Dopo i due bicchieri guida a rischio

L’alcol è una sostanza psicoattiva che determina, nella maggior parte degli individui – quelli in stato di buona salute, che non presentano dipendenza da alcol e non assumono farmaci – immediati effetti piacevoli e aumento della socializzazione. Per tali ragioni, l’alcol viene spesso ritenuto soltanto una sostanza ad azione stimolante, mentre agisce anche deprimendo il sistema nervoso centrale (snc) in maniera dose-dipendente.
Dopo l’assunzione, l’alcol viene assorbito rapidamente, raggiunge il torrente circolatorio e si distribuisce in tutti gli organi e apparati. I livelli più alti di alcolemia vengono raggiunti dopo circa 30 minuti dall’assunzione, se avvenuta a stomaco vuoto, mentre l’assorbimento è più lento durante i pasti. L’alcol viene metabolizzato principalmente a livello epatico, a una velocità di circa 8 grammi all’ora. Per prevedere gli effetti indotti dal consumo bisogna quindi stimare la dose di alcol assunta e l’alcolemia raggiunta. Il calcolo è molto semplice: grammi di alcol assunti = gradazione alcolica della bevanda x volume consumato x densità dell’alcol (0.79) / 100.


Una reazione di eliminazione dell’alcol avviene anche a livello gastrico, ad opera di un enzima che agisce in misura minore nelle donne rispetto agli uomini. Questa è una delle ragioni per cui le donne, a parità di alcol assunto, raggiungono alcolemie più elevate rispetto agli uomini. In genere, il consumo di 12 grammi di alcol (pari alla quantità di alcol comunemente contenuta in un bicchiere di vino) – che determina un’alcolemia di 20-30 mg% - è già sufficiente per indurre evidenti alterazioni comportamentali e psicomotorie, che comportano un aumento del rischio di incidenti stradali. All’iniziale senso di benessere (che porta a sopravvalutare le proprie capacità di guida), seguono infatti un aumento dei tempi di reazione e una riduzione dell’attenzione, della concentrazione e della visione (sia laterale che notturna).
Negli Stati Uniti è stata adottata una linea di condotta estremamente severa nei confronti degli automobilisti fermati in stato di ebbrezza e gli intensi programmi di prevenzione hanno ridotto la frequenza degli incidenti stradali. In Italia il limite legale di alcolemia oltre cui scatta la guida in stato di ebbrezza è pari a 0,5 g/l (o 50 mg%); questo limite viene facilmente superato dall’assunzione di tre bicchieri di vino nell’uomo e due nella donna. Se l’alcolemia è superiore a 150 mg% si ha la guida in stato di ubriachezza. Allo scopo di contrastare il numero elevato di incidenti stradali causati dal consumo di alcol, anche l’Italia ha recentemente inasprito le sanzioni previste.


Giancarlo Colombo - 08/08/07 - almanacco.rm.cnr.it

Sicurezza stradale: gli interventi del Governo

Roma, 8 Agosto 2007 - Il decreto-legge sulla sicurezza stradale, approvato dal Consiglio dei ministri del 3 agosto e in vigore da sabato 4 agosto, è il provvedimento più recente adottato dal governo per ridurre gli incidenti sulle strade che, in questo periodo come è noto, si intensificano.


La scelta del Governo di inasprire le sanzioni per le violazioni al codice della strada e le nuove limitazioni alla guida, disposte dal decreto, hanno come obiettivo di limitare i comportamenti considerati più a rischio, come l'uso dei telefonini e la guida in stato di ebbrezza.


Presentazione
Il comportamento umano, è ormai accertato, rappresenta la più frequente minaccia alla sicurezza sulla strada. Ogni anno in Italia sono oltre 5mila le vittime di incidenti stradali, 20mila i disabili gravi, 300mila i feriti. Il fenomeno coinvolge soprattutto i giovani: gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i ragazzi tra i 15 ed i 29 anni.


Il Governo intende contrastare e ridurre, anche con il contributo degli Enti territoriali e locali, il numero degli incidenti sulle strade, agendo su due fronti:


- la prevenzione degli incidenti attraverso la conoscenza dei rischi, la promozione di buone pratiche e le informazioni per una guida più sicura;


- l’inasprimento delle sanzioni per le violazioni accertate al codice della strada.


Rientrano, in questo contesto, le iniziative e le misure approvate in questi mesi.


Le iniziative e le misure adottate
Il primo intervento è stato il varo, nel Consiglio dei ministri del 16 marzo scorso, del disegno di legge che inasprisce le sanzioni per alcune violazioni considerate fattori di rischio per la sicurezza stradale.


Il piano varato dal Governo contro gli incidenti stradali prevede anche l'intensificazione delle verifiche sulle strade da parte di polizia, carabinieri e guardia di finanza e un Codice etico di autoregolamentazione, concordato con la Conferenza Stato-Regioni, i ministri dell'Interno e per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive e le associazioni dei locali pubblici e delle aziende produttrici e distributrici di bevande alcoliche. Il codice prevede, tra l'altro, l'individuazione, all'ingresso delle discoteche, del guidatore al quale saranno somministrate solo bevande analcoliche. Le discoteche, inoltre, non favoriranno il consumo di bevande alcoliche con la promozione in offerte sottocosto o ad un prezzo inferiore a quello delle bevande analcoliche.


Sul fronte della prevenzione è particolarmente attivo il ministro per le politiche giovanili e le attività sportive (Pogas), Giovanna Melandri, che partecipa già da gennaio 2007 al Comitato interministeriale per la sicurezza stradale, in cui ogni ministero competente è chiamato a dare il proprio contributo per la realizzazione del Piano nazionale per la sicurezza stradale.


Il piano prevede cinque linee di intervento: programmazione; regolamentazione; formazione e sperimentazione; controlli; informazione e comunicazione. Il ruolo del Pogas, in questo contesto, si concentra sulla quinta linea di intervento, con un progetto di sensibilizzazione e informazione sulla sicurezza stradale.
La prima fase del progetto, che si realizzerà nei prossimi mesi, è l’avvio della campagna di comunicazione “La vita non è un optional”, presentata il 2 agosto scorso dai ministri dell’Interno Amato e del Pogas Melandri con una apposita conferenza stampa.
La campagna ha lo scopo di sensibilizzare i giovani italiani sulla sicurezza stradale, promuovendo la figura del “guidatore designato”, ovvero di chi si assume nel gruppo di amici la responsabilità della serata, evitando di bere alcool per poter guidare l’auto in sicurezza al rientro.


Nelle settimane precedenti, in prossimità delle vacanze estive, è stata lanciata dal ministero dei Trasporti – in collaborazione con la Struttura di comunicazione del Governo, il Dipartimento informazione ed editoria e con l'eccezionale patrocinio del Presidente della Repubblica – una inedita campagna di comunicazione sulla sicurezza stradale che ha avuto per testimonial le massime autorità dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio Romano Prodi, Ministri e Leader politici. Il senso del messaggio è quello del rispetto delle regole, per rispettare se stessi e gli altri, e della volontà del Governo di mettere la sicurezza delle nostre strade tra le massime priorità della sua azione.


Infine, alla vigilia dell’esodo di ferragosto, il Governo ha ritenuto opportuno varare un ulteriore provvedimento, immediatamente operativo, finalizzato a ridurre gli incidenti stradali che in questo periodo, come è noto, si intensificano.


