Fatti guidare dal buon senso

ALCOL FATTI GUIDARE DAL BUON SENSO ALCUNE INDICAZIONI FONDAMENTALI


L'happy hour è ormai una moda diffusa, il superalcolico bevuto con gli amici dopocena mentre si chiacchiera al pub è un'abitudine, birra e vino consumati fuori pasto sono una prassi consolidata per molti ragazzi.

Il consumo esagerato o scorretto di alcol è alla base di problemi di ordine sanitario e sociale. E se i giovani rappresentano in generale una categoria particolarmente a rischio, sono quelli italiani a correre i maggiori pericoli, visto che sono i più precoci consumatori di alcol nell'ambito della Comunità europea.

Sotto accusa non solo il consumo cronico, che nuoce gravemente alla salute soprattutto in termini di danni epatici e neurologici ed interferisce pesantemente sugli aspetti relazionali e sociali, ma anche il consumo occasionale, particolarmente pericoloso se associato alla guida di mezzi di trasporto e in grado di favore atti di violenza o esperienze sessuali a rischio.

Appare dunque sempre più opportuno creare una rete informativa completa e mirata, in grado di fornire a tutti, ma soprattutto ai giovani, un'educazione corretta ed imparziale sulle conseguenze del consumo di bevande alcoliche e, in caso di necessità, un aiuto per conoscere modalità di trattamento e di assistenza accessibili.

E' la stessa Regione Liguria ad aver dato mandato alle Aziende Sanitarie Locali di attivare interventi di prevenzione, promozione della salute e educazione sanitaria in questo settore.

Non si tratta di demonizzare il vino o la birra, ma solo di informare sulle modalità con cui agisce l'alcol su organismo e psiche in seguito alla quantità assunta e alle modalità stesse di assunzione.


L'esperienza genovese

Sono 1637 i pazienti con problemi alcol-correlati trattati presso i Ser.t o presso gli ambulatori alcologici nel 2004. Questi sono i dati allarmanti diffusi dal Dipartimento delle Dipendenze e dei Comportamenti di abuso, che dal 1996 ad oggi ha visto incrementarsi di più di 20 di venti volte il numero di persone desiderose di trovare un valido aiuto per liberarsi da questa dipendenza.

Da tempo il Dipartimento Dipendenze si è attivato in progetti di prevenzione sul territorio, con le scuole e con le autoscuole. Ma il Ser.T. non può e non deve essere l'unico punto di riferimento: gruppi di autoaiuto, comunità, servizi di Salute Mentale, Medici di Medicina generale, ecc. possono entrare in gioco in maniera autonoma o integrata con il nostro Servizio.


31/10/07 - genovapress.com

Manca l'ambulanza, muore a 13 anni

Lamezia Terme, 31 ott. - (Adnkronos/Ign) - E' morto a soli 13 anni solo perché, dopo essere caduto da una giostra, non c'era un'ambulanza che lo trasferisse in tempo da un ospedale a un altro.

La tragedia è accaduta lunedì sera a Polistena, in provincia di Reggio Calabria. Flavio Scutellà, studente della scuola media di Scido, sbatte la testa sul selciato cadendo da una giostra. Immediatamente viene trasportato all'ospedale di Polistena dove, la Tac evidenzia un grave ematoma che comprime il tronco celebrale. Il ragazzino deve essere sottoposto a un intervento urgente, ma per farlo deve essere trasferito in un ospedale adeguatamente attrezzato.

Inizia la corsa contro il tempo. A Reggio Calabria, a Catanzaro e a Cosenza non c'è posto per ricoverare Flavio. La soluzione sembra essere l'ospedale di Messina, ma manca l'ambulanza attrezzata per il trasferimento e l'elisoccorso, si sentono rispondere i medici di Polistena, dopo le 17 non si alza in volo. Alle 20, dopo tre ore dall'incidente, si trova un'ambulanza che impiega oltre un'ora per raggiungere Reggio Calabria, attraversando gli ultimi 50 chilometri dell'A3 alle prese con lavori di ristrutturazione.

Alle 21, finalmente, Flavio, ormai in gravissime condizioni, giunge all'ospedale della città dello Stretto "Bianchi-Melacrino-Morelli", dove intanto si è liberato un posto. Viene sottoposto all'intervento, esce in coma dalla sala operatorie e dopo 4 ore muore.

I genitori di Flavio, Maria e Alfonso, hanno deciso di autorizzare l'espianto degli organi (i reni trapiantati a Palermo e Roma) e delle cornee. Allo stesso tempo, hanno presentato un esposto alla procura di Palmi perché sulla morte di Flavio sia fatta chiarezza.


31/10/07 - adnkronos.com

Alcol, una storia lunga 20 anni

Venerdì 16 novembre convegno del Gruppo Alcolisti Anonimi, in occasione del 20esimo anniversario. Tra i relatori Don Antonio Mazzi.


Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, l' Italia paga un tributo di 25mila morti ogni anno sicuramente causate dall'alcol. E sempre per l'alcol ogni anno, 120mila persone finiscono in ospedale. L' Istat sostiene che il 75 per cento degli italiani consuma alcol (l' 87 per cento degli uomini e il 63 delle donne). Si beve il primo bicchiere a 11-12 anni, l'età più bassa dell'intera Unione europea (media Ue: 14,5 anni). Sono 3 milioni i bevitori a rischio ed 1 milione gli alcolisti; 817mila giovani di età inferiore ai 17 anni hanno consumato bevande alcoliche e circa 400mila bevono in modo problematico. Un decesso su quattro dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni è legato all'abuso di alcol. Ancora. Si stima che dei circa 940mila infortuni sul lavoro, denunciati ogni anno all' Inail, il 4-20 per cento sia correlato all'alcol. L' Oms valuta che i costi annuali sociali e sanitari sostenuti a causa di problemi legati all'alcol sono pari al 2-5 per cento del Prodotto interno lordo. Per l' Italia (1.844 milioni di euro, il Pil 2006, dati della Banca mondiale) significa dai 36 ai 90 milioni di euro. Sono sufficienti, questi dati, per dare la dimensione drammatica del fenomeno?

Se ne parlerà venerdì 16 novembre in Sala “Monsignor Gandini” (via XXIV Maggio). Alle 21 il Sindaco Giacinto Mariani aprirà il convegno “Il coraggio di chiedere aiuto. Vent’anni di storia in racconti e testimonianze”, organizzato in occasione del 20esimo anniversario del Gruppo Alcolisti Anonimi.

Tra i relatori, oltre alle testimonianze di ex alcolisti, sarà presente Don Antonio Mazzi, sacerdote, pedagogista, presidente della Fondazione Exodus Onlus. Collaboratore di numerosi giornali e riviste, tre lauree ad honorem in pedagogia, Don Mazzi è da sempre impegnato sui temi del disagio giovanile. Interverranno anche il dottor Giovanni Luca Galimberti, responsabile del NOA (Nucleo Operativo Alcologia) di Seregno dell’ASL MI3 e il dottor Attilio Cocchini, responsabile del GOC (Gruppo Operativo Carcere) dell’ASL MI3, Monsignor Silvano Motta e l’assessore alle politiche Giovanili Nicola Viganò.

“Purtroppo l’abuso di alcol – spiega l’assessore Nicola Viganò - oggi è diffusissimo soprattutto tra i giovanissimi e ciò che rende ancor più grave questa situazione è la diversa percezione del fenomeno da parte loro: molti di questi ragazzi non si ritengono ‘alcolisti’ pur facendo uso di alcol. Per questo ho deciso di sostenere, come in altre numerose occasioni, questa iniziativa del Gruppo Alcolisti Anonimi. Una scelta che ho fatto sia come assessore sia come neo padre, perché ritengo che lo strumento educativo in grado di arginare il fenomeno dell’abuso di droghe in tutti i suoi diversi sviluppi debba esser la famiglia, come centro del dialogo, dell’informazione, della prevenzione e quindi del controllo”.

Obiettivo della serata è, dunque, informare l’opinione pubblica, soprattutto giovanile, sul problema dell’alcolismo. L’organizzazione di un convegno con esperti e testimonianze personali con un linguaggio semplice e diretto, è sicuramente un strumento utile, un messaggio di prevenzione per far crescere la conoscenza del problema e la consapevolezza dei pericoli che possono derivare dall’abuso di alcol, soprattutto tra i giovani.

L’assessore conclude sottolineando come sia indispensabile una grande azione di prevenzione e educazione anche attraverso i media: l’alcol infatti rappresenta da sempre la porta di ingresso alle droghe illegali, la sostanza di iniziazione più usata dai giovani per sperimentare lo sballo, la sensazione di ebbrezza per poi arrivare, spesso, alle droghe vere e proprie.


31/10/07 - comune.seregno.mi.it

Smettere di bere è una questione di geni?

Una nuova tessera si aggiunge al mosaico dei rapporti tra geni e comportamento: uno studio americano sugli alcolisti correla un profilo genetico "a basso rischio" a maggiori probabilità di recupero con il programma di psicoterapia dei "12 passi” proposto dagli Alcolisti Anonimi, rispetto ad altre psicoterapie. E’ un approccio bottom-up, che parte dal basso, dalle caratteristiche psicobiologiche dell’individuo e cerca di orientare il successivo percorso terapeutico, diversamente da quello top-down tipico della psicologia tradizionale. Le ricerche condotte presso l’Alcohol Research Center dell’Università del Connecticut, sono pubblicate sul numero di novembre della rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research.

La vulnerabilità all’alcolismo comprende sia fattori genetici che ambientali. Da alcuni anni le analisi genetiche hanno dimostrato una forte componente ereditaria (dal 52 al 64 per cento) nella propensione al bere, con una associazione significativa tra il rischio di alcolismo e variazioni della sequenza del DNA definite “polimorfismo a singolo nucleotide” all’interno del gene GABRA2 (codificante per una subunità di una classe di recettori che mediano gli effetti del GABA, il principale neurotramettitore inibitorio del cervello). Nuovi risultati indicano che il genotipo GABRA2 non solo modifichi l’atteggiamento generale nei confronti del bere, ma influisca sul successo dei vari tipi di psicoterapia.

“Avevamo già mostrato che un allele GABRA2 ad alto rischio era associato a una marcata risposta all’alcol in soggetti sani - spiega Henry Kranzler, uno degli autori dello studio - nell’ipotesi che la presenza di questo allele potesse predire il comportamento di bevuta in alcolisti in trattamento, abbiamo messo a punto un’indagine per identificare alcuni fattori di predizione del successo terapeutico in alcolisti in psicoterapia”.

Il metodo comportava l’analisi genetica di soggetti europei ed americani che stavano partecipando al progetto MATCH, un trial randomizzato che valutava l’efficacia di 3 tipi di terapia: quella cognitivo comportamentale (CBT); di rafforzamento motivazionale (aumento della motivazione al cambiamento, MET); e di facilitazione a 12 passi (TSF, utilizzata dagli Alcolisti Anonimi).

I risultati, espressi come numero di giorni di bevuta e di forte bevuta, indicano che i pazienti con due alleli GABRA2 (omozigoti) a basso rischio hanno comportamenti di ricaduta nell’alcol meno marcati degli alcolisti che sono portatori di uno o due alleli GABRA2 ad alto rischio. “Inoltre - aggiunge Kranzler - è evidente una differenza di risposta alla psicoterapia, in rapporto al genotipo GABRA2. Le persone con genotipo a basso rischio mostrano maggiori benefici da una particolare psicoterapia, la TSF, rispetto agli altri trattamenti”.

L’alcolismo è riconosciuto come uno dei più gravi problemi della salute pubblica. Non danneggia soltanto l'alcolista perché gli effetti si riflettono nell’ambiente familiare, sul lavoro, sulla strada. Perché si comincia a bere? L’alcol è un ansiolitico, probabilmente il più potente e anche a portata di mano. Si beve per superare sensazioni di inadeguatezza, di solitudine, per affrontare situazioni difficili, spiacevoli, ma anche quelle piacevoli; l’alcol serve ad anestetizzare le emozioni e a tenersi a distanza dai sentimenti, dalla consapevolezza. Come comprendere se dai due-tre-quattro bicchieri quotidiani si sta scivolando insensibilmente verso la dipendenza? Un semplice test consiste nell’assegnarsi dei limiti: una dose giornaliera (circa due bicchieri) da non superare in nessun caso, durante un periodo di alcuni mesi, anche se nel frattempo intervengono circostanze particolari che comportano interferenze emotive (problemi sul lavoro, discussioni con il partner, matrimoni, funerali, licenziamenti, disastri, ma anche feste, viaggi, promozioni, ecc.). Soltanto due bicchieri e senza barare con se stessi. Solo così si può scoprire se si riesce a controllare il bisogno di bere, o, al contrario, se l’alcol funziona come regolatore degli stati emotivi. Ed eventualmente prendere coscienza che si ha “un problema” con l’alcol, prima ancora di ammettere di essere un alcolista.

