Droga: peschereccio carico di hashish

Droga: peschereccio carico di hashish, dieci arresti


Sono otto siciliani - tutti di Mazara del Vallo - e due tunisini, le persone arrestate ieri dalla Guardia di finanza a bordo di un peschereccio carico di cinque tonnellate di hashish.


Un peschereccio carico di droga è stato intercettato ieri dalla Guardia di Finanza che l'ha fatto attraccare al porto di Cagliari. A bordo cinque tonnellate di hashish. Dieci persone sono finite in manette. Sono otto siciliani e due tunisini: Gaspare Certa, di 36 anni; Salvatore D'Aleo, di 45; Tommaso D'Aietti, di 66; Giuseppe Genco, di 31; Vincenzo Asaro, di 27; Umberto Sisia, di 50; Andrea Bono, di 43; Pietro Bonasorte, di 39; tutti di Mazara del Vallo; ed i tunisini (regolari) Samir Cacen, di 42, e Khalifa Benhassine, di 43.


31/08/07 - unionesarda.it

Malattia tropicale in provincia di Ravenna

Sanihelp.it - È stata fatta chiarezza sulle infezioni virali comparse nel mese di agosto nella provincia di Ravenna.Le analisi del dipartimento di epidemiologia dell’Iss su campioni biologici delle persone colpite hanno fatto chiarezza sulla malattia. Non si tratta di una infezione da pappataci come si pensava inzialmente ma di un focolaio epidemico del virus Chikungunya.

Il virus chiamato in causa appartiene al Gruppo degli Arbovirus. Il serbatoio dell’infezione è rappresentato prevalentemente dall’uomo, mentre i vettori di trasmissione sono rappresentati da alcune specie di zanzare, presenti anche nel nostro Paese.

Il virus Chikungunya provoca una malattia moderata, con sintomatologia febbrile, brividi, mal di testa e dolori articolari e muscolari; frequentemente è presente anche un’eruzione cutanea, ed in alcuni casi anche sintomi gastrointestinali. L’andamento è benigno e la malattia si risolve spontaneamente in pochi giorni senza terapia specifica, anche se i dolori articolari possono persistere a lungo e richiedere trattamento sintomatico. In persone anziane, o con importanti patologie concomitanti, possono essere possibili gravi complicanze, così come avviene per altre malattie virali quali l’influenza.

L’infezione non si trasmette per contatto diretto tra uomo e uomo o per via aerea, ma a seguito di punture da parte di zanzare infette, tra le zanzare presenti in italia la zanzara tigre è una di quelle che trasmette il virus.

Fonte: Ministero della salute - di Alessandro Andreazza - 31/08/07 - sanihelp.it

Procreazione assistita, Ministro riapre dibattito

Procreazione assistita, Ministro riapre dibattito. Soddisfatta Cittadinanzattiva


Il ministro della Salute, Livia Turco,riapre il dibattito sulla procreazione assistita, dichiarando nel corso della trasmissione Omnibus di La7 in diretta di non condividere la legge 40 sul tema, ma di avere il dovere di applicarla. Il ministro ha affermato, inoltre, di augurarsi che in Parlamento e tra i cittadini, "si riapra al più presto una discussione pacata in materia".


Concorde con il Ministro Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, secondo cui dalle segnalazioni ricevute dai cittadini, si legge la necessità di apportare cambiamenti: facilitare l'accesso, ridurre gli ostacoli per le coppie che hanno patologie croniche, garantire i tempi d'attesa, provvedere a una corretta e diffusa informazione, garantire l'erogazione della procreazione medicalmente assistita e gli stessi standard di sicurezza e qualità su tutto il territorio nazionale, migliorare l'efficacia della tecnica.


"L'accesso alla fecondazione assistita - dice Cittadinanzattiva - si conferma un percorso a ostacoli, sia per i paletti imposti dalla normativa sia per le altre difficoltà di accesso al servizio sanitario e alle informazioni. In particolare il 15,7% delle associazioni di malati cronici che hanno partecipato all'ultima edizione del rapporto sulle politiche della cronicità (Cittadinanzattiva-CNAMC) segnala restrizioni all'accesso alle tecniche di fecondazione assistita dovute alla normativa, in particolare per il divieto alla diagnosi preimpianto.


Secondo l'ultimo rapporto Pit salutedi Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, l'1,3% delle segnalazioni sulla mobilità interregionale è dovuta, per la forte disomogeneità territoriale o anche per la carenza di informazioni sui servizi esistenti, alla fecondazione assistita.


2007 - redattore: LS - 31/08/07 - helpconsumatori.it

Guida ubriaca a 200 km/h

Guida ubriaca a 200 km/h, supera volante e viene fermata


(ANSA) - VIAREGGIO (LUCCA), 31 AGO - Supera a 200 km/h una volante della polizia che la insegue e la blocca. E nel sangue ha un tasso d'alcol pari a 1,9. Alla donna e' stata ritirata la patente, e ora rischia l'arresto fino a sei mesi, la sospensione della patente fino a un anno e un'ammenda fino a seimila euro. E' successo la scorsa notte sulla bretella autostradale di Lucca. La donna si e' giustificata dicendo di essersi messa alla guida perche' il ragazzo che viaggiava con lei era ubriaco.


31/08/07 - intoscana.it

5 regole per viaggiare sicuri

SICUREZZA STRADALE/ ACI: LE 5 REGOLE PER VIAGGIARE SICURI


Con piu' attenzione si evita oltre il 50% degli incidenti


Roma, 31 ago. (apcom) - Prima di mettersi alla guida, dedicare 60 secondi al controllo dell'auto; evitare alcol e farmaci; assicurare i bambini al seggiolino e allacciare le cinture anche nei sedili posteriori; non parlare al cellulare senza auricolari, non correre e rispettare i limiti di velocità. Sono 5 semplici consigli che l'Aci dà agli automobilisti e che, se rispettati, eviterebbero oltre il 50% degli incidenti stradali.


In occasione del ritorno dalle vacanze previsto per il prossimo week-end, l'Aci rivolge, in una nota, agli automobilisti un richiamo alla guida sicura che "costituisce il primo fattore di protezione sulla strada per sé, per i propri familiari e per gli altri".


Per debellare la piaga dell'incidentalità, per l'Aci ci vogliono investimenti infrastrutturali e maggiori controlli, ma è l'uomo l'elemento decisivo per la sicurezza. "Devono partire fin da subito nuove e più incisive campagne di sensibilizzazione ed educazione che coinvolgano tutti gli utenti della strada, a cominciare dagli automobilisti".


Oltre il 50% degli incidenti potrebbe, infatti, essere evitato grazie a una maggiore attenzione dei conducenti prima e durante la guida. Queste le regole che l'Aci consiglia di seguire: 1) dedicare 60 secondi a un controllo generale del veicolo; 2) evitare gli alcolici e i farmaci prima di guidare; 3) assicurare i bambini nel seggiolino e allacciare le cinture di sicurezza anche sui sedili posteriori; 4) non parlare al telefono cellulare senza auricolare o viva-voce; 5) adeguare la velocità alle caratteristiche della strada e rispettare le distanze di sicurezza.


A garanzia della tranquillità di quanti si metteranno in viaggio in questi giorni di intenso traffico l'Aci informa che è attivo il numero verde 803.116, dove risponde 24 ore su 24 una task force di 3.000 mezzi di soccorso, 1.000 centri di intervento e 5.000operatori.


31/08/07 - notizie.alice.it

T.V.B. nelle scuole contro le stragi

Piacenza - La Pubblica Assistenza entra nelle scuole piacentine per contrastare il fenomeno delle stragi del sabato sera e lo fa proponendo un progetto, "Ti voglio bene e te lo dimostro", che sembra mirare dritto al cuore dei giovani e che già dal prossimo mese potrebbe debuttare tra i banchi di scuola.
L'idea è della Croce Bianca di Piacenza, capofila del progetto insieme ad altre due Pubbliche del piacentino che hanno risposto alla chiamata: Pubblica Valtidone Valluretta e Pubblica Carpaneto Soccorso, i cui volontari nei prossimi mesi potrebbero entrare nelle classi di scuole superiori, medie ed Università per iniziare una campagna contro l'abuso di alcool e stupefacenti e di sensibilizzazione ai temi della sicurezza stradale. Per il dottor Antonio Mosti, responsabile del Sert, è «l'approccio migliore per parlare coi giovani».


31/08/07 - liberta.it

Attenzione, un bacio rubato è violenza sessuale

Strappare un bacio può costare una condanna per violenza sessuale, in quanto la bocca deve essere considerata “zona erogena”. Lo ha stabilito, con la sentenza n. 12425/2007, la Corte di Cassazione, confermando la condanna ad un anno e due mesi inflitta dalla Corte di Appello di Venezia (la città dell’amore) ad un giovane lasciato dalla fidanzata, che, non rassegnato, le aveva estorto un bacio sulla bocca. La Suprema Corte, che ha confermato anche la condanna al risarcimento di cinquemila euro a carico dell’imputato, ha sottolineato che nella nozione di “atti sessuali” si devono includere “non solo gli atti che involgono la sfera genitale, bensì tutti quelli che riguardano le zone erogene su persona non consenziente”, ed “il riferimento al sesso non deve limitarsi alle zone genitali, ma comprende anche quelle ritenute dalla scienza non solo medica, ma anche psicologica e sociologica, erogene, tali da essere sintomatiche di un istinto sessuale”; pertanto, “tra gli atti suscettibili di integrare il delitto in oggetto, va ricompresso anche il mero sfioramento con le labbra sul viso altrui per dare un bacio, allorché l'atto, per la sua rapidità ed insidiosità, sia tale da sovrastare e superare la contraria volontà del soggetto passivo”.
Concetto che i Giudici di Piazza Cavour hanno nuovamente ribadito nella sentenza n. 25112/2007, depositata lo scorso 2 luglio. Nella relativa motivazione, si puntualizza che “non si può fare distinzione ai fini penali in base alla «profondità» del bacio, sino ad escludere la natura sessuale per i baci caratterizzati soltanto dal contatto delle labbra, e riservare la nozione di atto sessuale soltanto ai baci che arrivano al contatto delle lingue. Entrambe le tipologie di baci, infatti, sono idonee a ledere la libertà e l’integrità sessuale del soggetto passivo (a meno che non si tratti di baci leggeri scambiati in quei particolari contesti non erotici che ne escludono la connotazione sessuale). Si deve quindi concludere” proseguono i Giudici di legittimità “che non soltanto il bacio profondo, o bacio alla francese, col contatto delle lingue, ma anche il bacio limitato al semplice contatto delle labbra, configura un atto sessuale idoneo ad invadere la sfera intima del soggetto passivo, e come tale integra uno degli elementi materiali delle fattispecie penali previste negli artt. 609 bis, 609 quater e 609 octies cod. pen.”.
Il riferimento al sesso non si limita, dunque, alle sole zone genitali, ma comprende anche quelle ritenute erogene dalla scienza medica, psicologica e antropologica. Non si può, quindi, toccare il sedere di una donna (che non sia consenziente) o accarezzarle all’improvviso i seni o strapparle un bacio sulla bocca.
Seguendo il ragionamento della Suprema Corte, è da sottolineare che, secondo la psicoanalisi (Freud, “Tre saggi sulla teoria della sessualità”, 1905), tutto il corpo è potenzialmente una zona erogena, anche se le regioni uretro-genitale, anale e orale sono predisposte più di altre all'erogeneità. Nella prospettiva psicoanalitica, l'erogeneità è, infatti, intesa come una variabile quantitativa, soggetta a ridistribuzioni nell'organismo e determinata dalle modalità specifiche della stimolazione e manipolazione. Le parti del corpo che più comunemente rispondono alla sollecitazione erotica (oltre, ovviamente, gli organi genitali, la bocca e l’ano) sono: le tempie, le orecchie, la nuca, il petto, i capezzoli, le ascelle, i fianchi, i glutei e la parte interna delle cosce.
Stando così le cose, è bene tenere giù le mani (specie in discoteca). Un pizzicotto o un bacio improvviso possono costare una condanna per violenza sessuale!

