Violentata dopo la festa di laurea

Incubo a Bologna: violentata all'uscita da una festa di laurea

Stordita dall'alcol, si è ripresa sul cofano di un'auto mentre un uomo la stuprava

BOLOGNA, (13 lug. 2007) - E' uscita da un locale di Bologna dopo una festa di laurea nella zona universitaria, ed è stata violentata. E' questa la denuncia di una 28enne che se ne è andata dal party un po' stordita dall'alcol bevuto. Ad un certo punto, ha raccontato, si è rianimata, e si è ritrovata a faccia in giù su un cofano di una macchina, con un uomo alle spalle che la stava violentando. La ragazza ha reagito. In quell'istante è suonato il cellulare, che l'aggressore le ha preso.

Dall'altro capo della linea c'era il fidanzato della giovane, con lei alla festa, che ha confermato agli inquirenti di aver sentito un rumore, riconducibile ad una voce maschile. La ragazza è riuscita a riprendersi la borsa, ma il cellulare è rimasto in mano all'aggressore. La donna è subito fuggita correndo, totalmente terrorizzata. Disperata, ha suonato ad ogni campanello che trovava, finchè un portone si è aperto e un residente l'ha soccorsa chiamando i carabinieri.

La vittima è stata sentita oggi dal Pm Valter Giovannini, che ha ascoltato anche il fidanzato e l'uomo che l'ha soccorsa. Quest'ultimo ha riferito che la giovane era visibilmente terrorizzata e che fin da subito, nonostante lo stato confusionale, ha riferito di essere stata vittima di una violenza.

La giovane donna ha detto che ad aggredirla è stato un uomo "non italiano", ma non è riuscita ad indicare con esattezza dove sia avvenuta l'aggressione. Gli inquirenti hanno però ricostruito che si deve essere trattato della zona limitrofa a via Zamboni. I carabinieri dora sono al lavoro per cercare di rintracciare l'aggressore.

Nelle prossime ore saranno sentiti gli amici presenti alla festa, nella speranza di avere una più netta ricostruzione dell'accaduto e dettagli utili all'inchiesta. Sono stati anche repertati gli indumenti che la ragazza indossava alla ricerca di tracce di Dna. La giovane è stata medicata all'ospedale al Maggiore dove le sono stati riscontrati ecchimosi al volto, sul naso, e diverse escoriazioni alle braccia e alle gambe.

13.07.07 - emilianet.it

Polonia: madre partorisce ubriaca

Polonia: madre partorisce ubriaca, neonato salvo per miracolo

VARSAVIA - Si era presentata in ospedale per partorire ubriaca fradicia, e il bambino e' nato con un tasso di alcol nel sangue pari a 1,2 grammi, vale a dire quelli presenti nel sangue di un adulto che abbia bevuto una bottiglia di vino o due di birra. E' successo a Zabrze, nel sud della Polonia. I medici sono riusciti a salvare in extremis il neonato, ma non escludono che in futuro possa soffrire di problemi neurologici. La madre, che ha altri cinque figli, dopo il parto ha tentato di scappare, ma e' stata raggiunta e arrestata. (Agr)

13.07.07 - corriere.it

Due denunce per guida in stato di ebbrezza

Cairo: due denunce per guida in stato di ebbrezza

La scorsa notte i carabinieri del Radiomobile di Cairo hanno denunciato, nel giro di poche ore, due automobilisti per guida in stato di ebbrezza. Nel primo caso i militari, hanno bloccato nei pressi di San Giuseppe una Volkswagen Golf con a bordo tre persone. Percepito l’alito alcolico del conducente, hanno deciso di sottoporlo all’alcoltest, esame risultato positivo. A questo punto per lui è scattata la denuncia. Poco dopo i militari hanno scoperto anche che aveva fornito false generalità e che guidava con patente sospesa. G.C., 30 anni, di Carcare, aveva dichiarato di essere il fratello, L.C., di 34 anni, residente a Finale Ligure. Dovrà quindi rispondere anche di false generalità e di guida senza patente.

Nel centro cittadino invece è stato denunciato, sempre per guida in stato di ebbrezza, S.R., proveniente dalla ex Jugoslavia, di 42 anni, ex camionista. L’uomo, già conosciuto alle forze dell’ordine per maltrattamenti in famiglia e per aver fatto uso di alcol già in passato, guidava anche senza patente, che gli era stata sospesa a marzo dello scorso anno. I carabinieri vista la sua situazione personale e familiare, hanmno chiesto il suo ricovero in trattamento obbligatorio in una struttura di recupero.

F.R. - Venerdì 13 Luglio 2007 - savonanews.it

Il 28 luglio contro le stragi sulle strade

Barletta - IL 28 LUGLIO CONTRO LA “STRAGE ANNUNCIATA” SULLE STRADE DELLE VACANZE

COMUNE E ASSOCAZIONE GENITORI BARLETTA (A.GE.) S’IMPEGNANO IL 28 LUGLIO CONTRO LA “STRAGE ANNUNCIATA” SULLE STRADE DELLE VACANZE

Anche il Comune di Barletta (attraverso l’Assessorato alle Politiche della Legalità e Sicurezza Urbana ed il Comando di Polizia Municipale), in collaborazione con la sede locale dell’A.Ge. (l’Associazione Genitori), sostiene l’edizione 2007 della campagna sulla sicurezza stradale “Vacanze coi fiocchi”.

L’iniziativa, promossa dal Centro Studi Antartide in tutta Italia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, vanta altri 600 aderenti ed è finalizzata a far riflettere ed invitare tutti a non lasciarsi sedurre dal fascino dalla velocità, a stare lontani da droghe e alcol prima di mettersi in viaggio, ad utilizzare le cinture di sicurezza, il casco e i seggiolini per i bambini, ad evitare di distrarsi in auto con il cellulare, a lasciar perdere i sorpassi azzardati. In sintesi a guidare con prudenza perché arrivare (e poi ritornare) è più importante che partire.

In tutta Italia saranno distribuiti, dal grande esodo estivo di fine luglio, 500.000 di libretti che hanno in copertina Snoopy, il più famoso bracchetto del mondo. All’interno vignette di Bucchi, Vauro, Maramotti, Pillinini, Gomboli, Maitena, D’Alfonso; foto dei personaggi associate a messaggi, riflessioni degli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, Teodora Macchia e Franco Taggi. Un grande contributo alla divulgazione dei messaggi lo daranno 200 emittenti locali e nazionali che trasmetteranno 20.000 spot registrati dai personaggi che partecipano alla campagna.

L’appuntamento nell’ambito territoriale barlettano con “Vacanze coi fiocchi” si concretizzerà sabato 28 luglio 2007, dalle ore 09.00 alle 13.00, presso l’Ipercoop-Mongolfiera ed il punto ristoro Canne Sud A14. L’iniziativa sarà supportata dalla collaborazione di “edicole amiche” della città che distribuiranno, con i quotidiani, il materiale illustrativo dell’iniziativa.

“Ritengo fondamentale la collaborazione delle Amministrazioni comunali nell’opera di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale”, interviene il prof. Luigi Terrone, Assessore alle Politiche della Legalità e Sicurezza Urbana (con delega all’Educazione Civica e Stradale) del Comune di Barletta. “Purtroppo – egli aggiunge – il mancato rispetto delle norme più elementari ed altre pessime abitudini quando si è alla guida dei mezzi a motore sono assai diffusi.

Questa è la causa di tantissimi incidenti che, registrando spesso il coinvolgimento dei giovani, nulla hanno a che vedere con la fatalità. A fronte di questa emergenza è un dovere istituzionale fare il possibile per creare un’inversione di tendenza, non soltanto sanzionando i trasgressori, ma anche perseverando nei richiami continui alla prudenza e all’importanza della disciplina stradale, per se stessi ed il prossimo. Chi adopera un mezzo deve essere consapevole che il rispetto delle regole, oltre ad essere un obbligo inderogabile, è soprattutto una forma di tutela dell’incolumità collettiva. Determinanti, per l’organizzazione in loco di questa campagna, le Autostrade d’Italia e l’Ipercoop – Mongolfiera di Barletta, che ringrazio per la disponibilità, come pure e non certo ultima, l’Associazione Genitori, alla quale va riconosciuta la qualità dell’impegno da anni dimostrato in queste ed altre azioni d’elevato valore educativo”.

L’obiettivo di “Vacanze coi fiocchi”, in definitiva, è ricordare a tutti che in strada non è permesso sbagliare perché in gioco viene messa l’unica vita che abbiamo e tanti innocenti potrebbero pagare le conseguenze di comportamenti irresponsabili.

13.07.07 - puglialive.net

SERT spaccio e criminalità

SERT spaccio e criminalità secondo Zaffini


“Per far fronte al problema droga, che in Umbria ha assunto dimensioni non più tollerabili, è necessaria la sinergia tra i servizi per le tossicodipendenze, pubblici e privati, e le azioni per il controllo del territorio.

Questo legame è gravemente compromesso e sottovalutato, se non addirittura ignorato, per via di un sistema pubblico di servizi per le tossicodipendenze che è superficiale e inefficiente.” Lo afferma Franco Zaffini, capogruppo An in consiglio regionale e primo firmatario di una PdL An sull’istituzione di una commissione speciale sulle tossicodipendenze.

“E’ sconcertante - continua Zaffini – che non vi sia una risposta concertata tra medici e istituzioni, mediata da forze dell’ordine e magistratura, ai preoccupanti segnali sul piano della criminalità e dell’insostenibilità sociale e familiare del problema droga.”

Zaffini ribadisce “l’inutilità dei SerT umbri, la cui attuale attività – spiega - si riduce alla somministrazione di metadone con metodologie terapeutiche inefficaci e che, paradossalmente, rischia di diventare pericolosa per utenti e cittadini. Il SerT di Perugia – specifica - sta creando un dilagante disagio sociale, a cominciare da quello percepito dai residenti della zona di Monteluce. I locali che dovrebbero servire al recupero dei tossicomani in cerca d’aiuto, non solo non sono a norma, ma si stanno trasformando in un ritrovo fatiscente per tossici che non hanno alcuna intenzione di disintossicarsi e che incrementano pericolosamente lo spaccio e la criminalità.”

“Se in Umbria l’allarme droga è così alto, nonostante le forze dell’ordine lavorino duramente per contrastare il traffico e la criminalità ad esso connesso, questo è dovuto in buona parte alla totale assenza di una politica di informazione e prevenzione, agli errori delle politiche di intervento sulle tossicodipendenze e all’insufficienza con cui il servizio pubblico svolge la sua attività di cura e recupero degli utenti.”


