Un po' di «respiro» dall'autismo

Possono le persone con autismo cercare di condurre una vita normale? E le loro famiglie possono godere di momenti di sollievo? L'esperienza delle Settimane Vacanza promosse dalla Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone sembra proprio dimostrare che sia possibile. Spazio dunque alle famiglie coinvolte in questa esperienza, alle attività svolte e al monitoraggio della soddifazione degli utenti


Si sono concluse nei giorni scorsi le due Settimane Vacanza per persone con autismo organizzate alla Casa Villa Respiro di Cordenons (Pordenone), struttura della Fondazione Bambini e Autismo ONLUS.
L'iniziativa - che ha beneficiato di un contributo della Banca Popolare FriulAdria di Pordenone, oltre che dell'intervento degli enti pubblici di competenza - ha coinvolto complessivamente undici famiglie i cui figli autistici, con un’età compresa tra i 12 e i 45 anni, hanno partecipato alle settimane di vacanza in due gruppi divisi in base all’età.


«Il programma delle Settimane - racconta Giulia Caldi, responsabile della Casa Villa Respiro - ha visto gite al mare e in montagna, ma anche attività in città, come le passeggiate al mercato, l’aperitivo in centro o la cena in pizzeria, nonché all'interno della stessa struttura, come rifarsi il letto, apparecchiare la tavola e preparare i pranzi. Tutte le attività vengono studiate per essere piacevoli, per favorire l’inclusione sociale e allo stesso tempo per favorire la costruzione di specifiche competenze: ad esempio l’apprendimento di regole sociali, l’utilizzo del denaro per effettuare autonomamente piccoli acquisti quotidiani o, ancora, la capacità di tollerare i tempi di attesa».

L’obiettivo principale di queste Settimane Vacanza è dunque quello di far passare alle persone con autismo una settimana serena e piacevole, ma anche di lavorare su obiettivi concreti e di dare "respiro" ai genitori.
«E affinché questo "respiro" duri più di una sola settimana - continua Giulia Caldi - con i ragazzi si lavora per l’apprendimento di abilità "esportabili" anche a casa: detto in altri termini, se grazie ai programmi di Villa Respiro una persona autistica impara ad essere più autonoma (ad esempio nella cura di sé o nella gestione del proprio tempo libero), ciò avrà ripercussioni positive anche a casa e si tradurrà, per i genitori che potranno alleggerire l’accudimento, in un sollievo più duraturo».


Al termine dell'esperienza sono stati rilevati i livelli di soddisfazione dei partecipanti e dei loro genitori. «Per le persone con autismo in grado di comunicare - annota ancora la dottoressa Caldi - è stato appositamente pensato e progettato un questionario che potesse dare risultati attendibili e che permettesse loro di esprimere un giudizio. Contestualmente, un altro questionario è stato somministrato anche a tutte le famiglie dei partecipanti. Gli esiti saranno resi noti attraverso il nostro sito appena terminerà la fase di raccolta ed elaborazione dei dati».


«Per quanto riguarda le modalità di finanziamento di queste iniziative - dichiara il presidente della Fondazione Bambini e Autismo, Davide Del Duca - va detto che anche questa volta il contributo del privato è stato fondamentale per poter erogare dei servizi per i quali il contributo del pubblico è in alcuni casi ancora insufficiente».


(O.C.) - 30/07/07 - superando.eosservice.com

Accordo Roma-Boston per l'eccellenza in pediatria

Sanihelp.it - L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, proprietà della Santa Sede, e il Children’s Hospital Boston, Ospedale pediatrico di riferimento della Harvard Medical School a Boston, Massachusetts, avvieranno da oggi una collaborazione assistenziale e di ricerca.

L’accordo, che è stato siglato dal dottor Francesco Silvano, Presidente dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dal dottor James Mandell Presidente e Direttore Generale del Children's Hospital Boston, sancirà l’inizio di un rapporto di collaborazione a sostegno dell’eccellenza e dello sviluppo dei servizi sanitari pediatrici, della formazione e della ricerca nel campo della reumatologia, neonatologia, chirurgia neonatale e medicina pediatrica.

L’Ospedale Bambino Gesù e il Children’s Hospital Boston condividono un forte impegno verso l’eccellenza e credono nell’importanza di collaborare con altre strutture sanitarie riconosciute a livello internazionale al fine di perseguire l’eccellenza, sia clinica che di ricerca, in campo pediatrico.


di Alessandro Andreazza - 30/07/07 - sanihelp.it

Tragico bilancio del fine settimana

Tragico bilancio del fine settimana: ancora ubriachi al volante. Tra le vittime una donna incinta


DIVENTA di ora in ora più pesante il bilancio degli incidenti stradali in questo ultimo week end di luglio: i morti dei quali si è avuta notizia sono almeno 38, un numero che è destinato purtroppo a salire quando, oggi, si conosceranno i dati ufficiali forniti dalle forze di polizia. Alle circa 24 vittime di venerdì e di sabato, se ne aggiungono tra ieri e l’altra notte almeno 14. Due gli incidenti più gravi, entrambi in Lombardia. Tre persone, due uomini e una donna incinta, sono morte in un incidente stradale che ha coinvolto una moto e un motorino a Gaggiano, nel milanese. Nello scontro frontale hanno perso la vita sul colpo i conducenti dei due mezzi mentre la donna, che viaggiava sulla moto condotta dal marito, è deceduta in ospedale. È di tre morti e due feriti, poi, il bilancio di un altro incidente avvenuto attorno alle 2 di ieri notte nella bassa bergamasca. A perdere la vita due ragazzi di 24 e 26 anni e una ragazza di 16. Feriti altri due giovani, una ragazza di 18 anni e un ragazzo di 24. Quest'ultimo, conducente della vettura su cui tutti viaggiavano, dopo aver trascorso la serata in un pub, è risultato positivo all'alcol-test. Da ieri 9 milioni di italiani sono in partenza per una vacanza vera e 5 milioni sono i pendolari che si sono mossi per il fine settimana. Mentre 22 milioni di italiani già si trovano fuori delle città in località turistiche. Il 70% delle aziende e uffici del Nord chiudono, così come il 65% dei negozi e degli artigiani del Centro-Nord. Città spopolate soprattutto al Nord. Secondo Telefono Blu, oggi a Milano resterà solo il 54% degli abitanti, così come a Bologna. A Torino saranno ancora in città il 57% dei cittadini, a Verona il 59%, a Genova il 60%, a Firenze il 59%. Nella Capitale è previsto che restino da domani il 56% dei romani. Al Sud le partenze saranno più limitate: a Napoli resterà il 61% degli abitanti partenopei, a Bari il 63% e a Catania ben il 66%. Per quanto riguarda le mete del primo esodo estivo il 73% ha scelto l'Italia. Di questi, il 77% il mare e le isole, mentre il resto diviso fra montagne, laghi e campagne. Solo il 27% andrà all'estero: il 70% resterà tra Europa e Mediterraneo, mentre il resto ha organizzato viaggi extracontinentali. Per gli italiani in viaggio il mezzo preferito è l'auto (68%), ciò significa che oltre 7,7 milioni di italiani saranno sulle strade. Il 17 % (meno di 3 milioni) sceglie invece il treno e il 14% l'aereo, il resto viaggia in nave. In rientro fra ieri sera (70)% e stamattina (30%) i 5 milioni di week-endisti, di questi solo il 40% viaggerà in autostrada il resto su strade statali e provinciali.
Contemporaneamente circa 3 milioni di italiani finiranno le loro vacanze. Di questi 2,2 milioni torneranno in autostrada, il resto in treno e aereo. Fanno parte di quei 12-13 miloni che hanno fatto le ferie in luglio. Oggi, quindi, saranno 19-20 milioni gli italiani fuori di casa, in attesa del grande esodo delle prossime settimane. Le aree metropolitane con maggiori rientri, fra weekendisti e fine vacanza, sono: Roma con circa 300mila persone, Milano con 240 mila, Torino e Napoli con 100mila, Bologna con 80mila, Firenze e Genova con 60mila, Bari e Cagliari con 30mila, le provincie di Verona e Brescia con 50mila. Telefono Blu dal sito www.telefonoblu.it e dal centralino 199.44.33.78 ha raccolto in questo week end 1500 segnalazioni di vacanze rovinata o difficile pari a cirda 7000 turisti in difficoltà. interni@iltempo.it

lunedì 30 luglio 2007 - iltempo.it

Ingmar Bergman è morto

A 89 ANNI E' MORTO INGMAR BERGMAN

Il regista svedese Ingmar Bergman è morto, aveva 89 anni, essendo nato ad Uppsala (in un convento protestante) il 14 luglio 1918. Aveva come padre Erik, un pastore luterano molto duro e severo dalla fortissima personalità, che gli impartì un'educazione le cui tracce si riscontreranno spesso nei suoi film; la figura del padre sarà portata sullo schermo in Fanny e Alexander (1982), Con le migliori intenzioni ('92) e Conversazioni Private ('96). Da giovane contro il volere dei genitori che lo volevano sacerdote partì per Stoccolma nel 1936.

GLI STUDI- Dopo gli studi superiori ed il servizio militare, si iscrisse all'Università di Stoccolma per frequentare un corso di storia della letteratura (la sua tesi di laurea riguarderà Johan August Strindberg) iniziando nel contempo ad occuparsi di teatro studentesco e a scrivere i testi per alcuni drammi; come aiuto regista, intanto, iniziava a lavorare per il Teatro dell'Opera.

I FILM - Nel 1943 Bergman sposò Else Fischer, ballerina e coreografa (che gli darà una figlia, la futura scrittrice Lena). È in questo periodo che un suo manoscritto, Hets (Tormento, 1944) viene acquistato dalla Filmindustri e trasformato in film, sotto la regia di Alf Sjoberg, con Bergman quale assistente alla regia.Pochi mesi dopo questa prima esperienza cinematografica, gli venne proposto di ricavare e dirigere un film dalla commedia "La bestia madre" di Leck Fischer. Benché il film, uscito poi con il titolo Crisi (1946), non avesse avuto successo, il produttore indipendente Lorens Marmsted gli offrì una nuova occasione: nel 1946 nasce così Piove sul nostro amore. È nello stesso anno che decide di trasferirsi a Goteborg, dove viene nominato primo regista del teatro cittadino. Debutta con "Caligola" di Albert Camus e mette in scena molti dei suoi drammi.

Grazie alla fiducia di Marmsted, Bergman può così realizzare altri due film: La Terra del desiderio e Musica nel buio (1947). L'attenzione suscitata da questo ultimo lavoro, spinge la Svensk Filmindustri a commissionargli una sceneggiatura ("La furia del peccato ed Eva", regia di Gustaf Molander) ed un film (Città Portuale (1948)), ma il fallimento che la pellicola registra porta ad un nuovo taglio dei fondi.

È ancora grazie all'aiuto di Lorens Marmstedt che Bergman riesce a realizzare Prigione (1949), tratto da un suo stesso soggetto e primo film importante nella sua carriera. Intanto si separa dalla moglie Else e sposa Ellen Lundstrom; nel 1951 inizia una relazione con la giornalista Gun Hagberg che diverrà successivamente sua moglie e dalla quale avrà una figlia.