Il decreto-legge, in vigore da sabato 4 agosto, anticipa alcune misure già previste dal disegno di legge governativo, attualmente all'esame del Parlamento. L'auspicio è che l'inasprimento delle sanzioni e le nuove limitazioni alla guida, disposte dal decreto, possano funzionare da deterrente per i comportamenti alla guida considerati non sicuri, come l'uso dei telefonini e lo stato psicofisico alterato causato da alcol o droghe.


www.governo.it - 08/08/07 - newsfood.com

Controlli sulla Regina, ritirate ventidue patenti

Sono numeri importanti quelli relativi ai controlli sulla Statale Regina nel mese di luglio. Ben 22 le patenti ritirate dalle forze dell'ordine e in particolare dagli agenti della polstrada, che fino al prossimo 30 agosto opereranno anche nel distaccamento estivo di Menaggio. I controlli sono scattati per 148 mezzi pesanti, 2008 automobili e 388 moto. Numerose le multe elevate, ben 378, che hanno portato come detto al ritiro di 22 documenti di guida e di 26 carte di circolazione. Soddisfazione per l'operato dei tutori della legge è stata espressa ieri dal prefetto di Como, Sante Frantellizzi. Il rappresentante del governo sul Lario alla luce del nuovo decreto del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, che inasprisce alcune norme del Codice della Strada, ha predisposto nuovi e mirati controlli sulla rete viaria provinciale. Sotto la lente in particolare il rispetto dei limiti di velocità e le condizioni di chi guida sotto l'effetto di alcol o di droga.


08/08/07 - corrieredicomo.it

L’anima venduta al diavolo

Non si può continuare a fare finta di nulla, a nascondersi dietro un dito. Le comunità di recupero hanno, da tempo, venduto l'anima al diavolo. Ovvero alla politica. Ed allora ecco che se Don Mazzi con Exodus sta a sinistra, Don Gelmini e San Patrignano stanno dalla parte opposta. Questo in cambio di un po' di aiuto, sia a livello economico che pubblicitario, e soprattutto di una buona dose di immunità. Perché di quello che succede dentro le comunità, dei metodi di recupero, ben poco è dato sapere: si parla di violenza, catene, botte da orbi. Non saremo noi a fare i moralisti, però, perché di fronte ai tanti successi di queste associazioni, vale più che mai il machiavellico “il fine giustifica i mezzi”. Quello che ci interessa è lo stretto rapporto tra politica e comunità. E questo connubio non è certo una forzatura giornalistica, perché le comunità possono essere equiparate, in termini elettorali, alle associazioni. Così come quelle sportive sono contese dal centrodestra e dal centrosinistra (soprattutto a livello locale, ancora di più nei piccoli centri), anche le comunità di recupero sono molto ambite: basta invitare ad una festa un Veltroni al posto di un Fini, tanto per fare un esempio, e la propaganda è servita.

Che queste onlus (o presunte tali) siano diventate dei veri e propri centri politici lo dimostra sia lo status televisivo assunto da Don Mazzi, sia gli attacchi che ricevette Muccioli senior (alcuni, da parte di giornali di sinistra, assolutamente indegni) che adesso il caso Don Gelmini. Sulla sua colpevolezza o innocenza si pronuncerà la magistratura, quello che interessa a noi è un'altra cosa: fino a che punto le comunità si trasformano in centri di potere. Sull'identità politica di Don Gelmini ci sono ben pochi dubbi: ai tempi di Bettino Craxi fece parte del Comitato nazionale del Psi, poi è sempre stato fedelmente al fianco della Casa delle Libertà. Ed avere alleato Don Gelmini non deve essere per niente male, visto che la comunità “Incontro” vanta oltre 250 centri in Italia e nel mondo, con una media di 12 mila ospiti l'anno. Proprio per il discorso fatto in precedenza, stiamo parlando di un grandissimo centro di potere, una vera e propria lobby.

Senza offesa per nessuno, perché nessuno vuole mettere in dubbio la buona fede di chi dedica la propria vita al sociale, ne vogliamo alludere ad appropriazioni indebite di denaro. Queste comunità ricevono tanto denaro, ma hanno costi di gestione altissimi. Non possiamo però negare che ai politici facciano tanto, ma proprio tanto, comodo: sia, come detto, per spostare voti, sia per darsi una ripulita d'immagine facendosi vedere impegnati (anche se poi nella maggior parte dei casi si limitano ad una donazione e ad un paio di visite l'anno) nel sociale. E, a proposito di voti, basta considerare che si è calcolato che nei quarant'anni di attività dei centri di Don Gelmini sono state 300mila le persone passate attraverso i suoi gruppi e Berlusconi ha perso le ultime elezioni per appena 26 mila preferenze. La Comunità Incontro è stata spesso sottovaluta, magari al confronto di San Patrignano, che è molto grande ed arriva addirittura a produrre vino di alta qualità, pellicce e ad allevare cavalli: ma lì siamo di fronte ad una sede, nel caso di Don Gelmini ad oltre 250.

Tutte queste considerazioni fanno nascere un sospetto: che dietro le accuse a Don Gelmini ci sia una questione di eredità.
Qualcuno mira all'impero delle comunità “Incontro”, un impero che – come visto – ha un grande valore strategico. Se sia una lotta interna al Vaticano (o al centrodestra stesso) oppure un tentativo di spostare le comunità incontro sull'altro versante politico è difficile da capire: fatto sta che sembra una lotta di potere per succedere a Don Gelmini, altro che presunta pedofilia. Senza contare che, queste comunità, svolgono anche un'attività – quella del recupero dei tossicodipendenti – che dovrebbe essere a carico dello Stato, il quale, però, è vacante. Dunque il giro è questo: fondi alle comunità (alle quali si dà mano libera), in cambio mi faccio pubblicità, raccolgo voti e loro (le comunità) fanno un servizio in cui io (Stato) sono carente. Sarebbe più logico che lo Stato si occupasse in prima persona di fornire questo servizio, verrebbero così meno tutte queste polemiche. Sarebbe più logico, appunto, e dunque assolutamente poco italiano.


