Rom uccise ragazzi,chiesta condanna

E' stata chiesta la condanna per il rom 22enne che, nella notte fra il 22 e il 23 aprile scorsi, travolse e uccise quattro giovani tra i 16 e i 18 anni di Appignano del Tronto guidando ubriaco il suo furgone. Il pm di Ascoli Piceno ha chiesto quattro anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, di cui sei mesi per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e 20 giorni di arresto per la guida in stato di ebbrezza.


Il pubblico ministero ha considerato le aggravanti a carico del rom equivalenti alle attenuanti e ha chiesto anche che la patente di guida gli venga sospesa per due mesi e dieci giorni.

Quando il pm di Ascoli Piceno Carmine Pirozzoli ha finito di pronunciare la sua requisitoria, tutti gli occhi si sono rivolti verso Marco Ahmetovic, seduto, a capo chino, al primo banco dell'aula di udienza. Ma il rom, jeans e felpa azzurra consunta, con la scritta "Italia" sul petto, non ha avuto alcuna reazione.

Non ha guardato il giudice, non si è voltato verso l'avvocato difensore né verso il pubblico. Silenzio anche nell'aula, e nessun vocio fra il pubblico. Subito dopo hanno cominciato a parlare i legali di parte civile, sollevando la questione del massimale che l'assicurazione del furgone guidato dal nomade considera unico per tutte e quattro le vittime (750 mila euro circa), ma che i parenti dei ragazzi morti chiedono sia invece moltiplicato per quattro.

In quella tragica notte dello scorso aprile il rom uccise Eleonora Allevi, Davide Corradetti, Alex Luciani e Danilo Traini. Ahmetovic si mise alla guida del suo vecchio furgone completamente ubriaco, e dunque non poteva non prevedere quello che è poi accaduto: un incidente stradale gravissimo, che ha strappato via quattro giovani vite. Il giudice è ora in camera di Consiglio.

I parenti: "Richiesta ridicola"
"Una richiesta di condanna a quattro anni per Ahmetovic? irrisoria, ridicola...ma che Italia è questa?". Questo il commento di Giuseppe Antolini, lo zio di Alex Luciani, una delle quattro giovani vittime. "Dopo che ha confessato l'omicidio dei quattro ragazzi e un vecchio tentativo di rapina per premio l'hanno mandato al mare, in una rinomata località turistica'', ironizza riferendosi agli arresti domiciliari ottenuti dall'imputato in un residence di San Benedetto del Tronto.


05/10/07 - tgfin.mediaset.it

Politiche di salute mentale più efficaci

L'Aquila, 5 ott. - Il Forum di salute mentale, la cooperazione sociale e la Asl dell’Aquila stanno lavorando per realizzare politiche. di salute mentale efficaci, ovvero sistemi di servizi coerenti e coesi che rispondono alle esigenze della popolazione.

Si stanno portando avanti, spesso con grande difficoltà ma con successo, moltissime esperienze che evidenziano le “ buone pratiche” attraverso programmi di reinserimento lavorativo, costruendo una rete di servizi che mette al centro la persona e i suoi bisogni reali: la casa, il lavoro, le relazioni.
"L’obiettivo che ci siamo posti - dice una nota - è quello della qualità dei servizi, del tipo di risorse e dell’uso che di tali risorse si fa. Si sta avvertendo, sia tra la popolazione sia tra gli operatori della salute mentale, la necessità di una svolta culturale e politica; è necessario rilanciare i servizi di salute mentale, contrastando il binomio ambulatorio e posto letto in favore di un sistema articolato di presidi che devono esistere sul territorio, come il sistema microaree la cui sperimentazione, finanziata dall’Assessore della Regione Abruzzo Betty Mura, partirà a breve".
Si stanno ricomponendo sanitario e sociale: l’integrazione tra questi aspetti nasce dalla capacità degli operatori della salute mentale, dagli obiettivi che il dipartimento si è posto, dalle esigenze espresse dalle persone, dalle risorse della comunità, costruendo insieme percorsi di uscita dalla sofferenza e dal disagio. "L’Aquila lo sta facendo, dimostrando come il sociale con la sua irruzione nel sanitario dia risultati sostenibili conseguendo consensi. Oggi a L’Aquila, parlare di salute mentale acquista un senso perché la rete che si sta costruendo sul piano tecnico gestionale lascia intravedere elementi che possono contribuire alla costituzione di un modello originale sul territorio aquilano".


05/10/07 - ilcapoluogo.it

Scuole presidiate. Agenti contro i bulli

É ripartito il servizio di vigilanza delle forze dell'ordine all'ingresso e all'uscita. Tracciata una mappa degli istituti più a rischio. Soddisfatti docenti e genitori.

Ingresso e uscita da scuola "scortati". È successo ieri ai ragazzi del liceo classico Socrate di via S. Tommaso d'Aquino, a Poggiofranco: fuori dai cancelli due volanti della polizia hanno vigilato e tenuto sotto controllo la situazione. È ripartito il servizio di prevenzione contro bullismo e atti vandalici davanti alle scuole di ogni ordine e grado. La semplice presenza delle forze dell'ordine è un deterrente contro i crimini che vedano come protagonisti o vittime i minori: dallo spaccio di droga alla pedofilia, passando per episodi di violenza e bullismo.

Più sicurezza
Il Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica ha tracciato una mappa delle scuole più a rischio di Bari e provincia davanti ai cui ingressi poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani si alterneranno per garantire sicurezza agli studenti e alle loro famiglie. Già ieri infatti per i genitori che hanno accompagnato i figli davanti al liceo di Poggiofranco, quella degli agenti in servizio di vigilanza è stata una felice sorpresa. Le forze dell'ordine presidieranno gli istituti scolastici negli orari d'inizio e fine delle lezioni. Il servizio è stato accolto favorevolmente dai genitori e dai capi d'istituto ed era stato in particolare sollecitato la scorsa settimana dal preside del liceo Socrate, dove dall'inizio dell'anno si sono già verificati diversi episodi sgradevoli.

Lo zaino bruciato
E l'ultimo episodio spiacevole è accaduto l'altro giorno. Uscito da scuola, uno studente ha incontrato per strada alcuni ex compagni della media, che hanno cominciato a prenderlo in giro. Tra scherzi e sfottò, l'incontro è degenerato finché lo zaino dello studente del Socrate è stato bruciato. La settimana scorsa, inoltre, dal parcheggio davanti al liceo era stato rubato un motorino. City


05/10/07 - city.corriere.it

I piccoli belgi hanno l'ID digitale

Pronta la carta d'identità elettronica di massa. Per combattere la pedofilia, proteggerli da Internet e identificarli fin dalla culla

Roma - Mentre in Italia si discute ancora della possibilità concreta di introdurre autentici documenti elettronici, in Belgio è già partito un progetto che prevede entro pochi anni la completa marchiatura digitale dell'intera popolazione autoctona e straniera: quasi tutti, dalla culla alla tomba avranno la loro carta d'identità con chip multifunzione, per di più ad un prezzo popolare.