Alfonso Masselli - 31/08/07 - capitanata.it

Bilancio annuale dell'Esercito americano

Bilancio annuale dell'Esercito americano: novantanove suicidi


Novantanove soldati statunitensi [*1 - *2] si sono suicidati lo scorso anno, la cifra più alta mai raggiunta di suicidi nell'esercito nei 26 anni di raccolta dati. Circa un terzo del totale ha compiuto questo gesto mentre si trovava in missione di pace. L'Iraq è in testa a questa graduatoria, con 27 morti, l'Afghanistan 3. Gli ufficiali hanno anche aggiunto che ci sono stati 948 tentativi di suicidio. Questi 99 morti costituiscono il più grande numero di suicidi (nel 2005 erano 87) dal 1991 ad oggi, anno in cui un maggior numero di soldati combatteva la prima Guerra del Golfo.


Il 2006 diventa quindi l'anno con il più alto tasso percentuale di suicidi dal 1980, con una media di 17,3 su 100.000.


Relazioni personali fallite, problemi finanziari e legali sono le cause principali che spingono i soldati al gesto disperato di suicidarsi. Altro fattore importante è il servizio militare, lo studio dell'Esercito ha infatti notato una correlazione tra il numero di giorni di dispiegamento sul campo (nei vari scenari di guerra) e i tentativi di suicidio. Problema acuito dalla scelta del Pentagono di aumentare da 12 a 15 mesi il periodo di servizio a causa dell'impiego delle proprie Forze su due fronti, quello afghano e quello irakeno.


Alcune indagini dell'Esercito hanno rivelato che il 20% dei soldati hanno segni e sintomi di stress post-traumatico, che in futuro potrebbero causare dei flashback di esperienze traumatiche sul campo di battaglia. Inoltre circa il 35% dei militari che terminano il proprio servizio cercano una qualche forma di trattamento psicologico. Percentuali che potrebbero crescere ulteriormente nei prossimi anni, se si considera che dal 2005, per fronteggiare alla crisi di volontari, l'Esercito ha abbassato i requisiti minimi [*3] per arruolarsi, al punto che l'alcolismo e lo scarso allenamento non costituiscono più un ostacolo per le aspiranti reclute. Per lo stesso motivo l'Esercito sollecita sempre di più gli psicologi affinchè minimizzino le conseguenze mentali del conflitto sul paziente [*4], in modo da poterlo successivamente richiamare in servizio. Molti medici dell'esercito hanno infatti dichiarato che sono stati obbligati a diagnosticare a molti pazienti uno stress da post-combattimento piuttosto che un ben più grave stress post-traumatico (PTSD).


A dimostrare quanto i militari risultino alienati se sottoposti costantemente a questo genere di pressioni, ci sono diverse memorie dei soldati stessi. Colby Buzzell, a pagina 297 del suo "My War: Killing Time in Iraq", scrive di "aver realizzato di trovarsi dal'altra parte del pianeta, lontano da casa" e di essere "uno straniero in una terra davvero strana".


Soldati, come Kayla Williams, che non sembrano nemmeno in grado di identificare il nemico: "[W]e called them hajjis, but we also called them sadiqis... or habibis.... We called them towelheads. Ragheads. Camel jockeys. The fucking locals. Words that didn't see our enemy as people -- as somebody's father or son or brother or uncle", Love My Rifle More Than You: Young and Female in the US Army (p.200) .


Non stupisce che i militari stessi abbiano difficoltà a reinserirsi in società, tanto da non voler abbandonare il campo di battaglia: "[I]n all honesty, I did it because I didn't want to leave Iraq. One of the ways to cope with being in combat is to go crazy just a tiny bit and learn to enjoy the work... I was afraid that if I left, it would be difficult to get back into the 'combat is fun' way of thinking when I returned"


I soldati americani impegnati nei vari scenari di guerra sono posti costantemente davanti a delle scelte, solitamente tra aprire o meno il fuoco, come succede nei numerosissimi checkpoints o quando si trovano in un convoglio. Inoltre secondo uno studio del New England Journal of Medicine [*5], datato 2004, il 14% dei soldati dell'Esercito americano, e il 28% della Marina torna dall'Iraq responsabile della morte di quello che in gergo si definisce un non-combattente. O meglio, un civile. Impiegare nuovamente dei soldati con disturbi mentali (per non parlare delle reclute con problemi d'alcolismo) non può che aumentare queste cifre già di per sè orribili. Questa scelta, oltre che ad essere deleteria per i soldati stessi, comporta anche grandi rischi per le popolazioni occupate e costituisce un ulteriore esempio degli innumerevoli crimini di guerra commessi contro gli stessi individui a cui, almeno a parole, si vorrebbe esportare la democrazia.


31/08/07 - comincialitalia.net

L'approccio migliore per parlare con i giovani

Piacenza - (c.p.) Contano molto i contenuti ma ancor di più, e addirittura in maniera incredibile, le modalità con cui questi vengono trasmessi. L'orientamento della comunità scientifica internazionale in tema di prevenzione, in questo caso sull'utilizzo di alcol e stupefacenti, propende sempre più verso un approccio e un coinvolgimento diretto di coloro ai quali il messaggio è indirizzato. In questo caso i giovani che devono essere interpellati e "messi in mezzo" per riflettere direttamente delle problematiche che li vedono coinvolti. Ne è convinto Antonio Mosti, responsabile Sert dell'Ausl di Piacenza, che tra l'altro proprio in questo periodo sta curando - è sua la direzione scientifica - un progetto, sul modello di prevenzione più efficace nelle scuole, promosso dal ministero della Salute e che vede coinvolte diverse regioni, l'Emilia Romagna capofila.

«A partire dall'esperienza nazionale e internazionale - spiega il dottor Mosti - si è visto che funzionano meglio quei progetti che prevedono il coinvolgimento diretto degli interessati, in questo caso i giovani. Più i ragazzi riflettono direttamente sulle loro problematiche, più si sentono "responsabilizzati" verso le loro azioni». Dunque ai giovani si deve parlare dei rischi che corrono, ma soprattutto occorre farli parlare,dare sfogo e risposta alle loro domande e necessità. «Occorre trovare gli strumenti - prosegue Mosti - per vivere un'esperienza tra pari. Occorre fare uno sforzo per "tirar dentro" i ragazzi nei loro problemi. E questo lo si arriva a dire sulla base di dati molto concreti. Non è che dicendo le cose giuste, le cose si aggiustino, occorre trovare il modo più corretto per approcciare il problema. Non solo lezioni di buon senso, non solo competenze scientifiche ma modalità adeguate di approccio». Bisogna individuare target diretti, mentre risulterebbero poco incisivi gli interventi a spot con programmi risolutivi che non possono valere per tutti. Positivo quindi che ad entrare in classe siano i volontari. «L'esperienza diretta del volontario - commenta il dottor Mosti - non è un'esperienza qualunque o di un professionista, inoltre la passione che riesce a trasmettere ha più possibilità di essere attraente per i giovani».


31/08/07 - liberta.it

La famiglia rinnega la star maledetta

La famiglia rinnega la star maledetta: «È drogata, boicottate i suoi dischi»


«Hanno cercato di mandarmi in disintossicazione, ma io ho detto no, no, no». Canta la sua vita, Amy Winehouse. Scrive di suo pugno i testi delle canzoni che raccontano di ventitré anni vissuti come fossero un secolo, tra alcol, droga e tradimenti. Così ha fatto innamorare gli inglesi, col suo soul autobiografico, col suo look eccessivo, extension e matita nera scaricata sugli occhi come un rimpianto aggressivo degli anni Cinquanta. E così ha stregato gli americani, prima solista femminile nella storia del Regno Unito ad arrivare col suo secondo album, «Back to Black», al settimo posto nelle classifiche americane infarcite di rap e di lolite alla Britney Spears.Ma i suoi «no» alla «Rehab», alla disintossicazione dall’alcol e dalle droghe, potrebbero costarle la vita e potrebbero costare agli inglesi - così ha scritto il Guardian - la perdita di una «delle artiste più esageratamente talentuose» che il Paese ricordi. Perché a febbraio, in occasione degli Elle Style Awards, la Winehouse mostra tagli e cicatrici al braccio. Il suo portavoce parla di una caduta per strada, ma poco dopo arriva il ricovero in clinica per overdose: cocaina, ecstasy, chetamina e marijuana. Qualche giorno fa Amy e il marito, Blake Fielder-Civil, sono stati immortalati all’uscita di un albergo londinese col volto sfregiato e macchie di sangue sugli abiti. Gli ospiti dell’hotel hanno raccontato di urla e deliri durati per ore nella camera d’albergo.
Fino all’appello disperato dei suoceri dell’artista, che hanno chiesto di boicottare i suoi dischi: «Forse è venuto il momento che la gente smetta di comprarli. Potrebbe essere un messaggio», ha detto il padre di Blake. «Io e mia moglie siamo convinti che siano drogati, ma entrambi non vogliono ammetterlo, pensano di non esserlo e di avere la situazione sotto controllo», ha aggiunto il suocero. Poi il padre di Amy: «Come genitore ho trovato le immagini dell’hotel stomachevoli. Volevo morire, ma non posso perché ho un altro figlio e mia figlia che ha bisogno di me anche se pensa di no».
Amy, insomma, è diventata un caso nazionale e internazionale. Ne parlano i tabloid e i giornali di qualità, ogni giorno un nuovo episodio per raccontare la spirale di inferno in cui è piombata questa giovane cresciuta alla periferia di Londra, Southgate, figlia di un tassista ebreo (alle spalle una famiglia di musicisti jazz) e di una mamma farmacista, viso paffuto agli esordi, ora il volto scarno, segnato dalle droghe e dall’anoressia e un mucchio di tatuaggi sul corpo. Con gli inglesi che si interrogano sull’ennesimo spreco di genio, sul mix letale di eroina, lsd, alcol che ha già ucciso decine di artisti, da Jimi Hendrix a Jim Morrison, da Kurt Kobain dei Nirvana a John Belushi e Janis Joplin, la più grande cantante bianca di blues, l’unica alla quale la Winehouse può essere paragonata. Un mix distruttivo che non ha tolto la vita ma ha distrutto la carriera di artisti come Whitney Houston e Sid Barrett dei Pink Floyd.


È entrata e uscita dalle cliniche di disintossicazione per alcolisti, Amy. Tra concerti, jazz e rythm’and blues, dischi di platino e Awards, i drink sono diventati troppi, consumati sul palco con una foga da dannata, fino ai commenti sprezzanti su un presentatore lo scorso novembre e alla scena in cui davanti a un pubblico adorante vomita sul palco e poi riprende a cantare. Ma è dallo scorso febbraio, da quando la love-story con Blake Fielder-Civil diventa un fidanzamento ufficiale e sfocia in matrimonio lo scorso maggio, a Miami, che questa sfida al ribasso si trasforma in un giro di valzer autodistruttivo, con l’eroina che sta portando la coppia all’annientamento.«Love is a losing game», «l’amore è un gioco a perdere», recita una delle sue vibranti canzoni. E ora Amy rischia di perdere non solo quello.


di Gaia Cesare - venerdì 31 agosto 2007 - ilgiornale.it

Oms: allarme su rischio diffusione epidemie

Ginevra - Allarme dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: nel suo rapporto «A safer future» denuncia il rischio di un'altra grande epidemia come quelle dell'Aids, di Ebola o della Sars. Secondo il documento, le nuove epidemie potrebbero colpire più di un miliardo di persone, pari al 25 per cento della popolazione mondiale. I nuovi virus si stanno diffondendo a velocità crescente, grazie anche ai 2,1 miliardi di passeggeri che viaggiano ogni anno in aereo.

UNA MALATTIA ALL'ANNO

Nel suo documento l’Oms afferma che le nuove malattie stanno emergendo a un ritmo che non ha «precedenti nella storia»: almeno una nuova malattia infettiva all’anno a partire dal 1970. Sono 39 finora le malattie che dal 1970 si sono sviluppate, e solo negli ultimi cinque anni il l’Oms ha isolato e identificato oltre 1.100 eventi sanitari di natura epidemica. Da settembre 2003 a settembre 2006 sono stati 685 gli eventi sensibili per la salute pubblica.

Il quadro è reso più allarmante dal fatto che i progressi compiuti nelle terapie farmacologiche risultano compromessi dalla generalizzazione della resistenza agli anti-infettivi. Particolarmente allarmanti, i casi di turbercolosi ultra resistente, ma anche la farmaco-resistenza per le infezioni ospedaliere e quella che comincia ad emergere presso l'Hiv.