“Qualora venisse istituita la commissione di inchiesta sulle tossicodipendenze – conclude l’esponente An – la priorità sarà quella di estrapolare chiari dati sull’attività dei SerT e capire se essi sono in grado di recuperare i soggetti tossicomani e garantire sicurezza nelle strade e neutralizzazione del potenziale criminale legato all’uso di droghe.”

13.07.07 - spoletonline.com

Honduras, chiude la miniera killer

Dopo aver provocato, in sette anni di attività, danni irreparabili a centinaia di persone, una delle miniere più grosse del paese è costretta a chiudere. Grazie uno studio di un ricercatore italiano

Era una delle miniere d'oro a cielo aperto più inquinanti dell'Honduras. "Era" perchè da qualche giorno la miniera San Martin ha cessato l'attività di estrazione e ora si appresta a lasciare il paese. La società civile è in festa e il suo successo lo deve principalmente a un ricerctore italiano, Flaviano Bianchini, che ha passato gli ultimi due anni nell'America centrale e studiare le falde acquifere inquinate dalle minieri a cielo aperto.

Bianchini, che a inizio di quest'anno è dovuto fuggire dal continente per le minacce di morte ricevute, si trova ora nel Kashmir a seguire un nuovo progetto umanitario. Da lì ha fatto avere una lettera che spiega come si è arrivati alla chiusura della miniera San Martin. Ecco il testo.

"Finalmente la Corte Suprema di Giustizia dell'Honduras ha fatto giustizia e ha multato la compagnia Entre Mares per danni ambientali e alla salute costringendola cosi' ad abbandonare la miniera San Martin,nel Valle de Siria. Tutto inizio' sette anni fa quando la miniera, in mezzo alle proteste di diversi gruppi di ambientalisti, inizio' a scavare la montagna Sierra del Cobre. Una montagna che era alta 900m e che oggi ne misura solo 300. Ma il grosso della protesta inizio' circa un anno fa quando degli studi indipendenti da me condotti insieme al Dottor Almendares dimostrarono che la miniera, oltre a causare irreparabili e gravissimi danni ambientali, danneggiava seriamente e irreversibilmente la salute delle popolazioni della zona.

Gli studi dimostravano che l'acqua entra nella miniera priva di sostanza contaminanti per uscirne inquinata con cianuro e metalli pesanti. Gli stessi studi dimostrano come nella frazione di El Porvenir le malattie della pelle, strettamente relazionabili con l'arsenico presente nell'acqua, sono la terza causa di ingressi in ospedale e rappresentano il 18% mentre a livello nazionale queste non rientrano nelle prime 20 cause di ingresso in ospedale e non superano l'1% delle malattie registrate.

Sempre ne El Porvenir, su una popolazione di 4000 abitanti, ci sono 43 casi di osteoartrite, strettamente relazionabile con il piombo presente nell'acqua e nel sangue della popolazione, in bambini minori di 5 anni mentre a livello nazionale i casi di osteoartrite nei bambini inferiori a 5 anni sono meno di un caso su un diecimila. Discorso simile per l'Atrofia Midollare Spinale di tipo 1. Una malattia genetica mortale nella totalita' dei casi che blocca il funzionamento dei muscoli nei bambini. A livello mondiale tale malattia e' attestata a meno di un caso su un milione mentre tra i 4000 abitanti de El Porvenir se ne registrano ben 6 casi. Poi c'e' anche Nueva Palo Ralo (la vecchia fudistrutta per fare spazio alla miniera) dove la mortalita' infantile si attesta al 30% e supera di 12 volte la media nazionale. Se poi analizziamo questo dato sui figli dei lavoratori della miniera esso si attesta all'impressionante valore di 83%. Ovvero muoiono 8 bambini di ogni 10 nati vivi prima di compiere un anno.

Oggi la sentenza della Corte Suprema di Giustizia mette fine a questo vero e proprio genocidio. La miniera Entre Mares se ne va e, forse, il Valle de Siria puo' ricominciare lentamente a vivere".

Flaviano Bianchini - 13.07.07 - vita.it

Pedofilia: sacerdote condannato

Pedofilia: Bergamo, sacerdote condannato a 4 anni


BERGAMO - Un sacerdote di 36 anni, don Matteo Diletti, e' stato condannato a quattro anni di reclusione per abusi sessuali nei confronti di una ragazza oggi 16enne e che, all'epoca in cui cominciarono le violenze (nel 2002), aveva 11 anni. Condannato per lo stesso reato, ma con una pena di sei anni, anche un altro uomo di 64 anni, Ugo Cattaneo, interdetto a vita dai pubblici uffici. I fatti si sono svolti in un paese della Val di Scalve, nel bergamasco. Nel 2001 fu Cattaneo, per primo, ad avvicinare la bambina. Due anni piu' tardi la piccola conobbe il curato del paese, ma il rapporto di affetto, stando a quanto appurato durante il processo, si sarebbe poi trasformato in attenzioni piu' pesanti. (Agr)

13.07.07 - corriere.it

Iraq: ucciso reporter

Iraq, ucciso reporter che lavorava per il New York Times


BAGHDAD (Reuters) - Un corrispondente iracheno del New York Times è stato
ucciso mentre andava al lavoro oggi a Baghdad, secondo quanto riferito dal
quotidiano americano.


L'uccisione di Khalid Hassan, 23 anni, segue quella di un fotografo e di un
autista che lavoravano per Reuters, ieri a Baghdad.


Hassan è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco nel distretto meridionale di
Saidiya, ha comunicato il Times in una nota.


Le circostanze dell'attacco non sono chiare. Come incerta appare ancora la
dinamica della morte del fotografo che lavorava per Reuters, Namir Noor-Eldeen,
22 anni, e del suo autista, Saeed Chmagh, 40 anni: testimoni hanno riferito di
un raid con elicottero dell'esercito Usa, mentre l'esercito ha riferito di una
sparatoria con un gruppo di insorti.


"Khalid ... era un esponente coraggioso e pieno di risorse del nostro team di
giornalisti, che ha unito le numerose sfide professionali e personali durante i
quattro anni trascorsi nel nostro staff a una buona dose di ottimismo e
umorismo", ha affermato John Burns, responsabile della redazione del quotidiano
a Baghdad.


L'associazione Reporters sans Frontieres ha sollecitato le autorità irachene
e l'esercito a fare luce sulla morte dei due dipendenti Reuters e del
giornalista del New York Times.


Il Comitato per la protezione dei giornalisti a New York stima che almeno 149
reporter e collaboratori dei media, gran parte iracheni, siano stati uccisi
dall'invasione a guida Usa in Iraq nel 2003.


© Reuters 2007 - 13.07.07 - today.reuters.it

Auto contro albero: 3 minori morti

AUTO SI SCHIANTA CONTRO UN ALBERO A FIUMICINO: MORTI TRE MINORI

Roma, 13 lug. (Apcom) - Tre minorenni, due ragazzi e una ragazza, tutti di 17 anni, sono morti la notte scorsa in un incidente stradale a Fiumicino, vicino a Roma. Le vittime viaggiavano a bordo di una Golf in compagnia di un coetaneo, quando improvvisamente l'auto ha sbandato finendo la sua corsa contro un albero. L'impatto è avvenuto all'altezza del ponte '2 giugno'. Non è ancora chiara la dinamica dello schianto, dovuto probabilmente all'alta velocità, all'uso di stupefacenti o all'alcol. A sconvolgere gli inquirenti, oltre alla tragicità dell'incidente, il fatto che nessuno dei quattro, data l'età, poteva avere la patente di guida. Nello scontro la ragazza è morta sul colpo, mentre un altro giovane è deceduto durante il trasporto in ospedale. Il terzo è morto questa mattina intorno alle 10.30 all'ospedale di Ostia a causa delle gravissime ferite. L'ultimo ferito, che guidava la macchina, è invece in prognosi riservata.

Roma 13/07/2007 - la7.it

Investì e uccise un giovane

Investì e uccise un giovane a Marina di Ravenna: era drogato

E’ risultato positivo ai test antidroga Matteo Canini, il giovane responsabile dell’incidente avvenuto a Marina di Ravenna lo scorso 30 giugno nel quale sono stati investiti Luca Certolani e Matteo Verde (che è poi deceduto). Canini era già stato condannato per direttissima per omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza: il tasso di alcol nel sangue era cinque volte superiore al limite. Ora emerge che Canini aveva anche assunto sostanza stupefacenti.

Canini dopo essere fuggito era stato bloccato della pallavolista croata Mia Causevic che ha assistito al sinistro. Alla Causevic è stata poi conferita la cittadinanza onoraria per il gesto compiuto.

La giocatrice si è messa all'inseguimento del 28enne ravennate il quale si era dato alla fuga dopo aver travolto i due pedoni. Quest'ultimo è stato bloccato dalla giocatrice all'altezza della rotonda di via Trieste, consentendo agli agenti della PolStrada di Ravenna di bloccarlo e arrestarlo per guida in stato d'ebbrezza ed omissione di soccorso.

L'incidente è avvenuto nella nottata di sabato, attorno alle 2.45, davanti al BBK in viale Colombo. Canini, in stato d'ebbrezza, stava percorrendo a bordo di una Seat Ibiza l'arteria in direzione Marina di Ravenna quando, invadendo la corsia opposta dopo una sbandata, ha travolto Verde e quindi Centolani.

13.07.07 - romagnaoggi.it

Emergenza acqua

Emergenza acqua. Palese: Vendola scaricato e accusato fugge in Macedonia

Mentre i pugliesi per colpa sua hanno i rubinetti a secco e il Governo accusa lui di scelte sbagliate alla guida di Aqp e di superficialità assoluta, lui dov'è? A vedere balletti e sentire concerti".


Bari - Brindisi, 13 luglio 2007. "Se qualcuno aveva ancora dubbi sulla inadeguatezza di Vendola a governare la Regione, adesso non ne ha certamente più. Oggi il Governo nazionale (funzionari dei ministeri e Protezione Civile) dice a chiare lettere che la colpa dell'emergenza acqua che costringe gli ospedali pugliesi alla chiusura, i cittadini a far la coda alle autobotti come nel dopoguerra e le industrie a cedere acqua per aiutare le famiglie, è solo ed esclusivamente della Giunta Vendola e del management dell'Acquedotto Pugliese". È il parere del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Rocco Palese, espresso in una dichiarazione.


