Incidenti stradali e misure soft

Incidenti stradali e misure soft, riflessioni di un lettore


Un lettore, che si firma F.G., invia una e-mail nella quale riflette sul comportamento di chi si mette al volante di un'auto sotto l'effetto di alcol o di altre sostenze.

"Chi guida in stato di ebbrezza, e/o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, è oltretutto una persona che nella guida ‘normale’, e nella vita, ha atteggiamenti spavaldi, trasgressivi, da bullo, quello dal sorpasso facile, dalla velocità smodata, non necessaria, quello della discoteca ambulante, ‘sportivo’, normalmente irresponsabile, menefreghista degli altri, quello che appena ha in mano il pacchetto di sigarette vuoto, lo deve buttare dal finestrino, preso da un raptus... Sotto l'effetto di tali sostanze, le sue prerogative ‘normali si esaltano, e la sua pericolosità spesso si traduce in tragedie, purtroppo per gli altri.

Altri ‘faciloni’, ‘che non si rendevano conto’ di aver bevuto di troppo, chiudono il cerchio, di questa irresponsabilità generalizzata, alimentata dallo sfrenato bisogno di emozioni, desideri al di sopra delle possibilità, dalla ricerca di esperienze/emozioni ‘forti’, consumate quotidianamente, che si distillano in discoteche ed ambienti simili.

Per ridurre/scoraggiare il fenomeno? Discorso lungo e complesso.

Se la tecnologia mettesse, per ipotesi, a disposizione, uno strumento interno ad ogni auto, per cui il motore non si avviasse, se non dopo certi riscontri?... Verrebbe disattivato!... Come al solito, per il comportamento di pochi, come avviene negli Aeroporti, il Sistema normale è costretto a sostenere enormi spese, disagi, rischi.

Perchè? Perchè non è ‘politicamente corretto’ parlare di ‘tolleranza zero’, perchè ci sono tutti quelli sempre dalla parte della domanda. Perchè Caino, pieno di attenuanti, è più popolare di Abele. Ancora una volta, invece di usare mezzi a ‘tolleranza zero’, come il sequestro dell'auto, a chi è colto sul fatto, multe salatissime da pagarsi a rate, ritiro della patente, galera, e tutto quanto ‘decisamente dissuasivo’, si sceglie la via ‘soft’... il palloncino, i punti, multe ridicole, processi farsa, le solite scappatoie, e ancora una volta chi è morto, è morto....

Pazzesco!".


22/08/07 - sanremonews.it

Guidavano sotto l'effetto di alcol e droga

Guidavano sotto l'effetto di alcol e droga, denunciati due pratesi


22/08/2007 - Due pratesi di 30 anni sono stati denunciati dai carabinieri di Prato per guida in stato di ebrezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.


Entrambi sono stati fermati nel corso di alcuni controlli mirati lungo le strade del centro citta'. Il loro tasso alcolemico era quasi tre volte oltre il limite previsto dalla legge e uno dei due mentre era alla guida stava consumando anche dell'hashish. Le patenti dei due ubriachi sono state ritirate.


22/08/07 - toscanatv.com

Incendia il pene dell'ex marito

Mosca, vendetta a caldo: donna incendia il pene dell'ex marito


MOSCA (22 agosto) – Quale miglior vendetta nei confronti del proprio ex-marito se non dar fuoco ai suoi organi genitali? In realtà, una donna moscovita aveva in mente di uccidere l'uomo dal quale aveva divorziato tre anni fa, ma a causa di un errore è riuscita soltanto a incendiare il suo pene.

I due moscoviti, come racconta il quotidiano Moskovski Komsomolets, dopo il divorzio, hanno tentato invano di scambiare il loro bilocale con due monolocali dove poter vivere separatamente. Non essendoci riusciti, la donna ha dovuto trasferirsi dalla madre in campagna senza mai accettare la nuova sistemazione. E' passata a trovare l'ex marito, che in passato aveva avuto problemi di alcolismo, per accertarsi dello stato della sua proprietà. L'uomo le ha chiesto di comprare una bottiglia di vodka e la donna ha subito tramato un piano diabolico. Ha fatto ubriacare l'ex marito per poi dar fuoco al letto servendosi del liquore e delle sigarette, in modo che il delitto sembrasse un incidente.