L’associazione Alcolisti Anonimi (A.A) nata in Italia nel 1972, dall’esperienza dei gruppi di auto aiuto americani, è presente in tutto il territorio con circa 450 gruppi. Si basa su una regola ferrea: l’anonimato dei partecipanti ed utilizza un programma di auto-consapevolezza ed evoluzione spirituale basato sulla “teoria dei 12 passi”. Tutti gli esponenti dell’associazione sono ex alcolisti. In genere le persone si incontrano una o due volte alla settimana in riunioni “aperte” alle quali possono partecipare tutti coloro che sono interessati ad A.A (alcolisti, parenti ed amici) e riunioni “chiuse” riservate esclusivamente agli alcolisti. Queste ultime consistono in discussioni di gruppo in cui ognuno può esprimere le difficoltà che incontra nel restare sobrio e per i problemi nella vita di ogni giorno. Gli altri alcolisti hanno vissuto situazioni analoghe e potranno spiegare come le hanno superate, impegnandosi in uno o più “passi” del programma di recupero.

Si comincia con il rimanere “puliti” (senza bere) un giorno alla volta, ovvero ad accettare l’idea di essere un alcolista (primo passo), ad affidarsi a qualcuno (secondo e terzo passo). Il gruppo aiuta l’alcolista a rompere l’isolamento in cui l’alcol lo ha confinato, ad avere fiducia nei suoi nuovi amici e ad affidarsi a un Potere Superiore, comunque sia in grado di concepirlo in quel momento in rapporto alla sua formazione religiosa e spirituale. Anche il gruppo stesso può essere visto come un “potere superiore”, dal momento che riesce laddove il singolo non trova una soluzione. Successivamente, attraverso l’autoanalisi e il confronto con una persona di propria fiducia, si procede ad una verifica e all’accettazione di se stessi (quarto e il quinto passo), si inizia un percorso di cambiamento basato sulla progressiva modificazione dei propri comportamenti (sesto e settimo), si tende al recupero delle relazioni con gli altri (ottavo e nono), ci si prepara a mettere in pratica il nuovo stile di vita (decimo), si approfondisce il percorso spirituale con la meditazione e la preghiera, alimentando un senso di appartenenza al mondo (undicesimo), infine si comincia a portare il messaggio ad altri alcolisti (dodicesimo passo).

E’ un programma che può dare dei buoni risultati. La sobrietà riguarda non tanto lo “stare meglio”, almeno non subito, ma piuttosto il sottoporsi al cambiamento, imparare a vivere una vera emozione (dolore, ansia, tristezza, ma anche gioia) senza tentare di anestetizzarla. Alcuni centrano l’obiettivo sin dalla prima seduta, altri hanno bisogno di frequentare il gruppo a lungo, anche se sobri da molti anni.

Questione di geni? Gli studi recenti sul fenomeno della “resilienza” - la capacità di superare situazioni problematiche - ci insegnano che i geni non sono destino. Anche se esiste un legame strettissimo tra biologia e psicologia, l’alcolista, qualunque sia il suo profilo genetico, ad alto o basso rischio, può trovare un modo - attraverso la terapia farmacologica, psicologica o di sostegno - per riconnettersi con la vita.


31/10/07 - lastampa.it

"I nostri cari uccisi da autisti ubriachi"

di Marzio Fatucchi

I parenti delle vittime all´apertura della nuova campagna per la sicurezza

L´assessore: "I numeri continuano ad essere drammatici, dal 1998 contiamo 264 morti"

Dodicimila cartoline, vigili e operatori con alcol test davanti a quattro discoteche «Non vedo giustizia, vorrei giustizia. La cosa più bella della mia vita no, non c´è più. E chi l´ha uccisa, sotto effetto di droga, gira ancora per le strade». Frena le lacrime a stento, con coraggio riprende a parlare. «Vorrei che qualcuno, lo Stato, potesse cambiare queste cose». Filippo Arangio ha perso in un incidente stradale due mesi fa la figlia, Thamata. Il suo fidanzato è rimasto gravemente ferito. A colpirli, una Polo Wolkswagen guidata da un´altra ragazza, che ha invaso la corsia dove transitava la Cinquecento della coppia: l´investitrice aveva fumato una canna, procedeva a velocità elevata. Il padre della vittima, a soli due mesi da questa tragedia, ha affrontato la stampa per mettersi accanto a chi, prima di lui, si è trovato nella stessa situazione. Un modo per sostenere la campagna per la sicurezza stradale lanciata da Palazzo Vecchio.
Una campagna che ogni anno il Comune rinnova per convincere i giovani (e non solo) a non guidare sotto effetto di alcol e droga, a non correre, a rispettare il codice della strada. A rispettare sé stessi, la propria vita, quella degli altri.
Quest´anno testimonial, dopo Piero Pelù e Carlo Conti, è il giocatore della fiorentina Giampaolo Pazzini, che si dice «orgoglioso di poter fare qualcosa per i giovani.
Quando mi è stato chiesto ho subito accettato. Basta scorrere le pagine dei giornali per leggere di incidenti in cui perdono la vita tanti giovani, molti della mia età. Per questo quando ho potuto dare il mio contributo per fare qualcosa per fermare questa tragedia l´ho fatto volentieri». Pazzini parteciperà anche ad alcune iniziative con studenti degli istituti superiori della città sempre sul tema della sicurezza stradale insieme all´assessore Cioni e al comandante della polizia municipale Alessandro Bartolini, per una campagna che vede la collaborazione e la sponsorazzazione di alcune discoteche fiorentine e di Fondiaria-Sai.
Ma sono loro, i testimoni della tragedia che esplode in una famiglia dopo un incidente mortale, il messaggio più efficace per i giovani. Sono loro a girare per le scuole, per cercare di convincere i ragazzi e le ragazze che «morire sulla strada è la cosa più inutile che ti possa succedere a 20 anni», come ripete da anni ormai Valentina Borgogni, che ha perso un fratello investito sul lungarno Colombo da un ubriaco sessantenne. La parola passa agli altri genitori. «Ho perso un figlio, ora ho paura per suo fratello». «Può succedere a tutti, anche se quando leggiamo pensiamo sempre possa succedere ad altri». «Dopo la morte delle mie due figlie, incontrare i giovani per parlar loro nelle scuole è stata un´esperienza devastante, ma serviva per fargli capire cosa significa entrare nel cammino del dolore». «Se sono morti dipende anche dal nostro modo di vivere, da come è fatta la nostra società». Oltre a Valentina, parlano Sergio Cianti dell´Associazione Europea familiari e vittime della strada, l´ex portiere della Fiorentina Giovanni Galli della Fondazione «Niccolò Galli» (il figlio vittima di un incidente mortale). Ma c´è anche Loretta Casini, che ha perso due figlie, Elisabetta e Maria Chiara.
Sono parole che inchiodano alla sedia più della pur utile campagna del Comune. Più dei 20 manifesti 6 metri per 3, più dei 200 gonfaloni che verranno posizionati in tutta la città, più delle 12mila cartoline che verranno distribuite con il messaggio che accompagna il volto dell´attaccante della Fiorentina: «Una partita si può perdere, la vita no. Se vuoi guidare, non bere».
La campagna non finisce con i manifesti. Ci saranno vigili e operatori dei servizi sociali, con alcol test, di fronte a 4 discoteche fiorentine (Tenax, Vipers, Marcanà e Space Electronics), proseguiranno gli incontri con i giovani. E poi la repressione, con i «pattuglioni» muniti di etilometro che, implacabile, ha colpito decine di automobilisti trovati con un tasso alcolico maggiore dei limiti di legge.
Un impegno che ha visto diminuire tendenzialmente (ma lentamente) gli incidenti in città, anche grazie ad alcuni accorgimenti come i cordoli che separano i viali, gli autovelox collocati nei posti dove statisticamente succedono più incidenti, i fotored ai semafori. Non basta, non è mai sufficiente. «I numeri degli incidenti continuano ad essere drammatici: dal 1998 ad oggi le persone decedute a seguito di un sinistro stradale sono state complessivamente 264 e i feriti 47.400. L´anno scorso si sono registrati 5.582 incidenti che sono costati la vita a 22 cittadini mentre ben 4.803 hanno causato ferite alle persone coinvolte. E anche quest´anno il bilancio degli incidenti è sempre più simile a un bollettino di guerra: già oggi abbiamo superato i 4.400 incidenti con 17 morti e oltre 3.700 feriti. Si tratta di dati che ci convincono, una volta di più, della necessità di proseguire con le campagne di sensibilizzazione sui temi della sicurezza stradale per promuovere in tutti i cittadini, e in particolar modo nei più giovani, l´importanza del rispetto delle regole» dice Cioni.
La statistica è implacabile. Se dovessimo darle retta, dovremmo rassegnarci ad altri 3, 4 morti entro la fine dell´anno.


31/10/07 - espresso.repubblica.it

Veneto, uno su due guida ubriaco

Veneto, uno su due guida ubriaco o sotto effetto di droga


Roma, 31 ottobre 2007 - Per nove venerdì consecutivi, quelli di luglio e agosto, si sono appostati sulle strade della provincia di Verona e, a caso, hanno fermato le auto. Tutti i venerdì, dalla mezzanotte alle 8 del mattino. In un super camper, metà laboratorio e metà ospedale da campo, un'equipe di specialisti: agenti della Polstrada, tossicologi, psichiatri, analisti.


Uno a uno i guidatori sono stati fatti entrare nei camper. Qui, il gruppo dei camici bianchi, li ha sottoposti a una raffica di test: livello di alcol (etilometro), presenza di droga (saliva e urina), prova della reazione nervosa, visita neuropsicologica. Risultato: i test di laboratorio hanno dimostrato che dei 112 guidatori esaminati, 51 (45,5%) erano positivi ad alcol e/o droghe e 61 (54,5%) totalmente negativi. A riportarlo è 'Il Messaggerò.


E ora, l'esperienza sulle strade del veronese verrà ripetuta per altri due mesi. Lo studio, unico nel suo genere, porta la firma del Dipartimento delle dipendenze del Veneto, della Regione, della Prefettura e della Polizia stradale di Verona. Un progetto pilota che potrebbe, in tempi non troppo lontani, essere esteso anche ad altre regioni. Come riporta il 'Messaggerò, dei 51 positivi a sostanze alcoliche o stupefacenti il 54,9% è risultato positivo all'alcol oltre il limite consentito, il 31,4% positivo alle droghe, il 13,7% alla combinazione di alcol e droghe. I ricercatori, analizzando le positività ai test, dicono che «emerge un interessante e preoccupante fenomeno». Quello da loro definito degli 'astemi drogati'.


"È stato osservato - spiega Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento delle dipendenze del Veneto e coordinatore della ricerca - che su 77 persone risultate negative all'alcol, sedici erano invece positive alla droga. Un fenomeno osservato soprattutto tra i 19 e i 30 anni. Praticamente assente oltre i 35".


Questo significa, osserva il quotidiano, che durante un normale controllo con l'etilometro, questi ragazzi sarebbero tornati in macchina pur essendo in condizioni psicofisiche alterate e inadeguate a guidare. Ancora un dato per tutti: quelli 'fatti' di alcol e stupefacenti erano quasi tutti già stati coinvolti in gravi incidenti stradali.


Il Veneto caso isolato? Niente affatto, rispondono medici e agenti della Polstrada. Piuttosto, un faro sulla realtà che attraversa l'Italia da Nord a Sud.