"Il problema non è la carenza di acqua, dice il Governo, perché non ce n'è mai stata così tanta; il problema non è neanche che questa emergenza è arrivata come un fulmine a ciel sereno perché, dicono Governo e Protezione Civile, la Regione sapeva ed era stata messa in allarme dalla circolare del presidente del Consiglio del 5 marzo scorso. L'emergenza, emerge chiaramente, è colpa di chi pur sapendo non ha fatto nulla e di chi non è capace in Puglia di governare il settore delle acque".


"Mentre il sindaco di Taranto va giustamente in Procura (anch'essa a secco!) - continua Palese - mentre i turisti scappano dalla Puglia dopo aver inseguito e accusato i nostri poveri sindaci; mentre donne e anziani fanno la fila sotto il sole per riempire bottiglie e secchi per potersi lavare e cucinare, il presidente Vendola non è nella sua 'stanza dei bottoni' a presidiare l'emergenza e ad assumersi responsabilità e prendere decisioni, ma forse finalmente conscio della propria inadeguatezza e dell'assoluta inutilità della sua presenza in loco, preferisce 'fuggire' in Macedonia, complice una provvidenziale missione culturale prevista da tempo. Mentre i pugliesi per colpa sua hanno i rubinetti a secco e il Governo accusa lui di scelte sbagliate alla guida di Aqp e di superficialità assoluta, lui dov'è? A vedere balletti e sentire concerti".


"La nostra non vuol essere facile demagogia, ma grave preoccupazione per il senso di assoluta irresponsabilità che contraddistingue il presidente della Regione che oggi, messo all'angolo e indicato dai fatti e dal suo stesso Governo nazionale come unico responsabile di una situazione senza precedenti, non può più addossare responsabilità a chi l'ha preceduto e allora fugge".


"Eppure - conclude il capogruppo degli azzurri in Consiglio regionale - ricordiamo di avergli sentito dire queste parole: 'Da quando sono presidente non dormo più di notte: se non piove sono preoccupato per la carenza di acqua, se piove troppo temo le alluvioni'. Da qui forse l'esigenza della fuga in Macedonia, come si dice... occhio non vede, cuore non duole!".

Brindisisera Shop@ - © Brindisi Sera - 13.07.07 - brindisisera.it

80enne ai domiciliari per abusi su bimba

Fabbrico: 80enne ai domiciliari per tentati abusi su una bimba

Reggio Emilia - Un pensionato di 80 anni è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di tentata violenza sessuale aggravata nei confronti di una bambina. L'anziano si trova ora agli arresti domiciliari.

13.07.07 - bologna2000.com

Liguria. Sos per psichiatria

Liguria. Sos per psichiatria: è allo sfascio

"L'Assessore Montaldo: già interessato il ministro. I sindacati lanciano l'allarme: a fine anno 58 infermieri in meno nelle strutture pubbliche"

Trentasette infermieri che mancano già e altri ventuno che andranno in pensione entro la fine dell'anno. In totale 58 infermieri che mancano dalle corsie delle strutture residenziali psichiatriche. Situazione che, ieri, ha fatto urlare alle scandalo i sindacati: « La psichiatria a Genova è allo sfascio» hanno denunciato Cgil Fp, Cisl Fps e Uil Fp che, in una nota congiunta, lanciano bordate a Regione e Asl 3. «La situazione è diventata ormai drammatica - dicono - ma nessuno nelle stanze dell'assessorato alla Salute e della direzione della Asl 3, può permettersi il lusso di considerare imprevista». La replica di Claudio Montaldo, assessore regionale alla salute, è dello stesso tono: «Qui nessuno fa finta di niente e le difficoltà del personale sono tanto presenti che hanno indotto il sottoscritto a sollevare il problema con il ministro Livia Turco, trovando anche l'accordo con le organizzazioni sindacali regionali e nazionali».

Accade che nelle Rsa di Quarto, Il cammino e Casa Michelini, Rossiglione e Cogoleto (in tutto oltre 100 pazienti assistiti) gli infermieri siano diventati merce rara. Dal 2003 a fine 2006 l'organico della psichiatria della terza Asl genovese è passato da 292 a 262 unità; per ottenere la quadratura del cerchio si devono aggiungere quelli che non sono ancora stati sostituiti e quelli che dovranno andare in pensione tra l'autunno e la fine dell'anno. Problema che l'Asl 3 ha mostrato di avere ben presente tanto che, dopo aver inoltrato in Regione le richieste di deroga per le assunzioni necessarie, la direzione sanitaria ha varato un ordine di servizio per il riassetto dei turni, passando dal turno in sesta (che consente riposi più lunghi) al turno in quinta, che porta ad un ritmo più serrato.

Cgil, Cisl e Uil alzano la voce chiedendo a Montaldo «se considera sostenibile dal punto di vista etico, nonchè se sia segno della sua alta responsabilità, scegliere di far finta di nulla proprio nei confronti di assistiti che non hanno la forza e la possibilità di farsi sentire. Da anni infatti questi signori, assessore e direttore generale di Asl 3, ognuno per la propria responsabilità avrebbero dovuto maturare la certezza che nel 2007 la progressiva diminuzione degli operatori addetti sarebbe diventata esplosiva».

Secondo i sindacati la scelta compiuta dall'assessorato, «dovendo fare i conti con l'indiscutibile disavanzo nella spesa sanitaria, tra le tante scelte di risparmio possibili (alcune molto scomode come il taglio delle tante consulenze o della spesa farmaceutica) ha preferito concentrarsi sul taglio del personale. Scelta certamente più facile da compiere, ma che inevitabilmente produce un risultato certo, sfasciare i servizi pubblici. Nonostante le nostre richieste, ad oggi l'assessore alla Salute ha semplicemente glissato l'argomento».

Claudio Montaldo fronteggia i sindacati: «La carenza del personale psichiatrico è uno dei temi che appartengono a questa problematica e come gli altri va affrontato in ambito aziendale. Peraltro domani (oggi, ndr) Asl 3 ha convocato un apposito incontro con le organizzazioni sindacali».

Per la Asl a replicare è il dirigente del servizio psichiatrico, Luigi Ferrannini. «Ci sono evidenti difficoltà per la mancanza di personale che la Asl non ha certo ignorate: le richieste di deroghe sono state inoltrate per tempo e da settimane si sta lavorando a questo. E poi definire allo sfascio la psichiatria genovese mi sembra offensivo anche per gli operatori che i sindacati dovrebbero difendere».
Alessandra Costante - 13.07.07 - Fonte: edicola.ilsecoloxix.it - aipsimed.org

Stupro di gruppo, 2 arresti

Stupro di gruppo in appartamento, 2 arresti

In manette due italiani di 50 e 28 anni. Avrebbero costretto un giovane ad avere un rapporto sessuale

MILANO - Avrebbero stuprato un uomo di 30 anni. Per questo due italiani di 50 e 28 anni sono stati arrestati su disposizione del gip Alessandra Cerreti, come richiesto dal pm Giancarla Serafino. Lo stupro di gruppo sarebbe avvenuto a Milano all'interno dell'appartamento del 50enne, che in passato aveva già avuto un paio di incontri sessuali a pagamento con la sua vittima. In quella occasione, però, la situazione si era trasformata in una vera e propria violenza in cui, oltre all'uomo di 50 anni, l'altro italiano più giovane e un cittadino straniero poco più che ventenne, ora latitante, erano intervenuti costringendo sotto minaccia di una forbice il giovane a un rapporto sessuale. Poi i tre avevano scattato fotografie simulando un ulteriore rapporto con la vittima e minacciandolo di far avere le immagini alla sua famiglia se non avesse pagato una somma di denaro. Accompagnato per raccogliere i soldi richiesti, il 30enne aveva chiamato i carabinieri.

PROSTITUZIONE MINORILE - Nell'inchiesta è emerso un giro di prostituzione minorile gestito dal cinquantenne arrestato, impiegato in una grossa azienda. Per questo le accuse sono per tutti e tre i personaggi coinvolti di violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona ed estorsione, mentre il capo dei tre è accusato anche di favoreggiamento della prostituzione minorile. Interrogato venerdì mattina, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

DOPPIA VITA - Nell'appartamento al centro della vicenda, l'impiegato da tempo aveva rapporti sessuali con i minorenni, studenti liceali, in cambio di piccoli regali come ricariche telefoniche o pochi soldi. Per farli prostituire con terzi, metteva a loro disposizione non solo l'abitazione, ma anche trucchi e parrucche con i quali i ragazzi si potevano travestire e condurre la loro doppia vita, tenendo completamente all'oscuro i genitori. Per le prestazioni sessuali, i giovani chiedevano tra i 50 e i 100 euro.

13 luglio 2007 - corriere.it

Emergenza caldo

EMERGENZA CALDO, IMPEGNATE FORZE ORDINE

Anche le Forze dell'Ordine di Genova saranno impegnate nella prevenzione dell'emergenza caldo per gli anziani. Le situazioni più delicate saranno tenute sotto controllo dai poliziotti e dai carabinieri di quartiere mentre eventuali segnalazioni che dovessero pervenire a Questura, Carabinieri, Guardia di Finanaza e Vigili del fuoco saranno subito trasferite al call center di "Estate Anziani".

13.07.07 - primocanale.it

Troppi gli automobilisti ubriachi a Roma

Troppi gli automobilisti ubriachi e drogati alla guida a Roma

Aumentati del 18 per cento i sanzionati sotto effetto dell’alcol e del 600 per cento della droga

Sono aumentate del 600 per cento le multe per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Lo afferma l’ultimo rapporto annuale della polizia municipale di Roma che registra l’aumento del 18% dei conducenti sanzionati per guida in stato di ebrezza ma soprattutto denuncia l’abnorme aumento (600%) degli automobilisti sorpresi alla guida sotto l’effetto di droghe.
Un allarme che lunedì pomeriggio ha trovato la sua amara conferma nell’incidente del 9 luglio in via Leone XIII dove un serbo di 31 anni, che secondo gli accertamenti guidava sotto l’effetto della cocaina, ha causato la morte di Renato Scovazzi, motociclista romano di 39 anni, sposato e padre di una ragazza di 15. Per lui una denuncia a piede libero per omicidio colposo e, come per tutti gli altri, un processo davanti al giudice di pace con il rischio, molto remoto, di una condanna fino a tre mesi di carcere.
Altro dato allarmante del rapporto della polizia municipale: dal 1° luglio 2005 al 30 giugno 2006 i vigili hanno elevato oltre 2 milioni di multe (1.118.387 grazie al sistema Iride che controlla i varchi elettronici della Ztl del Centro) e 994.427 per mano direttamente dagli agenti.
Le infrazioni per divieto di sosta sono state 408.918 contro 377.030 dell'anno precedente; seguono quelle per mancato rispetto del semaforo rosso 75.103. Ma il dato più clamoroso è proprio la guida sotto l’effetto di droghe e alcol. Nel rapporto 2005 erano stati multati 423 automobilisti diventati 514 (+18%). Le persone multate per l'uso di droga sono passate da 48 a 294: un aumento del 600%.
Secondo Il rapporto dei vigili tra le dieci strade dove si registrano il maggior numero di incidenti, la maglia nera è sempre della Cristoforo Colombo (1.014 incidenti in 12 mesi), seguita dalla la Casilina (900) e dalla Prenestina (822). La più pericolosa resta, però, l’Aurelia (in un anno, 395 incidenti con 175 feriti). Quasi invariato il numero dei morti per incidenti stradali: 185 contro i 186 dell'anno precedente. Quindi un morto ogni 48 ore.