RISCHI CONOSCIUTI

Una collaborazione internazionale è necessaria anche per far fronte a minacce le malattie di origine alimentare, le conseguenze sanitarie dei conflitti armati, delle catastrofi naturali o del bioterrorismo. Per gli autori del Rapporto, l'azione da condurre a livello internazionale non deve mirare solo ai rischi conosciuti, ma anche quelli che non lo sono, come le malattie «che potrebbero sopraggiungere a seguito dei cambiamenti ambientali o climatici estremi oppure di un inquinamento o di un incidente industriale e suscettibili di mettere in pericolo milioni di persone in diversi Paesi».

SOLIDARIETA' NELL'INTERESSE DI TUTTI

Per l'Oms, «la battaglia per la sicurezza sanitaria mondiale sarà un fallimento se vaccini, trattamenti, strumenti e prodotti per la diagnosi saranno accessibili solo ai più ricchi. La »vulnerabilità e universale«, ha dichiarato la direttrice generale dell'Oms Margaret Chan. La risposta esige «una solidarietà mondiale». Se non si prendono contromisure potrebbero esserci devastanti conseguenze per l'economia globale e per la sicurezza mondiale.

23 agosto 2007 - www.corriere.it - newsfood.com

Ubriaco provoca incidente e aggredisce un poliziotto

SAN BASILIO Ubriaco provoca incidente e aggredisce un poliziotto: arrestato


IN STATO di ebbrezza ha prima provocato un incidente stradale in via Tiburtina all’altezza del civico 1109, a San Basilio, e poi si è scagliato contro gli agenti del commissariato Prenestino intervenuti per i rilievi, ma è stato bloccato e arrestato. Le manette, poco dopo l’una di notte, sono scattate ai polsi di un uomo di 28 anni che dovrà rispondere di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Nonostante l’inasprimento delle pene contro gli ubriachi al volante, non cessa l’allarme alcol sulle strade. Anche le vie cittadine vengono interessate dal fenomeno, ormai una vera e propria emergenza.


30/08/07 - iltempo.it

Liverpool, rotto il muro di omertà

Liverpool, rotto il muro di omertà: preso il baby-killer del piccolo Rhys


Liverpool - Di mezzo ci sarebbe una ragazzina. Una banale lite per una fidanzata, finita nella guerra delle baby-gang che si è trasformata in una tragedia nazionale. Per questo sarebbe stato ucciso Rhys Jones, all’età di undici anni. Paralizzato dalla paura, dopo aver sentito i primi due spari, il ragazzino si è trovato nel mezzo di un regolamento di conti, inchiodato alle sue gambe, allenato alle partite di calcio ma non alla violenza dei suoi coetanei, non ce l’ha fatta a scappare e l’ultimo sparo, quello mortale, lo ha colpito alla nuca.

È passata una settimana dalla sua uccisione in un parcheggio di Liverpool, a pochi passi dal campo di calcio dove Rhys trascorreva i pomeriggi del doposcuola, e una soffiata ha portato gli investigatori sulle tracce del killer, il baby-killer che nell’Inghilterra dei teenager vocati all’alcol e alla pistola facile, ha ucciso un bimbo di undici anni. Dopo dieci arresti, sei ragazzini ancora sotto osservazione (quattro sono stati rilasciati senza accuse), ieri sono scattate le manette per un ragazzo di quindici anni. Sarebbe lui l’adolescente incappucciato che in sella alla sua bicicletta ha sparato con la freddezza di un adulto, senza scrupoli e senza remore, anche quel terzo colpo di pistola che ha ucciso il piccolo Rhys.

Dopo lo choc e lo sdegno, l’Inghilterra vuole conoscere il volto del baby-assassino e gli inquirenti, in una massiccia operazione di polizia che sta coinvolgendo una cinquantina di agenti e una decina di cani segugio, ora cercano affannosamente l’arma che potrebbe inchiodare l’assassino. Il ragazzino si sarebbe disfatto della pistola gettandola a poche centinaia di metri dal parcheggio del pub in cui è avvenuta la sparatoria. E a inchiodarlo sarebbe stato un testimone chiave. Un uomo a cui Dave Kelly, responsabile dell’operazione di polizia, si è rivolto ieri, elogiando il suo coraggio e chiedendogli di farsi vivo nuovamente: «Ci ha fornito informazioni preziose. Voglio ringraziarlo, è stato molto coraggioso. Vogliamo che si metta nuovamente in contatto con noi e potrà parlare direttamente con me, lo aspetto», ha detto Kelly.


Perché da quando Rhys è morto è la prima volta che qualcuno rompe il «muro di silenzio» - così lo hanno ribattezzato gli investigatori - che ha avvolto questa storia. Un segno tangibile che il terrore delle baby-gang, le minacce e le probabili ritorsioni, spaventano adulti e bambini nella città dove da almeno tre anni è in corso una guerra feroce tra gruppi di adolescenti rivali. Per questo qualche giorno fa, in un appello commovente e disperato, Melanie e Stephen, i genitori di Rhys avevano lanciato un appello alla città e ai genitori del baby-killer: «Noi abbiamo perso il nostro mondo e il mondo ha perso un bravo ragazzo. Qualcuno da qualche parte deve sapere chi ha commesso un simile atto. Per piacere, si faccia vivo».


E martedì il calcio inglese ha voluto offrire il suo tributo al piccolo Rhys, regalando alla famiglia e ai tifosi un momento unico: dopo che i giocatori dell’Everton, una delle due principali squadre di Premier League della città, hanno depositato sul luogo del delitto una divisa ufficiale e una corona di fiori con i colori del team preferito dal ragazzino, anche i rivali del Liverpool, l’altra squadra di punta, nelle qualificazioni di Champions League con il Tolosa, hanno ricordato il piccolo intonando “Johnny Todd”, l’inno degli avversari, per la prima volta nello storico stadio di Anfield. Nell’anarchia delle gang in guerra, almeno il calcio per un giorno, ha dimenticato le rivalità.


di Gaia Cesare - giovedì 30 agosto 2007 - ilgiornale.it

Si droga in auto, poi tenta di sfuggire alla Volante

Nel primo pomeriggio di mercoledì la Volante di Polizia del Commissariato di Busto Arsizio, in via Arconate, ha intercettato un ciclomotore il cui conducente si è dato subito alla fuga nei vicini boschi.
Percorrendo una stradina boschiva all'inseguimento del mezzo, gli agenti si sono trovati di fronte una Fiat Punto che, vista l'impossibilità di passare oltre, è fuggita in retromarcia a velocità sostenuta, salvo venire bloccata poco dopo. Dall'auto sono scesi il guidatore, identificato per un uomo di 43 anni di San Giorgio su Legnano, ed il passeggero, un 36enne residente a Varese. Il guidatore, in lacrime e con una siringa in mano, riferiva agli Agenti di essere fuggito per timore di non essere accettato in comunità in quanto si era appena "fatto" di eroina. Applicando le nuove normative in materia, e data la condizione del guidatore, gli agenti hanno provveduto all'immediato fermo del veicolo.

Giovedi 30 Agosto 2007 - varesenews.it

Torino: adesca donna invalida

Torino: adesca donna invalida, 56enne arrestato per violenza


CHIVASSO (Torino) - I carabinieri della Tenenza di Settimo Torinese hanno arrestato per violenza sessuale un napoletano, residente a Torino, di 56 anni. Ora e' rinchiuso nel carcere 'Lorusso e Cotugno'. L'uomo, ieri, aveva offerto un passaggio in auto a una donna, invalida al 95%, che stava rientrando a casa con le buste della spesa. Ma poi ha accostato la macchina in una zona isolata dietro al centro commerciale. Il passaggio di una pattuglia dei carabinieri ha impedito che l'uomo portasse a termine la violenza. (Agr)


30/08/07 - corriere.it

Quindicenne stuprata e sfruttata

In manette il fidanzato romeno


Il miraggio è sempre quello di un lavoro sicuro lontano dalla miseria del paese d´origine. Ed è sperando in questo che una ragazzina romena di 15 anni ha seguito un ragazzo, della sua stessa nazionalità, di cui si era innamorata. Per poi trovarsi, violentata e percossa, a battere i marciapiedi di Roma. Un copione uguale a tanti altri, ma di cui la vittima, con un atto di coraggio, ha cambiato il finale: ha denunciato ai carabinieri il fidanzato aguzzino e lo ha fatto arrestare.
La storia comincia nei pressi di Bucarest alcuni mesi fa. Lui, 25 anni, giura di amarla e le regala la speranza di trascorrere insieme il resto della vita e di lasciarsi alle spalle una realtà di miseria. Unica condizione: abbandonare la Romania per andare in Italia. Magari fa parte dell´inganno anche la bugia di un´attività già avviata che permetterebbe da subito un radicale cambiamento di esistenza. E invece, non appena toccato il suolo italiano, la giovane si è trovata davanti ad una realtà ben diversa da come se l´era immaginata. Il sogno si è spezzato all´istante quando il giovane per cui aveva lasciato il suo paese ha smesso di essere un tenero amante e si è trasformato in uno spietato aguzzino.
Così è cominciato l´incubo: l´uomo ha infatti costretto la ragazza all´accattonaggio e al borseggio, prelevando a fine giornata il "bottino" dalle mani della vittima. Ma non era mai abbastanza. E´ allora che si è passati dalle minacce ai fatti. La giovane straniera è stata picchiata ferocemente e poi violentata. Il suo connazionale le aveva anche trovato una zona in cui prostituirsi tutte le notti: vicino piazza della Repubblica.
Una sera però la ragazza ha deciso di scappare dall´incubo, trovando la forza di raccontare la sua storia ai carabinieri della stazione Roma-Vittorio Veneto. I militari, seguendo le informazioni fornite dalla ragazza, hanno trovato e fermato l´uomo in un casolare abbandonato nei pressi di largo Preneste. Le accuse che gravano su di lui sono di violenza sessuale, riduzione in schiavitù, induzione e sfruttamento della prostituzione. Nel corso della perquisizione sono stati ritrovati 5000 euro in contanti e una "daga", una spada corta per la cui detenzione è stato denunciato. Cecilia D´Elia, assessore alle Pari Opportunità del comune di Roma, ha elogiato l´atto di coraggio della ragazza. «Nell´esprimere la mia solidarietà alla giovane vittima - ha detto l´assessore - desidero ribadire la completa disponibilità dell´Amministrazione romana a mettere a disposizione i propri servizi di accoglienza e di sostegno per garantirle piena assistenza».


30/08/07 - Valeria Abate - espresso.repubblica.it

1,5 mln di euro per banca dati contro pedofilia

Roma - La voce relativa alla lotta contro la pedofilia del fondo per le politiche della famiglia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede uno stanziamento di 2,5 mln di euro, che e' un finanziamento aggiuntivo rispetto alle risorse gia' stanziate che garantiscono il funzionamento del Comitato interministeriale di coordinamento per la lotta alla pedofilia e dell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia minorile.

Lo precisa l'ufficio stampa del Ministro delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi (foto): sono infatti a disposizione del Dipartimento delle Politiche per la Famiglia 1,5 mln di euro per la realizzazione, tra l'altro, della banca dati, strumento essenziale all'azione di prevenzione e contrasto della pedofilia


30/08/07 - studiocelentano.it

In Italia c'è un consumo 'spaventosamente alto' di droga

Amato: In Italia c'è un consumo 'spaventosamente alto' di droga


In Italia ''c'e' un consumo spaventosamente alto'' di droga, il suo ''giganteggiare e' una cosa di cui siamo tutti responsabili''. Nei bagni delle scuole, nelle discoteche ''si trova droga: le famiglie si debbono porre il problema''. Giuliano Amato interviene alla Festa dell'Udeur e coglie l'occasione per parlare del traffico della droga, alimentato da un consumo da parte ''dei nostri figli''. Amato non ha dubbi, ''se sequestriamo tonnellate di droga sul nostro territorio questo vuol dire che c'e' una domanda alta da parte di migliaia di italiani''.


Insomma, prosegue il responsabile del Viminale, questo problema ''si deve affrontare in famiglia. Ne parlino ai figli almeno i genitori che non consumano droga, perche' poi ci sono anche le famiglie in cui anche i genitori abusano di stupefacenti''. Amato chiede che non ci si rivolga al suo ministero chiedendo di sequestrare la droga ''se poi - dice - noi italiani ne facciamo un abuso spropositato''. Ma non e' solo il tema della droga che preoccupa il ministro dell'Interno, c'e' anche la piaga dell'alcol.