Non ci saranno limiti d'età per ottenere un documento, come invece accade in altri paesi: persino i neonati avranno il loro tesserino, e questo anche per garantire una maggiore protezione contro un rischio-pedofilia che in Belgio, complici i fatti di cronaca di questi anni, viene percepito se possibile con ancora maggiore sensibilità che altrove. Grazie alla carta sarà semplice identificare un bambino o, nel caso venga ritrovata perché smarrita, per contattare rapidamente i genitori. Nel chip saranno infatti conservati una serie di numeri telefonici, che all'occorrenza le forze dell'ordine potranno utilizzare.

Il secondo uso possibile per la carta sarà la salvaguardia dell'infanzia sulla Rete: ogni bambino di sei anni riceverà assieme alla carta un codice, che gli permetterà di avere accesso ad una serie di servizi certificati dallo stato, ritenuti adeguati e sicuri per la sua età. Infine, naturalmente la tessera sarà anche un documento d'identità a tutti gli effetti, con una validità di cinque anni.

Il programma non si rivolge soltanto ai bimbi: sei milioni di cittadini belgi (su un totale di dieci) e il quasi milione e mezzo di stranieri residenti nel paese dovranno convertire la loro attuale carta d'identità nel nuovo modello elettronico. In alcuni casi il passaggio sarà gratuito, in altri ci potranno volere fino a 35 euro per ottenere il nuovo tesserino.

A dissipare ogni dubbio sui pericoli per la privacy dei cittadini, ci pensa il project manager del programma per il ministero dell'interno, Joachim Van Eyck: non ci saranno informazioni biometriche nella carta, perché ritenute "troppo rischiose". Al cittadino viene persino assicurato che potrà verificare quali siano i suoi dati personali sottoposti al trattamento e potrà farlo per via telematica oppure rivolgendosi al comune di residenza.

Luca Annunziata - 05/10/07 - punto-informatico.it

Sette anni di carcere a chi truffa gli anziani

Due “regine“ della truffa, specializzate nel ramo anziani. Il tribunale di Milano le ha condannate al termine di un processo esemplare chiuso da una sentenza a suo modo storica: per la prima volta il rito ambrosiano ha riconosciuto l’associazione a delinquere per questa odiosa tipologia di reati. Risultato: a Paola Cena è stata inflitta una pena di 7 anni e 6 mesi, a Irma Cena hanno dato 5 anni.

Insomma, la Procura di Milano, rappresentata in aula da Cecilia Vassena, è riuscita ad afferrare la trama criminale del sodalizio responsabile di numerosi episodi avvenuti fra il 2003 e il 2005, anche se i risultati sono parziali e potrebbero esserci ulteriori sviluppi nel futuro prossimo: due imputati sono stati assolti, per altri tre i giudici avevano deciso nei mesi scorsi la trasmissione degli atti a Genova e Piacenza.

In ogni caso l’indagine ha permesso di ricostruire molti fatti commessi dalla coppia, formata dalle due nomadi di etnia sinti e residenti nei campi di Chivanno e Nichelino in Piemonte. A Paola Cena sono stati attribuite 10 truffe e un furto, a Irma Cena un episodio tragico che la dice lunga sulla pericolosità di queste situazioni: in seguito al raggiro, la vittima, un pensionato ottantasettenne di Milano, si era suicidato. Irma Cena, insieme ad un complice non identificato, si era finita dipendente dell’azienda del gas e con la scusa di controllare il contatore era riuscita a portare via, dopo aver distratto il poveraccio, un Rolex Daytona, altri orologi e gioielli per 120 mila euro.

Ecco, un’inchiesta del genere apre uno squarcio su un mondo in cui vergogna e debolezza formano una miscela esplosiva. Che succede quando una persona già in là con gli anni, magari malandata e sola, finisce per fidarsi di chi aspetta solo il momento buono per spolparla? Quando il malcapitato scopre la truffa, è ormai troppo tardi: a quel punto il danno è fatto.

Le truffe e i furti di questo tipo sono ormai una piaga sociale: il bisogno di avere un po’ di calore di amicizia a volte è causa di disastri. L’anziano di turno si convince di avere a che fare con un tecnico del gas o con un dipendente della sua banca che ha tutta l’aria di voler controllare l’autenticità delle banconote in suo possesso. Così, si scopre e si offre ingenuamente a scaltri truffatori seriali che gli portano via tutto. La banda con trucchi di questo tenore era riuscita a portare via a tre sventurati rispettivamente 3.500, 14 mila e 6500 euro. Il riconoscimento da parte della magistratura dell’associazione a delinquere marca proprio l’allarme sociale per un fenomeno che spesso si manifesta in modo subdolo, senza che se ne comprenda fino in fondo la gravità.


di Stefano Zurlo - venerdì 05 ottobre 2007 - ilgiornale.it

Violentate al campus, due giovani arrestati

Sono in tutto otto gli accusati. La violenza su 4 ragazze era avvenuta alla Smithfield


TORONTO - Otto ragazzi sono stati accusati di violenza sessuale in un campus e due di loro, uno di 12 e l’altro di 13 anni, sono stati arrestati ieri. Le vittime sono quattro ragazze che hanno denunciato la violenza avvenuta martedì pomeriggio della scorsa settimana alla Smithfield Middle School, nel Nord-Ovest della città.
La violenza sarebbe avvenuta dopo le lezioni. La polizia è riuscita ad arrivare ai colpevoli grazie alle numerose testimonianze e alle informazioni fornite dal Toronto District School Board.
La scuola si trova su Mount Olive Drive, nell’area compresa tra Martingrove e Albion Road.
Tutti gli accusati hanno un’età compresa tra i 12 e i 13 anni e la loro identità non è stata resa nota secondo lo Youth Criminal Justice Act.
I colpevoli dovranno comparire in tribunale davanti al giudice l’8 novembre. L’ultimo episodio di violenza sessuale a scuola risale a pochi giorni prima, alla York University, dove 2 diciannovenni erano state aggredite. La polizia aveva arrestato un 25enne.


05/10/07 - corriere.com

Castelnovo, nei guai due conducenti

Ubriaco guidante, patente saltante / Patente assente, il guidatore se ne pente


Castelnovo, nei guai due conducenti denunciati dai carabinieri: uno guidava appunto ebbro; l’altro era senza patente perchè mai conseguita...