13/07/2007 - abitarearoma.net

Canada. Ubriaco uccide donna

Ubriaco travolge e uccide una donna

La 36enne è morta sul colpo. L'incidente è avvenuto mercoledì sera su McCowan Road

Un bambino lotta tra la vita e la morte in ospedale dopo un terribile incidente in cui ha perso la madre.
Erano le 8 di mercoledì sera, quando un van impazzito è salito sul marciapiede falciando i due che stavano camminando su McCowan Road, nei pressi di Eglinton Avenue.
La donna di 36 anni è morta sul colpo mentre il figlio versa in condizioni critiche con gravi lesioni interne all'ospedale Sick Children. I primi accertamenti hanno confermato che l'uomo alla guida del van, Dragan Gorgijevski di 56 anni, era ubriaco e stava guidando sotto l'effetto dell'alcol.
«Stavano camminando sul lato Ovest della strada - ha detto James Cassells della polizia di Toronto - Il veicolo procedeva in direzione Sud, nella zona di Scarborough. Ha poi urtato il marciapiede perdendo il controllo e investendo i due pedoni». Il conducente del van si è presentato ieri davanti al giudice e dovrà ora sostenere le accuse di omicidio e di lesioni personali gravi.
La polizia sta cercando di rintracciare la famiglia della donna per informare del tragico incidente. I parenti, infatti, non sono ancora stati informati ed è per questo che l'identità per ora non è stata svelata.
Ed è rimasta solo tanta rabbia tra i residenti della zona: «È orribile... semplicemente terribile - ha detto una donna ancora sotto shock per l'accaduto - Un poliziotto anziano mi ha raccontato che quell'uomo aveva già avuto problemi con la giustizia per guida in stato di ebbrezza». Gli investigatori non hanno voluto confermare la notizia.

13.07.07 - corriere.com

Madre e padre violentano i figli

Una famiglia normale, un sospetto terribile. Un uomo e una donna, impiegati quarantenni di Milano, sono stati rinviati a giudizio per una serie di abusi nei confronti dei due figli, un maschio e una femmina che al tempo dei fatti avevano 12 e 8 anni. L'uomo è accusato di violenza sessuale sui due bimbi e di maltrattamento del figlio maschio mentre la donna è accusata di favoreggiamento e maltrattamento: per il gup Alessandra Cerreti, la donna sapeva delle abitudini del marito, che la notte andava nella cameretta dei bambini e ne abusava. Quando il bambino confidava alla madre le violenze subite lei lo picchiava intimandogli di non parlarne con nessuno. All'età di dodici anni, nel 2005, il ragazzino si era però confidato con le maestre che avevano sporto denuncia. "Finalmente adesso posso dormire" confidò il ragazzino ai magistrati che avevano disposto l'allontanamento da casa del padre. Ansa

13.07.07 - city.corriere.it

Segregata e sfruttata per cinque anni

Dopo il terribile esodo per raggiungere le coste italiane, per lei l’inferno doveva ancora cominciare. Non sono stati altro che cinque anni di violenze fisiche e morali il paradiso italiano che le era stato promesso. Poi, però ha avuto la forza di denunciare i suoi aguzzini.


Dovranno rispondere di sequestro di persona, violenza sessuale aggravata e continuata, rapina ed estorsione, i due nigeriani di 31 e 29 anni arrestati tre giorni fa dai carabinieri di Portomaggiore. Dopo aver raggiunto l’Italia ed esser stata costretta da subito a vendersi per strada, la loro vittima, una bella ragazza nigeriana di 29 anni, ha detto basta. Non era sufficiente avere infranto i suoi sogni di una vita migliore, le chiedevano anche 45 mila euro per averla portata in Italia (questa, sembra, a cifra sborsata per farla arrivare sulla penisola dietro la promessa di un lavoro da cuoca), somma che doveva restituire tramite le sue “prestazioni”. Dopo essere stata espulsa ed essere ritornata a Ferrara aveva incontrato di nuovo i suoi aguzzini che le avevano rubato tutti i soldi e, secondo il suo racconto, avevano anche abusato di lei tenendola “segregata” nei pressi di Portomaggiore. Poi, complice una distrazione, è riuscita a scappare ed avvisare le autorità.


Dopo aver trovato il coraggio di denunciarli. i suoi due sfruttatori dovranno rispondere di violenza sessuale, rapina, sequestro di persona, estorsione. L’arresto dei due è stato eseguito dai carabinieri di Portomaggiore: le manette sono scattate per Emmanuel Oamen Emonyon, di 32 anni e Daid Dioume, 28 anni.

13.07.07 - estense.com

Puglia, vertice sull'emergenza acqua

Riunione al ministero della Salute, su iniziativa del sottosegretario Antonio Gaglione. «Nel corso degli anni si sono accumulati difetti gestionali, non è giusto che questo ricada sulla popolazione»


ROMA – Si è svolto oggi presso il Ministero della Salute un vertice istituzionale sull'emergenza idrica in Puglia presieduto dal sottosegretario alla Salute Antonio Gaglione. Nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato i rappresentanti degli enti e delle istituzioni locali interessati, sono state illustrate tutte le modalità per fronteggiare nel breve e medio termine il deficit idrico in Puglia. «La riunione è stata utile per inquadrare la moltitudine di problemi che si intersecano nella gestione della risorsa idrica in Puglia – ha sottolineato il sottosegretario Gaglione – tuttavia, è ampiamente chiaro che il nodo principale della questione ruota soltanto in parte attorno alla penuria di precipitazioni o alle perdite di rete, ma è determinata da un problema più ampio che va indagato a fondo. Di fatto, anche alla luce delle considerazioni espresse dal ministero delle Infrastrutture – ha insistito Gaglione - l'attuale disponibilità idrica non giustifica la situazione di gravissimo deficit che, addirittura, ha visto il ricorso alle autobotti; per questi motivi, il livello centrale ha il dovere di sapere cosa è accaduto e in quale settore del governo locale delle acque c'è stata la disfunzione. Sicuramente, dalle relazioni dei vari tecnici – ha aggiunto il sottosegretario – è emersa l’impressione che, nel corso degli anni, sia siano accumulati e cristallizzati difetti gestionali e non è giusto nei confronti della popolazione pugliese liquidare il deficit idrico attraverso la scarsità di piogge e con il clima sempre più caldo. Per questi motivi – ha proseguito Gaglione – ritengo opportuna una discussione costante anche a un livello politico ulteriore, nella speranza che si possa operare in sinergia istituzionale. L’acqua è il bene più prezioso in assoluto per la tutela della salute – ha concluso Gaglione – e il Ministero ha fondamentali compiti in materia di prevenzione che, in questo caso, verranno utilizzati fino in fondo: non è accettabile che il cittadino subisca la riduzione o l’interruzione di acqua potabile; è come sottrarre un diritto fondamentale».

12/7/2007 - lagazzettadelmezzogiorno.it

Non sono disabile ma solo senza gambe

Pistorius, uomo bionico «Non sono disabile ma solo senza gambe»

«Non sono una persona disabile, sono semplicemente una persona senza gambe». Anzi, la cosa più veloce senza le gambe, uno dei soprannomi di Oscar Pistorius. Quando arriva sul campo di atletica, stacca dalle ginocchia le protesi normali di colore rosa e incastra i «ricambi», due lame nere e molleggiate. Ovvero le Ossur al carbonio (costate circa 26.500 euro) che gli stanno regalando un sogno: quello di essere uno sportivo e un professionista come tutti gli altri. «Ho quattro grandi sponsor - racconta l’atleta sudafricano appassionato di moto, ne ha addirittura tre nel garage di casa -. Voglio raggiungere dei risultati, mi piacerebbe essere ai Giochi di Pechino, ma non farò drammi se non andrò. Sono giovane, punto a Londra 2012».

La sua storia sta facendo il giro del mondo: nato con una malformazione congenita, i medici devono amputargli le gambe a undici mesi. Le prime protesi, una vita normale, lo sport, in particolare la pallanuoto e il rugby. Tanto da essere il migliore a portare la palla in meta.

Dopo la morte della madre Sheila (che lui ricorda con un tatuaggio al braccio destro, con le date di nascita e morte), un incidente lo costringe ad avvicinarsi all’atletica («uno sport che odiavo»), inizialmente per la riabilitazione. Nuove protesi costruite negli States e risultati eccellenti da subito: le medaglie nelle Paralimpiadi di Atene (oro nei 200, bronzo nei 100), poi i record mondiali nelle stesse discipline e nei 400. Il personale di 46”34 è molto vicino al 45”95, tempo limite per i Giochi. Anche Hollywood ha messo gli occhi su di lui e Tom Hanks, il Forrest Gump del cinema, è solo uno di quelli che vorrebbe girare un film sulla sua storia. «Quando mi chiedono cosa provo ad avere gambe artificiali, rispondo “non lo so, e tu cosa provi ad avere due gambe reali?”». Senza polemica, perchè lui è così.


Stasera intorno alle 20, le luci dell’Olimpico si accenderanno per la sua prima volta: una gara con quelli «normali», con gambe e piedi naturali, e partenza regolare dai blocchi. «Ai campionati del Sudafrica mi è già capitato di farlo, ma confesso di essere emozionato». «La partecipazione di Pistorius al Golden Gala è un fatto straordinario, può dare speranza a tanti ragazzi sfortunati», dice Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico.


