Feste private contro i divieti anti alcolici

JESOLO. Troppe feste private, allarme del Sindacato dei locali da ballo. Il presidente nazionale dei discotecari, lo jesolano Renato Giacchetto, denuncia la concorrenza sleale di organizzatori di feste private in barba a qualsiasi normativa su alcolici e sicurezza. Accade in tutto il Veneto, in particolare nel veneziano e trevigiano, e la prima sfida è stata lanciata già la notte di Halloween quando le streghe hanno festeggiato in lussuose ville e moderni casolari di campagna presi in affitto per party alcolici.
Continua ancora, però, ogni fine settimana, quando i locali come discobar e discoteche hanno notato l'emorragia di clienti verso queste feste private. Noti organizzatori di eventi affittano sontuose ville, edifici un po' fuori zona, per convogliare clienti che possono lasciarsi andare senza freni fino all'alba. Ma intanto nelle discoteche già si avverte l'incidenza di questi fenomeni con un taglio del personale che arriva fino al 30 o addirittura il 40 per cento. «Sono i primi effetti effetti della nuova legislazione - spiega Giacchetto che con il Silb ha organizzato una grande raccolta di firme di protesta contro la legge nazionale e regionale - in queste feste non ci sono regole né controlli. Possono fare quello che vogliono. In Veneto, invece, un locale è stato subito sanzionato, a Silea. Adesso alle 2 non si servono più alcolici, ma presto la legge regionale darà l'ultima mazzata anche a ristoranri, club, tutti i locali che aprono la notte. Niente alcol dall'una e chiusura alle 3, salvo deroghe che saranno difficili da conquistare. Noi speriamo di poter fare qualcosa, ma ci hanno dichiarato guerra. Nei locali notturni si inizia a vedere sempre meno gente: scelgono altri eventi che sfuggono ai controlli e alle leggi come primo effetto delle legislazione che metterà tutti i locali in ginocchio». Alle feste si paga dai 20 ai 50 euro, cena spesso compresa. Gli organizzatori provengono quasi tutti dagli ambienti della discoteca che hanno lasciato preferendo i ben più lauti guadagni di questo settore ancora incontrollabile. «Non facciamo nulla di male - dice un noto pierre - sono feste a tutti gli effetti in locali regolarmente affittati, dove ci si diverte come è giusto fare nel fine settimana. Le feste ci sono sempre state».


Giovanni Cagnassi - 04 novembre 2007 - espresso.repubblica.it

Controlli cc a Palermo

SICUREZZA: CONTROLLI CC A PALERMO, 20 ARRESTI


(AGI)- Palermo, 5 nov. - E' in corso e terminera' domani all'alba il piano straordinario dei servizi di controllo del territorio disposti dal colonnello Teo Luzi, comandante Provinciale dei carabinieri di Palermo, per il lungo ponte delle festivita' dei defunti. Venti persone sono state arrestate, e in particolare una per guida in stato ebbrezza, due per violenza privata aggravata, cinque in esecuzione di ordine di custodia cautelare in carcere, sei per furto aggravato 6, tre per furto di auto e moto, una per spaccio droga, due per resistenza a pubblico ufficiale. Altre 20 persone sono state denunciate in stato di liberta' di cui 6 per guida senza patente, 2 per violazione delle disposizioni in materia di trasporto di rifiuti solidi speciali, una per aver organizzato abusivamente uno spettacolo, due per guida in stato ebbrezza, una per molestie e porto abusivo di coltello genere vietato, una per falsita' ideologica, tre per detenzione illegale di munizioni, tre per omessa variazione di armi legalmente detenute e omessa custodia, una per porto abusivo di arma comune da sparo, una per accensione, esplosione e confezionamento di manufatti artigianali esplosivi, una per mancata assistenza dolosa. I carabinieri hanno inoltre segnalato alla prefetuura 22 persone come assuntori di sostanze stupefacenti, elevato 11 contravvenzioni stradali, sottoposto a sequestro amministrativo,28 mezzi, ritirato 11 carte di circolazione e 22 patenti, delle quali 18 per guida in stato ebbrezza. Sono state inoltre controllate 75 persone agli arresti domiciliari, sequestrate 15 armi e 145 munizioni, effettruate 120 perquisizioni. Complessivamente sono stati impiegati oltre 300 carabinieri e 100 automezzi dell'Arma territoriale, coadiuvati da personale della Cio (Compagnia Intervento Operativo) del dodicesimo Battaglione carabinieri Sicilia di Palermo. Per la prima volta quest'anno sono state utilizzate anche pattuglie di militari ri nei pressi di cimiteri e luoghi di culto per garantire la sicurezza delle persone appartenenti a fasce deboli. La misura si collega all'incremento dei reati di tipo predatorio registrati al termine delle festivita' dell'anno scorso. Nei servizi sono stati impiegati numerosi "gazzelle" e motociclisti, che hanno pattugliato le strade delle citta' e della provincia, effettuando posti di controllo con l'utilizzo dell'etilometro in particolare nei pressi degli accessi autostradali. (AGI)