31/10/07 - qn.quotidiano.net

Bari, osservatorio sulle tossicodipendenze

di Stefania Losito


Sono allarmanti i dati sulle tossicodipendenze a Bari. Negli ultimi cinque anni, è aumentato del 150% il numero degli adolescenti che fa uso di droghe e alcol, e del 500% quello delle donne di tutte le età (preda degli abusi soprattutto le casalinghe). La conferma viene dall’Asl Bari, che insieme al Sert, al Comune e al Terzo settore, ha istituito un osservatorio triennale per monitorare il numero dei tossicodipendenti nel capoluogo. I risultati, sebbene ricostruzione parziale degli operatori, sono stati presentati questa mattina dall’assessore alle Politiche sociali, Susi Mazzei, dal commissario straordinario Asl Bari, Lea Cosentino, dal Sert e dalle associazioni che si occupano del problema sul territorio. “E’ fondamentale il monitoraggio congiunto – ha spiegato Mazzei – perché per la prima volta a un problema sentito si lavora in coordinamento, per la prevenzione nelle scuole e per il sostegno alle famiglie”.

L’occasione è stata la presentazione del progetto “Porte sociali”, finanziato dall’amministrazione comunale con 24mila euro, e della durata di un anno. Parte da subito, e si occuperà dell’educazione nelle scuole e non solo, attraverso seminari e incontri, secondo le linee-guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Tra le iniziative, anche quelle a sostegno delle famiglie dei soggetti coinvolti. “Il problema – ha precisato Nicola Catucci del forum provinciale tossicodipendenze – è che le droghe cambiano, c’è un maggiore uso di cocaina che dal ’95-’97 ha costi inferiori e di conseguenza più destinatari. L’eroina si fuma e non si somministra più in endovena, ed è già una trasformazione, anche se il dato non è in crescita come per i cannabinoidi, le pasticche e la cocaina stessa”. Secondo gli operatori del settore, sono cambiati i destinatari, non si tratta di un ceto sociale in particolare come negli anni ’80, ma la base si è allargata. “E’ in crescita anche il dato degli interventi chirurgici per la ricostruzione del setto nasale di chi ‘sniffa’”, ha aggiunto il prof. Fiore dell’Asl.

Ma il problema, finora, è stato quello del sommerso: “E’ la percezione che cambia – ha detto ancora Catucci - i tossicodipendenti non si sentono tali e non chiedono aiuto. Molti di quelli che si rivolgono alle associazioni, non vanno nei Sert perché pensano sia più semplice risolvere la situazione”. Da prevenire è però soprattutto il disagio. Dunque, via all’educazione e al sostegno alle famiglie, ai laboratori, ai controlli incrociati anche da parte delle forze dell’ordine. Per l’assessore “è già una buona cosa che il sabato sera ci siano pattugliamenti sulle strade”. “Ci stiamo sforzando di capire, sia sotto il profilo del monitoraggio che sotto quello degli interventi, come agire soprattutto verso le fasce d’età più giovani”. E ai più giovani il prof. Fiore ha voluto precisare una cosa: “Anche gli spinelli non sono droghe poi così leggere: nei cannabinoidi, ormai, il principio attivo è aumentato dal 20% al 40%, e quindi fa più male”.


31/10/07 - barilive.it

«Quanti assassini a piede libero»

Iva Garibaldi

Rabbia, sdegno e un dolore che non smette mai, anche se vecchio di dieci anni. Sono i sentimenti che si respirano in mezzo ai genitori, parenti, fidanzati di giovani vite spezzate da incidenti sulla strada per colpa di ubriachi o di una distrazione. Sono lì, raccolti in 18 diverse sigle, tra cui l’Aifvs, Associazione italiana familiari e vittime della strada, con i cartelli, i gazebo e chiedono giustizia. Già, perché proprio non ne possono più di vedere girare per strada indisturbati gli assassini dei loro figli, fratelli, fidanzati, amici. Magari condannati anche per omicidio ma per l’effetto combinato di sconti di pena, indulto, rito abbreviato e attenuanti varie, i colpevoli il carcere non l’hanno nemmeno visto. Per i familiari è come se i loro cari fossero stati ammazzati due volte.

Sono lì a testimoniare il loro dolore, insieme a quello di intere famiglie distrutte, contro l’indifferenza della politica e, a volte, anche della gente.
Tra i manifestanti ci sono anche i familiari dei 4 ragazzi uccisi ad Appignano da un furgone guidato da un rom ubriaco. Solo loro sono un’ottantina, arrivati a Roma con un autobus. Gli occhi lucidi, i volti tirati, mostrano uno striscione sul quale si legge «quattro famiglie alla deriva» con le foto delle vittime. La rabbia contenuta a stento. Perché in questo caso chi ha ammazzato quei quattro ragazzi tra i 16 e i 19 anni, il rom Marco Ahemetovic, attualmente agli arresti domiciliari in un residence a San Benedetto del Tronto, sta per diventare una star. Molti i progetti in cantiere: un libro, una campagna pubblicitaria e, soprattutto, tanti tanti soldi. C’è chi dice fino a centomila euro. «Questa è la giustizia italiana – sbotta Timoteo Luciani, papà di Alex, 16 anni, uno dei quattro ragazzi morti - noi qui e lui a prendere il sole. Questo signore ha detto di voler scrivere un libro, ma se firma con una croce... E io lo so bene, mia sorella gli ha fatto scuola. Ho letto che Fabrizio Corona lo cerca per fargli fare un libro. È uno schifo». È arrabbiato Luciani e gli occhi sono stanchi, troppe le lacrime versate e questo schiaffo proprio non riesce a contenerlo. Mostra un ritaglio di un giornale locale: «Vedete che c’è scritto? Che c’è una società, la Sundas (di Alessio, un noto agente dei vip ndr) che lo seguirà, che gli vuole far fare il testimonial in una campagna pubblicitaria per scoraggiare chi guida sotto l’effetto di alcol e droghe. Ma sa che le dico? Se questo qui ha un figlio, io lo metto sotto».

Gli fa eco il papà di Davide Corradetti, altra vittima di quel maledetto 23 aprile: «Sono qui perché cambi qualcosa e sono pronto a tutto affinché non accadano più queste cose. Questo signore prende il sole dopo aver compiuto una rapina e quattro omicidi. Non è ammissibile». Non si capacita il papà di Davide rispetto alle condizioni del rom: «Se è agli arresti domiciliari – dice – dovrebbero esserci anche delle prescrizioni. Mica può fare come gli pare. E invece mi risulta usi tranquillamente il telefono cellulare, il computer, riceve persone comprese troupe televisive. In questo caso mi pare che il giudice abbia fatto uno sbaglio enorme. E tra poco magari andrà a fare pure l’Isola dei famosi». Anche lui se la prende con Sundas: «Pur di fare soldi – afferma – questo calpesta il sangue dei nostri ragazzi. Poi ho sentito che Ahemetovic avrebbe raccontato che vuol devolvere a noi parte del ricavato del libro. Sappia che non si deve nemmeno permettere. E poi già racconta bugie come quella che la notte dell’incidente avrebbe avuto negli occhi fari abbaglianti. Non è vero perché c’è già un testimone che ha dichiarato che sulla strada non c’era nessun’altra macchina». A reggere lo striscione di Appianano anche Alessandra, 19 anni, sorella di Davide: «Doveva ammazzare una scolaresca intera – dice seria – perché accadesse qualcosa? Con Ahemetovic ho frequentato le scuole elementari e medie. Non partecipava alle lezioni, non portava i libri, non dava confidenza a nessuno. Insomma non si integrava. Ora i genitori chiedono perdono. A me non me ne frega niente. Deve essere punito per quello che ha fatto». Non ci sono invece i genitori di Eleonora Allevi, la giovane di 19 anni né quelli di Danilo Traini, 17 anni. «Mia sorella – dice Nazareno Marinelli, zio di Danilo – non se la sente di andare da nessuna parte. È chiusa nel suo dolore. Non riesce nemmeno ad andare in tribunale». Racconta della famiglia del rom che afferma di conoscere bene: «I suoi fratelli andavano a scuola armati di coltelli. Avevano 9 o 10 anni. Ci sono tante denunce ma non è mai accaduto nulla. Questa tragedia forse si poteva evitare». Accanto a lui c’è Ernesta, zia di Alex: «È allucinante quello che sta accadendo. Tra proposte pubblicitarie e il resto questo qui ha vinto alla lotteria. Non è un caso come tutti gli altri. Fino a ieri viveva d’elemosina, oggi vive come un pascià». Tragedie nuove accanto a vecchie ferite. Patrizia Quaresima è la mamma di Andrea, morto per un incidente stradale a Roma dieci anni fa. Il prossimo 22 novembre Andrea avrebbe compiuto 26 anni. «I cordoli non erano adeguati – ricorda Patrizia e le si riempiono gli occhi di lacrime – e lui era in motorino. È caduto alle 11 e mezza del mattino, e le auto che arrivavano nel senso opposto l’hanno investito. Aveva l’acqua alle caviglie. Ma il magistrato ha archiviato tutto e anche la causa civile si è chiusa con un nulla di fatto. Per i giudici il Comune non ha colpa. Dal 2006 sono in appello ma la prima udienza è fissata per il 2009».


31/10/07 - lapadania.com

Tiroide: sesso e fertilità

La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla posta immediatamente sotto il pomo di Adamo. Questa ghiandola gioca un ruolo molto importante nel controllo del metabolismo corporeo mediante la produzione degli ormoni tiroidei. Queste sostanze, tramite il circolo ematico, raggiungono ogni distretto del nostro organismo.

La tiroide può influire negativamente sulla vita sessuale, in particolare se uno dei componenti della coppia è affetto da ipertiroidismo o ipotiroidismo, le patologie più diffuse dovute al malfunzionamento della tiroide. L’ipertiroidimo compare quando vi sono troppi ormoni tiroidei in circolo. La forma più comune di ipertiroidismo, il morbo di Graves - Basedow, è causata da disordini del sistema immunitario. Una delle conseguenze più comuni è l’ansia, che può portare nel maschio a casi di eiaculazione precoce (circa il 50% dei casi) e difetto del desiderio. In caso di ipertiroidismo, per la donna una delle conseguenze può essere l’infertilità.
I principali sintomi possono essere frequenza cardiaca accelerata, nervosismo, sudorazione aumentata, debolezza muscolare, tremori alle mani, perdita di peso e di capelli.

L’ipotiroidismo avviene invece quando vi sono pochi ormoni tiroidei in circolo e rallenta le funzioni corporee. Le donne ne sono più frequentemente affette rispetto agli uomini. I sintomi principali sono la sensazione di stanchezza e di freddo, riduzione della frequenza cardiaca e perdita di memoria. L’ipotiroidismo può causare l’aumento di peso e – in alcuni casi – stati depressivi. Le influenze negative portate dallo stato depressivo possono causare per l’uomo casi di disfunzione erettile. Vi è inoltre un aumento di prolattina, ormone prodotto dall’ipofisi, che può portare all’infertilità per l’uomo ed al blocco del ciclo mestruale per la donna.

Uno stile di vita sano può prevenire il malfunzionamento della tiroide: movimento, sport e una dieta ricca di iodio (sale iodato o pesce) e povera di alcol e caffeina (contro l’ipertiroidismo) o di cavoli (ritenuti “gozzigeni”, che favoriscono cioè il gozzo) possono aiutare la tiroide a lavorare meglio.

Gli esami diagnostici più comuni per ipertiroidismo, ipotiroidismo e gozzo sono gli esami del sangue e l’ecografia tiroidea. In alcuni casi può essere utile una scintigrafia tiroidea, esame strumentale che permetti di valutare forma e funzione della tiroide.

La tiroide è l’argomento del servizio “Lo specialista risponde” sul sito www.humanitas.it.
Risponde alle domande dei lettori il dott. Alessandro Pizzocaro, endocrinologo di Humanitas.


31/10/07 - humanitasalute.it

Bonavolta, in rianimazione per lite in cella

Bassa modenese - E' ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale fiorentino di Careggi Rodolfo Bonavolta, 33 anni, di Carpi, l'agente immobiliare che il 13 ottobre, sotto l'effetto di alcol e cocaina, a San Casciano (Firenze) provocò un incidente stradale nel quale perse la vita un'anziana. L'uomo è stato ricoverato la notte scorsa dopo una lite a calci e pugni con il compagno di cella


Il garante fiorentino dei detenuti, Franco Corleone, ha spiegato che le condizioni di Bonavolta, che in un primo momento erano apparse gravi, stanno migliorando. ''Bonavolta - ha spiegato Corleone - ha avuto uno scontro fisico con il compagno di cella, nel centro clinico del carcere di Sollicciano. Anche l'altro detenuto ha riportato qualche ferita''.

Bonavolta è accusato di omicidio volontario. Per domani è prevista l'udienza al tribunale del riesame, che dovrà decidere sulla richiesta di scarcerazione presentata dai difensori di Bonavolta, Simone Zambelli e Massimo Conti.