Il destino, per fortuna, è stato più clemente e un tremolio della mano le ha fatto saltare il piano. L'alcol che voleva utilizzare è finito sui genitali dell'uomo anziché sul letto. L'ex marito è stato risvegliato dal sonno etilico e alle sue grida sono accorsi i vicini. L'uomo è stato ricoverato in ospedale con gravi ustioni e i medici non si sono pronunciati sulla sorte dei suoi organi sessuali.


22/08/07 - ilmessaggero.it

Abusa della figlia di 5 anni

PEDOFILIA: ABUSA DI FIGLIA DI 5 ANNI, UN ARRESTO A SIRACUSA


Siracusa, 22 ago. (Adnkronos) - La polizia ha arrestato a Siracusa un uomo di 42 anni per abusi sessuali sulla figlia, che ha 5 anni. Gli investigatori della questura, con intercettazioni telefoniche e controlli, hanno scoperto che gli abusi sono iniziati nel maggio scorsi e proseguiti fino ad i primi giorni di agosto. A sporgere denuncia alla polizia ferroviaria di Catania e' stata la moglie dell'uomo che lo ha lasciato. Le indagini sono coordinate dalla procura della Repubblica di Siracusa. L'uomo e' stato portato nel carcere di Cavadonna.


22/08/07 - leggonline.it

Piante di cannabis scoperte via satellite

Che i satelliti fossero in grado di fotografare oggetti grandi come un pacchetto di sigarette, e leggerne anche le scritte, si sapeva da tempo. Quello che si ignorava, invece, che dalle loro stratoferiche altezze questi gioielli della tecnologia elettronica fossero anche in grado di riconoscere una pianta dall’altra ed eventualmente di segnalare all’operatore che qualcuno da qualche parte stesse coltivando piante di canapa indiana, le cui foglie essiccate diventano la ben nota marijuana. È così, infatti, che gli agenti del Commissariato di polizia di Pré sono riusciti ad individuare un appezzamento di terreno in Val di Vara, nello Spezzino, dove un uomo aveva organizzato una vera e propria piantagione di canapa indiana (o cannabis indica), con tanto di essiccatoio e laboratorio per immettere sul mercato ligure il prodotto finito.

Le manette sono così scattate ai polsi di Alfredo Salvini, un romano di 48 anni residente a Milano con l’«hobby» della cannabis. L’uomo è stato arrestato per produzione e traffico di sostanze stupefacenti.

A preoccupare i poliziotti genovesi era stata la quantità di marijuana che da qualche tempo girava a Genova. Si trattava di un tipo abbastanza particolare che solitamente non veniva venduto in grandi quantità sul mercato clandestino della droga. Da dove poteva venire? Pensa e ripensa, alla fine in Commissariato qualcuno ha avuto il lampo di genio: visto che battere palmo a palmo tutto il territorio ligure, la cui orografia non agevola di certo le ricerche, sarebbe praticamente impossibile, perché non esaminare il terreno dall’alto?

Contrariamente a quanto si crede, soprattutto a causa di certi film che fanno ritenere fantasia anche attività tecnologiche di uso comune, il controllo via satellite è una realtà assolutamente concreta. Se le autorità volessero esaminare il territorio alla lente d’ingrandimento, potrebbero farlo semplicemente programmando i satelliti che transitano su quella verticale. Nessuno di noi sa quali e quanti siano, ma le autorità sì. Per cui, inserendo nella memoria dei satelliti un programma che permette il riconoscimento delle piante, ci si può giurare che il satellite individuerà, analizzerà e traccerà le coordinate della pianta che si vuole cercare.