05/11/07 - agi.it

Marito e moglie travolti da un ubriaco

PIAZZOLA SUL BRENTA. Investiti a cento metri da casa, mentre attraversavano sulle strisce bianche, da una vettura condotta da un guidatore ubriaco, con il tasso alcolico tre volte superiore al limite di legge. Sono morti così Gaetano Didonè, 69 anni, e sua moglie Luisa Cervato di 67 anni, entrambi residenti in viale Camerini 31. Il tragico schianto è avvenuto ieri sera qualche minuto prima delle 19, all'incrocio fra via Dalmazia e viale Camerini a Piazzola sul Brenta. L'investitore Renzo Benazzato, 66 anni di Grantorto, stava tornando a casa dopo un pomeriggio passato a giocare a carte con gli amici al bar trattoria «Al Ponte» di Campo San Martino. I due coniugi camminavano a braccetto sul ciglio della strada, stavano raggiungendo lo stand gastronomico allestito nell'ambito della fiera di San Martino. Sono morti uno a fianco all'altro, colpiti in pieno da una vettura mentre attraversavano sulle strisce bianche. Sull'asfalto, sparpagliati attorno al punto dell'impatto, sono rimasti i loro occhiali, schiacciati dalle gomme della vettura, il berretto di Gaetano Didonè, le scarpe e la borsa di Luisa Cervato. L'incrocio fra viale Camerini e via Dalmazia, che dopo l'incrocio diventa via Fiume, è molto buio, l'illuminazione è parzialmente oscurata dalle magnolie che hanno ormai inglobato i fari. I corpi straziati del consulente informatico e dell'insegnante di lettere, entrambi in pensione, sono volati a una decina di metri, uno accanto all'altro. Così li hanno trovati i due figli Paolo e Luca, arrivati poco dopo sul luogo dello schianto. «Erano una coppia unita e affiatatissima, era destino che dopo una vita trascorsa mano nella mano, dovesse finire così», racconta Gianni, un amico della coppia. Non ci sono segni di frenata sull'asfalto, la Bmw 320 nuova di zecca di Renzo Benazzato ha centrato in pieno i coniugi che camminavano insieme verso i capannoni della fiera. Non è ancora chiara la dinamica dell'incidente: secondo i testimoni la Bmw di Benazzato è transitata con il semaforo verde sull'incrocio, mentre la coppia stava cominciando ad attraversare la strada. Il punto esatto dove le due vittime sono state falciate non è chiaro: secondo il guidatore i due anziani erano in mezzo all'incrocio, a distanza di circa cinque metri dal passaggio pedonale, ma guardando la posizione sull'asfalto degli effetti personali della coppia è plausibile che fossero all'inizio delle strisce pedonali. Un testimone che era dietro alla Bmw, ad un centinaio di metri, assicura che il semaforo era verde «tanto che anch'io sono passato dieci secondi dopo - racconta - in lontananza ho visto davanti a me qualcosa di strano, come degli oggetti volare. Quando sono arrivato nei pressi dell'incrocio, alla mia destra, ho visto i due corpi per terra e mi sono fermato. Non ho però visto il momento e nemmeno il punto esatto dell'impatto».
Una cosa è certa lo schianto è stato tremendo, i due anziani hanno entrambi sbattuto violentemente contro il cofano e il parabrezza della vettura, per poi finire sbalzati ad una decina di metri di distanza, oltre il passaggio pedonale. Benazzato non ha nemmeno provato a schivare i due pedoni, a pigiare sul freno nel disperato tentativo di evitarli. La vettura, distrutta nella parte anteriore, si è fermata altri venti metri dopo il punto esatto dell'impatto. Ha la parte anteriore destra del cofano completamente danneggiata, al pari del parabrezza che presenta due evidenti rientranze causate con ogni probabilità dai corpi dei due anziani. «Non li ho visti, avevo il verde. Non stavo correndo ero ad una velocità di 50 km all'ora, mi sono sbucati fuori all'improvviso», continua a ripetere il guidatore che è stato sottoposto subito al test dell'etilometro dai carabinieri della stazione di Piazzola sul Brenta. Il risultato è di 1,48 millilitri per litro, contro gli 0,50 consentiti dal codice della strada. «Non sono ubriaco, Non sono ubriaco», ha continuato a ripetere ai militari. Sul posto sono immediatamente intervenuti con due ambulanze i sanitari del Suem di Piazzola e di Cittadella, ma per Gaetano Didonè e Luisa Cervato non c'è stato nulla da fare: l'impatto contro la vettura ha dilaniato i loro corpi. Sono morti all'istante. I rilievi sono stati eseguiti dai carabinieri di Piazzola che hanno chiuso al traffico fino alle 22.30 il tratto di strada. Renzo Benazzato, in serata, è stato portato in caserma dove è stato denunciato per omicidio colposo. La vettura è stata posta sotto sequestro dal pubblico ministero Paola De Franceschi.