I SUCCESSI -Nel 1950 Bergman si avvia al successo con Un'estate d'amore, cui segue nel 1952 Donne in attesa. Nel 1953 Monica e il desiderio diventa un film-scandalo , a causa della insolente sensualità dell'attrice Harriet Andersson, allora ventenne, con cui Bergman ebbe una relazione, e che diventerà con 9 film una delle attrici preferite di Bergman dopo Bibi Andersson (11 film). Seguono poi i film Una vampata d'amore, (1953) e Una lezione d'amore, (1954) due commedie sulla situazione sentimentale e umana, sempre con l'attrice Andersson.

Nel 1953 comincia a lavorare allo Stadsteater di Malmö, dove conosce un gruppo di attori che diventeranno presenze stabili nei suoi film: Gunnel Lindblom, Max von Sydow, Ingrid Thulin, e Bibi Andersson. Nel 1955 realizza Sogni di donna, mediocre commedia, e Sorrisi in una notte d'estate, suo primo successo europeo, che vinse il Festival di Cannes.

Nel 1956 Bergman termina Il settimo sigillo che ottiene vari riconoscimenti, oltre al premio speciale al Festival di Cannes; arrivano poi l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia grazie a Il posto delle fragole. Successivamente Alle soglie della vita e Il volto ricevono il premio come miglior regia rispettivamente a Cannes e a Venezia, mentre nel 1960 La fontana della vergine gli vale il suo primo Oscar.

QUARTO MATRIMONIO - Nel 1959 si sposa per la quarta volta, con la pianista Kabi Laretei, in quegli anni lavorò anche alla neonata televisione svedese, realizzando: Venetianskan, (1958), Rabies (1959), e Ovader (1960). Nel 1961 diventa il direttore del teatro drammatico di Stoccolma e realizza Come in uno specchio, primo capitolo di una discussa trilogia religiosa: il film riceve l'Oscar come miglior film straniero.

Seguono Luci d'inverno (1962), premiato a Berlino e a Vienna, Ett Dromspel (1963), film per la TV, e Il silenzio (1963), uno dei suoi film che diedero più scandalo. Nel 1964, colpito da una grave depressione, scrive Persona ed inizia una relazione con l'attrice norvegese Liv Ullman, dalla quale nasce Lynn (1966).Nel 1965 viene realizzata la miniserie televisiva Don Juan, e altri film TV, ma poco seguiti perché spesso drammatici, tipo "Daniel", episodio del film TV Stimulantia (1967).Al ritmo di un film all'anno, vengono realizzati il semi-horror L'ora del lupo (1966), il film TV Il rito (1967), il film di guerra La vergogna (1968), e il grottesco Passione (1969).

ADDIO LIV - Terminato l'amore con Liv Ullman nel 1974, si sposa di nuovo con Ingrid von Rosen nel 1975, che rimarrà sua moglie fino al 1995, anno della sua morte: i due avranno un figlio, Daniel, che intraprenderà anch'egli la carriera artistica (regista), come peraltro tutti i suoi sette fratellastri (molti dei quali sono attori).Duraturo sarà invece il sodalizio artistico con il direttore della fotografia Sven Nykvist, che collaborerà anche con Woody Allen, grande ammiratore del cinema Bergmaniano.

ANNI ’70 -Nel 1971 viene realizzato L'adultera, che si rivela un fiasco clamoroso, trascinando nuovamente il regista in difficoltà economiche, ma si risolleva grazie all'inaspettato successo mondiale di Sussurri e grida (1972), vincitore di numerosi premi. L'anno seguente gira Scene da un matrimonio, nato come film ad episodi per la TV e trasformato poi in un film di quasi tre ore. Seguono poi il film televisivo Misantropen (1974), ispirato all'opera di Molière, il dramma psicologico L'immagine allo specchio (1976) e l'horror L'uovo del serpente (1977).

In questo stesso anno va però in crisi per alcuni problemi con il fisco e viene ricoverato in un ospedale psichiatrico. Si ritira quindi sull'isola di Faro dove vi rimane per molti anni, si dedica esclusivamente al cinema, realizzando Sinfonia d'Autunno (1978), con Ingrid Bergman. Per la televisione tedesca viene prodotto Un mondo di marionette (1980).

Nel 1982, dopo quarant'anni di attività, sia in teatro che nel cinema, Bergman decide di abbandonare improvvisamente il cinema, per dedicarsi al teatro e alla televisione, così nel 1982, viene realizzato il suo ultimo film, Fanny e Alexander, meraviglioso riepilogo di Uppsala, la sua città natale, tra il 1907 e il 1909, con una sessantina di personaggi, e al centro della storia, un pastore protestante elegantissimo e perfido, proprio come suo padre, il film doveva durare 6 ore, ma la durata fu bocciata in sede di censura, così la versione per la TV, dura 5 ore, e quella per il cinema, 3 ore, l'uscita del film fu acclamato come un evento, e ricevette anche quattro Premi Oscar, e tanti altri premi, come 6 David di Donatello: un lavoro straordinario. Dopo aver abbandonato il cinema, Bergman realizza altri 3 film televisivi negli anni seguenti, il parapsicologico Dopo la prova (1984), il teorico Il segno (1986), e il cortometraggio Il volto di Karin (1987). Nel 1986 viene chiamato in televisione, per realizzare una lunga intervista di 57 minuti, che raccontrava della lavorazione del film "Fanny e Alexander", l'intervista fu messa nel mercato nazionale. In questi anni, lavorò molto in teatro, dal 1988 al 1992 non lavorò neanche alla televisione, e molto poco in teatro, infatti era un periodo di riposo sulla solita isola di Faro, dove aveva ambientato L'ora del lupo (1966), e dove vi aveva realizzato due brevi documentari televisivi.

ANNI ’90 E TV -Lascia il cinema definitivamente per dedicarsi al teatro; tuttavia, scrive le sceneggiature di Con le migliori intenzioni (regia di Bille August, 1991) e Conversazioni Private (regia di Liv Ullman, 1996), intanto realizza altri sfortunati film televisivi: Markisinnan de Sade (1992), Backanterna (1993) e Sista Skriket (1994).In queste sceneggiature Bergman decide di ritrarre la infelice vita dei genitori, il primo ritrae suo padre e sua madre dal 1909 al 1918, mentre nel secondo dal 1924 al 1934.

Nel 1995 viene sconvolto dalla morte dell'ultima moglie, questo avvenimento lo terrà sotto depressione per molto tempo, tutti i suoi 8 figli, comunque sono diventati già attori, quasi tutti teatrali. Nello stesso periodo diviene membro onorario dell'Unione dei Teatri d'Europa.

Nel 1997 torna dietro la camera da presa realizzando, per la televisione svedese, Vanità e affanni, splendido film ambientato nel 1925, nell'ospedale psichiatrico, in cui era rinchiuso nel 1977, la storia di un uomo che vuole fare il primo film della storia del cinema, e nonostante la pellicola si guasti, decide di recitarlo come in teatro, in quello stesso anno, in polemica con i critici cinematografici, rifiuta di ritirare il premio alla carriera conferitogli a Cannes. Nel 1999 regala a Liv Ullman la nuova sceneggiatura per il film L'infedele, e presenta in teatro "I cineasti" sul tema dell'alcolismo.

ULTIMI ANNI - Nel 2000 per la TV, ha girato The Image Maker, che ritrae la storia di Victor Sjöström, il grande maestro svedese, nel 1921, quando deve girare uno dei suoi film più famosi Il carretto fantasma.

Ha poi proseguito la sua attività teatrale, regalando per le scene e per lo schermo una edizione de Il flauto magico mozartiano unica nella sua forte visionaria fascinazione, pur senza lasciare la macchina da presa.

Nel 2002, ha pubblicato il volume "Immagini", con tante fotografie che riguardano la sua infanzia.

Nel 2003 girò Sarabanda, il seguito di Scene da un matrimonio, che con altre 4 reti europee la Rai lo ha cofinanziato, è stato anche girato con riprese digitali, sul set Bergman disse: "Questo è il mio ultimo film".

Ha scritto nella sua autobiografia intitolata "Lanterna magica": "In realtà, io vivo sempre nel mio sogno, e ogni tanto faccio una visita alla realtà".

Il 20 gennaio 2005 Bergman riceve il Premio Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica. Questo premio, che aspira a diventare il "Premio Nobel del cinema" giunge quest'anno alla sua seconda edizione.


30/07/07 - leggonline.it

Otto vittime in 15 ore in Lombardia

MILANO - Otto morti, due feriti: è il bilancio solo dei quattro più gravi fra gli incidenti stradali avvenuti, tra la notte di sabato e il pomeriggio di domenica, in un arco di 15 ore, sulle strade della Lombardia.

L'ultimo, drammatico incidente è avvenuto ieri pomeriggio a Gaggiano, nel milanese, sulla strada provinciale che conduce a Rosate, dove, in seguito allo scontro frontale tra una moto e un motorino, sono morte tre persone: una coppia, 58 anni lui, 41 lei, incinta, che viaggiavano sulla moto, e il conducente del ciclomotore, un 43enne di Milano. I due uomini sono morti sul colpo, la donna si è spenta poco dopo il ricovero alla clinica Humanitas di Rozzano.

Nella notte, poco prima delle 2, invece, avevano perso la vita sulla strada statale tra Treviglio e Caravaggio, in provincia di Bergamo, due ragazzi e una ragazza tra i 16 e i 26 anni. Dopo avere trascorso una serata in un pub di Caravaggio per festeggiare il compleanno di uno dei tre, stavano facendo ritorno a casa quando il conducente dell'auto, una Renault Clio, al termine di un lungo rettilineo ha perso il controllo, schiantandosi contro un platano. I tre giovani, seduti sul sedile posteriore, sono stati sbalzati all'esterno dell'abitacolo e sono morti sul colpo. Se la caverà in 15 giorni, invece, il conducente dell'auto, un 24enne di Rivolta d'Adda (Cremona), che è risultato positivo al test dell'alcol con valori quattro volte superiori alla norma. Sono gravi le condizioni di un'altra ragazza per la quale i medici dell'ospedale di Treviglio si sono riservati la prognosi.

L'elenco di una notte tragica prosegue con un incidente mortale in provincia di Pavia, tra Landriano e Torrevecchia Pia, dove è morto il conducente di una Rover che si è scontrata frontalmente con un'Astra. A Seregno, invece, sulla superstrada Valsassina, in direzione di Milano, ha perso la vita il titolare di un ristorante di Carate Brianza che, a bordo della sua Smart, ha urtato una Opel che lo precedeva. La piccola auto si è ribaltata più volte prima di schiantarsi contro il guard-rail.


30/07/07 - liberta.it

Incidenti, la mano dura della Procura

Un altro incidente mortale provocato dall´abuso di alcol, e la Procura applica "la mano pesante" contro chi guida ubriaco. Per un piccolo imprenditore che ieri mattina ha causato un frontale in cui è morta una pensionata ad Anzola, infatti, è scattato l´arresto per omicidio colposo. Ed è di soli quattro giorni fa la decisione del tribunale del Riesame di mandare ai "domiciliari" un altro automobilista, ubriaco e drogato, che provocò la morte di un anziano a Castel San Pietro.

