Lo controllano, lui li picchia

Ha perso le staffe ieri notte, quando gli agenti lo hanno fermato per un normale controllo. Tanto da aggredirli, ferirli e farsi arrestare.

Protagonista dell’episodio - avvenuto intorno all’1 in corso Marconi - un genovese di 30 anni senza precedenti penali.

Fermata la sua Nissan Micra accanto alla pattuglia, l’uomo è stato sottoposto al test dell’etilometro, cui è risultato positivo; a quel punto ha incominciato a insultare gli agenti, cercando di fuggire a piedi, abbandonando l’auto.

Appena gli agenti l’hanno fermato, si è scagliato contro di loro, ferendone due in modo lieve e un terzo in maniera più significativa, colpendolo con una testata al naso e procurandogli l’incrinatura della cartilagine.

Immobilizzato, è stato condotto in stato di fermo al pronto soccorso del San Martino, dove gli esami l’hanno trovato positivo non solo all’alcol, ma anche alla cannabis.

01/09/07 - ilsecoloxix.it

Sesso, droga e videogiochi

Sesso, droga e videogiochi e il cervello diventa schiavo


ROMA - Tanti i potenziali "oggetti del desiderio", ma il sentiero per inseguirli è sempre uno solo. Da un lato il ventaglio delle possibili dipendenze si allarga, e ai tradizionali fumo, alcol e droga si affiancano le trappole tecnologiche: cellulari, internet, videogiochi, e-mail. Dall'altro, i medici cominciano a dare al fenomeno contorni precisi fra i circuiti del nostro cervello. Le immagini della risonanza magnetica o altri apparecchi per "visualizzare il pensiero" rivelano che il meccanismo alla base delle nostre pulsioni incontrollate è sempre, a grandi linee, identico a se stesso.

Eroina e anfetamine, gioco d'azzardo, bisogno compulsivo di scaricare l'e-mail o controllare i messaggi sul cellulare ogni pochi secondi sono tutte ossessioni che percorrono lo stesso sentiero fra i neuroni. Luigi Janiri insegna psichiatria all'università Cattolica di Roma e dirige il day hospital per le tossicodipendenze al Policlinico Gemelli. "Se cinque anni fa osservavamo solo pazienti dipendenti da sostanze come droghe o alcol, ora affrontiamo i problemi più vari. Un paziente su quattro si rivolge a noi perché non può staccarsi dal gioco d'azzardo, da un partner, dallo shopping, da sesso o pornografia".

I mille "oggetti del desiderio" che ci circondano come ami pronti ad agganciarci non fanno altro che sfruttare un meccanismo innato nel cervello: quello della ricerca del piacere e dell'appagamento dei bisogni. Nati per spingere l'uomo e gli altri animali a cercare cibo, a provare piacere nell'accoppiarsi e a difendersi dal dolore troppo intenso, questi meccanismi si sono spostati ora su altri bersagli. E tutto, dalla cocaina alla mania per lo sport, rischia di diventare una necessità imprescindibile per chi viene colpito da dipendenza.

"Armati di un arsenale di tecnologie sempre più sofisticate - scrivono Michael Lemonick e Alice Park sull'ultimo numero di Time dedicato a un problema che sta diventando più poliedrico che mai - fra cui spiccano risonanza magnetica funzionale e tomografia a emissione di positroni, i ricercatori hanno iniziato a capire cos'è che va storto nel cervello di una persona affetta da dipendenza. Quali neurotrasmettitori subiscono uno sbilanciamento e quali regioni del cervello sono danneggiate. In una parola, si sta scoprendo quanto profondamente droghe o altro sfruttino le emozioni e prendano in ostaggio i processi di memorizzazione".

Una delle "strade del piacere" del cervello sfrutta il neurotrasmettitore dopamina, legato alla sensazione dell'appagamento. Un secondo sentiero passa invece per le endorfine, sostanze prodotte dal nostro organismo, ma simili dal punto di vista chimico agli oppiacei contenuti in molte droghe. Un altro circuito è preposto all'accensione dei desideri e all'impulso verso il loro raggiungimento anche passando per situazioni rischiose. Tutti questi ingranaggi erano evidentemente utili a un uomo che viveva di caccia e pesca negli habitat primordiali.