Francesco Patanè - 04 novembre 2007 - espresso.repubblica.it

Due ventenni finiscono in una scarpata

Due ventenni finiscono con l'auto in una scarpata. Un morto e un ferito


CHIETI. Mancava poco all'1 di notte, sabato scorso, quando Gabriele Marsibilio, 23 anni e Stefania Orlandi, 24 sono finiti con l'auto in una scarpata. Stefania è morta sul colpo, il ragazzo si è ferito. A L'Aquila, sempre sabato notte, la stradale ha ritirato quattro patenti per guida in stato di ebrezza.

Secondo le prime ricostruzioni della stradale sarebbe stata la forte velocità a cui stava procedendo l'Audi A3 di Marsibilio a farli uscire fuori strada. I due, lui operaio di Guardiagrele, lei studentessa di Casalincontrada stavano percorrendo la strada in località Buon Consiglio, un tratto di discesa della cosiddetta "strada della pace" che da Bucchianico conduce a Chieti (Consorzio di Bonifica).
In uscita da una curva che va da destra a sinistra, probabilmente a causa della eccessiva velocità, Gabriele ha perso il controllo del veicolo che è finito nella scarpata sottostante profonda oltre sei metri.
I due giovani sono stati catapultati fuori dal veicolo e la giovane donna è morta sul colpo a seguito delle gravi lesioni riportate. Il conducente, trasportato immediatamente presso l'Ospedale di Chieti dove si trova tuttora ricoverato, ha riportato una emorragia cerebrale.
Il veicolo è stato sottoposto a sequestro. Sull'esatta dinamica del sinistro e le cause che l'hanno provocato sono in corso gli accertamenti a cura dei militari del dipendente Nucleo Operativo e Radiomobile che hanno effettuato i rilievi e che informeranno la Procura della Repubblica di Chieti.


RITIRATE 4 PATENTI

Sempre sabato notte quattro persone sono state denunciate dai Carabinieri della Compagnia dell'Aquila per guida in stato di ebbrezza alcolica, con contestuale ritiro immediato della patente.
Si tratta di un settantatreenne aquilano, di due studenti romani di 27 e 22 anni e di un operaio aquilano di 44, fermati durante la notte, nel corso di controlli eseguiti dal personale del Nucleo operativo e radiomobile per la prevenzione delle cosiddette stragi del sabato sera.
Il week end di Ognissanti si chiude con un bilancio poco incoraggiante sulle strade italiane: molte le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza e gli incidenti stradali che hanno causato altre vittime. I controlli però continuano e i risultati si cominciano a vedere.
E' di ieri l'annuncio del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, dell'arrivo di 800 etilometri in dotazione alle forze dell'ordine per contrastare gli incidenti stradali. Strumenti che consentiranno per il prossimo anno di svolgere 2,5 milioni di controlli contro i 500 mila attuali. Il ministro ha ricordato che gli incidenti e i morti sulle strade sono diminuiti del 10-15 per cento.


05/11/07 - primadanoi.it

Smart-drugs, lo sballo legale

Ai margini della Torino sempre in movimento e continuamente sotto i riflettori, c'è una città che produce sogni chimici. E' la Torino che si sveglia la notte, dentro i locali alla moda, sulle rive del Po, nei salotti delle feste private in collina e nei rave party, consumati in capannoni industriali fatiscenti, reliquie architettoniche di un lontano passato operaio.

Gli amanti di questo mondo hanno due imperativi: trasgredire e sperimentare nuove sostanze. Vogliono varcare quelle ormai usurate "porte della percezione", abusato alibi poetico per descrivere la semplice ricerca dello sballo. Per raggiungere questo obiettivo i ragazzi torinesi fanno sempre più uso di nuove droghe sintetiche.

La domanda è così alta, che in pochi anni alcuni Smart-Shop hanno aperto i battenti in città. In questi negozi è possibile trovare kit completi per la coltivazione della mariujana e per la fabbricazione casalinga dell'hashish, insieme ai tipici strumenti necessari per fumare queste sostanze. Però gli articoli più richiesti sono le smart-drugs. «Con questo termine, che in italiano si può tradurre con "droghe furbe", vengono classificati tutta una serie di composti sia di origine naturale che sintetica, tra cui i più diffusi sono l'efedrina, la caffeina, la taurina, ma anche sostanze con caratteristiche allucinogene» - spiegano dall'Istituto Superiore della Sanità.

Nel quadrilatero romano, al numero 15 di via Bellezia, c'è uno degli smart-shop più famosi d'Italia: il Wipe-Out. Una volta superata l'anonima porta di vetro, una musica dai suoni psichedelici e dal ritmo veloce ci accompagna al bancone. «Ciao, hai il popper?» - chiediamo al commesso.