Continua l’attività di prevenzione e contrasto anche sul nostro Appennino dai carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Castelnovo ne' Monti, comandata dal capitano Mario Amoroso. Beccati stavolta un paio di giovani conducentic che si sono posti alla guida con leggerezza: uno in preda ai fumi dell'alcol e l'altro senza averne titolo. Ambedue sono stati denunciati; al primo è stata anche ritirata la patente (al secondo sarebbe stato difficile... ).

La persona sorpresa con il tasso alcolemico oltre i limiti è un 34enne di Ramiseto. Quella invece trovata senza patente è un giovane 33enne di Pontevico (BS).


04-10-2007 - radionova.it

Bagordi notturni: Marina Centro non ci sta

Locali sotto accusa. Richiesti più controlli alla Polizia Municipale e ai "poliziotti di quartiere". Proteste del comitato di quartiere.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Musica, alcol e schiamazzi notturni: il direttivo del comitato di quartiere Marina Centro dice basta.

Snervato dal proliferare di locali di pubblico esercizio o di intrattenimento, all’interno del centro cittadino, che esercitano la propria attività «senza il rispetto delle regole siano esse di natura normativo-amministrativa che di reale senso civico e di rispetto del prossimo», il quartiere sambenedettese, presieduto da Fabrizio Capriotti, lancia un grido di allarme accompagnato da un appello indirizzato all’Autorità di Pubblica Sicurezza e alla Polizia Municipale.

Viene chiesto di vigilare sul rispetto, da parte delle attività, delle normativa in materia di emissione di decibel, somministrazione di superalcolici, orari di apertura e chiusura dei locali e viene inoltre proposta l’introduzione di poliziotti di quartiere.

La querelle nasce perché i pubblici esercizi, alcuni situati anche a ridosso delle abitazioni nel pieno centro abitato, si trasformano spesso in discoteche all’aperto: «Le auto vengono non di rado parcheggiate in seconda o terza fila, impedendo così il passaggio ai pedoni o ad altri autoveicoli e alla chiusura dei locali sui marciapiedi, sui portoni delle abitazioni o sui davanzali delle finestre si assiste a un tripudio di bicchieri, bottiglie, residui e rifiuti organici di vario genere».

La situazione non è più accettabile da parte degli abitanti del quartiere i quali, lontani dal mettere in discussione il diritto che i gestori hanno di esercitare la propria attività, chiedono loro di farlo nel pieno rispetto delle regole.

Ma dalla controparte sembrano proprio le regole a non esserci o a essere sbagliate.

Il titolare del ristorante Vicolo Corto situato in via Neutro Spinozzi, condivide la posizione del quartiere per ciò che concerne la necessità di controlli in strada, anche affidati a “poliziotti di quartiere” e il controllo dei superalcolici distribuiti. Si trova però in disaccordo sulle lamentele riguardanti l’inquinamento acustico: la soglia di decibel consentita è già molto bassa,afferma.


04-10-2007 - Silvia Del Gran Mastro - sambenedettoggi.it

1° rapporto sulle dipendenze patologiche

Presentato il 1° rapporto sulle dipendenze patologiche in provincia di Catania realizzato dal CNR di Pisa, dalla Regione Sicilia e dall’Ausl3


È stato presentato stamattina, presso la direzione generale dell’Azienda Usl3, il “Primo rapporto sul fenomeno delle dipendenze patologiche in provincia di Catania 2004/2005”, realizzato, su incarico della Presidenza del Consiglio dei ministri, dall’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa, dal Dipartimento osservatorio epidemiologico della Regione Sicilia e dall’Azienda Usl3. Il progetto, promosso in alcune aree provinciali pilota a livello nazionale, tra cui Catania, Siracusa e Ragusa (lo scorso anno ha interessato Palermo), mira a sperimentare un sistema di sorveglianza epidemiologica sull’uso di droghe illegali, per desumere la reale dimensione del “fenomeno tossicodipendenza” nella popolazione. «Questo dossier - ha detto il direttore generale dell’Ausl3 dott. Antonio Scavone, a margine della conferenza stampa - rappresenta una “lente di ingrandimento” sull’incidenza delle dipendenze patologiche nella provincia di Catania. Si tratta del più importante sforzo, effettuato nel nostro territorio, per la sistematizzazione di tutte le informazioni sulla tossicodipendenza. La raccolta, l’analisi e l’elaborazione dei dati sono stati curati dagli operatori dei 10 Servizi per le Tossicodipendenze (Ser.T.) aziendali, in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, attraverso indagini campionarie sulla popolazione generale (600 persone tra i 15 e i 54 anni, intervistate con il metodo IPSAD - Italian Population Survey on Alcool and Drugs) e sulla popolazione scolastica (500 studenti tra i 15 e i 19 anni, intervistati con il metodo ESPAD - European Population Survey on Alcool and Drugs). Questo capillare lavoro di indagine ci consentirà di mettere a punto nuove e più efficaci strategie di prevenzione e cura delle dipendenze, in relazione agli stili di consumo di giovani e adulti. Inoltre - ha aggiunto Scavone - l’analisi sui ricoveri ospedalieri per diagnosi droga correlate, contenuta nel rapporto, consentirà di avere l’esatta dimensione del fenomeno della tossicodipendenza, aggiungendo ai pazienti in cura presso i Ser.t., anche il numero di persone che non si rivolgono a strutture pubbliche o private di cura e finiscono per costituire una zona d’ombra che non ci restituisce l’esatta dimensione del problema. Attraverso questo metodo d’indagine scientifico e integrato abbiamo cercato di definire i confini di un fenomeno che in provincia di Catania fa registrare percentuali di consumo in linea con quelle nazionali, salvo qualche leggera differenza. In base alla metodica IPSAD (Italian Population Survey on Alcool and Drugs), dal rapporto risulta che il consumo di cannabis, in provincia di Catania, è leggermente inferiore rispetto al resto d’Italia, mentre l’uso di cocaina è in linea con il campione nazionale. Si è registrato invece un maggior consumo di eroina rispetto al resto d’Italia. Per quanto riguarda l’indagine ESPAD sugli studenti, è emerso che tra i ragazzi di età compresa tra 15 e 19 anni, il consumo di cannabis è in linea con quello nazionale, mentre l’uso di cocaina è superiore rispetto alla percentuale regionale (il 4,5% in Sicilia) ma è inferiore rispetto al consumo nazionale (il 5,3% nel resto d’Italia). Inoltre lo 0,26% di studenti ha dichiarato di far uso quotidiano di cocaina, mentre in ambito regionale e nazionale la percentuale è dello 0,24%. Per quanto riguarda il consumo di eroina nell’ultimo anno, tra gli studenti della provincia di Catania e della Sicilia la classe di età più a rischio è quella dei sedicenni. Il dato più impressionante è che il 73,4% dei ragazzi intervistati conosce i rischi associati all’utilizzo di sostanze illegali. I risultati di questa ricerca - ha concluso Scavone - non devono restare sulla carta ma devono diventare il punto di partenza per una nuova strategia di prevenzione e cura delle varie forme di tossicodipendenza». Assieme al direttore generale Scavone, hanno illustrato i contenuti del rapporto i ricercatori del CNR di Pisa dott. Luca Bastiani e dott. Daniele Cutugno. Alla conferenza stampa erano presenti la dott.ssa Monica Di Giorgi, in rappresentanza del Dipartimento osservatorio epidemiologico della Regione, la dott.ssa Grazia Vecchio e la dott.ssa Salvina Nastasi del Nucleo operativo tossicodipendenza della Prefettura, il responsabile del dipartimento dipendenze patologiche dell’Ausl3 dott. Carmelo Mazza, i responsabili dei 10 Servizi Tossicodipendenze (Ser.T.) dell’Ausl3, il rappresentante dell’ODA dott. Giorgio Baggiani, il presidente della comunità terapeutica “Associazione solidarietà contro le droghe” di Viagrande don Benedetto Sapienza. Catania, 3 ottobre 2007


