Test dell'alcol, due notti choc

Sopra i limiti il 75% dei giovani


Si continua a bere prima di mettersi alla guida, convinti che lo stato di ebbrezza possa non avere conseguenze: è quanto emerge da un viaggio di due notti su oltre 400 chilometri di strade bergamasche. Il 75% dei giovani e degli adulti che hanno accettato di sottoporsi volontariamente al test dell'etilometro hanno fatto registrare una concentrazione di alcol nel sangue superiore al limite di 0,5 grammi per litro fissato dalla legge.

Qualcuno ha anche brindato con una vodka pur avendo un tasso alcolico di 1,19, oltre il doppio del consentito. Nei locali arrivano intanto i primi strumenti per verificare sul posto le proprie condizioni prima di mettersi alla guida.

Controlli notturni sono stati effettuati dalla polizia locale anche sulle strade di più Comuni della Valle Seriana: quattro le patenti ritirate. A fianco degli agenti anche tre neodiplomate che hanno concluso il loro stage al Consorzio di polizia di Nembro: «Un'esperienza unica ed educativa – hanno dichiarato –. Faremo le vigilesse».


09/09/07 - eco.bg.it

La ragazza non poteva pagare la cocaina

Busto Arsizio, la ragazza non poteva pagare la cocaina


BUSTO ARSIZIO (Varese) — Uno stupro di gruppo che ha avuto per vittima una ragazza tossicodipendente di 23 anni è avvenuto a Busto Arsizio a fine luglio. La notizia è stata data ieri dalla polizia, dopo che i presunti autori della violenza sono stati individuati: due di loro sono stati arrestati e posti agli arresti domiciliari, mentre gli altri due sono ricercati. Tutti e quattro sono in età intorno ai 40 anni. La ragazza aveva denunciato il fatto ai primi di agosto, raccontando di essere rimasta per 12 ore in balia di uno spacciatore di cocaina e di tre suoi complici, che l'avevano ripetutamente violentata. L’altro giorno, dopo un mese di indagini, il gip Luca Labianca ha emesso le misure cautelari per i quattro, individuati dagli uomini del commissariato di Busto Arsizio. Secondo la denuncia presentata dalla ragazza, tutto è cominciato quando la 23enne si è presentata dallo spacciatore per avere della cocaina, che evidentemente non era in grado di pagare. L'uomo le ha dato la droga pretendendo in cambio una prestazione sessuale, alla quale la ragazza ha detto di essere disponibile. I due si sono appartati in una camera, dove a un certo punto è comparso un amico dello spacciatore che a sua volta ha preteso di fare sesso con la ragazza. Al rifiuto deciso della giovane, si sono presentati nella camera altri due amici, e per la 23 enne è iniziato un calvario. La giovane è stata tenuta prigioniera nella camera per 12 ore, durante le quali è stata continuamente sottoposta a violenze sessuali. Pochi giorni dopo, la ragazza ha deciso di andare in commissariato a denunciare il fatto. Le indagini hanno portato all'identificazione dei quattro presunti responsabili. Lo spacciatore e uno degli altri tre violentatori sono ora agli arresti domiciliari. Domenica 2 settembre ad Arezzo, una ragazza aretina di 24 anni è stata violentata da due rumeni, uno dei quali minorenne, che sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Arezzo. L’episodio è accaduto mentre in Piazza Grande si correva la Giostra del Saracino e la violenza si è consumata in un appartamento vicino. Tutto è iniziato nel primo pomeriggio mentre la ragazza, che stava passeggiando all'interno del parco di Villa Severi, è stata approcciata da un rumeno che l'ha infastidita con apprezzamenti. A questo punto sono intervenute due ragazze di origine rumena che l'hanno tranquilizzata, invitatandola a prendere una bibita nel loro appartamento e la giovane si è lasciata convincere. Ma è stato proprio all'interno dell'abitazione che la ragazza ha incontrato ancora una volta l'uomo che l'aveva importunata ai giardini qualche ora prima, P.C., 45 anni, che l'ha minacciata con un seghetto costringendola ad avere rapporti sessuali con lui e subito dopo anche con un ragazzo rumeno di 17 anni.


