Ubriaco alla guida ammazza una donna

E’ un gondoliere di San Polo: denunciato anche per omesso soccorso


I TESTIMONI. L’auto procedeva a zigzag è sarebbe sbandata poco prima di colpire a morte la ciclista sul cavalcavia di Pezzan Un veneziano di San Polo, ubriaco al volante, ha travolto e ucciso una donna trevigiana, Cristina Pattaro, 46 anni. L’incidente è avvenuto alle 19.30 di lunedì. La donna stava percorrendo in bicicletta il cavalcavia di Pezzan, a Villorba di Treviso, al fianco del marito, quando M.Z., 38enne, residente nel sestiere San Polo, l’ha centrata da dietro con la sua automobile, una Land Rover. Alle 0.20 il decesso in ospedale a causa dei gravi traumi. La donna lascia il figlio Carlo di 10 anni e il marito Ilario Piaser. L’alcol ha spezzato così un’altra famiglia: e questa volta è un uomo veneziano l’autore dell’omicidio colposo.


Lunedì sera il piccolo Carlo, 10 anni, stava attendendo il ritorno dei genitori da una gita in bicicletta: ieri si è ritrovato ad aspettare ancora, ma invano, mamma Cristina.Verso le 19.30 di lunedì Cristina stava facendo un giro nelle campagne trevigiane asieme al marito Ilario. Nelle vicinanze di Breda, i due avevano imboccato, uno a fianco all’altro, il cavalcavia di Pezzan per tornare verso la loro abitazione di Carità di Treviso. In quel momento stava sopraggiungendo nella medesima direzione M.Z., veneziano di San Polo, di professione gondoliere, 38 anni: era alla guida di una Land Rover. L’auto aveva una traiettoria irregolare, zigzagava, secondo testimoni. Un’ultima sbandata, poi la Land Rover ha falciato la bici di Cristina. Il marito Ilario, accodatosi a lei poco prima dell’impatto, ha fatto solo in tempo a vedere la moglie volare e finire a terra. Immediatamente ha chiamato i soccorsi, ma la situazione è apparsa gravissima. La donna era a terra e non si muoveva. In pochi secondi sono arrivati i medici del Suem. La donna è stata intubata e trasportata in ospedale: a mezzanotte e venti i medici hanno ufficializzato il suo decesso. E’ il marito della vittima, Ilario Piaser, a raccontare, con un filo di voce, i drammatici momenti dell’incidente: «L’investitore si è fermato: è sceso, ha farfugliato qualcosa, ho capito “Non mi funzionano i freni”, poi è risalito sull’auto ed è andato via. Un testimone è salito sul suo furgone e l’ha inseguito, fermandolo dopo 500 metri». Bloccato il fuggitivo, in evidente stato di alterazione alcolica, l’inseguitore è riuscito a riportarlo sul luogo dell’incidente. Qui gli agenti della Polstrada lo hanno subito sottoposto al test alcolimetrico: l’esame ha rivelato una percentuale di alcol nell’organismo del 2,55%, cinque volte oltre i limiti di legge. Il gondoliere veneziano era quasi in coma etilico. E’ stato denunciato per guida in stato di ebbrezza, per omicidio colposo e anche per il reato di omissione di soccorso. Gli è stata ritirata la patente e l’auto è stata posta sotto sequestro (per l’omissione di soccorso). Se le accuse fossero confermate al processo, rischia il carcere.


29/08/07 - espresso.repubblica.it

Ubriaca e contromano in corso Massimo d'Azeglio

TORINO
Ubriaca al volante, una donna guidava contromano in corso Massimo d’Azeglio, una delle arterie più trafficate di Torino: per questo motivo la procura ha chiesto e ottenuto il sequestro della vettura, applicando in maniera originale le nuove norme in materia di sicurezza stradale.

L’episodio risale ad alcuni giorni fa. A fermare la signora, nel cui certificato penale figura una condanna per omicidio colposo, erano stati i carabinieri, che ne avevano accertato l’ubriachezza. Poichè la pattuglia era priva di etilometro non è stato possibile accertare il tasso di alcol nel sangue, ma i militari, nel loro rapporto, hanno descritto il comportamento della donna come quello tipico di chi ha bevuto molto: «alito vinoso, occhi acquosi, difficoltà nel parlare».

Così come è stata formulata, la nuova legge prevede che se rifiuta di sottoporsi al test alcolometrico il guidatore può essere punito solo con una sanzione amministrativa. L’orientamento della procura capeggiata da Marcello Maddalena, però, è di aprire ugualmente il procedimento penale «per andare incontro - ha spiegato il magistrato - alle intenzioni del legislatore». Il fascicolo è stato gestito dal pm Patrizia Caputo, che è riuscita a ottenere dal gip Cristina Palmesino anche il sequestro della vettura.