Riguardo quanto avvenuto la notte scorsa ''immagino - ha spiegato Corleone - che sulla vicenda sarà aperta un'inchiesta amministrativa, anche per valutare l'opportunità di mettere nella stessa cella i due detenuti''.


29.10.07 - bologna2000.com

Città più sicure, per ora è solo un disegno

Roma - Cinque disegni di legge, tre emendamenti alla Finanziaria, un pacchetto sicurezza. Il Consiglio dei ministri approva, con tre astensioni, le misure elaborate dai ministeri dell’Interno e della Giustizia, che ora dovranno passare all’esame del parlamento.

Il braccio di ferro nel governo, che aveva portato allo stop di martedì a Palazzo Chigi, si supera con tanti compromessi e soprattutto con l’aggiunta di un ddl nel quale il falso in bilancio torna a essere reato. Ma si astengono il titolare per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc) sui ddl su certezza della pena e sicurezza urbana e sull’emendamento sulla contraffazione; quello per l’Università Fabio Mussi (Sd) e quello per l’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) sul ddl sulla sicurezza urbana. E ci sono dei sì con riserva, come quello del ministro Idv per le Infrastrutture Antonio Di Pietro, che avrebbe preferito un decreto legge. Bisogna far presto, è ora la parola d’ordine, ma la sinistra radicale rimane critica e, Prc in testa, chiede modifiche alle Camere sull’espulsione degli immigrati comunitari, i poteri dei sindaci e la cancellazione della legge Simeone-Saraceni. Mentre la Cdl risponde con un no all’appello del governo alla collaborazione.

Romano Prodi tira, comunque, un sospiro di sollievo. Temeva il peggio, ma ora sottolinea che «tutto il governo» ha fatto un «buon lavoro». Ha dato «un segnale concreto» ai cittadini con provvedimenti che vanno verso il «rafforzamento» del sistema della sicurezza «senza ledere le garanzie». I cinque ddl riguardano: sicurezza urbana; reati di grave allarme sociale e certezza della pena; istituzione della banca dati del Dna; misure di contrasto alla criminalità organizzata e inasprimento delle pene per falso in bilancio. Tre gli emendamenti alla Finanziaria: su contraffazione, sfruttamento del lavoro e tabaccherie.

Nessuna spaccatura, assicura il sottosegretario alla Presidenza Enrico Letta, il governo «lavora unito». Un’unità, spiega Mastella, che si è ritrovata cancellando una delle «leggi-vergogna» del governo Berlusconi, quella sul falso in bilancio. La strada dei ddl vuole favorire il dialogo in Parlamento e sia il Guardasigilli che Letta chiedono il contributo dell’opposizione. Mastella e Amato aggiungono che se le misure non saranno approvate «in tempi ragionevoli, il governo dovrà riconsiderare la scelta fatta». Insomma, l’ipotesi decreto-legge non è definitivamente accantonata. E il ministro dell’Interno indica anche una data per l’eventuale inversione di tendenza: il 29 dicembre.


«Perché adesso - chiede Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi - il centrodestra dovrebbe votare a favore se un ministro come Ferrero si astiene e altri sono critici? Il governo faccia chiarezza al suo interno prima di chiedere aiuto all’opposizione». E il leader di An, Gianfranco Fini: «Dopo tre rinvii e tante polemiche, la montagna ha partorito un topolino. Queste misure non è certo se saranno approvate, né quando. In più, per garantire sicurezza e legalità servono più risorse mentre nella Finanziaria ci sono meno soldi per i ministeri dell’Interno, e della Giustizia». Per Mario Baccini dell’Udc, alle «buone intenzioni di Amato» si contrappone «il ricatto della sinistra radicale». Tutto si arenerà in Parlamento, prevede il leghista Paolo Grimoldi.

Il leader del Pd Walter Veltroni loda le «misure efficaci e socialmente equilibrate» del pacchetto-sicurezza, ma le turbolenze nell’Unione non mancano. Negativo il giudizio degli avvocati e Mastella viene fischiato e contestato dai familiari delle vittime degli incidenti stradali.


di Anna Maria Greco - mercoledì 31 ottobre 2007 - ilgiornale.it

Policlinico, a chi serve l’emergenza

Medici e dipartimenti fantasma? Liste d’attesa scarabocchiate su fogli a quadretti? Il senatore di An Cesare Cursi, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficienza del Servizio sanitario nazionale invita Achille Serra: se conosce fatti nuovi sul Policlinico venga in Senato. La commissione ha già ascoltato il dg Ubaldo Montaguti, ma anche l’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia e il Rettore della Sapienza, Renato Guarini. Ora, dopo gli ultimi fatti, potrebbe esserci una nuova audizione di Montaguti e dello stesso alto commissario anticorruzione prima di giungere alle conclusioni, previste subito dopo la Finanziaria. «È necessario, però - afferma Cursi - che sull’Umberto I non intervengano organismi che non hanno nulla a che fare con l’inchiesta della commissione, che sta accertando le disfunzioni gestionali e organizzative». La Commissione, sottolinea il senatore di An, ha gli stessi poteri della magistratura.

Intanto, dopo le dichiarazioni di Serra, muro di gomma nella maggioranza alla Pisana. Da registrare solo un cauto ordine del giorno di D’Amato, capogruppo Al, area Pdci. Tuona invece l’opposizione. Tommaso Luzzi, An, annuncia per martedì prossimo un sopralluogo della commissione sanità all’Umberto I, «senza Montaguti». Fabio Desideri (Dc) chiede interventi «drastici». Cioè il rotolamento di qualche testa. Per il capogruppo Fi, Alfredo Pallone, «la quiete dopo la tempesta proprio non l’accettiamo». Dal canto suo l’Aduc chiede di «individuare i responsabili del disastro».

Troppi, di sicuro, i lati oscuri della storia. Serra ha dichiarato di avere riferito tutto ai ministri della Sanità e dell’Università e al magistrato. Dimenticando, guarda caso, solo la commissione d’inchiesta parlamentare, presieduta dal forzista Antonio Tomassini. Cioè tagliata fuori l’opposizione. Un caso? Certo è che quella di Serra sulle grossolane manchevolezze all’Umberto I, più che una denuncia sembra una precisa strategia. Sprechi, mancanza di controlli, posti letto in eccesso? Tutte cose già note e già dette alla Commissione parlamentare. Basta rileggere lo stenografico dell’audizione di Montaguti in data 13 febbraio 2007. «Al Policlinico stiamo ancora cercando di andare a pescare una ad una le persone (i medici, ndr ) perché non siamo in grado di capire dove si trovino. Sono 6300 operatori», dichiara Montaguti. «Abbiamo lavori di dirigenza complessi, che vengono svolti da persone semianalfabete», aggiunge. E l’atto aziendale? «L’ho presentato il 28 febbraio 2006 - dice Montaguti - ma l’organo d’indirizzo ci ha chiesto una serie di rimaneggiamenti, sono arrivato alla settima revisione...». Tutta la storia, dall’inchiesta dell’Espresso a oggi, porta acqua al mulino di Montaguti, che si erge a unico manager capace di venire a capo di una situazione così grave e complessa. Con Marrazzo che puntualmente ripete, e lo ha fatto anche ieri: «Montaguti non si tocca».


di Marcello Viaggio - mercoledì 31 ottobre 2007 - ilgiornale.it

Chi si droga non perde il lavoro

Nessun licenziamento, nessuna sanzione che serva da monito a conducenti di bus, treni, navi, piloti di aerei, addetti a gas tossici, a controllori di volo che fanno uso di stupefacenti. Soltanto uno spostamento e a volte pure temporaneo del lavoratore-tossicodipendente e corsi al Sert per recuperare il soggetto a rischio.

Il regolamento sui test antidroga voluto del ministro Livia Turco e approvato ieri dalla Conferenza Unificata è edulcorato e molto blando. L’unica cosa positiva è l’obbligatorietà dei test che prima venivano effettuati a discrezione delle aziende e ora verranno periodicamente effettuati con i criteri stabiliti dalle nuove regole che danno attuazione all’125 del Dpr n.309 del 1990.

In pratica, sulla base di questo regolamento, l’autista, tristemente famoso per aver ribaltato il bus nel Vercellese e aver fatto perdere la vita a due bambini, potrebbe riprendere servizio come autista. E questo perché non era un tossicodipendente abituale ma solo occasionale (almeno secondo le sue dichiarazioni). L’articolo 9 del regolamento, infatti, spiega che «la temporanea inidoneità alla mansione, potrà essere modificata positivamente ove venga esclusa dal Sert una condizione di tossicodipendenza o venga attestato il positivo recupero».

Quando invece si scopre che il dipendente è un drogato abituale, le cose cambiano. Non perde il posto di lavoro ma viene disintossicato e assegnato a una mansione diversa da quella a cui era addetto. Il semplice spostamento vale anche per chi si rifiuta di sottoporsi al test antidroga anche se, sulla carta, rischia l'arresto fino a 15 giorni e un'ammenda da 100 a 300 euro. Più salata la sanzione per il datore di lavoro che non sposta dalle mansioni pericolose un dipendente tossico: la pena è l'arresto da 2 a 4 mesi e una multa salata (l'equivalente dei 50 milioni di lire).


di Enza Cusmai - mercoledì 31 ottobre 2007 - ilgiornale.it

Inchiesta G8, l'Unione si spacca

ROMA

Bocciata la commissione d’inchiesta sui fatti di Genova al G-8 del 2001. L’Unione s’è spaccata con Di Pietro e Mastella che hanno votato con la Casa delle Libertà. La commissione Affari costituzionali della Camera ha bocciato la proposta con 22 voti contro 22. La Commissione non ha quindi affidato il mandato al relatore a riferire in Aula. La proposta della Commissione sul G8 finirà in Aula con il parere negativo. Duri i commenti nel centrosinistra: Graziella Mascia riferisce di un duro scontro con Ignazio La Russa di An, «provocatore come al solito, che ha minacciato il presidente Violante, avvertendo che se fosse passata la proposta il clima in commissione non sarebbe stato più lo stesso».

Per Titti Di Salvo, presidente dei deputati di Sinistra Democratica, quello di La Russa è stato «un intervento alla maniera dei bei tempi andati, una vera e propria aggressione. Ha sostenuto che la commissione era contro le forze dell’ordine, ma è interesse delle forze dell’ordine cancellare le ombre, mentre è chiaro che finora non è stato fatto». Secco il commento di Di Salvo anche sulla ’dissociazionè di Idv e Udeur dal centrosinistra: «La maggioranza - avverte - deve chiarirsi le idee».

Ma il ministro Antonio Di Pietro pare averle chiare: «Quella che si voleva era un`indagine parziale sui fatti accaduti a Genova durante il G8. L`IdV - ha detto - avrebbe votato a favore per una ricerca della verità a 360 gradi». Altrettanto contraria la posizione dell’Udeur. «La nostra posizione era nota - ha detto il ministro Clemente Mastella - Noi abbiamo sempre espresso contrarietà alla commissione di inchiesta visto che la magistratura sta facendo rilievi e indagini. Dunque lasciamo la vicenda nell’alveo del suo giudice naturale».

E a Rifondazione Comunista che chiede un intervento del presidente del Consiglio Romano Prodi, Palazzo Chigi ha risposto spiegando: «È un voto del Parlamento». Alla richiesta del Prc che sia il presidente del Consiglio ad intervenire Palazzo Chigi aggiunge: «Il governo si esprimerà».


31/10/07 - lastampa.it

La vita, non perderla per strada!

30/10/2007 - Con un'espressione intensa Giampaolo Pazzini, l'attaccante viola, ci invita a perdere una partita, ma non la vita.

Un'espressione diversa da quella gioiosa con le dita sotto gli occhi che incornicia, purtroppo non spesso quanto vorrebbe, ogni suo gol. Ma un'espressione piu' seria e meditata, come richiede il contesto, ovvero la campagna per la sicurezza stradale del Comune di Firenze. Il testimonial Pazzini, ha cosi' intelligentemente prestato il suo volto per invitare i ragazzi, che lo stimano e lo emulano per il suo ruolo in campo, a non perdere per strada la vita. Si puo perdere una partita, cosa che finora alla Fiorentina non e' ancora successa anche grazie a lui, ma non la vita! E sul suo ruolo di testimonial Giampaolo ha le idee ben chiare. I numeri, ricorda l'Assessore Cioni, sono ancora impietosi: 5580 incidenti a Firenze con 22 persone morte lo scorso anno, e per quest'anno, non ancora conclusa siamo purtroppo in perfetta media, 4400 incidenti e 17 morti. Tornano quindi le azioni di sensibilizzazione contro l'abuso di alcol soprattutto all'ingresso dei locali e discoteche con postazioni per l'alcol test volontario. Ma - conclude Cioni - 'dove la prevenzione non funziona scattera' la repressione, ovvero le multe'.