Dice, il codice della strada, che per chi causa uno scontro e non si dà alla fuga l´arresto è facoltativo. Ma i giuristi sembrano divisi su come comportarsi in proposito. Intanto, da piazza Trento e Trieste fanno sapere che l´episodio di ieri è indubbiamente grave. «Il conducente era ubriaco in modo evidente, e d´intesa con le forze dell´ordine si è scelto l´arresto. Ma le misure da applicare vengono decise di caso in caso».

Dunque, un altro schianto mortale provocato dal troppo alcol. Ieri mattina, dopo una notte passata in un locale, un piccolo imprenditore di 36 anni, Enrico Romagnoli, forse non si è nemmeno accorto di aver invaso la corsia opposta, nel bel mezzo di una curva ad Anzola. Ubriaco, e con un tasso d´alcol quattro volte superiore al consentito, l´uomo ha investito una Panda, uccidendo sul colpo la pensionata di 69 anni che era al volante. Giovanna Benni abitava in paese. Non ha avuto scampo. Per il conducente della Chrysler, invece, nemmeno un graffio. I carabinieri lo hanno arrestato, per omicidio colposo, dopo essersi consultati col pm di turno, Luca Tampieri.

Enrico Romagnoli, incensurato e titolare di una ditta di articoli da regalo, secondo le analisi fatte fare dai carabinieri era al capolinea di una nottata a base d´alcol, passata in un locale in città nei pressi dello stadio. Quelle analisi dicono che il tasso d´alcol nel suo sangue era di 2,12, quando il limite consentito per guidare è 0,50. In quello stato, sostengono gli investigatori, i suoi riflessi e la prontezza alla guida erano sicuramente allentati. Alla stessa ora Giovanna Benni è salita sulla sua Panda ed è partita per Bologna, per andare a trovare una cugina. Il viaggio però è finito dopo pochi chilometri, nei pressi dell´hotel Alan. Nel tardo pomeriggio di ieri sulla strada c´erano ancora i segni dell´impatto. L´auto della vittima è ridotta una scatoletta accartocciata. L´uomo è parso subito ubriaco ai carabinieri della stazione di Anzola, intervenuti insieme a vigili del fuoco, e per questo i militari lo hanno accompagnato all´ospedale Maggiore. Oggi è attesa la convalida.

Proprio in considerazione dell´aumento degli incidenti di questo tipo, da mesi la Procura ha deciso di monitorare con grande attenzione il fenomeno, intervenendo col ritiro della patente per chi viene pescato ubriaco al volante. E in seconda battuta anche con l´arresto. Un plauso ai vertici di piazza Trento e Trieste arriva dall´Asaps (Associazione sostenitori amici della polizia stradale) che da anni si batte per l´applicazione di leggi più severe per chi guida ubriaco e causa incidenti.


30/07/07 - Alessandro Cori - espresso.repubblica.it

145 patenti tolte vicino a discoteca

Alcol, 145 patenti tolte vicino discoteche


ROMA - Sono 145 le patenti ritirate sabato domenica scorse dalla polizia stradale per guida sotto l'influenza di alcol, nell'ambito dei controlli disposti per la campagna 'Guido con prudenza', promossa Polizia e Ania, in collaborazione con il Silb (il sindacato dei locali da ballo), contro le stragi del sabato sera. Sono state impiegate 62 pattuglie nelle vicinanze di una trentina delle più note discoteche italiane (sulla riviera romagnola, a Savona, sulla riva lombarda del lago di Garda, sul litorale laziale e in provincia di Cagliari), con 31 posti di controllo. Controllati 1.439 veicoli e 1.855 persone. Riscontrate 593 infrazioni: superamento dei limiti di velocità (205) e guida sotto l'influenza di alcol (142) le più numerose. Sono stati controllati i livelli di alcol per 1.402 guidatori.


30/07/07 - ansa.it

Telefono Arcobaleno denuncia carenze in estate

Servizi di tutela, Telefono Arcobaleno denuncia carenze in estate


Nel periodo estivo aumentano i disservizi e le carenze nella gestione dei servizi sociali comunali, che risentono della consuetudine di concentrare le ferie di tutti gli operatori nei mesi di luglio e agosto, con la conseguenza che talora, interi servizi comunali, non rispondono al telefono per giorni. A riscontrarlo è Telefono Arcobaleno, che sottolinea come, invece, in estate non diminuiscano le esigenze socio-assistenziali dei cittadini, delle famiglie, dei minori e degli anziani, ma addirittura in molte aree del Paese se ne registra un aumento.


"È importante - ha ribadito il Presidente dell'associazione, Giovanni Arena - valorizzare e incrementare l'attività di contrasto al fenomeno della violenza e dell'abuso sui minori attraverso decise azioni integrate e di sistema sull'intero territorio italiano". I disservizi maggiori sono stati riscontrati da Telefono Arcobaleno in Puglia, Campania, Lazio e Piemonte, in particolare nelle province di Bari, Taranto, Napoli, Latina e Alessandria, ma riguardano praticamente l'Italia intera.


La linea nazionale contro l'abuso sull'infanzia di Telefono Arcobaleno (800 025777), attiva 365 giorni all'anno, rileva: un considerevole aumento delle telefonate che principalmente riguardano separazioni conflittuali tra i coniugi, incremento dei casi di abuso sessuale e di quelli di impiego e sfruttamento di minori nell'accattonaggio. Aumentano i casi di emergenza gestiti direttamente da Telefono Arcobaleno, che riguardano principalmente il maltrattamento e l'incuria in Sicilia, Puglia, Lazio e Lombardia. L'associazione ha riscontrato anche l'esistenza di alcune realtà virtuose: è il caso dei servizi sociali di Prato, Lucca, Caserta, Brescia e Torino e delle polizie municipali di Roma, Milano, Firenze e Napoli.


2007 - redattore: LS - 30/07/07 - helpconsumatori.it

Caso Rignano, ''cose bruttissime da raccontare''

Tivoli - "Dice che sono successe 'cose bruttissime all'interno della scuola brutta, in una stanza in fondo' ma poi non vuole descriverle". Così l'avvocato Franco Merlino, legale di parte civile, spiega l'andamento dell'incidente probatorio con la testimonianza, oggi al Tribunale di Tivoli, della seconda bambina presunta vittima di abusi all'asilo 'Olga Rovere' di Rignano Flaminio, alle porte di Roma. I legali infatti sono usciti dal tribunale per pochi minuti visto che alle 12.50 c'è stata una breve sospensione dell'udienza.

Secondo il procuratore reggente della Repubblica di Tivoli, Elio Costa, "l'audizione si sta svolgendo serenamente e nel pieno rispetto della legge", mentre per l'avvocato Roberto Ruggero, anch'egli rappresentante di parte civile, la formula non è buona perché i bambini ‘’sono costretti a memorizzare qualcosa che dovrebbero invece dimenticare".

L'atto istruttorio si è tenuto in un'aula con giochi e arredi che ricordano l'ambiente familiare. Le domande vengono fatte da Angela Gigante (neuropsichiatra infantile) collegata con l'auricolare il gip Elvira Tamburelli e gli avvocati degli indagati e delle parti lese.


30/07/07 - romagnaoggi.it

Quanto guadagnano le comparse

In un periodo di fermento nel campo delle pensioni, ecco che mergono interessanti dati circa i vitalizi assegnati a tutti coloro che hano ricoperto cariche da parlamentare o senatore, anche per pochissimo tempo. Eccetto due personaggi, che vivono di politica, Rosa Russo Jervolino, che gode di una pensione di 9.947 euro al mese, e Walter Veltroni, che si vede accreditare ogni mese circa 9.014 euro, ma che provvede a donare in beneficienza, spuntano vari nomi a cui non ci si aspetterebbe venga attribuita una pensione.

Fra i primi, Vittorio Cecchi Gori, imprenditore e impegnato soprattutto nella realizzazione di film, niente a che fare con la politica, quindi, che prende, come “ricordo” di una sua partecipazione al Parlamento 4.725 euro al mese. Susanna Agnelli, sorella dell’”avvocato” che era senatore a vita, percepisce un vitalizio mensile di 8.455 euro mentre Silvano Boroli, impegnato come dirigente nella DeAgostini, per una fugace apparizione al Parlamento, per cui da anni non lavora più, si vede accreditare 3.108 euro mensili. Stesso compenso di Boroli, per Giovanni Divella, che, come dice il nome, si occupa più di pasta che di politica.

Concludono la sfilata Franco Zeffirelli, che fra un copione e l’altro di teatro, prende 4.725 euro mensili, Guido Rossi, che di tutto si occupa tranne che di politica, che prende 3.108 euro e il più “incredibile” di tutti: il Dottor. Luciano Benetton, proprietario dell’omonima azienda, abituato a operazioni da miliardi di euro, dirigente di una delle imprese più grandi d’Italia, che, per un passaggio quasi invisibile al Parlamento, riceve ogni mse 3.108 euro, denaro derivante, come sappiamo, dalle tasse degli italiani.

30/07/07 - expobg.it

Le ultime vittime di chi guida ubriaco

Tre giovani e una donna


Ultimo weekend di luglio. Ennesimo capitolo del libro nero della strada. Molti italiani si spostano per le vacanze e sull’asfalto rimane una lunga scia di sangue. Il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime di questo fine settimana è pesantissimo. Trentanove morti. La Lombardia, con otto morti in quindici ore, detiene il macabro primato. Dietro molti degli incidenti avvenuti, ancora una volta, l’alcol. A partire da uno dei più gravi. Domenica, intorno alle due del mattino, nella bassa bergamasca, lungo l’ex statale 11 Treviglio-Caravaggio, hanno perso la vita tre ragazzi.
Abitavano a Rivolta d’Adda e stavano tornando a casa dopo una serata passata al pub per festeggiare il compleanno di uno di loro. Improvvisamente il conducente della vettura, una Renault Clio, perde il controllo ed esce di strada, andando a sbattere contro un platano. L’impatto è devastante. I tre giovani seduti sul sedile posteriore vengono sbalzati fuori dall’abitacolo e muoiono sul colpo. Sono Jessica, di 16 anni, residente a Rivolta d’Adda, un ragazzo di 24 anni di Truccazzano nel milanese ed Emanuele, il ragazzo che quella sera festeggiava il suo ventiseiesimo compleanno. La ragazza seduta sul sedile posteriore, Simona, di 18 anni, è ancora ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Treviglio. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi.
In seguito alle analisi di prassi, nel sangue di Paolo, il ragazzo al volante dell’auto, è stata trovata una quantità di alcol quattro volte superiore a quanto previsto dalla legge. Non sono invece ancora chiare le cause dell’incidente, costato la vita a un ragazzo di 21 anni, avvenuto a Roma sabato notte. L’auto, con a bordo cinque ragazzi, si è ribaltata alle tre e trenta in via Ranuccio Bianchi Bandinelli, senza urtare nessun’altra vettura.
Ma la lista continua. Domenica mattina alle otto Enrico Romagnoli, 36 anni, sta tornando a casa, a bordo di un Pt Cruiser, dopo una serata con gli amici. All’altezza di Anzola, sulla via Emilia, a pochi chilometri da Bologna, invade la corsia opposta e travolge Giovanna Benni, pensionata di 69 anni, che viaggia sulla sua utilitaria. L’impatto è mortale, per la donna non c’è niente da fare. Per estrarre il corpo dall’ammasso di ferraglie della sua Panda, è stato necessario il soccorso dei vigili del fuoco. Romagnoli, praticamente illeso, è stato arrestato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.


