Regole sulla sicurezza stradale

Italia e Austria a confronto


All’indomani dell’approvazione della Legge 160/2007 in materia di sicurezza stradale, il ministro in carica della Salute Livia Turco compare in televisione ospite alla scorsa puntata di "Domenica In" e fa un'osservazione che, anche se scontata, fa riflettere.

"Gli incidenti mortali collegati all’alcol – ha detto la Turco – sono la prima causa di morte tra i giovani italiani e l'abuso di sostanze alcoliche veicola l’uso di droghe. Non è giusto porre questo come uno dei problemi fondamentali di sanità pubblica? Bisogna informare sui rischi che sono connessi al consumo e soprattutto all’abuso di alcol perché c’è una crescita e, quando parliamo di abuso, intendiamo anche il consumo di alcol al di fuori dei pasti, tante volte in modo sostitutivo a questi”.

Tuttavia, l'aumento degli incidenti causati dalla guida in stato di ebrezza è un problema che non riguarda soltanto il nostro Paese. Basta guardare poco oltre le Alpi, infatti, per rendersene conto. Di recente il quotidiano austriaco “Der Standard” ha pubblicato un rapporto segnalando la crescita della mortalità sulle strade nel primo semestre dell’anno, pari ad un +17% delle vittime. Anche il numero dei feriti si è alzato dell'11%, così come quello relativo al numero complessivo di incidenti stradali con lesioni (+12%).

Di fronte a questa realtà il governo centrale austriaco è subito corso ai ripari ed ha varato una serie di misure urgenti di contrasto: in primis contro lo stato di ebbrezza. Anche in questo caso, difatti, è l'alcol a causare più incidenti e la sua paercentuale di responsabilità, nel giro di sei mesi, è salita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2006.

Chi guida dopo aver bevuto in Austria, se non finisce in carcere perchè coinvolto in sinistri mortali o con feriti, dovrà sottoporsi a severi stage presso centri specializzati. Soltanto dopo aver dimostrato di essere sobri si potrà tornare a casa e riavere indiero la patente.

Come in Italia, dunque, anche in Austria si stranno stringendo i lacci delle regole stradali. Anche chi infrange i limiti di velocità risponderà presto a nuove regole. Chi supererà il limite di 30 km/h dovrà vedersela con una sanzione molto più severa di quella vigente, ma il progetto di legge è tuttora in fase di definizione. Se questo disegno di legge verrà approvato, inoltre, chi verrà sorpreso col cellulare in mano dalla polizia austriaca dovrà pagare una multa pari a 50 euro, il doppio rispetto all'attuale normativa, ma pur sempre un terzo di quello che invece devono sborsare gli automobilisti italiani.

E pensare che, ai primi di maggio di quest’anno, Vienna aveva preso atto del fallimento di un esperimento che in molti avevano ardentemente voluto: innalzare i limiti di velocità in autostrada fino a 160 km/h. Per pochi mesi, infatti, in un tratto di 13 chilometri della A10 tra Spittal e Paternion, lungo l’asse che collega l’Austria alla Slovenia, era stata messa in prova questa soglia massima di velocità. Ma l'esperamento è fallito perchè il livello di rischio si è rivelato eccessivo. Il limite è tornato quello che era. Chissà se anche in Italia accadrà lo stesso, dato che sempre più spesso si sente parlare di ipotesi di innalzamento dei limiti di velocità...


Autore: Eleonora Lilli - Data: 9 Ottobre 2007 - omniauto.it

Multe maggiori di notte

Multe maggiori per infrazioni automobilistiche di notte secondo il nuovo codice della strada


Arrivano dal Ministero dell’Interno alcune puntualizzazioni sulla riforma del Codice della Strada (v. Circolare Ministeriale) : chi verrà pescato alla guida di notte nei tre mesi successivi al sequestro della patente per eccesso di velocità dovrà pagare una multa di 1.754 Euro. Non finisce qui, al trasgressore verrà revocata la patente e ci sarà il fermo amministrativo del veicolo. Una riforma senza sconti quella proposta dal Ministro Bianchi che per carenza di zelo applica delle sanzioni non commisurate alle violazioni.


Come successo per l’abbassamento da 3 a 1 anno della soglia di accesso alla guida di auto a grossa cilindrata per i neopatentati, anche la maxi-multa da 1.700 Euro è frutto di una piccola “svista” del legislatore, che rimedia con una piccola postilla in calce alla circolare. La sanzione applicata è infatti quella prevista per chi circoli con la patente revocata.


Tra le altre novità proposte dal Ministero anche una multa supplementare di 200 Euro per chi commetta una delle seguenti infrazioni tra le 20 e le 7:


velocità no commisurata

eccesso di velocità oltre i 10 Kmh

guida sotto l’effetto di droga o alcol.

Cosa se ne farà il Ministero di tutte queste multe? Accrescere il fondo pubblico contro l’incidentalità notturna.
Che fine a fatto il contestato provvedimento sanzionatorio per chi tenga acceso il motore per refrigerare l’abitacolo? Non potrà essere applicato, sostiene la Circolare, a veicoli incidentati o guasti o fermi per traffico congestionato.


Riconfermata la chiusura dai 7 ai 30 giorni per i locali notturni che continuino a somministrare alcolici dopo le 2.


Una buona notizia per chi viaggia su asfalto però c’è: i comuni potranno continuare a noleggiare gli autovelox ma secondo una nota dell’Anci dovranno corrispondere alle agenzie un costo fisso per ogni singola operazione effettuata, evitando di trasferire al noleggiatore una percentuale della sanzione dovuta dal trasgressore.
La precisazione inoltre riguarda anche la gestione diretta da parte degli organi di polizia stradale (articolo 11 del Codice della strada) delle apparecchiature destinate al rilevamento delle infrazioni, che dovranno stabilire modalità e tempi di utilizzo dei sistemi.