29/08/07 - lastampa.it

Gli strani messaggi dei vescovi croati

Durante il Ferragosto alcuni vescovi croati si sono lasciati andare a dichiarazioni e messaggi controversi, attaccando le istituzioni internazionali, i media e la politica locale. Le reazioni degli opinionisti e dei politici nella cronaca del nostro corrispondente
L’ex presidente jugoslavo Josip Broz Tito è uguale ad Adolf Hitler, e i media croati sono governati da satana: sono solo alcuni dei messaggi scandalosi che i vescovi croati hanno inoltrato dall’altare durante la celebrazione della festa cristiana e nazionale del giorno della Madonna, il 15 agosto scorso. I vescovi hanno sfruttato l’occasione anche per fare i conti con gli omosessuali e gli antifascisti, e pure per impartire una lezione all’Unione europea. “L’Europa e le sue istituzioni”, ha detto il vescovo Juraj Jezerinac “tentano di rigettare Dio, diffondono uno stato di indifferenza religiosa, il secolarismo e la libertà incondizionata”. Jezerinac ha fatto sapere all’Europa che, se vuole sopravvivere, “deve fare ritorno alle proprie radici, cioè alla fede”.

Il vescovo di Zadar, Prendja, ha offerto al Tribunale dell’Aja la garanzia per la liberazione del generale Ante Gotovina, il quale dopo anni di latitanza è all’Aja in attesa dell’inizio del processo per crimini di guerra. Il vescovo di Djakovo Marin Srakic, di fronte a migliaia di credenti ad Aljmas, luogo di pellegrinaggio nella Slavonia orientale, ha rivolto al figlio di Branimir Glavas, in carcere in attesa del processo per crimini di guerra, un riconoscimento scritto per il contributo alla costruzione della chiesa del luogo.

“La Chiesa cattolica in Croazia oggi è una delle organizzazioni più rigide e antieuropee, e con queste sue posizioni non desidera certo il bene della Croazia”, afferma il noto commentatore del quotidiano “Novi List”, Branko Mijic. L’editorialista dello “Jutarnji list”, Davor Butkovic, però, analizzando le uscite dei vescovi croati durante la celebrazione della festa della Madonna, conclude che “la Chiesa cattolica in Croazia oggi è profondamente invecchiata” e che “si trova in una società moderna, post bellica e in crescita, fatto che conduce ad eccessi quotidiani, e che la rende sempre meno importante”.

Uno di questi eccessi è accaduto il giorno prima della celebrazione della festa della Madonna, durante la commemorazione dell’anniversario dell’operazione Oluja (tempesta), l’azione militare con cui la Croazia nel 1995 liberò Knin e il territorio dove i serbi ribelli nel 1991 formarono la cosiddetta Repubblica Serba di Krajina.

Parlando a questo incontro, al quale ha partecipato l’intero vertice statale croato, il vescovo di Sibenik Antun Ivas ha attaccato l’Europa, la NATO e il Tribunale dell’Aja, affermando che quelli che si trovano all’Aja “sono stati consegnati ad una giustizia mondiale selettiva che alla maggior parte dei popoli è incomprensibile”. Parlando dei negoziati della Croazia per l’ingresso in Unione europea, cosa che è in assoluto l’obiettivo più importante della politica estera del premier Ivo Sanader, Ivas si è chiesto “non sono forse i negoziati con l’UE un pericoloso modo di evitare le questioni importanti?” aggiungendo come in questi negoziati non ci sia risposta alla domanda “dove risiedono l’uomo e l’integrità della persona”.

A questa dichiarazione del vescovo di Sibenik ha reagito anche il premier Sanader. “Considero che ciò sia importante da dire, in particolare adesso che alcuni cercano di insinuare uno scoraggiamento sostenendo che, ecco, stanno processando noi croati, qualcun altro ci scriverà la storia perché ci sono alcuni accusati all’Aja, e non resta che vedere come finirà questo processo”, ha detto Sanader ai giornalisti dopo la celebrazione a Knin, polemizzando con il vescovo di Sibenik, aggiungendo che con l’ingresso nell’Unione europea e nella NATO la Croazia renderà più stabile la sua posizione internazionale, e che non c’è alcun timore che qualcun altro possa scrivere la sua storia, secondo quanto aveva alluso il vescovo Ivas.