Sabato a Cremona si è svolto un canovaccio molto simile. Gianluca Guazzi, una guardia giurata di 28 anni, si sta recando al lavoro a bordo della sua moto, una Yamaha. Lungo la provinciale 10, tra Piadena e Calvatone, un giovane ventiduenne ubriaco perde il controllo della sua Punto, esce dalla sua corsia e, con la parte anteriore sinistra della macchina, travolge la moto e la scaglia in un campo a lato della carreggiata. Guazzi muore sul colpo.
Si sono salvati per miracolo due dei tantissimi agenti, impegnati nel pattugliamento delle strade questo fine settimana. Un diciottene modenese sabato notte, ubriaco, viene fermato da tre pattuglie della polizia e, cercando di fuggire, investe un agente. Il giovane è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Il poliziotto se l’è cavata con un trauma cranico, quindici punti di sutura alla testa e altri cinque a un’arcata sopraccigliare.
A un ispettore del commissariato di Desenzano è andata meglio. Dopo aver intimato l’alt a una Citroën Berlingo, ha dovuto lanciarsi a lato della strada per non essere investito. Il conducente, immediatamente arrestato, è stato sottoposto al test alcolemico. Anche lui era ubriaco.


30/07/07 - ilgiornale.it

Basta con il femminicidio!

Ciudad Juárez, città messicana al confine con gli Stati Uniti, è stata definita dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani “capitale dei crimini contro le donne”. Dal 1993, si registrano oltre 400 donne uccise - spesso dopo essere state torturate stuprate e mutilate - e oltre 600 scomparse. Abbiamo incontrato Marisela Ortiz Rivera, una delle fondatrici di Nuestras Hijas de Regresso a Casa - associazione di parenti e amici delle donne assassinate - che è stata in Italia, anticipando di pochi giorni l'arrivo del presidente messicano Calderon.

Basta con il femminicidio !

“Benvenuti a Juarez, il Municipio più dinamico e progressista della frontiera nord del Messico…”. Si apre con questa frase il sito istituzionale di Ciudad Juarez, con i saluti di Héctor Murguía Lardizábal, governatore del Municipio. La città oggi conta circa un milione e mezzo di abitanti, e prende il nome dal Benemerito Don Benito Juarez, illustre personalità messicana che ricoprì anche la carica di Presidente della Federazione ed è tuttora ricordato per il suo impegno in difesa dei diritti di libertà del popolo messicano. Bagnata dal Rio Bravo, che fa da confine naturale con gli Stati Uniti, è il primo passo per i gringos nel “cortile di casa”. È illuminata da luci al neon che lampeggiano nelle strade del centro, tirato al lustro con i soldi facili del narcotraffico, delle maquiladoras (fabbriche di assemblaggio di proprietà straniera che godono di particolari privilegi fiscali) e del turismo. Ma per le giovani donne, che arrivano a Juarez da tutto il Messico in cerca di un lavoro, malpagato e senza nessun diritto riconosciuto, il benvenuto non è scontato, e neppure la difesa dei diritti alla libertà tanto cari al Benemerito. La maggior parte di loro si stabilisce nelle Colonias, le zone periferiche della città, dove vivono le persone povere. Qui, ombre di assassini si aggirano per le strade buie, liberi e impuniti.

Dal 1993, anno in cui si è iniziato a contarle in maniera sistematica, si registrano oltre 400 donne uccise - spesso dopo essere state torturate stuprate e mutilate - e oltre 600 scomparse. Cifre probabilmente sottostimate, anche perché è difficile contare sui dati ufficiali, ma che fanno già rabbrividire, tanto da aver portato alcuni studiosi (per lo più antropologi), alla coniazione di un triste neologismo, il femminicidio. Ma gli omicidi di donne raggiungono cifre allarmanti anche nel resto del Messico, così come in Guatemala, El Salvador e in tutto il Centroamerica. Questo fenomeno viene per lo più ignorato dall'opinione pubblica e considerato dalle autorità locali inesistente, probabilmente per non turbare equilibri di questi paesi, già precari. Tra tutte, Ciudad Juárez è stata definita dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani “capitale dei crimini contro le donne”.

Loro, le donne e le loro famiglie si sentono abbandonate e impotenti di fronte a tanta violenza e impunità. Per questo nel 2001, Marisela Ortis Rivera insieme ad altri familiari e amici delle vittime di questi assurdi femminicidi, hanno deciso di fondare l'associazione “Nuestras Hijas de Regresso a Casa” (le nostre figlie di ritorno a casa), con l'intento di creare una rete di solidarietà tra le famiglie che hanno perso una parente, ma anche con quello di far sapere al resto del mondo cosa succede a Ciudad Jurez e avere finalmente giustizia. E' con questo intento che la signora Ortiz Rivera, per la prima volta in Italia, ha partecipato a fine maggio, ad una serie di iniziative in alcune città della penisola, per dire cosa succede ancora nella sua città, e affinché Ni una mas, (non una di più) sia vittima di questa inconcepibile morte.

Marisela Ortiz Rivera è stata l'insegnate di Lilia Alejandra Garcia Andrade, 17 anni, ritrovata morta dopo cinque giorni di torture e sevizie, in un campo incolto. Solo allora la signora Ortiz Rivera ha capito che quello che raccontavano i giornali e le autorità erano solo falsità, “dei veri e propri insulti all'intelligenza umana”, così ha deciso di prendere coraggio per difendere la memoria della sua allieva e quella di tutte le altre vittime e chiedere giustizia.

La professoressa ha risposto ad alcune domande:

Come si vive oggi a Ciudad Juarez ?

Ci sono due posizioni predominanti: una parte degli abitanti che vive nel terrore, sono quelli colpiti da vicino da questi omicidi, sconvolti per l'accaduto e ancora con la paura che possa succedere di nuovo perché magari hanno altre donne a rischio in famiglia. Anche gli attivisti vivono nel terrore quelli che come me lavorano per fare giustizia, io stessa sono stata minacciata di morte più volte; poi c'è l'altra parte della popolazione che non si rende conto di quello che succede, che legge i giornali, vede i telegiornali e sente le dichiarazioni di polizia e amministratori pubblici, loro minimizzano il problema, fanno credere che riguardi solo una tipologia di donne, prostitute, drogate, che magari vanno in giro la notte vestite in maniera provocante, o magari hanno delle relazioni con uomini violenti.

Non è così ?

No, non è solo così. Questi omicidi colpiscono donne che in comune hanno solo la modesta estrazione sociale e il fatto di trovarsi sole e indifese. Molte di loro lavoravano nelle Maquiladoras, quindi spesso uscivano di casa con camice da lavoro lungo fin sotto il ginocchio, non certo con vestiti provocanti quindi. Mass media e autorità locali tendono a rassicurare i cittadini, criminalizzando le vittime, per far credere che le persone per bene, non hanno di che preoccuparsi. È una strategia per tranquillizzare la gente, capita spesso che i giornali mettano in prima pagina le foto delle vittime, delle quali magari non si sa ancora neppure il nome ma loro sanno già che era una prostituta. I parenti non sono stati neppure avvisati, e si ritrovano le foto agghiaccianti delle loro care sui giornali e oltre al dolore per il fatto in sé, si aggiunge quello per le menzogne che vengono raccontate.

Che motivo hanno le autorità e i mezzi di comunicazione di comportarsi così? Coprono qualcuno e così facendo si rendono complici di questi omicidi. Dietro questi assassini ci sono i clan mafiosi, i narcotrafficanti. Juarez, è ormai un centro nevralgico di traffico di droga con gli Stati uniti, più importante persino di Medellin o di altre città note per questi traffici. Girando per strada si vede ricchezza e benessere nel centro e miseria e discriminazione nelle periferie. I cadaveri di queste donne, bambine, madri, studentesse, vengono ritrovati con dei segni di estrema violenza, sessuale e non solo. Alcuni con dei veri e propri messaggi incisi nel corpo, destinati ad altri gruppi mafiosi. Le persone coinvolte sono dei pezzi grossi, degli intoccabili. La polizia e le autorità spesso sono coinvolte direttamente, o indirettamente rendendosi cosi complice anche di questi crimini. Da un po' tempo a questa parte non fanno ritrovare neppure i cadaveri, così da non andare ad aumentare la lista ufficiale di assassinate.

Perché tanta violenza nei confronti delle donne ?

Non è semplice da spiegare. È un problema sociale molto complesso, il fatto che le donne debbano spostarsi da sole in un'altra città per trovare lavoro, la situazione di città di frontiera quale è Juarez, riti di iniziazione che vengono richiesti per far parte di clan malavitosi. L'impunità nella quale queste persone agiscono non fa altro che dare un senso di onnipotenza a questi criminali e rendere sempre più complicata la soluzione dei crimini e la giustizia.

Vi siete rivolti alle Istituzioni Federali ?

Si, ai tempi di Vincente Fox, furono individuati un centinaio di responsabili di negligenza, per la conduzione delle indagini e per l'impunità dei responsabili, quando individuati. Ma poi non è successo nulla, perché la questione è rimasta interna allo Stato di Chihuhaua e poi il tutto è andato in prescrizione. Ho avuto anche modo di incontrare personalmente Felipe Calderon, prima che venisse eletto Presidente. Ascoltò con attenzione e con le lacrime agli occhi, promettendo di impegnarsi per risolvere questa gravissima situazione. Ma ora che è alla presidenza, abbiamo chiesto udienza più volte in questi mesi, ma nessuno ci ha dato ancora risposta. Paradossalmente è più facile richiamare la sua attenzione dall'estero, piuttosto che in Messico.

È per questo che ha deciso di portare all'attenzione internazionale la sua battaglia per la giustizia ?

Si, i politici messicani sono molto interessati all'opinione che hanno di loro all'estero. Per questo per me è più facile ed efficace, parlare all'estero che nel mio Paese. Se quello che succede a Juarez succedesse in un paese europeo sarebbe inammissibile e provocherebbe delle reazioni immediate. Per fortuna stiamo ricevendo molta solidarietà, e questo è molto importante per noi, non sentirci soli, e sapere che dall'altra parte del mondo ci sono persone che ci sostengono, ci dà la forza per continuare.

Avete l'appoggio della Chiesa Cattolica ?