''Quello dei giovani e l'alcol e' un altro grande tema'', dice il Amato rilevando che ormai ''sono tantissimi i giovani che, fermati dalla polizia, risultano sopra i limiti''. Un consumo, continua, ''aumentato in maniera vertiginosa''. Amato, fatto questo quadro con in aggiunta un riferimento al terrorismo interno (''Per la prima volta la polizia ha fatto arrestare dei brigatisti rossi prima che commettessero un attentato'') e agli immigrati irregolari (''Soprattutto al nord la criminalita' e' collegata agli ingressi clandestini''), cerca di rassicurare gli italiani. ''C'e' una tendenza ad estremizzare i fenomeni criminali che fa parte - dice Amato - della tendenza naturale di ciascuno di noi''. Certo, continua, ''siamo in presenza di una situazione caratterizzata da molteplici fattori criminogeni ma - e' la conclusione del ministro - la possiamo governare''.


30/08/07 - canisciolti.info

Alcol e droga al volante, 'recidivo' esce di strada

Codigoro. Un ventottenne di Rosolina, in provincia di Rovigo, è stato denunciato dai Carabinieri della stazione di Codigoro, per guida in stato di ebbrezza e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Martedì notte il giovane si trovava alla guida della propria autovettura e senza alcuna causa apparente aveva prima sbandato, quindi era uscito di strada e, a causa delle lesioni riportate, trasportato all’arcispedale sant’Anna di Ferrara. Qui gli accertamenti sanitari richiesti dai militari di Codigoro, hanno riscontrato la positività a cannabinoidi, cocaina, e oltre 1,50 g/l di etanolo nel sangue. A rendere ancora più grave la situazione del conducente vi è la recidività nella condotta, essendo incorso nello stesso reato da meno di due anni.


30/08/07 - estense.com

Limone: sabato un convengo nazionale sull'alcolismo

Al teatro ‘La Confraternita’ di Limone Piemonte si svolge sabato a partire dalle 17 e 30 un convegno nazionale dal titolo ‘Alcolismo: a che punto siamo? La vita per un bicchiere’. Ad organizzare l’evento, oltre al Comune della località turistica della valle Vermenagna ed al Grand Hotel Principe, è l’Associazione Nazionale Contro L’Aclolismo che si batte per aiutare chi vive il disagio dell’alcoldipendenza in modo diretto o indiretto. Oltre al recupero di chi sconta sulla propria persona o in modo indiretto questa grave gli effetti dell'alcolismo, l’ANCA organizza seminari, occasio-ni di formazione, tavole rotonde e conferenze. Nell’occasione, a Limone parteciperanno esperti e personaggi noti come Bruno Liconti, Luciano Onder e Gino Paoli a cui verrà assengato il ‘Premio Gian Bonzi’ per essersi particolarmente distinto nella lotta contro l’alcolismo.

Subdola e dalla crescita lenta e silenziosa questa dipendenza viene a volte accertata quando ormai è troppo tardi. Per chi la vive è importante poter leggere l’esperienza vissuta e raccontata con sincerità dai diretti interessati, la testimonianza dei familiari che hanno sofferto e lottato con loro, le osservazioni dei medici che studiano tutte le possibili soluzioni del problema e, infine, la certezza che questo male può essere sconfitto, come è successo a chi si racconta. Scopriamo, invece, che nel nostro paese si contano un milione e mezzo di alcolisti e ben 40 mila italiani ogni anno restano vittime di questa malattia. Ancor più deve far riflettere, e preoccuparci, il dato relativo all’aumento dell’incidenza del fenomeno tra i giovani e le donne.


30/08/07 - targatocn.it

Alcol: quel Decreto mi fa paura

Prima del 3 agosto, il Codice della strada diceva: se la Polizia capisce che sei in stato d'ebbrezza ti multa, anche senza fare l'alcoltest: "Quando si abbia altrimenti motivo di ritenere che il conducente del veicolo si trovi in stato di alterazione psicofisica derivante dall'influenza dell'alcool, gli organi di Polizia stradale di cui all'articolo 12, commi 1 e 2, anche accompagnandolo presso il più vicino ufficio o comando, hanno la facoltà di effettuare l'accertamento con strumenti e procedure determinati dal regolamento".


Adesso, invece, il Decreto sulla sicurezza stradale impone la prova con l'etilometro. Già, ma se uno è così ubriaco da non riuscire a soffiare nell'alcoltest, come fa la Polizia a multarlo? E un giudice su che cosa si basa per sanzionare l'ubriacone che guidava? Certo, in base ad altri articoli del Codice della strada, la Polizia potrà impedire quel l'ubriaco continui a guidare, ma il reato per guida in stato d'ebbrezza non scatta. Risultato: qui c'è anche il serissimo rischio che schifosi e viscidi furbastri fingano di essere così strafatti di alcol da non riuscire a soffiare nell'etilometro.


Altro problema: ci sono tre fasce cui corrispondono altrettante multe


30/08/07 - dallapartedichiguida.blogosfere.it

Ubriaco alla guida ammazza una donna

E’ un gondoliere di San Polo: denunciato anche per omesso soccorso


I TESTIMONI. L’auto procedeva a zigzag è sarebbe sbandata poco prima di colpire a morte la ciclista sul cavalcavia di Pezzan Un veneziano di San Polo, ubriaco al volante, ha travolto e ucciso una donna trevigiana, Cristina Pattaro, 46 anni. L’incidente è avvenuto alle 19.30 di lunedì. La donna stava percorrendo in bicicletta il cavalcavia di Pezzan, a Villorba di Treviso, al fianco del marito, quando M.Z., 38enne, residente nel sestiere San Polo, l’ha centrata da dietro con la sua automobile, una Land Rover. Alle 0.20 il decesso in ospedale a causa dei gravi traumi. La donna lascia il figlio Carlo di 10 anni e il marito Ilario Piaser. L’alcol ha spezzato così un’altra famiglia: e questa volta è un uomo veneziano l’autore dell’omicidio colposo.


Lunedì sera il piccolo Carlo, 10 anni, stava attendendo il ritorno dei genitori da una gita in bicicletta: ieri si è ritrovato ad aspettare ancora, ma invano, mamma Cristina.Verso le 19.30 di lunedì Cristina stava facendo un giro nelle campagne trevigiane asieme al marito Ilario. Nelle vicinanze di Breda, i due avevano imboccato, uno a fianco all’altro, il cavalcavia di Pezzan per tornare verso la loro abitazione di Carità di Treviso. In quel momento stava sopraggiungendo nella medesima direzione M.Z., veneziano di San Polo, di professione gondoliere, 38 anni: era alla guida di una Land Rover. L’auto aveva una traiettoria irregolare, zigzagava, secondo testimoni. Un’ultima sbandata, poi la Land Rover ha falciato la bici di Cristina. Il marito Ilario, accodatosi a lei poco prima dell’impatto, ha fatto solo in tempo a vedere la moglie volare e finire a terra. Immediatamente ha chiamato i soccorsi, ma la situazione è apparsa gravissima. La donna era a terra e non si muoveva. In pochi secondi sono arrivati i medici del Suem. La donna è stata intubata e trasportata in ospedale: a mezzanotte e venti i medici hanno ufficializzato il suo decesso. E’ il marito della vittima, Ilario Piaser, a raccontare, con un filo di voce, i drammatici momenti dell’incidente: «L’investitore si è fermato: è sceso, ha farfugliato qualcosa, ho capito “Non mi funzionano i freni”, poi è risalito sull’auto ed è andato via. Un testimone è salito sul suo furgone e l’ha inseguito, fermandolo dopo 500 metri». Bloccato il fuggitivo, in evidente stato di alterazione alcolica, l’inseguitore è riuscito a riportarlo sul luogo dell’incidente. Qui gli agenti della Polstrada lo hanno subito sottoposto al test alcolimetrico: l’esame ha rivelato una percentuale di alcol nell’organismo del 2,55%, cinque volte oltre i limiti di legge. Il gondoliere veneziano era quasi in coma etilico. E’ stato denunciato per guida in stato di ebbrezza, per omicidio colposo e anche per il reato di omissione di soccorso. Gli è stata ritirata la patente e l’auto è stata posta sotto sequestro (per l’omissione di soccorso). Se le accuse fossero confermate al processo, rischia il carcere.


29/08/07 - espresso.repubblica.it

Ubriaca e contromano in corso Massimo d'Azeglio

TORINO
Ubriaca al volante, una donna guidava contromano in corso Massimo d’Azeglio, una delle arterie più trafficate di Torino: per questo motivo la procura ha chiesto e ottenuto il sequestro della vettura, applicando in maniera originale le nuove norme in materia di sicurezza stradale.

L’episodio risale ad alcuni giorni fa. A fermare la signora, nel cui certificato penale figura una condanna per omicidio colposo, erano stati i carabinieri, che ne avevano accertato l’ubriachezza. Poichè la pattuglia era priva di etilometro non è stato possibile accertare il tasso di alcol nel sangue, ma i militari, nel loro rapporto, hanno descritto il comportamento della donna come quello tipico di chi ha bevuto molto: «alito vinoso, occhi acquosi, difficoltà nel parlare».

Così come è stata formulata, la nuova legge prevede che se rifiuta di sottoporsi al test alcolometrico il guidatore può essere punito solo con una sanzione amministrativa. L’orientamento della procura capeggiata da Marcello Maddalena, però, è di aprire ugualmente il procedimento penale «per andare incontro - ha spiegato il magistrato - alle intenzioni del legislatore». Il fascicolo è stato gestito dal pm Patrizia Caputo, che è riuscita a ottenere dal gip Cristina Palmesino anche il sequestro della vettura.


29/08/07 - lastampa.it

Gli strani messaggi dei vescovi croati

Durante il Ferragosto alcuni vescovi croati si sono lasciati andare a dichiarazioni e messaggi controversi, attaccando le istituzioni internazionali, i media e la politica locale. Le reazioni degli opinionisti e dei politici nella cronaca del nostro corrispondente
L’ex presidente jugoslavo Josip Broz Tito è uguale ad Adolf Hitler, e i media croati sono governati da satana: sono solo alcuni dei messaggi scandalosi che i vescovi croati hanno inoltrato dall’altare durante la celebrazione della festa cristiana e nazionale del giorno della Madonna, il 15 agosto scorso. I vescovi hanno sfruttato l’occasione anche per fare i conti con gli omosessuali e gli antifascisti, e pure per impartire una lezione all’Unione europea. “L’Europa e le sue istituzioni”, ha detto il vescovo Juraj Jezerinac “tentano di rigettare Dio, diffondono uno stato di indifferenza religiosa, il secolarismo e la libertà incondizionata”. Jezerinac ha fatto sapere all’Europa che, se vuole sopravvivere, “deve fare ritorno alle proprie radici, cioè alla fede”.

Il vescovo di Zadar, Prendja, ha offerto al Tribunale dell’Aja la garanzia per la liberazione del generale Ante Gotovina, il quale dopo anni di latitanza è all’Aja in attesa dell’inizio del processo per crimini di guerra. Il vescovo di Djakovo Marin Srakic, di fronte a migliaia di credenti ad Aljmas, luogo di pellegrinaggio nella Slavonia orientale, ha rivolto al figlio di Branimir Glavas, in carcere in attesa del processo per crimini di guerra, un riconoscimento scritto per il contributo alla costruzione della chiesa del luogo.

“La Chiesa cattolica in Croazia oggi è una delle organizzazioni più rigide e antieuropee, e con queste sue posizioni non desidera certo il bene della Croazia”, afferma il noto commentatore del quotidiano “Novi List”, Branko Mijic. L’editorialista dello “Jutarnji list”, Davor Butkovic, però, analizzando le uscite dei vescovi croati durante la celebrazione della festa della Madonna, conclude che “la Chiesa cattolica in Croazia oggi è profondamente invecchiata” e che “si trova in una società moderna, post bellica e in crescita, fatto che conduce ad eccessi quotidiani, e che la rende sempre meno importante”.

Uno di questi eccessi è accaduto il giorno prima della celebrazione della festa della Madonna, durante la commemorazione dell’anniversario dell’operazione Oluja (tempesta), l’azione militare con cui la Croazia nel 1995 liberò Knin e il territorio dove i serbi ribelli nel 1991 formarono la cosiddetta Repubblica Serba di Krajina.