09/09/07 - iltempo.it

Formaldeide nei vestiti cinesi

Interrogazione ai ministri della Salute e dello Sviluppo economico


Il 20 agosto scorso l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) con un comunicato stampa ha riportato la notizia che in Nuova Zelanda, durante una trasmissione televisiva, sono stati resi noti i dati di una indagine sulla quantità di formaldeide (aldeide formica) nei tessuti di indumenti provenienti dalla Cina. I livelli accertati sono 900 volte maggiori di quelli consentiti dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). I valori limite dell'OMS sono di 20 parti per milione mentre nei tessuti sono stati trovati valori fino a 18.000 parti per milione.

La formaldeide è usata come antimuffa e per mantenere la piega degli indumenti ed è un cancerogeno che può provocare irritazione delle mucose degli occhi, delle prime vie aeree e irritazione della pelle.

Dato che nel 2006 il 22,4% di abbigliamento utilizzato in Italia proveniva dalla Cina (+22% rispetto al 2005) mentre i prodotti tessili coprivano il 19% (+31% rispetto al 2005), l'Aduc ha consigliato a coloro che acquistassero questi prodotti di lavare e ventilare i tessuti prima di indossarli. Inoltre l'associazione ha scritto una lettera ai Ministri della Salute, Livia Turco, e dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, per saper se anche in Italia siano state fatte analisi dei tessuti provenienti dalla Cina e quali siano i risultati.

In risposta il Ministero della Salute ha fatto sapere che «nessuna notifica è giunta da parte del sistema di allerta europeo Rapex in merito alla rilevazione di questa sostanza in tessuti. In caso di segnalazioni da parte del sistema RAPEX i conseguenti provvedimenti di ritiro e sequestro riguarderebbero anche il nostro Paese». Il ministero ha anche annunciato di aver sottoscritto un Accordo di collaborazione per l’Istituzione dell’Osservatorio nazionale per la valutazione dei rischi sulla salute da prodotti tessili.

Se questa è stata la risposta dal nostro ministero, altrettanto non si può dire sia stata la reazione del ministro neozelandese degli Affari dei consumatori che, dopo nuove rilevazioni, ha lanciato un'indagine urgente sulla presenza di formaldeide nel vestiario in commercio.

Per questo, ai ministri della Salute e dello Sviluppo Economico rivolgo un'interrogazione per sapere:

- se non ritengano, nonostante il sistema di allerta europeo Repex non abbia fornito nessuna rilevazione sulla questione, di svolgere un'indagine urgente sui capi di abbigliamento importati dalla Cina e verificare se siano già presenti nel nostro mercato e, in caso affermativo, se non si ritenga di ritirarli dal mercato;

- se grazie al citato Accordo di collaborazione per l’Istituzione dell’Osservatorio nazionale per la valutazione dei rischi sulla salute da prodotti tessili sottoscritto dal Ministro della Salute, siano già iniziati adeguati controlli sulle importazioni di capi di abbigliamento e tessuti dalla Cina

Donatella Poretti - 09/09/07 - tellusfolio.it

Cambio clima causa colera in Africa

ROMA - Gli effetti dei cambiamenti del clima sulla salute che i modelli prevedono devastanti specie nei paesi in sviluppo sono in realta' gia' in atto. Lo dimostra uno studio francese pubblicato da Bmc Infectious Deseases, secondo cui il recente emergere di epidemie di colera in vari stati africani e' legato ai cambiamenti climatici.

Il colera e' una malattia infettiva causata dal batterio Vibrio Cholerae. Secondo l'Oms nel 2004 ci sono stati piu' di 100mila casi nel mondo, di cui 95mila solo in Africa.