Il popper è una sostanza liquida composta di nitrito d'amile, confezionata in boccette di vetro. Si assume per inalazione: basta una sniffata per sentirsi il cuore in gola e il battito cardiaco a mille. L'effetto dura meno di un minuto, ma i rischi di questo breve viaggio non sono da sottovalutare. Crisi respiratorie e insufficienza cardiaca sono le conseguenze più comuni, mentre la più grave è l'overdose da inalazione. Non si scherza con questa sostanza: il sangue non scorre più, l'ossigeno non arriva al cervello e i danni possono quindi essere irreversibili.

Ed è per questo che il popper è fra le ultime droghe inserite dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss) all'interno delle tabelle delle sostanze illecite italiane. Vi è entrato di diritto solo nel 2006. Però Radio Murazzi precisa che, nonostante il divieto, il popper viene venduto negli smart-shop. A conferma di questo, alla nostra domanda non arriva un secco "No", come sarebbe logico aspettarsi. L'uomo dietro il bancone del Wipe-Out, invece annuisce e, come per magia, tira fuori da un cassetto una boccetta di colore blu con sopra una scritta gialla: "Blow".

«Abbiamo ricostruito in laboratorio il popper - dice il commesso - il Blow è, infatti, nitrito cicloesilico e non d'amile, quindi non rientra nelle sostanze illegali. Gli effetti però sono uguali. E' un po' come la differenza che passa fra una tradizionale pasta all'amatriciana e i quattro salti in padella».

All'interno dello smart-shop sono molti i prodotti esposti. Le superchicche, ad esempio, che sono pastiglie contenenti caffeina al 100%, utilizzate soprattutto dagli studenti universitari per preparare gli esami, ma c'è chi ne abusa per allungare lo sballo notturno e prolungare l'effetto della cocaina.

Fra le sostanze al confine tra legalità e illegalità, non esposte in negozio, ma ordinabili nella sezione etnobotanica del sito internet www.wipe-out.it, troviamo l'Amanita Muscaria. Si tratta di un fungo velenoso, utilizzato nei rituali degli sciamani grazie al suo potenziale allucinogeno. Dopo circa un'ora dall'assunzione dell'Amanita, il corpo viene percorso da un breve tremito, poi subentra uno stato di forte eccitazione e compaiono alcuni effetti visivi e auditivi come la modificazione nella forma degli oggetti o lo sdoppiamento delle immagini.

Invece si può acquistare di persona, il Mormon Tea o efedra sinica, che contiene efedrina per l'1 o il 2%. L'efedrina è una sostanza stimolante che in Italia ha una legislazione al quanto nebulosa. Infatti non è inserita direttamente nelle tabelle delle sostanze vietate, ma al tempo stesso è stata catalogata dall'Iss come un componente illegale utilizzato per la fabbricazione illecita di stupefacenti.

«I più comuni effetti avversi associati all'uso di efedrina sono: tremori, stati di ansia e di confusione, irrequietezza, insonnia e stati psicotici; in seguito ad overdose possono invece manifestarsi psicosi paranoiche e allucinazioni». A metter in guardia su questi effetti collaterali è proprio l'Istituto Superiore di Sanità, che ritenendo questo tipo di sostanze molto dannose per la salute ha redatto, un mese fa, un manuale di 160 pagine, con la classifica delle 25 smart-drugs più pericolose. Per ciascuna, sono indicati la specie, il principio attivo, la provenienza geografica e gli effetti avversi. Il manuale è stato distribuito agli operatori dei Pronto Soccorso e dei centri antiveleni, in modo che sia più facile individuare e curare le sempre maggiori intossicazioni causate dalle smart.

« Dire che una droga è buona perché è "bio" è un'ingannevole forma di marketing. -- specificano gli esperti del settore - La gente compra senza pensare che anche sostanze quali morfina e cocaina hanno origine vegetale. La natura ci mette di fronte ad una serie inesauribile di nuove molecole, di cui spesso gli studiosi della materia sanno poco o nulla, lasciando a chi le commercia un buon margine di tempo prima che vengano effettuate ricerche mediche che possano farle dichiarare illegali». Perciò è un continuo rincorrersi tra medici e legislatori da una parte e chi propone le nuove droghe dall'altra, muovendosi di continuo sulla frontiera tra legale ed illegale in un campo difficilissimo da controllare.

Intanto in Italia gli smart-shop continuano la loro attività e, approfittando anche di questa confusione legislativa, arrivano a fatturare circa un migliaio di euro alla settimana.

Torino sembra aver aperto la strada a questa nuova moda, visto che proprio il capoluogo piemontese, con i suoi cinque smart-shop e un locale notturno wipe-out in via Bava 30, sta diventando il faro per chi ha intenzione di sperimentare nuove sostanze stupefacenti non ancora catalogate come tali. Quanto sta avvenendo era già accaduto per la chetamina, analgesico per cavalli, che attualmente viene utilizzata nelle discoteche, ma che è nata come "droga dei rave party". Anche la Keta fino a pochi anni fa non era considerata droga. Eppure non sono mancati i morti, vittime di questa sostanza.