"Oggi gli oggetti che possono creare dipendenza sono talmente tanti e così vicini a ciascuno di noi che diventa difficile tracciare il confine tra comportamenti normali e patologici" sostiene Janiri. Marketing e carte di credito precipitano la situazione per i malati di shopping. Una tendenza alle relazioni interpersonali discontinue può mettere invece in risalto i comportamenti ossessivi nei confronti del partner.

"Le dipendenze da affetto rappresentano una sfida particolarmente impegnativa" riflette Janiri. "Non riuscire a staccarsi da un partner, reagire in modo violento e impulsivo, cadere trappola della gelosia morbosa sono gli ingredienti di base di molti fatti di cronaca nera".


01/09/07 - repubblica.it

La vita fatta tragedia

di Marco Luceri


E’ stato presentato nella sezione Giornate degli autori il bel documentario realizzato dal giovane Massimo Coppola sulla vita e l’opera di Luciano Bianciardi, importante traduttore e autore di un romanzo di grande valore come La vita agra (1962), amaro ritratto dell’Italia del boom, vista sotto la deformante, pungente e solitaria penna dello scrittore toscano, immigrato “provinciale” nella Milano industriale e mondana.

Coppola (autore e conduttore televisivo di trasmissioni cult come Brand:New per MTV Italia e curatore insieme a Luciana Bianciardi dell’Anti-Meridiano – Opere complete di Luciano Bianciardi, ISBN Edizioni, 2005) e il co-sceneggiatore Alberto Piccinini, hanno viaggiato tra Grosseto, Roma, Milano e Rapallo, per raccogliere le voci di quelli che vissero vicino a Bianciardi.

Il documentario rispetta il semplice schema narrativo della raccolta di testimonianze; privo di una voce extradiegetica che commenti le immagini: la vita dello scrittore è raccontata dalle parole, spesso commoventi, dei tanti amici scrittori, attori, registi, pittori e artisti in generale che hanno condiviso con lui un’esperienza di vita segnata dalla povertà, dalle mille difficoltà di emergere nell’Italia bacchettona e democristiana degli anni Cinquanta e Sessanta. Le battaglie culturali, le passioni politiche, la vicinanza al PCI, le vicende sentimentali, la bohème milanese fino al successo strepitoso de La vita agra a cui seguì poi un periodo di crisi, fino alla tragica morte dovuta all’alcolismo, ci consegnano il ritratto di uno scrittore straordinario, dall’acume intellettuale pungente e disincantato, ma anche la vicenda di uomo solo e spesso incapace di gestire dei sentimenti contrastanti.

Tra le varie voci che compongono questa duplice immagine di Bianciardi c’è quella della compagna Maria Jatosti, giornalista e militante comunista, per la quale mollò moglie e figli e fuggì a Milano, e in seguito ancora a Rapallo, luogo scelto per scappare dalla città lombarda “che lo aveva accolto a braccia aperte, ma che non amava, anzi diprezzava”; quella di Carlo Lizzani che trasse dal romanzo il film omonimo, interpretato da Ugo Tognazzi, quella poi dei suoi editori (che ricostruiscono il burrascoso rapporto con Giangiacomo Feltrinelli, prima dell’arrivo alla Rizzoli), dei pittori toscani (Cavallini?) a lui vicini e ai critici letterari che evidenziano la sua vicinanza al Gruppo ’63, in particolare a Umberto Eco. Ed è proprio da uno di loro che arriva forse la domanda che meglio riassume la vicenda artistica, e dunque umana, del corsaro solitario Bianciardi: “Dove lo collochi tu, Bianciardi, eh? Io non lo so.” Già. Dove lo mettiamo?