Parlando a questo incontro, al quale ha partecipato l’intero vertice statale croato, il vescovo di Sibenik Antun Ivas ha attaccato l’Europa, la NATO e il Tribunale dell’Aja, affermando che quelli che si trovano all’Aja “sono stati consegnati ad una giustizia mondiale selettiva che alla maggior parte dei popoli è incomprensibile”. Parlando dei negoziati della Croazia per l’ingresso in Unione europea, cosa che è in assoluto l’obiettivo più importante della politica estera del premier Ivo Sanader, Ivas si è chiesto “non sono forse i negoziati con l’UE un pericoloso modo di evitare le questioni importanti?” aggiungendo come in questi negoziati non ci sia risposta alla domanda “dove risiedono l’uomo e l’integrità della persona”.

A questa dichiarazione del vescovo di Sibenik ha reagito anche il premier Sanader. “Considero che ciò sia importante da dire, in particolare adesso che alcuni cercano di insinuare uno scoraggiamento sostenendo che, ecco, stanno processando noi croati, qualcun altro ci scriverà la storia perché ci sono alcuni accusati all’Aja, e non resta che vedere come finirà questo processo”, ha detto Sanader ai giornalisti dopo la celebrazione a Knin, polemizzando con il vescovo di Sibenik, aggiungendo che con l’ingresso nell’Unione europea e nella NATO la Croazia renderà più stabile la sua posizione internazionale, e che non c’è alcun timore che qualcun altro possa scrivere la sua storia, secondo quanto aveva alluso il vescovo Ivas.

Ma le reazioni alle dichiarazioni della maggior parte dei vescovi croati non giungono solo dagli opinionisti dei giornali e dai politici. Esse, a dire il vero non molte, si posso anche sentire provenire dalla stessa Chiesa croata. “La Chiesa con la celebrazione dei suoi misteri è uscita dall’ambito della Chiesa, orientandosi di più alla strada, al folclore e al divertimento che alla vita delle persone. La celebrazione della festa alla presenza dei leader politici e delle istituzioni statali non poteva passare senza fare sì che nell’anno elettorale anche l’altare diventasse un’occasione per i fini politici di certi gruppi”, dice il noto sacerdote di Spalato nonché sociologo don Ivan Grubisic.

Le dichiarazioni della maggior parte dei vescovi croati durante la celebrazione annuale della festa della madonna, oppure durante la commemorazione dell’anniversario della operazione militare “Tempesta” a Knin, non sono purtroppo delle novità nel comportamento di una parte della Chiesa cattolica. Durante il governo del presidente Tudjman, in cui la Chiesa aveva un grande appoggio, di gran lunga maggiore di quello su cui può contare tra le fila del governo attuale, venivano servite le messe in nome del capo ustascia Ante Pavelic, che si mise dalla parte dei nazisti nel 1941 e con l’aiuto dei quali creò lo stato fantoccio della NDH (Stato croato indipendente), 1991-1945.

Durante questo stato furono commessi gravi crimini contro i serbi, ebrei, rom ed anche contro i croati, soprattutto contro i comunisti che non avevano accettato il regime ustascia. Uno dei più grandi luoghi di esecuzione del regime di Pavelic fu il campo di concentramento di Jasenovac.

La Chiesa non ha mai giudicato fino in fondo e in modo chiaro questi crimini, e anche se alcune volte uno suoi gran dignitari lo ha fatto in modo timido, ha cercato sempre di relativizzare con i crimini del comunismo oppure con i crimini che i partigiani di Tito hanno commesso contro gli ustascia e contro i soldati della milizia territoriale durante la II Guerra Mondiale a Bleiburg.
La Chiesa durante la commemorazione dell’anniversario a Bleiburg è sempre stata molto rappresentata, cosa che non potremmo certo dire per Jasenovac.

Gli analisti credono che la dichiarazione di uno dei vescovi, secondo il quale i media croati sono governati da satana, è in realtà la vendetta per aver scritto apertamente sui casi di pedofilia all’interno della Chiesa croata, ma anche per gli scandali di corruzione che negli anni precedenti hanno scosso la sua Caritas. Sui media croati, da quando all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso è caduto il comunismo, non ci sono più testi che parlino della Chiesa nel modo in sui lo si faceva durante quel periodo. Piuttosto i media croati, così come non tacciono delle irregolarità nelle varie sfere della società, parlano apertamente di quello che accade anche nell’ambito della Chiesa cattolica.

29/08/07 - osservatoriobalcani.org

Il fenomeno "abuso sessuale"

In aumento il fenomeno dell' abuso sessuale compiuto da adolescenti nei confronti di coetanei e di bambini più piccoli

Resoconto della Società Europea di Psichiatria Infantile e Adolescenziale in corso a Firenze


Il rischio di abusi sessuali sui bambini non arriva solo dai pedofili, ma ora anche dai coetanei e presenta aspetti sorprendenti perché sta aumentando il numero di ragazzine autrici di violenze sessuali. Uno studio inglese, presentato dalla psichiatra Susan Baily al XIII congresso dell'Escap, la Società Europea di Psichiatria Infantile e Adolescenziale in corso a Firenze, mette in evidenza l'aumento degli abusi sessuali compiuti da adolescenti e pre-adolescenti nei confronti di coetanei o di bambini più piccoli di loro. In Gran Bretagna, il Governo, tra i primi in Europa, ha avviato un piano nazionale per il trattamento degli adolescenti che compiono abusi sessuali e gli psichiatri hanno cominciato a studiare il fenomeno. "E' molto più difficile individuare le autrici di questi reati perché il senso comune, il pregiudizio, ci suggerisce un pensiero: non è possibile che una ragazza compia questi atti - spiega Baily - Il risultato è che l'individuazione dei colpevoli, se si tratta di giovani ragazze, è meno semplice". In Gran Bretagna, riferisce Baily, il suo gruppo di lavoro ha esaminato 126 casi di adolescenti denunciati per abusi sessuali, 20 dei quali a carico di ragazze. "Dalla ricerca è emerso un dato per certi versi nuovo: non sempre quelli che abusano sono ragazzi che hanno subito abusi. Quindi un obiettivo primario è capire quale tipo di adolescenti compie reati sessuali". Sono state individuate tre tipologie di ragazzi o ragazze che compiono abusi sessuali. "Il primo - spiega Baily - ha disturbi di apprendimento: proprio per questo deficit hanno più facilità a relazionarsi con bambini più piccoli piuttosto che con i loro coetanei. C'é poi un secondo gruppo riconducibile a comportamenti di tipo delinquenziale. Per questi ragazzi l' abuso sessuale rientra in un quadro più vasto di atti di violenza. Il terzo gruppo, il meno numeroso, è composto da ragazzi che hanno disturbi mentali". Circa la metà dei ragazzi che hanno subito abusi sessuali, secondo la ricerca compiuta dalla dottoressa Baily, a loro volta diventano molestatori sessuali. E per abusi, in questo caso, non si intendono solo quelli sessuali. Un bambino molestato può avere subito anche 'solo molestie psicologiche o abbandono fisico. L'approccio in Inghilterra - spiega la psichiatra italiana Barbara Forresi - è meno condizionato dai pregiudizi e la legislazione consente percorsi alternativi a quelli della detenzione che in Italia noi non abbiamo. In Inghilterra, anche se è ormai avviato l'iter giudiziario c'é la possibilità per un minore che ha compiuto abusi sessuali di intraprendere strade alternative, di essere preso in carico dai servizi e dagli psichiatri per un percorso di recupero. In Italia, una volta che la macchina giudiziaria si è messa in moto non ci sono strade alternative. In più, dal momento che la ricerca non è favorita, sono molto più modeste le possibilità di capire i fenomeni nel momento in cui si stanno evolvendo ed esplicitando".


29/08/07 - valdelsa.net

Storie: costretta a prostituirsi, a 15 anni

Cronaca - Troppo giovane per riconoscere le false promesse d'amore del suo aguzzino, parte dalla Romania alla ricerca di un futuro "sicuro". Ad aspettarla a Roma, solo violenza


Roma, 29 agosto 23007- L'ennesima storia di violenza, prostituzione e promesse mancate. L'hanno ascoltata i carabinieri di Via Veneto, dalla voce di una ragazzina di 15 anni che ha avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino.

IL FATTO - Un cittadino romeno di 25 anni viene fermato dai Cc con le accuse di violenza sessuale, riduzione in schiavitù, induzione e sfruttamento della prostituzione. A denunciarlo e trovare il coraggio di raccontare la sua odissea è una adolescente che l'uomo, con la promessa di una relazione sentimentale duratura ed un lavoro sicuro, aveva condotto con sé in Italia dalla Romania.

L'ODISSEA - Giunti a Roma la ragazza, secondo quanto ha riferito ai carabinieri, viene prima costretta all'accattonaggio ed al borseggio. Poi, minacciata e picchiata per gli scarsi ''guadagni'' e, ancora, violentata ed obbligata a prostituirsi, tutte le notti, nella zona di Piazza della Repubblica.

L'EPILOGO - Grazie alle precise indicazioni da lei fornite in denuncia, i carabinieri hanno scovato e fermato il suo aguzzino, in un casolare abbandonato, nei pressi di Largo Preneste. Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati 5.000 euro e un'arma, una sorta di spada corta a lama larga e dritta.


29/08/07 - redazione.romaone.it

Parkinson: la metà dei colpiti ha una depressione cronica

Sanihelp.it - I risultati preliminari dello studio paneuropeo PRODEST-PD su 1016 pazienti con malattia di Parkinson, presentati all’11° Congresso dell’EFNS (European Federation of Neurological Societies) a Bruxelles questa settimana, hanno confermato non solo che i disturbi depressivi associati a questa patologia sono fortemente prevalenti, ma anche che quasi la metà (44,1%) dei pazienti trattati con antidepressivi hanno continuato a manifestare sintomi depressivi.

Sui 282 pazienti con un’anamnesi di depressione clinicamente diagnosticata, lo studio ha anche dimostrato che più della metà dei soggetti (54,3 %) presentava un punteggio elevato a livello degli assi 1 o 2 del DSM IV*, con ben il 66 % dei pazienti sottoposti a terapia con antidepressivi e con persistenza dei disturbi depressivi confermata nonostante il trattamento.

I sintomi depressivi correlati alla malattia di Parkinson possono sovrapporsi o addirittura confondersi con i disturbi di tipo motorio: è pertanto importante che i medici imparino a distinguere i sintomi in modo da individuare la terapia ottimale.
Pramipexolo, farmaco agonista dopaminergico non ergolinico, ha dimostrato di essere una terapia efficace per combattere i sintomi motori del morbo di Parkinson, e ora sappiamo che è anche in grado di migliorare i disturbi depressivi associati alla patologia.

I disturbi depressivi correlati al Parkinson sono stati analizzati anche nell’ambito di uno studio italiano chiamato PRIAMO. I primi risultati hanno dimostrato che i sintomi non-motori sono fortemente prevalenti nella patologia e che i pazienti possono presentare uno o più sintomi di questo tipo. I disturbi psichiatrici (ansietà e depressione) sono stati riscontrati con altissima frequenza e con un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti.

Le conclusioni tratte da PRIAMO sostengono i risultati dello studio PRODEST evidenziando la necessità di far fronte agli aspetti non diagnosticati e non trattati della malattia di Parkinson.


29/08/07 - di Roberta Camisasca - sanihelp.it

Psichiatria, psicologia e Diritti Umani

Psichiatria, psicologia e Diritti Umani: aspetti giuridici e sociali


FIRENZE. Personalità giuridiche e sociali a confronto contro la psichiatria che etichetta i bambini. Si è svolto, presso la Sala Presidenziale della Stazione Santa Maria Novella di Firenze, il convegno dal titolo “Psichiatria, psicologia e Diritti Umani: aspetti giuridici e sociali”.


