Romeno stupra insegnante alla fermata del bus

Milano - Era con lei sull’autobus, martedì. Con lei sino alla fine della corsa. L’ha seguita fino al capolinea del mezzo, quando la ragazza è scesa accorgendosi di aver sbagliato linea. Trovandosi da sola in strada. Ed è a quel punto che l’ha avvicinata, che l’ha minacciata e costretta a seguirla in un casolare isolato. Lì, si è consumata la violenza sessuale. Un incubo durato ore. Un intero pomeriggio, racconta lei agli agenti di polizia. A distanza di soli due giorni, il presunto colpevole è stato fermato. C. Z., ha 36 anni, ed è romeno.

Vittima, una giovane insegnante 25enne di origine pugliese, a Milano soltanto da poche settimane dopo aver ottenuto una cattedra. La ragazza sale sulla metropolitana in Stazione centrale per andare dai parenti alla periferia della città. Dopo il metrò, l’autobus. Quello sbagliato, però. In zona Baggio, la ragazza si accorge che la linea non è quella che avrebbe dovuto prendere, e scende in strada. L’uomo la nota, aspetta che gli altri passeggeri - abbandonato il mezzo - si allontanino, e che la sua «preda» rimanga da sola. E mentre la giovane, vicino alla fermata, cerca di chiamare al cellulare un conoscente per comunicare l’imprevisto, il romeno le si avvicina, inizia a parlarle, poi la costringe a seguirlo in un casolare diroccato poco distante. Tra quelle mura abusa di lei.

Finito l’incubo, la 25enne denuncia l’accaduto alla Polfer. Alla clinica Mangiagalli - dove è attivo un centro antiviolenza - si sottopone a una visita medica. Gli esami confermano di fatto il rapporto sessuale.

Scattano le ricerche dell’aggressore. Le indicazioni date agli investigatori dalla ragazza - che fornisce una minuziosa descrizione dell’uomo - contribuiscono a individuare nel giro di poche ore il responsabile. Il romeno viene bloccato dagli uomini della sezione di pg della Polfer al termine di un lungo appostamento in Stazione centrale. Ha ancora in tasca il cellulare della ragazza, rubato al termine dello stupro. Un elemento che lo potrebbe «inchiodare».

E non è l’unico. Perché, dopo la violenza, C. Z. le aveva lasciato il proprio numero di telefono. Un gesto «amichevole» che pagherà caro. Con coraggio, la giovane insegnante collabora con le forze dell’ordine, e da un appuntamento al suo aguzzino in Stazione. Lui si presenta, e scatta il fermo. Il romeno - in un primo momento - fa parziali ammissioni. Poi dice che la ragazza era consenziente. Ma, al momento, gli investigatori sono convinti che la versione della ragazza risponda a verità. L’uomo - accusato di sequestro di persona e violenza sessuale - verrà interrogato nei prossimi giorni dal pm Robera Brera. In serata arriva la dura reazione del vicesindaco e assessore alla Sicurezza di Milano, Riccardo De Corato. E la polemica arriva fino a Roma. «Mentre al Parlamento giace da oltre un anno il disegno di legge Pollastrini-Mastella, che dovrebbe consentire processi per direttissima nei confronti di chi commette violenze sessuali, dall’altra centinaia di donne continuano a essere stuprate.


Un’inerzia colpevole del governo che non può essere più accettata». «Il Comune di Milano - continua il senatore di Alleanza nazionale - ha sollecitato continuamente l’approvazione di quel ddl. Questi ritardi macroscopici del governo non sono più ammissibili. E la cosa grave è il silenzio su questo tema nel pacchetto sicurezza, dove non sono indicati inasprimenti di pena per chi commette questi gravi reati».


di Enrico Lagattolla - giovedì 11 ottobre 2007 - ilgiornale.it

Raddoppia il numero di patenti ritirate per alcol

CESENATICO - Polizia Municipale, raddoppia il numero di patenti ritirate per alcol


CESENATICO – Da 9 del 2006 a 17 nel 2007. E’ raddoppiato il numero di patenti ritirate per guida in stato d’ebbrezza dagli agenti della Polizia Municipale di Cesenatico dal primo gennaio al 30 settembre.

Complessivamente sono state 20 gli automobilisti che si sono visti togliere le patenti (tre delle quali per guida sotto effetto di stupefacenti). Diminuiti, invece, i sinistri rilevati fino al 15 settembre: da 121, 70 dei quali con feriti, a 112 (con 58 feriti).