I privati dovranno limitarsi a svolgere attività puramente manuali, sotto il diretto controllo degli organi di polizia stradale: ad esempio, la rimozione e sostituzione dei rullini, lo sviluppo e stampa dei fotogrammi, la masterizzazione dei dati relativi, la preparazione degli atti di notifica.


09/10/07 - businessonline.it

Se il proibizionismo diventa integralismo

di Enrico Pietrangeli

Quello di Risè è, sicuramente, un libro di cui si è già parlato, tanto da generare subito toni allarmistici in un paese così permeabile come il nostro. La copertina, possibile evocazione del martirio nel chiodo che trafigge la foglia sul legno, è, forse, l’unico spiraglio di compassione per una pianta che, nel corso dei millenni, è stata tramandata come una sorta di “maiale vegetale” per il suo complessivo utilizzo da parte dell’uomo. Non solo droga, se di questo si tratta, ma anche ottime fibre, risorse bio-energetiche a basso costo e applicazioni terapeutiche, nonché importanti risvolti agro-alimentari. Argomenti che Risè, consapevolmente o meno, si guarda bene dall’affrontare. Che la marijuana non sia un semplice ricostituente da prendere indiscriminatamente e senza conseguenze, dovrebbe, a mio parere, essere già una nozione comune a tutti. Se così non fosse allora anche questo libro, nonostante tutto, potrebbe avere un senso, tanto più se rivolto ai giovani. Metterli in guardia, comunque, è sempre un lodevole intento e non andrebbe vanificato dietro un fazioso integralismo proibizionista.

Nobile e sacrosanto occuparsi degli adolescenti e tutelarli al meglio, ma perché addossare ogni colpa alla canapa? Perché basarsi su ricerche che, di fatto, risultano controvertibili ed inefficaci? Molti adolescenti, infatti, fanno un uso promiscuo dei più svariati intrugli chimici insieme allo spinello a causa di una politica ancora non in grado di compiere un adeguato distinguo. Altrettanto non marginale, anzi associato, è lo strisciante fenomeno dell’alcolismo giovanile, come Risè stesso non può fare a meno di rilevare. L’equilibrio psico-fisico dei nostri ragazzi è minato a partire da additivi ed inquinamento piuttosto che dal solo uso pregresso di spinelli. Semmai il consumo di cannabis si sovrappone a comportamenti già connaturati nelle psicosi della nostra società. “Disturbi della personalità e dell’umore” sono rilevabili in qualsiasi uso continuativo di sostanze, inclusi farmaci, alcol, tabacco e caffeina, ma anche in condizioni di stress come pure nella carenza di riferimenti. Va da sé poi che alla guida, come durante la gravidanza e, più in generale, negli stadi di crescita, l’uso di sostanze alteranti è non solo altamente sconsigliabile ma anche da interdire in quanto rappresenta un più accertato pericolo per sé e la vita altrui.

A partire dalla dichiarazione ONU tanto ostentata nel libro: “nel mondo attuale la cannabis è la droga illecita più prodotta e consumata”, si deduce l’esistenza di droghe lecite; dopo l’esperienza del proibizionismo americano, nessuno pretenderebbe ancora di vietare l’alcol, tanto meno Risè, allora perché lasciare l’erba in mano alla criminalità? Scorrendo la lunga bibliografia riportata a tergo dell’opera, risalta subito il primo testo elencato: “Fecondazione, aborto, droga, eutanasia”. Trovo comprensibile un non appiattimento su questioni laiche da parte dei cattolici, ma ostinarsi contro la canapa è fuori luogo, tanto più in una religione che prevede l’uso simbolico del vino nell’eucaristia. Anche i cattolici, per lo meno una parte, hanno attraversato il ’68 che, a mio giudizio, non è un’esclusiva di sinistra, e, perché no, sarebbero ben disposti a trattare diversamente l’argomento. Interessanti le note di Marco Pistis, neuro-scienziato che, come riportato nelle pagine del libro, ribadisce che “alcol e cannabis sono due delle droghe più diffuse” e “per molti versi molto simili”.

Ma non del tutto, come Risè stesso documenta, noi già possediamo “cannabinoidi endogeni”, mentre la molecola dell’alcol è completamente estranea al nostro corpo. La sezione più avveduta del trattato è, a mio parere, quella più strettamente attinente la “psicologia del maschile” e la “figura paterna”, ma a condizione di depurarla dalla canapafobia caratterizzante l’autore. Qui sono ravvisabili spunti più convincenti e, non a caso, coincidono con le effettive capacità e professionalità dell’autore. L’identificazione della cannabis come strumento di follia e morte, è tipico di culture rigide e moraliste. L’Iran, pur rimanendo, se non un produttore, un importante crocevia internazionale della droga, è arrivato ad eseguire decine di condanne a morte per uso di stupefacenti in un solo giorno. Risulta poco credibile una morte da overdose di spinello, poiché è praticamente impossibile riuscire ad assumere un quantitativo tale da cagionarla; tutt’al più, in quei rari malaugurati casi in cui è maturato qualche fattaccio, la canapa è stata sempre e solo una concausa tra altri fattori determinanti. Verosimile, al contrario, è il coma etilico, spesso sottovalutato, seppure non frequente, ma scientificamente accertato come causa di morte.