ufficio stampa


Sintesi dei dati del primo rapporto sul fenomeno delle Dipendenze Patologiche nella provincia di Catania - 2004/2005


Il Rapporto sul fenomeno delle Dipendenze Patologiche nella provincia di Catania rappresenta un primo ed importante sforzo nella raccolta e sistematizzazione delle informazioni da parte degli operatori dei Servizi per le Tossicodipendenze.


Dai dati della ricerca IPSAD (Italian Population Survey on Alcool and Drugs), effettuata su 600 persone tra i 15 e i 54 anni, emerge che: Il consumo di cannabis in provincia di Catania è inferiore rispetto al resto d’Italia. Il 25,9% di persone, di età compresa tra i 15 e i 54 anni, ha ammesso di aver fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita, contro il 31% nelle restanti regioni d’Italia e il 26,5% nel resto della Sicilia. L’uso di cocaina in provincia di Catania è in linea con il campione nazionale, dove il 6,7% dichiara di aver fatto uso di cocaina nell’arco della vita e il 2,2% di averla utilizzata nell’ultimo anno. Nel territorio etneo, in particolare il 6,4% delle persone esaminate dichiara di averla provata almeno una volta nella vita, il 2% negli ultimi dodici mesi. Per quanto riguarda il consumo di eroina, in provincia di Catania si registra un maggior utilizzo rispetto all’intero campione nazionale. L’1,6% dei residenti nella provincia etnea, di età compresa fra i 15 ed i 54 anni, dichiara di aver fatto uso di eroina almeno una volta nella vita, contro l’1,3% del resto d’Italia. Il 71,6% degli intervistati percepisce i rischi associati all’utilizzo di sostanze illegali. Il 9,3% delle persone intervistate si può definire “poliassuntore”, poiché ha fatto uso di almeno due sostanze psicotrope illegali nell’arco della propria vita.


Dai dati della ricerca ESPAD (European Population Survey on Alcool and Drugs), effettuata su 500 studenti tra i 15 e i 19 anni, emerge che: In provincia di Catania il 30% dei giovani, di età compresa tra i 15 e 19 anni, ha consumato cannabis almeno una volta nella vita. Questo dato è in linea con quello nazionale. Per quanto riguarda l’utilizzo di cocaina tra gli studenti, il 4,8% dichiara di averla provata almeno una volta nella vita. Questo dato è superiore rispetto a quello regionale (il 4,5% in Sicilia) e minore rispetto a quello nazionale (il 5,3% nel resto d’Italia). Lo stesso andamento percentuale si registra per l’uso di cocaina negli ultimi dodici mesi. Lo 0,26% di studenti della provincia di Catania fa uso quotidiano di cocaina, mentre in ambito regionale e nazionale la percentuale è dello 0,24%. In provincia di Catania e nel resto della Sicilia l’uso di eroina, una o più volte nella vita, fa registrare nella popolazione studentesca una percentuale superiore (il 2,6%) rispetto a quella nazionale (il 2,5%). Per quanto riguarda il consumo di eroina negli ultimi dodici mesi, tra gli studenti della provincia di Catania e della Sicilia, la classe di età più a rischio è quella dei sedicenni. Il 73,4% dei ragazzi intervistati comprende i rischi associati all’utilizzo di sostanze illegali.


*** Nel 2005, 3.379 persone sono state curate presso i Ser.T. dell’Azienda Usl3 (contro i 3381 del 2004). Il 66% degli utenti era “in carico” al Ser.T. da anni, altri sono rientrati in seguito ad una “ricaduta”. La sostanza d’abuso primaria è l’eroina (nel 53% dei casi) seguita dalla cocaina (25%). In base alle schede di rilevazione del ministero della Salute, l’85% dei tossicodipendenti vengono curati nei Ser.T. delle Ausl, il 9% in carcere, mentre le strutture riabilitative del territorio accolgono il restante 6% di utenti. I trattamenti farmacologici integrati, erogati nei confronti del 39% dei tossicodipendenti, consistono in terapie farmacologiche integrate con metadone (per il 55%), dei casi in trattamenti integrati con buprenorfina (per il 20%) e altri farmaci (per il rimanente 25%). Dall’analisi delle schede di dimissione ospedaliera, emerge che in Sicilia, nel triennio 2003-2005, ci sono stati complessivamente 2175 ricoveri correlati a droga, alcol e tabacco, riguardanti persone residenti in provincia Catania. Per quanto riguarda le malattie infettive droga-correlate, nel 2005, presso il dipartimento dipendenze dell’Ausl3 di Catania sono stati effettuati 989 test per la ricerca del virus dell’HIV (i test effettuati nel 2004 sono stati 993) pari al 35% delle persone in cura. La quota di sieropositivi riscontrata è stata del 2% (del 3% nel 2004). Nel 2005 sono stati effettuati 1155 test sul 42% dell’utenza complessiva, per la ricerca del virus dell’epatite C (i test effettuati nel 2004 sono stati 1095). Il 43% delle persone risultate positive all’epatite C sono uomini già in cura presso i Ser.T., (nel 2004 era il 48%). Nel biennio 2004-2005 si sono riscontrati soltanto due decessi droga-correlati. Nel corso del 2005 in provincia di Catania sono state effettuate 214 operazioni di contrasto al traffico di sostanze psicotrope illegali (19.659 sono le operazioni compiute in tutta Italia). Per quanto riguarda i reati droga-correlati nel 2005 le denunce per produzione, traffico e vendita di sostanze stupefacenti e per associazione finalizzata a commettere gli stessi reati sono state 31.249 in Italia, di cui 2.470 in Sicilia e 370 a Catania. Il 31 dicembre 2005 i detenuti in provincia di Catania erano 762, di cui circa il 20% tossicodipendenti, il 35% ristretti per reati commessi in violazione alla normativa sugli stupefacenti. Catania, 3 ottobre 2007