09/09/07 - studiocelentano.it

Debiti, gioco e alcol

Debiti, gioco e alcol così un artigiano diventa rapinatore


CHE FOSSE un rapinatore anomalo si era capito subito. Quando, la mattina del 24 agosto, si era presentato davanti alla cassiera della filiale di Loano della Cariparma più che nervoso sembrava imbarazzato. Della serie: «Scusate, non so cosa sto facendo».

Aveva bisbigliato poche parole («Ho una pistola nel marsupio, datemi i soldi») e poi si era allontanato in tutta fretta con appena 2.300 euro. Poche banconote come le speranze iniziali di prenderlo. I carabinieri credevano di trovarsi davanti a uno dei tanti pendolari della malavita. Convinto di non essere mai identificato, tanto da agire a volto scoperto.

Nulla di più sbagliato. A mettere a segno il colpo è stato un savonese che con questo genere di cose non ha mai avuto nulla a che fare. Incensurato e gran lavoratore. Bandito per un giorno, anzi per pochi minuti, spinto dalla disperazione di aver perso al gioco tutti i soldi guadagnati in due mesi di onesto lavoro insieme alla famiglia. È l’incredibile storia di F. C., 40 anni, artigiano, residente in un piccolo centro della provincia, con i genitori non più giovani. Un uomo con alle spalle un passato difficile, bruciato dall’alcolismo e dal vizio per il gioco. Il primo problema lo ha superato, ormai da cinque anni. Il secondo è una “bestia” che non riesce a scrollarsi di dosso. Ci prova ma poi la voglia di una puntatina ha il sopravvento. Il lotto, il gratta & vinci. Ma soprattutto il casinò. È lì, a Sanremo, che F. C . è andato la sera del 20 agosto. Portandosi molti soldi, decine di miglia ia di euro. Che ha perso nel giro di poche ore. «Ritrovandosi - hanno spiegato i carabinieri di Albenga - disperato come mai era stato, senza soldi e pieno di debiti, con il mutuo da pagare, le rate dei fornitori, i genitori da affrontare». Troppo per una persona debole come lui. E così ha ripreso in mano anche il bicchiere: una birra, poi un’altra, infine una terza. Era seduto in un bar quando ha deciso di assaltare una banca. Ha fatto l’autostop sino a Loano e si è avviato verso la Cariparma. Ma era ubriaco e ha sbagliato porta finendo nell’ufficio dei promotori finanziari. Così si è limitato a chiedere qualche informazione su come poter ottenere un finanziamento. Poi è tornato sui suoi passi più convinto che mai: «Faccio la rapina». Ma ha nuovamente sbagliato porta finendo per la seconda volta dai promotori. Che, insospettiti, non gli hanno però aperto. Al terzo tentativo è finalmente riuscito ad entrare alla Cariparma. «Si è messo in coda davanti a uno sportello - hanno spiegato i carabinieri - e alla fine si è fatto consegnare i soldi». Pochi per risolvere i suoi problemi. Con una parte ha saldato un debito con un tabaccaio. E gli altri? «Sono tornato al casinò per giocare - ha raccontato davanti al sostituto procuratore Giovan Battista Ferro - nella speranza che la fortuna una volta tanto si ricordasse di me». Ma anche questa volta ha perso tutto. Nel frattempo i carabinieri sono arrivati sulle sue tracce. Grazie al filmato della banca e alla memoria di un maresciallo che aveva notato l’uomo aggirarsi a Loano. Il resto è storia di ieri quando i militari hanno suonato alla porta dell’uomo. «Quando ci ha visti - hanno detto i carabinieri - si è quasi sollevato, come se si fosse liberato di un peso troppo grande per lui». È stato solo denunciato.