Ed è appunto quello che è successo ai poliziotti di Pré. L’occhio invisibile del satellite ha battuto l’entroterra metro per metro e ad un certo punto ha fatto suonare l’allarme quando in prossimità di Rocchetta Vara, appunto nello Spezzino, l’obiettivo ha immortalato la belleza di 57 piante di cannabis nei pressi di un casolare isolato di Rocchetta Vara. Avuta la certezza che proprio di canapa indiana si trattava, i poliziotti si sono recati sul posto e hanno atteso il momento opportuno per intervenire. Nella casa dell’uomo gli agenti hanno trovato anche numerose scatole contenenti migliaia di semi di cannabis e un essiccatoio dove la pianta veniva fatta essiccare.


22/08/07 - ilgiornale.it

Come curare i pedofili

Caro Beppe,
vorrei commentare le proposte del presidente francese Nicolas Sarkozy riguardo alla pedofilia. E' opportuno che i politici si interroghino su cosa fare per ridurre o prevenire fenomeni indiscutibilmente negativi (come la pedofilia, ma in Francia si è parlato anche del suicidio giovanile), lascia perplessi siano gli stessi politici a «stabilire» se l'origine di tali comportamenti sia innata, come vuole Sarkozy, anziche acquisita. Le scienza generalmente opta cautamente per una ipotesi di somma di fattori, predisposizione genetica+fattori ambientali, ma la politica dovrebbe impegnarsi per legiferare in maniera adeguata allo scopo (cioè ridurne almeno l'entità) e magari finanziare ricerche che controllino l'efficacia dei provvedimenti. Purtroppo invece sempre più spesso sono i politici a voler dire se certe terapie vadano considerate efficaci, o certe droghe facciano male o meno. In questo modo riducono la responsabilità politica della loro azione, basandola su ragioni presentate come «obiettive», ma che rappresentano le loro opinioni. E nello stesso tempo negano la possibilità di decisioni, politiche, scientificamente fondate.
Intanto è improprio scientificamente affrontare suicidio e pedofilia assieme, la fa Dante nell'Inferno, ma lì si tratta di giudizi morali. Per quanto riguarda la pedofilia, è un disturbo per cui vi sono cure che possono ridurne la bramosia non l'orientamento, il malato devo però acconsentire, come pure, avviene già in altri Paesi, e ad assoggettarsi ad alcune misure di controllo sociale. Così testimoniando la volontà di ridurre la sua pericolosità, poiché il malato è, cronicamente, incapace, e lo sa, di adeguato autocontrollo. Il medico che ha prescritto viagra al pedofilo poi recidivo, afferma di non aver avuto informazioni riguardo ai suoi precedenti, questo sarebbe grave ma possibile anche in Italia, dove informazioni riguardo i «sex offenders» non sono accessibili neppure ai medici. Su questo i politici prendano posizione. In molti Stati Usa dal 2004 (grazie alla Megan's Law) le informazioni riguardo ai sex offenders, stupratori e pedofili, sono accessibili a tutti, ma l'efficacia di questa «gogna» è in discussione.

Stefano Pallanti, stefano.pallanti@mssm.edu


22/08/07 - corriere.it

Sabato sarà liberato un altro pedofilo

E la magistratura attacca Sarkozy


Un altro pedofilo recidivista sarà liberato sabato dallo stesso penitenziario di Caen, in Normandia, dove si trovava fino al 2 luglio Francis Evrard, 61 anni, l'uomo che a Ferragosto ha rapito e violentato il piccolo Enis, 5 anni, a Roubaix. Thierry Bouillaux, responsabile del sindacato delle guardie carcerarie, tira il segnale d'allarme: «Il detenuto che sta per tornare in libertà è un uomo di 42 anni, condannato già una decina di volte per reati sessuali. L'ultima nell’88 per aver violentato un minorenne. Ai secondini ha già manifestato l'intenzione ricominciare appena tornato in libertà».

Il personale penitenziario approva la linea della fermezza del presidente Nicolas Sarkozy in tema di delinquenza sessuale. Sul fronte esattamente opposto ci sono i partiti di sinistra e le organizzazioni più note della magistratura, che criticano aspramente le scelte presidenziali a favore della cosiddetta «castrazione chimica» (somministrazione di farmaci inibenti ai pedofili destinati a tornare in libertà) e della creazione di speciali ospedali-carcere per chi potrebbe costituire un pericolo pubblico dopo aver scontato la propria condanna. Al tempo stesso Sarkozy si pronuncia contro qualsiasi sconto di pena a favore delle persone condannate per crimini sessuali, soprattutto per violenza su minorenni.

