è restrittivo. Con tre bicchieri di vino, due birre bionde o con un whisky e mezzo, si è già fuori dai canoni legislativi. La legge, inasprita dopo tragici fatti estivi che hanno coinvolto recidivi che, guidando sotto l'effetto di alcolici, si sono resi colpevoli di aver investito pedoni; non concede più sconti.
La "mannaia" - non senza polemiche - sta scendendo anche sui locali da ballo. Le ultime modificazioni agostane hanno sancito che già da ora, ma verosimilmente in tempi brevi (ulteriori informazioni in merito verranno rese note da circolari ministeriali nei prossimi giorni) i locali che imbastiscono spettacoli o forme di intrattenimento, devono dotarsi di un alcol test (etilometro) a disposizione dei clienti che volessero misurare il tasso alcolemico prima di mettersi alla guida. Le polemiche riguardano i gestori di semplici pub e bar che, secondo chi organizza concerti o spettacoli, non dovrebbero ottemperare alla normativa. Dicono in sostanza gli organizzatori di eventi, che sono i bar e le birrerie quei luoghi dove si va espressamente per bere, mentre nei locali da ballo o ai concerti si va per ballare o ascoltare buona musica. Ma la confusione legislativa a riguardo è ancora tanta.
Tornando ai bollettini dei ritiri e delle sanzioni del Radiomobile, un automobilista piacentino che si è visto ritirare la patente si è rifiutato la custodia del suo stesso veicolo, posto sotto fermo amministrativo; un "no" che gli è costato 700 euro. Altri due automobilisti hanno rifiutato di sottoporsi all'alcol test; hanno visto appiopparsi una salata sanzione pecuniaria e presentando le tipiche sintomatologie, sono stati denunciati ugualmente e la loro patente ha preso il volo per 6 mesi. Sempre venerdì, in una via nei pressi dello stadio Garilli, i militari hanno trovato alla guida dell'utilitaria di genitori una piacentina 17enne senza patente. Fermo del veicolo per alcuni mesi e una salata multa le conseguenze. Con lei c'era un amico.


Mattia Motta - 07/10/07 - liberta.it

Oltre 400mila italiani ricorrono al doping

Il direttore scientifico del laboratorio antidoping della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), rivela: "Ogni anno il laboratorio di Roma riceve circa 9 mila campioni da analizzare, provenienti da atleti professionisti. Di questi, circa il 3% risulta positivo"


Roma, 6 ottobre 2007 - "Sono oltre 400 mila gli italiani che ricorrono al doping". Questo l'allarme lanciato da Francesco Botrè, direttore scientifico del laboratorio antidoping della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), durante la manifestazione Bergamoscienza. Ogni anno il laboratorio della Fmsi di Roma riceve circa 9 mila campioni da analizzare, provenienti da atleti professionisti. Di questi, circa il 3% risulta positivo.

"Se si riporta la stessa percentuale ai sedici milioni di sportivi in Italia - spiega Botrè - ricaviamo un dato preoccupante: possiamo dire che nel nostro Paese ci siano potenzialmente più di 400 mila persone che fanno uso di doping". Un fenomeno che si sta allargando e contro cui lottano i laboratori specializzati.

Secondo una ricerca realizzata nel 1997 dalla rivista americana 'Sport Illustrated', ricordata da Fabio Lanfranco, della Divisione di endocrinologia e metabolismo dell'Università di Torino, ben 195 su 198 atleti professionisti Usa intervistati sarebbero stati disposti a fare uso di steroidi se avessero avuto la certezza di non essere scoperti. Inoltre ben il 50% li avrebbe assunti anche se gli fosse stato detto che ne sarebbe morto entro 5 anni.

Negli anni gli strumenti per rilevare questa forma di illecito si sono sviluppati molto e oggi è relativamente facile scoprire gli atleti che ne fanno uso. Molto più difficile, invece, è determinare l'assunzione dell'ormone della crescita. "Questa sostanza - spiega Christian Strasburger, responsabile della Divisione di endocrinologia alla Charitè University di Berlino - sopravvive all'interno del sangue solo per mezz'ora al massimo". Per questo sta per essere validato dalla World Antidoping Agency un nuovo sistema per rilevare l'uso di tale ormone.


Sabato 6 Ottobre 2007 - qn.quotidiano.net

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