© drammaturgia.it - redazione@drammaturgia.it - 01/09/07 - drammaturgia.it

Arrestato regista per pedofilia

Pedofilia: arrestato regista accusato di abusi su bimbo


Trentacinquenne, autore di libri per ragazzi e animatore


(ANSA) - FORLI', 1 SET - I carabinieri di Forli' hanno arrestato per violenza sessuale un regista teatrale di 35 anni, autore di libri di ragazzi e animatore. L'uomo, molto noto nel mondo dei bambini e degli adolescenti, avrebbe abusato di un bimbo di cinque anni che aveva avuto in affido temporaneo dai servizi sociali. L'uomo si trova nel carcere di Forli' e' sara' interrogato nelle prossime ore dal magistrato.


01/09/07 - ansa.it

ONU su malati di AIDS sepolti vivi

Papua Nuova Guinea : ONU su malati di AIDS sepolti vivi


di Carla Amato


Sarebbero stati sepolti vivi perche' affetti da AIDS. E' quanto emerge da una trasmissione della BBC e dai rapporti dell'Ufficio dell'alto commissario per i diritti umani sul trattamento dei malati di AIDS nella Papua Nuova Guinea, un Paese in cui le vittime del virus sono in crescita, facendone - secondo l'OMS - il Paese piu' affetto di tutta l'Oceania.


Sarebbero le stesse famiglie degli altopiani meridionali del Paese a seppellire vivi i loro cari per evitare il contagio o per non vederli soffrire, come narrato da Margaret Marabe, un'attivista per i diritti umani, alla BBC. Nel Paese le difficolta' di comunicazione - dovute alla multiculturalita' ed all'analfabetismo - rendono difficili campagne di prevenzione della malattia e di informazione sul trattamento dei malati.


L'Alto commissariato e UNAIDS, l'agenzia internazionale per la lotta alla malattia, hanno reagito alla denuncia sostenendo l'annuncio che il governo locale indaghera' sui crimini segnalati ed hanno invitato le autorita' ad intraprendere una appropriata azione legale contro tutti i perpetratori.


Nella dichiarazione, pubblicata a Port Moresby, la capitale della Papua Nuova Guinea, le due agenzie ONU hanno ricordato di condannare gli atti di violenza, dello stigma e della discriminazione contro la gente che vive con il virus HIV e il loro impegno a fianco dei governi per proteggere i cittadini da tali violazioni dei diritti dell'uomo.


Notando l'impegno del governo per creare ingfrastrutture di sostegno nelle localita' isolate, le due agenzie ONU hanno ricordato che "l'ignoranza diffusa circa l'HIV nelle comunità rurali isolate aumenta il rischio di infezione di HIV e puo' alimentare gli atti di violenza" e discriminazione verso i portatori di AIDS.


Secondo l'OMS, la diffusione dell'AIDS in Papua Nuova Guinea potrebbe peggiorare, perche' vi sono diversi fattori a rischio, fra cui la diffusione della promiscuita', delle infezioni sessualmente trasmesse, degli atti di violenza sessuale e fisica contro le donne, dell'iniziazione sessuale precoce e dei bassi tassi di uso del preservativo.


Speciale diritti


01/09/07 - osservatoriosullalegalita.org

GB/ Bambini bevono 5 pinte di birra

GB/ EMERGENZA ALCOL, BAMBINI BEVONO 5 PINTE BIRRA A SETTIMANA


Roma, 1 set. (Apcom) - E' sempre alta in Gran Bretagna l'emergenza alcolismo tra i minorenni. Un nucleo costante di giovanissimi consumatori - quasi uno su dieci tra tutti quelli compresi tra gli 11 e 13 anni - sta bevendo più di quanto non sia mai avvenuto in precedenza. E' quanto emerge, riferisce il Guardian, dai dati del governo britannico.


Hanno raddoppiato la quantità settimanale negli ultimi cinque anni, che ha superato l'equivalente di una bottiglia e mezzo di vino o cinque pinte di birra, secondo un'inchiesta dell'Nhs (servizio sanitario nazionale) che ha coinvolto oltre 8mila studenti delle scuole superiori.