L'Eliseo ha chiesto alla ministra della Giustizia, Rachida Dati, di preparare su questi argomenti un disegno di legge che il Parlamento dovrebbe discutere e approvare in autunno con procedura d'urgenza. L'Unione sindacale della magistratura e il Sindacato della magistratura considerano «terribili», «affrettate» e «ad effetto» le misure annunciate da Sarkozy, che vuole inaugurare già nel 2009 a Lione il primo ospedale-carcere per pedofili irriducibili. «Non c'è nulla di nuovo perché si riformano cose che sono già state modificate negli ultimi anni o si reinventano cose che esistono già», ha dichiarato il segretario dell'Usm, Christophe Regnard, secondo cui il vero problema è la mancanza di personale medico-psichiatrico nelle carceri.

Intanto Francis Evrard, che ormai non ha più nulla da perdere, approfitta degli interrogatori della polizia per far circolare tristi spacconate: «Nella mia vita ho conosciuto una quarantina di bambini, ma mi hanno beccato e condannato solo per tre episodi», ha detto il criminale, lasciando intendere che cosa significhi per lui il verbo «conoscere».


di Alberto Toscano - mercoledì 22 agosto 2007 - ilgiornale.it

Donne e alcol al volante

Nelle prime ore di domenica, al Lido degli Estensi, i carabinieri del nucleo radiomobile di Comacchio hanno deferito all’autorità giudiziaria due giovani donne comacchiesi (rispettivamente di 20 e 28 anni) per guida in stato di ebrezza alcolica. Alla prima è stata ritirata la patente di guida, poiché fermata alla guida della propria autovettura, con un tasso alcolemico accertato di circa 1 g/l, mentre alla seconda è stato sequestrato il ciclomotore di cui era alla guida, avendo accertato un tasso alcolemico di 0,80 g/l.

Un’altra giovane ventottenne comacchiese nelle prime ore di sabato, era stata deferita dai carabinieri del nucleo radiomobile di comacchio per guida in stato di ebrezza, poiché alla guida della propria autovettura aveva causato un incidente stradale, e a seguito di controllo con l’etilometro le era stato accertato un tasso alcolemico di 1,2 grammi litro. Anche in questo caso la patente è stata ritirata.

Nel pomeriggio di domenica, un ferrarese di 64 anni, ha causato un sisistro stradale a comacchio. i carabinieri di porto garibaldi hanno rilevato il sinistro e controllato il conducente con l’etilometro. accertato un tasso alcolemico di 1,7 g/l l’uomo è stato deferito all’autorità giudiziaria e gli è stata ritirata la patente di guida.

21/8/2007 - estense.com

Trova la madre 50enne morta

Trova la madre 50enne morta sotto il porticato di casa


Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione


SCANDIANO (REGGIO EMILIA) - Ha trovato la madre di 50 anni in una pozza di sangue nel porticato di casa: la donna, Angela Nacci, è deceduta per cause che sono ancora da chiarire. E' accaduto a Chiozza di Scandiano, località in provincia di Reggio Emilia. Il giovane ha trovato il cadavere della madre in avanzato stato di decomposizione, perché da diverso tempo non andava a trovarla: i carabinieri che sono intervenuti sul posto, però, escludono la morte di tipo violento, cioè l'omicidio o il suicidio e propendono per l'ipotesi dell'incidente.

Secondo il medico legale, è probabile che la donna sia stata colta da un malore in veranda e che, cadendo, si sia procurata la ferita profonda che ha causato l'emorragia. Resta ora da stabilire se sia stata proprio quella ferita o il malore a causare il decesso. Il giovane ha detto ai militari che la donna da tempo soffriva di problemi di alcolismo.