Ma le reazioni alle dichiarazioni della maggior parte dei vescovi croati non giungono solo dagli opinionisti dei giornali e dai politici. Esse, a dire il vero non molte, si posso anche sentire provenire dalla stessa Chiesa croata. “La Chiesa con la celebrazione dei suoi misteri è uscita dall’ambito della Chiesa, orientandosi di più alla strada, al folclore e al divertimento che alla vita delle persone. La celebrazione della festa alla presenza dei leader politici e delle istituzioni statali non poteva passare senza fare sì che nell’anno elettorale anche l’altare diventasse un’occasione per i fini politici di certi gruppi”, dice il noto sacerdote di Spalato nonché sociologo don Ivan Grubisic.

Le dichiarazioni della maggior parte dei vescovi croati durante la celebrazione annuale della festa della madonna, oppure durante la commemorazione dell’anniversario della operazione militare “Tempesta” a Knin, non sono purtroppo delle novità nel comportamento di una parte della Chiesa cattolica. Durante il governo del presidente Tudjman, in cui la Chiesa aveva un grande appoggio, di gran lunga maggiore di quello su cui può contare tra le fila del governo attuale, venivano servite le messe in nome del capo ustascia Ante Pavelic, che si mise dalla parte dei nazisti nel 1941 e con l’aiuto dei quali creò lo stato fantoccio della NDH (Stato croato indipendente), 1991-1945.

Durante questo stato furono commessi gravi crimini contro i serbi, ebrei, rom ed anche contro i croati, soprattutto contro i comunisti che non avevano accettato il regime ustascia. Uno dei più grandi luoghi di esecuzione del regime di Pavelic fu il campo di concentramento di Jasenovac.

La Chiesa non ha mai giudicato fino in fondo e in modo chiaro questi crimini, e anche se alcune volte uno suoi gran dignitari lo ha fatto in modo timido, ha cercato sempre di relativizzare con i crimini del comunismo oppure con i crimini che i partigiani di Tito hanno commesso contro gli ustascia e contro i soldati della milizia territoriale durante la II Guerra Mondiale a Bleiburg.
La Chiesa durante la commemorazione dell’anniversario a Bleiburg è sempre stata molto rappresentata, cosa che non potremmo certo dire per Jasenovac.

Gli analisti credono che la dichiarazione di uno dei vescovi, secondo il quale i media croati sono governati da satana, è in realtà la vendetta per aver scritto apertamente sui casi di pedofilia all’interno della Chiesa croata, ma anche per gli scandali di corruzione che negli anni precedenti hanno scosso la sua Caritas. Sui media croati, da quando all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso è caduto il comunismo, non ci sono più testi che parlino della Chiesa nel modo in sui lo si faceva durante quel periodo. Piuttosto i media croati, così come non tacciono delle irregolarità nelle varie sfere della società, parlano apertamente di quello che accade anche nell’ambito della Chiesa cattolica.

29/08/07 - osservatoriobalcani.org

Il fenomeno "abuso sessuale"

In aumento il fenomeno dell' abuso sessuale compiuto da adolescenti nei confronti di coetanei e di bambini più piccoli

Resoconto della Società Europea di Psichiatria Infantile e Adolescenziale in corso a Firenze


Il rischio di abusi sessuali sui bambini non arriva solo dai pedofili, ma ora anche dai coetanei e presenta aspetti sorprendenti perché sta aumentando il numero di ragazzine autrici di violenze sessuali. Uno studio inglese, presentato dalla psichiatra Susan Baily al XIII congresso dell'Escap, la Società Europea di Psichiatria Infantile e Adolescenziale in corso a Firenze, mette in evidenza l'aumento degli abusi sessuali compiuti da adolescenti e pre-adolescenti nei confronti di coetanei o di bambini più piccoli di loro. In Gran Bretagna, il Governo, tra i primi in Europa, ha avviato un piano nazionale per il trattamento degli adolescenti che compiono abusi sessuali e gli psichiatri hanno cominciato a studiare il fenomeno. "E' molto più difficile individuare le autrici di questi reati perché il senso comune, il pregiudizio, ci suggerisce un pensiero: non è possibile che una ragazza compia questi atti - spiega Baily - Il risultato è che l'individuazione dei colpevoli, se si tratta di giovani ragazze, è meno semplice". In Gran Bretagna, riferisce Baily, il suo gruppo di lavoro ha esaminato 126 casi di adolescenti denunciati per abusi sessuali, 20 dei quali a carico di ragazze. "Dalla ricerca è emerso un dato per certi versi nuovo: non sempre quelli che abusano sono ragazzi che hanno subito abusi. Quindi un obiettivo primario è capire quale tipo di adolescenti compie reati sessuali". Sono state individuate tre tipologie di ragazzi o ragazze che compiono abusi sessuali. "Il primo - spiega Baily - ha disturbi di apprendimento: proprio per questo deficit hanno più facilità a relazionarsi con bambini più piccoli piuttosto che con i loro coetanei. C'é poi un secondo gruppo riconducibile a comportamenti di tipo delinquenziale. Per questi ragazzi l' abuso sessuale rientra in un quadro più vasto di atti di violenza. Il terzo gruppo, il meno numeroso, è composto da ragazzi che hanno disturbi mentali". Circa la metà dei ragazzi che hanno subito abusi sessuali, secondo la ricerca compiuta dalla dottoressa Baily, a loro volta diventano molestatori sessuali. E per abusi, in questo caso, non si intendono solo quelli sessuali. Un bambino molestato può avere subito anche 'solo molestie psicologiche o abbandono fisico. L'approccio in Inghilterra - spiega la psichiatra italiana Barbara Forresi - è meno condizionato dai pregiudizi e la legislazione consente percorsi alternativi a quelli della detenzione che in Italia noi non abbiamo. In Inghilterra, anche se è ormai avviato l'iter giudiziario c'é la possibilità per un minore che ha compiuto abusi sessuali di intraprendere strade alternative, di essere preso in carico dai servizi e dagli psichiatri per un percorso di recupero. In Italia, una volta che la macchina giudiziaria si è messa in moto non ci sono strade alternative. In più, dal momento che la ricerca non è favorita, sono molto più modeste le possibilità di capire i fenomeni nel momento in cui si stanno evolvendo ed esplicitando".