11/10/07 - romagnaoggi.it

Allarme alcol tra i minori

Esagerano ogni settimana


Donata Bonometti

Il dato drammatico ancora una volta è ad appannaggio dei più giovani. Non è una conferma, è la brutta novità di un peggioramento: dai 14 ai 19 anni il 60% dei maschi e il 30% delle femmine ha bevuto almeno un superalcolico nell’ultima settimana. Vodka preferibilmente.

Risultano quelli che bevono di più in assoluto considerata una popolazione che arriva fino all’età anziana. Molti dei giovani, minori compresi, tendono anche al bere compulsivo, una volta alla settimana, in gruppo, attorno a una bottiglione di vino. Cresce l’affezione delle donne alla bottiglia, fino a qualche tempo fa una femmina ogni quattro maschi, oggi ogni 2.

Questi i risultati più eclatanti di un’indagine tramite questionari svolta dal Sert nella zona Valbisagno -Valtrebbia, la prima indagine che confronta la campagna alla città, con un’impronta di tipo sociologico includendo varie fasce della popolazione, modi e maniere di trasformare l’abitudine amica del nocino col dottore in visita o del bicchiere in osteria in un piccolo o grande pericolo.


Se risulta difficile fornire un risultato univoco perché le realtà si differenziano, l’“area giovani” è osmotica. Bevono tutti e tanto, troppo. Nel verde e nel cemento. Sullo sfondo c’è la recentissima relazione dell’Istat: la Liguria è la seconda regione dopo le Marche per quantità di alcol assunto con quotidiana regolarità. Dove sono finiti Veneto, Friuli, Piemonte? Sono dietro di noi. Il lavoro è stato portato a termine da Elena Ducci, psichiatra responsabile del Sert Valbisagno e attualmente reggente del Sert in seguito al pensionamento di Semboloni, lo psicologo Ivano Baldassarre che è coordinatore del progetto, Marco Gaspari assistente sociale ricercatore.

Domani ci sarà la presentazione del lavoro in un convegno che si terrà dalle 8 alle 18 nell’ex chiesa di San Salvatore a Sarzano alla presenza di nomi importanti fra gli altri Giuseppe Testino, Jole Oberti e Luigina Mariani, Gabriella Zanone e Gabriele Sorrenti, i sindaci dei paesi della Valtrebbia, i portavoce della Comunità Montana. Dunque sono stati distribuiti 2.352 questionari, con un capillare coinvolgimento di scuole, circoli ricreativi, associazioni, sedi di “croci” e di medici di base, locali pubblici, posti in cui veniva sistemata un’urna in cui depositare le risposte, rigorosamente anonime.

Le domande: quanto bevi rispetto a vino birra aperitivi e superalcolici e amari, la composizione del gruppo familiare e quanto un familiare bevitore trova ascolto, luoghi comuni sul bere (l’alcol fa bene al cuore, la donna che beve è peggio dell’uomo, acqua e vino fanno meno male, il bicchiere influisce sulla guida, bere fuori pasto fa più male) e le quattro modalità, gli stili della bevuta. Il consumo storico più diffuso nella zona rurale, tra le persone più anziane, rivolto preferibilmente al vino e ai pasti.

Il consumo problematico, che indica un malessere, più diffuso nella zona urbana e fra gli uomini, presente ma sottostimato fra le donne, spesso solitario. Vino birra e superalcolici. Il consume binge o compulsivo esteso nella fascia 14-34 anni e soprattutto 14-24. Un rito collettivo, soprattutto dei fine settimana. «Si beve per raggiungere lo sballo utilizzando l’effetto psicotropo del vino e non per il piacere del gusto» osservano Baldassarre e Ducci. Infine il consumo moderato: fra le donne di ambedue le zone, colpendo soprattutto l’età fra i 35-65 anni.

In campagna si beve più vino e meno birra, si è meno precoci nell’iniziazione all’alcol, aperitivi amari e cocktail sono quasi sconosciuti alle persone sopra i 45 anni, quanto ai superalcolici sono preferiti dagli uomini che abitano in città e più dalle donne di campagna. Che fare? Aprire un presidio Sert in Valtrebbia per esempio non sarebbe un’idea peregrina: per diffondere prevenzione soprattutto fra i giovani che dimostrano dai questionari di sapere poco dei rischi e della patologie correlate all’alcol, per correggere il tiro di alcune brutte abitudini e di alcuni luoghi comuni, favorendo l’utilizzo di unità di strada per avvicinare i giovani e giovanissimi e stabilendo una collaborazione con i gestori dei locali della zona.

