Verona: ubriaca alla guida contro un'auto

Verona: ubriaca alla guida contro un'auto, uccide due giovani


Era ubriaca la donna di 32 anni al volante di una Mercedes che si è scontrata frontalmente con un'altra auto. A bordo c'erano due giovani che hanno perso la vita.


Era ubriaca alla guida, aveva assunto cocaina e adesso è indagata per omicidio colposo la donna di 32 anni alla guida di una Mercedes Classe A che si è scontrata frontalmente con un'altra macchina. Nell'incidente, avvenuto a San Bonifacio in provincia di Verona, sono rimasti uccisi due giovani: un veronese di 22 anni, Claudio Bignotto, residente a Soave, ed un suo amico siriano, Osama Alsahi, di 25 anni, che stava trascorrendo in Italia un periodo di ferie.


18/08/07 - unionesarda.it

Bimba molestata da genitore affidatario

Bimba bielorussa molestata da uomo coppia affidataria

Indagato da Procura Savona per violenza sessuale aggravata

(ANSA)-SAVONA, 18 AGO- Aperte indagini a Savona su presunte molestie ad una bimba bielorussa di undici anni da parte dell'uomo della coppia affidataria. I pm hanno ordinato l'allontanamento temporaneo della piccola. La bambina era stata affidata a una coppia di quarantenni milanesi e ha trascorso le vacanze in un albergo di Pietra Ligure dove si sarebbero verificate le molestie. L'uomo affidatario della bimba e' indagato per violenza sessuale aggravata.
18/08/07 - ansa.it

Incidenti, otto morti in 24 ore

Sangue sulle strade italiane. Otto le vittime in una serie di incidenti stradali. Due giovani sono morti ieri notte lungo la strada regionale 11 a San Bonifacio (Verona). Ferita anche la conducente dell'altra vettura, risultata completamente ubriaca. Alla prova del palloncino, la donna, 32 anni, avrebbe fatto registrare un tasso alcolemico quasi 4 volte oltre il consentito. E' stata denunciata per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.

In uno schianto in provincia di Nuoro sono morti due giovani di 18 anni. L'auto sulla quale viaggiavano si è scontrata con un'altra che procedeva in senso inverso. Inutili i soccorsi.

Sempre in Sardegna, sono morti in nottata due giovani nel Sassarese, nei pressi di Ozieri. Per cause ancora in corso di accertamento la loro Clio si è impennata ed è finita su un tombino.

Morti sulle strade anche in Puglia e in Sicilia. Uno studente 15enne di Montesano Salentino ha perso la vita, ieri sera, in sella al suo scooter Yahama 50, schiantandosi contro un albero dopo aver perso il controllo del suo mezzo.

È invece deceduto nel reparto rianimazione dell'ospedale 'Garibaldi' di Catania, dove si trovava ricoverato in prognosi riservata, un anziano che era stato travolto ieri mattina da una motocicletta in piazza Cavour. L'uomo, Giuseppe Fichera, 84 anni, stava attraversando la strada quando era stato investito dal centauro, rimasto ferito.


18/08/07 - rainews24.rai.it

In aumento le donne ubriache alla guida

ROMA (18 agosto) - Fino a due anni fa si trattava di un dato che le statistiche nemmeno prendevano in considerazione. Ora il fenomeno delle donne ubriache al volante sta assumendo proporzioni allarmanti. Nei primi sei mesi di quest'anno delle 20.753 donne controllate con gli etilometri, ben 1.130 (il 5,4%) sono risultate positive. Non solo, quasi il 55% aveva una percentuale di alcol nel sangue superiore del doppio o addirittura di tre volte superiore a quella consentita.


18/08/07 - ilmessaggero.it

Messori, frasi deliranti ed affermazioni antistoriche

L'intervista su La Stampa è un misto d'autoassoluzione dei preti che commettono delitti sessuali e difesa di una chiesa mai esistita


Le affermazioni di Vittorio Messori su La Stampa dell'11 agostro 2007 sono l'esatta fotografia dell'ipocrisia di cui si alimenta il clericalismo italiano. Messori assolve i delitti di natura sessuale perpetrati dai preti, mettendo persino in discussione la definizione di pedofilia. Quando i preti sono a capo di comunità o ritenuti santi per la loro attività ufficiale bisogna perdonargli e allo stesso tempo va condannato il lassismo dentro la chiesa che ha permesso negli ultimi anni l'immissione di tanti gay nel sacerdozio.