21/8/2007 - 4minuti.it

La sbronza ciclabile

Agire con urgenza, prima che mi tocchino anche il Fred Buscaglione dal whisky facile, rilanciandolo allegramente nel pastone scemoproibizionista che imperversa da qualche settimana galleggiando sul vuoto estivo. Per adesso sono arrivati a Gino Paoli, evocatore di atmosfere spiaggiarolo-pensose, per fargli raccontare (e regolarmente poi condire della salsa corrente) la sua personale discesa negli inferi bruciabudelle. L'occasione pare ottima: si promuove una meritoria associazione di recupero degli alcolisti, e si ripete dal presunto autorevole pulpito del personaggio pubblico la storia abbastanza abituale del primo approccio alla bottiglia, del gomito che poi si alzava sempre di più e sempre più spesso, e della realizzazione (in questo caso per tempo) che qualcosa stava sfuggendo di mano.


Occasione ottima, appunto, se non fosse che l'attuale mainstream coatta se ne strafotte del problema alcol. O meglio, lo tratta esclusivamente abbinato alla guida. Ma attenzione: senza mai parlare davvero della questione centrale, ovvero la guida. Meglio, la guida cronica a cui ormai un paio di generazioni paiono condannate dai modelli di consumo implacabilmente imposti.
Tutta colpa dell'alcol? È proprio così? I morti ammazzati sono usciti di strada travolti da un'ondata di distillato, o schiacciati dai fusti di rovere che creano un'atmosfera? Niente affatto. Che si tratti dei morti del sabato sera, o dei pedoni o altri automobilisti vittime di guidatori che avevano bevuto, la causa prima del danno come ognuno può ben vedere sono lamiere e asfalto. Ma nessuno ne parla mai, o quasi mai.


Una generazione fa, era ancora abbastanza comune la domenica sera vedere onesti capifamiglia che tornavano, soli o a gruppetti, caracollando verso casa. Qualcuno non ce la faceva proprio, e scivolava a terra, a volte raccolto e aiutato, a volte no. Scene patetiche, di cui oggi si fa molto volentieri a meno, ma che non comportavano alcun incidente stradale: al massimo una bicicletta rovesciata nel fosso sul lato della strada, non certo i sinistri accartocciamenti di lamiere a cui ci hanno ahimè abituati. Accartocciamenti che, si badi bene, succedono sia nelle notti che dal vino son bagnate , sia nelle operose e sobrie giornate lavorative.
Ma di questo non si parla appunto mai, negli articoletti e articolini, peraltro attentissimi a ricordare la cultura nordica del turno di sbronze, la moderazione nel consumo, l'esigenza di più poliziotti e palloncini, per non parlare dell'immancabile psicologo, più o meno dilettante, che si lancia giù per la pista ad alta velocità della cultura del permissivismo, dell'insicurezza identitaria … Sull'ubiqua scatoletta a motore da cui deriva il fatale botto: silenzio totale.


E non ci avevo fatto neppure caso, a questa stranezza, fin quando non mi è cascata l'attenzione su una breve nota marginale in un articolo che descriveva non una tragedia, ma una allegra festa, quella delle biciclette a noleggio che imperversano per Parigi. Pare che una delle ore di punta del servizio sia dopo l'una di notte, quando chiude la metropolitana, e frotte di ubriachi usciti da feste private, ristoranti e locali vari, montano in sella e si allontanano sbandando nella notte. Mi faceva pensare a una versione terzo millennio dell' Uomo in Frack di Modugno, ma poi mi è venuto in mente anche che: a) pedalando, bene o male, si smaltisce almeno un pochino, e di sicuro ci si schiariscono le idee; b) male che vada, il massimo rischio è un capitombolo con sbucciatura di ginocchia e caratteristici sassolini piantati nel palmo della mano. La mattina dopo, oltre a qualcosa per il mal di testa da postumi, si dovrà anche stappare una bottiglia … di disinfettante. Ma, anche di questo aspetto, di questa possibilità, sui nostri giornali niente. Almeno mi pare.