11/10/07 - ilsecoloxix.it

Il cibo non basta per i bambini malnutriti

Campagna di Medici Senza Frontiere per gli «alimenti terapeutici pronti all’uso»


ROMA - Medici Senza Frontiere, la più grande organizzazione medico-umanitaria al mondo, ha lanciato oggi un appello affinchè si intensifichino gli sforzi per espandere l’uso dei nuovi «alimenti terapeutici pronti all’uso» (RUTF - ready-to-use therapeutic food) per arginare la strage di 5 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni che ogni anno muoiono per patologie collegate alla malnutrizione. I tradizionali aiuti alimentari puntano a combattere la fame ma sono quasi del tutto inefficaci per curare la malnutrizione nei bambini più piccoli.


ALIMENTI RIVOLUZIONARI- «Il problema non sta solo nella quantità di cibo che un bambino assume. È la qualità del cibo che conta – spiega Christophe Fournier, presidente internazionale di MSF – Senza il giusto apporto di vitamine e altri elementi nutritivi essenziali i bambini piccoli diventano vulnerabili a malattie che in condizioni normali il loro organismo potrebbe combattere facilmente. I continui appelli per un incremento degli aiuti alimentari, spesso fatti in nome dei bambini malnutriti, ignorano in realtà proprio i bisogni dei più piccoli che sono maggiormente a rischio di morire». Oggi sono disponibili rivoluzionari alimenti terapeutici pronti all’uso (RUTF) che contengono tutti gli elementi nutrizionali, le vitamine e i minerali indispensabili a un bambino per crescere. Questi alimenti speciali si presentano come una crema densa a base di latte in polvere, zucchero e olii vegetali e sono confezionati in porzioni mono-dose che li rendono particolarmente facili da trasportare, distribuire e conservare anche nei climi più caldi. Questi alimenti possono inoltre essere facilmente prodotti anche negli stessi Paesi maggiormente colpiti dalla malnutrizione. Il fatto che il prodotto sia pronto all’uso e non debba essere cucinato o diluito in acqua permette alle mamme di curare i propri figli a casa. In questo modo si riescono a curare molti più bambini.


RISULTATI - «Nei nostri progetti distribuiamo ai bambini malnutriti questi alimenti terapeutici pronti all’uso. È incredibile vedere come già dopo due settimane appaiono i primi segni evidenti di un miglioramento delle loro condizioni – spiega Andrea Minetti, medico esperto di nutrizione di MSF -. Ora che abbiamo visto con i nostri occhi che esiste una cura efficace e semplice per la malnutrizione non possiamo accettare che la quasi totalità dei bambini che ne hanno urgente bisogno ne siano esclusi. La lotta alla malnutrizione finisce spesso per essere oscurata da proposte più generali per combattere la fame nel mondo e la povertà. Gli aiuti alimentari tradizionali a base di farine arricchite non rispondono ai bisogni dei più piccoli e per questo chiediamo che una parte di questi aiuti vengano meglio utilizzati per l’acquisto di alimenti terapeutici».


LE ZONE PIU' A RISCHIO - La malnutrizione grave nella prima infanzia è molto comune in vaste aree del Corno d’Africa, nel Sahel e nel Sud dell’Asia: i così detti punti caldi della malnutrizione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ci siano 20 milioni di bambini gravemente malnutriti sul pianeta: secondo le valutazioni di MSF appena il 3% di loro nel 2007 riceverà le nuove cure a base di alimenti terapeutici. Attualmente l’Oms, l’Unicef e il Programma Alimentare Mondiale (Pam/Wfp) raccomandano l’uso degli alimenti terapeutici pronti all’uso solamente per i più gravi tra i bambini malnutriti. Visti i loro benefici nutrizionali questi alimenti dovrebbero invece essere utilizzati per tutti i bambini malnutriti al fine prevenire l’insorgenza di forme più gravi.