R. Sang. - 09/09/07 - ilsecoloxix.it

A 83 anni investe una donna e scappa

Quando si parla di «pirati della strada» il pensiero corre subito verso uomini più o meno giovani, spesso pieni di alcol o di sostanze stupefacenti, che scorrazzano con le loro auto sulle strade cittadine o in autostrada creando il panico in tutti coloro che hanno la sventura di incontrarli. Difficile dunque immaginare che un’anziana signora di 83 anni possa aver agito in modo tale da farle guadagnare l’appellativo di «pirata della strada». Difficile ma vero, in quanto è proprio quello che è accaduto ieri a Ospedaletti (Imperia) quando A.L., l’anziana in questione, alla guida della sua Lancia Y, improvvisamente si è trovata di fronte all’auto una giovane donna. Si tratta di un’italiana che vive in Belgio e in quel momento stava semplicemente attraversando la strada.

Ma l’anziana non se n’è accorta. Forse perché distratta, forse perché in quel momento pensava davvero ad altro, fatto sta che l’ha investita. Buon senso, correttezza e civiltà vorrebbero che l’investitore si fermasse e soccorrere la vittima. Anche perché spesso la sopravvivenza delle persone che subiscono un incidente stradale dipende proprio dalla tempestività con cui si interviene. Ma l’anziana in questione, dopo aver visto distintamente la trentenne finire per terra a causa dell’urto, invece di fermarsi ha subito accelerato per dileguarsi nel traffico.

Fortunatamente, però, l’urto non è stato così disastroso come in un primo tempo era sembrato. Subito soccorsa da alcuni passanti, la giovane donna è stata ricoverata per accertamenti e, dopo un’accurata visita generale, ha avuto soltanto otto giorni di prognosi. Gli stessi passanti, inoltre, hanno preso parte del numero di targa dell’auto investitrice e lo hanno consegnato ai carabinieri.

Ai militari quella traccia è stata sufficiente per risalire fino alla nonnina investritice e si sono presentati a casa sua. Si può dunque immaginare la sua faccia quando alla porta di casa si è vista due uomini in divisa che le sollecitavano spiegazioni. In un primo tempo ha fatto finta di cadere dalle nuvole dicendo di non sapere di che cosa stessero parlando. Poi, messa alle strette, ha infine dichiarato di essere stata proprio lei a investire la giovane. Inoltre, rammaricata, pare che abbia fatto qualche domanda sullo stato di salute della giovane investita.


A quel punto è stata formulata l’accusa contro di lei, tenendo conto anche dell’età.
La ragazza, invece, è stata medicata e sbito dimessa.

09/09/07 - ilgiornale.it

Sicurezza nelle scuole

Più poliziotti e carabinieri davanti e dentro le scuole


Imperia. La sicurezza al primo posto tra le richieste dei presidi e degli insegnanti dopo i casi di intolleranza tra studenti e episodi di bullismo del recente passato. Ed è proprio intorno a questo concetto che ruota il piano predisposto da polizia e carabinieri per l’inizio del nuovo anno scolastico che scatterà da domani.

I controlli scattano subito, ma nei prossimi giorni verranno organizzate riunioni operative in Questura e nelle diverse compagnie dell’Arma dei carabinieri per decidere interventi preventivi indirizzati alle scuole di tutta la provincia. Si vuole arrivare infatti ad un potenziamento della presenza davanti agli istituti finalizzato sia alla vigilanza che alla sicurezza di insegnanti e studenti. A questo scopo, e d’intesa con i presidi saranno organizzati anche controlli a sorpresa all’interno delle varie strutture scolastiche della provincia.

«La scuola ha bisogno della nostra presenza - non fa mistero il questore Giovanni Sarlo - per combattere i fenomeni del vandalismo ma anche della microdelinquenza. La presenza degli agenti dovrà essere comunque non simbolica, ma avvertita come concreta e operativa dall’intero mondo della scuola».

Con la ripresa delle lezioni (avvio graduale tra domani e il prossimo 17 settembre) riprenderanno anche i controlli sui treni dei pendolari in particolare su quelli che ogni giorno trasportano tra la provincia di Savona e quella di Imperia centinaia di studenti che frequentano gli istituti superiori del capoluogo, ma anche di Sanremo.