Preoccupa che ormai l'età dei consumatori si è abbassata: il popper viene inalato da ragazzini di tredici anni, che fanno il salto di qualità dalla prima canna alla droga chimica in giro di pochi mesi. Se a questo sommiamo che l'uso del crack in città ha subito un'impennata è facile tirare le somme. La Torino chimica avanza indisturbata, tra ragazzi maghrebini che, come avviene nelle bidonville sudamericane, sniffano solventi e colla e giovani torinesi alla ricerca dello sballo continuo.

Cavie umane e volontarie della sperimentazione di nuovi prodotti da laboratorio creati ad hoc per arricchire le tasche di chi gioca al piccolo chimico senza scrupoli ne remore.

Così una notte da sogno, tra musica e luci stetoscopiche, tra brindisi e sorrisi, può facilmente trasformarsi in un incubo mortale.

Andrea Doi - Valeria Tarallo - 05/11/07 - tifeoweb.it

Pedofilia, tedesco 61enne arrestato in Cambogia

PHNOM PENH (Reuters) - Un tedesco di 61 anni è stato arrestato oggi con l'accusa di aver abusato di quattro bambini cambogiani, l'ultimo episodio emerso nel giro di vite delle autorità locali contro gli abusi da parte di occidentali nei confronti di minori nel Paese.

Jopen Reimund Hubert, di Colonia, è stato arrestato al termine di un'irruzione da parte della polizia all'interno della sua stanza d'albergo. E' stato trovato in compagnia di una bambina di 14 anni, ha riferito il colonnello Keo Thea, capo dell'unità anti traffico umano di Phon Penh.

La polizia ha anche sequestrato materiale pedopornografico trovato all'interno del computer del presunto pedofilo, tra cui una foto di una delle quattro presunte vittime.

Il magistrato Sok Kalyan ha detto che l'uomo dovrà rispondere delle accuse di abusi nei confronti di minori, e ora rischia una condanna a 20 anni di carcere.

05/11/07 - today.reuters.it

Sarkozy risolve anche la crisi del traffico di bimbi

Parigi - Dopo le infermiere bulgare anche tre giornalisti francesi e quattro hostess spagnole devono ringraziare l’Eliseo di Nicolas Sarkozy per la libertà ritrovata. Con Idriss Deby, presidente del Ciad, l’operazione è stata più agevole e rapida che con Muammar Gheddafi, ma il presidente francese ha voluto dimostrare anche in questa situazione che la diplomazia che lui preferisce è quella personale. La diplomazia dei colpi a effetto, che sembra la variante internazionale di quella politica-spettacolo che ha esaltato e spaccato l’opinione francese all’interno.
«Rambo-Sarko», come è stato chiamato in altre occasioni, ha piazzato così ieri un altro colpo mostrando che la mancanza della ex moglie Cecilia che lo aveva rappresentato a Tripoli nel luglio scorso non costituisce un handicap per l’Eliseo e che dove altri non arrivano, arriva lui. Che il dossier stesse a cuore al presidente francese lo si era capito fin dall’inizio con la decisione di scavalcare il Quai d’Orsay e avviare un confronto telefonico diretto con il suo omologo a N’djamena, Idriss Deby.

Il settore è delicato; la vicenda dell’Arche de Zoè potrebbe, secondo alcuni osservatori, essere strumentalizzata dal presidente africano che avrebbe subìto a malincuore le pressioni del protettore francese perché accettasse la presenza nella regione della forza internazionale Eufor che si dovrà dispiegare prossimamente. Inoltre il pressing compiuto da Sarkozy ha alle spalle un largo appoggio anche militare all’esercito del Ciad: sono aerei militari francesi a trasportare le truppe di N’djamena, sono gli stessi aerei che recuperano i feriti e li trasportano verso centri di cura; sono ancora francesi le fonti che avvertono l’esercito del presidente Deby sugli spostamenti dei ribelli. È anche per questo che Sarkozy ha potuto esporsi dicendosi fin dall’inizio fiducioso, fin dal suo primo colloquio telefonico. Ieri da N’djamena ha negato che vi siano collegamenti tra le inchieste ciadiane e il dispiegamento dell’Eufor, ha detto di credere nella giustizia dell’ex colonia, ma ha chiesto che i francesi vengano giudicati in patria, come prevede un trattato bilaterale tra i due Paesi. Sullo sfondo il malumore della magistratura del Ciad che si sarebbe sentita asfissiata dal pressing politico.