AGIRE IN ANTICIPO - «Invece di aspettare che il bambino si ammali gravemente abbiamo deciso di agire in anticipo – prosegue Andrea Minetti -. Per esempio in Niger distribuiamo alimenti pronti all’uso dall’alto valore nutritivo a tutti i bambini con meno di tre anni in modo da compensare le carenze della loro dieta. Questa strategia ci ha già permesso di raggiungere 62mila bambini e i primi risultati dimostrano che questo approccio è molto più efficace rispetto alla distribuzione di farine arricchite e olio». MSF chiede ai donatori istituzionali e alle agenzie della Nazioni Unite di intervenire urgentemente per accelerare l’espansione dell’uso degli alimenti terapeutici pronti all’uso. Per questo è necessaria una ri-allocazione dei fondi per coprire il costo di 750milioni di euro e curare così tutti i bambini a più alto rischio. Servirà inoltre un ripensamento delle strategie degli aiuti alimentari che includano i nuovi prodotti che contengono tutti gli elementi nutritivi essenziali per curare la malnutrizione infantile. MSF tratta i bambini malnutriti con gli alimenti terapeutici pronti all’uso da quando questi sono apparsi sul mercato alla fine degli Anni ’90. Nel 2006 MSF ha curato più di 150mila bambini colpiti da malnutrizione acuta in 22 Paesi.


09-10.07 - corriere.it

Diagnosi truccate, medici nei guai

Due noti medici genovesi, uno arrestato l´altro indagato a piede libero, sono coinvolti in una clamorosa indagine dei carabinieri del Nas e della procura di Alessandria che ha al centro una presunta truffa al servizio sanitario nazionale valutata in circa un milione di euro. L´inchiesta ha preso le mosse da accertamenti relativi a una serie di interventi chirurgici alla spalla eseguiti fra il 2003 e il 2005 nel reparto di ortopedia della clinica privata "Nuova Casa di Cura Città di Alessandria", una struttura convenzionata, nella quale svolgono la loro attività medici appartenenti all´associazione professionale Gost di Genova. Con l´accusa di falsità ideologica e truffa aggravata è finito in carcere Marco Guelfi, 54 anni, di Genova, ortopedico dell´associazione Gost; arresti domiciliari, invece, per Alfred Qalqili, 61 anni, già direttore sanitario della clinica, che aveva la responsabilità delle cartelle cliniche e delle schede di dimissioni dei pazienti.
Tra gli indagati, oggetto di perquisizioni, c´è anche il professor Ferdinando Priano, traumatologo genovese, già primario a Sampierdarena, noto per i suoi interventi in artroscopia al ginocchio.
In base a quanto accertato dai carabinieri sarebbero state indicate sulle schede di dimissioni delle diagnosi e delle tipologie di interventi diverse da quelle effettivamente riscontrate ed eseguite sui pazienti, ottenendo così un rimborso superiore dal Servizio sanitario nazionale. Su un campione di 685 ricoveri, dopo avere ascoltato i pazienti e i medici di base, e aver consultato la documentazione sanitaria, solo in un centinaio di casi sarebbe risultata esatta la tipologia degli interventi. Gli indagati hanno respinto con decisione le accuse contestando l´interpretazione della documentazione.


11/10/07 - espresso.repubblica.it

Down: meno pregiudizi, più sostegno e cure

Uno slogan non può bastare, ma se riuscito è un buon inizio. E "+1 vale 1" questo pregio ce l'ha. Perché ha il merito di ricordare che con quel cromosoma in più (la sindrome di Down è una condizione genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più) si può vivere, amare, studiare, lavorare, ma per farlo c'è bisogno di sostegno, rispetto, opportunità.
Si apre con queste premesse la "Giornata nazionale della persona con sindrome Down" in programma domenica prossima e organizzata in oltre sessanta città italiane. Duecento i punti d'incontro allestiti per l'occasione, centinaia le tavolette di cioccolata del commercio equo e solidale in regalo a chi offrirà un contributo, tanto anche il materiale informativo distribuito dai volontari. Obiettivo della giornata, spiegano dal Coordinamento delle Associazioni delle persone con sindrome di Down, è modificare, attraverso una vasta campagna di sensibilizzazione e una corretta informazione, i tanti - troppi - pregiudizi e luoghi comuni che ancora oggi accompagnano le persone con quel cromosoma in più, in modo da realizzare una piena e reale integrazione nel mondo scolastico e in quello lavorativo.
Per questo la giornata non si rivolge solo a cittadini e mass media ma anche alle istituzioni, per stimolare, così, risposte "vere" per i Down: circa 38mila persone di cui il 61% con oltre 25 anni di età. Attualmente in Italia un bambino su 1200 nasce con questa condizione ma, grazie ai tanti passi avanti fatti dalla medicina negli ultimi decenni, l'aspettativa di vita si è allungata notevolmente sino a raggiungere in media 62 anni. A questi adulti bisogna garantire una vita il più normale possibile.