Poco male che la sua gara (i 400 metri) non sia quella con i big sui blocchi di partenza tra cui lo statunitense Merritt. E poco male che la sua prova sarà seguita dall’occhio vigile di tre videocamere, posizionate in vari punti della pista. Saranno analizzati vari aspetti, dalla falcata alla permanenza al suolo del suo piede: la Iaaf studierà poi immagini e dati.Doping tecnologico è l’accusa che viene rivolta a Pistorius, chiamato anche blade runner perchè le due barre di carbonio lo fanno sembrare uno che corre su lame. «È una discriminazione e la polemica ha insinuato molti dubbi nella gente sugli sport paralimpici in generale. Le protesi? Altro che vantaggio: alla partenza ci metto di più a scattare, e la pioggia e il vento le rendono più rigide». Il tempo limite per Pechino è alla sua portata e se dovesse arrivare, potrebbe essere un problema in più per la Iaaf. Che già ha ricevuto la richiesta del Sudafrica di inserire Oscar nella squadra di staffetta per il mondiale di Osaka. «Non penso alle medaglie da vincere, ma a gareggiare con chi va più veloce di me». E infatti Oscar pensa già alla prossima sfida: domenica a Sheffield contro il campione olimpico e mondiale dei 400 Wariner.

venerdì 13 luglio 2007 - ilgiornale.it

Dall’eutanasia dei Dico ai Cus

Dall’eutanasia dei Dico provano a nascere i Cus I gay: un passo avanti

Per Salvi meglio Biondi della Bindi. E i Dico diventano Cus: Contratti di Unione solidale.
È uno smacco pesante quello inflitto dal Parlamento al governo Prodi con la decisione del presidente della Commissione Giustizia. Cesare Salvi di Sinistra Democratica, infatti, ha preferito come testo base per avviare la discussione sul riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, etero ed omo, il ddl presentato a suo tempo dal senatore di Forza Italia, Alfredo Biondi. Dunque meglio una proposta dell’opposizione di quella firmata dalle ministre Rosy Bindi (Famiglia) e Barbara Pollastrini (Pari Opportunità) e varato dal governo lo scorso febbraio. Smacco ancora più cocente se si tiene conto del fatto che quel ddl costò a Prodi una salita al Colle quando venne a mancare al suo governo il voto del senatore a vita Giulio Andreotti. Il voto riguardava la politica estera ma Andreotti disse chiaro e tondo che non avrebbe sostenuto Prodi a causa dei Dico, che ora vengono cestinati senza rimorso da Salvi. Certamente la sua bocciatura non è una sorpresa. Non appena i Dico arrivarono in Commissione, Salvi li definì subito «un pasticcio giuridico impraticabile», annunciando che li avrebbe cestinati a favore di altre proposte più realistiche. Con questa mossa, insieme ai Dico, Salvi strapazza ancora una volta il tentativo di accordo tra la Quercia e la Margherita che dovrebbe dare alla luce il Partito democratico. Così facendo la Sinistra democratica coglie due obiettivi: accontenta il fronte gay, soddisfatto che almeno si riprenda il dibattito sui diriti dei conviventi, mentre irrita quello cattolico della Margherita e del Family Day.

Anche i Cus comunque non avranno vita facile a Palazzo Madama. È vero che potrebbero raccogliere il sostegno dell’ala liberal del centrodestra ma è pur vero che il fronte cattolico trasversale, che in Senato è molto ben rappresentato, ha già ribadito che il cambio di nome non basta. Anche i Cus insomma saranno bocciati se prefigureranno un matrimonio di serie B.


Chissà se, come per i Dico sorti e tramontati in 150 giorni, si sprecheranno fiumi di parole per una legge destinata a non vedere mai la luce. Da segnalare per i Cus almeno le fondamentali differenze dai Dico. Scompare la registrazione all’anagrafe a favore di una dichiarazione congiunta di fronte al giudice di pace, che la trascriverà in un apposito registro entro 15 giorni. Che diritti sono riconosciuti a chi stipulerà un Cus? La possibilità della comunione dei beni; il via libera all’assistenza del proprio partner in carcere o in ospedale; le decisioni, in caso di incapacità del partner, sullo stato di salute e l’eventuale donazione degli organi; il diritto a restare nella casa in affitto. In caso di morte del partner il convivente ha diritto, ma solo dopo nove anni dalla registrazione dell’unione, a un quarto dell’eredità nel caso in cui la persona deceduta abbia parenti di primo grado. Oppure a tutta l’eredità se chi muore non ha parenti fino al sesto grado. Per la reversibilità della pensione si rimanda alla revisione della normativa in atto specificando però che occorrerà tenere conto dei «prevalenti diritti dei figli minori o non autosufficienti del defunto».

La Pollastrini, autrice dei Dico, si consola osservando che anche i Cus riprendono «i punti qualificanti» del suo ddl e che crede nella possibilità di «giungere a una mediazione condivisa in materia di diritti e doveri delle persone conviventi».

La ripresa del dibattito in commissione è comunque vista con favore da tutto il fronte della sinistra che chiede un riconoscimento anche per le coppie omosessuali. È bene che si sia riavviato il dibattito, dicono verdi e socialisti. Cautamente ottimista anche il transgender Vladimir Luxuria di Rifondazione, che lo considera un passo avanti rispetto al vuoto legislativo attuale ma molto lontano dalla parificazione al matrimonio richiesto dal Gay pride.


Mettono subito le mani avanti invece i cattolici, della maggioranza, dell’opposizione e anche quelli fuori dai partiti come Savino Pezzotta, portavoce del Family Day: «Anche i Cus non mi convincono: mi sembrano un simil matrimonio».

13.07.07 - di Francesca Angeli - ilgiornale.it

Violenza sessuale: fermato tunisino

Violenza sessuale: fermato tunisino a Bologna


BOLOGNA - Palpeggia una ex compagna di scuola e cerca di costringerla a compiere atti di natura sessuale, dopo averla obbligata insieme a un complice a seguirlo in una via deserta del centro di Bologna. Il ragazzo, un tunisino regolare di 20 anni, e' stato fermato nella notte; il complice non e' ancora stato identificato. La vittima, una 18enne italiana, ha subito sporto denuncia alla polizia. Alla ragazza erano stati rubati anche il cellulare e la carta d'identita', secondo il gip a scopo intimidatorio. (Agr)

12.07.07 - corriere.it

La rom che vuole diventare poliziotta

"Così chi mi chiama zingara mi guarderà con rispetto"

Immagina le chiacchiere e il distintivo: «Guarda là: quella non è Zimba? Ma sì. E’ proprio lei: Zimba la poliziotta». Da adolescenti si sogna ad occhi aperti. E Sonia immagina la scena: incontrare i suoi vecchi compagni di scuola, soprattutto quelli delle elementari e delle medie, e sorprenderli per strada, mentre indossa una divisa e una pistola. Sorprenderli: perché una ragazza rom, che diventa poliziotta, non s’incontra tutti i giorni. E se poi ha dovuto sopportare pregiudizi ed angherie, quella divisa, diventa un riconoscimento sociale. Sonia, 19 anni, è orgogliosa di essere «zingara». E da «zingara» vuole indossare la divisa. Non sarà semplice. Ma Sonia ha già abbattuto molte barriere: a Taurisano, con sua cugina Angelica, è la prima ragazza rom a essersi diplomata. Istituto d’arte: diploma appena intascato. Dopo mille difficoltà.

Cittadina italiana
Il punto è che Sonia è cittadina italiana. Vive in un appartamento e non in un campo. Veste alla moda e non secondo la tradizione. Sua madre è salentina. «Ma tu davvero ti senti zingara?», gli chiede il padre, Lucio Rinaldi, rom dal pedigree perfetto. «Sì». E per la gente comune, lei è «zingara» a tutti gli effetti. E sin da bambina ne ha sopportato i pregiudizi. Ecco perché il suo diploma è già un piccolo grande capolavoro.

«Le elementari - racconta - sono state davvero un supplizio: non vedevo l’ora che finissero. Ricordo quando chiedevo in prestito una matita: i miei compagni non me la prestavano mai. Così un giorno ne presi una, anche se loro non volevano, e solo allora capii: non potei restituirgliela. Dissero che potevo infettarli. Iniziarono a chiamarmi “zimba”, che vuol dire zingara, e compresi perché nessuno giocava con me. L’insegnante mi diceva: “Sonia, perché non stai con i tuoi compagni?”. Un giorno glielo dissi: “Sono loro che non ci vogliono stare”. Delle elementari ho una sola immagine: i compagni che s’allontanano da me». Alle medie non è andata meglio, ma nel frattempo Sonia incontra Mariangela Zecca, un ex assistente sociale, che si prende cura di lei e degli altri ragazzi rom del paese. E quando sembra sul punto di mollare, la convince a continuare gli studi, come agli inizi delle scuole superiori. «Frequentavo poco - continua Sonia - perché un episodio mi aveva ferito profondamente. Ero in corriera, con mia cugina, quando un ragazzo ci disse: "Vivete ancora nelle roulotte?". Mia cugina gli rispose e lui iniziò a picchiarla. Io intervenni. Possono chiamarmi Zimba, ma nessuno deve permettersi di toccarmi, e a scuola non volli andare più».

La scuola
Grazie all’intervento di Mariangela e del preside Sonia tornò a scuola. E non ci furono più problemi. Anche a casa, visti i risultati, papà Lucio s’era convinto che lo studio era un buon approdo. Ma il giorno del diciottesimo compleanno, l’incubo ritornò: «Avevo organizzato una festa in casa. Alle otto e mezza non c’era ancora anima viva: ecco - pensai - vuoi vedere che non viene nessuno? Il trauma delle elementari era ancora vivo. Invece si presentarono tutti i miei amici: quarantacinque ragazzi». Lo dice con orgoglio: «Quarantacinque». «E’ stato un percorso difficile - conferma il preside dell’istituto d’arte di Parabita, Giuseppe Metti - Sonia credeva di non essere accettata, ma negli anni del liceo, ormai, era solo un suo pregiudizio. La sua storia mi ha commosso: il suo diploma è un successo». «Un successo - conferma Mariangela - perché qui, altri ragazzi rom, grazie al suo esempio, potranno diplomarsi». Un piccolo grande trionfo personale: «Sono orgogliosa di essere rom – continua Sonia - da quando ha scoperto che "zingaro" significa "persona libera". Ho iniziato a dispiacermi per chi m’offendeva: non sapeva neanche quello che diceva».


E ora resta il sogno: la divisa da poliziotta. «Nella mia vita - conclude - il passato non è scivolato di dosso. E’ rimasto lì, con le sue sofferenze. Immagino che i miei vecchi compagni, quelli che mi offendevano, un giorno possano incontrarmi e dire: Zimba è diventata una poliziotta».