08/08/07 - opinione.it

Nuovo scandalo preti pedofili

Nuovo scandalo preti pedofili, indagati tre salesiani


TORINO. Dopo la vicenda di don Pierino Gelmini accusato di abusi sessuali da due ex ospiti della sua comunità di recupero per tossicodipendenti, un giovane torinese Salvatore Costa, di 24 anni, arrestato pochi giorni fa per un tentativo di estorsione a 3 sacerdoti salesiani, accusa quest’ultimi di molestie sessuali.
Le violenze, a detta del giovane, sarebbero avvenute sin da quando era 15enne e si sono protratte fino a poco tempo fa. I protagonisti di questa oscura vicenda sono il monsignor Mario Vaudagnotto, 70enne parroco dell’elegante e seicentesca chiesa torinese di San Lorenzo, don Luciano Alloisio, economo del collegio Valsalice, prestigiosa scuola religiosa torinese, e un altro prete della diocesi. Costa era stato arrestato qualche mese fa per l’estorsione di circa 2mila euro a don Alloisio che, stanco delle incessanti richieste di denaro del giovane, si era rivolto ai carabinieri. Scarcerato poco tempo fa avrebbe ripreso ricattare il sacerdote chiedendogli altri 800 euro, e così sono scattati una nuova denuncia e un nuovo arresto. Ritornato dietro le sbarre, davanti al giudice Costa ha dichiarato: “Sono sposato e padre di due bambini, chiedo soldi nelle chiese per tirare avanti, ma ogni tanto faccio qualche lavoretto come idraulico. Devo pagare l'affitto e le bollette, e mi prostituisco con i preti da quando ero minorenne”. Poi, aggiunge che don Alloisio “frequentava anche altri ragazzi, in particolare romeni che si vendono in via Cavalli”. A seguito di perquisizioni a casa del parroco sono stati rinvenuti dei biglietti che il Costa chiamava “ricevute”, ossia dichiarazioni scritte dietro pagamento del silenzio e che riportavano frasi del tipo “Non ho mai avuto rapporti sessuali con Alloisio” oppure “Mi sono inventato tutto”. In seguito a questa deposizione don Alloisio è stato iscritto nel registro degli indagati per pedofilia e induzione alla prostituzione di minorenne.

di Andrea Barbato del 8/08/2007 - pupia.tv

Cremona: violenta ex moglie con figlio in casa

CREMONA - Con la scusa di fare visita al figlio di sette anni, un uomo di 37 anni si e' introdotto nella casa dell'ex moglie a Gadesco, in provincia di Cremona. Una volta dentro l'ha violentata, con il bambino in casa. Quando nel pomeriggio l'uomo se ne e' andato, la donna, un'albanese di 35 anni, si e' rivolta ai carabinieri. Gli accertamenti clinici hanno dato esito positivo. L'uomo, originario del napoletano, e' stato intercettato e denunciato per violenza sessuale e minacce. (Agr)


08/08/07 - corriere.it

L'estate allontana l'osteoporosi

L’estate fa bene alle ossa grazie al sole, così come una dieta ricca di calcio e passeggiate all’aria aperta tengono lontana questa patologia ossea. Le vacanze possono dunque trasformarsi nell’occasione per mettere a punto la ricetta per prevenire l’osteoporosi. È quanto sostengono gli esperti del Centro di riferimento regionale per l’osteoporosi del Veneto. “I raggi solari favoriscono la produzione di vitamina D da parte dell’organismo, indispensabile per l’assorbimento del calcio. Anche camminare almeno mezz’ora all’aria aperta stimola l’intero metabolismo e quindi quello del tessuto osseo", dicono dal Centro. Un altro elemento fondamentale nella prevenzione dell’osteoporosi consiste in una dieta bilanciata: il nostro organismo, infatti, ha bisogno di un adeguato apporto alimentare quotidiano di calcio (normalmente: 800 mg al giorno, con l’allattamento e la menopausa: 1200 - 1600 mg al giorno). Oltre alla quantità di calcio presente negli alimenti - latte e derivati, pesce azzurro, legumi, vari ortaggi e frutta (mele, pere, fragole e ananas) - è importante quanto ne viene effettivamente assorbito e utilizzato dall’organismo. Bisogna bere tanta acqua, scegliendo una minerale che contenga oltre 300 mg di calcio per litro.


L’osteoporosi è una patologia provocata da una progressiva riduzione di calcio nelle ossa, che causa un indebolimento e una maggiore fragilità dell’osso, con conseguente rischio di fratture sia spontanee sia provocate da cadute o traumi. In Italia oltre otto donne su cento dichiarano di avere l’osteoporosi. Un dato Istat sicuramente sottostimato non solo perché si riferisce al 2000 (ultimo disponibile) ma anche perché, come ha dimostrato una recente indagine dell’Istituto superiore di sanità, solo una donna su due affetta da osteoporosi sa di esserlo. Dall’indagine "Le italiane e l’osteoporosi", condotta dalla Manners Ardi nel 2006 su 1621 donne in tutte le regioni italiane, emerge che Lazio insieme ad Emilia Romagna, Lombardia e Veneto sono le regioni in cui si effettuano maggiori controlli (circa il 34 per cento). Inoltre recenti studi epidemiologici sulla conoscenza, gli stili di vita e il comportamento degli italiani rispetto all’osteoporosi hanno dimostrato che chi conduce una vita all’aria aperta rischia meno di essere colpito da osteoporosi.


fonte: Il Velino - 08/08/07 - online-news.it

Avril Lavigne; ho registrato ubriaca l’ultimo cd

8 agosto 2007 alle 11:59 — Fonte: repubblica.it


La popstar Avril Lavigne ha rivelato di aver registrato buona parte del suo nuovo album in stato di ebbrezza: la canadese si presentava puntualmente in studio ubriaca, costringendo i tecnici a frequenti ripetizioni delle registrazioni.

Lo ha rivelato la stessa artista ad ‘Interview magazine’, che ha fatto un vero e proprio elenco degli alcolici che consumava prima di entrare in studio: ‘Limoncello, vodka e birra’. L’alcol però, ha aggiunto Avril, ‘era bandito quando dovevo registrare le canzoni piu’ lente che richiedevano una interpretazione più emotivà. La Lavigne ha anche assicurato di non essere mai salita sul palco ubriaca durante i suoi show: ‘Non mi piace bere prima di esibirmi dal vivo, perche’ rischio di dimenticare le parole delle mie canzonì.

08/08/07 - news.kataweb.it

Pedofilia: premio a don Di Noto

PEDOFILIA: PREMIO DIRITTI UMANI A DON DI NOTO


(AGI) - Palermo, 8 ago. - “La Sicilia e i siciliani dicono grazie a don Di Noto e alla sua Meter onlus per la grande opera intrapresa contro la pedofilia, a tutela e difesa dei diritti dell’infanzia”: con questa motivazione verra’ consegnato il “Premio sui diritti umani e civili” a don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter, nell’ambito di una manifestazione ad Acicatena (Catania) il dodici agosto prossimo. “I diritti umani e civili dei bambini -afferma il sacerdote- non sono totalmente attuati se pensiamo alla condizione della loro vita e come dagli stessi governi, organizzazioni criminali vengono trattati, cioe’ dire come merce e non come persone. Lo sviluppo e il benessere passa attraverso la promozione di una economia per l’uomo e non contro l’uomo. Non posso che ringraziare a nome di tutti i volontari di Meter conclude don Di Noto- la Regione Sicilia, il Comune di Acicatena, per questo prestigioso premio che ci consola e ci da’ maggiore slancio per difendere i piccoli e i deboli”. (AGI)


Rap - 08/08/07 - economia-oggi.it

Autismo, il giorno dell'orgoglio: siamo normali

Il movimento nato sul Web per ottenere maggiori diritti si incontra in Gran Bretagna: centinaia con le proprie famiglie. Gareth Nelson, 18 anni: "Noi handicappati? No, soltanto una diversa varietà umana. Non malattia ma modo di vita". Dal Corriere della Sera...