Info. www.coordinamentodown.it - (anna rita cillis) - 11/10/07 - repubblica.it

Salute, gran consulto sull'alimentazione

A Roma il 18 e il 19 il nostro convegno con tre ministri e tanti esperti. E poi ricerche, sondaggi...

Stando alle elaborazioni Istat, in Italia 9 adulti su cento sarebbero obesi, quindi poco più di 4,5 milioni di persone. Su cento italiani over 18, poi, 44 hanno problemi con la bilancia. Insomma nel nostro Paese, in particolare tra gli anziani e tra i giovani adulti di 25-44 anni, l'obesità sta aumentando. Eppure, una parte della popolazione (più informata e più attenta alla tavola) sta cambiando atteggiamento nei confronti dei consumi alimentari: preferisce la qualità alla quantità e sempre più guarda ai cibi biologici. E si diffonde la richiesta di informazione sulla sicurezza dei prodotti.
Intorno a questi e molti altri temi ruota il convegno di "Salute", dedicato all'alimentazione che si tiene per due giorni - 18 e 19 ottobre - a Roma, al Centro Eventi di via Alibert, vicino a piazza di Spagna. Due giorni di dibattito intenso, durante i quali verranno presentati sondaggi di opinione, ricerche tematiche, studi su alimenti di largo consumo.
Ma vediamo nel dettaglio il programma del convegno, organizzato con Somedia. La mattina del 18 (giovedì prossimo), dopo l'introduzione di Guglielmo Pepe, direttore di "Salute", verrà presentata da Pierluigi Ascani di Format un'indagine su "come si nutrono gli italiani". A seguire, il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, parlerà della "qualità del made in Italy", mentre Mario Capanna, presidente del Comitato diritti genetici, presenterà le iniziative sugli Ogm, gli organismi geneticamente modificati. Chiuderà la prima parte della mattinata Livia Turco, ministro della Salute, che parlerà delle politiche governative per il benessere dei cittadini.
Dopo la pausa, Adriana Albini, responsabile ricerca oncologica IRCCS Multimedica di Milano, parlerà del cibo come prevenzione, poi Marcello Ticca, primo ricercatore Inran, si soffermerà su rischio cardiovascolare e dieta mediterranea, Giuseppe Fatati, responsabile del Dipartimento Diabetologia dell'azienda ospedaliera S. Maria di Terni, illustrerà un percorso antiobesità, e Roberto Ostuzzi, presidente della ANSiSA, spiegherà come aiutare i ragazzi per contrastare l'anoressia. Sull'alimentazione a scuola, parlerà il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. Dopo la pausa, si riprenderà nel pomeriggio con la politica delle industrie alimentari (vedi box accanto).Venerdì 19, Pierluigi Ascani presenterà una seconda indagine sul "benessere a tavola". Laura Campa, del campus Biomedico di Roma, parlerà delle "brutte coppie" alimentari; Valentina Tepedino, direttore Eurofishmarket Authority Alimentare, darà consigli sul pesce a tavola; il grande chef Gianfranco Vissani dirà come scegliere gli alimenti di qualità. Dopo l'intervallo, Paolo C. Conti, presidente del Cedites, interverrà sulla "leggenda del buon cibo italiano", mentre "l'evoluzione del concetto di nutrizione attraverso i ricettari" sarà trattata dal professor Alberto Capatti, rettore Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Anna Maria Giusti, ricercatrice alla Sapienza di Roma farà una relazione su "mangiare bene per vivere meglio"; Antonio Longo, presidente Movimento Difesa del Cittadino, darà consigli su "vero e falso delle etichette alimentari", e Andrea Ferrante, presidente dell'Aiab, dirà se possiamo fidarci degli alimenti biologici. Infine il ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, risponderà al quesito "Gli italiani sono sicuri a tavola?". Chiuderà il convegno una performance-monologo dell'attore Riccardo Rossi.
Ricordiamo ai lettori che per avere il posto garantito è necessario telefonare al numero 0270648207, oppure scrivere a www.alimentazione.somedia.