Si tratta di un disperato tentativo di coprire la verità: da secoli migliaia di preti, vescovi, cardinali e un buon numero di papi hanno vissuto dentro la rassicurante organizzazione ecclesiale, macchiandosi, come dimostrano libri pubblicati anche dal Vaticano, di orrendi delitti contro l'umanità tra cui la violenza su donne e uomini di tutte le età. Il tema vero è che quest'organizzazione pubblicamente casta ed astinente da sempre pratica ogni tipo di sessualità, che ha represso anche con i roghi quando era politicamente incompatibile, ma assolutamente e diffusamente praticato nelle segrete stanze.

La verità è che la Chiesa cattolica non può ergersi ad ente morale perché la sua storia è zeppa di immoralità di tutti i tipi tra cui l'immonda pedofilia, che penosamente Messori tenta di minimizzare senza dire che l'esempio americano che lui cita a sproposito, ha per ora prodotto queste cifre: oltre 10 mila bambini su cui è stata comprovata la molestia o la violenza sessuale, oltre trecento milioni di dollari finora sborsati dalle diocesi Usa.

Le dichiarazioni di Messori evidenziano quanto sia forte la preoccupazione oltre Tevere per l'apertura di un fronte italiano di presunti delitti a sfondo sessuali. Non è mistero per nessuno che il fenomeno sia ben più vasto e quindi la forte e potente diga vaticana potrebbe d'improvviso tracimare. Messori, invece di chiedere scusa, difende con baldanza i possibili violentatori, già assolti perché dispensatori di molte opere buone. E' il trionfo della tipica doppia morale cattolica romana che punta l'indice sui peccatori gay e assolve i suoi preti sporcaccioni che, utilizzando la loro posizioni di potere, possono permettersi qualsiasi tipo di dominio sugli altri, anche quello più abominevole della pedofilia.

E' evidente che negli ambienti d'élite della chiesa cattolica italiana si sia persa l'occasione di stendere un velo pietoso sulle proprie storiche, reiterate e consapevoli colpe. Finché la repressione sessuale sarà una delle maggiori preoccupazioni della gerontocrazia cattolica non potrà che continuare ciò che è avvenuto da sempre dentro i seminari, conventi, parrocchie, organizzazioni laiche: un continuo e perenne utilizzo dell'abuso sessuale per mascherare un'astensione sessuale forzata e contro natura.

Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay


18/08/07 - arcigay.it

Velocità, alcol e clandestini in una notte 26 in manette

Circa 500 contravvenzioni per violazione al codice della strada, oltre un centinaio di patenti ritirate di cui 75 (cioè circa i tre quarti del totale) a guidatori ubriachi o sotto l’effetto di stupefacenti, con più di 1800 punti sottratti dalle patenti.

Fanno riflettere e amareggiano i dati dei controlli effettuati dai carabinieri del comando Regione Lombardia nella notte tra il 14 e il 15 agosto su tutto il territorio lombardo. Soprattutto dopo tutte le recenti morti causate da autisti messisi al volante nonostante fossero sotto l’effetto dell’alcol e l’altrettanto freschissimo inasprimento delle regole del codice della strada, andato in vigore appena due settimane fa. E invece, in una sola notte, i militari delle province lombarde hanno fatto ben 455 contravvenzioni per un totale di oltre 63mila 500 euro tra gli oltre 5mila automezzi controllati.

Circa 1.900 i carabinieri impegnati nei controlli di questa maxi operazione articolata su più fronti, tra i quali, in particolare, la prevenzione dei furti in casa vista l’assenza di molte persone dai centri urbani e anche dalle campagne in concomitanza con il periodo più «gettonato» da chi va in ferie.

