13enni italiani tra sesso, droga e alcol. E i gay?

L’Italia si sciocca per i risultati della ricerca condotta dalla Società italiana di pediatria (Sip), secondo i quali i ragazzini e le ragazzine tra i 12 e i 14 anni sarebbero più che disinvolti in materia di sesso, droghe, farmaci e alcol. Insomma, le protagoniste del film “Thirteeen” sono volate da Los Angeles al Belpaese, spargendo le loro spore insidiose tra i nostri giovani innocenti.


Tralasciando i commenti al presunto shock collettivo, creato più che altro dai giornali (e i genitori di questi tredicenni dove stavano finora? Non si sono mai accorti di niente?), mi viene in mente una domanda: e i gay tra i 12 e i 14 anni? Sono altrettanto cambiati rispetto a un decennio fa?


Non conosco nessuno di quell’età, né ho nipoti e parenti che possano aiutarmi a rispondere. Non credo nemmeno che ci siano lettori di Queer appartenenti a quella fascia. Ma magari qualcuno di voi conosce più da vicino quel mondo. Come si comportano e come sono visti i gay alle scuole medie?


21/11/07 - queerblog.it

Radar fissi: 17'000 pirla?

Questa sera alle 21,00 nella prima parte di Matrioska si parlerà di radar, ma anche di traffico e di alcol al volante. Titolo: “17'000 pirla?”. Tante sono infatti gli automobilisti incappati nella rete dei radar fissi.

In studio Luigi Pedrazzini, direttore del Dipartimento istituzioni, Giorgio Carlo Bernasconi, presidente del TCS, Marco Guscio, responsabile della Polizia stradale, Attilio Bignasca, capogruppo della Lega, Giovanni Pettinari, della Divisione costruzioni ed Edo Bobbià, deputato e membro del gruppo “Vie di comunicazione e mobilità privata”.

Nella seconda parte invece confronto tutto chiassese tra il sindaco Claudio Moro e il commerciante Mario Saldarini. Tema, ovviamente, il voto del prossimo fine settimana sull’aggregazione tra Chiasso, Vacallo e Morbio Inferiore.

I migliori commenti verranno discussi in diretta e sottoposti agli ospiti.



La scheda


di Andrea Leoni


17'000 flash dei radar fissi in quattro mesi fa 17'000 pirla? No, evidentemente: e per molte ragioni. Anche se fosse, innanzitutto, la percentuale sulla popolazione cantonale sarebbe infima. Non c’è da buttarsi giù. Il calcolo inoltre non sta da un profilo matematico: qualcuno potrebbe esserci caduto più volte. Mica tutti son ticinesi poi. Diciamo pure che chi supera i limiti è comunque nel torto. Che ci sono i distratti, i ritardatari, gli ignoranti. Non necessariamente dei pirla, dunque. Dal milanese “trottola”, in origine. Mentre nel gergo moderno s’intende coglione. Fonte Wikipedia.

E sono proprio loro – il popolo dei distratti, dei ritardatari e degli ignoranti - che il Dipartimento delle istituzioni dovrebbe in qualche modo tutelare. Non già i pirati che mangiano le autostrade a 200 all’ora. Questi sì, dei gran pirla. Ma tutti quei satelliti che non sanno, o si dimenticano, di rallentare. Basterebbe un bel cartello, “Attenzione radar”, per evitare di scattare flash a vanvera e scontri pericolosi. Perchè se gli autovelox fissi, come li chiamano oltre confine, servono soprattutto a scopo preventivo, così ci hanno sempre spiegato le autorità. Beh se lo scopo nobile è davvero questo, e non quello di far cassa, allora davvero non si capisce per quale ragione Luigi Pedrazzini si ostini a negare questo semplice correttivo. “Abbiamo fatto un ampia informazione, tutti sanno dove sono i radar”, argomenta il numero uno delle istituzioni. Ministro: non è vero. Lei che è uomo di popolo, faccia un test. Entri i una bettola a caso del Cantone, o fermi venti persone per strada. E chieda: dove sono collocati i dieci radar fissi? Se la metà le risponde correttamente, raddoppio il caffè che già le devo. Perché se l’informazione fosse davvero passata, non avremmo assistito a una mattanza da tonnare di tali proporzioni. 17'000 son tanti, non neghiamolo. A meno che, davvero, non fossimo in un cantone di pirla. Ci ripensi dunque, ministro Pedrazzini, e faccia piazzare i cartelli informativi. Come del resto si usa fare in molti Cantoni.

Anche perchè al volante saremo anche un popolo di distratti, ritardatari e ignoranti. Il che è peggio, siamo d’accordo, di santi, poeti e navigatori. Ma oggi, diciamoci la verità, tra cantieri, nuove norme e traffico, guidare è diventato maledettamente più difficile. Il livello di concentrazione è elevato alla massima potenza. E se ogni tanto, oltre ai divieti, arrivasse anche un colpo di mano, non non sarebbe un delitto. No?