No, l'appoggio si limita alla solidarietà di qualche sacerdote sensibile, che magari dedica una giornata di preghiera per le vittime. Ma il vescovo della città per esempio ha preso una posizione vergognosa e denigrante per noi amici e familiari delle vittime. Ha dichiarato che questi fatti succedono a persone lontane dalla chiesa, prive di valori e per questo punite. Non vogliono che si parli di questo problema sociale perché dà una brutta immagine della città, in realtà noi sappiamo bene che tante chiese sono state costruite con i soldi dei narcotrafficanti, che vivono sotto la protezione delle istituzioni, anche di quelle ecclesiastiche.

Cosa si può fare da qui per la vostra causa ?

Per noi è molto importante che nel resto del mondo di sappia quello che succede a Ciudad Juarez, la diffusione delle notizie è fondamentale. La solidarietà che riceviamo non ci fa sentire sole i consigli e il sostegno di tutti ci danno la speranza che presto si possa avere giustizia sociale e politica per queste vittime innocenti.

Il 30 maggio scorso Marisela Ortiz Rivera ha incontrato il Presidente della Camera Fausto Bertinotti. Un'occasione per mettersi subito a lavoro visto che l'Italia ora siede nella Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

30/07/07 - di: Elvira Corona - ecplanet.com

Povertà: più servizi, meno carità

«Più servizi e meno trasferimento di denaro». Così può essere sintetizzata la ricetta che Caritas Italiana, in collaborazione con la Fondazione Zancan, offre al Governo per una più efficace lotta alla povertà. Nei giorni scorsi a Roma è stata presentata un'anticipazione del Rapporto 2007 su "Emarginazione ed esclusione sociale", che sarà pubblicato in ottobre. Una scelta, quella di anticipare i tempi dettata, ha spiegato mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana dal desiderio di «dare un contributo competente, motivato e tempestivo per il prossimo Dpef».

Dal Rapporto emerge innanzitutto la disparità sociale: «L'Italia non è il posto dell'uguaglianza né delle opportunità», ha proseguito mons. Nozza, tanto che più di altri Paesi europei presenta grandi differenze tra chi vive in un discreto benessere, chi tutti i giorni lotta per non oltrepassare la soglia della povertà e chi dentro la povertà ci sta da tempo e non intravede nulla di nuovo per il futuro.
La soglia della povertà in Italia è calcolata diversamente da altri Paesi in riferimento al consumo e non al reddito, alla famiglia e non all'individuo; così una famiglia viene considerata povera quando la sua possibilità di consumo è inferiore a quella media della famiglia italiana. Tale cifra si aggira sui 900 euro per un nucleo di due persone. Cosi abbiamo 7,5 milioni di italiani sotto tale soglia, a cui si devono aggiungere altre 900.000 famiglie che la superano di 10 o al massimo 50 euro la soglia.

Il 13% degli italiani sono poveri. «Ma - sottolinea mons. Giuseppe Pasini, Presidente della Fondazione Zancan - il problema è ancora più grosso perché da dieci anni il numero dei poveri è rimasto immutato, fermandosi al 13,1% della popolazione, mentre il resto del Paese cresce di reddito e consumi».
Un fenomeno tutto italiano, accompagnato da tante fragilità come i conti pubblici, le imbarazzanti divergenze tra Nord e Sud, la tragica carenza di innovazione, l'elevata disuguaglianza sociale ed economica, la sperequazione del reddito pro-capite, che è spiegato da almeno tre ragioni: «Primo, l'Italia manca di un piano di lotta alla povertà». E' disseminata di "buone intenzioni" ma «esse non si sono mai tradotte in un piano esplicito, serio, organico di lotta». Secondo, spiega mons. Pasini, «c'è un legame stretto tra povertà e denatalità». Le famiglie con più figli sono più esposte alla povertà. Un figlio in più è una crescita del rischio di impoverimento. «Occorre allora una seria politica a sostegno della famiglia, alla quale l'attuale Governo sembra ben intenzionato ad incamminarsi ma che manca ancora di attuazione e concretezza». Infine, «la povertà produce e alimenta la esclusione sociale». C'è un rapporto di causa-effetto perché «chi è impegnato nella sopravvivenza quotidiana non ha né il tempo né la voglia di occuparsi della "cosa pubblica".

Che fare? La Fondazione Zancan, per bocca del direttore scientifico Tiziano Vecchiato, propone un «piano strategico capace di avviare un percorso che non è soltanto operativo ma anche di condivisione e di integrazione di responsabilità». Due le scelte di medio e lungo termine: passare «da trasferimenti monetari a servizi», per un migliore governo della qualità di risorse oggi disponibili e poi passare «da una gestione centrale a una decentrata, per una diretta responsabilizzazione nella gestione e nella verifica di efficacia, oltre che per dare una attuazione alla modifica del Titolo V della Costituzione in materia di decentramento».

In Italia i soldi per il sociale non mancano, ma secondo i relatori del Rapporto sono gestiti male. Il trasferimento monetario caratterizza i vecchi sistemi di welfare ad ispirazione socio-assistenziale, dove lo Stato eroga denaro a persone aventi diritto (anziani, disabili.ecc). Occorre invece puntare ad erogare e potenziare i servizi; in questo modo si lavora per «bisogni verificati, per un'integrazione sociale, e coscienza dei diritti e dei doveri della cittadinanza», si legge nel Rapporto. Un esempio?
L'accompagnatoria per gli anziani che potrebbe essere sostituita con un servizio adeguato e migliore. Inoltre la sperimentazione del Reddito di inserimento ha messo in evidenza come avrebbe più senso parlare di "piano di inserimento sociale con il sostegno del reddito", enfatizzando cioè il fine principale (l'inserimento sociale) e non il mezzo (il reddito minimo). In questo allora si comprende come un decentramento aiuterebbe molto in efficacia ed efficienza. La strada legislativa è già stata aperta nel 2000, così, hanno concluso mons. Nozza e mons. Pasini, non resta che percorrerla con coraggio.

Michele Trabucco - 30/07/07 - gvonline.it

Rignano, piccoli testimoni decisivi

Rignano Flaminio non cessa di stupire. Alcuni mesi fa aveva stupito che gli indagati colpiti da un provvedimento di custodia cautelare fossero scarcerati dal Tribunale del Riesame con un’ordinanza che aveva giudicato insufficienti gli indizi sulla base dei quali la custodia era stata, poco prima, disposta. Ora stupisce che, dopo il primo incidente probatorio, i difensori anticipino pubblicamente il processo davanti ai giornalisti anziché attendere le normali, riservate, cadenze del processo penale per abuso di minori: rivelando ciò che la prima bambina sottoposta ad audizione protetta aveva dichiarato poco prima e commentando le sue dichiarazioni secondo i propri interessi processuali.
Normalmente accade proprio l’opposto. L’audizione protetta si svolge in totale segretezza. I suoi risultati non vengono svelati dalle parti. Lo stesso dibattimento, quando avviene, si svolge a porte chiuse. Non mi sembra che la peculiarità del caso Rignano, la sua inevitabile risonanza pubblica, l’interesse morboso suscitato fra la gente, la tensione particolarmente aspra fra le parti, giustifichi quest’anticipazione pubblica ed extraprocessuale del processo. Mi sembra che essa sia, comunque, dannosa. Meglio sarebbe stato che nulla fosse trapelato e che la giustizia avesse potuto fare silenziosamente il suo corso.

Ma tant’è, ciò che è accaduto è accaduto, ed i giornalisti, di fronte alle dichiarazioni delle parti, non potevano fare altro che registrarle. A questo punto vale tuttavia la pena di chiarire, sul terreno giuridico, ciò che sta accadendo nel processo per abuso su minori in corso a Tivoli.
Il Tribunale di Tivoli sta procedendo con incidente probatorio all’audizione protetta dei bambini presuntivamente abusati. L’incidente probatorio è uno strumento processuale che consente di acquisire le prove durante le indagini quando non è possibile attendere, per la loro acquisizione, il momento del dibattimento, poiché attendendo la prova rischierebbe di svanire. Nei processi per pedofilia l’audizione anticipata dei bambini costituisce la regola, poiché con il passare del tempo i loro ricordi potrebbero attenuarsi o scomparire.
Nulla di strano, quindi, che anche nel caso di Rignano si sia deciso di utilizzare questo strumento di prova. Semmai stupisce che si sia atteso tanto, poiché di regola nei processi di abuso uno dei primi atti è proprio l’acquisizione delle testimonianze dei bimbi attraverso lo strumento dell’incidente probatorio. In questo modo essi sono sentiti una volta per tutte, le loro dichiarazioni (alle condizioni stabilite) hanno valore di prova, una volta ascoltati non vengono ulteriormente turbati con ulteriori domande.
L’audizione dev’essere a sua volta «protetta», dev’essere cioè affidata a una psicologa esperta e avvenire secondo modalità che assicurino la serenità e la spontaneità del bambino. In questa prospettiva si prevede che l’audizione avvenga in una stanza attrezzata per il gioco, che il colloquio si sviluppi in modo naturale e senza sollecitazioni dirette, che coloro che hanno diritto di assistere alla prova si collochino in una stanza accanto e seguano l’audizione attraverso sistemi audiovisivi, che le loro eventuali domande siano comunque filtrate dall’esperienza dell’esperta.
Tutto - domande, risposte, atteggiamenti, smorfie, tremiti, eccitazione, esclamazioni, risa - viene registrato e costituisce fonte di prova, oggetto di discussione nel processo. Se il bambino non è stato suggestionato, ha risposto spontaneamente alle domande e viene giudicato credibile dalla perita psicologa, le sue parole accusatorie saranno considerate testimonianze a carico e su di esse potrà, eventualmente, fondarsi il rinvio a giudizio degli imputati e la loro eventuale condanna penale. Il problema, nei processi per abuso di minori, è, sempre, stabilire se il bambino che ha accusato sia credibile o sia stato, piuttosto, suggestionato da qualcuno o abbia inventato sull’onda della fantasia infantile.
Sulla credibilità dei bambini c’è discussione fra gli psicologi. La minoranza esclude che essi possano essere utilizzati come testimoni in quanto non sarebbero mai attendibili. La netta maggioranza ritiene invece che anche i bambini possono essere buoni testimoni e che si tratta, pertanto, di valutare in concreto, nei singoli casi, se essi siano o meno credibili. Un accertamento complesso, fonte, sovente, di difficoltà e di aspre contrapposizioni processuali. Comunque possibile e pertanto utilizzabile per la soluzione dei casi giudiziari di pedofilia.
Il nostro ordinamento giuridico è sicuramente orientato in questa seconda direzione. Non pone limiti soggettivi alla testimonianza. Prevede espressamente l’escussione dei minori nella forma dell’audizione protetta. Punisce gravemente i delitti di violenza sui bambini. Poiché di regola, nei processi per abuso, la prova regina, l’unica esistente, è costituita dalle parole del minore, negare in assoluto la loro efficacia probatoria significherebbe d’altronde vanificare la stessa previsione dei reati di pedofilia. Con la conseguenza che il bambino non avrebbe più tutela penale contro il suo violentatore. Ovviamente un assurdo.
Anche a Rignano, dunque, la parola dei bambini potrà essere decisiva nel processo, nell’una o nell’altra direzione. Di qui la ragione dell’aspra, clamorosa, contrapposizione verbale fra difensori avvenuta ieri, pubblicamente, fuori dell’ambiente protetto del Tribunale di Tivoli. Un’avvisaglia pericolosa di quanto potrebbe ripetersi domani, dopodomani e successivamente ancora. In un processo nel quale silenzio, moderazione, riserbo, sarebbero invece, come in ogni processo per violenza ai minori, assolutamente necessari.