29/08/07 - valdelsa.net

Storie: costretta a prostituirsi, a 15 anni

Cronaca - Troppo giovane per riconoscere le false promesse d'amore del suo aguzzino, parte dalla Romania alla ricerca di un futuro "sicuro". Ad aspettarla a Roma, solo violenza


Roma, 29 agosto 23007- L'ennesima storia di violenza, prostituzione e promesse mancate. L'hanno ascoltata i carabinieri di Via Veneto, dalla voce di una ragazzina di 15 anni che ha avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino.

IL FATTO - Un cittadino romeno di 25 anni viene fermato dai Cc con le accuse di violenza sessuale, riduzione in schiavitù, induzione e sfruttamento della prostituzione. A denunciarlo e trovare il coraggio di raccontare la sua odissea è una adolescente che l'uomo, con la promessa di una relazione sentimentale duratura ed un lavoro sicuro, aveva condotto con sé in Italia dalla Romania.

L'ODISSEA - Giunti a Roma la ragazza, secondo quanto ha riferito ai carabinieri, viene prima costretta all'accattonaggio ed al borseggio. Poi, minacciata e picchiata per gli scarsi ''guadagni'' e, ancora, violentata ed obbligata a prostituirsi, tutte le notti, nella zona di Piazza della Repubblica.

L'EPILOGO - Grazie alle precise indicazioni da lei fornite in denuncia, i carabinieri hanno scovato e fermato il suo aguzzino, in un casolare abbandonato, nei pressi di Largo Preneste. Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati 5.000 euro e un'arma, una sorta di spada corta a lama larga e dritta.


29/08/07 - redazione.romaone.it

Parkinson: la metà dei colpiti ha una depressione cronica

Sanihelp.it - I risultati preliminari dello studio paneuropeo PRODEST-PD su 1016 pazienti con malattia di Parkinson, presentati all’11° Congresso dell’EFNS (European Federation of Neurological Societies) a Bruxelles questa settimana, hanno confermato non solo che i disturbi depressivi associati a questa patologia sono fortemente prevalenti, ma anche che quasi la metà (44,1%) dei pazienti trattati con antidepressivi hanno continuato a manifestare sintomi depressivi.

Sui 282 pazienti con un’anamnesi di depressione clinicamente diagnosticata, lo studio ha anche dimostrato che più della metà dei soggetti (54,3 %) presentava un punteggio elevato a livello degli assi 1 o 2 del DSM IV*, con ben il 66 % dei pazienti sottoposti a terapia con antidepressivi e con persistenza dei disturbi depressivi confermata nonostante il trattamento.

I sintomi depressivi correlati alla malattia di Parkinson possono sovrapporsi o addirittura confondersi con i disturbi di tipo motorio: è pertanto importante che i medici imparino a distinguere i sintomi in modo da individuare la terapia ottimale.
Pramipexolo, farmaco agonista dopaminergico non ergolinico, ha dimostrato di essere una terapia efficace per combattere i sintomi motori del morbo di Parkinson, e ora sappiamo che è anche in grado di migliorare i disturbi depressivi associati alla patologia.

I disturbi depressivi correlati al Parkinson sono stati analizzati anche nell’ambito di uno studio italiano chiamato PRIAMO. I primi risultati hanno dimostrato che i sintomi non-motori sono fortemente prevalenti nella patologia e che i pazienti possono presentare uno o più sintomi di questo tipo. I disturbi psichiatrici (ansietà e depressione) sono stati riscontrati con altissima frequenza e con un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti.