Gli attivisti per la salute ritengono che l'alcol sia is "assurdamente economico" e che i bambini possano acquistarlo facilmente; sono in particolare le ragazze, secondo loro, a bere a livelli pericolosi. Anche se il rapporto ha riscontrato una crescita nel numero di bambini che non ha mai consumato alcol, è destinato ad alimentare i timori sui comportamenti antisociali legati all'alcol. Lo scorso mese il capo della polizia della contea del Cheshire, Peter Fahy, ha chiesto che l'età legale per il consumo alcolici sia portata da 18 a 21 anni dopo l'incriminazione per omicidio di tre ragazzi.


Ministero degli Interni e Dipartimento della Sanità stanno riesaminando con urgenza quanto sconti e pubblicità incidano sul consumo di alcol. Nel rapporto del Centro informazione per la salute e la cura sociale dell'Nhs, uno studente di liceo su cinque ha confessato di essersi ubriacato nella settimana precedente l'inchiesta. Quasi due su tre hanno raccontato di bere generalmente a casa propria o di qualcun altro, ma c'è anche chi ha scelto la strada (31 per cento) o le feste (29 per cento).


Il governo ha già identificato i bevitori sotto i 18 anni come un gruppo a rischio, in parte per la percezione che l'alcol è socialmente più accettabile del fumo o della droga. Il rapporto ha spiegato che è improbabile che i giovani perdano la vita per effetti diretti dell'alcol, ma che ci sono rischi di "effetti indiretti" come incidenti e violenze.


01/09/07 - notizie.alice.it

La vita per un bicchiere

Limone: 'La vita per un bicchiere' a teatro un convegno


Al teatro ‘La Confraternita’ di Limone Piemonte si svolge oggi a partire dalle 17 e 30 un convegno nazionale dal titolo ‘Alcolismo: a che punto siamo? La vita per un bicchiere’. Ad organizzare l’evento, oltre al Comune della località turistica della valle Vermenagna ed al Grand Hotel Principe, è l’Associazione Nazionale Contro L’Aclolismo che si batte per aiutare chi vive il disagio dell’alcoldipendenza in modo diretto o indiretto. Oltre al recupero di chi sconta sulla propria persona o in modo indiretto questa grave gli effetti dell'alcolismo, l’ANCA organizza seminari, occasio-ni di formazione, tavole rotonde e conferenze. Nell’occasione, a Limone parteciperanno esperti e personaggi noti come Bruno Liconti, Luciano Onder e Gino Paoli a cui verrà assengato il ‘Premio Gian Bonzi’ per essersi particolarmente distinto nella lotta contro l’alcolismo.

Subdola e dalla crescita lenta e silenziosa questa dipendenza viene a volte accertata quando ormai è troppo tardi. Per chi la vive è importante poter leggere l’esperienza vissuta e raccontata con sincerità dai diretti interessati, la testimonianza dei familiari che hanno sofferto e lottato con loro, le osservazioni dei medici che studiano tutte le possibili soluzioni del problema e, infine, la certezza che questo male può essere sconfitto, come è successo a chi si racconta. Scopriamo, invece, che nel nostro paese si contano un milione e mezzo di alcolisti e ben 40 mila italiani ogni anno restano vittime di questa malattia. Ancor più deve far riflettere, e preoccuparci, il dato relativo all’aumento dell’incidenza del fenomeno tra i giovani e le donne.


01/09/07 - targatocn.it

Perché tutte queste leggi di divieto, se poi nessuno le rispetta?