05/10/07 - isolapossibile.it

Paul Gauguin - Artista di mito e sogno

Paul Gauguin. Artista di mito e sogno”: dal 6 ottobre 2007 al 3 febbraio 2008 al Complesso del Vittoriano di Roma circa 150 opere tra oli, disegni, sculture e ceramiche documentano il percorso umano ed artistico del grande Maestro evidenziando il suo sognante vagheggiare un’Età dell’Oro, i richiami alla cultura e alla tradizione, le innovazioni del suo linguaggio pittorico unite ad un esotismo colto ed eclettico. Un’opportunità unica, a due passi dalla Colonna Traiana, dal Foro, e da altri antichi siti archeologici, per considerare in situ le radici romane dell’opera di Gauguin, il suo debito nei confronti dei miti del passato e del presente primitivo, nella prima monografica mai dedicata a Roma all’artista francese.

La Mostra, che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si avvale del patrocinio del Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero Affari Esteri, Ministero Pubblica Istruzione e Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano ed è promossa dal Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali, Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche, Assessorato alla Comunicazione – unitamente alla Regione Lazio – Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport.

Capolavori provenienti da importanti musei pubblici e prestigiose collezioni private di tutto il mondo, tra cui spiccano il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery of Art di Washington e la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, ripercorrono l’intero cammino della vita e dell’opera del pittore da cui traspare la costante ricerca di una sorta di mitico Eden, il sogno di un luogo remoto sospeso nel tempo in cui regna una pace perfetta e un’abbondanza felice.

Come sottolinea Stephen F. Eisenman, “nessun artista, né prima né dopo, ha così assiduamente raffigurato l’incontro tra un colonizzatore europeo e gli indigeni, né trasformato in modo così radicale tale difficile rapporto in opere altrettanto incantate ed inquietanti. Gauguin, l’artefice di miti e sogni, Gauguin il Simbolista era anche Gauguin il virgiliano ed il classicista, i cui modelli di pensiero sono strettamente legati all’arte ed alle tradizioni letterarie di Roma antica.”

L’esposizione “Paul Gauguin. Artista di mito e sogno”, a cura di Stephen F. Eisenman, Ordinario di Storia dell’Arte alla Northwestern University, Chicago, con la collaborazione di Richard R. Brettell, Commissario Internazionale della mostra, Ordinario di Estetica alla University of Texas, Dallas, si avvale di un prestigioso Comitato Scientifico composto da Richard R. Brettell, Anne-Birgitte Fonsmark, Direttore del Ordrupgaard Museum, Copenhagen, Tamar Garb, Ordinaria di Storia dell’Arte allo University College, Londra, Abigail Solomon-Godeau, Ordinaria di Storia dell’Arte all’Università della California, Santa Barbara. La rassegna è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.

La mostra
“Tra i tesori di Roma antica, vi sono i suoi miti ed i sogni di un’Età dell’Oro. Questo patrimonio culturale, che si rifà a tempi e luoghi remoti in cui regnava una pace perfetta e l’abbondanza, sono rappresentate nella poesia e nella prosa di Ovidio, Virgilio ed altri autori romani (…). Tali immagini utopiche, il meraviglioso sogno di poeti ed artisti, sopravvissero come balsamo per culture e società caratterizzate da violenza, povertà e sfruttamento e come una bussola, che indicava il cammino da percorrere ai rivoluzionari che volevano cambiare tutto, diventando, quasi duemila anni dopo, il centro dell’arte e del pensiero di Paul Gauguin.” (S. F. Eisenman). Da qui nasce il suggestivo titolo della Mostra: “Paul Gauguin. Artista di mito e sogno”.

Gauguin non è un classicista o un accademico convenzionale. La sua Età dell’Oro non è quella di Corot, pittore di ninfe dei boschi e albe eterne, né di Puvis de Chavannes, artista di boschi sacri e Monti Parnasi. Nonostante ciò, Gauguin sicuramente attinge dalle sue conoscenze sulle divinità e sugli eroi dei tempi antichi quando dipinge i suoi soggetti bretoni, tahitiani e delle isole Marchesi. I riferimenti all’antichità classica sono, per certi versi, inevitabili: in un momento storico in cui la ricerca etnologica e la comprensione delle cosiddette “culture primitive” sono ancora agli inizi, Gauguin non avrebbe potuto rappresentare la società indigena bretone, della Martinica o del Pacifico meridionale senza fare in parte riferimento ai paradigmi dell’antica Grecia, romani, virgiliani e dell’Età dell’Oro. Tuttavia, il suo legame con l’antichità va ben oltre qualcosa di istintivo; Gauguin menziona Virgilio in molte delle sue lettere ed in altri scritti, e deriva una serie di composizioni da fotografie di monumenti di Roma antica.

Per l’artista francese, stanco della lotta quotidiana per la sopravvivenza, imprigionato nella moderna Parigi, i miti di una cultura superstite e primitiva in Martinica, Bretagna ed Arles, ed il sogno di una vita libera tra i pacifici abitanti dell’Oceania rappresentano una liberazione; infiammano la fantasia e nutrono le sue energie artistiche.

Di fatto, Gauguin trova meno ma anche più di quanto previsto a Tahiti ed alle Marchesi: l’ordine primitivo che sognava non esisteva più - ma era mai esistito? -, tuttavia la ricchezza e la complessità della vita che aveva davanti agli occhi stimola la nascita di una serie di opere tra le più vivide e durature nella storia dell’arte.

L’ampia antologica “Paul Gauguin. Artista di mito e sogno” vuole proporre una ulteriore meditazione sull’opera dell’artista francese e desidera offrire anche al vasto pubblico la preziosa opportunità di ripercorrere tappa per tappa il cammino artistico di Gauguin.

Nel 1874, ormai sposato con la danese Mette Gad, mentre lavora come agente di borsa e pittore dilettante, Gauguin visita la prima mostra impressionista, dove incontra Pissarro. Nel 1880, sul punto di diventare un artista a tempo pieno, espone le proprie opere con gli impressionisti. Nel 1882 una forte recessione economica conduce Gauguin ad abbandonare la professione e a trasferirsi in Danimarca. Con il crescere delle responsabilità e della routine, i suoi sogni di un’Età dell’Oro virgiliana diventano ancora più fervidi e, nel giugno 1885, Gauguin torna a Parigi con il figlio Clovis, lasciando la moglie in Danimarca.