Sebbene frutto di opinabili statistiche, s’insiste ancora sul concetto che dallo spinello si passi all’eroina, convinzione vecchia oltre quarant’anni e suffragata dal solo nefasto esito proibizionista di lasciare liberi gli spacciatori di manipolare il mercato a loro piacimento. Nelle tematiche di fondo addotte, emerge l’incremento di THC nella canapa sino a toccare punte del 20% rispetto al 3% degli anni Settanta. Una concentrazione del principio attivo tutta a vantaggio degli spacciatori, consente loro, nella diminuzione di massa, d’incorrere in rischi più calcolati incrementandone penetrazione e competitività. Questa è l’evidente conseguenza di “alterne politiche” comunque unidirezionali nel loro intento proibizionistico. Certo è che la droga in mano a talebani e consimili non può che essere alterata a loro piacimento quale ennesima arma da rivolgere contro gli occidentali. Non dimentichiamo, quindi, il terrorismo; i finanziamenti prodotti dalla droga illegale aumentano il rischio dei nostri soldati e le spese per mantenere la pace nel mondo, nonché espongono la nostra sicurezza in prima persona. E Risè riconosce che siamo “assediati dai produttori e commercianti islamici”.

I recenti dati rilevati con la Giovannardi-Fini, scampolo di fine legislatura della destra messo sotto la naftalina dalla sinistra, sollecitano l’emergenza. Il proibizionismo sancisce la deriva di un popolo, tanto lo fu un tempo nella trasgressione di tossici distillati clandestini quanto lo è ora nel perseguire una politica che anziché smitizzare ed arginare la droga, di fatto, la favorisce. La questione droga, non dimentichiamolo, va articolata e affrontata su più fronti: regolamentazione, prevenzione e repressione dell’illecito. Se viene meno una di queste componenti, siamo comunque destinati ad un inevitabile fallimento. Impossibile poi non fare i conti con una spesa sanitaria che aumenta e grava su tutti noi. Una sanità costretta a sopravvivere tra la droga illegale è una sanità destinata a spendere sull’imprevedibile e non curare con quanto possibile. La dedica del libro al compianto Muccioli, conduce ad una tradizione che, ai giorni nostri, riporta alla ribalta delle cronache Don Gelmini. Di fatto, purtroppo, continuare ad elargire soldi dei contribuenti a comunità inneggianti all’integralismo proibizionista e che, forse non del tutto a caso, finiscono poi inquisite, non ha portato ad altro che ad estendere il fenomeno e arricchire i trafficanti rendendo il cittadino sempre più povero e in pericolo.

E il cittadino comune vuole ordine, non solo una gratuita ed inefficace repressione. Vuole regolamentazione, perché ognuno svolga le sue attività nel luogo più appropriato e nelle modalità predisposte, senza offendere il pudore altrui e, soprattutto, nella legalità e con opportune tasse pagate da tutti, perché è stanco del pusher e della meretrice esentasse! Dopo la lettura di questo libro, non resta che sperare in un dibattito più consapevole. L’augurio è che anche l’antiproibizionismo sia sempre più moderato e meno integralista nell’esigere un altrettanto nociva generica liberalizzazione. Ma la depenalizzazione e la regolamentazione sono vie percorribili, le sole in grado di riportare alla legalità, vista l’entità del fenomeno. Se riusciremo ad attuarle, tutelando tanto gli interessi sociali quanto il libero arbitrio dell’individuo adulto e consapevole, saremo ancora in grado di tramandare una civiltà e di offrire un futuro.


09/10/07 - opinione.it

Tra risate e informazione, contro la cecità

In occasione della Giornata Mondiale della Vista. Conducono Leonardo Manera ed Emanuela Folliero, ospiti alcuni dei migliori comici di Zelig

Non rimanere a guardare: con questo slogan si celebra giovedì 11 ottobre la Giornata Mondiale della Vista, sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del programma «Vision 2020: The Right to Sight», lanciato nel 1999 da alcune Ong (tra cui Cbm Italia) con l'obiettivo di eliminare la cecità evitabile entro il 2020. In particolare quest'anno l'iniziativa si concentra sulla cecità dei bambini. A Milano è in programma mercoledì 10 al Teatro Dal Verme una serata di divertimento, informazione e riflessione, organizzata da Cbm, con alcuni dei migliori cabarettisti di Zelig, ospiti musicali a sorpresa e testimonial che alterneranno le performance a momenti di sensibilizzazione. Leonardo Manera ed Emanuela Folliero condurranno la serata, che prevede le esibizioni di Ale e Franz, Antonio e Michele, Diego Parassole, Gigi Rock, della band Gli Inadatti e del noto pianista non vedente di musica classica Andrea Bettini. L'ingresso è a offerta libera fino ad esaurimento dei posti ed è consigliabile prenotare chiamando lo 02.465.467.467 (Aragorn Iniziative).

PREMIO VISION - Nel corso della serata ci sarà anche la consegna del Premio «Vision 2020», alla seconda edizione: la giuria, composta da rappresentanti istituzionali, giornalisti, personaggi dello spettacolo, della moda, dell’imprenditoria e della comunicazione sociale assegnerà il premio a enti e progetti che si sono distinti nel campo del sociale e della lotta alla cecità. Inoltre, fino al 24 ottobre, tutti hanno la possibilità di contribuire ai progetti di Cbm Italia, inviando un sms al numero 48586. Il valore della donazione è di 1 euro. Lo stesso numero è valido sulla rete fissa di Telecom Italia, e il valore della donazione è in questo caso di 2 euro. Un euro sembra poco ma è importantissimo, è infatto il costo di una pastiglia per combattere la avitaminosi, che provoca cecità.

ASSOCIAZIONE - Cbm Italia è un’associazione che si occupa di prevenzione e cura della cecità e della disabilità nei Paesi del sud del mondo. Nel 2006 ha curato milioni di persone, promuovendo 93 progetti in 38 Paesi di Africa, Asia, America Latina, Europa dell’Est e Medio Oriente, per gran parte di prevenzione e cura delle patologie visive. Fa parte del network Cbm International, riconosciuto dall’OMS come organizzazione professionale nella prevenzione della cecità, che promuove oltre mille progetti in 112 Paesi in via di sviluppo, e ha assistito nel 2006 18 milioni di persone.