Caro Beppe cari Italians,

ultimamente il “mio senso dell’umorismo” è particolarmente sollecitato. Notizia di oggi: un senatore USA, repubblicano della destra religiosa ed antigay, arrestato per molestie…ad un uomo! Qualche settimana fa un deputato, sposato con figli, appartenente all’UDC, partito politico strenuo difensore dei valori cattolici, della famiglia ed erede della DC anti-divorzio e “fautore” della legge Merlin, coinvolto in una notte di sesso e droga con ben due (invidia!) signorine …”professioniste dell’amore”! Ci sarebbe da ridere; ma forse no. Concludo con la storia del prete che dichiara di amare una donna sposata, ma di non essere il padre del suo terzo bambino…e potrei andare avanti. Cosa sta succedendo: qualcuno si diverte a giocare con il contrappasso dantesco? A prescindere dal doveroso garantismo (le vicende sono in corso) che ogni situazione necessita, faccio solo una riflessione di fondo. Alcune persone si lanciano in anatemi contro l’ipocrisia strisciante che i troppi moralistici benpensanti dimostrano di avere. Altri invece fanno una “levata di scudi” per difendere i costumi, i mores maiorum che questa società sta cercando di distruggere. Faccio un distinguo.

Capisco che la chiesa, gli esponenti ed i partiti politici si esprimano su ciò che ritengono meglio per la società; ci mancherebbe. Ma perché si accaniscono a pretendere leggi che vietano? Se la prostituzione fosse, come in Germania, legalizzata e regolata (riaprendo le case chiuse), mi aspetterei che la chiesa e gli esponenti cattolici dicessero: ”fate bene a NON andarci. La prostituzione è moralmente sbagliata!”. Lo stesso dicasi per la droga. Drogarsi è male. Drogarsi è sbagliato; così come ubriacarsi fino a morire di cirrosi epatica. Ma se un alcolizzato si ubriaca nella propria abitazione (e non va in giro in auto ad investire la gente) non viene perseguito. Se un imbecille debole e vigliacco non ha il coraggio di affrontare la realtà, oppure non riesce a trovare “sufficientemente gradevole” la vita e decide di sballarsi con le droghe (sempre che non causi danni a terzi) rimane un fatto personale. Sumus omnes peccatores. Perché tutte queste leggi di divieto, se poi nessuno le rispetta? Paradossale! Come se il Parlamento (sovrano) deliberasse leggi per regolare il finanziamento pubblico ai partiti, e poi non le rispettasse…ops; ho sbagliato esempio? Un saluto,

Matteo Zambelli , ttt07@libero.it - 01/09/07 - corriere.it

Pedofilia: GB; ergastolo a uomo

Pedofilia: GB; ergastolo a uomo, molesto' e filmo' 90 bimbe


LONDRA - Un pedofilo inglese colpevole di quasi 90 episodi di molestie a bambine dai tre anni in su e che collezionava filmati e fotografie delle sue imprese, è stato condannato al carcere a vita.

Il giudice ha definito il suo caso "il peggiore che abbia mai incontrato", sottolineando come l'uomo non abbia mostrato alcun rimorso verso le sue vittime, che venivano trattate da lui "come dei giocattoli".

Tra il 1995 ed il 2006, Anthony Barron, questo il nome del 54enne di Grove, nell'Oxfordshire, ha approfittato della sua posizione nell'associazione dei genitori di una scuola e nel locale gruppo degli scout, per avvicinare le bambine, abusare di loro e poi ottenere il loro silenzio regalando loro giochi e dolci. Barron, un ex manager di una banca, godeva di una tale fiducia da parte dei genitori che una volta era riuscito persino a molestare una bambina mentre la madre era in un'altra stanza.

01/09/07 - cdt.ch

Il teatro della politica

A margine di una riunione. Certamente recitano a soggetto ed il cast è vario e validamente rappresentato. La commedia riguarda una rappresentazione della storia che ogni giorno si svolge tragicamente sulle spalle dei cittadini, vicende di delitti atroci , di privazioni, di miseria e di disoccupazione, di disperazione, di violenza sessuale.

Ogni giorno un omicidio o due e, pare, che quel tentativo di codificazione rigida di regole e di ruoli i camorristi vogliano seriamente attuarlo e, forse, così si raggiungerà la quiete dei padroni. Sapremo , finalmente, quello che è lecito e quello che non lo è, perché la nuova legge, quella della sopraffazione, sarà severamente applicata. Vorrei, fuor di metafora, riferirmi a tutti i capocomici in trasferta a Napoli, quelli che onorano l’arte di Scampia e la pari opportunità, quelli che parlano di laicità dello stato ma non vogliono inimicarsi l’elettorato cattolico, quelli che organizzano “convention” in luoghi ameni senza dare risposta a chi chiede conto delle loro opere, interessanti almeno per loro e per gli amici, quei geni di tattica e di strategia politica che, sulle spoglie dei maestri, hanno vissuta una indubbia supremazia attraverso vicende chiare ed oscure, locali e nazionali.