12.07.07 - lastampa.it

Anziani: cause malnutrizione

Anziani: malnutrizione, cause fisiche e sociali

Con l’avanzare degli anni è frequente negli anziani la perdita di appetito, legata alla riduzione della capacità di riconoscere odori e sapori. Il fatto poi di ritrovarsi soli all’ora dei pasti, senza un aiuto domestico per preparare da mangiare e senza qualcuno con cui condividere il momento, porta spesso a digiunare, o a preferire spuntini veloci o a scegliere un’alimentazione non equilibrata. Spesso infatti, gli anziani cucinano grosse quantità di cibo da consumare nell’arco di parecchi giorni, ma gli alimenti perdono così molti principi nutritivi importanti. Tra le cause della malnutrizione dunque, ci sono anche la mancata conoscenza e i pregiudizi sull’alimentazione, che fanno preferire agli anziani i cibi considerati digeribili piuttosto che un’alimentazione equilibrata. Di seguito qualche consiglio per una dieta sana ed equilibrata in terza età.

12.07.07 - intrage.it

Dentifrici, primo test ok

Dentifrici sospetti: primi test tranquillizzanti


le analisi condotte presso l'istituto Superiore di Sanità non hanno rilevato la presenza di dietilenglicole. La sorveglianza continua

I risultati delle analisi preliminari effettuate dall’Istituto superiore di sanità sui primi campioni di dentifricio sequestrati nei giorni scorsi dai carabinieri dei Nas hanno dato esito negativo sulla presenza di dietilenglicole. Lo rende nonto in un comunicato il Ministero della Salute.

L’esito di queste prime analisi - continua il messaggio - induce a considerare esente da reali pericoli sanitari i dentifrici sequestrati.


Mentre l’Iss è impegnato a completare le analisi sul contenuto degli altri campioni, il Ministero della Salute, in collaborazione con i Carabinieri dei Nas, svolgerà queste ulteriori verifiche finalizzate a individuare l’esatta provenienza delle partite sequestrate, l’identità degli importatori e l’eventuale presenza di confezioni contraffatte. Resta comunque attiva la sorveglianza sul territorio nazionale relativamente alle segnalazioni dell’UE sulla commercializzazione di dentifrici contraffatti.

12 luglio 2007 - corriere.it

La Convenzione e la malattia mentale

Un punto di vista diverso rispetto alla Convenzione ONU sui Diritti delle
Persone con Disabilità, che centra la propria attenzione sui gravi problemi
delle persone con malattie mentali e delle loro famiglie. Lo riceviamo e ben
volentieri lo pubblichiamo


«Ogni giorno si verificano casi di violazione dei diritti umani nei confronti
di individui affetti da deficit mentali», ha recentemente
dichiarato Lee Jong-wook, direttore generale dell’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità), in occasione di una conferenza
internazionale svoltasi a Berlino, a cura della Presidenza
tedesca dell'Unione Europea, per cercare di accelerare l'operatività della Convenzione Internazionale
sui Diritti delle Persone con Disabilità
.

«Purtroppo - ha continuato Jong-wook - spesso, a causa di mille altri impegni,
queste problematiche si dimenticano e finiscono per essere completamente
ignorate
, nonostante esistano diverse proposte per cambiare tale
situazione, sia nei Paesi maggiormente industrializzati che in quelli del
cosiddetto Terzo Mondo».


La nostra Associazione ha già manifestato con una

petizione
al Parlamento Italiano
, il 28 maggio
scorso, le riserve e le preoccupazioni sull'involontaria confusione
culturale
che rischia di determinarsi circa le modalità e le
interpretazioni che la Convenzione potrebbe introdurre, non valutando
l'evidente discriminazione nei confronti delle persone con disordini psichici
.

Nel Preambolo del documento, i 191 Stati aderenti hanno convenuto, tra
l'altro, di «riconoscere la diversità delle persone con disabilità» (punto i),
includendo poi, all’articolo 1, comma 1, «coloro che presentano
minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine, che in
interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva
partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri» e all’articolo
3, lettera b
, la «non discriminazione» quale principio generale,
impegnando inoltre gli Stati «ad adottare appropriate misure legislative» (articolo
4, comma 1, lettera b
).

La Convenzione ha quindi l'obiettivo precipuo di affermare con notevole
incisività che tutti i cittadini disabili, specialmente quelli più
deboli, devono godere degli stessi diritti
.

Dal canto suo, il Governo Italiano, rappresentato dal ministro della Solidarietà
Sociale, ha sottoscritto il documento il 30 marzo scorso,
impegnandosi - secondo quanto riferito dai mass media - a «ridurre i tempi e a
promuovere le indispensabili misure legislative per la concreta applicazione
dell’accordo».


Ci sono però due passaggi della Convenzione che non riteniamo condivisibili.

Il primo fa riferimento alla questione della
riproduzione
e della pianificazione familiare
(articolo 23, lettera b, e 25 lettera a), in quanto l’accesso ai servizi o alla
salute riproduttiva potrebbero, a nostro avviso, promuovere le
contraccezioni
, favorire l’aborto, le limitazioni delle
nascite
, le sterilizzazioni, la non responsabilità dei
rapporti sessuali
- aumentando l’espandersi dell’epidemia dell’HIV/AIDS e
disattendendo dunque la procreazione responsabile - il tutto in
contrasto con altre parti della Convenzione
stessa, ad esempio con l'articolo
10
, ove si parla di «diritto alla vita», con l’articolo 15
(«nessuno sarà sottoposto a sperimentazioni medico-scientifiche») e con
l’articolo 16, ove si è contro «ogni forma di sfruttamento, di
violenza e di abuso».

Si tratta di metodologie che fanno tornare alla mente l’eugenismo
e le teorie di "selezione della razza" sin troppo
tristemente note o le stesse idee dell’economista Malthus che
attribuiva all’eccesso di popolazione i mali e le miserie sociali.




Il secondo punto della Convenzione che non condividiamo è
il voler associare il disabile con minorazioni fisiche
all'handicappato mentale
, in quanto se per il primo sussistono
possibilità di inserimento sociale e lavorativo, per il secondo si possono e
si devono attuare cure specifiche in strutture adatte, ma non si
possono prevedere né tempi di recupero né proposizioni di intendimenti
lavorativi
, pensando ad esempio ai concetti di intelletto
e responsabilità che caratterizzano l'intero testo dell'articolo
27, dedicato al lavoro e all'occupazione, il che, a nostro parere,
contraddice anche lo stesso punto e) del Preambolo,
ove si riconosce che «la disabilità è un concetto in evoluzione».



Ancora una volta, dunque, è forse necessario ribadire la differenza che noi
riteniamo fondamentale tra il disabile e l'handicappato.

Disabile è colui che è privato di una forza fisica,
sopravvenuta o congenita, di una certa incapacità fisica, ma che conserva la
lucidità mentale.

Handicappato è colui che ha ricevuto uno svantaggio in
partenza o un sopravvenuto ostacolo, un intralcio, un'inferiorità interna o
esterna, che gli impedisce di manifestare il massimo della sua potenzialità
per lo più psichica e meno fisica.

Alla luce di quanto detto, non riteniamo che la Convenzione - utilizzando i
termini «minorazione mentale» (articolo 1, comma 1), nel contesto di un
documento che si distacca chiaramente da un approccio medico-assistenziale,
per abbracciare quello rivolto ai diritti umani - consideri
specificatamente l’handicappato mentale, chiarendone lo status
.

E del resto è stato proprio il Legislatore italiano ad introdurre nella
Legge

104/92
il termine handicappato ed ora, in ottemperanza agli
obblighi generali contenuti nell’articolo 4 della Convenzione, l’Italia si è
impegnata ad adottare «appropriate misure legislative».

Ebbene, considerando che in ambito di malattia mentale, queste ultime
sono carenti nella nostra legislazione da ben ventinove anni,
il nostro Paese non potrà esimersi dall'applicare la Convenzione
anche per queste persone
, «in interazione con varie barriere che
possano impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società
su una base di eguaglianza con gli altri» (articolo 1,
comma 1).

E per arrivare ad un'appropriata diversificazione tra disabile fisico
e handicappato mentale - che oggi manca nella Convenzione
- chiediamo che l’Italia si avvalga anche, in sede di ratifica, dell’articolo
47, comma 1
, inserendo un proprio emendamento da sottoporre al
segretario generale delle Nazioni Unite, nel prossimo erigendo «Comitato sui
Diritti delle Persone con Disabilità» (articolo 34).

In un Paese come il
nostro, dove soltanto il 3% della spesa sociale è destinato alle
politiche familiari
- a fronte di una media europea che può contare
su una percentuale almeno del doppio - dove il Piano Sanitario
Nazionale 2006-2008
presenta chiare carenze di programmi di
sostegno alle famiglie con handicappati mentali
, dove il sistema
sanitario è troppo lento nel sostenere le persone affette da gravi forme di
malattie mentali, crediamo quindi sia giunta l'ora che le
Istituzioni adottino finalmente leggi appropriate
, riconoscendo i
diritti e le necessità degli handicappati mentali per la tutela della loro
salute, per le loro famiglie e per garantire la sicurezza di tutti i
cittadini.


*Presidente dell'Associazione Cristiani per servire.

12.07.07 - superando.eosservice.com

Cina, HIV e bambini

CINA - Oltre mezzo milione di bambini sono sieropositivi o orfani a causa dell'Aids

(Agenzia Fides) - Mezzo milione di bambini in Cina rimangono orfani a causa dell'Aids, oppure sono contagiati dal virus dell'Hiv o convivono con genitori sieropositivi. Secondo i dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef), circa 140.000 bambini hanno perso uno o entrambi i genitori a causa della malattia.I dati sono stati raccolti dalle organizzazioni e dalle istituzioni con le quali l'Unicef collabora in Cina.

Secondo il Centro statale di Controllo delle Malattie in Cina, i minori che rischiano di rimanere senza uno o entrambi i genitori entro il 2010, a causa dell'Hiv, potrebbero essere 260.000.Degli orfani localizzati, sembra che solo 8.000 ricevano assistenza.

L'Unicef sta invitando le comunità locali a prendersi cura dei minori colpiti dall'Aids invece di abbandonarli negli orfanotrofi. Attualmente, infatti, la prassi è quella di lasciarli in centri di accoglienza per il timore di eventuali trasmissioni della malattia in famiglia.

Pechino e l'Organizzazione Mondiale della Salute hanno calcolato 650.000 persone contagiate dall'Aids in Cina, anche se altre fonti riportano 6 milioni di casi.