Gli agenti della polfer si mischieranno agli studenti che ogni giorni prendono il treno al mattino salendo alle stazioni di Albenga e Alassio con direzione Ponente.

I casi di intolleranza segnalati dai pendolari saranno monitorati anche dai poliziotti del nucleo prevenzione crimine della polizia ferroviaria di Genova. Seduti negli scompartimenti, fingendosi viaggiatori qualunque, impegnati nello studio o a leggere un giornale, gli agenti terranno d’occhio il comportamento degli studenti.

Un servizio richiesto a gran voce da professionisti, insegnanti, commercianti e impiegati che ogni giorno si spostano in treno per raggiungere il posto di lavoro nel ponente. Tutto questo per evitare comportamenti di prepotenza che spesso si verificano tra studenti.

Anche quest’anno, poi, ripartiranno le lezioni dei poliziotti di quartiere e dei carabinieri nelle scuole cittadine, soprattutto alle elementari e alle medie. L’obiettivo è quello di poter interagire con i giovani per permettere di conoscere meglio la polizia e i carabinieri e far capire loro che i tutori dell’ordine sono amici ai quali rivolgersi in caso di necessità o per chiedere qualsiasi informazione. Si vuole stabilire un contatto attivo tra gli studenti delle scuole e le forze dell’ordine educando i giovani alla legalità. I poliziotti di quartiere, nel corso dell’anno scolastico, presenteranno agli studenti tematiche sia generali come il principio di legalità e rispetto delle regole sia specifiche: sostanze stupefacenti, uso e abuso di alcol, contrasto alla pedofilia, rispetto delle regole del codice della strada.

Il progetto è quindi finalizzato a sensibilizzare il senso civico dei giovani attraverso l’acquisizione di concetti fondamentali di legalità, rispetto del prossimo e fiducia nelle istituzioni. Si vuole far capire ai ragazzi i concetti di ”sicurezza partecipata”, ”polizia di prossimità” e il nuovo rapporto tra il cittadino e le forze di polizia. Le modalità di dialogo e di intervento, naturalmente, saranno calibrate a seconda dell’età degli interlocutori. Durante le lezioni saranno proposti modelli di legalità, rispetto degli altri, sicurezza, riscoperta e rivalutazione dell’operato delle forze di polizia.

Giò Barbera - 09/09/07 - ilsecoloxix.it

Guru anoressia, l'ex dipendente vince la causa

Dopo l'inchiesta penale ecco il procedimento davanti al giudice del lavoro. Una causa avviata quando nessuno si sarebbe immaginato che il futuro dell'innovativo (secondo il suo inventore) metodo neoreichiano per la cura di anoressia e bulimia sarebbe finito al centro di un'inchiesta clamorosa con accuse per violenza sessuale, truffa ed esercizio abusivo della professione. Davanti al giudice Beniamino Fargnoli, infatti, è comparsa giovedì Hristova Galina Novacheva, la bulgara ex collaboratrice del Forum Crisalide di Waldo Bernasconi e indagata pure lei dalla Procura. La donna, in realtà, si è presentata davanti al giudice del lavoro in qualità di parte lesa. Dall'altra parte la Ipics srl, ovvero la società che gestiva il centro per la cura dei disturbi alimentari di Cascina Respaù. La donna, dipendente della cosiddetta Casadap dal 2004 al 2006, ha contestato agli ex datori di lavoro di aver rivestito il ruolo di direttrice pur essendo pagata semplicemente come impiegata. Alla fine il giudice del lavoro ha dato ragione alla Novacheva e condannato la Ipics (i cui conti corrente sono stati recentemente sequestrati su ordine del gip Vittorio Anghileri e su richiesta del pm Mariano Fadda) a pagare alla donna - che in aula era assistita dall'avvocato Paolo Borsani - una somma totale di 14mila euro. Una vera spina nel fianco, l'ex collaboratrice della galassia Bernasconi: causa di lavoro a parte, infatti, la donna è anche l'unica indagata ad aver accettato di parlare con il magistrato titolare del fascicolo d'indagine. Un interrogatorio lunghissimo, il suo, nel quale ha fornito elementi utili per l'indagine penale, che ancora prosegue.