Vorrei dire che “Libertà” è un termine astratto e che ,fin quando ad esso si riferiscono, fanno astrazione e demagogia. Il termine “Libertà” acquista concretezza e significato quando si parla delle libertà e dei diritti civili, anche quando si parla di liberazione, intendendo liberazione di territori e di parti della città, di comunità di persone o di persone singole dalla sopraffazione. Nei giorni dell’incendio dei posti più ameni della Campania , nei giorni in cui i rifiuti sono scomparsi dalle strade, ma ,sinceramente, non si sa dove sono andati a finire e perché le discariche che non erano praticabili, improvvisamente lo sono diventate, nei giorni in cui, in Italia ed all’ Estero, si consumano interminabili faide tra cosche, liberazione vuol dire sollevare la popolazione dalla dannazione alla barbarie e dalla soggezione ad una pubblica amministrazione inefficiente e collusa.

Ed è una vera e propria rivoluzione perché, se un popolo trova forza e maniera di riscattarsi da una perdizione, si rifonda. Ed è una ideologia. Ho sentito solo un autorevolissimo avvocato parlare di due culture –breve riferimento in uno spazio di tre minuti- l’umanesimo marxista e quello cattolico uniti nella considerazione dei bisogni dell’uomo. Ed è ideologia dell’affermazione della vita e della dignità dell’uomo. Sono le due idee ed i due valori intorno ai quali è possibile raccogliersi. “Vi è un’estesa possibilità di comprensione, di avvicinamento, di accordo, e questa è la strada sulla quale dobbiamo muoverci, questa è particolarmente la strada sulla quale dobbiamo lavorare noi comunisti italiani, che ci troviamo al centro del mondo cattolico e a cui quindi la storia, le cose stesse, affidano un compito particolare.” Questo in quanto e se rimane l’orgoglio, e non la vergogna, di aver fondata la Costituzione e la Repubblica Italiana. Lo stesso illustre avvocato ha trovato il coraggio, in quel brevissimo tempo, di assimilare l’attuale alla legge Acerbo.

Se ad un popolo togli la possibilità di esprimere liberamente il proprio voto, rimane solo la casta. E la casta non pensa a privazioni, miserie, disoccupazione, disperazione e violenza sessuale. Una domanda posta in maniera lapidaria da una giovane laureata “E noi giovani?” Dopo una laurea vagano, senza pretese e senza garanzie, a cinquecento euro al mese, al nero, cinque giorni la settimana e dieci ore al giorno. Se sono fortunati. Corrono per tutta Europa, tra Napoli, Londra, Madrid, alla ricerca di fortuna. Una cameriera percepisce seicentocinquanta euro al mese ed ha le sue garanzie, le ferie e la liquidazione. Nei pellegrinaggi all’estero i nostri emigranti di inizio noveocento avevano più probabilità di affermarsi. Questa società sa offrire ai giovani ed agli adolescenti la droga e la movida. Perché non sei passato il 16 agosto dall’incrocio di via Marina con Corso Arnaldo Lucci e, poi, per Scampia e Melito? Avresti visto: un giovane marito –credo rumeno- prenderne per il collo un altro “quella è mia moglie e non la devi mettere nel giro”, cinque giovani, quasi di fronte al carcere di Secondigliano, in crisi dopo assunzione di droga, una ragazza – bella – era con la testa tra le ginocchia, due si passavano la siringa ed un pezzo di carta per asciugare il sangue, uno era riverso a terra , uno si spostava a destra ed a sinistra davanti alla mia macchina finché riparò sul marciapiedi e cominciò a vomitare, un ultimo era steso a terra a Melito, di fronte ad una pizzeria e gli stavano attorno finché venne l’ambulanza.