E che ha portato al controllo di poco meno di 8mila persone. (delle quali 2mila 500 straniere) e all’arresto di 68 soggetti e alla denuncia a piede libero di altri 192. In particolare la maggior parte delle persone finite in manette (26) sono extracomunitari che, per vari motivi, si è riscontrato che avevano violato più volte la legge Bossi-Fini. Inoltre sono stati adottati 19 provvedimenti di espulsione immediata dal territorio italiano.

Anche 200 carabinieri della compagnia di Rho, nell’ultima settimana - e seppure in un’area territoriale molto più ristretta, quella a nord ovest di Milano - hanno portato a termine un’operazione di presidio del territorio che hanno voluto chiamare «Agosto sicuro». Sei gli stranieri arrestati durante i controlli, tutti senza permesso di soggiorno e con precedenti ordini di espulsione.

Durante i controlli per la circolazione sono state arrestate tre persone (tutte con precedenti), mentre sono una cinquantina le contravvenzioni fatte, soprattutto per motivazioni relative all’eccesso di velocità e alla guida pericolosa e, in totale, sono stati decurtati dalle patenti 150 punti.


di Paola Fucilieri - sabato 18 agosto 2007 - ilgiornale.it

L'alcol sparge morte sulle strade

18/08/2007 - - Lettera dell'Associazione vittime della strada ai Ministri per le continue stragi di questi giorni, dovuti all'alcol.
Al Sig. Ministro degli Interni
On. Giuliano Amato

Al Sig. Ministro dei Trasporti
On. Alessandro Bianchi
Oggetto: l’alcol sparge morte sulle strade

Tre vittime in altrettanti incidenti stradali a Roma, Palermo e Imperia, tutti causati da automobilisti ubriachi.
Ormai siamo giunti al vero Far West, al più infimo terrorismo ed anarchia automobilistica. Non esiste alcun minimo ritegno - ognuno sulla strada si comporta come vuole, non si rispettano le regole del Codice della Strada. Ormai siamo giunti al massimo dell’inciviltà umana.
Le nostre strade 24 ore su 24 sono delle vere e proprie piste per “virtuosi del volante”; il sabato sera è un immane strage.

Chiediamo i nostri diritti sacrosanti: ordine e sicurezza
Esercito sulle nostre strade per fermare questa strage

L’Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada denuncia la grave responsabilità delle istituzioni e della giustizia che ancora sottovalutano questo reato di strage ed applicano pene risibili che offendono le vittime ed i familiari e lasciano liberi gli assassini. L’AEFVS chiede efficaci controlli sulle strade e forti misure sanzionatorie e penali per chi guida in stato di ebbrezza provocando la morte di persone, ritenendo la guida in stato di ebbrezza una gravissima aggravante del reato: ritiro definitivo della patente di guida e piena applicazione delle pene, riferite al limite massimo (anni 12) e non al limite minimo (anni uno ridotto di un terzo e sempre con sospensione condizionale della pena) come fino ad ora è stato arbitrariamente fatto nei tribunali italiani, che hanno così contribuito alla reiterazione del reato.
Non possiamo assistere a questa strage senza fermarla e per questo chiediamo l’intervento dell’Esercito sulle nostre strade. Il governo si deve attivare con la massima priorità.

Il Vice Presidente Nazionale
Giovanni Delle Cave


18/08/07 - sabaudiain.it

Nel Paese dell’impunità dove non paga più nessuno

Altro che la «tolleranza zero» invocata a scoppio ritardato dal ministro dell’Interno Giuliano Amato. La certezza dell’impunità è talmente radicata, che perfino il civilissimo articolo 27 della nostra Costituzione non fa più testo. È l’articolo che precisa, fra altre e importanti cose, che le pene «non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Ormai quel «trattamento contrario al senso dell’umanità» può configurarsi nell’assoluta mancanza di punizione nei confronti di chi commette un reato, per esempio l’ubriaco di turno che al volante dell’auto uccide qualcuno, scappa e, se scoperto, non finisce dritto in prigione. Un’omissione legislativa che finisce per diventare disumana, appunto, nei confronti dei familiari dell’ucciso. Oltre che del più elementare buonsenso, secondo il quale chi sbaglia, deve pagare. Eppure, per lo «sbaglio» più grave di tutti, perché purtroppo incorreggibile - cioè l’omicidio - non paga più nessuno in proporzione a quanto di irreparabile abbia commesso.