Nel frattempo lo stesso Mariano Fadda ha autorizzato il dissequestro dell'appartamento di Campione d'Italia che aveva ospitato, negli scorsi anni, lo studio di psicoterapeuta di Waldo Bernasconi, ovvero il principale indagato. Il pm ha accolto l'istanza del difensore dell'indagato, l'avvocato Angelo Giuliano (che lo assiste con il dottor Pietro Mario Vimercati) perché non è stato rinvenuto alcun bene e perché di fatto Bernasconi non ci operava di fatto più. Restano sotto sequestro tutti gli altri beni.


09/09/07 - corrierecomo.it

Agli anziani il braccialetto «anti crimine»

Per mettere le mani avanti dice subito che «non è un’emergenza ma un servizio». Marta Vincenzi è il sindaco di Genova e parla di sicurezza. Una parola finora tabù per la sinistra, che improvvisamente però scopre che le città la sicurezza la chiedono. Così Marta Vincenzi una scelta di sicurezza la fa e regala braccialetti agli anziani. Il progetto di cui aveva parlato in campagna elettorale parte come sperimentazione. Si tratta di un «tutor elettronico», un meccanismo da far portare al polso degli anziani soli e «in condizioni di fragilità».

Dai prossimi giorni verranno consegnati a circa 50 anziani i primi braccialetti e le prove andranno avanti per sei mesi. Ma cosa fanno davvero questi braccialetti prodotti dalla Elsag Datamat e, almeno inizialmente, offerti gratis? Funzionano come segnalatori di allarme, grazie ai sensori che rilevano il fumo e al comando antiintrusione che può essere attivato in caso di pericolo. Ma dovranno anche tenere compagnia all’anziano in casa. È quella che si chiama la funzione di «teleconforto», che consente alla persona sola e bisognosa di attenzioni di mettersi in contatto audio e video con la centrale operativa, ma anche con i familiari.

Il sindaco ribadisce proprio questo aspetto. «Il progetto Genova città sicura parte con gli anziani - ha aggiunto - e dimostra come sia importante inquadrare il tema della sicurezza in un’ottica di servizio, piuttosto che di emergenza. In questo caso, in particolare, è la tecnologia a mettersi al servizio delle persone». Agli anziani ovviamente non verranno consegnati solo i braccialetti da indossare, ma veri e propri kit ad alta tecnologia. Che i tecnici dovranno provvedere a installare nella speranza che l’utilizzo sia sufficientemente semplice per gli anziani. Nelle case delle 50 «cavie» arriveranno infatti anche un box di comando, un telefono cordless, una webcam, e un sistema per la connettività Adsl. Paroloni che però gli anziani non saranno tenuti a conoscere, in quanto per loro le «istruzioni» per l’uso saranno limitate a qualche tasto da imparare a premere in caso di necessità.

Il progetto coinvolgerà, oltre all’amministrazione comunale e alla polizia municipale, le associazioni Auser Liguria e Anteas, la cooperativa sociale Televita e la società di Mutuo Soccorso della polizia municipale, che garantiranno la presenza di volontari nella centrale operativa tutti i giorni dalle 8 alle 20. Di notte sarà invece garantito il collegamento con il centro operativo di area (Coa) della polizia municipale. La selezione dei 50 anziani su cui provare il braccialetto non sarà difficile, visto che il Comune ha già una lista di persone in difficoltà da seguire.
Non bisognerà comunque attendere tutti i sei mesi di prova per capire se l’amministrazione comunale genovese di centrosinistra deciderà di proseguire nel progetto-sicurezza grazie al braccialetto per gli anziani indifesi. Entro tre mesi si studieranno i primi risultati per decidere eventualmente di finanziare il progetto vero e proprio.