Questa casta padrona non ha forza di combattere droga e prostituzione, non ha forza di chiudere i locali notturni a mezzanotte, pur trovandosi di fronte a 300 giovani morti in un anno nelle ore piccole del sabato notte. Cosa è la mobilità se non diamo garanzie a chi lavora ed occasioni di lavoro, cioè sviluppo all’economia ? E’ il mercato nero del lavoro. Tale e quale la camorra. E con quale animo i giovani sposi possono accingersi ad avere dei figli se l’ambiente non è accogliente, se l’assistenza per la famiglia non c’è? Se ne parla. Molto .Troppo. La casta è famosa per il suo parlare, non per il suo fare. Al posto dei mille tatticismi, delle numerose strategie e delle mille ed uno contrattazioni che si stanno facendo per la fondazione del PD - “Nihil novi sub sole”- io comprerei un quaderno e, sul frontespizio scriverei “RIFONDAZIONE DEL SUD” e, nel sottotitolo, risanamento del territorio, dei paesi, delle città e delle comunità che vi abitano e ristabilimento di pregiudizi validi a garantire dignità e legalità, quelle remore etiche che servivano per sanzionare il grado di eccellenza di una persona nella comunità in cui vive.

E’ necessario capovolgere i pregiudizi che si sono radicati e che attribuiscono l’eccellenza alla ricchezza ed alla prepotenza che fonda la borghesia mafiosa ed al potere privo di legittimazione popolare della casta padrona.


01/09/07 - di Vincenzo Cicala - napoli.com

Guariniello indaga su Barbie

L’accusa è disastro colposo


Barbie è una star e Torino rischia di diventare il suo tribunale. Colpa di certi affari cinesi ancora tutti da chiarire. C'è un primo indagato nella vicenda dei «giochi pericolosi» della Mattel. Si tratta di Robert A. Eckert, amministratore delegato e legale rappresentante della multinazionale americana. L'ipotesi di accusa è disastro colposo, il nome di Eckert è stato iscritto nel fascicolo d'inchiesta aperto a Torino dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. «Un atto dovuto», ha fatto sapere il magistrato. «A noi non risulta alcun indagato», è stata invece la secca replica dei vertici italiani del colosso statunitense. Intanto l'inchiesta giudiziaria va avanti, così come i controlli in tutta Italia da parte dei carabinieri del Nas.

A far scattare l'allarme, nei primi giorni di agosto, era stato il ritiro dal mercato, da parte della Mattel, di un milione e mezzo di giocattoli del marchio Fisher Price, fabbricati in Cina e giudicati pericolosi per la presenza di piombo nella vernice utilizzata per le rifiniture. Era stata la stessa multinazionale americana ad accorgersi che qualcosa non aveva funzionato a dovere nella fase di fabbricazione dei giochi. Il colosso californiano aveva tuttavia precisato che nessuno dei giocattoli «al piombo» era stato «distribuito o venduto nei negozi italiani». Ma i guai, per la Mattel, non erano ancora terminati. Su altri prodotti, infatti, era stata rilevata la presenza di piccoli ma potenti magneti, pericolosissimi se ingoiati dai bambini. Oltre 18 milioni di giocattoli con magnete erano stati quindi ritirati dal mercato mondiale: 9 milioni e mezzo solo negli Stati Uniti, 250mila nel nostro Paese. Mentre lo stesso Robert A. Eckert, attraverso un videomessaggio trasmesso dal sito Internet della società, aveva pubblicamente chiesto scusa a quei genitori che avevano acquistato i giochi potenzialmente pericolosi per la salute dei propri figli.
Scuse e raccomandazioni che non hanno tuttavia intenerito il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, che ha deciso di procedere in ogni caso al sequestro dei giochi Mattel presenti sugli scaffali italiani. «I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni - ha spiegato Guariniello - hanno provveduto a sequestrare tutti i possibili modelli di giocattoli venduti nel nostro Paese dal colosso americano. Si tratta di campioni che verranno adesso sottoposti a due differenti consulenze: una di tipo meccanico, l'altra di natura chimica».