Al convegno erano presenti: l'On. Francesco Lucchese, Deputato e membro della Commissione Affari Sociali della Camera; il Prof. Saverio Fortunato Specialista in Criminologia Clinica, Docente d'Indagine e Semeiotica del Linguaggio al Corso di Laurea Scienze dell'Investigazione Università di L'Aquila; l’Avv. Francesco Miraglia, la scrittrice Nunzia Manicardi che ha presentato il suo ultimo romanzo “Casi da Pazzi”, caso editoriale del momento, che ripercorre le scelte e le battaglie dell’Avv. Miraglia nella tutela dei diritti umani in psichiatria ed il Sig. Vincenzo Spavone rappresentante dell’Associazione Genitori Separati dai Figli. Durante il convegno, è stata ribadita l’inesistenza di basi scientifiche delle teorie psichiatriche e psicologiche. Ciononostante, si è sottolineato, queste discipline pretendono di essere in grado di poter valutare il comportamento umano nei campi legali, famigliari ed educativi che portano a drammatiche violazioni dei Diritti. Le perizie di psicologi e di assistenti sociali, sono responsabili dell’allontanamento di quasi 40.000 bambini dalle famiglie italiane, come ha detto il Presidente Spavone della GESEF, i quali vengono collocati in case famiglie che costano alla comunità svariati miliardi di euro senza contare il dramma e il dolore causato ai genitori e soprattutto ai bambini. Le stesse fallaci teorie sono alla base dei test psicologici che vengono somministrati in un enorme numero di scuole italiane con cui vengono etichettati come malati mentali migliaia di bambini che giustificano la prescrizione di psicofarmaci. L’On. Lucchese, come medico, nonno e politico, ha espresso grande preoccupazione per questa cultura psichiatrica, informando i convenuti che il convegno psichiatrico ESCAP sta chiedendo alle istituzioni di attivare urgentemente procedure per fare screening di massa sui bambini da zero fino a due anni con lo scopo di individuare precocemente situazioni a rischio di disturbi mentali. Ha letto due delle domande del test usato nelle scuole per l’ADHD: “spesso chiacchiera troppo?”, “spesso spiattella le risposte prima che abbiate finito di fare la domanda?”. Ha detto che l'On. Casini si comporta sempre così e meno male che non è stato trattato quando era piccolo dato che ora non avremmo un grande politico. Ha ricordato come l’assenza di basi scientifiche nelle perizie che portano all’allontanamento dei bambini dalle famiglie sono le stesse che sostengono le diagnosi. Il Dott. Ernesto Caffo, dal convegno psichiatrico ha dichiarato che circa un milione di bambini sono a rischio di malattie mentali. I bambini rappresentano per l’industria psichiatrica e farmaceutica un mercato dal valore economico enorme. Per questa ragione, l'On. Lucchese, ha ufficialmente annunciato la presentazione di un disegno di legge per risolvere questo problema e contrastare l’avanzare di questa cultura psichiatrica. Sia il Prof. Fortunato, specialista in criminologia e docente all’Università dell’Aquila, sia l’Avv. Miraglia del Foro di Modena, hanno espresso preoccupazione per il dilagare di periti e professionisti con lauree "fast food" che causano danni enormi nelle aule dei tribunali e la speranza di un ritorno a figure professionali preparate con la grande cultura della criminologia clinica italiana.


29/08/07 - pupia.tv

Malati di AIDS sepolti vivi

In Papua Nuova Guinea usa seppellire vivi i malati di AIDS, per non farli soffrire dicono. La verità è che esiste una grande ignoranza sui metodi di prevenzione e cura. La denuncia di una volontaria


Quando Margaret Marabe iniziò a fare volontariato per la Onlus Igat Hope ('Ho speranza'), non avrebbe mai immaginato il macabro scenario che si sarebbe presentato davanti a lei: malati di AIDS sepolti vivi. Secondo la Marabe, i familiari delle vittime si rendono colpevoli di questi omicidi perché hanno paura di contrarre la malattia stando a contatto con i malati. Molti abitanti della zona hanno confermato che la pratica di seppellire i malati ancora in vita è piuttosto diffusa.


Il sacerdote cattolico Jude Ronayne Forde, che dirige a Port Moresby un centro di assistenza ai pazienti di Hiv/Aids, ha detto al quotidiano che le notizie di persone sepolte vive restano non confermate, ma ha ammesso di aver appreso di casi in cui le persone contagiate sono state isolate dai familiari e lasciate morire, e di altri casi i cui sono state gettate in un fiume.
Padre Jude ha spiegato che i familiari hanno molta paura della malattia e non sanno come affrontarla, ma il governo e le agenzie delle chiese non fanno abbastanza per aiutarli. 'Le persone sono piuttosto ragionevoli quando si spiegano loro bene le cose, ma si lasciano prendere dal panico quando pensano che la morte e' nella loro casa e colpira' anche loro'.


Un recente rapporto delle Nazioni unite avverte che la Papua Nuova Guinea e' di fronte ad una catastrofe, essendo responsabile per il 90% delle infezioni da Hiv nella regione del Pacifico meridionale. Le diagnosi sono aumentate di circa il 30% ogni anno dal 1997 a oggi, e si stima che abbia contratto il virus circa il 2% della popolazione totale di sei milioni.


L'ignoranza sui metodi di prevenzione e cura dell'HIV è talmente diffusa che spesso donne accusate di stregoneria vengono torturate e uccise da gruppi di uomini che le ritengono responsabili della morte, apparentemente inspiegabile, di giovani colpiti dall'epidemia.


29/08/07 - gay.it

Afghanistan, record stupefacente

“La situazione è drammatica e peggiora di giorno in giorno: nessun altro paese al mondo, a parte la Cina di un secolo fa, ha mai avuto un così estesa superficie destinata a produzioni illegali”. Una produzione che “ha raggiunto livelli paurosi, raddoppiando rispetto a due anni fa”.
Con queste parole l’Ufficio Antidroga delle Nazioni Unite (Unodc) e il suo presidente Antonio Maria Costa hanno presentato il rapporto 2007 sulla produzione d’oppio in Afghanistan.
Superando di molto le più pessimistiche previsioni e stime degli ultimi mesi, il raccolto d’oppio afgano di quest’anno ha raggiunto le 8.200 tonnellate: il 34 percento in più rispetto alle 6.100 del 2006. Le piantagioni di papavero, che l’anno scorso ammontavano complessivamente a 165 mila ettari, quest’anno coprivano 193 mila ettari: il 17 percento in più.


29/08/07 - peacereporter.net

Moltiplicare Firenze

L’ordinanza del Comune di Firenze che vieta ai lavavetri d’importunare i cittadini ai crocicchi delle strade con la loro presenza petulante, sovente arrogante o addirittura violenta, mi sembra provvedimento di rilevante significato emblematico.

E’ un tentativo di realizzare, coi fatti, quella politica di tutela della sicurezza e della tranquillità dei cittadini che molti politici a parole auspicano ma che, apparentemente, pochi amministratori pubblici perseguono nella loro pratica quotidiana.

Iniziamo dal problema giuridico. Mi sembra che nel caso di specie lo strumento giuridico esista e sia stato usato in maniera corretta. La legge attribuisce al sindaco poteri d’intervento in materia di sicurezza e ordine pubblico sul territorio di sua competenza. La legge penale prevede a sua volta, con una disposizione di carattere generale, che è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a E. 206 chi «non osserva un provvedimento legalmente dato dall’autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene» (art. 650 c.p.). L’ordinanza legalmente data dall’autorità in una delle quattro materie menzionate diventa pertanto, automaticamente, sanzionata penalmente per legge. La Corte Costituzionale, chiamata anni fa a pronunciarsi sulla legittimità dell’art. 650 c.p., non ha avuto d’altronde dubbi: ha deciso che si tratta di disposizione compatibile con l’assetto costituzionale dello Stato di diritto, e cioè con i principi di riserva di legge e di stretta legalità in materia penale.

Si potrebbe, piuttosto, obbiettare che nel caso di specie si rischia d’introdurre un diritto penale a pelle di leopardo, perché ciò che risulterebbe penalmente sanzionato in certi luoghi non lo sarebbe in luoghi diversi, con la conseguenza di un’inaccettabile disparità di trattamento. La diversità di disciplina giuridica indubbiamente esiste. Non è, tuttavia, discriminatoria, e pertanto illegittima, poiché tutte le persone che dovessero infrangere il divieto stabilito in un certo territorio sarebbero comunque punibili.

L’ordinanza deve, d’altronde, essere emanata «legalmente», cioè nell’osservanza delle forme prescritte e in presenza della situazione di fatto che giustifica, ex lege, la sua emissione: nel caso di specie, l’esistenza di una riscontrata violazione della sicurezza dei cittadini e dell’ordine nelle pubbliche vie dovuta all’azione incontrollabile dei lavavetri. Se vi fosse infrazione di quest’indispensabile rapporto tra situazione di fatto e provvedimento amministrativo, esso potrebbe risultare illegittimo ed essere pertanto annullato dalla competente autorità giudiziaria a tutela della legalità dell’attività di governo.

Al di là delle possibili perplessità, nella vicenda della quale si discute, come in moltissimi altri casi d’emergenza, la questione di fondo non è, tuttavia, di carattere giuridico. È, piuttosto, questione di atteggiamento mentale, di volontà politica, di coraggio, talvolta, addirittura, di fantasia o d’intraprendenza. Quando si rilevano difficoltà o insufficienze nei diversi settori di amministrazione pubblica, si suole, immediatamente, fare appello alla necessità di riforme di legislazione. Si tratta di un approccio che, per chi governa, ha molte volte il vantaggio di accantonare i problemi, di non assumere responsabilità immediate con la scusa dell’inadeguatezza normativa, di scaricare su altri, e nel futuro, la loro improbabile soluzione. Ma governare è, in realtà, ben altro: è cercare di affrontare comunque le questioni urgenti, se possibile risolverle, eventualmente dominarle o quantomeno controllarle, facendo leva su tutti gli strumenti giuridici utilizzabili e su tutti i poteri di cui si dispone concretamente. Salvo evidentemente invocare, ma soltanto in un momento successivo, l’eventuale riforma legislativa ritenuta utile o necessaria per superare le specifiche difficoltà.

Con l’ordinanza di Firenze contro i lavavetri non si risolveranno ovviamente tutti i problemi dell’ordine e della tranquillità dei cittadini. Non è neppure sicuro che essa consentirà di risolvere lo specifico problema affrontato. Come dicevo all’inizio, si tratta comunque di un segnale d’inversione di rotta, di abbandono di stereotipi culturali, di reazione ad inaccettabili forme di tolleranza d’ogni illegalità diffusa, piccola o grande che sia. Di un segnale che, quantomeno su piano metodologico, dovrebbe essere pertanto assunto a modello generale di comportamento politicamente corretto.

Leggevo ieri sulle pagine del Corriere della Sera le parole del futuro probabile segretario del nascente Partito Democratico. Parlando di giustizia e di ordine pubblico, Veltroni ha detto: «Dobbiamo lavorare per la prevenzione, c’è un nesso tra delinquenza e povertà, per cui occorre affrontare la questione sociale che sta crescendo in Italia»; ma dobbiamo anche «lavorare per contrastare quanti violano la legalità», ed essere al riguardo «molto duri e molto severi», «non essendo possibile che un truffatore si arricchisca dalla galera, che un incendiario in galera non vada neppure, che circoli liberamente chi si è macchiato di pedofilia».

Parole politicamente correttissime, che si inseriscono a tutto campo nel filone testé tratteggiato. Purché, ovviamente, si sia, successivamente, in grado di gestire altrettanto correttamente il processo indicato, individuando gli strumenti utili o necessari per praticarlo nei singoli casi.

29/08/07 - CARLO FEDERICO GROSSO - lastampa.it

Ecopannolini protagonisti a Estate Bambini

Sabato 1 e domenica 2 settembre dalle 16 alle 20, allo stand allestito dallo Sportello Ecoidea nell’ambito della manifestazione del Comune di Ferrara “Estatebambini”, in piazza XXIV Maggio saranno presenti alcune ditte che commercializzano pannolini lavabili. Una soluzione che permette di avere estremi vantaggi in termini di salute per il bimbo e di risparmio economico per la famiglia, nonché di notevole riduzione dei rifiuti indifferenziati. Le ditte saranno a disposizione con cataloghi, dèpliant e illustreranno vantaggi e benefici di questa scelta.

A Ferrara e provincia nascono circa 2.500 bambini l’anno, che consumeranno mediamente 6.570 pannolini per un totale di 2.855 tonnellate di rifiuti, pari a oltre l’1% del totale dei rifiuti prodotti nel nostro territorio in un anno. Molti Comuni in Italia hanno scelto di incentivare economicamente le famiglie che decidono di utilizzarli.