11/10/07 - repubblica.it

Rapinata coppia di anziani

Donna uccisa a bastonate


Afragola - Sono tempi feroci. Senza pietà. Qui c’è da aver paura anche tra le mura di casa, nel rifugio dove l’uomo, da sempre, si è sentito sicuro, protetto, con le spalle coperte. Non è più così. Nemmeno 48 ore dopo l'omicidio del tabaccaio, Francesco Gaito, ucciso a Sant'Antimo per settemila euro, le belve hanno provocato un altro lutto. Due notti fa, poco dopo le 2,30, ad Afragola (comune a nord di Napoli), due malviventi sono entrati nell'abitazione di una coppia di anziani coniugi, per fare razzia dei loro risparmi. Ed hanno ucciso, ancora una volta. Vincenzo Funicola, fruttivendolo ambulante in pensione e Teresa Luongo, entrambi di 69 anni, inermi e malandati fisicamente, sono stati imbavagliati, legati e picchiati dai banditi, resisi irriconoscibili, con due passamontagna calati sui loro volti. Alle botte e forse anche al bavaglio, che le ha impedito di respirare correttamente, non ha resistito la povera Teresa: l'anziana era già morta quando sono arrivati i soccorritori.


Le belve sono entrate facilmente in casa dei Funicola, una palazzina a un piano, in via Lucania. Si sono arrampicate su un palo della luce, sciaguratamente piantato a pochi centimetri dal balcone e sono saltati dentro. La porta era aperta, per consentire a Teresa, sofferente d'asma, di respirare meglio. I banditi hanno fatto irruzione in camera da letto e, da quel momento è iniziato l'incubo, durato circa mezz'ora, di marito e moglie. I due criminali si sono subito accaniti su quelle due vite indifese, picchiandole con pugni, calci e con il bastone che l'anziana usava per sorreggersi. Il fruttivendolo ha appena provato a reagire, forse ha allungato unamano verso il volto di uno dei due banditi, gente senza pietà, che ha continuato a pestarlo. Poi, li hanno legati mani e piedi e chiuso la bocca, con il nastro adesivo e lasciati sul letto.


Da allora è iniziata l'agonia di Teresa, che in una ventina di minuti l'ha portata alla morte, mentre, spietati, i banditi, rovistavano in tutta la casa, alla ricerca del piccolo tesoro. Per mettere fine all'assalto, è stato lo stesso fruttivendolo a indicare agli aguzzini, il luogo dove erano nascosti i soldi: nell'armadio, camuffati tra gli indumenti. Arraffato il denaro (circa 50 mila euro), e gli oggetti preziosi, tra i quali, gli anelli e i braccialetti, che Vincenzo aveva donato alla sua Teresa, in oltre quarant'anni di unione felice, le belve sono fuggite. Per fortuna, hanno lasciato impronte digitali e orme dappertutto: «materiale interessante» che adesso i carabinieri e il Racis, stanno esaminando. Fuggiti gli assassini, Funicola è riuscito a liberarsi dal nastro adesivo e a dare l'allarme alla figlia Anna.


È stata la donna ad avvertire i carabinieri e il 118. Il padre è stato portato all'ospedale San Giovanni di Dio, a Frattamaggiore: le sue condizioni, nonostante le percosse, non sono gravi. Ma, è sotto choc e, ancora non sa, che la moglie è stata uccisa. Orribile lo scenario balzato agli occhi dei soccorritori: sangue dappertutto, sul letto, sul pavimento, persino sul balcone. Gli investigatori ritengono che i malviventi sapessero bene che in casa Funicola c'erano soldi, tanti soldi, messi da parte da Vincenzo, in più di cinquant'anni di onesto lavoro di fruttivendolo.


Quei soldi, che dovevano servire a garantire a lui e alla moglie, una vecchiaia dignitosa e serena, invece, sono finiti nelle tasche di due spietati assassini, che li spenderanno per comprare moto di grossa cilindrata, droga, abiti firmati. I carabinieri hanno interrogato Funicola, nel suo letto dell'ospedale. «Era ancora sotto choc, non era in grado di darci indicazioni precise sull'accaduto», dice un investigatore. A quanto pare, i due malviventi, non avrebbero mai parlato durante l'assalto alla casa dei Funicola, difficile quindi, stabilire se fossero italiani oppure stranieri. carminespadafora@libero.it


di Carmine Spadafora - giovedì 11 ottobre 2007 - ilgiornale.it

Somalia: autobomba in campo etiopico

Somalia: autobomba in campo etiopico, oltre 50 morti
Più di 50 morti tra i soldati, oltre all'attentatore. Sarebbe questo - ma si attendono conferme ufficiali - il bilancio dell'attentato compiuto in un campo militare etiopico al nord di Modadidiscio.