A Parigi il suo pensiero è costantemente rivolto a sogni di evasione ed ai modelli di Pissarro e Cézanne. Alla ricerca di un luogo in cui vivere con poco, ma anche della compagnia di artisti come lui, nell’estate del 1886, Gauguin si reca a Pont Aven, in Bretagna. In mostra, sono presenti esempi di questo periodo messi a confronto con le opere degli Artisti che gravitavano intorno al villaggio bretone. In alcune opere risalenti a tale breve periodo, i colori turbolenti sono preludio della fecondità di una terra magica.

Durante il breve ma turbolento soggiorno con Van Gogh ad Arles alla fine del 1888 Gauguin prosegue con la sperimentazione dei contorni, l’astrazione ed una scelta cromatica apparentemente arbitraria. I colori sono divisi in ordinati blocchi rettangolari – bianco, marrone, verde, ocra, arancio – e ciascuno è separato dagli altri da linee scure, simili a fili.

All’inizio del 1889, Gauguin fa ritorno in Bretagna. La sua situazione finanziaria precaria, tuttavia, non migliora e Gauguin parte per Tahiti nel maggio 1891 per realizzare ciò che definisce uno “studio dei tropici… in cui la vita materiale possa essere vissuta senza denaro… ed in cui vivere significa cantare ed amare”. Lì si sarebbe stabilito in una capanna, diceva, in uno stato di “primitività e selvatichezza”.

Dopo un inizio positivo, le speranze dell’Artista di vedersi commissionare importanti e remunerativi ritratti si infrangono anche a causa del carattere anticonformista ed egli si ritira dalla capitale a Mataiea, una cittadina ad una trentina di chilometri a sud, dove resta quasi due anni, a volte in compagnia della sua amante Teha’amana, dedicandosi alla rappresentazione di volti e corpi per lo più di indigene sconosciute. Il suo obiettivo è quello di rinunciare al proprio status di colonizzatore e diventare un indigeno, encanaqué. Che cosa porta Gauguin verso i lontani mari del sud? Le sue motivazioni sono indubbiamente molteplici e complesse. Vuole essere un agitatore, un ribelle, uno straniero ed un rinnegato, ma anche ricostituire attraverso l’arte quelle immagini fantastiche di un’Età dell’Oro, che dominano la sua mente fin dai suoi primi viaggi intorno al mondo, quando era entrato nella marina mercantile.

I dipinti che raffigurano donne costituiscono il centro dell’opera tahitiana di Gauguin. Nell’estate del 1893, Gauguin fa ritorno in Francia nella speranza di trarre vantaggio dalla sua nuova ed esotica reputazione. Una mostra delle sue opere tahitiane presso il gallerista Paul Durand-Ruel, riceve recensioni decisamente contrastanti e vende poco. Non potendosi permettere la traversata di ritorno in Francia e nell’incertezza che le proprie opere avrebbero mai trovato un mercato, nel 1901 salpa per Atuona nelle isole Marchesi. Qui, Gauguin costruisce e decora una nuova casa in stile locale chiamandola “Casa del piacere”. La casa ed il terreno circostante sono di per sé un’opera d’arte, con stipiti ed architravi intagliati, decorazioni scolpite in giro per la proprietà e un giardino dove pianta girasoli importati dalla Francia. Ma la visione fantastica del Pacifico diventa sempre più simile ad un incubo.

In pochi seguono il feretro di Gauguin al suo funerale e la solennità dell’occasione è guastata da una lite sul fatto che l’artista reprobo desiderasse o meno essere sepolto in terra consacrata. Di fatto, l’unica terra adatta sarebbe stata quella dell’Arcadia.

La vita
Paul Gauguin nasce a Parigi nel 1848, e già l’anno successivo la sua famiglia si trasferisce in Perù dal nonno materno, don Mario Tristan y Moscoso. La casa di don Tristan, dove l’artista vive fino all’età di sette anni, circondato da lusso e da tenerezze, sarà il primo paradiso perduto, rimpianto da Gauguin. Tornato in patria, studia ad Orléans e poi a Parigi, in collegio.

Nel 1865, a diciassette anni, s’imbarca come marinaio semplice su un mercantile per il Sudamerica. Viaggia per mare nei successivi due anni e partecipa alla guerra franco-prussiana del 1870. Alla fine del conflitto, nel 1871, s’impiega come agente di cambio e comincia anche a dipingere. Nel 1873, Gauguin sposa una giovane danese, Mette Sophie Gad, dalla quale avrà cinque figli.

Negli anni successivi conosce Pissarro e Cézanne e si lega al gruppo impressionista, partecipando ad alcune mostre del movimento. Nel 1879 partecipa alla quarta mostra impressionista e in questa occasione Huysmans nota la sua opera. Nel 1883, forse a seguito di un crollo finanziario della borsa, Gauguin conosce la miseria in concomitanza alla separazione dalla moglie Mette, che ritorna a Copenaghen con i bambini.

Nel 1883 lascia il suo lavoro, e si trasferisce a Rouen in casa di Pissarro. In seguito ad una maturazione artistica che lo porta a considerare come fondamentali le esperienze artistiche “primitive”, inizia una serie di spostamenti che lo condurranno dall’Europa al Sudamerica fino ai domini francesi delle Isole Marchesi. Nel 1886 è per la prima volta in Bretagna, a Pont-Aven, dove torna nel 1888 dopo un viaggio in Martinica. L’esperienza bretone è fondamentale per l’elaborazione del cosiddetto “sintetismo”, uno stile che il critico contemporaneo Albert Aurier definirà tipico di un’arte “idealista, simbolista, sintetica, soggettiva e decorativa”; alla base del sintetismo sono la conoscenza delle stampe giapponesi, il primitivismo espressivo della scultura bretone, il colore piatto e il “cloisonnisme” delle vetrate gotiche. Nell’ottobre 1888 raggiunge Van Gogh ad Arles. L’incompatibilità di carattere tra i due e l’instabilità psichica di Vincent rendono la convivenza impossibile. Gauguin riparte per Parigi all’indomani del gesto disperato di Van Gogh di tagliarsi un orecchio.