Al link http://www.provincia.fe.it/ecoidea/eco-vetrine/vetrina.asp?Id=9 si possono trovare diverse indicazioni sull’utilizzo degli eco-pannolini e l’elenco delle aziende che li commercializzano.

29/08/07 - estense.com

Usa, scandalo sessuale a Washington

Senatore antigay molesta un agente


NEW YORK - Nuovo scandalo sessuale a sfondo gay a Washington, e ancora una volta sul banco degli imputati è finito un politico repubblicano: il senatore dell'Idaho Larry Craig, noto per le sue idee anti-gay, è stato arrestato in un bagno pubblico dell'aeroporto internazionale di Minneapolis per aver abbordato un poliziotto in borghese. L'episodio risale a giugno e in agosto il senatore si è dichiarato colpevole di condotta disordinata. "Ho sbagliato a farlo, volevo levarmi di torno la stampa che mi stava alle calcagna", ha detto oggi Craig, 62 anni, una moglie e tre figli adottati.

"Non ho fatto niente di male", ha proclamato il parlamentare a Boise, la capitale dello stato ultra-conservatore che lo ha eletto per tre volte al Senato di Washington. "Non sono gay, non lo sono mai stato", ha detto dopo che il giornale di Capitol Hill 'Roll Call' lo aveva ieri messo alla berlina costringendolo a dimettersi dal comitato per l'elezione dell'ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney alla Casa Bianca. La vicenda ha messo in grave imbarazzo il partito della Casa Bianca: la leadership repubblicana del Senato ha chiesto oggi una commissione di inchiesta etica sul caso.

L'11 giugno scorso un poliziotto in borghese stava sorvegliando un bagno maschile sospettato di esser teatro di attività sessuali gay quando Craig è entrato, si è seduto nel bagno accanto a quello dell'agente e gli aveva fatto 'piedino' da sotto la parete divisoria. Il senatore era stato immediatamente arrestato. "Lei non sa chi sono io", aveva detto il parlamentare mostrando il tesserino del Senato e denunciando "il completo malinteso". Il poliziotto non aveva fatto marcia indietro. Il senatore era stato poi rilasciato e condannato a una multa di 500 dollari e a dieci giorni con la condizionale. Per Craig e per il suo partito l'imbarazzo oggi è totale.


Il Washington Post e il giornale dell'Idaho The Statesman sono andati a ripescare vecchi incidenti: nel 2006 un attivista gay, Mike Rogers, aveva accusato il senatore di incontri sessuali con uomini nei bagni della stazione della capitale. Il portavoce di Craig ha definito la storia "completamente ridicola".
Ad aggravare lo scandalo è la facciata 'benpensante' del parlamentare. Craig è stato tra i crociati repubblicani che si oppongono a concedere diritti civili agli omosessuali, dal matrimonio al servizio militare, e aveva addirittura votato contro l'inserimento della violenza omofoba nella legge sui crimini dettati dall'odio, dall'intolleranza e dal razzismo.

Non è la prima volta che un parlamentare repubblicano finisce nei guai per uno scandalo gay: l'anno scorso l'amicizia particolare con alcuni stagisti del Congresso era costata la carriera al deputato della Florida Mark Foley. E non è neanche il primo episodio che vede l'ala 'benpensante' del partito di Bush nei pasticci per affari di 'buoncostume': in primavera Randall Tobias, lo 'zar' della castità dell'amministrazione e vice di Condoleezza Rice per gli aiuti all'estero, si era dimesso di punto in bianco dopo esser stato coinvolto in un giro di squillo di lusso.


29/08/07 - repubblica.it

18 anni di carcere per stupro non commesso

USA/ 18 ANNI IN CARCERE PER STUPRO MINORE, TEST DNA LO SCAGIONA


Goldsboro, 28 ago. (Ap) - Ha passato 18 anni in prigione per lo stupro di una ragazzina dodicenne. Dwayne Allen Dail è stato scarcerato oggi, dopo che un test del Dna ha provato la sua innocenza e individuato in un altro uomo, già in prigione per altri reati, l'autore della violenza sessuale commessa nel 1987.

Ad accusare Dail era stata la testimonianza della vittima, violentata da una persona entrata in casa da una finestra Un riconoscimento suffragato dalla 'compatibilità' di alcuni capelli trovati sul luogo del crimine.

Agli appelli di Dell perché qualcuno "ascoltasse il suo proclamarsi innocente" ha risposto nel 2001 un'organizzazione no-profit, la North Carolina actual innocence commission, che è riuscita ad ottenere un nuovo e scientificamente più probante esame del dna. L'uomo è uscito di prigione in lacrime, abbracciando il suo avvocato e subito dopo la madre: "Sono un uomo benedetto".

29/08/07 - notizie.alice.it

Il Telelaser ha colpito duro

Al volante della sua Ferrari ha utilizzato via Paoli come fosse la pista di Monza, ma ha sorpassato un'auto dei carabinieri per poi essere fermato dagli stessi militari. Oltre alla multa per eccesso di velocità, si è visto anche ritirare la patente perché positivo al test dell'etilometro. È uno degli episodi più eclatanti dell'ultimo fine settimana di controlli sulle strade lariane, un intervento che ha coinvolto gli agenti delle forze dell'ordine e ha portato al ritiro di una decina di patenti di guida. Denunciato un uomo che guidava dopo aver assunto alcol e droga, finito fuori strada con la sua auto in via del Doss.
Il primo intervento venerdì poco dopo le 20 in via Paoli. Un uomo di 59 anni alla guida di una Ferrari 308 ha effettuato un lungo sorpasso, viaggiando ben oltre i limiti consentiti. Tra le auto superate anche quella dei carabinieri, che hanno inseguito e fermato l'automobilista. Subito multato per eccesso di velocità, il comasco è stato anche sottoposto al test dell'etilometro. Il suo tasso alcolico è risultato più che doppio rispetto al limite consentito ed è dunque scattata immediatamente la sospensione della patente.
Denuncia a piede libero, poche ore dopo, per un 40enne originario di Fino Mornasco che con la sua Renault Clio si è schiantato contro il muro di una recinzione in via del Doss. I carabinieri del radiomobile intervenuti sul posto hanno notato che l'uomo, rimasto praticamente illeso, era in stato di ebbrezza. I controlli specifici hanno riscontrato un tasso alcolico pari a 2,46 rispetto al limite di legge, fissato a 0,5 grammi di alcol per litro di sangue. Accompagnato al Sant'Anna e sottoposto anche al test tossicologico, il 40enne è risultato positivo.
«L'uomo ha dato in escandescenze - spiega il maggiore Donato Di Gioia - ha minacciato verbalmente i carabinieri e si è rifiutato di fornire i documenti. Inoltre, sulla sua auto i colleghi hanno trovato una roncola con una lama di 30 centimetri e 5 grammi di hashish. È stato segnalato alla Prefettura e denunciato a piede libero. Inoltre, avendo provocato un incidente, come previsto dalle nuove norme in vigore da agosto, oltre alla sospensione della patente abbiamo proceduto con il fermo amministrativo del veicolo per 90 giorni».
Nei controlli dei carabinieri del radiomobile sono inoltre incappati un 49enne fermato in via Canturina e trovato alla guida in stato di ebbrezza e una 24enne moldava, a sua volta risultata positiva al test dell'etilometro.
Controlli a tappeto nel fine settimana anche dai vigili urbani di Como. Sono 26 le sanzioni comminate dalla locale con il Telelaser per eccesso di velocità. In tre casi, in viale Innocenzo, gli automobilisti viaggiavano a più di 40 chilometri oltre il limite consentito - in un caso, domenica sera, sono stati toccati i 108 chilometri all'ora - ed è scattata la sospensione della patente. Oltre 130 invece le contravvenzioni per divieto di sosta.

Anna Campaniello - 28/08/07 - corrierecomo.it

Renee magra da far paura

Per la Zellweger Bridget Jones solo un ricordo


E' ingrassata per ben due volte pur di vestire i panni di Bridget Jones, poi è tornata al suo peso forma pronta a girare nuovi film e ad affascinare i tanti fan.Renee Zellweger ha oramai abituato tutti alle sue trasformazioni, anche se, a giudicare dagli scatti pubblicati dal Daily Mail, sembra aver perso il controllo sulla sua dieta.

L'attrice è stata fotografata ad un concerto a New York la scorsa settimana con indosso un camicione grigio. Sarà forse per effetto del modello piuttosto largo, ma è apparsa pelle ed ossa, con le gambe magre e muscolose, merito delle due ore al giorno di fitness a cui si sottopone rigorosamente ogni giorno. Renee magra da far paura, anzi da far addirittura pensare all'anoressia.

Nessun commento ai sospetti insinuati dal giornale, per il momento, da parte della diva. Del resto non è la prima ad essere tacciata come modello diseducativo. Rimane, comunque, il sospetto che il fisico troppo longilineo sia causato da una fissazione quasi maniacale per la linea. Chissà. Anche se il modello Bridget Jones, sinceramente, non era affatto male...


28/08/07 - magazine.libero.it

Pedofilia, verso la castrazione chimica in Italia?

Quale punizione infliggere ai pedofili? A giudicare dal Parlamento italiano la soluzione più drastica - quella della castrazione chimica - non è da escludere. Alla Camera e al Senato, infatti, sono state presentate in questa legislatura circa dieci proposte di legge, in alcune delle quali, come in quella di Stefano Pedica (Idv), si chiede di ricorrere alla castrazione chimica per chi commette abusi sessuali sui minori.


Intransigenti anche Lega e FI. Il Carroccio, infatti, chiede di trattare la pedofilia alla stregua dell'omicidio. Anche FI è per la linea dura. La responsabile 'azzurrà di Famiglia e minori Maria Burani Procaccini definisce quella di Sarkozy sulla castrazione chimica «una buona proposta che è certamente meglio del niente che circonda le iniziative di contrasto alla pedofilia in Italia».


Ecco una sintesi delle principali misure di contrasto contenute nei disegni di legge presentati negli ultimi tre mesi. Si dividono, sostanzialmente, lungo tre linee guida: la prima volta a introdurre il reato di apologia anche per la pedofilia; la seconda mira a a rafforzare i controlli e a inasprire le condanne; l'ultima a modificare le procedure per le testimonianze dei minori.


1) A chiedere l'estensione del reato di apologia anche per la pedofilia ci sono varie proposte di legge tra cui quelle presentata dalla responsabile Giustizia della Lega Carolina Lussana, dal deputato di An Giulia Cosenza e da Rosario Giorgio Costa (FI). Si intende cioè punire con il carcere da tre a cinque anni chiunque istighi a commettere il reato.


2) C'è anche chi pensa alla nascita di un'agenzia nazionale specializzata per rafforzare i controlli. La propongono i deputati Verdi ed ha il compito di studiare e coordinare misure di contrasto al fenomeno. Può operare anche all'estero e deve istituire una banca dati.


3) Nei provvedimenti depositati da An nei due rami del Parlamento si riforma la procedura per l'ascolto dei minori nella fase delle indagini e in quella dibattimentale anche alla luce di quanto avvenuto all'asilo di Rignano Flaminio. Si chiede cioè che il minore sia sempre ascoltato da uno psicologo o psichiatra seguito dal magistrato magari attraverso «l'uso di un vetro specchio e di un citofono». Poi si introducono l«obbligo di denuncià e la sanzione per chiunque »occulti, distrugga o alteri« disegni o documenti che potrebbero aiutare a individuare violenze e colpevoli. Per i più pericolosi, Edmondo Cirielli (AN) propone infine il divieto di frequentare minori, anche se parenti, e luoghi di ritrovo per ragazzi: dai parchi giochi ai luna park


28/08/07 - itnews.it

Staminali embrionali riparano cuore

ROMA - Le cellule staminali embrionali possono riparare un cuore danneggiato da un infarto. Lo sostiene uno studio Usa, per ora fatto solo su topi.

I ricercatori hanno impiantato cellule di cuore umano ottenute da staminali embrionali nelle cavie che avevano avuto un attacco cardiaco, raggiungendo in tutti i casi l'attecchimento dell'impianto e un miglioramento nello spessore delle pareti e nella funzionalita' cardiaca. Secondo gli scienziati i primi test sugli uomini potrebbero avvenire entro 2-3 anni.


28/08/07 - studiocelentano.it

Carta a tutela dei bambini

Nasce la Carta di Firenze, a tutela della salute mentale dei bambini


E’ stata firmata a Palazzo Vecchio la “Carta di Firenze”, ovvero la prima “carta europea per i diritti ed i doveri per la tutela della salute mentale dei bambini e degli adolescenti”.