Si è rovesciato a tal punto il significato della giustizia nel nostro ordinamento, che oggi bisogna «rieducare» non già il condannato, ma i parenti della vittima del delitto. Rieducarli, nel senso di aiutarli pietosamente a lenire l’ulteriore sofferenza che inevitabilmente vivranno, nel constatare la disuguaglianza di fatto e di diritto fra la libertà concessa all’autore dell’assassinio stradale e la condanna mite che un giorno lontano forse subirà, in confronto alla perdita del loro familiare, amico o conoscente per mano del «condonato» in anticipo e con generosità.

È una lotta ormai impari tra il sanzionare con rigore un comportamento inaudito nella percezione dei più - ma non nelle pene e nelle procedure dei nostri codici - e il subire anche la beffa oltre all’inconsolabile dolore. Per questo evocare la cura intransigente che l’allora sindaco di New York, Rudolph Giuliani, volle e seppe applicare contro il dilagare dell’illegalità è semplicemente ridicolo, se prima non si modificano i codici in modo radicale. È demagogia allo stato puro, immaginare di poter fare la faccia feroce con chi sale sull’autobus senza biglietto, nel momento in cui un ubriaco che guida può rifiutarsi di sottoporsi al test sull’alcol, rischiando, al massimo, un buffetto sulla guancia.


Il problema italiano non è la quantità dei reati commessi in un anno né la loro gravità, che nel complesso si mantengono più bassi di altri Paesi, e in particolare della patria americana della «legge e ordine». Il problema è il nulla che rischia chi delinque, a qualunque grado di delinquenza: dalla spicciola illegalità quotidiana (il pitbull portato a spasso senza museruola e talvolta perfino senza guinzaglio) ai killer di Duisburg. Dal guidatore col telefonino in mano ai colpevoli degli incendi boschivi: anch’essi presi - se presi! - e «indagati», mica «arrestati». Non le scarcerazioni facili ma le incarcerazioni difficili sono l’autentica emergenza di un sistema che ha perduto il senso della punizione, cioè che non applica più il principio della responsabilità. Invece che blaterare di impossibili tolleranze zero, s’insegni agli studenti ad alzarsi in piedi quando entra l’insegnante in classe. Il rispetto degli altri, e di sé, è la prima regola per cambiare le regole senza efficacia, che stanno devastando la civiltà e il civismo del nostro Paese. f.guiglia@tiscali.it


di Federico Guiglia - sabato 18 agosto 2007 - ilgiornale.it

1522, un numero sconosciuto

E' ancora troppo poco conosciuto il numero telefonico gratuito del Telefono Antiviolenza per le donne.


Tra i numeri di pubblica utilità è l'ultimo arrivato, nato solo nel marzo del 2006, ed è ancora troppo poco conosciuto per la sua valenza sociale: si tratta del 1522, il numero verde nazionale per le donne che subiscono violenza sessuale e non, all'interno e fuori dalla famiglia.


Il servizio Antiviolenza Donna, a cui risponde personale esclusivamente femminile specificamente formato, è operante 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno, multilingue (italiano, inglese, francese, spagnolo e russo), e accessibile gratuitamente dall'intero territorio nazionale, da rete fissa e mobile. Il servizio è fruibile da parte delle donne nell'assoluto anonimato. Il 1522 accoglie anche segnalazioni effettuate da terzi.


Il servizio di accoglienza telefonica è specializzato nell'ascolto, nell'analisi della domanda, nel fornire prime indicazioni e suggerimenti utili, nonché informazioni legali; ha anche funzioni di orientamento all'accesso ai servizi del privato sociale, socio-sanitari, forze dell'ordine e centri antiviolenza presenti nel territorio di riferimento.


18/08/07 - zeusnews.it

Basta guerre nel mondo!