L'autobomba che ieri sera è riuscita a penetrare in un campo militare etiopico a Baidoa, 245 km a nord est di Mogadiscio potrebbe aver compiuto una strage: più di 50 morti tra i soldati, oltre all'attentatore, che pare fosse uno. È una voce che gira con insistenza in ambienti informati di Nairobi, rimbalzata a sua volta da fonti di intelligence somala, ma finora non vi sono conferme ufficiali. Il bilancio reso noto per ora - riferisce l'Ansa - è di due soldati morti, oltre all'attentatore. Baidoa era la capitale provvisoria della Somalia, fino a quando alla fine dello scorso anno le truppe etiopiche non hanno cacciato da Mogadiscio le Corti islamiche. Vi siede ancora il Parlamento che proprio in questi giorni dovrebbe decidere sulla fiducia al governo del premier Ali Gedi che è ai ferri corti col presidente Abdullahi Yusuf. L'attentato è avvenuto a poca distanza dalla sede dove alloggiano Gedi e il suo seguito, tutti rimasti illesi.

11/10/2007 - unionesarda.it

La violenza sulle donne: oltre l'indifferenza

Si terrà il 27 ottobre, ore 10.00, in Villa Savonarola (Portici - NA), il seminario di studio in oggetto: "La violenza sulle donne. Oltre l'indifferenza". L'evento, organizzato dall'IMESF (Istituto Meridionale di Scienze Forensi) inaugura la campagna di sensibilizzazione in favore delle donne vittime di molestie assillanti, sottolineando altresì le numerose carenze normative.


11/10/2007 - Secondo una recente indagine ISTAT (2006), sono oltre 14 milioni le donne italiane che nel corso della vita sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica. Di queste, circa 1.100.000 hanno subito lo stalking (tradotto di solito con il termine di molestia assillante o persecuzione psicologica) e, strano ma vero, la maggior parte di queste, non è mai stata denunciata. Gli atti di stalking, infatti, variano dalla consegna indesiderata di doni o omaggi floreali, all'uccisione di animali domestici, invio di sms ed e-mail indesiderate, fino alle lesioni e alla violenza sessuale. Il 55% dei casi ha come conseguenza nella vittima dei disturbi di tipo psico-fisiologici, dai disturbi di ansia a quelli del sonno, fino al disturbo post-traumatico da stress.
Nel corso della giornata interverranno il Presidente dell'IMESF, prof. Alfredo Grado, Angiola Di conza (Psicologa della II Università di Napoli), Maria Candida Martone (Avvocato) e Giancarlo Pezzuti (Avvocato).


Link: http://www.imesf.it - 11/10/07 - comunicati-stampa.net

Lei lo richiama e il violentatore abbocca: preso

Ancora una violenza sessuale. Ancora una volta, ad essere fermato è un romeno. La vittima è una giovane insegnante di 25 anni, avvicinata dall’uomo alla fermata dell’autobus e portata in un casolare nella zona di Baggio. Uno stupro che, racconta la ragazza agli agenti della Polfer ai quali aveva sporto denuncia, è durato ore. «Tutto il pomeriggio», spiega.
È martedì. La 25enne - di origini pugliesi e residente a Monza, dove lavora - è in Stazione Centrale. Prende la metropolitana con cui intende raggiungere alcuni parenti alla periferia della città. Il viaggio prosegue in autobus. La giovane, per errore, sale sul mezzo sbagliato. Quando se ne accorge è già arrivata al capolinea. Su quel mezzo c’è anche C.Z., romeno di 36 anni. L’ha vista, e ha deciso di avvicinarla.
Quando scende in strada, la ragazza è da sola. Sta chiamando a casa per spiegare che farà tardi. In quel momento il romeno le si avvicina, e inizia a scambiare con lei qualche parola. L’uomo si fa pressante, fino a che la costringe a seguirlo in un casolare diroccato poco distante dalla fermata. È lì che si consumerà la violenza. Ore di incubo, dirà poi lei agli agenti.
Verso le nove di sera, la ragazza torna in Centrale, e sporge denuncia alla Polizia ferroviaria. Gli agenti la accompagnano immediatamente alla clinica Mangiagalli, dove i medici la sottopongono a una visita. Gli esami sono positivi. C’è stato un rapporto sessuale.
La ragazza decide di collaborare attivamente con gli investigatori. Fornisce un identikit dettagliato dell’uomo, ma non solo. La giovane, infatti, spiega di aver avuto il numero di telefono del suo aguzzino. Un gesto di «distensione» da parte del romeno, un’ingenuità dopo la violenza. Ed è un errore che gli costerà caro. Gli agenti, infatti, lo individuano nel giro di 48 ore. Perché la donna si fa coraggio, e chiama l’uomo che l’ha violentata. Finge di volerlo incontrare. Gli dà un appuntamento proprio in Stazione. E lui si presenta. La trappola funziona.
Dopo un lungo appostamento, gli uomini della Polfer lo vedono entrare nell’androne. La ragazza fa un cenno agli agenti. È lui.