09/09/07 - ilgiornale.it

Viaggio inutile, anziani esclusi dalle terme

CASALUCE. Cure termali? No, purtroppo, non ci sono più posti disponibili. Unica alternativa il mare. Non è stato certo un bel benvenuto quello riservato agli anziani di Casaluce che, giunti ieri nella città di Rimini, per il soggiorno climatico organizzato dal Comune, non hanno potuto usufruire delle terapie termali.


L'arrivo del gruppo non era stato annunciato alla direzione del centro di cura e, all'arrivo in Romagna, tutti coloro che erano in possesso dell'impegnativa per il trattamento con i fanghi, si sono visti opporre un netto rifiuto. Dunque niente terme, ma, clima permettendo, solo spiaggia e mare. Il cambiamento di programma non è stato accolto però con piacere dai casalucesi, che, dopo centinaia di chilometri e lo stressante viaggio in pullman, non avevano certo intenzione di rinunciare alle cure. Ieri, gli anziani hanno cominciato a telefonare, irati, ai parenti rimasti a casa. Si è registrata grande tensione. «Purtroppo, solo in extremis, i cittadini hanno reso ufficiale la loro partecipazione al soggiorno. Questo non ha reso possibile la prenotazione nei tempi necessari», spiega il responsabile dei servizi sociali del Comune, Ludovico Di Martino, che minimizza: «I nostri anziani effettuano il ciclo di cure anche ad Agnano e magari adesso potranno dedicarsi ad una vacanza di mare, godendosi gli svaghi e le numerose attrazioni che potrà offrire la città di Rimini». Sarà, ma per ora, restano le proteste ed è facile prevedere che anche al rientro non mancheranno ripercussioni negative.

09/09/07 - pupia.tv

E per gli alunni rom il pasto è gratis

Occhialini sul naso e petto in fuori per illustrare una serie di dati, grafici, cifre «di cui - spiega Paolo Veardo, assessore per i Servizi educativi e le istituzioni scolastiche - il Comune è molto orgoglioso».

La nuova Giunta non smentisce la vecchia e conferma, anche per quest'anno, buoni mensa gratuiti per i nomadi. I puntini sulle «i» però non mancano: «Faremo in modo di non creare disuguaglianze e privilegi, ma anche di favorire la frequenza scolastica di questi bambini perché questo è nell'interesse generale» assicura l'assessore. Faranno di tutto, insomma, compreso recarsi presso le due «tendopoli» della città per richiedere moduli Isee e valutare i redditi dei nomadi che stanziano nei due campi genovesi. E «solo a quel punto - chiarisce Veardo - valuteremo, considerando che stiamo parlando solo di una trentina di studenti». Ogni giorno nelle scuole genovesi si servono 25.500 pasti. Il 53% delle famiglie paga in modo regolare, mentre il 20% sono quelle esentate. In mezzo cinque differenti fasce con agevolazioni in relazione alla dichiarazione dei redditi.

Intanto l'assessore ai Lavori pubblici Mario Margini assicura che «grazie agli ultimi appalti già finanziati, gli edifici scolastici genovesi sono fuori dalla fase di emergenza sicurezza iniziata due anni fa». Attualmente sono in corso 93 interventi, 18 stanno per partire, mentre 185 sono quelli conclusi. Lavori che riguarderanno anche l'istituto Daneo, che rimarrà inagibile per 18 mesi.

Ma tra numeri e successi compare un annuncio che ha il sapore amaro per qualcuno: «Attualmente per gli studenti della scuola dell'obbligo il Comune paga a tutti i libri di testo, ma non escludo che questo possa cambiare in futuro - avverte Veardo - Ci sembra più utile che i libri vengano dati direttamente alle scuole che poi li forniscono in comodato agli alunni».