E pure non ci vorrebbe molto, almeno da questo punto di vista, a sostituire alla schiera degli psicologi (più o meno dilettanti), qualche ingegnere, giardiniere, architetto, assessore al traffico e/o tempo libero. Naturalmente non si risolverebbe il problema: la monocoltura automobilistica ce l'abbiamo nel sangue, e non c'è proprio bisogno del palloncino per misurarla; gli spacci di alcolici sono accuratamente sparsi sul territorio, alla fine di lunghi percorsi che sembrano far parte inestricabile del rito: una specie di camino verso Compostela su quattro ruote. Si beva o non si beva, che sia mattina, pomeriggio o notte, il sole a strisce di guard-rail zincato è una condanna per tutti. Uniche oasi in questi tubi a cielo aperto, le varianti “personalizzate” del parcheggio del multisala, la ghiaia sull'ingresso della villetta dove abita l'amico/a morosa/o, la stradina campestre a fondo chiuso per effusioni, qualche volta magari anche “rinforzate” da un sorso. Oltre naturalmente all'oasi portatile dell'abitacolo, sempre più escluso dal minaccioso universo circostante, fra le armature esterne da imitazione Suv (o vero Suv), lo stereo a palla, il telefonino, la plancia di comando con schermi vari. Il “fuori” si allontana sempre più, e ci vuol poco a capire che il beverone da happy hour , o se è per questo anche i socialmente legittimi due litri alla cena del circolo, sono solo la mandata finale. Il resto, è un calcolo statistico.


Altro che palloncini, oltre che palloncini. Gli incidenti in macchina si fanno con la macchina, e vabé tutte le campagne sull'abuso di alcol, come sono sempre andate benissimo dalla Gin Lane di Hogart nella brulicante Londra veteroindustriale in poi, ma bisogna parlare, soprattutto, di auto: sono quelle, le lamiere che ti vengono addosso, non quella di una lattina di birra.


Se ci fossero più piste ciclabili che collegano la casa del bevitore/bevitrice all'abbeveratoio, e se questo percorrere le piste ciclabile fosse adeguatamente promosso, magari con sovvenzionati urletti cronici da disk-jockey , di sicuro la statistica potrebbe giovarsene.
Suona cretino? A vedere l'ora di punta dei festaioli brilli di Parigi, pare proprio di no.


21/8/2007 - di Fabrizio Bottini - megachip.info

Le illusioni sull'ambiente

La Terra è ammalata, il clima è impazzito, le risorse si assottigliano. Pian piano (troppo piano) se ne stanno accorgendo un po' tutti. Ma la gente non vuole sapere; vuole sperare. E così la gente "rimuove" le cattive notizie. Chi ne dà notizia è un catastrofico, un apocalittico, e magari anche un uccello di malaugurio. Ma se una cattiva notizia è vera, allora è vera. Ed è purtroppo vero — la scienza è pressoché unanime nel certificarlo —che siamo al cospetto di una catastrofe ecologica che andrà a rendere invivibile anche la vita dell'uomo...

Comincio dalla notizia più sconfortante: che i più indifferenti al loro stesso destino sono i giovani. Gli spregiati anziani si battono, in definitiva, per le generazioni future (al momento della resa dei conti loro, gli anziani del Duemila, non ci saranno più). Ma i giovani se ne sbattono, non gliene frega niente. Il documentario americano di Al Gore, "Una verità scomoda", sul riscaldamento globale è stato visto da molta gente; ma, a quanto pare, da un pubblico tutto al di sopra dei 40 anni, nessuno, o quasi, sotto. Il cosiddetto popolo di Seattle gira il mondo diffondendo sciocchezze sul capitalismo e sulla globalizzazione, senza capire che la loro causa dovrebbe essere di salvare la Terra e, con essa, se stessi.

Però anche tra i quarantenni in su l'istinto è di "struzzeggiare". Anche se l'evidenza scientifica sul collasso ecologico è ormai schiacciante, per il grosso pubblico ogni pretesto è buono per non crederci. Il dibattito si svolge su tre fronti: 1) la fallibilità delle previsioni, 2) l'incertezza sulle cause, e quindi sulle "colpe", 3) l'efficacia dei rimedi. Se queste tre indagini vengono pasticciate,
allora "l'ambientalista scettico" ha buon gioco nel far confusione. Ma se vengono separate, allora si vede subito che bara al gioco.