E’ stata firmata a Palazzo Vecchio la “Carta di Firenze” ovvero la prima “Carta europea per i diritti ed i doveri per la tutela della salute mentale dei bambini e degli adolescenti.” Si tratta dell’atto più importante del XIII Congresso Internazionale dell’Escap (Società europea della psichiatria per adolescenti e bambini) che proseguirà fino a domani, mercoledì 29 agosto, nell’auditorium del Palacongressi. La Carta di Firenze è nata con l’obiettivo di dare vita ad un nuovo modello di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, nel quale possano trovare posto i diversi approcci esistenti.

La psichiatria infantile del futuro avrà linee guida che coincidono per molti aspetti con il miglioramento della qualità di vita (qualità della vita, intesa, secondo quanto stabilito nel 1995 dall'OMS, come la "percezione dell'individuo della sua posizione nella vita nel contesto culturale e del sistema di valori in cui vive e in relazione ai suoi obiettivi, aspettative, modelli e preoccupazioni"), e delle relazioni familiari e sociali dei pazienti, e quindi fondono l’approccio psichiatrico con quello sociologico e sociale. Tre quindi le parole d’ordine: prevenzione, emergenza ed efficacia.

Gli psichiatri infantili dovranno essere sempre più capaci di prevenire la sofferenza mentale, riconoscendone precocemente i segnali e impegnandosi per potenziare le risorse del bambino, della sua famiglia e dell'intera comunità, rimamendo però in grado di intervenire nelle tante situazioni di emergenza che si possono verificare, soprattutto in età adolescenziale.

“Da parte dell’Amministrazione comunale - ha commentato l'Assessore alle Politiche per l'ìnfanzia e la Pubblica Istrizione di Firenze Daniela Lastri che ha inviato un saluto ai partecipanti al congresso dell'Escap - c’è la convinzione che l’attenzione al tema del disagio infantile e adolescenziale costituisca un impegno importante nella dimensione preventiva ma anche per la promozione dei pieni diritti di cittadinanza dei bambini e delle famiglie che si trovano in una situazione di svantaggio”.

Vanni Santoni - 28/08/07 - prontoconsumatore.it

I residenti esasperati: «È il rione della droga»

Tossicodipendenti provenienti dalle borgate capitoline che si bucano nei vicoli, ambulanti abusivi, ubriachi. Sniffate di cocaina sugli specchietti delle moto, inequivocabilmente girati a testimonianza della funzione di tavolino «usa e getta» che hanno assunto. Ma non solo: bar e locali assediati da molestatori, schiamazzi e degrado. Gli abitanti e i titolari di bar e ristoranti di Trastevere, sono stanchi delle «notti shock», come ormai le definiscono con rassegnazione, di cui sono teatro strade e piazze dello storico rione di Roma. «Questa strada di sera è piena di ambulanti ubriachi, che spesso strillano ed entrano nel locale a chiedere cibo e bevande alcoliche e che i vigili non mandano mai via», racconta Salvatore, titolare del ristorante «Carlo Menta» in via della Lungaretta, cui proprio domenica sono stati rubati i faretti fuori al locale. «Pieno di siringhe di tossici» è invece il vicino vicolo di Sant’Agata, spiega Stefano, residente nelle vicinanze e cameriere del ristorante «Rugantino» a largo San Giovanni de Marra. Una piazza che secondo il giovane sarebbe l’abituale ritrovo di «tossici» provenienti dalla periferia.

«La droga da queste parti non è una novità» dice Salwa, impiegata nella gelateria «Blu Ice» in piazza Santa Maria in Trastevere, che aggiunge: «Siamo aperti fino alle 2.30 e qui fuori si vendono pasticche e cocaina a volontà». «Non ne possiamo più di schiamazzi e bottiglie rotte per strada - aggiunge una donna -. Piazza Trilussa, dove abito, è rumorosa e agitata. Gli ambulanti immigrati abusivi occupano tutto lo spazio e di notte qui non si riesce più a dormire. Non c’è alcun rispetto per i residenti e le forze dell’ordine sono quasi sempre assenti». «Personalmente non ho mai visto nessuno spacciare da queste parti - aggiunge Emanuele, direttore dell’«Art Cafè» sempre in piazza Trilussa -, ma di cocaina qua attorno ne circola molta. Basta guardare gli specchietti delle moto, puntualmente girati da chi ci sniffa sopra».

Una vera e propria emergenza insomma, di cui prende atto anche chi fa politica sul territorio. «Per Trastevere - sottolinea, Matteo Costantini (Ulivo), consigliere in I Municipio e presidente della commissione Commercio - occorre convocare un consiglio municipale per assumere provvedimenti straordinari. Un’iniziativa per la quale sto già raccogliendo le firme. Per prima cosa bisogna inibire completamente l’apertura di nuove attività di somministrazione, vietando anche i semplici trasferimenti. In secondo luogo va esteso il divieto di esibizione di artisti di strada in tutto il rione. In ultima istanza, occorre intervenire sotto il profilo del decoro urbano e della sicurezza, prevedendo un protocollo di intesa con polizia e guardie di finanza contro l’abusivismo commerciale».


di Giacomo Legame - martedì 28 agosto 2007 - ilgiornale.it

Affido: Investire sulle famiglie

Affido: “Investire sulle famiglie, non sulle campagne di comunicazione”

Da Cervia, dove le famiglie del movimento di Amici dei Bambini sono riunite per l’annuale Settimana di studi e formazione – “I protagonisti dell’accoglienza”, fino al 1 settembre - si è aperto il dibattito sull’affido familiare. Tra i molti aspetti sollevati dalla discussione, ha destato interesse il caso di Torino, dove a fronte di un centinaio di minori allontanati dalla propria famiglia di origine, solo 10 sono gli affidi. Per questo il Comune ha gridato all’ emergenza e ha lanciato una campagna e sensibilizzazione e un numero verde informativo (“Cercansi genitori disperatamente”, La Stampa, lunedì 27 agosto) “Non è il momento di investire su campagne di comunicazione ma sulle associazioni familiari, composte appunto da famiglie già disponibili e formate per accogliere minori in affido – dice Marco Griffini, presidente di AiBi - . Una cosa è informare, altra è creare le condizioni perché le accoglienze si realizzino. Proprio a Torino abbiamo una nostra famiglia che da mesi cerca di avviare, senza esito, una casa famiglia che potrebbe accogliere ogni anno molti bambini in difficoltà; eppure – continua Griffini - pare impossibile trovare una struttura adatta. Non mancano dunque le famiglie, ma i concreti investimenti su di loro e sulle associazioni che possono metterle in rete, facendole crescere”. Le famiglie di AiBi evidenziano così un paradosso tutto italiano: da un lato le amministrazioni comunali denunciano un’emergenza, ovvero la penuria di famiglie accoglienti per tanti bambini in difficoltà e si concentrano così su iniziative di comunicazione; dall’altro le associazioni familiari sono pronte a mettere a disposizione le loro famiglie, ma non vengono consultate né rese partecipi di scelte strategiche a favore dei minori, specialmente per le fasce di età più ‘difficili – 0-3 anni, adolescenti – per le quali occorre pensare a soluzioni specifiche quali le case famiglia. “E’ come assistere a un rincorrersi continuo tra domanda e offerta che però non riescono a incontrarsi – conclude Griffini – . Auspichiamo che dai lavori di questo convegno le istituzioni sappiano trarre spunto per avviare concreti rapporti di collaborazione con il provato sociale”. “I protagonisti dell’accoglienza” prosegue domani, martedì 28 agosto, con una tavola rotonda “Le sfide dell’accoglienza” in cui verranno discusse le strategie da mettere in campo per promuovere una cultura dell’accoglienza. Sono stati invitati esperti dell’adozione internazionale americani e brasiliani. Kevin Cohen, presidente dell’Associazione Adoption Annex di New York, affronterà il tema dell’abbandono e dell’accoglienza nello stato di New York; Maria Antonieta Pisano Motta, coordinatrice volontaria del gruppo di appoggio all’adozione di San Paolo, interverrà con una relazione sull’abbandono e l’accoglienza in Brasile; non mancheranno inoltre le testimonianze di due famiglie di Amici dei Bambini che gestiscono altrettante case famiglia.

Fonte: AiBi - 28/08/07 - confinionline.it

Baristi "educatori" contro l'abuso di alcol

Il sindacato dei pubblici esercizi Fipe-Confcommercio della provincia di Perugia aderisce alla campagna “Tolleranza zero” promossa dalla Fipe nazionale nell’ambito delle iniziative pubbliche per contrastare l’abuso di alcool da parte dei giovani, responsabile di tante vittime della strada.
I locali pubblici esporranno cartelli o locandine per rammentare alla clientela il divieto di somministrazione di alcool a minori di sedici anni ed a persone in evidente stato di ebbrezza.
L’obiettivo è quello di favorire l’applicazione rigorosa della normativa vigente, la formazione, in collaborazione con le istituzioni, dei gestori e del personale dipendente sul tema dell’abuso di alcool, di responsabilizzare il personale addetto alla somministrazione sul divieto di consumo di alcol, di promuovere l’adozione di misure di autoregolamentazione in materia di vendita di bevande super alcooliche in contesti di possibile rischio, che invece la legge non vieta.
Il fac-simile della locandina – accompagnato da una nota per guidare l’esercente nella esposizione del divieto - verrà distribuito entro il mese di settembre agli oltre mille bar associati attraverso il mensile Confcommercio. Ma fin da subito, la stessa locandina è disponibile nel sito della confcommercio perugina da cui può essere scaricata.


28/08/07 - iltamtam.it

Vuol corrompere i militari «Niente etilometro, pago»

CHE IL RITIRO della patente sia un provvedimento pesante per gli automobilisti sorpresi alla guida alticci è certo. Che si farebbe di tutto per evitare le conseguenze dell’etilometro positivo è abbastanza normale, non foss’altro per i disagi che comporta la sospensione della patente.


Ma anche in questo “di tutto” c’è un limite che non può essere oltrepassato. E ciò che ha tentato di fare un giovane genovese sorpreso sabato notte ai Piani d’Invrea dai carabinieri è decisamente troppo. Ha proposto ai militari di prendere 500 euro e chiudere gli occhi di fronte alla sua clamorosa ubriacatura.


L’etilometro lo aveva infatti scoperto con un tasso alcolico di 2 millilitri, ovvero il quadruplo della soglia massima consentita (0,5), un valore che rende difficile persino camminare e stare in piedi, figurarsi guidare uno scooter o un’auto.


Tra l’altro nell’estate del tragico boom delle guide in stato di ebbrezza (oltre 600 patenti ritirate in poco più di tre mesi) è stato il primo tentativo di corrompere i carabinieri.


Ovviamente non è andato in porto e il centauro oltre al ritiro della patente e la guida in stato di ebbrezza è stato denunciato anche per il maldestro tentativo di corrompere i militari.


Protagonista del fattaccio S. R., ventiseienne, residente a Genova, fermato da una pattuglia del nucleo radiomobile che era impegnata nei controlli di prevenzione del fine settimana. Era in sella ad uno scooter Yamaha T-Max e aveva bevuto così tanto da aver nel sangue un tasso d’alcol così elevato da rischiare il coma etilico.


La tentata mazzetta è sopraggiunta al termine del controllo. Paventando l’inevitabile denuncia e la sospensione della patente, il giovane ha cominciato a frugare nelle tasche e ne ha estratto alcune banconote, offrendo ai militari 500 euro con l’invito esplicito di “chiudere un occhio”.


«Fate finta di non avermi fermato e chiudiamola qui» le sue parole. Così facendo ha suscitato l’immediata reazione dei carabinieri che nel verbale hanno menzionato la proposta che appesantisce non di poco la posizione del centauro.


«Tengo a sottolineare che si trattava peraltro di un automobilista davvero ubriaco fradicio - spiega il comandante del radiomobile dei carabinieri, il tenente De Angelis - Il tasso accertato dai nostri militari è stato tra i più alti in assoluto da quando sono iniziati questi controlli. Non serve sottolineare il comportamento del personale dell’Arma che ha svolto il proprio compito con serietà esemplare anche nella successiva denuncia».


Dario Freccero - 28/08/07 - ilsecoloxix.it

Basta guerre nel mondo!