21/11/07 - ticinonews.ch

Campagna per la sicurezza stradale

Da venerdì al via agli alcol test nelle discoteche


Al via la seconda fase della campagna di sensibilizzazione per la guida sicura del Comune di Firenze che ha scelto per quest'anno come testimonial il calciatore della Fiorentina Giampaolo Pazzini


Entra nel vivo la seconda fase della campagna sulla sicurezza stradale "La vita è tua, non perderla per strada" che vede come testimonial il giocatore della Fiorentina Giampaolo Pazzini. Dopo i mega manifesti per le strade, le locandine e le cartoline distribuite in città con il volto del giocatore viola e lo slogan "Una partita si può perdere.
La vita no! Se vuoi guidare non bere", da venerdì 23 novembre è la volta degli alcol test nelle discoteche. Agenti della Polizia Municipale, operatori di strada della sicurezza sociale e psicologi saranno infatti presenti all'interno dei locali che hanno dato la loro disponibilità, ovvero Viper, Tenax, Maracanà e Space Electronic.
All'ingresso verrà allestita una postazione dove i frequentatori della discoteca potranno sottoporsi, su base volontaria, all'alcol test per verificare il tasso alcolemico prima di uscire dal locale. Sarà questa l'occasione per sensibilizzare i giovani sull'importanza del rispetto delle regole e della prudenza e di informarli sugli effetti dell'abuso di alcol e di sostanze. In contemporanea saranno potenziati i controlli con gli etilometri effettuati dalla Polizia Municipale sulle principali direttrici di viabilità cittadina. "Dai test effettuati gli anni passati sono emersi dati allarmanti in merito all'uso e abuso dell'alcol - dichiara l'assessore alla sicurezza e vivibilità urbana Graziano Cioni -. Circa la metà dei ragazzi che si sono sottoposti al test sono risultati in stato di ebbrezza e comunque non in grado di mettersi alla guida. Si tratta quindi di un fenomeno importante e preoccupante perché chi guida in stato di ebbrezza rappresenta un pericolo mortale per sé e per gli altri. Per questo l'attenzione dell'Amministrazione su questo tema è costante". I primi appuntamenti sono quindi venerdì 23 novembre al Viper, venerdì 30 novembre al Tenax e venerdì 7 dicembre al Maracanà.


21/11/07 - intoscana.it

Progetto Caterpillar

Marciano: la presentazione dei risultati


Venerdì 23 novembre, alle ore 21, presso il Bar Vivian di Marciano della Chiana, sarà presentato il risultato della ricerca svolta tra il 2006 e il 2007 su un campione di 353 giovani dell’area della Valdichiana in una fascia di età compresa tra 14 e 25 anni.
La ricerca è nata come Progetto Caterpillar, finanziato dal Piano sociale di Zona della Valdichiana Aretina. Un progetto del Sert della zona Valdichiana Asl 8, in collaborazione con i Comuni di Cortona, Castiglion Fiorentino, Foiano della Chiana, Lucignano e Marciano della Chiana. Iniziativa messa in atto dall'Associazione di operatori di strada DOG.
L'obiettivo è quello di monitorare e raggiungere, attraverso il lavoro di strada, le realtà difficilmente coinvolgibili con il tradizionale impegno di Enti e Istituzioni. Caterpillar si pone lo scopo di conoscere la comunità, entrare in contatto, costruire relazioni. Durante la serata, verranno date informazioni sui danni causati da stili di vita scorretti quali il consumo di alcol e di droghe, legali e illegali, con particolare riferimento ai rischi causati dall'alcol sulla guida. Nell’occasione, sarà possibile effettuare l’alcol-test a scopo preventivo ed esemplificativo.