In seguito al monito che l'Oms ha rivolto al paese negli ultimi anni sul fatto che il numero di persone infette potrebbe raggiungere i 10 milioni nel 2010, Pechino ha avviato una serie di misure di sicurezza destinate a non superare la cifra ufficiale di 1.5 milioni nel 2010.(AP) ( Agenzia Fides)

12.07.07 - icn-news.com

DiscoBus in romagna

Discobus dal Mugello alla riviera romagnola

E’ stato presentato in Palazzo Medici Riccardi a Firenze dall’assessore ai
trasporti della Provincia di Firenze Maria Cristina Giglioli e dal sindaco di
Marradi Graziano Fabbri il servizio di trasporto pubblico fra il Mugello e le
discoteche della Riviera romagnola “Discobus”.

Fra le molte iniziative sulla sicurezza stradale che la Provincia di Firenze
mette in campo nel periodo estivo, quando troppo spesso il divertimento e la
spensieratezza sono funestate da notizie di incidenti stradali, se ne aggiunge
una in più.

Tutti i venerdì e sabato, dal 13 luglio all’8 settembre, e anche il 14 agosto,
i ragazzi dell’Alto Mugello potranno recarsi nelle discoteche della riviera
romagnola con un servizio di trasporto pubblico appositamente pensato.

L’iniziativa è stata sperimentata l’anno scorso ed ha trovato il consenso di
genitori e figli perché è stata riconosciuta in grado di coniugare due aspetti
che devono necessariamente coesistere: divertimento e sicurezza.

Il percorso del Discobus prevede due punti di salita: il primo a Palazzuolo
sul Senio in Via Roma alle 21, il secondo a Marradi davanti al Teatro alle
21,30. Ben cinque le fermate a Marina di Ravenna, corrispondenti a cinque
discoteche (Duna degli Orsi, Zanzibar, Matilde, Santa Fè e BB King); alle 4
del mattino il Discobus farà l’itinerario inverso, passando a prendere i
ragazzi nelle 5 discoteche e riaccompagnandoli a Marradi e Palazzuolo con
arrivo intorno alle 6/6,30.

Il servizio (i mezzi impiegati sono quelli della compagnia SAM) è interamente
finanziato dalla Provincia di Firenze e ai giovani che ne usufruiranno sarà
richiesto un corrispettivo di 3,50 euro, valido per l’andata e il ritorno,
indipendentemente dal punto di salita e discesa; il biglietto si acquista
direttamente sul Discobus.

Per lanciare il servizio ed invogliare i ragazzi a provarlo la Provincia ha
disposto che le corse inaugurali (venerdì 13 e sabato 14 luglio) siano
gratuite; i biglietti omaggio saranno distribuiti nei principali punti di
ritrovo dei comuni di Marradi e Palazzuolo.

La Provincia metterà infine a disposizione test monouso di misurazione del
tasso alcolico. All’uscita dalla discoteca i ragazzi potranno così verificare
le proprie condizioni, senza conseguenze, comprendere i propri limiti e fare
scelte responsabili per il futuro.

“Il tema della sicurezza stradale riguarda soprattutto i giovani – afferma
l’Assessore alla Mobilità e ai Trasporti Maria Cristina Giglioli – e il
Discobus è un valido strumento per promuovere una delle scelte possibili per
divertirsi e non rischiare la vita. I ragazzi, scegliendo il bus per andare in
discoteca, compiono un primo ma importante atto di responsabilità e rispetto
nei confronti di se stessi e degli altri”.

“Questa iniziativa - continua l’Assessore Giglioli - ci permette di presentare
il trasporto pubblico sotto una nuovo aspetto, cioè quale elemento che
migliora la qualità della vita, percepito come un’opportunità e non una
costrizione; in più vengono rimarcate due qualità che il nostro trasporto
pubblico possiede già: la sicurezza e l’economicità”.

«Senza dubbio il Discobus è un’opportunità per i giovani ma anche per i
genitori – sottolinea il sindaco di Marradi Graziano Fabbri -. I ragazzi
accompagnati con un mezzo pubblico raggiungono la discoteca nella riviera
romagnola in tutta sicurezza, con tutta la tranquillità dei genitori, e
tornano col bus alle luci dell’alba senza guidare e muoversi in auto.
Incentiviamo l’uso del mezzo pubblico – aggiunge il sindaco Fabbri – guardando
soprattutto agli adolescenti, che possono così spostarsi in gruppo e fare
anche delle amicizie. Il servizio si rivolge ai ragazzi di Marradi, compresi
quelli delle famiglie di turisti, ma anche a quelli dei comuni vicini
dell’area romagnola. Al ritorno – conclude il sindaco Fabbri – chi lo vorrà
potrà sottoporsi all’alcol test per rendersi conto ed essere consapevole,
assieme a un addetto, come comportarsi e regolarsi per evitare eccessi e
cattive e pericolose abitudini che sono tra le cause delle stragi del sabato
sera».


12.07.07 - nicolita.it

Malasanità: trentamila morti all'anno

MALSANITÀ IN ITALIA: 30 MILA MORTI ALL'ANNO

(12/07/2007) - In un congresso sul Risk Management in sanità, tenutosi qualche tempo fa nella sede della Guardia di Finanza di Ostia a Roma sono stati esposti dati davvero sconfortanti sulla Malasanità in Italia. Gli errori in medicina pare, infatti, causino più vittime degli incidenti stradali, dell'infarto e di molti tumori. Si stima che siano 90 i morti al giorno in Italia per sbagli commessi dai medici, scambi di farmaci, dosaggi errati, sviste in sala operatoria. I dati sono piuttosto vari, oscillano fra i 14 mila (secondo l'Associazione degli anestesisti) e i 32.400 mila decessi (secondo Assinform, editore di riviste specializzate nel settore del rischio nel campo della sanità) ogni anno solo nel nostro Paese: il 50% si sarebbe potuto evitare. E 320.000 persone subiscono un danno, con un costo pari all'1% del Pil, ben dieci miliardi di euro l'anno. I morti per errori medici negli ospedali italiani sono più numerosi delle vittime degli incidenti stradali. E rappresentano il 2,5% del totale dei decessi che registrano ogni anno nel nostro Paese. Ma la situazione, secondo l'Istat, è perfino più allarmante di quanto possano dire da soli i 32 mila morti in corsia per errori sanitari: nel quadro vanno infatti inseriti anche gli altri 300 mila casi in cui, sempre per errore, viene pregiudicata e seriamente danneggiata la salute del malato. Ma c'è di più: una fetta consistente degli sbagli commessi dai camici bianchi italiani, più o meno uno su sei (vale a dire 5.000 l'anno) è attribuibile a un ragionamento sbagliato, definito errore cognitivo, e non a negligenza o incompetenza del medico. Questo fa presupporre che almeno una parte di essi possa essere evitata. Da questa considerazione nasce il libro "La dimensione cognitiva dell'errore in medicina", di Vincenzo Crupi e Gian Franco Gensini, presentato a Roma. Il personale sanitario deve informare i pazienti degli errori commessi a cura di Giulio Marcon Il problema se si deva o meno informare il paziente degli errori eventualmente commessi nelle cure agita da anni il mondo sanitario. Il problema è stato questa volta sollevato (guarda caso) dagli avvocati civilisti britannici che richiedono per medici e managers sanitari un "codice di onore" relativamente ad errori o negligenza commesse nelle cure. Dato che, come è noto, il Risk Management nasce negli USA con lo scopo di limitare l'esposizione economica dovuta alle cause per malpractice ed ai relativi risarcimenti, è chiaro come il mondo anglosassone sia molto restio a rivelare spontaneamente al paziente gli eventuali errori commessi. Di fatto nel Regno Unito, come già è avvenuto in aprile negli USA, si è tentato di limitare i risarcimenti miliardari proponendo un "risarcimento conciliatorio" di un massimo di 30.000 UK£, evitando così le attese e le lungaggini del giudizio. Questo principio media tra le richieste di depenalizzazione avanzate dei medici e le richieste dei danneggiati e dei loro legali. I pazienti manterrebbero il diritto di presentare denuncia se lo desiderano, ma se preferiscono, possono optare per un risarcimento immediato (che risarcisce il danno ed evita quindi denuncia e processi). Nel caso del danno cerebrale perinatale (che rappresenta il 5% delle denunce, ma il 60% dei risarcimenti) al risarcimento immediato viene aggiunto un "pacchetto" di cure gratuite, di un reddito mensile fino a 100.000 UK£ per anno, un contributo per l'adattamento della casa fino a 50.000 UK£ più ulteriori 50.000 UK£ per il danno esistenziale. Le associazioni mediche sono state naturalmente soddisfatte, mentre le associazioni dei pazienti si mantengono caute specie per la situazione di scarsa garanzia delle famiglie. Gli avvocati si dicono invece soddisfatti per la possibilità, prevista dalla legge, che i parenti hanno di scegliere liberamente un avvocato per essere aiutati a vagliare l'opzione migliore. Per aiutare i pazienti che hanno subito questo tipo di problemi è nata l'associazione "Malasanità Associazione Vittime Errori Medici ".