LONDRA - Saranno centinaia, con le loro famiglie. Con mogli, mariti e figli. Questa mattina si ritroveranno a Radstock, un tranquillo posto di campagna nel Somerset, scelto perché pieno di spazi aperti e privo di luci fluorescenti o fonti di rumore e disturbo, e staranno insieme per 3 giorni filati: ma perché lo vogliono loro, spiegano, non perché qualcuno li obblighi o abbia consigliato questa riunione come una cura. «Staranno insieme come hanno già fatto l'anno scorso, e nel 2005. Come faranno anche nel 2008, scadenza per la quale già si prepara un nuovo programma di riunioni. E come hanno fatto anche poche settimane fa, il 18 giugno, per l'Autism Pride Day, il giorno dell'orgoglio autistico, con richiamo non casuale al Gay Pride.Loro, quelli dell'Autism Network International, del Fronte di liberazione autistico, o delle molte altre organizzazioni sorte negli ultimi anni in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, rivendicano infatti l'orgoglio di una condizione che, nella media dei casi, sostengono non diversa e tantomeno inferiore a quella degli «altri»: non una malattia o un handicap, ma ? spiega uno dei loro portavoce ? «un modo di vita che ha una propria cultura e una propria storia».Di questo è convinto anche Gareth Nelson, diciannovenne autistico intervistato ieri dal Guardian: «Non penso che si debba curare qualcosa che non è puramente negativo. Perché io non vedo l'autismo come un handicap, piuttosto come un'altra varietà umana. Tuttavia, è vero che noi possiamo sembrare diversi dagli altri, o comportarci comunque in modo diverso, e in ciò può esservi qualche rischio di discriminazione.

In un colloquio di lavoro uno di noi può avere ottime referenze ma poi non riuscire a guardare negli occhi la persona che lo intervista. E in questo caso, probabilmente, non avrà il posto per il quale si è candidato».«Oggi ? dice un altro autistico, il fotografo Laurence Arnold ? capita perfino di sentire giustificare certi delitti come "una forma di autismo". L'ho sentito dire per l'assassino che ha compiuto il massacro all'università della Virginia. Ma noi siamo come tutti gli altri, buoni e cattivi, con gli stessi codici morali e lo stesso timore delle punizioni».Nel mondo anglosassone, gli autistici hanno oggi siti Web, scuole e corsi universitari (per esempio una già rinomata «Scuola per la valorizzazione e l'indipendenza degli autistici » nello stato di New York, creata da autistici e per autistici). È soprattutto su Internet che si respira la nuova sensazione di libertà: «Perché là si può dialogare senza un contatto diretto». In rete, il Fronte di liberazione offre perfino magliette con le scritte: «Io sono una persona, non un enigma», o «Non riuscire a parlare non è lo stesso che non avere nulla da dire ».Ventimila sono gli iscritti all'Aff, il Movimento inglese per i diritti degli autistici, che raccoglie anche persone con la sindrome di Asperger (gli aspies) o con forme compulsive o ripetitive nei movimenti e nella comunicazione.Quelli dell'Aff, uomini e donne che secondo le statistiche hanno spesso una propria famiglia e quasi sempre un proprio lavoro, dicono di non volere medicine, programmi di prevenzione, ricerche genetiche sulle cause o sulla predisposizione a certi disturbi.«Soprattutto non vogliamo che si parli di diagnosi prenatali, di selezioni genetiche». Ma solo di «conoscenza e dialogo». Non cercano fondi per tutto il resto. E soprattutto non vogliono che qualcuno li cerchi a nome loro. Altri, di altri gruppi, segnalano invece il «pericolo dell'isolamento » o dell'«ingenuità politica » di certi attivisti, e polemizzano con loro: un altro segnale del fatto che, tutto sommato, questo non sembra davvero un mondo a parte. Oggi a Radstock saranno benvenuti ospiti e osservatori, ma non esperti «di fuori». «È un'iniziativa organizzata da autistici, per gli autistici ». Dibattito senza rete, ma con qualche regola fissa: silenzio garantito a chi vuole il silenzio, nessun obbligo di presentarsi e conoscere gli altri, nessuna «pressione a socializzare». Titolo ufficiale dell'appuntamento: «Autscape».


08/08/07 - superabile.it

Tratta e prostituzione

Tratta e prostituzione : Veneto approva progetti sociali


La Regione Veneto ha approvato undici i progetti obiettivo destinati a iniziative di prevenzione, tutela, contrasto e recupero di persone soggette a fenomeni di abuso e sfruttamento sessuale, come prevede la legge regionale n. 41 del 1997. Il provvedimento prevede uno stanziamento di 450 mila euro.

I progetti - come ha spiegato l'Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi - avranno "requisiti specifici tra cui la realizzazione di una rete antiviolenza di protezione ed accoglienza delle donne vittime; un raccordo con le Forze dell’Ordine e la Magistratura per agevolare la fuoriuscita dalla strada delle vittime e l’accesso a programmi di protezione sociale; la realizzazione di percorsi di inserimento sociale e lavorativo; le iniziative di accoglienza tramite interventi di segretariato sociale e di comunità e gruppi famiglia; la mediazione dei conflitti".

Nell’aprile scorso la giunta veneta ha approvato i criteri e le modalità per il finanziamento dei progetti obiettivo per il 2007. Con la legge regionale n.41 – ha spiegato ancora Valdegamberi – "abbiamo costruito sinergie fra enti pubblici e privato sociale, per combattere l’abuso e lo sfruttamento sessuale, ma anche per prevenirlo. Le azioni scaturite rappresentano un lavoro prezioso, espressione di una comunità locale capace di prendersi a cuore i cittadini più deboli e di farsi carico della promozione e della tutela dei loro diritti".

I destinatari dei contributi sono, fra gli altri, il Comune di Padova, per il progetto “Under the moon”, il Comune di Rovigo, per il progetto “Progetto Venere 3”, il Comune di Conegliano (Tv), con il progetto “Trafficking 3”, il Comune di Venezia, per il progetto “Prostituzione straniera e tratta”, l'Ulss 12 Veneziana, per il progetto “modello di gestione degli interventi sociosanitari nell’ambito della prostituzione migrante nel sistema di economia e salute” e il Comune di Vicenza, progetto “ADSL: strategie di azioni di sostegno delle vittime della tratta”.

08/08/07 - osservatoriosullalegalita.org

Imparare a convivere con il diabete

Modena - Si è svolto a Pugnochiuso-Vieste l’annuale campo scuola per ragazzi affetti da diabete insulino-dipendente, organizzato congiuntamente dalle Cliniche Pediatriche di Modena e Bologna e dai reparti di Pediatria di Ravenna, Cesena, Forlì, Rimini con il sostegno dell'Assessorato alla Sanità della Regione Emilia Romagna che ha visto la partecipazione di oltre 100 ragazzi, dai 10 ai 18 anni, affetti da tale malattia.


Grazie a questa iniziativa – sostenuta a livello locale dalla Professoressa Fiorella Balli, Direttore della Struttura complessa di Pediatria, e dall'equipe dell'Ambulatorio di Diabetologia Pediatrica (Professor Lorenzo Iughetti, Dottoressa Barbara Predieri, Dr Sante Lucio Cantatore, Dr.ssa Francesca Pellicanò, Dr.ssa Elena Mazzali, Dr.ssa Fabiana Zani, e l’infermiera professionale Maria Cifuni) – i ragazzi modenesi affetti da diabete insulino-dipendente hanno avuto modo di imparare a gestire meglio la loro malattia e a diventare protagonisti nella costruzione della loro salute.
Scopo di questo tipo di campo scuola, infatti, è impegnare i giovani diabetici in attività educative, ma anche ricreative e sportive, dimostrando la loro compatibilità di vita con il diabete. Per questo l’iniziativa, intesa in origine come supporto alle famiglie con bambini diabetici, è ormai riconosciuta come momento fondamentale ed insostituibile nel processo educativo del paziente diabetico dalle principali istituzioni diabetologiche internazionali (American Diabetes Association, International Diabetes Federation, International Sociaty of Paediatric and Adolescent Diabetes).