Mercoledì 10 ottobre, Teatro Dal Verme, via San Giovanni sul Muro 2, ore 21. Ingresso a offerta fino ad esaurimento dei posti

09 ottobre 2007 - corriere.it

Quasi tutti fuori norma i siti dei medici italiani

Secondo un'indagine della Sezione Salute del Corriere solo pochissimi siti internet dei medici italiani sono conformi alle norme che li disciplinano.

La sezione Salute del Corriere della Sera ha esaminato i siti internet dei medici italiani ed ha riscontrato che solo in pochissimi casi vengono rispettate le norme che disciplinano la pubblicazione di siti di professionisti medici in Italia.

Il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223

"Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 153 del 4 luglio 2006 e successiva legge di conversione, cosiddetto decreto Bersani consente al medico di pubblicizzarsi nel vero senso della parola. Il Consiglio dell'Ordine di Milano ha recentemente dichiarato in una circolare che, in base alla legislazione europea e nazionale, la professione medica è ora qualificabile come impresa.


Il decreto Bersani all'articolo 2 recita:



"Art. 2.

Disposizioni urgenti per la tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali

1. In conformità al principio comunitario di libera concorrenza ed a quello di libertà di circolazione delle persone e dei servizi, nonche' al fine di assicurare agli utenti un'effettiva facoltà di scelta nell'esercizio dei propri diritti e di comparazione delle prestazioni offerte sul mercato, dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attività libero professionali e intellettuali:

a) la fissazione di tariffe obbligatorie fisse o minime ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti;

b) il divieto, anche parziale, di pubblicizzare i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto e il prezzo delle prestazioni;

c) il divieto di fornire all'utenza servizi professionali di tipo interdisciplinare da parte di società di persone o associazioni tra professionisti, fermo restando che il medesimo professionista non può partecipare a più di una società e che la specifica prestazione deve essere resa da uno o più professionisti previamente indicati, sotto la propria personale responsabilità.

2. Sono fatte salve le disposizioni riguardanti l'esercizio delle professioni reso nell'ambito del Servizio sanitario nazionale o in rapporto convenzionale con lo stesso, nonche' le eventuali tariffe massime prefissate in via generale a tutela degli utenti.

3. Le disposizioni deontologiche e pattizie e i codici di autodisciplina che contengono le prescrizioni di cui al comma 1 sono adeguate, anche con l'adozione di misure a garanzia della qualità delle prestazioni professionali, entro il 1° gennaio 2007. In caso di mancato adeguamento, a decorrere dalla medesima data le norme in contrasto con quanto previsto dal comma 1 sono in ogni caso nulle."



In sostanza il decreto consente ai medici di rendere pubblici titoli e specializzazioni, le prestazioni offerte ed i relativi prezzi, delegando agli Ordini il compito di verificare il rispetto dei criteri di trasparenza e veridicità.

Gli articoli 55-56-57 del Codice di deontologia medica e la relativa Linea guida di applicazione prevedono che l’informazione tramite siti Internet deve essere rispondente al D.Lgs n. 70 del 9 aprile 2003 e che pertanto deve contenere:

- il nome, la denominazione o la ragione sociale;
- il domicilio o la sede legale;
- gli estremi che permettono di contattare il medico rapidamente e di comunicare direttamente ed efficacemente, compreso l'indirizzo di posta elettronica;
- l'Ordine professionale presso cui il medico è iscritto ed il numero di iscrizione;
- gli estremi della laurea e dell’abilitazione e l’Università che li ha rilasciati;
- la dichiarazione, sotto la propria responsabilità, che il messaggio informativo è diramato nel rispetto della linea guida medesmima
- il numero della partita IVA qualora si eserciti un'attività soggetta ad imposta

In caso di utilizzo dello strumento Internet è raccomandata la conformità dell’informazione fornita ai principi dell’HONCode, ossia ai criteri di qualità dell’informazione sanitaria in rete.
Inoltre in tali forme di informazione possono essere presenti:

- collegamenti ipertestuali purché rivolti soltanto verso autorità, organismi e istituzioni indipendenti (ad esempio: Ordini professionali, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Servizio Sanitario Regionale, Università, Società Scientifiche);
- spazi pubblicitari tecnici al solo scopo di fornire all’utente utili strumenti per la navigazione (ad esempio: collegamenti per prelevare software per la visualizzazione dei documenti, per la compressione dei dati, per il download dei files).

Secondo l'indagine di Corriere Salute, cha ha valutato 200 siti di medici chirurghi, si possono contare sulle dita di una mano quelli che rispettano le regole e solo il 2% riporta gli onorari professionali richiesti per le varie prestazioni.


09/10/07 - pillole.org

Il cervello dei pedofili è diverso dal nostro?

Il cervello dei pedofili reagisce in modo significativamente diverso dal normale agli stimoli provenienti da materiale pornografico. Lo sostiene una ricerca pubblicata sulla rivista Biological Psychiatry.

La conferma della presenza di anomalie funzionali o addirittura strutturali in determinate regioni del cervello di chi manifesta pulsioni pedofile potrebbe aprire la strada a trattamenti farmacologici in grado di bloccarle definitivamente.
I ricercatori della Yale University guidati da George Northoff hanno analizzato l’attività cerebrale di pazienti sottoposti alla visione di materiale pornografico, e notato che nei pazienti con tendenze pedofile le regioni dette ipotalamo e corteccia frontale, normalmente coinvolte nell’eccitazione, presentano una attività decisamente inferiore al normale.

Spiega Northoff: “La nostra ricerca deve essere considerata come un primo passo verso la definizione di una neurobiologia della pedofilia, con l’obiettivo di sviluppare terapie in grado di debellare questo terribile disordine psichico”.

Walter M, Northoff G, Witzel J et al. Pedophilia is Linked to Reduced Activation in Hypothalamus and Lateral Prefrontal Cortex During Visual Erotic Stimulation. Biological Psychiatry 2007; 62(6): 698-701.