Le conclusioni tratte da PRIAMO sostengono i risultati dello studio PRODEST evidenziando la necessità di far fronte agli aspetti non diagnosticati e non trattati della malattia di Parkinson.


29/08/07 - di Roberta Camisasca - sanihelp.it

Psichiatria, psicologia e Diritti Umani

Psichiatria, psicologia e Diritti Umani: aspetti giuridici e sociali


FIRENZE. Personalità giuridiche e sociali a confronto contro la psichiatria che etichetta i bambini. Si è svolto, presso la Sala Presidenziale della Stazione Santa Maria Novella di Firenze, il convegno dal titolo “Psichiatria, psicologia e Diritti Umani: aspetti giuridici e sociali”.


Al convegno erano presenti: l'On. Francesco Lucchese, Deputato e membro della Commissione Affari Sociali della Camera; il Prof. Saverio Fortunato Specialista in Criminologia Clinica, Docente d'Indagine e Semeiotica del Linguaggio al Corso di Laurea Scienze dell'Investigazione Università di L'Aquila; l’Avv. Francesco Miraglia, la scrittrice Nunzia Manicardi che ha presentato il suo ultimo romanzo “Casi da Pazzi”, caso editoriale del momento, che ripercorre le scelte e le battaglie dell’Avv. Miraglia nella tutela dei diritti umani in psichiatria ed il Sig. Vincenzo Spavone rappresentante dell’Associazione Genitori Separati dai Figli. Durante il convegno, è stata ribadita l’inesistenza di basi scientifiche delle teorie psichiatriche e psicologiche. Ciononostante, si è sottolineato, queste discipline pretendono di essere in grado di poter valutare il comportamento umano nei campi legali, famigliari ed educativi che portano a drammatiche violazioni dei Diritti. Le perizie di psicologi e di assistenti sociali, sono responsabili dell’allontanamento di quasi 40.000 bambini dalle famiglie italiane, come ha detto il Presidente Spavone della GESEF, i quali vengono collocati in case famiglie che costano alla comunità svariati miliardi di euro senza contare il dramma e il dolore causato ai genitori e soprattutto ai bambini. Le stesse fallaci teorie sono alla base dei test psicologici che vengono somministrati in un enorme numero di scuole italiane con cui vengono etichettati come malati mentali migliaia di bambini che giustificano la prescrizione di psicofarmaci. L’On. Lucchese, come medico, nonno e politico, ha espresso grande preoccupazione per questa cultura psichiatrica, informando i convenuti che il convegno psichiatrico ESCAP sta chiedendo alle istituzioni di attivare urgentemente procedure per fare screening di massa sui bambini da zero fino a due anni con lo scopo di individuare precocemente situazioni a rischio di disturbi mentali. Ha letto due delle domande del test usato nelle scuole per l’ADHD: “spesso chiacchiera troppo?”, “spesso spiattella le risposte prima che abbiate finito di fare la domanda?”. Ha detto che l'On. Casini si comporta sempre così e meno male che non è stato trattato quando era piccolo dato che ora non avremmo un grande politico. Ha ricordato come l’assenza di basi scientifiche nelle perizie che portano all’allontanamento dei bambini dalle famiglie sono le stesse che sostengono le diagnosi. Il Dott. Ernesto Caffo, dal convegno psichiatrico ha dichiarato che circa un milione di bambini sono a rischio di malattie mentali. I bambini rappresentano per l’industria psichiatrica e farmaceutica un mercato dal valore economico enorme. Per questa ragione, l'On. Lucchese, ha ufficialmente annunciato la presentazione di un disegno di legge per risolvere questo problema e contrastare l’avanzare di questa cultura psichiatrica. Sia il Prof. Fortunato, specialista in criminologia e docente all’Università dell’Aquila, sia l’Avv. Miraglia del Foro di Modena, hanno espresso preoccupazione per il dilagare di periti e professionisti con lauree "fast food" che causano danni enormi nelle aule dei tribunali e la speranza di un ritorno a figure professionali preparate con la grande cultura della criminologia clinica italiana.


29/08/07 - pupia.tv

Malati di AIDS sepolti vivi

In Papua Nuova Guinea usa seppellire vivi i malati di AIDS, per non farli soffrire dicono. La verità è che esiste una grande ignoranza sui metodi di prevenzione e cura. La denuncia di una volontaria


Quando Margaret Marabe iniziò a fare volontariato per la Onlus Igat Hope ('Ho speranza'), non avrebbe mai immaginato il macabro scenario che si sarebbe presentato davanti a lei: malati di AIDS sepolti vivi. Secondo la Marabe, i familiari delle vittime si rendono colpevoli di questi omicidi perché hanno paura di contrarre la malattia stando a contatto con i malati. Molti abitanti della zona hanno confermato che la pratica di seppellire i malati ancora in vita è piuttosto diffusa.