Anche la Regione Emilia Romagna ha da tempo colto l’importanza di tale esperienza formativa e ha garantito la copertura finanziaria anche per i prossimi anni. C’è da aggiungere che i campi scuola possono favorire la formazione e l'arricchimento professionale di figure professionali operanti in diversi settori socio-sanitari: medici, specialisti in formazione, allievi dei diplomi universitari (ad es. infermieri, tecnici dietisti, assistenti sociali, assistenti sanitarie visitatrici) e consolidare i rapporti con il team pediatrico diabetologico (TPD).
L’ambulatorio di Diabetologia pediatrica del Policlinico, diretto dal Professor Iughetti, segue a tutt’oggi un centinaio di bambini. Ogni anno si registra una decina di nuovi casi di malattia diabetica, insulino-dipendente tra cui, quest’anno, quattro bambini con un’età inferiore ai tre anni: questa tendenza al ribasso dell’età di esordio della malattia - sebbene in linea con le statistiche nazionali - si avvia a porre non pochi problemi di assistenza.


08/08/07 - bologna2000.com

GIOVANI - Droga e alcol: il disagio avanza

Disagio giovanile, un argomento che coinvolge pesantemente anche San Marino. Il fenomeno confermato attraverso uno stage formativo curato dall’Ufficio Stampa del Congresso di Stato, all’interno di un programma della Segreteria di Stato per l’Istruzione.

Lo studio è stato effettuato da cinque giovani ricercatori che hanno analizzato le notizie pubblicate dai giornali dell’area sammarinese. (…) quello che più colpisce dalla ricerca effettuata è il fenomeno dell’abuso di alcol: «Chi non beve è praticamente tagliato fuori dal branco». Un fenomeno favorito dalla stessa normativa: facilità di acquisto di alcolici, pochi controlli, ma soprattutto il tasso alcolico permesso più alto che oltre confine. (…)

Ma il dato più sconvolgente è relativo al binomio ‘sesso e droga’ e dai filmati con i cellulari messi in circolazione risulta prepotentemente la voglia di voyeurismo in molti ragazzi e la loro convinzione che l’apparire abbia un ruolo principe nella società. (…)

Dall’indagine effettuata è pure evidente una notevole perdita di autorità da parte della famiglia che, comunque, resta sempre il rifugio in cui i giovani (la fascia d’età nell’inchiesta è fra i 12 ed i 30 anni) si sentono realmente protetti.

Concludono i cinque giovani ricercatori (Angelica Bezziccari, Martina, Bollini, Fabiola Conti, Alice Fedele e Gioele Santi): «La normalità non fa notizia. E’ la cultura del denaro a giocare un ruolo decisivo nel consumo delle merci da sballo. Il solo parlare di cocaina venduta a prezzi più accessibili incrementa la domanda. La trasgressione ormai è consuetudine; i tanti ragazzi che conducono una vita tranquilla non sono considerati».

g.m.f. – Il Resto del Carlino – Rimini - sanmarinonotizie.com

«Harrison e Clapton, la droga fu colpa mia»

Le rivelazioni dell'autobiografia: «Ero moglie di George, amavo Clapton. Anni di stupefacenti e rivalità per colpa mia»


LONDRA — «Non posso vivere senza di te», disse Eric. «Sei pazzo? Io sono sposata con George», rispose Pattie dalle lunghe gambe, dal magnifico seno e dal nasino all'insù. Allora «lui tirò fuori un pacchetto dalla tasca e me lo mostrò: se non fuggi con me, allora io prendo questa». «Che cos'è?». «Eroina». «Non fare lo stupido». «No, è proprio così, è finita». Poi l'innamorato respinto se ne andò, «e non lo vidi più per 3 anni: fece quel che aveva minacciato, diventò schiavo dell'eroina. Ma lui e noi tutti prendevamo già un sacco di roba: cocaina, marijuana, stimolanti, tranquillanti...». «Noi tutti»: Pattie Boyd, l'ex bellezza oggi sessantenne che racconta, nelle sue memorie dal titolo «Meraviglioso oggi», in uscita a Londra il 23 agosto; e il suo amante (alla fine non lo respinse più) Eric Clapton, che per lei compose «Layla »; e suo marito George Harrison, bardo- poeta dei Beatles che per lei compose invece «Something», 150 versioni in 40 anni, secondo Frank Sinatra «la più bella canzone d'amore mai composta in tutti i tempi». «Layla» di Clapton, «Something» di Harrison, scusate se è poco.


Per non parlare di certe lettere strazianti di Eric, che riemergono dal passato: «Cara Layla, perché esiti ancora? Sono forse brutto, sono un povero amante, o troppo debole? Se mi vuoi prendimi, io sono già tuo...». Il marito non era meno romantico. «George mi suonava sempre "Something" in cucina », spiega ancora Pattie. Ma poi, aggiunge, il sornione usciva dalla cucina e andava in camera da letto con Maureen, la moglie di Ringo Starr, con Krissie, la moglie di Ronnie Wood degli Stones, e con tante altre («George era affascinato dal dio indù Krishna, quello sempre circondato da giovani ancelle. Quando tornò dall'India, voleva essere una specie di Krishna, un essere spirituale con tante concubine: mi disse proprio così»). E tutti gli amici di contorno? Una parata di stelle, di grandi ispirati e grandi allucinati, a volte di grandi fresconi: Paul e Ringo e John, Brian Epstein, Keith Richards, Joe Cocker, Jimmy Page, i monaci veri o presunti di Krishna, il dottor John Riley, dentista personale di George che gli serviva il caffè all'Lsd; e Margaret, la sua donna delle pulizie che quando arrivava in visita John Lennon lo accoglieva sempre con la stessa richiesta: «Ha mica una di quelle sue simpatiche pastiglie?»; e poi, racconta ancora Pattie, «puliva tutta la casa a razzo, come un'invasata».



Insomma: sesso, droga e rock and roll, secondo la vecchia formula di un'intera generazione, anni '60-'70. Malinconia, splendore, spreco e follia, dolcezza e sopraffazione: ogni nome un rintocco e una stretta al cuore, per chi ricorda e ha l'età giusta; ma forse anche per qualche figlio o nipote, che conosca la storia del rock. Nel 1966, Pattie che ha 21 anni sposa George che ha 22; nel 1970, Pattie ascolta per la prima volta Eric, il miglior amico di George, che le canta «Layla», «guardandomi in faccia»; e all'ultimo accordo gli cade fra le braccia: «Lui voleva spingermi in una direzione verso cui io non volevo certo andare. Ma quando mi resi conto che io avevo ispirato una tale passione e creatività, la canzone mi stese. Non potei resistere un minuto di più». Più tardi, a una festa, George fissa i due colombini in mezzo «a una folla di ospiti, in maggioranza drogati»: «Ehi, voi, che succede? ». «Amico, succede che io amo tua moglie e lei ama me», risponde Eric.