30/07/07 - CARLO FEDERICO GROSSO - lastampa.it

Coca, storie di disperata normalità

Da uno spacciatore qualunque su una qualunque solitaria, disperata stradona del Nord una dose di coca costa cinquanta euro. È una pallina bianca, avvolta nel domopak, la pellicola che si usa in cucina per coprire gli alimenti nel frigidaire.

Nella notte gli spacciatori appaiono quando arrivano i clienti e scompaiono quando giunge la polizia. Sono le tre in una località della bassa lombarda, fra Pavia e Cremona. Utilitarie in coda dal pusher, qualche Porsche Carrera, qualche Cayenne. Passaggi rapidi di soldi e neve. Poi via a gran velocità sull’asfalto infuocato.

Le zanzare si appiccicano sui vetri. Dalle auto esce musica ad alto volume: vanno forte i Rolling Stones. C’è chi si ferma dopo un po’, in una lounge. L’ultimo mojito e poi il tiro, nella toilette, oppure direttamente al tavolo. È tardi e tutti si sbirciano prima di farsi la pista. Sulla plastica.

La coppia è normale. Lui porta la camicia bianca sopra i pantaloni rossi. Lei è una ventenne con jeans e maglietta stretta e corta alla Kate Moss. Hanno la fede nuziale al dito, insieme con altri anelli. Se ne vanno con una bottiglietta di minerale in mano. Il pusher, e sono le quattro, è ancora al suo posto.

C’è un’auto con una coppia di sposi a bordo. Lei è ancora vestita di bianco, come la dose che stanno per comprare. Hanno festeggiato con gli amici in discoteca e finiscono la prima notte così.

La periferia della città all’alba della domenica ha poche luci accese, piccoli appartamenti bilocali, un letto, un impianto stereo, un maxischermo, una cucina soggiorno. Posti disordinati raccontano i poliziotti. Molti cd, frigoriferi pieni di bottiglie di acqua, coca light e tutt’al più una bottiglia di vodka. Computer, scaffali con libri. Riviste di gossip. Finestre senza tende.

Case fatte per dormirci poco e viverci quel tanto che serve. La normalità della droga passa per i bar, le disco, le lounge. Tutti vestiti come a Miami, ma con le illusioni perdute nella bassa. Alle otto del mattino c’è chi prende il cappuccino prima di andare a dormire. E al pronto soccorso degli ospedali si contano i feriti e i morti degli incidenti stradali, gli intossicati, gli sballati che non si sa bene cosa abbiano bevuto, fumato o sniffato.

Madri, padri, familiari arrivano sorpresi: la disgrazia li ha messi davanti alla realtà Cocaina, una parola che da queste parti conoscevano, sino a qualche anno fa, solo i pochi lettori di Pitigrilli. Ora ne parlano tutti, nei pettegolezzi dalle parrucchiere di paese, nei gossip d’ufficio, nei dehors dei caffè. Si sa dove comprarla, si conoscono gli spacciatori, se ne desiderano gli effetti: la sicurezza, il senso di onnipotenza, la capacità di rimanere svegli all’infinito, il maggior vigore sessuale.

Molte coppie la vogliono solo per quest’ultima conseguenza, tanto per riscaldare matrimoni appassiti dopo pochi mesi. La coca è entrata nella vita, come il pinot grigio, il risotto alla milanese, la pizza e i cocktail esotici con tanto rhum e tanto ghiaccio.

Il coca time parte alle sette di sera del venerdì all’ora dell’aperitivo, quando comincia il weekend accelerato. Forse la prima pista si prende dopo le tapas e un drink. E da lì si continua. Verso l’insonnia della «vita». E, se capita, verso la calma eterna della morte. Ai funerali dei drogati c’è sempre chi maledisce gli spacciatori e chi promette che non tirerà più, magari gettando nella fossa, come è successo, una dose di cocaina.


30/07/07 - CARLO ROSSELLA - lastampa.it

Incidenti stradali, strage senza fine

Week-end di sangue: quasi quaranta morti. Una donna incinta resta vittima di uno scontro tra due moto nel Milanese.


INCIDENTI - Tragico il bilancio degli incidenti del fine settimana nonostante quest'ultima domenica di luglio da «bollino verde» sulla rete autostradale. Almeno 39 i morti nel fine settimana. Ma il numero è destinato ad aumentare, considerando che non si conoscono ancora i dati ufficiali forniti dalle forze di polizia. Quindici le vittime di domenica alle quali si aggiungono i 24 decessi di venerdì e sabato. Gli incidenti più gravi in Lombardia.

LOMBARDIA - Lungo l'ex statale 11 tra Treviglio e Caravaggio, nel Bergamasco hanno perso la vita due ragazzi di 24 e 26 anni e una ragazza di 16. Feriti altri due giovani, una ragazza di 18 anni e un ragazzo di 24. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, tutti e cinque si trovavano a bordo di una vettura che è finita fuori strada. Per estrarre i corpi dalle lamiere si è reso necessario l'intervento di tre squadre dei vigili del fuoco. Il conducente dell'auto coinvolta nell'incidente, il 24enne rimasto ferito, è risultato positivo al test dell'alcol. Tre persone, due uomini e una donna incinta, sono morte in un incidente stradale che ha coinvolto una moto e un motorino a Gaggiano(Milano). Nello scontro frontale hanno perso la vita sul colpo i conducenti dei due mezzi mentre la donna, che viaggiava sulla moto condotta dal marito, è morta all'ospedale Humanitas di Rozzano, dove era stata trasportata. Sul luogo dell'incidente sono intervenute le pattuglie della polizia stradale, dei carabinieri di Gaggiano, dei vigili, due ambulanze e un elicottero del 118. Una guardia giurata di 28 anni di Isola Dovarese(Cremona), Gianluca Guazzi, è stata ucciso da un'auto guidata da un ventiduenne ubriaco. Teatro dello schianto mortale è stata la provinciale 10 Cremona-Mantova tra Piadena e Calvatone, in provincia di Cremona. Un uomo di 45 anni residente a Corte Olona (Pavia) è morto in un incidente nel Pavese. La vittima, alla guida della sua Rover, si è scontrata frontalmente con un'altra vettura. L' impatto è avvenuto nel tratto compreso tra l'Andriano e Torrevecchia Pia.


EMILIA ROMAGNA - Una donna di 65 anni è morta sul colpo in un incidente frontale avvenuto poco prima delle 8 ad Anzola Emilia (Bologna). Alla guida dell'altro mezzo che ha invaso la corsia sulla quale viaggiava la vittima, c'era un 36enne che aveva un tasso alcolemico nel sangue quattro volte superiore al consentito. L'uomo è stato quindi arrestato per omicidio colposo.

LAZIO - A Roma un ragazzo di 21 anni ha perso la vita e altri quattro giovani sono rimasti feriti in un incidente avvenuto nella notte in prossimità della rampa del Gran Raccordo Anulare, in direzione Ciampino.

VENETO - Tamponamento mortale, sempre nella notte, sulla strada provinciale 3 di Albignasego, in località di San Giacomo, Padova. Vittima un automobilista diretto da Padova a Casalserugo, che è deceduto in seguito all'impatto con un ciclomotore. Ferito il motociclista, che è stato trasferito in un ospedale di Padova.

TOSCANA - E due motociclisti hanno perso la vita in Toscana. Un uomo di 54 anni è deceduto in uno scontro con un trattore. È successo in Mugello, lungo la strada statale 503, poco prima del Passo del Giogo (Firenze). Un altro motociclista di 30 anni è morto in un scontro tra due moto, avvenuto lungo la provinciale 556 Londa-Stia, in località Il Tiro, in Casentino, Arezzo.

CAMPANIA - Incidente mortale anche ad Angri (Salerno): sull'A3 una ragazza di 26 anni è deceduta dopo aver perso il controllo della sua vettura.


30 luglio 2007 - corriere.it

Weekend di stragi sulle strade

UN ALTRO WEEKEND DI STRAGI SULLE STRADE, OLTRE QUARANTA VITTIME


Alcol e velocità le prime cause. Meta: serve subito un decreto


Roma, 30 lug. (Apcom) - Un nuovo weekend di stragi sulle strade d'Italia. Non ancora noto il dato di questa notte, il bilancio è già di trentanove incidenti mortali con l'alcol e l'alta velocità cause prime delle tragedie.

A Bologna un uomo ubriaco ha travolto una donna di 65 anni. In Lombardia, in diversi incidenti in meno di mezza giornata, hanno perso la vita quindici persone.

Il presidente della commissione Trasporti del Senato Michele Meta:"Serve subito un decreto, sulle strade si muore ma in Senato si gioca con gli emendamenti. Non ci si rende conto che la legge sulla sicurezza stradale del governo proposta dal ministro Bianchi è un provvedimento emergenziale: 250 emendamenti sono troppi".

30/07/07 - notizie.alice.it

Alcol alla guida: Iss, limiti più bassi

Per combattere efficacemente le stragi sulle strade occorre diminuire il tasso alcolemico consentito per chi guida. È una delle ricette suggerite da Emanuele Scafato dell'Istituto Superiore di Sanità, direttore del centro Oms per la promozione della salute, durante il convegno su “Giovani alcool e morti sulle strade” che si è tenuto il 26 luglio scorso a Roma. ''Non esistono limiti di basso consumo da considerarsi sicuri - ha spiegato Scafato - la ricerca mondiale ha dimostrato una forte riduzione negli incidenti stradali quando i livelli di alcolemia consentiti sono stati abbassati''. Fra gli altri provvedimenti suggeriti dal centro sulla base delle esperienze internazionali ci sono anche il divieto di vendita esteso fino a 18 anni, più controlli sulle strade e il coinvolgimento dei medici di famiglia nell'individuazione dei problemi legati all'alcool. Le cifre fornite dall'Istituto Superiore di Sanità sugli incidenti stradali parlano di 6mila morti all'anno, con 15mila invalidi gravi, 120mila ricoverati e un milione e mezzo di visite al pronto soccorso. In totale la spesa sanitaria per le cure è stata stimata intorno a 33 miliardi di euro.


30/07/07 - raiutile.rai.it

Tutti schiavi del doping

La fine del Tour segna l’inizio di un ciclismo nuovo, credibile, trasparente, oppure ha segnato l’inizio della fine per lo sport più praticato al mondo? E anche la fine della corsa più affascinante? In Francia peggio di così non poteva andare, diciamolo. Quel mostro chiamato doping si è mangiato una Maglia Gialla (Rasmussen), ha ingoiato l’eroe della corsa (Vinokourov) e altri bocconi assortiti (ad esempio Moreni).