Non è una coincidenza che l’annuncio della partenza di Sarkozy da Parigi a bordo di un Airbus A319 sia avvenuta quasi contemporaneamente alle notizie del rilascio dei tre giornalisti francesi e delle quattro hostess dell’aereo spagnolo che doveva trasportare 103 bambini provenienti dall’area di confine tra Ciad e Darfur verso la Francia. Poco dopo si è inoltre saputo che il volo avrebbe fatto scalo a Madrid, nonostante la cosa non fosse vista con favore dal governo spagnolo, per accompagnare fino in patria le hostess che in un primo momento si diceva sarebbero arrivate a Parigi e poi ripartite.


05/11/07 - ilgiornale.it

Morto Massimo Consoli

Morto Massimo Consoli, fondatore del movimento gay italiano

Aveva 61 anni, era giornalista e scrittore

(ANSA) - ROMA, 4 NOV - E' morto il giornalista e scrittore Massimo Consoli (61 anni), tra i fondatori del movimento gay italiano. Il decesso nella notte nella sua abitazione di Frattocchie, ai Castelli Romani. Consoli e' stato da sempre impegnato nella battaglia per i diritti civili delle persone e delle coppie omosessuali. Amico di artisti e letterati come Bellezza, Pasolini, Penna, Moravia e Mieli, fu definito 'papa degli omosessuali' dall'antropologo francese Alain Danielou.


04 novembre 2007 - ansa.it

Travolti dai pirati sulle strisce

In Veneto tre morti in una sera


Un sabato sera come tanti altri, in Veneto. Tre morti ammazzati, stritolati dalle macchine e dagli autisti ubriachi o da pirati della strada. Morti che salgono a quattro, se si aggiunge la triste fine di un altro giovane padovano, che ha perso il controllo della sua Ford Fiesta nel Rodigino, precipitata in un fossato. Un sabato di ordinaria paura, soprattutto per coloro che hanno osato uscire per fare una passeggiata. Come Giovanna Rachele Mazzeo, 24 anni, commessa alla Coin di Treviso, a spasso col suo cagnolino a Frescada, frazione di Preganziol (Treviso), e spazzata via da un’utilitaria bianca condotta da un delinquente che non si è nemmeno sognato di fermarsi per vedere cos’era successo. O come i coniugi Gaetano e Luisa Didonè, 69 e 67 anni, falciati a poche centinaia di metri dalla propria casa di Piazzola sul Brenta (Padova) da un quarantaseienne di Grantorto che guidava una Bmw con 1,3 grammi di alcol per litro di sangue.
Succede troppo spesso che i pedoni finiscano arrotati. Le norme più severe in materia non sono evidentemente servite, tanto che in Veneto c’è già qualcuno che pensa di alzare bandiera bianca e di emettere ordinanze provocatorie che vietino di passeggiare nei weekend. Ma dietro le statistiche ci sono le storie di tutte queste persone, perché un incidente mortale non può mai essere liquidato come una statistica.
Prendiamo la giovane trevigiana, uscita col cagnolino dopo una giornata di lavoro al negozio. Ha dovuto dribblare le prostitute per prendersi una boccata d’aria, per fare una cosa che definire normale è superfluo. La ventiquattrenne stava attraversando la statale che collega Treviso a Mogliano, sulle strisce pedonali, e non ha fatto neanche in tempo ad accorgersi di quel razzo che l’ha catapultata, senza più un respiro, a decine di metri di distanza. Se n’è accorta proprio una prostituta, che ha avvisato subito il pronto soccorso, ben sapendo che non ci sarebbe stato nulla da fare. In compenso il pirata che ha accelerato ancora anziché fermarsi ha lasciato sull’asfalto pezzi dello specchietto frantumato, schegge di carrozzeria: la polizia lo troverà, grazie anche alla testimone che ha già detto che l’auto era un’utilitaria bianca. Il comandante della polizia stradale trevigiana ha lanciato un appello: se qualcuno ha visto qualcosa di più, che lo racconti. O, meglio ancora, se il pirata è rinsavito, che si consegni.


A Piazzola sul Brenta chi era al volante della Bmw che ha tranciato di netto la lunga vita passata insieme dei coniugi Didonè, ora è un uomo disperato. Ieri sera, analisi alla mano, era però un po’ alticcio. Un incrocio regolato da un semaforo, i due passano col rosso, lui non li vede. Li carica sul cofano e così come avevano vissuto insieme, muoiono insieme. Gaetano Didonè, 69anni, era un ragioniere in pensione, la moglie, Luisa Cervato, 67, aveva insegnato Lettere una vita alla scuola media di Piazzola ed era in pensione da 5 anni. I figli Paolo e Luca vivevano ancora con loro. Per terra rimane il berretto dell’uomo, la borsa della donna. I carabinieri eseguono i rilievi di rito, come si dice.


di Marino Smiderle - lunedì 05 novembre 2007 - ilgiornale.it

Ragazzini rapinati da bulli

Rapina sabato nel bel mezzo della movida pomeridiana dei teenager: vittime due 14enni minacciati da 4 coetanei, un italiano e tre stranieri, davanti alla discoteca Tocqueville, in zona corso Como.