Si tratta di un'associazione senza scopo di lucro,costituita ufficialmente il 9 gennaio del 2002 da professionisti ed imprenditori, che direttamente o indirettamente erano stati vittime o spettatori impotenti di episodi di Malasanità. L'associazione ha lo scopo di promuovere e sostenere iniziative ed attività finalizzate a prevenire errori medici ed a realizzare un più avanzato equilibrio tra l'esigenza di non lasciare senza riparazione le vittime del danno e quella di non rinunciare allo svolgimento ed al progresso delle attività mediche. "Malasanità" è indipendente e non è legata a partiti politici o a confessioni religiose. Il contributo che l'associazione concretamente intende fornire è quello di contribuire, nel rapporto tra medico e paziente, alla realizzazione di quella rivoluzione che la legge di riforma sanitaria s'imponeva e cioè garantire nell'universo della sanità concreta attuazione dei diritti inviolabili dell'uomo sanciti dagli artt. 2, 32 e 13 della Costituzione. In sintesi, in sintonia con i principi costituzionali, contribuire alla tutela della salute nel rispetto della persona umana. Per il raggiungimento degli scopi statutari l'associazione fornisce anche supporto economico e professionale (medico-legale) a coloro che hanno subito danni da "Malasanità" e che si trovano in una situazione svantaggiata in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche e/o familiari.
L'associazione opera su tutto il territorio nazionale, attualmente dispone di due sedi operative: Napoli e Roma. Sono in fase di apertura due nuove sedi: Bari e Chieti. Ha rappresentanti legali nelle maggiori città italiane. Malasanità si presenta al pubblico anche e soprattutto attraverso un portale internet: www.malasanita.it. Questo portale rappresenta il primo portale tematico italiano sull'assurdo, ma reale mondo della Malasanità. Da circa un anno "Malasanità" Associazione vittime Errori Medici collabora anche con l'associazione Medici Senza Frontiere, questo a riprova che l'intento dell'associazione non è quello di andare, in modo indiscriminato, contro i medici ed il mondo sanitario in generale. Causano più vittime degli incidenti stradali, dell’infarto e di molti tumori. In Italia le cifre degli errori commessi dai medici o provocati dalla cattiva organizzazione dei servizi sono da bollettino di guerra con costi pari all’1% del PIL, 10 miliardi di euro l’anno. "Le fonti, però, sono spesso discordi su questi numeri - fa notare Marco Venturini, consigliere nazionale dell’ Associazione - come si nota per quel divario fra 14 e 50 mila decessi imputabili ad errore (la verità probabilmente si avvicina ai 30-35 mila decessi) ma nella migliore delle ipotesi (’solò 14 mila), i morti per errore medico o della struttura ospedaliera, sono almeno il doppio di quelli per incidente stradale, che sono 8000 l’anno, il che non è poco. Il tema del rischio clinico - osserva il presidente dell’ AIOM, Emilio Bajetta - si propone oggi come un argomento di grande attualità, con un forte impatto socio-sanitario. Lo scopo che l’Aiom si ripromette è migliorare la prestazione sanitaria e garantire la sicurezza del paziente oncologico". Anche perché nella particolare classifica delle specialità in cui si commettono più errori, stilata dal Tribunale dei diritti del Malato, l’Oncologia, con un 13% si colloca al secondo posto, preceduta dall’Ortopedia con il 16,5% di errori, seguita dall’Ostetricia (10,8%) e dalla Chirurgia (10,6%). Gli errori più frequenti vengono fatti in sala operatoria (32%), poi nei reparti di degenza (28%), nei dipartimenti di urgenza (22%) e negli ambulatori (18%). Ma quali sono gli errori più frequenti?
"Qui le cifre sono meno certe, ma fra gli errori che si verificano più spesso ci sono quelli dovuti alla confusione fra farmaci con nomi simili", afferma Bajetta che fa l’esempio, in oncologia, di farmaci come cisplatino, paraplatino e oxaliplatino. L’ordine di somministrazione di un farmaco può dunque essere equivocato, soprattutto se non vi è il controllo anche al letto del paziente. "Anche l’ambiente in cui si lavora - continua Bajetta - influisce: perché un conto è scrivere la cartella clinica in un ambiente tranquillo, seduti a una scrivania, altro è farlo, coma talvolta capita, in corridoio, nella confusione generale". Altri errori sono dovuti al sistema che, a causa delle lunghe liste d’attesa (per visite ed esami diagnostici) è causa diretta delle diagnosi tardive, che arrivano quando ormai il danno è irrecuperabile. E per il presidente AIOM, "gli errori dovuti a cosiddetta malpractice, cioé a una non corretta prestazione medica, sono minori di quanto non si pensi: spesso ad essi si dà un eccesso di visibilità sui media, prima ancora di poterne valutare l’esatta natura. Poi alla fine, oltre il 90% dei medici accusati di malpractice viene assolto". Invece, secondo Venturini, si sta affacciando un nuovo tipo di errore, imputabile questo ai recenti cambiamenti del sistema, che tende a risparmiare nelle spese: "E’ quello che gli anglosassoni chiamano ’quicker and sicker’, cioé il dimettere precocemente il paziente (troppo velocemente, quicker), quando é ancora non stabilizzato (più sofferente, sicker)". Altri errori - secondo un elenco del Tribunale dei diritti del malato - sono provocati dalla somministrazione di farmaci sbagliati per la grafia poco comprensibile di chi li ha prescritti (a volte basta anche lo spostamento di una virgola per rendere letale la quantità di un farmaco), dallo scambio di paziente da operare, dall’amputazione dell’arto sbagliato, da smarrimento o confusione di esami, da anestesia maldosata, infine dalla scarsa attenzione al ’consenso informato’. Che cosa fa l’AIOM per arginare il torrente degli errori? "Per correggere gli errori bisogna conoscerli: abbiamo fatto un censimento ’strutturale’ - risponde Venturini - per sapere dove sono le Oncologie in Italia. Poi abbiamo avviato un censimento ’funzionale’, per sapere come funzionano. Per le linee guida della sicurezza stiamo facendo lo stesso: abbiamo in corso un progetto per verificare se e come sono applicate". "Nei nostri reparti all’INT - afferma Bajetta - è fatto obbligo al medico o all’infermiere che ha fatto il turno di notte in reparto, di lasciare l’ospedale al mattino. Non c’é nulla di più facile che sbagliare quando si è a corto di sonno". Sono invece 150 mila le richieste di risarcimento l'anno: 'boom' di denunce per errori medici: +184% in 10 anni. Balzo in avanti per le denunce di errori medici in Italia: in meno di 10 anni sono aumentate del 184%, passando da 3.150 nel 1994 a 7.800 nel 2002. Quelle a carico di Asl e ospedali hanno segnato una crescita più moderata, intorno al 31% (da 5.100 nel '94 a 6.700 nel 2002). Una situazione allarmante anche per i cittadini. Tanto che, secondo l'ultimo sondaggio sugli errori medici dell'Eurobarometro, quasi quattro europei su cinque hanno scarsa fiducia nei confronti di medici e strutture sanitarie. E a guidare la lista dei più preoccupati (68%), sono proprio gli italiani. ''Secondo le stime di alcune compagnie assicurative - in Italia ogni anno, su otto milioni di ricoveri in strutture pubbliche, circa 320 mila pazienti (il 4%) denunciano danni, e le richieste di risarcimento sono circa 150 mila, di cui 12 mila pendenti davanti ai giudici''. Si calcola, che ogni denuncia costa al Ssn circa 26.750 euro. Da ultimo, leggiamo su un lancio dell' ADN KRONOS di Venezia, che centinaia di medici ricevevano vantaggi o premi in denaro in cambio dei quali favorivano l'uso o la vendita di farmaci della multinazione Glaxosmithkline. In qualche caso hanno ricevuto somme per ogni paziente trattato nei reparti di oncologia. Sono state ben 4.713 le persone denunciate in tutta Italia dalla Guardia di finanza del nucleo regionale di polizia tributaria del Veneto, quasi tutti medici, dopo due anni di indagine andata sotto il nome di «Giove». Coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Verona, Guido Papalia, l'operazione ha appurato che la Glaxosmithkline ha investito tra il 1999 e il 2002 oltre 228 milioni di euro per sostenere le vendite illecite di medicinali, attribuendone in contabilita' voci di spesa, tra le altre, come 'other promotion', 'medical phase IV', 'field selling'. 159 invece i milioni di euro calcolati per il recupero a tassazione. I medici denunciati sono 4.440: si tratta di medici generali, ,,specialisti, farmacisti ospedalieri, primari, direttori di clinica, che a vario titolo hanno favorito la Glaxosmithkline; su di loro pende l'accusa di comparaggio, concessione o promessa di premi, corruzione. A questo si aggiungono 273 tra amministrazione della multinazionale, dirigenti, quadri e dipendenti: questi ultimi risultano denunciati per associazione a delinquere. A seguito dell'attività di indagine come affermato dalla stessa Federfarma nella sua «analisi dell'andamento della spesa farmaceutica convenzionata a livello nazionale e regionale», la spesa netta a carico del Servizio sanitario nazionale nel 2003, è diminuita del 5,3% rispetto all'anno precedente con un risparmio, su base annua, di circa 620 milioni di euro. L’accusa che pende sui professionisti è gravissima: comparaggio, concessione o promessa di premi e corruzione! Gli indagati comprendono medici generici, specialisti, farmacisti, primari e direttori di clinica. Tra questi ultimi è bene ricordare il famosissimo oncologo Umberto Tirelli, primario dell’Istituto nazionale tumori di Aviano (Pordenone), docente di oncologia medica all’università di Venezia e di Udine, nonché presidente onorario del Cicap Emilia Romagna (il comitato di controllo per le affermazioni sul paranormale, sic!).

Il docente è lo stesso che ha affermato come l’uranio impoverito è «condannato senza prove», che gli ogm «non sono tossici e – addirittura - migliorano la salute pubblica» e che «per provare a sconfiggere i tumori - bisogna iniziare a – spendere meglio i fondi» Commenta il blog che condanna la malasanita': "Effettivamente Tirelli ha ragione in una cosa: se quei 230 milioni di euro sborsati dalla Glaxo fossero stati «spesi meglio», invece di finire nelle tasche di medici compiacenti e corrotti, forse un passetto in più la scienza medica lo avrebbe fatto!". Per finire: ci sono medici che nella loro professione ci mettono la scienza e la coscienza, nonche' la passione: altri sono impreparati, disonesti e compiono ogni giorno atti di prepotenza e di arroganza. Noi guardiamo alla prima categoria di medici che hanno un animus, che svolgono il loro lavoro amando i loro pazienti, e che se non ci fossero, forse, saremmo nell'aldila', e a loro va tutto il nostro ringraziamento. La seconda categoria e' formata da medici furbi,imbroglioni, arrivisti, disonesti, incompetenti, e con senza nessuna abilita'. Che aspettano le 200 euro di visita dai loro pazienti e soldi per entare in qualche casa di cura. Sono i peggiori individui perche' speculano sulla pelle dei malati. Poi parliamo dei pedofili, delle porno professoresse, dei poliziotti che hanno la cultura del manganello, dei clandestini, dei tarfficanti di droga e dei mafiosi, ma questi medici con le loro prepotenze, vessazioni e angherie non sono da meno.C'e' da chiedersi che gli ha dato la laurea e c'e' da augurarsi di non finire sotto le loro mani e che la magistratura li persegua penalmente. La posta in gioco e' troppo alta e l'assistenza sanitaria non e' una cortesia come pensano nella loro forma mentis, ma un atto dovuto, un dovere, un obbligo. I dati sulla malasanita' italiani non li ho forniti io, (che non ho pregiudizi sui medici sia chiaro!) ma sono di associazioni, enti, giornalisti, Istat, e Guardia di finanza. I medici sono avvertiti! Ora, dopo tantissimi episodi di malasanita' in diversi Ospedali, gli italiani sanno come difendersi. Siete nel mirino, e sotto i riflettori dei mass media. Ai medici perbene, che sono tanti, va il nostro plauso, la nostra gratitudine. e la nostra ammirazione. Ma nessuno sconto a quelli disonesti, affamati di soldi, cinici, arroganti e senza pietas.

Alberto Giannino - IMGpress- 12.07.07 - imgpress.it

Basta guerre nel mondo!