Il giovane vincitore Alberto Contador pare a sua volta toccato dall’inchiesta madrilena «Operacion Puerto» (quella che ha incastrato Basso), mai chiarita fino in fondo. E il fatto che nei primi 25 della classifica finale figurino 13 spagnoli non è una pezza d’appoggio da esibire per la corsa francese: tutti sanno che il metro di misurazione del doping in terra iberica è sempre stato un po’ più corto che altrove.

Gli ottimisti sostengono che proprio i casi di positività venuti alla luce sono la dimostrazione della via nuova: serietà, severità, pulizia cominciano a pagare. I pessimisti dicono che non ci sarà speranza finchè non sarà ripulito a fondo l’ambiente. Non basterà fermare per due anni le corse, hanno risposto giorni fa gli addetti ai lavori alla nostra proposta provocatoria, se quei due anni non verranno usati per tagliare tutti i tentacoli della piovra. E i tentacoli più lunghi non appartengono ai corridori, ma ai troppi personaggi che stanno loro intorno, lucrano sulle ambizioni degli attori e tirano i fili come si fa con le marionette.

Missione impossibile dunque? All’interrogativo non può sfuggire il fatto che il doping riguarda tutti gli sport: la spirale fu innescata dall’avvento della televisione (risalgono al 1954 le prime grandi riprese sportive in diretta, i Mondiali di calcio in Svizzera). Prima la tivù diede allo sport grande visibilità, poi portò sponsor sempre più padroni, quindi denaro a cascata, forti interessi, e dunque innescò astuzie assortite per conquistare il piatto.

Indietro non si torna, dove la posta è alta i bari ci saranno sempre. Il doping riguarda tutti, la guerra non sarà mai vinta completamente ma la battaglia va fatta in ogni caso per porre degli argini. E va fatta di più nel ciclismo, dove c’è chi inventa attentati orrendi contro la salute. Lo sport delle due ruote è il più praticato al mondo, abbiamo detto. Non per numero di iscritti alle federazioni nazionali ma per plebiscito. In fatto di ecologia, praticità e risparmio la bicicletta oggi (e sempre di più domani) sarà il mezzo maggiormente usato. Dunque il ciclismo in quanto tale non morirà mai. Ma si sta ammalando l’interesse del pubblico, delle tivù, degli sponsor, perché perde colpi la credibilità del risultato, il motore intorno al quale tutto si muove. Questo Tour ha avuto il merito di far cadere gli ultimi veli. Ora il ciclismo è nudo, serve urgentemente un vestito dignitoso.


30/07/07 - GIANNI ROMEO - lastampa.it

Emergenza incendi

Emergenza incendi: ultime 24 ore, 1800 interventi vigili del fuoco


ROMA - Continua l'impegno dei vigili del fuoco sul fronte incendi: nelle ultime 24 ore ci sono stati ben 1.800 interventi contro le fiamme. Si tratta soprattutto di roghi di sterpaglie, non di bosco, quindi sono piu' contenuti per dimensione e piu' facilmente controllabili. Le situazioni piu' critiche sono nella provincia di Bologna, a Vado e San Benedetto Val di Sangro, nell'ascolano, a Fabriano, a Rocca D'Arce, in provincia di Frosinone; focolai anche in diverse zone della Calabria. (Agr).


30/07/07 - corriere.it

Condannati a vestirsi da pollo

E’ questa l’insolita sentenza decisa da un giudice americano per tre uomini colpevoli di aver chiesto prestazioni sessuali a una poliziotta in incognito


PAINESVILLE, OHIO

Il giudice Michael Cicconetti aggiunge un’altra insolita sentenza a quelle per cui è divenuto famoso negli Stati Uniti.

Tre uomini sono stati giudicati colpevoli di aver chiesto, in un ristorante della città, prestazioni sessuali a una poliziotta in incognito. Il giudice Cicconetti in prima istanza li aveva condannati a 30 giorni di prigione, ma poi ha commutato la pena in qualcosa di più fantasioso: i tre uomini, a turno, dovranno indossare un costume giallo da pollo e a rimanere per 3 ore al giorno di fronte al palazzo di giustizia locale con un cartello con la scritta «Nessun Chicken Ranch a Painesville».

Il messaggio fa riferimento a "World Famous Chicken Ranch” (“Il più famoso pollaio del mondo”), un casinò-bordello nel Nevada dove la prostituzione è legale.
Il costume è stato preso in affitto da una persona del luogo che normalmente lo utilizza per far divertire i bambini nell’ospedale locale.

Come detto il giudice Cicconetti non è nuovo a sentenze fantasiose. In passato aveva condannato una persona che aveva dato del maiale a un poliziotto a sostare in strada, per alcune ore al giorno, con accanto un maiale e un cartello con su scritto: «questo non è un poliziotto».

In precedenza, una coppia di persone che aveva rubato la statua Gesù in fasce dal presepe venne condannata a indossare gli abiti di Giuseppe e Maria e a camminare al fianco di un asinello.


30/07/07 - lastampa.it

Omofobia in crescita in Italia

INTOLLERANZA, VIOLENZE E OMICIDI COSì L´OMOFOBIA STA CRESCENDO IN ITALIA

Casi di bullismo, atti vandalici, episodi di discriminazione: un dossier Arcigay alla commissione Giustizia della Camera


Un clima che si respira già sui banchi di scuola, cavalcato da alcuni movimenti di estrema destra e che sfocia ogni anno in decine di delitti


ROMA - In Italia, l´omofobia è bipartisan. «Per i gay ci vuole la garrota», ha proposto recentemente l´assessore regionale lombardo Pier Gianni Prosperini (An). «L´omosessualità è una devianza della personalità», ha ribadito più cautamente la senatrice della Margherita, Paola Binetti. Come stupirsi allora se oltre il 53% degli studenti italiani dichiara di ascoltare spesso a scuola l´offesa "finocchio", rivolta a un compagno?

L´allarme omofobia rischia così di investire il nostro Paese. «In casa nostra si stanno moltiplicando episodi di violenza, atti vandalici e discriminazioni a carattere omofobo - ha avvertito il ministro per le Pari opportunità, il 30 maggio scorso, durante un´informativa urgente alla Camera - sono segnali di un clima che vede riemergere pregiudizi e soprusi, che avremmo voluto superati da tempo». Barbara Pollastrini ha anche ricordato che «in questa inaccettabile e odiosa omofobia si è segnalato, fra gli altri, il movimento politico denominato Forza Nuova» e che nel «2006 sono state 30 le persone transgender uccise».

L´allarme è rilanciato da un dossier presentato dall´Arcigay, a fine giugno, alla commissione Giustizia della Camera: una lista impressionante di 7 omicidi (l´ultimo quello di un transessuale a Pescara il 21 aprile scorso); 30 atti di violenza fisica (pestaggi e stupri); 8 atti vandalici nei confronti di sedi e locali omosessuali; 50 episodi di discriminazione nell´ambito lavorativo e sociale a causa del proprio orientamento sessuale. Non solo. Secondo una ricerca, finanziata dall´Unione europea e condotta nei mesi scorsi da Arcigay, uno studente su due (il 53,5%) sente pronunciare spesso a scuola parole offensive come "finocchio" e a oltre il 10% degli studenti capita di vedere spesso un ragazzo deriso, offeso o aggredito perché ritenuto omosessuale. «Il clima d´odio e l´assenza di regole - sostiene il presidente dell´Arcigay, Aurelio Mancuso - sta portando a un arretramento culturale e a un crescente allarme omofobia. La politica - prosegue - sta sottovalutando la crescita di gruppi neofascisti, responsabili di atti vandalici e aggressioni verso la comunità gay. Per questo chiediamo che vangano al più presto messi fuori legge».

Mentre l´allarme monta, in commissione Giustizia della Camera è ancora fermo il pacchetto antiviolenza e antidiscriminazioni varato dall´esecutivo prima di Natale. Mentre la Commissione per i diritti delle lesbiche, gay e transgender, istituita dal ministero per la Pari opportunità, è ancora in attesa delle nomine dei vari componenti.

Ma il problema omofobia non è solo italiano: lo dimostra la risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 26 aprile scorso, nella quale si condanna con forza ogni discriminazione fondata sull´orientamento sessuale e si chiede a tutti gli Stati membri di assicurare che le persone vengano protette da discorsi omofobici e da atti di violenza.


30/07/07 - di VLADIMIRO POLCHI - gaynews.it

Incidenti, altra giornata tragica

INCIDENTI STRADALI, ANCHE OGGI GIORNATA TRAGICA


BERGAMO - E' risultato positivo al test dell'alcol il conducente dell'auto protagonista dell'incidente stradale a Treviglio (Bergamo) in cui sono rimasti uccisi tre giovani di 16, 24 e 26 anni. Nel sangue di P.R., 24 anni, di Rivolta d'Adda, è stata trovata una percentuale di alcol quattro volte superiore rispetto ai limiti consentiti dalla legge. Il giovane è rimasto lievemente ferito e guarirà in 15 giorni. La tragedia si è consumata intorno alle 2 lungo la ex statale 11 Treviglio-Caravaggio. Sull'auto, una Renault Clio, viaggiavano cinque ragazzi, che stavano tornando a casa dopo una serata passata in un pub a Caravaggio, dove avevano festeggiato il compleanno di uno di loro.

All'improvviso, lungo un rettilineo, il conducente ha perso il controllo dell'auto che è finita contro un platano. I tre giovani seduti sul sedile posteriore sono stati sbalzati all'esterno dell'abitacolo e sono morti sul colpo. Si tratta di Emanuele F. 26 anni di Rivolta d'Adda, colui del quale si festeggiava il compleanno, A.R. 24 anni originario di Melzo (Milano) e residente a Truccazzano e di Jessica T., 16 anni, anche lei residente a Rivolta d'Adda ma originaria di Crema. Sono gravi invece le condizioni dell'altra ragazza Simona V., 18 anni, di Rivolta d'Adda che viaggiava al fianco del conducente. Per lei i medici si sono riservati la prognosi.


30/07/07 - ansa.it

Incidenti stradali, la strage continua

Nove morti e undici feriti in poche ore


Tre giovani hanno perso la vita nel bergamasco

La loro auto si è schiantata contro un platano



ROMA - Ancora morti e feriti sulle strade italiane: nove le vittime nelle ultime ore, mentre l'esodo verso le vacanze procede senza grandi problemi.

Tre giovani di 26 anni, 24 e 16 anni, hanno perso la vita alle 2 di questa notte in un incidente stradale nel bergamasco, sulla statale 11 al chilometro 182 tra Brescia e Milano. Alla guida dell'auto, che si è schiantata contro un platano, il 24enne, ricoverato in ospedale con una prognosi di 15 giorni. Un altro giovane di 18 anni è attualmente in prognosi riservata.

Una donna di 65 anni è morta sul colpo in uno scontro frontale avvenuto poco prima delle 8 ad Anzola Emilia, nel bolognese. Alla guida dell'altro mezzo, che ha invaso improvvisamente la corsia opposta, c'era un trentaseienne che i carabinieri intervenuti sul posto hanno definito "in evidente stato di ebbrezza". Le analisi hanno rilevato un tasso di alcol nel sangue quattro volte superiore al consentito. L'uomo è stato quindi arrestato per omicidio colposo.