Un sabato pomeriggio in centro. Un sabato pomeriggio come tanti, in Corso Como, da passare in mezzo ai ragazzi, a conoscere gente. Ma non è finita bene per due quattordicenni che sono stati rapinati da quattro coetanei. Gli ennesimi minacciati dai bulli di turno. Alle 15.30 le vittime sono state affiancate dai quattro giovanissimi malviventi, che hanno costretto il primo a consegnare il portafogli con dentro 10 euro e il secondo il telefono cellulare. Quindi sono fuggiti. Ma i genitori dei rapinati hanno avvisato la polizia, che durante un controllo in zona ha bloccato uno dei ladri di 14 anni, denunciato per rapina aggravata in concorso.

"Figlio di brave persone"
Il quattordicenne, secondo quanto spiegato dagli investigatori, è "figlio di brave persone, che sono rimaste molto stupite dal comportamento del figlio; gente seria che lavora in una panetteria e si alza tutte le mattine alle tre del mattino". Stupiti i genitori e mortificato il bulletto, tanto che dopo l'arresto il ragazzo era più preoccupato delle reazioni del padre che delle conseguenze legali del suo gesto.

La notte delle baby gang
Le baby gang continuano a imperversare e fare paura ai ragazzini. Solo qualche giorno fa, nella notte di Halloween, gruppi di giovanissimi hanno rapinato tre ragazzini, di 15 e 16 anni, in largo Carrobbio, via Bramante e via Mario Pagano. Simile la dinamica: si avvicinano in gruppo, spingono, minacciano e se ne vanno indisturbati con cellulari e contanti. In un caso, in via Pagano, ad aggredire il sedicenne erano addirittura in cinque, tra loro anche una ragazza bionda.


05/11/07 - city.corriere.it

Sempre sulla sicurezza

Spett. Redazione,

vorrei dire la mia sull'argomento sicurezza. Chi scrive ha vissuto gli ultimi 5 anni della sua vita in una metropoli del Nord Italia, e ora da qualche mese vive in una metropoli tedesca paragonabile come dimensioni a Milano. Credo che la questione sicurezza sia di fondamentale importanza perchè strettamente legata alla qualità di vita. Entro nel merito. In questi ultimi 5 anni sono tornato all'incirca ogni weekend ad Arezzo, e progressivamente ho visto che la mia città, impercettibilmente ma inesorabilmente, stava degradando e cambiando volto. Dieci o quindici anni fa la cosa peggiore che poteva capitare nella nostra città era subire le insistenti richieste di qualche mendicante, mentre a me, nell'ultimo anno, stando ad Arezzo per un totale di un paio di mesi circa, è capitato di: essere importunato, assieme alla mia ragazza, da un uomo dell'Est visibilmente ubriaco davanti alla stazione, dover constatare che ci sono (o c'erano) persone nel quartiere Giotto che "abbordano" persone anziane per scopi poco chiari (successo a mia nonna), vedersi sparire una bicicletta, "regolarmente" incatenata da un cortile privato di via Montefalco, dover difendere una commessa di una gelateria in pieno centro da tre zingari che ritenevano loro diritto consumare senza pagare (pieno centro di Arezzo, intendo), e altre cose di più piccola portata che però non contribuiscono certo a dare una sensazione di sicurezza. Dirò di più. Ultimamente ho avuto paura ad attraversare la sera certe strade e piazze del centro, cosa che finora mi era capitata solo nella città dove risiedo (che è 10 volte più grande di Arezzo). Non è una cosa bella dover constatare questo in una città di appena 100.000 abitanti. Facendo poi il paragone con la città tedesca in cui vivo adesso, finora non ho mai visto episodi degni di nota. Con questo non voglio dire che in Germania non ci sia criminalità, ma di certo, anche nelle città più grandi, non si prova quella sensazione di insicurezza con cui ormai, in Italia, abbiamo imparato a convivere. Non voglio soffermarmi nè discutere i perchè di questa situazione, ma ci sono dei dati di fatto che voglio riportare: qui in Germania sono stato fermato dalla Polizia per controlli di vario tipo (dall' alcol ai documenti) ben tre volte, mentre in due o tre anni, ad Arezzo, sono stato controllato solo un paio di volte (e sempre in via Crispi). Inoltre, girando qui in città, la presenza di vetture della Polizia è molto maggiore, paragonata a quella di qualsiasi città italiana. I cittadini stranieri, anche quelli appartenenti a etnie che ultimamente sono alla ribalta della cronaca in Italia, si comportano mediamente in maniera molto più rispettosa e civile di quanto facciano da noi, e tendenzialmente sono molto più integrati. Infine, tutti i cittadini stranieri che ho conosciuto finora, sono in grado di esprimersi, anche in maniera abbastanza articolata, in Tedesco, e questo avviene anche fra le persone con un basso grado di istruzione. In generale, ho notato che il comportamento dei cittadini stranieri in un paese è strettamente legato al modo di fare del popolo che li accoglie. La ringrazio per lo spazio.