09/10/07 - cybermed.it

Milla e Mike birra-dipendenti

Jovovich e Jagger pazzi per la "bionda"


Quarantacinque anni di carriera e non un etto in più. Merito degli ettolitri di birra ingurgitata, parola di Mick Jagger. Il cantante dei Rolling Stones ha svelato il segreto della sua forma: dieta a base di "bionda". Risultato assicurato? Non è detto, almeno a sentire Milla Jovovich: "Ero di 6 settimane e mezzo, non sapevo di essere incinta. Ho cercato di capire perché ero ingrassata, ho dedotto che potesse essere la birra".


"Devo bere un sacco di birre per mantenere i miei 63 chili", ha fatto sapete il 64enne cantante. Labbra prominenti e fisico palestratissimo, Jagger non mostra certo segni di pancetta.


Un pancione, invece, è quello sfoggiato da Milla Jovovich. La modella e attrice, ingrassata oltre 30 chili durante gli ormai nove mesi di gestazione, ha rivelato di aver scambiato la sua gravidanza per una pancetta alcolica nei primi mesi di gravidanza.


La protagonista di "Resident Evil", che partorirà a breve il suo primo figlio, ha detto infatti di aver pensato che il suo aumento di peso fosse da attribuire all'eccesso di alcol. "Ho cercato di capire perché ero ingrassata e ho dedotto che potesse essere la birra, visto che avevo un po' esagerato in quel periodo". La trentunenne Milla partorirà a breve il suo primo figlio dallo sceneggiatore Paul W.S. Anderson.


09/10/07 - tgcom.mediaset.it

Alcol e droga nel sangue di Schumacher

La Bild: "Alcol e droga nel sangue di Schumacher"


I controlli della polizia dopo un incidente avrebbero evidenziato un tasso di alcol leggermente superiore al consentito. Ma per il quotidiano tedesco ci sarebbe anche la positività al test preliminare sugli stupefacenti. Il campione: "Non ho preso niente"


MONACO DI BAVIERA (Germania), 9 ottobre 2007 - Stefan Schumacher, il ciclista tedesco rivelazione degli ultimi anni, terzo ai recenti mondiali su strada di Stoccarda vinti da Paolo Bettini, continua a fare notizia in negativo. Come ha riferito il quotidiano "Bild" il corridore della Gerolsteiner è risultato positivo ai test per rilevare alcol e droga in seguito ad un banale incidente stradale da lui provocato.

INCIDENTE - I fatti risalgono a domenica mattina. Schumacher era rientrato in taxi a casa sua nella cittadina di Nürtingen, dopo una festa in discoteca nella vicina Stoccarda. Non sono chiari i motivi per cui, poco dopo, è riuscito dalla sua abitazione, ma al volante di una Volkswagen Polo. Perso il controllo della vettura, il tedesco è andato a sbattere contro un palo della luce lungo la strada, danneggiando per qualche metro la sottostante recinzione di un giardino. In un primo momento il ciclista ha proseguito la sua corsa, ma poi, resosi conto dei guai ai quali sarebbe andato incontro - in Germania il non fermarsi dopo un qualsiasi incidente, anche senza feriti, anche per un banale graffio ad un parcheggio, è sempre considerato come omissione di soccorso e si rischia il carcere - è tornato sul luogo dell'incidente.

NON SOLO ALCOL? - La polizia, che aveva già cominciato i rilievi, lo ha sottoposto ai test. L'etilometro avrebbe indicato che Schumacher guidava con un tasso alcolico dello 0,7 per mille, leggermente superiore al consentito (0,5), ma il test preliminare antidroga avrebbe evidenziato una positività. Secondo la "Bild" al corridore è stato prelevato il sangue per ulteriori accertamenti e sequestrata la patente. In una dichiarazione alla stampa Schumacher si è detto "molto dispiaciuto" dell'accaduto, assicurando che "oltre all'alcol, non c'era niente". Ma la Bild ha riportato anche questa sua dichiarazione: "Non posso spiegarmi la positività al test antidroga. Al 100 per cento non ho preso droga".

COME ULLRICH - L'episodio ricorda un precedente che riguarda Jan Ullrich. La notte del 1° maggio 2002 l'ex vincitore del Tour del 1997, che al volante di una Porsche rientrava con alcune amiche da una discoteca, distrusse un parcheggio per biciclette a Friburgo. La polizia accertò che era in stato di ebbrezza. Stefan Schumacher, che già due anni fa era stato sospettato di doping per aver assunto una sostanza stimolante, giustificata poi come cura per il raffreddore da fieno, proprio prima dei mondiali era stato sorpreso due volte da controlli improvvisi durante gli allenamenti con valori di ematocrito rispettivamente di 51 e 50 per cento. Ma l'anomalia era stata fatta risalire ad una crisi di dissenteria che lo avrebbe colpito nei giorni precedenti.

IN PARLAMENTO - La sospetta circostanza aveva provocato l'indignazione di un politico socialdemocratico, Peter Danckert, presidente della Commissione sportiva del parlamento tedesco, che aveva chiesto l'esclusione del ciclista dai mondiali. Danckert ha pertanto convocato la commissione il 24 ottobre prossimo per discutere il caso e Schumacher stesso dovrebbe essere ascoltato dai deputati.


Marco Degl'Innocenti - 09/10/07 - gazzetta.it

Ubriaco danneggia 5 vetture in sosta

Ubriaco alla guida esce fuoristrada e danneggia 5 vetture in sosta, denunciato un senegalese


Sanremo - L'uomo aveva bevuto troppo e correva a bordo di una Kia 'Rio'. A bordo viaggiavano cinque persone, tra cui due donne italiane. Illesi tutti gli occupanti, tranne lievi escoriazioni a una donna.