Il sacerdote cattolico Jude Ronayne Forde, che dirige a Port Moresby un centro di assistenza ai pazienti di Hiv/Aids, ha detto al quotidiano che le notizie di persone sepolte vive restano non confermate, ma ha ammesso di aver appreso di casi in cui le persone contagiate sono state isolate dai familiari e lasciate morire, e di altri casi i cui sono state gettate in un fiume.
Padre Jude ha spiegato che i familiari hanno molta paura della malattia e non sanno come affrontarla, ma il governo e le agenzie delle chiese non fanno abbastanza per aiutarli. 'Le persone sono piuttosto ragionevoli quando si spiegano loro bene le cose, ma si lasciano prendere dal panico quando pensano che la morte e' nella loro casa e colpira' anche loro'.


Un recente rapporto delle Nazioni unite avverte che la Papua Nuova Guinea e' di fronte ad una catastrofe, essendo responsabile per il 90% delle infezioni da Hiv nella regione del Pacifico meridionale. Le diagnosi sono aumentate di circa il 30% ogni anno dal 1997 a oggi, e si stima che abbia contratto il virus circa il 2% della popolazione totale di sei milioni.


L'ignoranza sui metodi di prevenzione e cura dell'HIV è talmente diffusa che spesso donne accusate di stregoneria vengono torturate e uccise da gruppi di uomini che le ritengono responsabili della morte, apparentemente inspiegabile, di giovani colpiti dall'epidemia.


29/08/07 - gay.it

Afghanistan, record stupefacente

“La situazione è drammatica e peggiora di giorno in giorno: nessun altro paese al mondo, a parte la Cina di un secolo fa, ha mai avuto un così estesa superficie destinata a produzioni illegali”. Una produzione che “ha raggiunto livelli paurosi, raddoppiando rispetto a due anni fa”.
Con queste parole l’Ufficio Antidroga delle Nazioni Unite (Unodc) e il suo presidente Antonio Maria Costa hanno presentato il rapporto 2007 sulla produzione d’oppio in Afghanistan.
Superando di molto le più pessimistiche previsioni e stime degli ultimi mesi, il raccolto d’oppio afgano di quest’anno ha raggiunto le 8.200 tonnellate: il 34 percento in più rispetto alle 6.100 del 2006. Le piantagioni di papavero, che l’anno scorso ammontavano complessivamente a 165 mila ettari, quest’anno coprivano 193 mila ettari: il 17 percento in più.


29/08/07 - peacereporter.net

Moltiplicare Firenze

L’ordinanza del Comune di Firenze che vieta ai lavavetri d’importunare i cittadini ai crocicchi delle strade con la loro presenza petulante, sovente arrogante o addirittura violenta, mi sembra provvedimento di rilevante significato emblematico.

E’ un tentativo di realizzare, coi fatti, quella politica di tutela della sicurezza e della tranquillità dei cittadini che molti politici a parole auspicano ma che, apparentemente, pochi amministratori pubblici perseguono nella loro pratica quotidiana.

Iniziamo dal problema giuridico. Mi sembra che nel caso di specie lo strumento giuridico esista e sia stato usato in maniera corretta. La legge attribuisce al sindaco poteri d’intervento in materia di sicurezza e ordine pubblico sul territorio di sua competenza. La legge penale prevede a sua volta, con una disposizione di carattere generale, che è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a E. 206 chi «non osserva un provvedimento legalmente dato dall’autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene» (art. 650 c.p.). L’ordinanza legalmente data dall’autorità in una delle quattro materie menzionate diventa pertanto, automaticamente, sanzionata penalmente per legge. La Corte Costituzionale, chiamata anni fa a pronunciarsi sulla legittimità dell’art. 650 c.p., non ha avuto d’altronde dubbi: ha deciso che si tratta di disposizione compatibile con l’assetto costituzionale dello Stato di diritto, e cioè con i principi di riserva di legge e di stretta legalità in materia penale.

Si potrebbe, piuttosto, obbiettare che nel caso di specie si rischia d’introdurre un diritto penale a pelle di leopardo, perché ciò che risulterebbe penalmente sanzionato in certi luoghi non lo sarebbe in luoghi diversi, con la conseguenza di un’inaccettabile disparità di trattamento. La diversità di disciplina giuridica indubbiamente esiste. Non è, tuttavia, discriminatoria, e pertanto illegittima, poiché tutte le persone che dovessero infrangere il divieto stabilito in un certo territorio sarebbero comunque punibili.