1. Nelle previsioni bisogna distinguere tra prevedere un trend , una linea di tendenza, e prevedere una scadenza . Le previsioni sbagliate sono quasi sempre le seconde. Il che non vuol dire che siano sbagliate per eccesso di pessimismo. Al momento risultano semmai sbagliate per ottimismo. Per esempio, la Terra si sta scaldando più rapidamente del previsto. E lo stesso vale per l'esaurimento del petrolio, che potrebbe avvenire anzitempo. Invece la previsione di un trend è raramente sbagliata. Perché in questo caso non anticipiamo il "quando" di un evento, ma che avverrà. E il punto è che lo sbaglio cronologico (di date) non scredita la credibilità di un andamento

2. In materia di spiegazione causale, l'ambientalista scettico ci racconta che le oscillazioni climatiche ci sono sempre state, e quindi che sono causate da fattori naturali e astronomici che sfuggono al nostro controllo. Se così fosse, saremmo impotenti. Ma per fortuna non è così. Nell'ultimo milione di anni i cicli glaciali sulla Terra si sono ripetuti per durate medie di 100.000 anni; e la più recente "piccola era glaciale" copre un periodo di circa 500 anni con un massimo di raffreddamento tra il 1645 e il 1750. E questi richiami fanno già intravedere radicali differenze tra quei passati e il nostro presente. Il nostro cambiamento è velocissimo e cumulativo, il che induce a sospettare uno sviluppo lineare "senza ritorno", e cioè senza ciclicità. A conferma basta la logica, l'argomento che i fattori scatenanti dell'inquinamento dell'atmosfera e anche del suolo non esistevano in passato.

L'inquinamento industriale, l'inquinamento da automobili, l'inquinamento da produzione di energia, e così via, sono una novità assoluta. Inoltre il problema non è soltanto un inquinamento riscaldante, ma anche un rapido esaurimento delle risorse, ivi incluse le risorse rinnovabili. Il nostro è ormai uno "sviluppo insostenibile", tale perché l'uomo consuma le risorse rinnovabili della Terra — specialmente l'acqua e il cibo — a un ritmo che già supera del 20 per cento la capacità che ha la Terra di rigenerarle. Un ritmo che ha tutte le minacciose sembianze di una crescita esponenziale (come nella sequenza aritmetica 1, 2, 4, 8, 16...).
Dunque che la nostra catastrofe ecologica sia causata da fattori cosmici non è soltanto smentito da tutta la scienza seria e dai milioni di dati che ha raccolto, ma risulta anche una tesi del tutto implausibile a lume di logica.