Un operaio senegalese, di 26 anni, ha danneggiato cinque vetture in sosta, la scorsa notte, in via Gailei a Sanremo, dopo essere uscito fuoristrada a causa dell'alta velocita' e dell'eccesso di alcol nel sangue, mentre si trovava al volante dell'auto della moglie, una Kia modello 'Rio'. All'interno del veicolo viaggiavano due suoi connazionali e altrettante ragazze italiane. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale compagnia che hanno denunciato l'uomo per guida in stato di ebbrezza. E' probabile che i cinque tornassero da una festa. Le automobili danneggiate sono: una Ford Focus, un'Alfa 156, una Fiat 600, una Renault espace e una Hyunday Athos. Gli occupanti sono rimasti illesi, tranne lievi contusioni a una delle due donne.

di Fabrizio Tenerelli - 09/10/07 - riviera24.it

Fumo e alcol nemici della bocca

ORAL CANCER DAY: FUMO E ALCOL, NEMICI NELLA BOCCA


(AGI) - Roma, 9 ott. - I fattori di rischio principali sono il fumo e l’abuso di bevande alcoliche e superalcoliche: l’associazione di questi due fattori espone al rischio di ammalarsi oltre 20 volte di piu’ rispetto a un non fumatore-bevitore. In Italia colpisce ogni anno 6.000 persone con il tasso di mortalita’ a cinque anni di oltre il 70 per cento. E chi riesce a sopravvivere spesso deve sottoporsi a interventi estremamente invasivi e con scarse soluzioni protesiche disponibili, in particolare per la mancanza di centri specializzati.

“L’Oral Cancer Day prevede che i dentisti volontari dell’ANDI effettuino visite di controllo gratuite per la diagnosi di queste neoplasie­­ - spiega Marco Landi, presidente della Fondazione ANDI - Diagnosi facilmente eseguibile, poiche’ e’ sufficiente l’ispezione di cinque minuti della mucosa orale durante la quale si valuta se c’e’ la presenza o meno di lesioni e, nel caso di lesioni sospette, si puo’ consigliare al paziente di rivolgersi a centri di riferimento per indagini piu’ approfondite, che possono essere sia le Asl territoriali che le Cliniche universitarie”.

Basta telefonare al numero verde 800600110 (dal lunedi’ al venerdi’ dalle 10 alle 22) per conoscere i dentisti ANDI che aderiscono all’iniziativa (sono oltre 12 mila) e prenotare quindi la visita gratuita.

L’Oral Cancer Day e’ stato presentato nell’ambito della 35ma edizione dell’International Expodental, che si chiude domani a Milano. Sono intervenuti il presidente dell’ANDI nonche’ membro del Consiglio Superiore di Sanita’, Roberto Callioni, il segretario culturale dell’ANDI, Nicola Esposito, il professor Silvio Abati dell’universita’ di Milano, che si e’ soffermato sui tumori del cavo orale, il Vittorio Zavaglia, dell’ospedale “Umberto I” di Ancona, che ha svolto la relazione sul tema “Cinque regole per prevenire i tumori del cavo orale”, Marco Landi, con la relazione sul tema “Uno screening sulla ricerca del papilloma virus attraverso la saliva”, il responsabile del Centro odontoiatrico della Comunita’ di San Patrignano, Davide Pugliesi, ed il professor Vincenzo Piras dell’universita’ di Cagliari. (AGI)


09/10/07 - medici-oggi.it

Pratica sportiva e alimentazione corretta

Pratica sportiva e alimentazione corretta per uno stile di vita sano


Ad Empoli (18-20 ottobre) il quinto congresso della Società italiana alimentazione e sport. A confronto le strategie per contrastare i rischi di obesità e sovrappeso, i disturbi alimentari. Il ruolo chiave della prevenzione


L’obesità negli adulti e nei bambini, il sovrappeso, i disturbi alimentari dovuti alla carenza di un corretto stile di vita alimentare e alla scarsa attività sportiva: saranno questi i temi al centro del Vº congresso nazionale della Sias (Società italiana alimentazione e sport) che dal prossimo 18 al 20 ottobre vedrà riuniti ad Empoli, in località Sovigliana, i più grandi medici ed esperti del settore, che non coinvolge solo riguarda gli aspetti della nutrizione ma anche quelli dello sport e dello stile di vita. Tra i nomi più importanti che parteciperanno ai lavori c’è quello di Saverio Cinti candidato al premio Nobel, Michele Carruba uno dei massimi esperti italiani sull’obesità, Carlo Maria Rotella presidente della Società italiana obesità, il professore Aldo Pinchera ordinario di endocrinologia dell’Università di Pisa, il neuroscienziato Giovanni Scapagnini.


Il congresso, organizzato dalla Sias in collaborazione con la Asl 11 e Fondiaria Sai, si svolgerà al polo didattico della Asl 11 a Sovigliana. I lavori si apriranno giovedì 18 ottobre con l’intervento del ministro dello Sport Giovanna Melandri, e saranno affrontati molti temi legati all’obesità e al soprappeso, alle nuove terapie, sia chirurgiche che farmacologiche messe in campo dalla medicina, all’aspetto sempre più importante della prevenzione. In Italia, secondo gli ultimi dati Istat sullo stato di salute il soprappeso interessa il 33,9% delle persone adulte, l’obesità invece riguarda il 9%. Un grave fenomeno in crescita è poi rappresentato dall’obesità infantile, pari al 30-35%. Un quarto della popolazione adulta, inoltre, non svolge alcun tipo di attività fisica e questo mix tra inattività fisica e sovrappeso, di cui l’una è la conseguenza dell’altra, è alla radice di molte patologie. Uno dei temi del congresso sarà proprio la prevenzione, attraverso la pratica sportiva e i corretti stili di vita alimentari.