30/10/2007 - toscanatv.com

Tumori al seno, arriva camper per visite gratuite

TRENTOLA DUCENTA. Il Comune scende in campo per la lotta al tumore. Domenica e lunedì, rispettivamente 11 e 12 novembre, sarà presente in piazza Missioni estere il camper Alts (Associazione per la lotta del tumore al seno) dell’istituto ospedaliero Pascale di Napoli.


Visite gratuite saranno effettuate a tutte le donne che ne faranno richiesta dalle 9 alle 13.30. L’iniziativa si inscrive nel più ampio programma di prevenzione medica messo in atto dall’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Pagano. Ad occuparsene il sindaco, in prima persona, e l’assessorato alla Sanità, retto dal dottor Filippo Zagaria. Soddisfatto quest’ultimo spiega i motivi della scelta del camper del Pascale: “Dopo il successo delle iniziative già proposte al paese concernenti le visite gratuite di cardiologia e quelle relative al diabete, abbiamo pensato di dare spazio ad una patologia importante, quella appunto del tumore al seno. Per questo tipo di tumore una diagnosi precoce, infatti, significa la perfetta guarigione ed è questo che noi vogliamo trasmettere: la coscienza che prevenire è meglio che curare”. Anche il sindaco Pagano è d’accordo con il commento dell’assessore e va ancora oltre annunciando la volontà di portare queste questioni all’attenzione dei bambini. “Sono previste – afferma Pagano – altre iniziative in questo senso. Abbiamo intenzione di inserire nel patto per la scuola anche alcune giornate di studio inerenti alcune questioni di salute importanti”. Sono in previsione, infatti, delle giornate di discussioni su una molteplicità di argomenti. Tra questi l’alimentazione e l’alcolismo. Il progetto prevede incontri nelle classi e anche summit in piazza per meglio coinvolgere l’intera cittadinanza nella discussione di importanti questioni mediche e di salute in generale, “perché anche questo rappresenta un tassello importante – afferma Pagano – per migliorare la vita di tutti e di ciascuno”.

30/10/2007 - di Luisa Conte - pupia.tv

CC criticati da passanti per arresto spacciatore

Sanremo. I carabinieri fermano un nordafricano colto mentre stava spacciando alcune dosi di hascisc e cocaina e vengono criticati dai passanti. L’episodio si è verificato ieri sera in piazza Colombo a Sanremo quando una pattuglia della Radiomobile, dopo aver notato in corso Mombello un marocchino irregolare di 23 anni (Elboussaadati Otman) che si aggirava con fare sospetto, hanno iniziato ad inseguirlo fino in piazza Colombo passando per via Matteotti.

Giunto nella centrale piazza l’extracomunitario, pensando di aver seminato i carabinieri, ha iniziato nuovamente a spacciare in tutta tranquillità quando si è dato nuovamente alla fuga alla vista dei militi che lo avevano raggiunto. Nelle fasi dell'arresto l’uomo si è opposto iniziando a urlare e a tirare calci e pugni contro i militari. Un scena rocambolesca non gradita da alcuni cittadini che, probabilmente ignari dei reali fatti, hanno espresso il loro disappunto per l'operato dei carabinieri nei confronti del "povero immigrato". “Stavamo facendo null’altro che concretizzare quella tanto richiesta azione di contrasto alla criminalità utile a reprimere e prevenire proprio quei reati che generano il maggiore allarme sociale”, dicono dal Comando.

Per la cronaca, lo spacciatore, una volta fermato e perquisito, è stato trovato in possesso di alcune dosi di sostanza stupefacente e il suo arresto è stato convalidato nella mattinata odierna.

Antonella Guglielmi - Lunedì 29 Ottobre 2007 - sanremonews.it

Birmania: morto Khun Sa, re dell'oppio

Morto Khun Sa, re dell'oppio alleato dei generali


ROMA - Khun Sa, 'il re dell'oppiò, ''è morto il 27 ottobre, a 73 anni, nella sua casa di a Rangoon'': lo ha reso noto oggi il 'colonnellò Yod Suk, ora a capo dei ribelli dello Shan. Khun Sa fu a lungo il più potente tra i signori della droga nel 'triangolo d'orò, la zona al confine tra Laos, Cambogia e Birmania dove il popolo Shan rappresenta un'etnia a sè stante. Il 'Re dell'oppiò, sul quale gli Usa avevano messo una taglia di 2 milioni di dollari, nel 1996 firmò un patto con i militari al potere in Birmania. Da allora è vissuto indisturbato in una villa a Rangoon. (Agr)


30 Ottobre 2007 - instablog.org

Censura di massa

di: Alessio Mannucci

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Franco Levi, ha presentato una proposta di legge che intende “regolare” i prodotti editoriali del web, prevedendo sanzioni per eventuali diffamazioni. Tutti i siti, compresi i blog, dovranno registrarsi al “ROC”, il Registro per gli Operatori della Comunicazione. «Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali - rassicura Levi - non sarebbe praticabile». «Quando prevediamo l'obbligo della registrazione – continua Levi – non pensiamo alla ragazza o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio blog, pensiamo, invece, a chi, con la carta stampata, ma anche con internet, pubblica un vero e proprio prodotto editoriale e diventa, così, un autentico operatore del mercato dell'editoria». Levi difende anche il percorso di partecipazione con cui la proposta è stata costruita: «Non abbiamo lavorato nel chiuso delle nostre stanze: abbiamo pubblicato uno schema di legge e un questionario sul nostro sito internet e ci siamo fatti aiutare da esperti dell'economia e del diritto. Il risultato – spiega – è leggibile sul nostro sito, dove pure si possono trovare in totale trasparenza tutti gli elementi e i dettagli dell'intervento pubblico a favore dell'editoria». [...]

Per leggere tutto l'articolo, molto lungo: ecplanet.com

Pedofilo arrestato grazie al suo psichiatra

PALERMO - Arrestato grazie alla testimonianza del suo psichiatra. Un giovane palermitano di 23 anni è finito in manette dopo aver confessato al suo medico di aver abusato di quattro bambine, le sue nipoti. I fatti risalgono alla fine del 2006. Un neuropsichiatra si reca presso la Polizia giudiziaria di Palermo per denunciare quanto confessato, durante una seduta, dal suo giovane paziente pedofilo. Il pm Rita Fulantelli avvia subito l'inchiesta ascoltando i genitori delle quattro bimbe di 3, 6, 7 e 8 anni, che coincidono esattamente con la confessione del ragazzo. Dopo un anno la polizia ha notificato al giovane un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Sconterà gli arresti presso una casa di cura. Ad emettere il provvedimento restrittivo il gip del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto su richiesta del pm, Rita Fulantelli.

FESTA TRAGICA - In particolare la bimba di tre anni ha raccontato, prima ai genitori e poi agli agenti, di essere stata molestata il giorno di Santo Stefano, nella propria abitazione dove la famiglia si era riunita. I genitori ascoltati dagli investigatori hanno confermato il racconto delle figlie.

SEGRETO PROFESSIONALE - Sulla vicenda prende posizione la Società italiana di psichiatria, precisando che in merito al segreto professionale, lo psichiatra, come il medico, è tenuto a rispettarlo anche se in situazioni particolari (e in cui si può venire a delineare un pericolo per terzi) sono configurabili delle eccezioni, che lo specialista dovrà naturalmente successivamente giustificare. «Quando cioè ci si trova dinanzi ad un paziente che confessa dei reati, come la pedofilia, l'atteggiamento dello psichiatra è quello di tentare di convincere il soggetto ad ammettere il reato commesso - spiega il presidente della Società italiana di psichiatria, Carmine Munizza - offrendosi magari come "tramite" per denunciare il reato stesso. Si tenta, cioè, di far acquistare al soggetto la consapevolezza della gravità di ciò che ha fatto». Ma quando ciò non è possibile, afferma Munizza, allora «la valutazione resta quella, personale, del professionista. Si tratta cioè di valutare se la confessione del paziente rappresenta o configura una situazione di pericolo immediato o molto probabile per soggetti terzi; in quest'ultimo caso, lo psichiatra può valutare e decidere di segnalare il caso, fermo restando che si assume la responsabilità del proprio atto, che andrà giustificato».


30 Ottobre 2007 - corriere.it

L'informazione deformata

La riflessione I messaggi che vengono proposti spesso favoriscono la formazione di una cultura fatta di stereotipi, opinioni permeate di qualunquismo e razzismo. Certo molto "ben vestite", ma sempre tali, e dunque fonte di disagio per chi canta fuori dal coro e di continuo beneficio per chi muove i fili di questa operazione di dominio dei poteri forti

L'informazione è fatta di messaggi visivi e di parole, scritte o parlate, spesso l'utilizzo che ne viene fatto sottostà ad una manipolazione dei contenuti delle vicende che si svolgono nella vita di tutti i giorni, manipolazione che dovrebbe starci sempre più stretta, ma che purtroppo non è così evidente, perché somministrata con arguzia e con modelli formalmente ineccepibili.
Così gli avvenimenti hanno più o meno risalto a seconda di quanto l'informazione faccia o no il suo dovere, quasi che i picchi d'ascolto e l'attenzione siano essi stessi determinanti invece di come credo, debbano essere importanti i fatti in sé, indipendentemente se siano "di sinistra o di destra", un po' quel che succede per i libri o per i film che dovrebbero essere belli, o meglio piacere non per connotazione di parte, ma per il gusto personale del pubblico.

Certo non posso pensare all'informazione come un esercizio di narrazione asettico e impersonale, l'espressione di opinioni anche divergenti è l'essenza della democrazia, il livello di attenzione sulla qualità e sulla pluralità dell'informazione deve però rimanere alto, perché per dirla in poche parole e forse scontate, il mostro si fa in fretta a crearlo, ma poi chissà qual è la realtà vera, posta tra l'oggetto-notizia e il soggetto-lettore e ancora, chissà poi come se la cava il mostro se non lo è e come se la cava se lo è. I messaggi che vengono proposti, spesso rinforzano, favorendo la formazione di una cultura fatta di stereotipi, opinioni permeate di qualunquismo e razzismo, certo molto "ben vestite", ma sempre tali e dunque fonte di disagio per chi canta fuori dal coro e di continuo beneficio per chi muove i fili di questa operazione di dominio dei poteri forti.

Lo stesso ragionamento, penso sia applicabile su argomenti quali sessismo, lesbofobia, omofobia, razzismo anti-rom, anti-migranti, anti-tutto ciò che è diverso, scomodo, magari fastidioso, che in qualche modo ci irrita e infastidisce, perché così è. Alla mia mamma può tranquillamente dar fastidio vedere due donne che si baciano. A me può dar fastidio l'insistenza del rom al semaforo. La mia collega si può (giustamente) imbestialire di essere "sputata" ad un semaforo ? tra l'umano fastidio della convivenza e l'accettazione di chi, suo malgrado, assume in sé tutto il peggio della diversità, c'è un percorso ad ostacoli, in cui fanno la parte del leone tutti coloro che per i più vari motivi soffiano sul fuoco mai sopito dell'intolleranza, trovando facilità nell'argomentare "l'anti-tutto-ciò-che-non-è-simile-a-me" dalla nostra quotidianità di esseri umani. Scendere su terreni teorici, per me è sempre cosa faticosa, adesso è infatti il momento di domandarsi chi e perché ha interesse a non far crescere la cultura della tolleranza sia da parte di chi accoglie, che da parte di chi arriva con il suo carico di vita tanto difficile da sostenere, quanto per noi da comprendere.

La cosiddetta emergenza sicurezza è l'evoluzione mediatica più facilmente accettabile per risolvere (secondo loro, ma loro chi?) i problemi che complicano la vita dei cittadini "regolari": le prostitute danno noia al pubblico pudore e al traffico? Nascondiamole in zone più periferiche ancora, magari riapriamo le case chiuse.
I lavavetri ci infastidiscono? Multiamoli e facciamoli soggiornare in galera, già che il sovraffollamento non è un problema. L'omossessualità ci turba? Sono tutti peccatori, indegni di avere una famiglia, andranno all'inferno e per adesso, diamoci giù con emarginazione e malinformazione così che, per esempio, tutti rischino di cadere nel vergognoso tranello di associare crimini a sfondo sessuale a tutti i gay del mondo.