È solo l'inizio della storia. Seguono anni di tira e molla, di appuntamenti clandestini nei boschi e di sniffate ufficiali a casa, di triangoli amorosi e triangolazioni di chitarre: come quella notte che Eric e George si sfidano, chitarre fra le braccia, «come due cavalieri del ‘700» in un'improvvisazione musicale dopo l'altra davanti all'amata che ascolta, «e la mia sensazione fu che avesse vinto Eric». Anni stralunati: George è spesso «molto depresso... prendeva troppa cocaina e penso che la cocaina abbia anche cambiato la sua personalità». Eric, ripulitosi dall'eroina prediletta tipo «Elefante Bianco», sprofonda a sua volta nella vodka. La villa gotico- vittoriana di Friar Park, con le sue 25 camere da letto dove tutti si incrociano, è «un manicomio, dove noi eravamo perennemente ubriachi e drogati». La fine della storia, o almeno delle memorie di Pattie, è nel 1974, quando George dice a Ringo che ama sua moglie («Nothing is real, nothing is real...», canticchia Ringo di risposta); e quando Pattie smette di porsi domande: «Sarei andata con Eric, che per me aveva scritto la canzone più bella, e per me era andato e tornato dall'inferno in quegli ultimi 3 anni?...». Si decise, raggiunse l'amante in America: «Il che significò: bere, bere, bere». Il resto fu rock, ancora e sempre.


Luigi Offeddu - 08 agosto 2007 - corriere.it

Gaza, un razzo uccide due bimbi

GAZA - Centinaia di persone hanno preso parte ieri pomeriggio nella Striscia di Gaza ai funerali dei due fratellini palestinesi rimasti uccisi nell'eplosione accidentale di un razzo Qassam.
La piccola Hala Kafarna, 6 anni, e il fratelino Islam di 9 sono stati sepolti nel cimitero di Beit Lahiya, nel Nord della Striscia.
Alle scene di disperazione della madre e delle altre donne della famiglia, si sono aggiunte quelle del padre sul quale sembra ricadere la principale responsabilità della tragedia: secondo numerose testimonianze l'uomo apparterrebbe infatti ad un gruppo armato palestinese che gli aveva affidato in custodia un razzo Qassam destinato a essere impiegato in uno dei frequenti attacchi compiuti contro il territorio israeliano.
L'uomo aveva nascosto in casa l'ordigno ma i fratellini lo avrebbero trovato: giocandoci intorno, ne avrebbero così provocato l'esplosione. Altri cinque bambini (fra cui alcuni cuginetti) che si trovavano a breve distanza, sono rimasti feriti.
Anche le forze di sicurezza di Hamas che controllano la zona e che sostengono di aver avviato un'indagine, propendono per questa ricostruzione. Non ha trovato invece finora conferma l'ipotesi che il razzo Qassam fosse stato sparato in direzione di Israele, e che per un errore di traiettoria sia invece finito sulla casa dove Hala e Islam stavano giocando, rimanendo uccisi.
Lanci di uova, colate di olio e nuvole di farina riversate su agenti di polizia e soldati a Hebron, dove tre famiglie di coloni israeliane sono state faticosamente evacuate dalle case che occupavano illegalmente nel vecchio mercato generale di Hebron.
Sono stati tremila gli uomini mobilitati dal governo israeliano per far eseguire una decisione dell'alta corte di giustizia, ma anche per dimostrare concretamente che qualcosa (non solo politicamente) sta cambiando anche negli impegni presi con i palestinesi.
L'operazione di "sfratto" dei coloni è iniziata questa mattina poco prima delle 6:00 quando un primo gruppo di agenti della polizia di frontiera si è avvicinata agli edifici da liberare, svegliando le famiglie e chiedendo loro formalmente di abbandonare le case.


Pronta la reazione: centinaia di altri coloni (a Hebron ne risiedono ancora 650 protetti da 5mila soldati) si sono scagliati contro le forze di sicurezza.


08/08/07 - corriere.com

Le illusioni della «nuova stagione»

Internet è un meraviglioso strumento «anarchico»: ognuno può inserirvi ciò che desidera e saranno poi i navigatori a decretare il successo dei contenuti. Anche Walter Veltroni ha cominciato ad utilizzare il web, con La nuova stagione. Vediamo di cosa si tratta. Navigando sui siti d'attualità politica, è facile imbattersi in quello creato per promuovere la candidatura del sindaco di Roma alla guida del Partito Democratico. Il sito web in questione s'intitola proprio La nuova stagione e ricalca le ultime tendenze dettate dagli internauti: blog, social network, podcast, photo sharing - tutti nomi celeberrimi fra i navigatori assidui. Di qui il primo dubbio che è lecito porsi: dietro a quest'immagine brillante e moderna, quali sono i reali contenuti? Che cosa porta e propone d'innovativo Veltroni per la politica italiana? Andando a cliccare sulle varie sezioni del sito, possiamo scoprire una lettera aperta che il sindaco di Roma ha inviato a La Repubblica per rispondere a Mario Pirani. Una lettera, quella del candidato leader del Pd, che contiene alcune delle linee guida della sua idea di «innovazione». Il discorso verte principalmente su Asl, Rai e istituzioni: per le prime Veltroni sostiene che i dirigenti dovranno aver acquisito una corretta istruzione manageriale certificata; per la tv di Stato, bisogna evitare che il suo CdA si trasformi in un piccolo parlamento; infine, per quanto riguarda le istituzioni, occorre ridare ad esse lustro. In quest'ultimo passaggio, il sindaco di Roma ricorda il parlamento con al suo interno Natalia Ginzburg e Leonardo Sciascia. E' cultura snocciolata a grani grossi per poter migliorare l'immagine di fronte a chi di cultura sa poco o nulla.


Nell'epoca in cui ognuno può fare successo dall'oggi al domani anche con la propria pochezza culturale o vendendo fumo spacciandolo per succulento arrosto, c'è spazio anche per Veltroni e per la demagogia contenuta nelle sue parole. Il sito La nuova stagione è un perfetto campionario di nuove tecnologie, utilizzate per accaparrarsi le simpatie dei più giovani. Ma quello che rimane, dopo una attenta lettura dei contenuti, è soltanto quel sentimento che si ha quando ci si sente presi in giro da tutti.
Esattamente come accaduto in quel di Torino durante il discorso di candidatura alla guida del Pd del sindaco di Roma: nulla di nuovo all'orizzonte, ma soltanto belle illusioni (donne partecipi alla guida del partito, giovani che vengono presi in considerazione nelle scelte fondamentali del Pd, lavoratori degnamente retribuiti secondo le proprie competenze, immigrati finalmente accettati ed integrati nelle nostre città, anziani con pensioni adeguate alle fatiche di una vita, un lavoro per chiunque abbia voglia di fare, un apparato dello Stato che sia più snello ed accessibile al cittadino ed una politica più semplice per essere comprensibile da chiunque).