Un ragazzo di 21 anni è morto, e altri quattro giovani sono rimasti feriti a Roma la scorsa notte. La loro auto si è ribaltata, forse per la velocità eccessiva, in prossimità della rampa del Gran Raccordo Anulare, in direzione Ciampino.

Tamponamento mortale in provincia di Padova: intorno alle 3.30 di stanotte sulla strada provinciale 3 di Albignasego, un automobilista è morto dopo essersi scontrato con un ciclomotore. Ferito il motociclista, che è stato trasferito in un ospedale di Padova.

Un morto e quattro feriti è il bilancio di un tamponamento che si è verificato intorno alla mezzanotte di ieri all'altezza del chilometro 21 della strada statale 26 di Seregno, in provincia di Milano. L.B, 43 anni, alla guida di una Smart ha tamponato un'Opel Astra sulla quale viaggiava una famiglia composta da R.T, 39 anni, alla guida della macchina, dalla moglie C.F, 44 anni, e dai due figli di 4 e 9 anni. L'impatto è risultato fatale per il conducente della Smart. Lievemente feriti i quattro occupanti della Opel.


Un uomo di 54 anni, è morto questa mattina a causa di un incidente lungo la strada statale 503 che da Scarperia porta al Passo del Giogo. L'uomo era alla guida di una moto quando si è scontrato frontalmente con un trattore che percorreva la carreggiata nell'altro senso di marcia. Praticamente illeso il conducente del trattore.

Un altro incidente mortale si è verificato nel salernitano. Una ragazza di 26 anni è deceduta ieri sera intorno alle 22.50, dopo aver trascorso alcune ore in ospedale, dove i medici hanno inutilmente tentato di salvarle la vita. L'incidente si era verificato attorno alle 16.40 sull'A3 Salerno-Reggio Calabria, all'altezza di Angri, dove la donna ha perso il controllo della sua auto.

Procede intanto regolarmente il traffico verso le vacanze. Come previsto, la mattinata di questa ultima domenica di luglio, si conferma da "bollino verde". Qualche rallentamento sulla sola A14, nell'area bolognese, in direzione nord, per i primi rientri dalle ferie di luglio. Nel pomeriggio è previsto un aumento del traffico in direzione delle grandi città che si intensificherà dalle ore 18 alle ore 21.


30/07/07 - repubblica.it

Ubriaco investe poliziotto

UBRIACO SOTTRAE FURGONE A PADRE E INVESTE POLIZIOTTO


Prima litiga con il padre, quindi gli sottrae le chiavi del furgone e con quello se ne va in giro per la citta' andando a sbattere a ripetizione contro cassonetti e auto in sosta, e infine - una volta bloccato dagli agenti di polizia di Questura e Polstrada - tenta di investire uno dei poliziotti. E' quanto accaduto la scorsa notte nelle strade di Modena, protagonista un 18enne, E.F., che ora e' in carcere con l'accusa di tentato omicidio nei confronti dell'agente ed inoltre dovra' rispondere di danneggiamento e di guida in stato di ebbrezza, perche' al test cui e' stato subito sottoposto e' risultato con un tasso alcolemico superiore al consentito per la guida. Per l'agente di polizia un trauma cranico, per fortuna non grave, e 15 punti di sutura alla testa e altri 5 ad una arcata sopraccigliare. Stando alla ricostruzione fatta dagli agenti, il giovane ieri sera ha litigato in casa con il padre ed e' quindi uscito di casa, non senza avergli prima sottratto le chiavi del furgone. Al volante di questo si e' messo a girare per la citta' emiliana, andando a sbattere contro cassonetti, auto in sosta e paracarri, con ogni probabilita' perche' gia' in preda ai fumi dell'alcol quando e' uscito di casa. Sono stati i vigili urbani, avvertiti da alcuni cittadini, a richiedere l'intervento della polizia e dalla Questura si sono quindi mosse due pattuglie, e inoltre veniva allertata anche uan pattuglia della Polstrada. Alla fine il furgone e' stato intercettato in una delle strade a ridosso del centro cittadino e quindi circondato. Gli agenti sono scesi dalle pattuglie ed e' stato allora che il giovane ha innestato la retromarcia, nel tentativo di scappare, investendo in pieno uno dei poliziotti. Tentativo di fuga inutile perche' E.F. e' stato bloccato e arrestato sul posto con l'accusa di tentato omicidio, e poi sottoposto al test per accertare se fosse ubriaco o meno. Test risultato, come detto, positivo.


30/07/07 - repubblica.it

Sesso e droga con parlamentare

Sesso e cocaina con un parlamentare in hotel a Roma


Squillo finisce in ospedale per un malore


(ANSA) - ROMA, 29 LUG - Un parlamentare, due squillo, coca e alcol in un hotel di via Veneto. Una delle ragazze sta male, va in ospedale, ma tutto finisce li'. Lo scenario e' stato ricostruito dalla polizia dopo l'arrivo al pronto soccorso della giovane, che diceva di essere stata costretta a prendere qualcosa. Poi, pero', ha cambiato versione. 'Non c'e' reato, nessuna denuncia', dicono gli investigatori. Non risulta che l'altra ragazza sia stata sentita, ne' che sia stato interpellato il parlamentare.


30/07/07 - ansa.it

COCAINA KILLER

Appelli in discoteca
Direttore Asl: "Emergenza finita"


Dopo i malori e forse una morte, per la cocaina tagliata con atropina, nei ritrovi bresciani si fa il possibile per avvertire del pericolo, anche dalla consolle. Appelli dei dj che sollecitano i giovani a ''non cascarci''


Brescia, 29 luglio 2007 - La paura della coca-killer pesa sul sabato notte in discoteca. Dopo i malori, forse una morte, per la cocaina tagliata con atropina, si fa il possibile per ''dare una mano'' anche dalla consolle. Appelli dei dj, piu' spesso dei 'vocalist', coloro che parlano per ore e ore al microfono, a fianco di chi si occupa solo di musica, sollecitano i giovani a ''non cascarci'', a ''divertirsi senza droga''.



Succede in molti locali. Dopo l'allarme per la cocaina tagliata male, tutti si sono presi l'impegno a parlarne con la loro eterogenea clientela, nella quale ci sono pure dei consumatori. E non puo' non succedere nella zona del basso Garda bresciano dove le discoteche sono tante e dove la droga potrebbe essere stata davvero assassina: una commessa ventenne e' morta nella notte tra giovedi' e venerdi' a Desenzano. Arresto cardio- circolatorio in persona priva di patologie il referto ma le sue ultime ore di vita sono state in una casa in cui si e' sniffato.



Nessuno resta indifferente di fronte all'allarme. Non ci rimangono, ad esempio, al 'Fura', discoteca di Lonato, a pochi chilometri dal casello autostradale di Desenzano. Il locale inizia a riempirsi dopo mezzanotte, passata da poco l'1:30 Davide 'Brio' Briosi, 21 anni, studente di economia e commercio, vocalist nel fine settimana, tra saluti personalizzati, auguri di compleanno e una serie di ''cento per cento Fura'', si rivolge ai clienti, in maggioranza tra i 20 e i 30 anni, lanciando appelli contro la droga. ''Non e' una novita' per noi - spiega poi -, lo facciamo tutti i fine settimana. Ma stavolta ho voluto far presente che la situazione e' ancora piu' grave.



Per questo ho detto, oltre a 'niente droga', 'non cascateci' e anche 'pensate a quello che e' successo'''. 'Brio' diventa la voce della coscienza del popolo del Fura, lui si considera ''la prova che ci si puo' divertire senza droga e senza alcol'': ''basta guardare noi alla consolle, che ci muoviamo, parliamo, balliamo per quattro ore ininterrottamente''.



Nella notte della paura, in cui altre dosi di coca tagliata male potrebbero colpire, 'Brio' e' ottimista: ''una volta quando lanciavi l'appello contro l'uso di droga e l'abuso di alcol ti facevano brutti gesti, ora non piu'. Qualcosa sta cambiando, le discoteche possono fare molto''. Poi, cappellino nero in testa, riprende a incalzare chi balla, a dare pacche sulle spalle a chi viene a salutarlo. 'Denis M.DJ' continua a mixare vinili di elettro-house e, appena passate le 2, e' quasi impossibile infilarsi nella pista, tra le pareti e le colonne bianche.



Indice puntato contro la droga anche dai 'Nu'Art', quattro ballerini scatenati a cui e' affidata l'animazione. ''Nel nostro gruppo - dicono - si pensa a ballare, allo show ma la prima regola e' che si lavora senza alcol e senza droga. Quello che e' successo e' molto grave''.



La vicenda della pericolosa cocaina 'cristallina' e' ben nota al popolo del Fura e fa discutere i giovani. Tutti sanno ma e' difficile, praticamente impossibile, trovare qualcuno che ammetta di consumare droga. E, comunque, piu' che la paura pare prevalere la rabbia verso chi trascina i giovani alla prima sniffata.



''La cocaina - commentano tre ragazzi di Seriate, nella bergamasca, dove la droga tagliata male ha provocato alcuni ricoveri - e' diventata uno status symbol. La sniffano i ricchi e anche chi ha pochi soldi non vuole essere da meno. Chi non ha la testa per capire che fa sempre male non smettera' nemmeno in questo fine settimana''. Due amiche bresciane, Martina e Michela, garantiscono che ''nella nostra compagnia nessuno ne fa uso'' ma conoscono le insidie: ''prima te la regalano, poi uscirne e' difficile. Forse quello che e' successo fara' riflettere''.



Emanuele di Sarezzo, tra un 'pota' (il noto intercalare bresciano) e l'altro, ammette di essere ''un po' ubriaco, pero' non ho problemi perche' sono venuto con il pullman che viene poi a riprenderci. E mi sto divertendo moltissimo anche senza droga''. E, allegrotto com'e', si sfoga: ''C'e' tantissima cocaina in giro. E' piu' facile trovare quella che le caramelle. A me fa schifo, ma ne usano tanta, tanta, tanta''. Si avvicinano le quattro, orario di chiusura del Fura.



E si forma una coda davanti al banchetto in cui i ragazzi si possono sottoporre all'alcol-test. ''Ne facciamo tanti - spiega uno dei volontari dell'iniziativa promossa da Polizia Stradale, Comune di Desenzano e alcune associazioni - e colpisce il fatto che vi si sottopongono piu' quelli tra i 20 e i trent'anni che non quelli con qualche anno di piu'. Se l'alcol test e' positivo invitiamo a non guidare, ad aspettare, a far guidare un amico''. Il popolo del sabato notte se ne va. Le auto - dalle Mercedes alle Smart - ripartono verso le tante province da cui sono giunte. Un giovane pesca dalle tasche la chiave della 'Golf' e la consegna ad un amico: ''Guida tu''.


30/07/07 - © qn.quotidiano.net

Basta guerre nel mondo!