La prima servirà a verificare la pericolosità dei magneti, la seconda l'eventuale presenza di piombo nelle vernici. «Ci vorrà ancora qualche giorno prima di conoscere i risultati delle perizie - ha confidato il magistrato torinese - solo a quel punto sarà possibile capire se i bambini italiani hanno realmente corso pericoli per la loro salute».Nelle stesso ore in cui i militari del Nas passavano al setaccio tutti gli esercizi commerciali italiani, gli uomini della Guardia di Finanza hanno invece provveduto a mettere sotto sequestro l'unico magazzino italiano della Mattel, quello di Oleggio Castello, nel Novarese. Sono risultati più di 75mila i giocattoli ritirati dalle Fiamme Gialle.


01/09/07 - ilgiornale.it

Diana, i punti mai chiariti

Nonostante siano passati dieci anni dalla morte di Lady Diana e di Dodi Al Fayed, rimangono ancora oggi diversi punti mai chiariti. Da subito si è parlato di complotto: lo schianto sotto il tunnel dell'Alma a Parigi non fu un semplice incidente stradale, ma il risultato di una cospirazione alle spalle della principessa. A sostenere questa tesi è sempre stato il padre di Dodi, il miliardario Mohamed Al Fayed.



I risultati ufficiali delle inchieste: secondo la polizia francese e quella britannica l'auto su cui viaggiavano Diana e Dodi si schiantò contro un pilastro del sottopassaggio dell'Alma perché l'autista, Henry Paul, era ubriaco.

La teoria del complotto: Mohamed Al Fayed ha sempre sostenuto che l'incidente fu provocato da agenti del servizio segreto britannico MI-6, su richiesta della casa reale, in particolare del principe Filippo. Secondo Al Fayed, i Windsor volevano impedire che la madre del futuro re d'Inghilterra sposasse un musulmano. A provocare l'incidente sarebbe stato un improvviso bagliore nel tunnel dell'Alma o addirittura un'auto che avrebbe tagliato la strada alla Mercedes dei due fidanziati. Questo, secondo il padre di Dodi, spiegherebbe anche il ritardo di mezz'ora dell'ambulanza.


La lettera di Diana: Mohamed Al Fayed sostiene che la sua teoria è suffragata anche da una lettera che l'ex maggiordomo di Diana, Paul Burrel, disse di aver ricevuto dalla principessa dieci mesi prima dell'incidente. Nella missiva Diana accusava l'ex marito Carlo di volerla uccidere. "Mio marito sta progettando un incidente con la mia automobile", recitava la lettera, "una manomissione ai freni, per eliminare ogni ostacolo e potersi risposare".

La gravidanza di Diana: un altro motivo che secondo Mohamed Al Fayed avrebbe spinto i reali britannici a ordire il complotto fu la presunta gravidanza della principessa. Per i Windsor sarebbe stato inaccettabile che i principini William e Henry avessero un fratellastro. Già sulla paternità si susseguirono voci discordanti tra chi la attribuiva a Dodi e chi ad altre conoscenze di Diana. Ma a gennaio 2004 arrivò una testimonianza importante: il medico legale John Burton, in una dichiarazione al Times, affermò, avendo assistito all'autopsia, di potere escludere che Lady D fosse incinta.


Una seconda automobile nel tunnel dell'Alma e il suicidio del fotografo: nell'incidente sarebbe stata coinvolta, non si sa con quale dinamica, anche una Fiat Uno bianca, di cui fu stata accertata la presenza. A bordo dell'auto ci sarebbe stato il fotografo James Andanson, trovato morto in un bosco tre anni dopo. Il suo caso è stato archiviato dalla polizia francese come suicidio.


Sta di fatto che su quell'incidente avvenuto il 31 agosto del 1997 sono state aperte diverse inchieste, l'ultima in Gran Bretagna è ancora in corso.


01/09/07 - tgcom.mediaset.it

Basta guerre nel mondo!