L’8 giugno 1891 l’artista arriva a Tahiti dopo aver acquistato un biglietto di sola andata. Qui colora di esotismo il suo già eclettico primitivismo, elaborato anche sulla conoscenza “fotografica” delle pitture egizie, delle sculture del Partenone e di Borobodur. La vita nel paradiso ritrovato dell’Oceania non sarà comunque così edenica, ma segnata da malattie, dall’alcolismo, dalla sifilide, da un tentativo di suicidio e - nelle Isole Marchesi, dove si trasferisce nel 1901 - da un periodo di detenzione per aver istigato gli indigeni alla ribellione. Muore a Hiva Oa nel 1903.


05/10/07 - exibart.com

Limitazioni all’uso di nimesulide

04.10.07 - Dopo la segnalazione di gravi alterazioni epatiche e il ritiro dal commercio in Irlanda (vedi ReA online n. 7-2007 e n. 11-2007) l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) ha fatto chiarezza sull’uso della nimesulide, ponendo limiti precisi che si possono così riassumere: uso del farmaco mai superiore ai 15 giorni numero massimo di 30 compresse o bustine per confezione dosaggio massimo: 100 mg x 2 al giorno (come indicato già nella revisione dell’EMEA del 2004) indicazioni: trattamento del dolore acuto a breve termine, trattamento sintomatico dell’osteoartrosi dolorosa, trattamento della dismenorrea primaria (come indicato già nella revisione dell’EMEA del 2004). Queste limitazioni diventeranno operative dopo l'approvazione della Commissione Europea. La decisione dell’EMEA giunge a conclusione del processo di revisione dei prodotti medicinali a base di nimesulide iniziata nel maggio 2007 dall’Irlanda in seguito alla segnalazione di un certo numero di casi di epatiti gravi. L’EMEA ha preso visione di tutte le prove disponibili e ha concluso che il profilo beneficio/rischio del farmaco è ancora favorevole, ravvisando però la necessità di introdurre le limitazioni d’uso e di informare medici e pazienti del rischio di possibili eventi avversi a carico del fegato. L’AIFA, che ha monitorato costantemente il profilo di sicurezza della nimesulide e condurrà ulteriori approfondimenti su eventuali azioni aggiuntive a livello nazionale, ricorda che i medici, nel prescrivere il medicinale, devono tener conto del profilo complessivo di rischio del farmaco e delle caratteristiche del paziente.

In pratica La nimesulide deve essere dispensata solo dietro presentazione di ricetta medica, e non deve essere utilizzata per disturbi lievi che possono essere trattati con farmaci che non necessitano di ricetta medica. Non è noto il meccanismo con il quale la nimesulide causa il danno epatico: è opportuno pertanto prescrivere il farmaco con le dovute cautele e secondo quanto indicato dall’EMEA (vedi sopra). Ogni reazione avversa va segnalata alla Rete nazionale di farmacovigilanza, per cui si invitano gli operatori sanitari a una maggiore attenzione in questo senso.

04.10.07 - heos.it

5- 6 -7 - ottobre - BioSalus 2007

5- 6 -7 - ottobre - BioSalus 2007 ad Urbino tra medicina naturale, biologico e cultura dell'ecologia


Il Festival Nazionale sul biologico organizzato dall’Istituto di Medicina Naturale di Urbino in collaborazione con il Comune di urbino , l’A.R.I.S.C.O, e Marco Columbro

Biosalus 2007, Festival Nazionale del Biologico e del Benessere Olistico si svolgera’ ad Urbino dal 5 al 7 ottobre 2007. Organizzato dall’ Istituto di Medicina Naturale di Urbino www.istitutomedicinanaturale.it in collaborazione con il Comune di Urbino, l’Accademia per il Risveglio e lo Sviluppo della Consapevolezza (A.R.I.S.C.O) e Marco Columbro.

L’intensa ed articolata manifestazione, composta da diverse decine di eventi, si terrà al Palazzo del Collegio di Raffaello nel centro storico della città ducale di Urbino.

Biosalus 2007 Urbino nasce da un’idea di Antimo Zazzeroni e Florido Venturi, per dare adeguata informazione sull'alimentazione "biologica" e non solo..

Convegni e conferenze, tutti a entrata libera, come la tavola rotonda sull’Agricoltura Biologica, divisa tra diritti e doveri (venerdì 5 ottobre, ore 16.30, Sala Serpieri dell’Università degli Studi Carlo Bo). Molto atteso l’incontro, rivolto ai giovani ed in particolare ai ragazzi delle scuole medie superiori, in cui lo psichiatra Dott. Alessandro Meluzzi ed il dottor Fulvio Palma, professore di Biologia applicata dell’ateneo urbinate, approfondiranno e spiegheranno i meccanismi che conducono all’anoressia (sabato 6 ottobre, ore 9.30, Aula Magna dell’università). Inoltre la conferenza di Obiettivo Salute 2007 dedicata alle intolleranze alimentari (sabato 6 ottobre, ore 15,30, Sala Serpieri) e gli spazi dibattito con un confronto tra genitori e insegnanti sulla scelta del cibo biologico come prevenzione primaria e stile di vita (domenica 7 ottobre, ore 10, Sala Serpieri).

In programma anche conferenze monotematiche “leggere” di 60 minuti; in pratica delle lezioni specifiche sui tanti temi che Biosalus 2007 affronta e presenta. Per conoscerle nel dettaglio è possibile scaricare il programma dettagliato dal sito ufficiale www.istitutomedicinanaturale.it .

Ad Urbino sarà possibile perdersi tra i caratteristici banchi del mercato del biologico passeggiando tra gli stand del “Mercatino del Benessere”, la suggestiva area espositiva allestiti delle aziende e dei consorzi del biologico tutti i giorni dalla mattina fino a tarda sera nel cortile del Palazzo del Collegio di Raffaello. Da non perdere il percorso delle sperimentazioni, l'area dedicata alle dimostrazioni e dove i visitatori potranno rilassarsi e provare gratuitamente massaggi shiatsu, massaggi di riflessologia plantare, l'antica tecnica manuale cinese Tuina ma anche Ayurveda, yoga e prendere lezioni di autotrucco con prodotti naturali. BioSalus di Urbino presenta anche momenti di spettacolo con la Danza del Ventre, il seducente Flamenco Arabo, dimostrazioni di arti marziali.