La candidatura di Veltroni ed il relativo sito web, insomma, riflettono appieno le tendenze di quella parte della società attuale che si nutre più di illusioni che di realtà. Quello che consola è che, oltre a questo qualunquismo tipicamente italiano per il quale siamo tutti dottori, esiste anche una classe di persone che realmente si dà da fare, che lavora, che produce senza parlare troppo, che agisce e che fa andare avanti il Paese, non senza difficoltà.


di Fabrizio Goria - 7 agosto 2007 - ragionpolitica.it

Drogata uccide 2 pedoni sulle strisce

Drogata si mette alla guida e uccide 2 pedoni sulle strisce


Il caso gioca a mescolare gli ingredienti drammatici delle tragedie stradali, che ogni estate si ripetono, tutte uguali eppure così diverse.

L’altra sera due turisti romeni, marito e moglie, Georg e Mariana Duta, 47 e 45 anni, originari di Bucarest, sono stati falciati mentre attraversavano le strisce pedonali a Stra, lungo la statale che collega Venezia a Padova. Erano in vacanza in comitiva, in pullman, arrivati da poco a vedere le meraviglia di Venezia, scegliendo un albergo a Stra, l’Hotel Park Venezia (almeno il nome...), per risparmiare. Tour tutto compreso, per una vacanza indimenticabile di due settimane, la prima in Italia, la seconda in Grecia. Bella Italia, sì, peccato che non avessero fatto i conti con quel missile che è loro piombato addosso senza uno straccio di chance per evitarlo.Sono stati ammazzati così, da una veneziana quarantaquattrenne sotto l’effetto di qualche droga, Paola Castegnaro, al volante di una Suzuki Baleno. Guarda l’ironia del destino: anche i nomi delle vetture, a volte, sembrano predestinati a tragedie che suscitano rabbia e reclamano giustizia. Così come ispirava rabbia e chiedeva giustizia quell’incidente capitato l’anno scorso a Trebaseleghe, nel Trevigiano, che causò la morte di una coppia di Spinea, un paese non molto lontano da Stra. Michele Bortoletti, 42 anni, e Ines Basso, 39 anni, vennero falciati da un furgoncino guidato da un autista di cui il test alcolimetrico si incaricò di accertare l’ubriachezza. Quell’autista era romeno e, all’epoca, tutti invocarono giustizia, leggi più rigide, la galera per i colpevoli.
Un anno dopo le leggi ci sono, la giustizia potrebbe battere un colpo e le porte della galera aprirsi d’incanto per chi guida e uccide a causa, stavolta, della droga. Sì, perché i carabinieri di Dolo, intervenuti per i rilievi dell’incidente, si sono trovati davanti due morti (la donna ha smesso di respirare poco dopo all’ospedale), una macchina semidistrutta a una cinquantina di metri di distanza e una donna visibilmente sconvolta. Scesa da quella macchina Paola Castegnaro, di Fiesso d’Artico, ha cominciato a inveire contro i presenti. È stata subito sottoposta alla prova del palloncino. Zero, non c’era traccia di alcol. Eppure si comportava in maniera strana, quasi non ci fosse completamente con la testa. Di qui la decisione dei carabinieri di sottoporla all’esame tossicologico, che ha rivelato la presenza di una forte dose di sostanza stupefacente, come se fosse stata assunta poco tempo prima.


Nubile, senza lavoro fisso, la donna è nota alle forze dell’ordine proprio per storie di droga. E in quel momento quelle storie si sono trasformate in una tragedia, indotta proprio da quel veleno che annebbia mente e riduce i riflessi. Due morti, così, solo per aver avuto la «balzana» idea di andare a prendere un gelato attraversando la strada sulle strisce pedonali dopo aver appoggiato le valige in albergo. A Stra erano arrivati poco meno di mezz’ora prima di trovar la morte. Nel loro tour di 14 giorni era prevista una settimana in Italia e una in Grecia. Ieri mattina infatti la comitiva con cui erano arrivate le due vittime è ripartita verso Verona per poi raggiungere Milano. Sembra che con il gruppo se ne sia andato anche il fratello di Mariana Duta, forse per raggiungere il consolato romeno che si sta occupando delle procedure per il rimpatrio degli sfortunati coniugi.
Rispetto all’anno scorso, le leggi danno più potere ai carabinieri e ai giudici. Così il pm, Alessia Tavernieri, ha disposto l’arresto per omicidio colposo della guidatrice. Per una notte, visto lo stato confusionale, è stata piantonata all’ospedale di Dolo, poi è stata trasferita nel carcere della Giudecca.


08/08/07 - ilgiornale.it

EMERGENZA CONTINUA

Ormai l'Italia convive con l'emergenza da così tanti anni che non si esclude si arrivi presto al matrimonio. Abito bianco, allarme rosso. Fateci caso: non passa giorno che non venga lanciato un drammatico Sos. Oggi in prima pagina ci sono l'emergenza bagagli, l'emergenza benzina e l'emergenza incendi. Ieri c'erano l'emergenza incidenti e l'emergenza alcol. L'altro ieri c'erano l'emergenza rifiuti, l'emergenza idrica e la sempreverde emergenza sanitaria. Ma non disperate: domani torneranno l'emergenza scuola, l'emergenza inquinamento, l'emergenza treni e l'emergenza tram. Come dire, viviamo appesi ad un filo. E siamo pure sovrappeso.
Dacci oggi la nostra emergenza quotidiana. Il menù, in fondo, è sempre lo stesso: si solleva un caso, si grida tutti insieme scandalizzati, si finge di correre ai ripari, poi si dimentica tutto e via, buona notte e sogni d'oro. Fino alla prossima emergenza. Quando (sorpresa!) si scopre che è rimasto tutto come prima. Ogni volta si promettono più lifting che sulle rughe di Alba Parietti. E ogni volta ci si trova di fronte un realtà cambiata meno dei guerrieri di Riace. Comunque, con la stessa faccia di bronzo.Diciamocelo: l'Italia è una penisola circondata dall'emergenza. Nulla qui è definitivo, a parte il provvisorio. Un po' è colpa di noi giornalisti. I bagagli, tanto per dire, vengono smarriti anche a novembre: perché nessuno lo denuncia? Forse perché d'estate fa più scena? E davvero bisogna aspettare che Prodi, andando in vacanza, faccia il pieno alla sua Croma per scoprire che la benzina è troppo cara? E l'emergenza rifiuti in Campania? Perché oggi non ne parla più nessuno? Siamo sicuri che sia stata risolta? O tra qualche settimana saremo di nuovo tutti a piangerci addosso? A dire che non è stato fatto niente? E l'emergenza sanitaria? Al Policlinico Umberto I di Roma hanno sistemato tutto con la bacchetta magica? Al Cardarelli di Napoli è passato Mastrolindo? O dobbiamo aspettare il prossimo morto fra topi e immondizia per (ri-)gridare allo scandalo?
Un po', dicevamo, è colpa di noi giornalisti, che amiamo procedere ad ondate di notizie. Ma un po' è colpa anche del fatto che, ondata dopo ondata, non si risolve mai nulla. Fateci caso: da quanti anni ci sono i roghi sulla Sila? Da quanti anni c'è l'ingorgo sulla Salerno-Reggio Calabria? Quante volte ci sentiamo riproporre i problemi di sempre, come se fossero stati appena scoperti, proprio qualche minuto prima? È possibile che non si riesca a intervenire davvero per risolverli? Almeno uno. Almeno per dimostrare che si può. È possibile che l'unica strategia sia quella di passare la nera nuttata dell'allarme rosso? A volte si ha l'impressione che chi deve risolvere i problemi conduca una vita doppia. Cioè fa niente per due. Però parla molto, e promette altrettanto. Per trovare un posto come l'Italia, diceva un mio amico, bisogna andare in Africa. Perché in fondo il nostro, emergenza dopo emergenza, è uno straordinario Paese: ti distrai un attimo, e non cambia nulla.