Cordiali saluti.

Marco B - 04 NOVEMBRE 2007 - arezzonotizie.it

Autolimitare la velocità

Il ministro dà il primo ok


Qualcosa si muove: il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi è il primo ad uscire allo scoperto e a dichiararsi favorevole a limitare elettronicamente la velocità massima delle auto.

Come avevamo anticipato nei giorni scorsi infatti, c'è grande fermento sul tema e proprio la Ue sembra stia spingendo non poco per mandare in porto questo rivoluzionario progetto che bloccherebbe automaticamente la velocità massima delle auto.

"Basta volerlo", ha affermato infatti Bianchi, riconoscendo che "non è una cosa facile da far passare" ma rilevando che "molte auto hanno già la programmazione del limite di velocità. Perchè produrre macchine che vanno a 250 all'ora, se poi c'è un limite di velocità inferiore?".

Il ministro ha inoltre annunciato che nel pacchetto di strumenti previsti in Finanziaria per arginare gli incidenti stradali provocati dalla guida pericolosa "sono previsti anche 800 etilometri per fare controlli specifici. Ottocento pattuglie andranno in giro di notte con a disposizione l'etilometro".


Ma torniamo all'autolimitazione: tutto nasce dal fatto che ormai (e proprio grazie a noi italiani inventori del Tutor) si è riusciti a dimostrare che dove la velocità media scende, diminuiscono drasticamente incidenti, morti e feriti. Un solo dato: il tasso di mortalità dove è montato il Tutor è diminuito del 50% e quello relativo ai feriti del 34%. Mai successo nella storia della sicurezza stradale. In più, visto anche che la linea dura sulla repressione delle infrazioni sta ottenendo altri risultati clamorosi, si avvicina a passi da gigante la possibile rivoluzione che bloccherà elettronicamente la velocità massima delle auto.

Fra l'altro, se in un primo momento si parlava di bloccare la velocità a un limite piuttosto alto (200 orari), ora la tendenza sembra quella di puntare a 160/170 Km/h. E non è casuale: nessun governo europeo (a parte forse quello francese) riuscirà a rientrare nell'obiettivo prefissato di dimezzare il numero di morti per incidenti stradali entro il 2010. Da qui una ricerca forsennata di soluzioni drastiche.

E c'è di più: su questo fronte nessun costruttore automobilistico (per ovvie ragioni) fin qui ha preso una netta posizione, mentre è forte la pressione dal mondo degli ambientalisti: è dimostrato infatti che quando un motore viaggia spremuto al massimo, sia i consumi che i livelli di emissioni inquinanti vanno alle stelle. Così com'é forte la pressione delle associazioni di consumatori, di quelle delle vittime della strada, e delle varie Polizie Stradali.

"Siamo favorevoli - spiega infatti Carmelo Lentino, portavoce della campagna nazionale sulla sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera BastaUnAttimo - alla limitazione della velocità delle auto. Le parole del Ministro Bianchi sono un buon auspicio perché si adottino provvedimenti immediati. Bene se si arriva addirittura ad una limitazione di 160 km/h. Penso che una legge che limiti la velocità massima degli autoveicoli, e la possibilità dunque di salvare moltissime vite umane, debba trovare il massimo consenso in parlamento".

La partita, insomma, è iniziata. Il ministro ha spiegato che "Non è una legge facile da far passare". Ma forse, lo è meno di quanto lui pensi. Vedremo...


di VINCENZO BORGOMEO - 04 NOVEMBRE 2007 - repubblica.it

Guida ubriaco camion carico di merci pericolose

IN STATO DI EBBREZZA AL VOLANTE, UCCIDE DUE CONIUGI A PADOVA

Sono morti sul colpo due coniugi sessantenni, investiti mentre attraversavano la strada ad un semaforo di Piazzola su Brenta, in provincia di Padova. L'automobilista che ha investito la coppia è risultato positivo al test dell'etilometro ed è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. A Benevento un autotrasportatore era ubriaco alla guida di un camion che trasportava merci pericolose. Una pattuglia della polizia stradale di Benevento, dopo aver bloccato l'autista, S.D.V., 36 anni di Casalnuovo di Napoli, gli ha ritirato la patente di guida e denunciato. Il camionista, a bordo del suo mezzo carico di cento bombole di gas gpl, è stato fermato mentre percorreva la Fondo Valle Isclero, all'altezza dell'uscita per S. Agata dei Goti. In seguito ai controlli, l'etilometro ha fatto registrare un tasso di alcool nel sangue del camionista pari al doppio del limite stabilito dalla legge.


04 NOVEMBRE 2007 - leggonline.it

Basta guerre nel mondo!