Una donna si smarca da un marito violento o magari solo dal marito? Il maschio sempre più spesso si sente autorizzato a ricorrere alla violenza, fino ad arrivare a episodi drammatici come l'omicidio della donna nell'aula di tribunale, e in questo caso gli organi di informazione se ne occupano, ma non con lo stesso impegno utilizzato con faccende più pruriginose, vedi omicidi di Cogne e simili.

La ricerca dei motivi veri che ci sono dietro tutto ciò che è disagio e che porta inesorabilmente ad intolleranza e violenza, è l'assenza più rumorosa ed evidente di tutto quello che sta succedendo, la ricerca seria di condizioni che ci pongano, tutti, in situazioni di minor disagio è quasi nulla, anzi chi lavora in tal senso c'è, ma chi lavora per vanificare ogni tentativo, ha mezzi e risorse illimitate, chi invece cerca modalità di contatto fra diverse realtà, chi combatte per trasformare tutto ciò in progetto politico, perché il progettare e il ricercare diventi realtà e terreno comune di confronto e ricerca di strategie condivisibili, si trova con pochi mezzi e facilmente oscurabili. Credo che i cosiddetti poteri forti, abbiano da guadagnarci a 360 gradi, dividi et impera è ancora una crudele realtà ed una più che esercitata attività di quanti, in doppiopetto, trovano nel disagio fonte di ricchezza, nella malinformazione voti e consenso, nella violenza la scusa per ricorrere alla repressione.

Il binomio repressione - criminalizzazione alimenta fenomeni e spazi di illegalità. Spingere ancora e sempre di più "il diverso" ai margini, amplifica e favorisce, ledendo i diritti degli ultimi, situazioni di rischio per tutti. Le strategie che sfruttano, aumentando ansia e paura, producono ulteriore insicurezza, portando la gente comune a chiudersi in casa, a inibire il contatto con l'esterno, diventando così facile preda, spesso inconsapevole, di chi con la scusa di "mettere ordine" trae vantaggi (un potere politico ed economico esercitato senza che nessuno, o pochi, eserciti a sua volta il potere dell'espressione e della critica dato dalla democrazia). Don Ciotti dice: E' giusto prendere atto della paura, ma la risposta non deve fermarsi ai sintomi del fenomeno (?) in un'ottica democratica, e progressista, la sicurezza deve essere vista come un diritto da garantire assieme ad altri diritti e non al posto di questi.

Facendo nostra questa affermazione, è facilmente comprensibile come il suo effetto sia dirompente e come la filosofia della tolleranza e dell'accettazione dell'altro, se applicata a tutti i livelli della società, possa diventare un pericolo per chi ha fatto di razzismo, sessismo e malacultura strumento di potere. Per questo motivo, l'opposizione a questo pensiero dovrebbe coinvolgere quanto più possibile i diversi componenti della società civile ed è per questo che l'informazione assume un'importanza così grande e determinante per le sorti della democrazia e della civiltà.


30 Ottobre 2007 - Franco Cilenti - aprileonline.info

Ubriachi alla guida: giovani e single

UBRIACHI ALLA GUIDA, IDENTIKIT KILLER: E' GIOVANE SINGLE


dell'inviata Angela Abbrescia

SORRENTO (NAPOLI) - Beve poche volte al mese ma quando lo fa non si pone limiti, e spesso aggiunge droga a droga, associando all'alcol una sostanza stupefacente, quasi sempre cocaina: è questo il profilo di chi spesso provoca incidenti sulle nostre strade. E che magari ha anche altri comportamenti a rischio, come ad esempio avere rapporti sessuali occasionali senza proteggersi. L'identikit del nuovo consumatore del terzo millennio scaturisce da uno studio, durato dieci anni, e realizzato dai Servizi alcologici dell'area milanese su 2.000 pazienti; la più grande indagine di questo tipo mai realizzata in Italia, presentata al Congresso di Federserd in corso a Sorrento. Una tipologia, quella di chi abusa di alcol, ben diversa da quella dell'alcolista, che invece beve tutti i giorni ed è un vero e proprio dipendente, e che difficilmente provoca incidenti stradali, perché non guida più da tempo o non ha più l'auto. Ma questi abusatori, trentenni, prevalentemente maschi, diplomati e single, rischiano a lungo andare di entrare anch' essi nel girone infernale della dipendenza. Il loro numero comunque, come rileva lo studio curato da Biagio Sanfilippo e Alfio Lucchini, è in aumento.

Proprio la durata dell'indagine, che ha avuto tre fasi (dal 1995 al 1998, dal 1999 al 2001 e dal 2002 al 2006) ha permesso di capire come si è evoluto il fenomeno: gli abusatori in 10 anni sono raddoppiati, passando dal 20% al 40% sul totale dei pazienti dei servizi alcologici in esame. Sono in genere persone organicamente sane, spesso vivono da soli: "non sono - ha precisato Sanfilippo - i famosi bamboccioni". Ma è in generale tutta la tipologia delle persone dedite all'alcol che è cambiata: se agli inizi della ricerca erano in genere 45enni inseriti in un contesto sociale valido, con una famiglia e un lavoro, oggi l'età media è scesa a 43 anni, uno su tre è un poliabusatore - cioé mischia alcol e droga - i single sono passati dal 16 al 22%, i diplomati dal 12 al 22%, e uno su due ha disturbi psichiatrici. "Se a bere è un cocainomane - spieha Sanfilippo - l'alcol in genere serve o per potenziare l'effetto della droga oppure per sedarne l'effetto eccitante; se invece la sostanza "primaria" è l'alcol, la droga serve per "tenersi sù". Quanto ai disturbi psichiatrici, per il 45% del campione prescindono dall'alcol ed erano presenti già prima, per il 10% sono una conseguenza dell'alcolismo. Tre alcolisti su quattro sono maschi, ma nelle femmine - avvertono i coordinatori dello studio - in genere la patologia si presenta in forma più grave: "le donne - rivela l'esperto - si controllano meno, ce ne sono che arrivano a bere l'acqua di colonia".


30/10/07 - ansa.it

Tutto sulla sua campagna contro incidenti stradali

Firenze - La nuova fase della campagna, che prenderà il via giovedì 1° novembre, è stata presentata oggi a Palazzo Vecchio dall'assessore alla sicurezza e vivibilità urbana Graziano Cioni e da Giampaolo Pazzini. Erano presenti anche la vicecomandante della Polizia Municipale Patrizia Verrusio, Sergio Cianti dell'Associazione Europea familiari e vittime della strada, Giovanni Galli della Fondazione "Niccolò Galli" Anna Maria Cariglia della ditta Target, rappresentanti di Fondiaria-Sai e Sandro Coragli del Tanax, una delle discoteche coinvolte nell'azione di prevenzione,.
"I numeri degli incidenti continuano ad essere drammatici - ha spiegato l'assessore Cioni -: dal 1998 ad oggi le persone decedute a seguito di un sinistro stradale sono stati complessivamente 264 e i feriti 47.400. L'anno scorso si sono registrati 5.582 incidenti che sono costati la vita a 22 cittadini mentre ben 4.803 hanno causato ferite alle persone coinvolte. E anche quest'anno il bilancio degli incidenti è sempre più simile a un bollettino di guerra: già oggi abbiamo superato i 4.400 incidenti con 17 morti e oltre 3.700 feriti. Si tratta - ha aggiunto l'assessore Cioni - di dati che ci convincono, una volta di più, della necessità di proseguire con le campagne di sensibilizzazione sui temi della sicurezza stradale per promuovere in tutti i cittadini, e in particolar modo nei più giovani, l'importanza del rispetto delle regole". E proprio per catturare l'attenzione di giovani e adolescenti quest'anno l'Amministrazione comunale può contare su un testimonial riconoscibile e apprezzato dal target di riferimento, il calciatore della Fiorentina Giampaolo Pazzini. Sarà suo il volto che apparirà nei manifesti, nelle locandine, negli stendardi e nelle cartoline che saranno affissi e distribuiti in città a partire dal 1° novembre. Pazzini parteciperà anche ad alcune iniziative con studenti degli istituti superiori della città sempre sul tema della sicurezza stradale insieme all'assessore Cioni e al comandante della Polizia Municipale Alessandro Bartolini.
Ma la campagna andrà a cercare i giovani anche nei luoghi del divertimento come le discoteche. Anche quest'anno, infatti, tornano le azioni di sensibilizzazione contro l'abuso di alcol all'interno di quattro discoteche fiorentine che hanno offerto la loro collaborazione: Tenax, Maracanà, Space Electronic e Vipers. In concreto all'ingresso dei locali sarà collocato una postazione dove i frequentatori della discoteca potranno sottoporsi, su base volontaria, all'alcol test per verificare il tasso alcolemico prima di mettersi alla guida. Previsti anche controlli da parte della Polizia Municipale con gli etilometri.
"Sono orgoglioso di essere testimonial di una campagna così importante - ha dichiarato Pazzini - e quando mi è stato chiesto ho subito accettato. Basta scorrere le pagine dei giornali per leggere di incidenti in cui perdono la vita tanti giovani, molti della mia età. Per questo quando ho potuto dare il mio contributo per fare qualcosa per fermare questa tragedia l'ho fatto volentieri".
"Ringrazio Pazzini per la sua preziosa collaborazione - ha continuato l'assessore Cioni - perché sono convinto che grazie al suo volto il messaggio della campagna arriverà ai giovani, tra le prime vittime sulle strade. Dobbiamo far capire a tutti che gli incidenti possono accadere a chiunque e che nella stragrande maggioranza dei casi dipendono da un comportamento scorretto. Un messaggio che deve essere ben compreso soprattutto dai più giovani. Per questo dedichiamo particolare attenzione all'informazione e alla prevenzione, ma dove necessario scatterà la repressione, ovvero le multe". L'assessore Cioni ha infine ringraziato Fondiaria-Sai per il suo prezioso sostegno garantito a tutte le campagne per la sicurezza stradale promosse dall'Amministrazione comunale, fin dalla prima, datata 2001, che aveva come protagonisti due calciatori della Fiorentina Francesco Toldo e Manuel Rui Costa.


30/10/07 - firenzeviola.it

Aids: studio corregge «età» del virus

Il virus dell'Aids sarebbe «sbarcato» negli Stati Uniti giá nel 1969, portatO probabilmente da un immigrato proveniente da Haiti. Lo afferma uno studio condotto da Michael Worobey, biologo evoluzionista dell'universitá dell' Arizona, confermando così molte delle ipotesi finora avanzate. Secondo questo studio, dunque, l'arrivo dell'Hiv risale a circa 12 anni prima dell'individuazione della malattia, avvenuta solo nel 1981. Lo studio è pubblicato sulla rivista Proceedings of the national academy of sciences (Pnas).

ANALISI SU SANGUE CONSERVATO - I ricercatori hanno analizzato il sangue, prelevato nel 1982 e 1983, da cinque immigrati haitiani insieme a quello di altri 117 pazienti di tutto il mondo, ritenuti fra i primi contagiati dal virus Hiv. Sangue che era stato conservato proprio a scopo di ricerca. Il virus sarebbe entrato ad Haiti, probabilmente dall'Africa centrale, all'incirca nel 1966 - sostengono gli scienziati - il che è compatibile con le stime finora fatte, per poi arrivare in America nel 1969. Una sola persona, quindi, arrivata in una grande città come Miami o New York, avrebbe permesso la circolazione indisturbata del virus per anni.

CONTAGIO RAMIFICATO - «L'infezione è passata da una persona a due, da due a quattro - ha spiegato Worobey - con una crescita continua ed esponenziale. Probabilmente per anni ha coinvolto un numero limitato di persone. Poi, in linea con un'espansione di tipo epidemico, è arrivata a centinaia di migliaia e solo a quel punto è stata individuata, all'inizio degli anni '80». Il percorso del virus nel mondo è da tempo oggetto di discussione scientifica. Arthur Pitchenik dell'universitá di Miami e coautore dello studio, ha curato nel 1979 degli immigrati haitiani a Miami con una malattia misteriosa che si sarebbe poi svelata come Aids. «Credo che questa ricerca chiarisca la storia dell'epidemia dell'Aids. Dati che prima erano solo teoria, ora assumono l'aspetto di evidenza oggettiva», ha concluso Pitchenik. I ricercatori sperano in questo modo di avere più informazioni sul virus per valutare anche il suo comportamento futuro. L'Aids ad oggi ha ucciso più di 25 millioni di persone e attualmente oltre 40 milioni sono contagiate dal virus.