di Mario Giordano - mercoledì 08 agosto 2007 - ilgiornale.it

‘Tolleranza zero’ per bar, bagni e disco

Sarà “Tolleranza Zero” anche nei pubblici esercizi, stabilimenti balneari e sale da ballo del Ferrarese. Prenderà infatti il via con il prossimo fine settimana anche nella nostra provincia – dopo la riunione congiunta dei consigli direttivi territoriali di Fipe e Silb in programma giovedì 9 agosto nella sede Ascom di via Baruffaldi (i rappresentanti del Sib, pur aderendo all’iniziativa, non saranno presenti alla riunione per evidenti motivazioni di ‘superlavoro’ da stagione balneare) – la campagna di informazione e sensibilizzazione promossa a livello nazionale dalla Federazione dei Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio. “Di fronte alla gravità dei fenomeni correlati agli abusi di alcol i pubblici esercizi, gli stabilimenti balneari ed i locali da ballo, che si trovano in contatto diretto e quotidiano con i consumatori – spiegano Paolo Mazzi, Davide Beneventi e Michele Moretti, i presidenti provinciali di Fipe, Sib e Silb – devono svolgere un ruolo anche di educazione ed informazione, soprattutto nei confronti delle categorie più deboli e critiche come quella dei giovani. E’ un dovere ed un impegno che ci assumiamo perché vogliamo essere non solo portatori di interessi economici, ma anche di dialogo, cultura e responsabilità civile”.

Con “Tolleranza zero” titolari e gestori di bar, pub, birrerie, stabilimenti balneari, disco pub, discoteche, così come avvenuto qualche anno fa con la campagna contro il fumo, andranno ad esporre nei propri locali cartelli o locandine in posizioni ben visibili per rammentare alla clientela il divieto di somministrazione di alcol a minori di sedici anni e a persone in evidente stato di ebbrezza. Ma non solo. Attraverso la campagna ‘Tolleranza Zero’ gli esercenti daranno vita ad un’azione di autodisciplina per evitare in tutti i modi, non solo la somministrazione (già vietata), ma anche la vendita di alcol (che invece le norme non vietano) a chi non ha compiuto i sedici anni. E ancora “l’impegno – continuano i presidenti di Fipe, Sib e Silb – è rivolto anche al nostro interno. Nel momento in cui ci dovessimo render conto che in un locale non verrà fatta rispettare la legge, interverremo con un’opera di sensibilizzazione sul danno sociale che il collega sta arrecando ai suoi clienti (un cliente vale più di un bicchiere di alcol), sul danno di immagine che reca alla sua attività (verrà considerato poco affidabile dai consumatori) e sul danno economico (un bicchiere in più venduto una sera vale meno di tante altre consumazioni vendute in meno le sere successive)”.


08/08/07 - estense.com

Il pm: inefficace il decreto sulla sicurezza stradale

IL DECRETO entrato in vigore con massima urgenza nello scorso fine settimane per fronteggiare l’ecatombe sulle strade italiane, «rischia di rivelarsi inefficace e di rappresentare tutt’altro che un giro di vite» per almeno tre motivi. Il rifiuto di sottoporsi all’alcol test non sarà più punito con una denuncia penale - equivalente alla guida in stato di ebbrezza - ma soltanto con una multa, e quindi chiunque tema di essere ubriaco ha tutto l’interesse a dribblare gli esami. Non esiste, contrariamente a quanto credono in molti, la possibilità d’arrestare l’automobilista ebbro se non provoca lesioni o fugge; infine, sarà difficilissimo essere condannati per guida sotto l’effetto di stupefacenti, poiché quasi mai vengono eseguiti i controesami che permettono di appurare tipologia, quantità della droga e soprattutto momento dell’assunzione: in questo modo l’imputato facilmente è assolto, poiché non è possibile certificare l’effettiva alterazione all’istante del controllo.

È il procuratore aggiunto di Genova, Franco Cozzi, a segnalare i «consistenti vuoti normativi» che presenta il decreto, e si tratta d’un parere pesante. Perché Cozzi è, nel capoluogo ligure, il magistrato che coordina tutte le inchieste più delicate in materia di sicurezza stradale, un punto di riferimento per l’intera regione. «Nel primo quadrimestre del 2007 - spiega - l’autorità giudiziaria genovese ha ricevuto 520 denunce per guida in stato di ebbrezza, l’anno scorso erano state 300, poco più della metà. Evidentemente esiste un’emergenza crescente, che le nuove leggi per molti aspetti rischiano di non poter contrastare».

Ecco i punti chiave, quindi. Innanzitutto, «la depenalizzazione del rifiuto». È vero che la multa può arrivare fino a diecimila euro, e scatta comunque la sospensione della patente. Ma la consapevolezza di non incorrere in un procedimento penale (e di evitare quindi la detenzione prevista solo in caso di condanna) potrà spingere molti automobilisti a imboccare questa strada. «Esiste inoltre un passaggio - spiega Cozzi - che inasprisce le sanzioni per i conducenti di mezzi pubblici o di Tir sorpresi a guidare con tasso alcolico superiore a 1,5 milligrammi per litro (il limite di legge è 0,5, ndr). In quel caso, per quelle figure professisonali, scatterebbe la revoca automatica della patente, che invece non è prevista se si rifiuta l’esame». Ovvio quindi che un autista di bus o un camionista consapevoli d’essere molto ubriachi, preferiranno evitare il test e prendere una multa salata piuttosto che rischiare di perdere definitivamente la licenza di guida. «Senza dimenticare che se si risulta nullatenenti, la sanzione pecuniaria non ha praticamente effetto».

Decisivo anche il secondo punto. «Per casi eclatanti - insiste - andrebbe forse prevista una norma più incisiva come l’arresto in flagranza, per un tempo limite di 48 ore». Con le nuove norme, invece, si rischia d’essere fermati soltanto se, in stato di ubriachezza, si provoca un incidente con feriti o si fugge dopo averlo causato. Ma qualora s’incappi in un controllo di routine (quello dopo l’esibizione della paletta insomma), anche se viene superato in modo clamoroso il limite, non si può essere arrestati. Infine il problema della guida sotto l’effetto di droghe, coca e cannabis in particolare. «Lo stato di alterazione prodotto da uno spinello - spiega Cozzi - si protrae per alcune ore, mentre le tracce nel sangue restano per alcuni giorni. È chiaro che in sede di dibattimento il difensore dell’imputato, in assenza di controesami da condurre in laboratori specializzati, avrà buon gioco a dimostrare che non è possibile stabilire come il suo assistito fosse effettivamente alterato al momento del controllo, poiché le tracce sospette potevano risalire a giorni precedenti. E così l’automobilista ha ottime chance di essere assolto».

MATTEO INDICE - 08/08/07 - ilsecoloxix.it

Basta guerre nel mondo!