Immediato scatta il fermo. In tasca ha ancora il cellulare rubato alla sua vittima. L’uomo ammette di aver fatto conoscenza della giovane insegnante, ma cerca di giustificarsi sostenendo di non averla forzata al rapporto sessuale. Una versione che contrasta con quanto raccontato dalla giovane insegnante, e che dovrà reggere nel corso dell’interrogatorio fissato davanti al pm Roberta Brera. L’accusa a carico di C.Z. è pesante: sequestro di persona e violenza sessuale.


di Enrico Lagattolla - giovedì 11 ottobre 2007 - ilgiornale.it

Bambino investito a Bormio

Bambino investito a Bormio: un fermo e un arresto per omicidio


Due ragazzi sono stati arrestati per l'omicidio del piccolo Renzo Giacomelli, di 3 anni, travolto sabato da un pirata della strada in moto su una pista ciclabile. Uno dei due, diciassettenne, era alla guida della moto, di 50 cc di cilindrata; l'altro, diciottenne, sul sellino posteriore.

Per il 17enne arrestato, che era alla guida della moto di 50 cc di cilindrata, l'accusa e' di omicidio volontario e omissione soccorso. Il 18enne e' accusato invece di omicidio colposo, in quanto mettendosi in sella a una moto 'proibita' avrebbe contribuito a creare la situazione di pericolo da cui e' scaturito l'incidente mortale. Non si conoscono al momento le identita' degli arrestati, che dopo ore di interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Bormio avrebbero ammesso le loro responsabilita'.
Il minorenne sta per essere trasferito all'istituto i pena minorile Beccaria di Milano, mentre il 18enne verra' rinchiuso nel carcere di via Caimi a Sondrio.

I due giovani presi ieri sera a Bormio al termine dell'inchiesta sul tragico investimento di Renzo Giacomella, ucciso sabato sera da una moto pirata su una pista ciclabile, avrebbero detto di aver avuto paura a costituirsi.

"Non ci siamo accorti di quanto e' successo. Poi, in un secondo tempo, abbiamo avuto paura a costituirci in caserma", hanno confessato al procuratore di Sondrio, Gianfranco Avella, che ha coordinato l'indagine lampo dei carabinieri. Il minorenne di Bormio, fermato con l'accusa di omicidio volontario ed omissione di soccorso, e condotto al Beccaria di Milano, lavorava come muratore in una impresa edile della zona e mai aveva dato problemi in passato ai genitori. Era lui alla guida della moto investitrice. Figlio unico, appena ha visto arrivare a casa sua i carabinieri per prelevare la sua moto da cross 125 di cilindrata ha subito mostrato spirito collaborativo. "Non ha esitato a confessare - spiega il suo avvocato Giuseppe La Capria di Bormio - perche' dal giorno successivo al tragico incidente ossia quando si e' reso conto che forse era stata la sua moto a causare la tragedia, aveva cominciato a stare male".

Il maggiorenne, Luca Martinelli, residente a Valdisotto, lo stesso paese del bambino morto, e' invece studente e i genitori non si erano resi conto del suo coinvolgimento nel drammatico episodio. Per lui, maggiorenne, e' scattato l'arresto per omicidio colposo e omissione di soccorso.


11/10/07 - rainews24.rai.it

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