L’ordinanza deve, d’altronde, essere emanata «legalmente», cioè nell’osservanza delle forme prescritte e in presenza della situazione di fatto che giustifica, ex lege, la sua emissione: nel caso di specie, l’esistenza di una riscontrata violazione della sicurezza dei cittadini e dell’ordine nelle pubbliche vie dovuta all’azione incontrollabile dei lavavetri. Se vi fosse infrazione di quest’indispensabile rapporto tra situazione di fatto e provvedimento amministrativo, esso potrebbe risultare illegittimo ed essere pertanto annullato dalla competente autorità giudiziaria a tutela della legalità dell’attività di governo.

Al di là delle possibili perplessità, nella vicenda della quale si discute, come in moltissimi altri casi d’emergenza, la questione di fondo non è, tuttavia, di carattere giuridico. È, piuttosto, questione di atteggiamento mentale, di volontà politica, di coraggio, talvolta, addirittura, di fantasia o d’intraprendenza. Quando si rilevano difficoltà o insufficienze nei diversi settori di amministrazione pubblica, si suole, immediatamente, fare appello alla necessità di riforme di legislazione. Si tratta di un approccio che, per chi governa, ha molte volte il vantaggio di accantonare i problemi, di non assumere responsabilità immediate con la scusa dell’inadeguatezza normativa, di scaricare su altri, e nel futuro, la loro improbabile soluzione. Ma governare è, in realtà, ben altro: è cercare di affrontare comunque le questioni urgenti, se possibile risolverle, eventualmente dominarle o quantomeno controllarle, facendo leva su tutti gli strumenti giuridici utilizzabili e su tutti i poteri di cui si dispone concretamente. Salvo evidentemente invocare, ma soltanto in un momento successivo, l’eventuale riforma legislativa ritenuta utile o necessaria per superare le specifiche difficoltà.

Con l’ordinanza di Firenze contro i lavavetri non si risolveranno ovviamente tutti i problemi dell’ordine e della tranquillità dei cittadini. Non è neppure sicuro che essa consentirà di risolvere lo specifico problema affrontato. Come dicevo all’inizio, si tratta comunque di un segnale d’inversione di rotta, di abbandono di stereotipi culturali, di reazione ad inaccettabili forme di tolleranza d’ogni illegalità diffusa, piccola o grande che sia. Di un segnale che, quantomeno su piano metodologico, dovrebbe essere pertanto assunto a modello generale di comportamento politicamente corretto.

Leggevo ieri sulle pagine del Corriere della Sera le parole del futuro probabile segretario del nascente Partito Democratico. Parlando di giustizia e di ordine pubblico, Veltroni ha detto: «Dobbiamo lavorare per la prevenzione, c’è un nesso tra delinquenza e povertà, per cui occorre affrontare la questione sociale che sta crescendo in Italia»; ma dobbiamo anche «lavorare per contrastare quanti violano la legalità», ed essere al riguardo «molto duri e molto severi», «non essendo possibile che un truffatore si arricchisca dalla galera, che un incendiario in galera non vada neppure, che circoli liberamente chi si è macchiato di pedofilia».

Parole politicamente correttissime, che si inseriscono a tutto campo nel filone testé tratteggiato. Purché, ovviamente, si sia, successivamente, in grado di gestire altrettanto correttamente il processo indicato, individuando gli strumenti utili o necessari per praticarlo nei singoli casi.

29/08/07 - CARLO FEDERICO GROSSO - lastampa.it

Ecopannolini protagonisti a Estate Bambini

Sabato 1 e domenica 2 settembre dalle 16 alle 20, allo stand allestito dallo Sportello Ecoidea nell’ambito della manifestazione del Comune di Ferrara “Estatebambini”, in piazza XXIV Maggio saranno presenti alcune ditte che commercializzano pannolini lavabili. Una soluzione che permette di avere estremi vantaggi in termini di salute per il bimbo e di risparmio economico per la famiglia, nonché di notevole riduzione dei rifiuti indifferenziati. Le ditte saranno a disposizione con cataloghi, dèpliant e illustreranno vantaggi e benefici di questa scelta.

A Ferrara e provincia nascono circa 2.500 bambini l’anno, che consumeranno mediamente 6.570 pannolini per un totale di 2.855 tonnellate di rifiuti, pari a oltre l’1% del totale dei rifiuti prodotti nel nostro territorio in un anno. Molti Comuni in Italia hanno scelto di incentivare economicamente le famiglie che decidono di utilizzarli.