3. Veniamo ai rimedi. Ovviamente i rimedi dipendono dalle cause, e cioè dalla malattia che li richiede. Altrettanto ovviamente molti rimedi non rimediano: sono sbagliati o comunque insufficienti. L'aspirina non cura la polmonite.
L'acqua è un rimedio per la sete ma non per la fame. In gergo tecnico le cause sono chiamate variabili indipendenti, che possono essere tantissime (multicausalità). Inoltre una variabile indipendente può risultare dipendente da una variabile che la precede. Ma niente paura. groviglio viene semplificato se ci chiediamo: qual è la variabile primaria che sta a monte di tutte le altre? E cioè la variabile che più e meglio fa variare tutte le altre? A mio avviso è la variabile demografica, la "bomba demografica", e cioè l'esplosione della popolazione. In un solo secolo la popolazione si è più che triplicata. Sono passate diecimila generazioni per farci arrivare a 2 miliardi di esseri umani. Oggi siamo 6 miliardi e mezzo; e tra 50 anni potremmo essere 9 miliardi. Follia. Si risponde che ci salverà la tecnologia. Forse. Ma forse no.
Perché un effetto collaterale della tecnologia è di aggravare il danno. L'uomo dell'età tecnologica ha, rispetto ai suoi antenati, un potere cento volte superiore (dico a caso) di danneggiare il suo habitat . Oggi ogni persona in più dei paesi sviluppati o in rapido sviluppo (Cina inclusa) inquina ed esaurisce le risorse naturali (mettiamo) 50 volte di più di un uomo di cinquecento anni fa.
Comunque, ammettiamo — ottimisticamente — che la tecnologia ci possa salvare. Ma questa speranza è sottoposta a una condizione tassativa: fermare, e anzi fare retromarcia, sulla crescita della popolazione. Volendo, è l'intervento più facile e indolore: basta promuovere con risolutezza l'uso dei contraccettivi.
Già, volendo . Senonché la Chiesa cattolica (non le altre religioni) non vuole, il piissimo presidente Bush non vuole, e i demografi (assieme a molti economisti) vogliono sempre più bambini per alimentare le pensioni. Si può essere più irresponsabili e dissennati di così? Non volere i contraccettivi equivale a condannare, nei prossimi decenni, due miliardi di persone a morire di sete, e un altro miliardo a morire di fame. Anche se queste sono stime all'ingrosso, sono stime attendibili. A fronte delle quali non ci dovrebbero essere tabù (religiosi o emotivi) che tengano. Invece tengono. Ci siamo fregiati del titolo di Homo sapiens sapiens . Ma un'umanità che non sa salvare se stessa da se stessa merita semmai il titolo di Homo stupidus stupidus.
A proposito: buon ferragosto. Oggi siate lieti e spensierati. Se poi vi interessa il futuro, allora mi potete ancora leggere e "male dire" domani.

Giovanni Sartori - enricomoriconi.it

Polizia e Mediaset: uno spot contro i tifosi violenti

E' ricominciata l'iniziativa "Imbecilli all'ultimo stadio" della Polizia di Stato e Mediaset

La traiettoria di un tiro perfetto sferrato da un calciatore e la traiettoria (purtroppo) altrettanto perfetta di un petardo che colpisce in testa il portiere avversario, le capriole di gioia di un asso del pallone e la carambola di un motorino (!) lanciato dagli spalti dello stadio. Con una didascalia che accompagna ogni coppia di immagini che sottolinea, senza metafore, l'imbecillità di chi va allo stadio per compiere azioni criminali.

"Imbecilli all'ultimo stadio" è infatti il titolo dello spot "dedicato" ai tifosi violenti, o più semplicemente criminali, che ha realizzato Mediaset in collaborazione con la Polizia di Stato. Lanciato in concomitanza con l'inizio del campionato italiano di calcio, la clip va in onda in tutte le trasmissioni sportive di Italia1 e durante le pause pubblicitarie di Canale5 e Rete4.

Un'esperienza inedita in cui credono molto i vertici della Polizia di Stato: la comunicazione attraverso gli spot. Dopo le campagne sociali sulla sicurezza stradale, i consigli antitruffa per gli anziani, l'invito ai ragazzi a non bere alcolici, è la volta dei tifosi violenti.

Trenta secondi di immagini, commentate solo da didascalie, per un esperimento diretto, efficace, dal montaggio raffinato. Vengono infatti utilizzate gesta calcistiche per accostare le "imprese" violente e vigliacche dei criminali da stadio, dei tifosi violenti, degli "imbecilli all'ultimo stadio", appunto. Azioni di gioco sui campi e azioni di teppismo sugli spalti, una metafora per palati fini, con l'obiettivo che se non si riuscirà a far breccia nel cuore degli "animali", si spera riesca a far prendere le distanze dai violenti ai tifosi innamorati dello sport.

È un ulteriore passo avanti che la Polizia compie nei confronti della prevenzione. E "la prevenzione attraverso la comunicazione – sottolinea il responsabile delle Relazioni Esterne della Polizia Roberto Sgalla – credo possa aiutare molto a creare quel senso civico che è la base per andare la domenica allo stadio". Non a caso la parola più ricorrente in tutte le campagne sociali recenti e nelle direttive operative fornite agli agenti è: prevenzione.

lo spot contro la violenza

22/08/07 - poliziadistato.it

Basta guerre nel mondo!