30/10/07 - corriere.it

In aumento alcolisti ed eroinomani

Modena, report Ausl: in aumento alcolisti ed eroinomani


Modena - Dopo molti anni tornano ad aumentare gli eroinomani, mentre calano leggermente i consumatori di cocaina. Nel complesso 1.373 tossicodipendenti (nel 2005 erano 1336) hanno seguito un programma terapeutico presso i Servizi tossicodipendenze nel 2006.


Sono ancora invece pochissimi i consumatori di ecstasy assistiti, una tendenza dovuta al fatto che queste persone non si considerano drogate e, quindi, non richiedono spontaneamente interventi di cura; 790 persone si sono rivolte ai centri alcologici della nostra provincia (745 nel 2005), facendo registrare un aumento rispetto all'anno precedente; 248 persone hanno seguito corsi antifumo. Infine, sono state in cura anche 13 persone per problemi legati al gioco d’azzardo, un piccolo gruppo che rappresenta però il preoccupante segnale di un fenomeno che ha dimensioni molto consistenti.

E' il quadro che emerge dalla relazione annuale 2006 sulle attività del Settore Dipendenze Patologiche-Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Modena, presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa dal Direttore Generale Azienda USL di Modena Giuseppe Caroli, dal Direttore Settore Dipendenze Patologiche Claudio Ferretti e dal Responsabile Osservatorio Dipendenze Patologiche Gianni Morandi.

Quello delle dipendenze è un fenomeno molto vasto - più di 2.500 persone seguite nel 2006 - al quale l'Azienda USL di Modena risponde con una rete di servizi - Servizi tossicodipendenze, Centri alcologici e Centri Antifumo - presenti nei sette distretti sanitari della nostra provincia e che assicurano l'assistenza a chi soffre di dipendenza da droga, alcol, tabacco e gioco d'azzardo. Una rete basata sulla collaborazione fra istituzioni pubbliche, privato sociale e associazioni di volontariato. Tra le esperienze innovative del 2006, va ricordato il laboratorio protetto per il reinserimento lavorativo di tossicodipendenti e alcolisti: un progetto, realizzato dalla cooperativa sociale modenese “I care”, che ha l’obiettivo di avviare percorsi di reinserimento sociale e lavorativo attraverso un tirocinio formativo la cui durata varia dai 3 ai 6 mesi.


Tossicodipendenti

Continuano a prevalere i consumatori d’eroina (75%), età media 36 anni, seguiti dai cocainomani (14%), età media 31 anni, e dai consumatori di cannabis (8%), età media 28 anni. Praticamente assenti i consumatori di ecstasy (10 casi) assistiti. Da segnalare che i SerT curano anche una quota significativa di tossicodipendenti non residenti nel modenese, inviati in terapia d’appoggio da altri SerT oppure domiciliati per lavoro o studio (7% nel 2006, rispetto alla media decennale oscillante tra il 4% ed il 10%).Relativamente ai 250 nuovi utenti, dopo anni di crescita dei cocainomani e di calo degli eroinomani, nel 2006 sembra invertirsi la tendenza, con nuovi eroinomani più giovani (in media 29enni) che tendono a presentarsi spontaneamente ai SerT; risultano invece leggermente più maturi i consumatori di cocaina, prevalentemente 30enni, con una percentuale decisamente più alta di uomini, quasi il triplo rispetto alle donne. Anche in questo caso si conferma che i consumatori non si percepiscono come drogati, bisognosi di assistenza, infatti la maggior parte delle persone seguite dalle strutture pubbliche è arrivata a curarsi solo dopo invio coatto (Prefettura, carcere, altri Servizi).


Alcolisti

L’abuso alcolico prevalente riguarda il vino (63%), seguito da birra (22%) e superalcolici (13%). L’età media complessiva si aggira sui 48 anni, più alta per le donne (49) rispetto ai maschi (47). Tra i 216 nuovi utenti 2006, il 20% (43 persone) è stato inviato dalla Commissione Medica Locale (si tratta di quelle persone a cui è stata ritirata la patente per guida in stato d’ebbrezza e giudicati come bisognosi di cure da parte di un Centro alcologico). In questo caso si tratta sempre di persone di sesso maschile, d’età media 40 anni, per l’80% lavoratori. Gli altri nuovi utenti raramente arrivano ai Centri alcologici per scelta volontaria; nella maggior parte dei casi sono inviati da enti terzi ai quali si erano rivolti inizialmente (ospedali, medico curante, altri servizi dell’Azienda USL o comunali).


Dipendenze da gioco d'azzardo

Fra le novità presentate nell’ultimo report ci sono i giocatori d’azzardo patologici. Sono 13 persone, in maggioranza maschi, perlopiù habituè di vari tipi di lotterie o utilizzatori di videogiochi da bar o da sale gioco. Sono la punta di un iceberg probabilmente ben più consistente, infatti, trattandosi di dipendenza da comportamenti legali, manca del tutto la disapprovazione sociale ed è quindi molto più lento il processo di consapevolezza della situazione patologia che si vive.


Indice di mortalità legato alle tossicodipendenze

Dall’analisi in corso, finora relativa al periodo 1981-2006 risulta una progressiva riduzione della mortalità dei tossicodipendenti per Aids (grazie alle terapie antivirali) e per overdose (grazie alle strategie regionali di riduzione del danno). Resta tendenzialmente stabile da un lato la mortalità dovuta a traumatismi (incidenti stradali, suicidi, omicidi), ed iniziano a manifestarsi costantemente decessi per tumori, problemi circolatori o respiratori, cirrosi, legati allo stile di vita dei tossicodipendenti. Per quanto riguarda gli alcolisti, dalla stessa ricerca riferita al periodo 1991-2006 (prima erano utenti della Salute Mentale) risulta che le prime cause di decesso sono i tumori, le cirrosi epatiche, le malattie del sistema circolatorio ed i traumatismi. Si tratta di patologie degenerative sulle quali potrebbe aver effetto solo un accesso precoce ai Centri alcologici.


Differenziazioni territoriali

Infine, da una comparazione della distribuzione territoriale degli utenti del Settore Dipendenze Patologiche rispetto alla popolazione generale, risulta che proporzionalmente i tossicodipendenti sono più presenti nelle aree urbanizzate ed economicamente sviluppate, mentre il numero degli alcolisti è più consistente nelle zone di collina e di montagna.


30/10/07 - bologna2000.com

Controlli sulle strade di Fossano

Riscontrati anche tassi 4 volte superiori al consentito

Fossano - Fine settimana di controlli sulle strade per i Carabinieri della Compagnia di Fossano "armati" di etilometro e telelaser hanno contestato 45 violazioni al Codice della Strada, ritirato 6 patenti e sequestrto un veicolo, oltre alla denuncia in stato di libertà di 4 persone per guida in stato di ebbrezza.

Per guida in stato di ebbrezza denuncia e ritiro di patenteper F.D., 19enne di Racconigi, risultato essere tre volte superiore al limite consentito (limite 0,5 g/l, quantità accertata 1,58 g/l); C.M., 38enne cittadino carrucese, quattro volte oltre il limite (2,17 g/l) e positivo anche all'esame sugli stupefacenti; M.A., 65enne residente a Mondovì, che a seguito di fuoriuscita autonoma della sede stradale e sottoposto agli accertamenti alcolemici da parte dei carabinieri di Morozzo risultava avere un quantitativo di alcool nel sangue pari a 1,58 g/l e C.E., residente a Tarantasca e trovato dai militari di Centallo con un tasso di 2,46 g/l.

Controlli eseguiti nei pressi dei locali notturni del Fossanese hanno permesso inoltre di acclarare lo stato di ubriachezza molesta da parte di alcuni giovani, contravvenzionati in quanto arrecavano disturbo.

"L'attività è risultata essere particolarmente efficace a livello dissuasivo, in particolare nei confronti dei giovani frequentatori della 'movida notturna' - spiega il comandante della Compagnia di Fossano cap. Carlo Emanuele Riccardi -. Abbiamo potuto osservare un più attento rispetto anche da parte dei gestori dei locali riguardo al limite imposto nella somministrazione di bevande alcoliche oltre l'orario consentito, che permette di divertirsi senza eccessi, dissuadendo viceversa coloro che, con i loro comportamenti, mettono a repentaglio l'incolumità altrui".


30/10/07 - grandain.com

Chiuso un pub

OPERAZIONI DEI CARABINIERI SUL MATESE: MILITARI FANNO CHIUDERE UN PUB


Una vasta operazione finalizzata a prevenire e reprimere illeciti di ogni genere è stata portata a termine dai Carabinieri della Compagnia di Piedimonte Matese diretta dal Capitano Salvatore Vitiello. Nella zona di Prata Sannita, i militari della locale Stazione, al comando del Maresciallo Giuseppe Sileo, hanno proceduto a controlli presso alcuni esercizi commerciali, durante i quali è stata disposta la chiusura di un PUB per una serie di violazioni in materia amministrativa e di tutela del lavoro. Infatti il titolare risultava avere alle sue dipendenze personale la cui assunzione non era stata mai regolarizzata. Presso un Supermarket invece, venivano riscontrate una serie di violazioni per carenze igienico-sanitarie, a cui seguiranno le previste sanzioni amministrative nei confronti del titolare. Ad Alife, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, diretti dal Maresciallo Giuseppe Calabrese, sorprendevano E.I., 33enne, di Alife, il quale veniva trovato in possesso di circa cinque grammi di “hashish”. La sostanza stupefacente veniva immediatamente sottoposta a sequestro mentre il giovane veniva deferito alle competenti Autorità. Sul suo conto continuano le indagini per accertare se la droga rinvenuta fosse destinata all’uso personale o allo spaccio locale di sostanze stupefacenti. A Dragoni, sempre i militari del N.O.R.M., denunciavano alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, G.G., 49enne, di Piedimonte Matese, poiché sorpreso alla guida della propria auto, una Mercedes 220, in stato di ebrezza alcolica. L’accertamento è stato eseguito con l’utilizzo dell’etilometro, il quale ha dato il risultato del tasso alcolemico pari a 2,69, vale a dire più di cinque volte del tasso massimo previsto dalla legge per potersi mettere alla guida che è pari a 0,50. Naturalmente ne è conseguito l’immediato ritiro della patente di guida ed il fermo del veicolo. Ad Alvignano, è stato invece sottoposto a controllo L.S., 25enne, del posto, il quale si trovava alla guida della propria autovettura. I militari hanno però scoperto che la patente di guida gli era stata ritirata un mese fa, poiché fu trovato alla guida, in possesso di sostanze stupefacenti. Si procedeva pertanto al sequestro immediato del veicolo e alle relative sanzioni amministrative nei confronti del giovane. Infine, sempre nel corso dei vari controlli, ad Ailano veniva recuperata un’autovettura Renault Clio, rubata qualche giorno fa ad una casalinga in provincia di Napoli. La donna ha voluto ringraziare personalmente i militari per la tempestività e la professionalità dimostrata nelle ricerche, nel recupero e nella restituzione del veicolo.


30/10/07 - lnx.casertasette.com

Un altro automobilista che aggredisce i Carabinieri

Essere fermati per un controllo e aggredire i Carabinieri sebra essere diventata prassi comune in Alto Canavese: a 24 ore dall’“incredibile” guidatore ubriaco di sabato notte, ecco un altro caso analogo.

Il tutto si è svolto a Rivarolo, verso le 5 della mattina, quando i Carabinieri del Nucleo Operativo Radio Mobile della Compagnia di Ivrea hanno fermato per un normale controllo alla circolazione stradale una Wolkswagen Golf; il guidatore è apparso subito in evidente stato di ebbrezza, così i militari gli hanno intimato di sottoporsi al del tasso alcolico. A questo punto l’uomo, A. M. classe 1971, cittadino algerino residente in Feletto e regolare sul territorio italiano, s’è rifiutato di sottoporsi al controllo e, come ha visto che i militi procedevano comunque alla relativa contestazione della violazione, ha iniziato ad inveire con pesanti frasi ingiuriose e minacciose nei confronti dei militari.