Per quanto riguarda i disturbi alimentari – bulimia ed anoressia – sabato 20 ottobre ci sarà un’importante sessione di studi che vedrà impegnati nel confronto i centri per i disturbi del comportamento alimentare di Empoli, Verona, Brescia, Vicenza e Chieti. Grande spazio anche al tema dell’obesità infantile: il fenomeno, denunciato dai più autorevoli nutrizionisti (in Italia colpisce un bambino su quattro) è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo, per cui si introducono più calorie di quante se ne consumano. “Questo congresso sarà molto importante - ha spiegato il dottor Fabrizio Angelini consigliere della Sias e responsabile organizzativo - sia per fare il punto scientifico su questi problemi che per realizzare uno scambio di conoscenze”.


09/10/07 - intoscana.it

Tabaccaio ucciso in strada per 7000 euro

Sant’Antimo (Napoli) - Duecento metri di strada, tre minuti di cammino, un tragitto che Francesco Gaito, 47 anni, faceva quasi ogni giorno, dalla sua tabaccheria di piazza Matteotti, fino in banca. Ma, ieri mattina, due criminali che conoscevano bene le sue abitudini, a metà del percorso, gli hanno sbarrato la strada, pistole in pugno e sprezzanti che si trovassero in pieno centro di Sant'Antimo, comune a nord di Napoli. Sarebbe quasi superfluo precisarlo ma, anche Sant'Antimo, come decine di altre cittadine del Napoletano, è dominata dalla camorra e dalla microdelinquenza.


Davanti a decine di passanti, i due malviventi hanno urlato al tabaccaio di consegnare il denaro che stava andando a versare alla Banca popolare di Napoli. «Dacce 'e denare», gli ha urlato uno dei due banditi. Ma, Francesco non ha voluto starci a quella prepotenza, quei settemila euro che aveva in tasca, già ripartiti in mazzette e frutto del suo lavoro, non aveva alcuna intenzione di consegnarli ai due delinquenti. Ha solo accennato a voler difendere i soldi ma davanti a sé aveva due belve che non hanno esitato a sparare. Un solo proiettile, alla testa, e la vita di Francesco Gaito, si è spezzata in un attimo, come era già avvenuto altre dieci, venti volte, a Napoli, negli ultimi 20 anni a onesti commercianti, massacrati per avere cercato di difendere l'incasso.


Gaito è stato ucciso sotto gli occhi dei suoi colleghi e di decine di automobilisti. La gente è fuggita terrorizzata, per quella maledetta e fondata paura di essere colpiti da un proiettile vagante: anche questa è storia degli ultimi venti anni a Napoli, donne, bambini, anziani, uccisi da proiettili destinati ad altri.
Solo quando gli assassini, indisturbati, si sono dileguati, probabilmente con una moto nascosta poco distante dal luogo dell'agguato, la piazza è tornata a popolarsi di gente. Qualcuno ha avvertito il 112, mentre un negoziante, quando ha capito che per Francesco non c'era più niente da fare, ha coperto il suo corpo con un lenzuolo bianco. Disteso con il capo rivolto verso la sua tabaccheria, sembrava che Francesco, amato e benvoluto dalle centinaia di clienti, volesse dare l'ultimo saluto alla rivendita, dove ogni giorno, per almeno 25 anni, aveva trascorso la maggior parte del suo tempo.


Disperata è accorsa in piazza Matteotti la moglie Patrizia, poi è tornata a casa, per accogliere i due figli di 18 e 14 anni, che hanno appreso la notizia della morte del loro papà mentre erano in classe. Sulla serranda abbassata della tabaccheria, un cartello: «Chiuso per lutto». A terra, mazzi di fiori e tanti bigliettini, per ricordare «un uomo buono e generoso con tutti».


I carabinieri e la polizia, stanno dando la caccia agli assassini. C'è una speranza, che le telecamere poste all'esterno della Banca popolare di Napoli, abbiano ripreso i volti dei due assassini, che hanno agito senza i passamontagna. Ma, le polemiche sulla sicurezza, sono divampate subito dopo l'omicidio del tabaccaio. Davanti al corpo di Gaito, la gente ricorda che «qui, una volta c'era un posto di polizia, ma lo hanno inspiegabilmente chiuso». Angelo Gaito, fratello di Francesco, non sa darsi pace: «La nostra famiglia ha sempre fatto del bene a tutti, aiutiamo i più poveri, non capisco il motivo di tutta questa violenza. Mio fratello non meritava questa fine».


09/10/07 - di Carmine Spadafora - ilgiornale.it

73enne muore per ritardo assistenza

(PRIMA) VITTORIO VENETO - Un altro caso di malasanità. Un uomo di settantatre anni muori in corsia. Ora la famiglia lamenta il ritardo nell'assistenza ed il difetto tempestivo di diagnosi che ha, verosimilmente, motivato l'assenza di accertamenti. Al tardivo intervento delle infermiere risponde il Primario, dichiarando che: "Eravamo intenti ad ovviare ad una emergenza di un malato deceduto alcuni giorni dopo". (PRIMA)


08/10/07 - primapress.it

Fallita la Fini-Giovanardi

Droga, Ferrero: «Fallita la Fini-Giovanardi, il proibizionismo è sconfitto»


Roma (Silvano Spanarello) - Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero boccia senza appello, alla luce dei risultati delle relazione per il 2007 sullo stato delle tossicodipendenze presentata al governo, la legge Fini-Giovanardi e rilancia il disegno di legge da lui proposto al consiglio dei ministri («fermo da mesi al preconsiglio») che detta le linee guida per scoraggiare l’abuso di alcolici tra i giovani.