Ma poi, ecco subito altri numeri: per i bambini da 24 a 36 mesi a Genova si apriranno 18 nuove sezioni riconosciute dal Ministero della pubblica Istruzione. Due di queste saranno scuole d'infanzia comunali che creeranno 359 nuovi posti per asilo nido. Per i bambini da zero a tre anni si arriva quindi a dare il 25% di offerta in rapporto alla popolazione residente in quella fascia d'età (dati europei chiedono il 30% entro il 2010).


Infine la promessa: «Ragionevolmente riteniamo che da gennaio 2008 potremo incominciare a fornire il servizio pubblico collettivo a servizio delle famiglie genovesi» annuncia l'assessore. Torna quindi il vecchio pulmino scuolabus per tutti quegli studenti che abitano lontano dagli edifici scolastici. Mica come quei ragazzi residenti al campo nomadi?


di Riccardo Re - sabato 08 settembre 2007 - ilgiornale.it

Ventiquattrenne violentata da rumeni

Due rumeni sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Arezzo per violenza sessuale su una ragazza aretina di 24 anni.

L’episodio è accaduto domenica 2 settembre ad Arezzo mentre in Piazza Grande si correva la Giostra del Saracino e la violenza si è consumata in un appartamento di appena 55 mq in via Trento Trieste.
Tutto è iniziato nel primo pomeriggio mentre la ragazza, che stava passeggiando all’interno del parco di Villa Severi, sembra per rischiararsi le idee a seguito del litigio avuto poche ore prima con il fidanzato, è stata approcciata da un rumeno che l’ha infastidita con apprezzamenti.
A questo punto sono intervenute due ragazze, anche loro romene che l’hanno difesa e tranquilizzata, invitatandola poi a prendere una bibita nel loro appartamento, la ragazza si è lasciata convincere ignorando quello che le sarebbe accaduto.

È stato proprio all’interno dell’abitazione di via Trento Trieste, verso le ore 16, che la ragazza ha incontrato ancora una volta il suo importunatore, un uomo di 45 anni, P. C., che l’ha minacciata con un seghetto costringendola ad avere rapporti sessuali e subito dopo anche con un connazionale minorenne di 17 anni.
Pare che la violenza sia stata consumata sotto gli occhi indifferenti degli occupanti l’alloggio ed è stato proprio un quarto giovane rumeno a porre fine alla tragica vicenda quando con il suo intervento ha impedito che un terzo abusasse ancora una volta della ragazza.
Sono le 17 e la ventiquattrenne viene accompagnata dallo stesso giovane in strada da dove, dopo essere stata soccorsa da alcuni passanti sono partite le chiamate di soccorso al 118 e ai carabinieri.
Sul posto è arrivata immediatamente un’ambulanza che ha cercato di calmare la ragazza in evidente stato confusionale e i militari che hanno iniziato le ricerche degli aggressori.
Ed è stato grazie alla dettagliata descrizione della vittima che gli uomini dell’Arma dei carabinieri hanno prima fermato il minore ancora nella zona e poco dopo il 45enne descritto come una persona pericolosa rintracciandolo al Parco Giotto assieme a un amico, estraneo alla vicenda.


Per entrambi, risultati irregolari, è scattata la custodia cautelare in carcere con l’accusa di violenza sessuale di gruppo mentre le posizioni delle altre persone coinvolte sono al vaglio degli inquirenti.


SABATO 08 SETTEMBRE 2007 - Alessandro Bindi - arezzonotizie.it

Violenza sessuale su minorenne: un arresto a Trieste

(ANSA) - TRIESTE, 8 SET - Un uomo di 31 anni della ex Jugoslavia, e' stato arrestato a Trieste per violenza sessuale ai danni di una minorenne. L'uomo, all'esterno di un bar del centro di Trieste, avrebbe avvicinato una bimba di 13 anni toccandola e facendole delle avances. La bimba e' scoppiata a piangere e ha raccontato tutto a un passante. L'allarme e' scattato subito. Il molestatore e' stato rintracciato poco dopo, sempre in centro, ed e' stato arrestato.


09/09/07 - ansa.it

Basta guerre nel mondo!