05/10/07 - puglialive.net

Abusi, rimosso maresciallo dell'Aeronautica

Avrebbe esercitato violenza sessuale nei confronti di una collega che soffre di attacchi che la portano in uno stato di quasi catalessi

È stato rimosso dall'incarico e trasferito in un ufficio amministrativo il maresciallo dell'Aeronautica accusato di violenza sessuale da una dipendente di una caserma milanese in cui prestava servizio.
La donna, di circa 45 anni, soffre di attacchi che la portano in uno stato di quasi catalessi, durante i quali perde parzialmente il controllo del corpo ma continua ad avere coscienza di quanto le succede e a ricordarlo. Il 13 giugno scorso, mentre prestava servizio nella mensa della caserma, è stata colpita da un attacco e il maresciallo, che svolge la funzione di infermiere, è stato chiamato per soccorrerla. Secondo la denuncia della donna, in quello stesso locale il maresciallo, che ha quasi 60 anni, le avrebbe messo abbondantemente le mani addosso e l'avrebbe molestata usando anche la bocca.
Nelle scorse settimane il pm Marco Ghezzi, titolare dell' inchiesta per violenza sessuale, ha chiesto al gip Enrico Manzi una misura interdittiva di sospensione dall'attività professionale per l'indagato. Interrogato dal gip, il militare ha respinto tutte le accuse, negando di aver molestato la donna. Ha anche spiegato, però, di essere stato nel frattempo rimosso dall'incarico e trasferito in un ufficio amministrativo. Ragione per cui è probabile che il gip rigetti la richiesta del pm.

04 ottobre 2007 - corriere.it

Minori abusati

04/10/2007 - Nel nostro paese sono in aumento i bambini testimoni di violenza familiare o essi stessi protagonisti loro malgrado di violenze in famiglia.

Il dato e' stato al centro del convegno organizzato all'Istituto degli Innocenti sui minori maltrattati o abusati. Obiettivo: monitorare le realta' di disagio per prevenire e creare uno strumento comune a livello nazionale per affrontare il problema. Per maltrattamento non si deve intendere solo quello fisico o pensare magari all'abuso sessuale, ma occorre prestare la massima attenzione anche alle forme di trascuratezza o di maltrattamento psicologico, fenomeni in crescita in Italia come in altre realta' europee. Tra i dati da segnalare, l'aumento della violenza assistita. Donata Bianchi, del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza: 'Dal monitoraggio emerge la diffusione preoccupante di fenomeni di violenza all'interno delle mura domestiche con bambini testimoni di violenza ai danni di uno dei genitori, normalmente a carico della madre'. Dal confronto delle esperienze tra le regioni prese a campione per la sperimentazione di un 'plafond' comune emerge anche una maggiore propensione alla denuncia: 'E'noto, ha detto Donata Bianchi, che piu' si rafforzano i servizi e i supporti piu' aumentano le rivelazioni. Il che non implica necessariamente un aumento del fenomeno, ma solo una maggiore voglia di denunciare'. La raccolta dati dei minori che si sospettano vittime di maltrattamenti ha proprio lo scopo di rilevare, prevenire e dare indicazioni chiare al governo sulla necessita' o meno di avviare politiche ancora piu' mirate verso i minori abusati o maltrattati.


04/10/2007 - toscanatv.com

Morto il maresciallo Lorenzo D'Auria

Morto il maresciallo del Sismi rapito e ferito in Afghanistan


Lorenzo D'Auria, 33 anni, era rimasto ferito lo scorso 24 settembre, insieme ad un altro agente del Sismi e al loro interprete afgano, durante il blitz di forze speciali britanniche e italiane compiuto per la loro liberazione. I tre erano stati rapiti il giorno precedente, probabilmente da un gruppo di taleban.

Il maresciallo capo D'Auria, che era tenuto in vita da un respiratore artificiale, è morto al policlinico militare del Celio, come conferma il ministero della Difesa.

I due agenti del Sismi e il loro interprete furono rapiti mentre si trovavano nella zona di Shindand, nell'Afghanistan occidentale, e poi condotti più a sud, nella provincia di Farah.

Qui è avvenuto il blitz: mentre i commandos italiani bonificavano il 'covò, quelli inglesi hanno attaccato il convoglio di veicoli con cui, all'alba, gli ostaggi venivano spostati altrove. Durante l'operazione, sia i due agenti segreti che il cittadino afgano - che erano stati rinchiusi nei bagagliai delle vetture - sono stati feriti: se da colpi esplosi dai carcerieri, come sostiene il comando della missione Isaf, o da quelli dei militari intervenuti per la loro liberazione, non è stato ancora chiarito.

La procura di Roma, che indaga sull'episodio, dovrà accertare anche questo aspetto, con una perizia balistica.

Durante il blitz, otto presunti taleban sono stati uccisi: nessuna traccia, invece, dell'autista dei due agenti segreti, che potrebbe essere stato colui che li ha traditi.

D'Auria è stato trasportato in Italia con un Falcon dell'Aeronautica militare. Il 26 settembre è arrivato al Celio, in condizioni disperate: un proiettile lo aveva colpito alla testa. In Italia, il giorno dopo, anche gli altri due feriti: le loro condizioni non destano preoccupazione.

Al Celio, Lorenzo D'Auria si è sposato «in articulo mortis» con la sua compagna, da cui ha avuto tre figli, il più piccolo solo di pochi mesi.

Alla ripresa dei lavori dell'Aula, i senatori hanno osservato un minuto di silenzio dopo aver appreso la notizia della morte del sottufficiale del Sismi Lorenzo D'Auria, che era rimasto ferito gravemente in Afghanistan, durante il blitz che aveva portato alla liberazione sua e di un altro collega del Sismi.

Il vicepresidente di turno dell'assemblea, Roberto Calderoli, ha anche chiesto che il governo venga a riferire in Aula in giornata.

Mercoledì il ministro della Difesa, Arturo Parisi, aveva affermato che sono invece in via di miglioramento l'altro 007 e l'interprete afgano, anch'essi feriti in Afghanistan.

«La nostra città ha un figlio in meno, ma un eroe in più». Il sindaco di Gragnano (Napoli) di cui D'Auria era originario, commenta così la morte del concittadino. «Ogni giorno ho incontrato i suoi zii che vivono a Gragnano. Ieri l'ultimo incontro. Erano rassegnati, mi hanno detto che si aspettavano da un momento all'altro la fine, definitiva, di questa brutta storia - racconta Michele Serrapica - Avevano dentro anche tanta rabbia gli zii di Lorenzo, per un destino così brutto riservato a chi ha soltanto 33 anni. Rabbia - continua il sindaco - per la morte di un uomo dello Stato portatore di pace».

Dolore ma anche rabbia: Domenico D'Amora, zio di Lorenzo D'Auria, ha reagito così alla notizia della morte di suo nipote. Poche parole, le sue. «Eravamo rassegnati, purtroppo ce lo aspettavamo da un momento all'altro - dice D'Amora - non doveva finire così». «Cosa dico agli altri militari che stanno in Afghanistan? - conclude - ora non è il momento, in me c'è troppa rabbia e dolore».


04/10/2007 - unita.it

Basta guerre nel mondo!