«La relazione ha evidenziato la necessità di intervenire sulla materia droga – ha detto Ferrero – Per questo motivo auspico che il Consiglio dei ministri discuta rapidamente della nuova legge sulle tossicodipendenze» Il documento, che annualmente viene presentato al governo con l’intendimento di offrire un quadro conoscitivo specifico del fenomeno droga in base alle indicazioni fornite dall’Osservatorio Europeo sulle droghe, ha sostanzialmente confermato l’analisi dell’anno precedente, secondo la quale il consumo delle diverse sostanze psicoattive non solo non tende a recedere ma fa registrare un ulteriore incremento per quanto riguarda l’assunzione di cannabis e cocaina. L’ammontare dei costi sociali legati all’uso di sostanze illegali, sempre secondo le stime ufficiali, è stimato per il 2006 intorno ai dieci miliardi e cinquecento milioni di euro. Il ministro ha poi sottolineato come dalla relazione emerga «il completo fallimento delle politiche proibizioniste» e che «non sia corretto proporre oggi tali soluzioni a proposito dell’alcol»

Il disegno di legge presentato da Ferrero propone di vietare la pubblicita' degli alcolici che fanno riferimento al legame tra uso di sostanze alcoliche e successo della persona', e prevede, inoltre, l’obbligo di apporre sulle confezioni etichette informative sui rischi dell’alcol così come già avviene per il tabacco. «L'idea - ha spiegato il ministro - è quella riportare la pubblicita' degli alcolici al puro elemento informativo». A questo fine, l’ipotesi di novella legislativa prevede che la pubblicità sia limitata alle «informazioni sull'esistenza di un prodotto alcolico e sulle sue caratteristiche». Nel dettaglio, i limiti potrebbero riguardare tutte le bevande «con una gradazione superiore a 1,2: quindi birra, vino e superalcolici, allo scopo di rompere il legame che esiste nell'immaginario giovanile tra uso di sostanze e capacita' di costruire relazioni significative e di successo nel gruppo sociale».


09/10/07 - ifatti.com

Drammatica carambola in via Cadorna

Drammatica carambola in via Cadorna: la Rover di un indiano – ubriaco e senza patente – ha tamponato una Smart che invadendo la corsia si è scontrata con una Fiat Punto. Ferita una ragazza incinta


Crema - Guidava ubriaco, senza patente, e ha tamponato l’auto di una ragazza incinta.
L’indiano di 27 anni è stato denunciato dalla polizia. La ragazza è stata portata in ospedale per accertamenti. Via Cadorna e il ponte del Serio sono rimasti inutilizzabili per più di un’ora. Una delle principali vie di accesso alla città è rimasta paralizzata.
Questo il drammatico bilancio del tamponamento che si è verificato ieri sera alle 19.30 all’incrocio fra via Cadorna e via Cremona. L’indiano è arrivato con la sua Rover all’altezza del semaforo di via Cadorna e ha tamponato la Smart. Le auto procedevano dal centro verso la periferia della città. La Smart, a causa dell’urto, ha invaso la corsia finendo a sua volta contro una Fiat Punto che veniva dalla parte opposta. Si deve aggiungere che la Rover proveniva da piazzale Rimembranze dove sbandando qua e là aveva abbattuto diversi cartelli stradali. Proprio tornando indietro verso via Cadorna ha incontrato i malcapitati conducenti che ha tamponato. Provocando anche una coda di auto lungo via IV Novembre tanto che il passaggio sul ponte è rimasto bloccato. Una situazione di caos alla quale hanno messo fine gli agenti del commissariato che sono intervenuti dopo l’incidente.
Quando sono arrivati nel punto dello scontro, sono stati gli altri automobilisti a indicare il responsabile agli agenti: si tratta di un indiano di 27 anni. Guidava ubriaco. Aveva l’alito che puzzava di alcol e gli agenti non sono riusciti a sottoporlo all’etilometro a causa delle sue condizioni.
L’indiano era al volante della Rover ma non aveva la patente di guida. È ovviamente stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e guida senza patente. Ma c’è di più: nello schianto è stata coinvolta una ragazza incinta che stava rincasando e che abita nella via. La ragazza, che viaggiava sopra la Smart tamponata (foto sotto), è stata trasportata d’urgenza in ospedale. Le sue condizioni all’inizio sembravano preoccupanti ma, subito dopo il suo arrivo al pronto soccorso, ha fatto segnare dei miglioramenti.
Oggi è stata dichiarata fuori pericolo.


09/10/07 - cremaonline.it

Alcol, un cortometraggio ne denuncia il pericolo

Venerdì 12 Ottobre, alle ore 20.30, il Cinema Indipendente Ex-Onmi Alphaville di Campobasso ospiterà la presentazione del cortometraggio “La Finestra Sulla Libertà”.

Il corto, realizzato a costo zero, è il primo a livello nazionale ad affrontare il problema dell'alcolismo, dentro e fuori dal carcere, ed evidenzia la metodologia di recupero offerta dai Club degli Alcolisti in Trattamento.
La proiezione del corto sarà preceduta dall'intervento della Dott.ssa Angelica Romanelli, psicoterapeuta del Sert di Campobasso, servitrice insegnante del CAT Crisalide di CB e presidente dell'Arcat, Associazione regionale club alcolisti in trattamento.

Gli spunti forniti da Romanelli favoriranno il dibattito seguente la proiezione, a cui sono stati invitati l'Assessore Comunale alle Politiche Sociali e Giovanili, il Centro Sportivo Italiano provinciale e regionale, la Direttrice della Casa Circondariale di CB e la Caritas regionale.
La serata è organizzata per sensibilizzare l'opinione pubblica ad assumere un ruolo attivo su un problema grave, come quello dell'alcolismo, trasformatosi in piaga sociale e culturale.

Da sabato 13, il giorno seguente alla serata di presentazione, il cortometraggio sarà disponibile online, al prezzo simbolico di € 1,00 . Il 20% del ricavato andrà all'Arcat, il restante 80% servirà per auto-finanziare progetti futuri.

09/10/07 - vita.it

Basta guerre nel mondo!