Intanto giungeva sul posto il carro attrezzi per il conseguente recupero dell’automobile; alla vista del mezzo, l’uomo si gettava addosso al maresciallo che stava compilando gli atti colpendolo al volto con una testata così violenta da provocargli un trauma contusivo e discorsivo in regione cervicale e nasale. A seguito del trauma riportato, il militare è stato trasportato all’Ospedale ove gli è stata emessa una prognosi di ben 20 giorni.

L’Algerino è stato, ovviamente, arrestato per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali.


30/10/07 - localport.it

Abuso di alcol: guide per genitori e ragazzi

Roma – Nei ragazzi sotto i 16 anni bere sostanze alcoliche può produrre effetti sul sistema nervoso centrale e sull'intero organismo. Non esiste una quantità "sicura" per il consumo di alcol: si può solo parlare di quantità a basso rischio, ma i rischi esistono per qualsiasi livello di consumo. L'uso di alcol è visto spesso dagli adolescenti come un rituale avente lo scopo di creare legami e di permettere interazioni più distese: in sostanza, di sentirsi adulti. Ma l'abuso di alcol può essere la spia di condizioni psicopatologiche sottostanti, e quindi il proibire senz'altro ad un adolescente di assumere bevande alcoliche fa correre il rischio di ottenere un effetto contrario a quello voluto. Questi sono soltanto alcuni dei consigli contenuti nella doppia guida, per i genitori e per gli adolescenti, sull'abuso di alcol, realizzata dai medici dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma. Bere più bevande alcoliche in genere nel fine settimana è un nuovo stile di consumo, sempre più diffuso tra i giovani e, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è addirittura in crescita. La guida offre ai genitori suggerimenti su come riconoscere i segnali di allarme, per poter affrontare la questione con i figli (per esempio, discutendo con loro sulle etichette delle bevande che li attirano, e spiegando loro che cosa è la gradazione alcolica).


30/10/07 - casertanews.it

Silb “lo stop all’alcol non produce miglioramenti”

“Il divieto di vendere alcolici dopo le due di notte introdotto dalla legge nazionale 160 e l’obbligo di chiusura per le discoteche alle 3 del mattino previsto dalla legge veneta limitano la libertà di divertimento senza produrre alcun effetto positivo in quanto incrementano il nomadismo notturno e quindi il rischio di incidenti, incentivano l’abusivismo, alimentano comportamenti trasgressivi nei giovani e il consumo di sostanze stupefacenti”. E’ quanto sostenuto da Renato Giacchetto, presidente del Silb, il Sindacato italiano dei locali da ballo, intervenuto ad una riunione della terza commissione del Consiglio regionale del Veneto sul tema dei divieti a vendere alcool.
In alternativa ai divieti, introdotti dalla legge Bianchi, ma anche dalla normativa veneta che però dovrebbe entrare in vigore da aprile del prossimo anno, i gestori delle discoteche propongono di introdurre ‘etilotest’ e ’steward’ nei locali notturni, l’obbligo del ‘guidatore designato’ a tasso alcolimetrico zero, il trasporto notturno gratuito per chi ha bevuto, incentivi ai gestori che somministrano bevande analcoliche, campagne di sensibilizzazione, informazione ed educazione rivolte ai giovani. Ma soprattutto i gestori chiedono più controlli sulle strade da parte delle forze dell’ordine, “unico strumento efficace - secondo il Silb - per abbattere il numero di incidenti sulle strade”.


30/10/07 - eurofinanza.it

Alcol: In Europa Si Beve Troppo e Male

Fegato Ko Per Sbornie Fine Settimana


Parigi, 29 ott. (Adnkronos Salute) - In Europa si beve sempre di piu', e sempre peggio. ''Molti cittadini del vecchio continente soffrono di gravi malattie epatiche causate dall'eccessivo consumo di alcolici. E, secondo i nostri ultimi dati, le cattive abitudini si stanno ormai diffondendo dal Nord Europa agli altri Paesi''. A lanciare l'allarme sono gli esperti riuniti a Parigi per l'Uegw (United Gastroenterology Week), in corso nella capitale d'Oltralpe. "Al di la' del consumo di alcolici, il modo in cui si beve sembra giocare un ruolo importante", ha sottolineato Massimo Pinzani del Dipartimento di medicina interna dell'Universita' di Firenze, rappresentante dell'European Association for the Study of the Liver nel comitato scientifico dell'Uegw.

Lo specialista italiano ha puntato il dito contro le 'sbornie del fine settimana'. "La rapida assunzione di grandi quantita' di alcol in pochi giorni puo' portare a un danno acuto del fegato. E questo anche se il consumo settimanale non supera i livelli giudicati a rischio", ha avvertito Pinzani. In pratica, e' come se il sistema metabolico del fegato finisse per essere 'intasato' dal massiccio dosaggio di alcolici concentrato in breve tempo, e non riuscisse a far fronte a questo eccesso. Un comportamento che, fino a poco tempo fa, era limitato a Paesi dell'Europa settentrionale e centrale. Ma che secondo gli specialisti sta ormai 'contagiando' anche il Sud.

Insomma, le sbornie del fine settimana stanno prendendo piede - soprattutto fra i giovani - in ogni parte del vecchio continente. Un fenomeno preoccupante, secondo i gastroenterologi riuniti a Parigi. Che, comunque, 'giocano in casa': "L'alcol rappresenta la prima causa di cirrosi in Francia - ha detto Philippe Mathurin del Servizio di Epatogastroenterologia del Chru di Lille - e questo nonostante dal 1960 si sia ridotto il consumo di vino pro-capite". Secondo un recente studio francese, infine, "basta un aumento dell'1% delle vendite di alcolici per portare a un + 0,282% il tasso di mortalita' da cirrosi''.

29.10.07 - notizie.yahoo.com

Teenager Italiani a Rischio Sbornie Fine Settimana

Intasano Pronto Soccorso


Parigi, 29 ott. (Adnkronos Salute) - Sempre piu' giovani italiani 'contagiati' dalla moda della sbornia del fine settimana. "Lo testimoniano i pronto soccorso intasati la domenica sera da ragazzi e ragazze, a volte giovanissimi, con coliche addominali violentissime, 'spia' di epatiti o pancreatiti da alcol".

Parola di Paolo Gionchetti, dell'ospedale Sant'Orsola Malpighi di Bologna, e di Alessandro Armuzzi, della Columbus di Roma, che da Parigi condividono l'allarme sugli effetti della sbornia del fine settimana lanciato oggi all'Uegw (United Europea Gastroenterology Week), in corso nella capitale francese.

"Il problema - dicono gli specialisti all'ADNKRONOS SALUTE - e' che oggi vediamo il segno di questi eccessi in ragazzini, anche di 13 anni. A farne le spese, poi, sono molto spesso le giovanissime: nelle donne, infatti, la capacita' di metabolizzare l'alcol e' inferiore. E oggi troppe adolescenti bevono in discoteca o nei locali, sovente a stomaco vuoto".

Questo, assicura Armuzzi, peggiora le cose: il danno "e' piu' grave e anche difficilmente recuperabile". Insomma, un weekend di stravizi rischia di regalare un ricordo indelebile a fegato o pancreas. "Altro grave errore, quello di mescolare cocktail e super-alcolici: il contenuto di etanolo in queste bevande e' decisamente maggiore rispetto a vino e birra", conclude Gianchetti.


29.10.07 - notizie.yahoo.com

Allarme cocaina, è boom di rinoplastica

Rifarsi il naso distrutto dall’abuso di cocaina è l’ultima tendenza per i consumatori della polvere bianca.

La segnalazione giunge dal Congresso in corso a Sorrento di Federserd, la federazione degli operatori pubblici delle dipendenze che spiegano come la moda di sottoporsi ad interventi di rinoplastica si stia diffondendo a tal punto che i chirurghi hanno ormai delle vere e proprie liste d’attesa (5 mesi nelle cliniche private, oltre un anno negli ospedali).
Un intervento che dura due o tre ore al massimo e che oltretutto si può effettuare gratis in ospedale (dal momento che si tratta di un intervento per riparare un danno funzionale, indipendentemente dalla causa che lo ha provocato) o pagando circa diecimila euro in una struttura privata.

Fino a poco tempo fa, i casi di ricostruzione del naso - dicono gli esperti di Federserd - erano rarissimi, uno su cento cocainomani, quasi nessuna donna. E riguardavano per la quasi totalità vip dello spettacolo o manager. Ora la richiesta di questo intervento si è ampliata. Ci sono liste di attesa di cinque mesi in cliniche private e più di un anno e mezzo in ospedale, quasi quanto per una Tac. Non sono più rare le donne, e sono sempre più numerose le persone di tutti i ceti sociali.

“Si sniffa cocaina, si vede il naso danneggiato con grande difficoltà nella respirazione - dice Claudio Leonardi, coordinatore del Comitato scientifico della FeDerSerD, Servizio di Tossicodipendenza della Asl Roma C- si va dal chirurgo plastico per un intervento in una struttura privata, si paga una forte somma, si soffre un po’ e poi se non si è imparata la lezione e non ci si è curati, si torna a sniffare”.
“E’ un problema grave e in aumento” aggiunge Leonardi sottolineando come la situazione è ancor più grave “se si pensa che sono costretti alla ricostruzione del naso anche tanti giovanissimi, nei quali le mucose e la cartilagine sono più delicate.”

L’operazione, come spiega il professore Ezio Maria Nicodemi, specialista in chirurgia plastica, docente a contratto alla Scuola di specializzazione a Tor Vergata, consiste nell’utilizzare innesti cartilaginei e realizzare lembi di mucosa che servono a riattivare la funzione respiratoria compromessa dall’uso eccessivo di cocaina.

L’altro dato allarmante che emerge dal Congresso è l’ aumento del consumo di cocaina da parte delle donne, soprattutto giovani.
Se infatti - ha reso noto il presidente di Federserd - su 10 cocainomani in generale otto sono uomini e due donne, tra i giovani il rapporto è sei ragazzi e ben quattro ragazze.

E, come se non bastasse, rileva la Federserd, si sta diffondendo fra gli adolescenti anche un’altra moda pericolosissima: dopo la marijuana, l’ecstasy e la cocaina, arriva infatti la miscela da sniffare.
“Questo sniffare, o meglio respirare, le esalazioni che salgono dai serbatoi - spiega Leonardi - fino a poco tempo fa si registrava solo nei Paesi molto poveri. Adesso lo sniffare miscela e benzina è diffuso anche in Italia. E questo non solo perché‚ si tratta di uno stimolante ‘a costo zero’, ma anche perché‚ dà un’eccitazione, fa ‘viaggiare’ a un palmo da terra”.
Sono soprattutto gli adolescenti più timidi, spiega l’esperto, a respirare le esalazioni di miscela e benzina, perché‚ trovano così il coraggio per conquistare un ruolo nel branco e la forza negli approcci con le coetanee. In pratica, le sostanze contenute nella miscela e ancor più nella benzina (idrocarburi e additivi) sono altamente disinibenti perché, se aspirati, stimolano il sistema nervoso.
“Se fanno girare al massimo motorino e auto - spiega Leonardi - fanno girare al massimo anche il cervello. Se continua così, con la diffusione delle droghe, in poco tempo avremo una generazione di adulti con il cervello svanito”.


30/10/07 - noipress.it

Movida violenta, continua il forum

Ventenne muore per una bravata


Non si sono fermati all'alt dei carabinieri, dopo aver messo a segno una rapina, e Pasquale Guadagno, 20 anni, è stato ucciso da un colpo di pistola esploso da un carabiniere a Somma Vesuviana. Fermati i due complici 18enni. Di nuovo criminalità e violenza. Intanto i genitori continuano a scambiare informazioni sul forum


Rapina, ricettazione, resistenza e porto di arnesi da scasso: sono queste le accuse con le quali sono stati fermati i due diciottenni compagni di Pasquale Guadagno, il ragazzo di 20 anni ucciso con un colpo di pistola da un carabiniere a Somma Vesuviana, dopo aver forzato un posto di blocco e dopo un lungo inseguimento a bordo di un´auto rubata.
I ragazzi avevano appena messo a segno una rapina a Saviano. Il militare che ha sparato al ragazzo è indagato per eccesso colposo di legittima difesa.

Violenza e giovani: un altro episodio che porta di nuovo alla ribalta il problema della criminalità in Campania. E sul forum i genitori, dopo i fatti di cronaca, continuano a scambiarsi informazioni

29.10.07 - napoli.repubblica.it

Basta guerre nel mondo!