Al link http://www.provincia.fe.it/ecoidea/eco-vetrine/vetrina.asp?Id=9 si possono trovare diverse indicazioni sull’utilizzo degli eco-pannolini e l’elenco delle aziende che li commercializzano.

29/08/07 - estense.com

Usa, scandalo sessuale a Washington

Senatore antigay molesta un agente


NEW YORK - Nuovo scandalo sessuale a sfondo gay a Washington, e ancora una volta sul banco degli imputati è finito un politico repubblicano: il senatore dell'Idaho Larry Craig, noto per le sue idee anti-gay, è stato arrestato in un bagno pubblico dell'aeroporto internazionale di Minneapolis per aver abbordato un poliziotto in borghese. L'episodio risale a giugno e in agosto il senatore si è dichiarato colpevole di condotta disordinata. "Ho sbagliato a farlo, volevo levarmi di torno la stampa che mi stava alle calcagna", ha detto oggi Craig, 62 anni, una moglie e tre figli adottati.

"Non ho fatto niente di male", ha proclamato il parlamentare a Boise, la capitale dello stato ultra-conservatore che lo ha eletto per tre volte al Senato di Washington. "Non sono gay, non lo sono mai stato", ha detto dopo che il giornale di Capitol Hill 'Roll Call' lo aveva ieri messo alla berlina costringendolo a dimettersi dal comitato per l'elezione dell'ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney alla Casa Bianca. La vicenda ha messo in grave imbarazzo il partito della Casa Bianca: la leadership repubblicana del Senato ha chiesto oggi una commissione di inchiesta etica sul caso.

L'11 giugno scorso un poliziotto in borghese stava sorvegliando un bagno maschile sospettato di esser teatro di attività sessuali gay quando Craig è entrato, si è seduto nel bagno accanto a quello dell'agente e gli aveva fatto 'piedino' da sotto la parete divisoria. Il senatore era stato immediatamente arrestato. "Lei non sa chi sono io", aveva detto il parlamentare mostrando il tesserino del Senato e denunciando "il completo malinteso". Il poliziotto non aveva fatto marcia indietro. Il senatore era stato poi rilasciato e condannato a una multa di 500 dollari e a dieci giorni con la condizionale. Per Craig e per il suo partito l'imbarazzo oggi è totale.


Il Washington Post e il giornale dell'Idaho The Statesman sono andati a ripescare vecchi incidenti: nel 2006 un attivista gay, Mike Rogers, aveva accusato il senatore di incontri sessuali con uomini nei bagni della stazione della capitale. Il portavoce di Craig ha definito la storia "completamente ridicola".
Ad aggravare lo scandalo è la facciata 'benpensante' del parlamentare. Craig è stato tra i crociati repubblicani che si oppongono a concedere diritti civili agli omosessuali, dal matrimonio al servizio militare, e aveva addirittura votato contro l'inserimento della violenza omofoba nella legge sui crimini dettati dall'odio, dall'intolleranza e dal razzismo.

Non è la prima volta che un parlamentare repubblicano finisce nei guai per uno scandalo gay: l'anno scorso l'amicizia particolare con alcuni stagisti del Congresso era costata la carriera al deputato della Florida Mark Foley. E non è neanche il primo episodio che vede l'ala 'benpensante' del partito di Bush nei pasticci per affari di 'buoncostume': in primavera Randall Tobias, lo 'zar' della castità dell'amministrazione e vice di Condoleezza Rice per gli aiuti all'estero, si era dimesso di punto in bianco dopo esser stato coinvolto in un giro di squillo di lusso.


29/08/07 - repubblica.it

18 anni di carcere per stupro non commesso

USA/ 18 ANNI IN CARCERE PER STUPRO MINORE, TEST DNA LO SCAGIONA


Goldsboro, 28 ago. (Ap) - Ha passato 18 anni in prigione per lo stupro di una ragazzina dodicenne. Dwayne Allen Dail è stato scarcerato oggi, dopo che un test del Dna ha provato la sua innocenza e individuato in un altro uomo, già in prigione per altri reati, l'autore della violenza sessuale commessa nel 1987.

Ad accusare Dail era stata la testimonianza della vittima, violentata da una persona entrata in casa da una finestra Un riconoscimento suffragato dalla 'compatibilità' di alcuni capelli trovati sul luogo del crimine.

Agli appelli di Dell perché qualcuno "ascoltasse il suo proclamarsi innocente" ha risposto nel 2001 un'organizzazione no-profit, la North Carolina actual innocence commission, che è riuscita ad ottenere un nuovo e scientificamente più probante esame del dna. L'uomo è uscito di prigione in lacrime, abbracciando il suo avvocato e subito dopo la madre: "Sono un uomo benedetto".

29/08/07 - notizie.alice.it

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