21/11/07 - arezzonotizie.it

Drogati dal gioco, è dramma

Giuseppe Filetto

Alcool e azzardo, sempre più persone in cura al Sert

Le insidie di un tempo oggi sono sotto casa o fra le mura domestiche con gli "skill games A ciascuno il suo. Bingo, lotto e gratta e vinci per i più anziani, soprattutto donne. Tavoli verdi per i più incalliti. Videopoker e slot machines per i giovani. È la nuova "droga", esplosa anche a Genova, che in questo momento vede più di un centinaio di pazienti in cura ai Sert della città. Oltre quattrocento transitati dai servizi della Asl negli ultimi 5 anni. Sono i numeri di quanti (loro o le loro famiglie) hanno trovato il coraggio e la forza di chiedere aiuto, ma il sommerso è molto di più: «Tanti non se ne rendono ancora conto», afferma Giorgio Schiappacasse, responsabile dell´Unità Operativa del Levante.
Da Nervi a Voltri la febbre da "gambling" impazza, irrefrenabile, diabolica attrazione, che trasporta il gioco in vizio patologico, trascina il "giocodipendente" in un vortice di distruzione: perdita di denaro, debiti con le banche, poi con gli usurai; inoltre lavoro abbandonato, famiglie disintegrate. Tutti problemi associati, fino ai disturbi psichici. «Come succede con le sostanze stupefacenti e l´alcol», osserva Renato Urciuoli, direttore dell´Unità Operativa del Ponente.
L´ecstasy del terzo millennio ed i futuri malati hanno spinto all´apertura del primo centro di ascolto a Quarto ed adesso c´è anche un Gruppo di Giocatori Anonimi (sulle orme degli Alcolisti Anonimi), una dozzina di persone (giocatori e famigliari) che hanno riconosciuto la dipendenza e per risolverla si riuniscono, parlano, cercano una via d´uscita. Aiutati da psicologi e psicoterapeuti del Servizio Recupero Tossicodipendenze.
Il Sert del Levante in questo momento cura 35 giocatori patologici, altrettanti quello della Valbisagno, una cinquantina quello del Ponente. La malattia del vizio, secondo una fonte Agicos (Agenzia Giornalistica Concorsi e Scommesse), sarebbe in crescita vertiginosa, con percentuali che ogni anno si decuplicano. «Quello che per i nostri vecchi era limitato al gioco delle carte nei circoli - spiega Schiappacasse - adesso è esploso con Bingo, macchinette, slot, superenalotto, scommesse sulle partite e sulle corse».
"Gambling" e non solo. «Spesso la dipendenza è conseguenza di una combinazione tra gioco, alcol, cocaina ed altro», precisa il responsabile del Sert del Levante. Il tipo di azzardo varia con l´età: i più anziani si lasciano rovinare dal Bingo e dal lotto; i giovani dai viedeopoker e dalle scommesse clandestine. Ragazzi che mensilmente buttano via lo stipendio nelle macchinette. Tanto che la Asl di Mestre ha istituito un servizio dedicato, "Informagioco". In Toscana, a Montenori d´Arbia (Siena) è stata aperta la prima comunità terapeutica per giocatori d´azzardo: il soggiorno previsto è di 21 giorni, tutto a spese della Regione. «A Genova non abbiamo ancora un servizio specifico - ammette Renato Urciuoli - ma dovremmo attrezzarci, perché il fenomeno è in forte espansione».
Le insidie di un tempo - casinò, ippodromi, sale gioco - adesso sono sottocasa: il bar con le slot, il tabaccaio con gratta e vinci e totocalcio. Ma anche tra le mura domestiche, gli skill games, i giochi d´abilità ed a pagamento, al computer online. Il giro d´affari delle scommesse legali è tra i 20 e i 25 miliardi di euro all´anno. Il meccanismo psicologico di cui è vittima il giocatore, che non sa fermarsi di fronte al rischio ed alle sue possibilità, è simile a quello che spinge verso la droga e l´alcol. Stessa attrazione, medesimi disturbi: «La compulsione al gioco, anche se in questo caso si tratta di dipendenza dal tavolo verde o dalla slot - dice Urciuoli - i malesseri del rumore e di altra natura, fino all´invalidità permanente». Le cure? Vanno dall´intervento farmacologico che agisce sugli aspetti più compulsivi, fino alla psicoterapia che stando a quanto dicono gli esperti, funziona molto bene con le sedute di gruppo.


21/11/07 - espresso.repubblica.it

L'aperitivo per restare in forma? È analcolico

Sempre piacevole l’aperitivo con gli amici al punto da diventare un appuntamento irrinunciabile per passare serate in allegria. Si chiama happy hour e la sua moda continua a dilagare nelle piccole o grandi città. Ma qual è il drink più adatto alla linea? Quello che non va a “pesare” immediatamente sulla bilancia? Il drink amico della bellezza è analcolico. L’alcol, infatti, è un concentrato di calorie (a 1 grammo corrispondono circa 7,3 calorie) e fa alzare l’ago della bilancia. Meglio scegliere, quindi, i cocktail a base di frutta, più salutari e meno calorici. Abbiamo chiesto consiglio alla dott.ssa Manuela Pastore, dietista di Humanitas.

Dott.ssa Pastore, perché il drink amico della bellezza è analcolico?
“L’alcol fornisce molte calorie che vengono definite ‘vuote’, perchè, al contrario di tutti gli altri nutrienti, non sono utili all’organismo se non come fonte energetica. Dato, però, che i fabbisogni energetici sono normalmente già soddisfatti dagli alimenti dei pasti, questa energia risulta in eccesso e viene trasformata in grasso di deposito. Questo processo è sicuramente favorito dalla gradazione alcolica della bevanda e dalla quantità assunta. Con l’aumentare della gradazione alcolica, infatti, aumenta l’apporto calorico e più si consumano alcolici abitualmente più il rischio di aumentare di peso (e non solo) cresce. Un consumo occasionale, però, non può certo essere dannoso. Da non sottovalutare gli alimenti che normalmente vengono abbinati al drink, alcolico o meno. Le pizzette, olive, salumi, formaggio, panini con salsine, infatti, sono veri concentrati di calorie e grassi e, in questo caso, un vero ‘cocktail’ nemico della linea”.

Anche la birra fa ingrassare?
“La birra viene spesso erroneamente considerata una bibita e non un alcolico, pertanto si corre il rischio di non tenerne conto nel computo totale giornaliero delle calorie. In realtà appartiene alla categorie delle bevande alcoliche a pieno diritto con i 4-5 gradi di una birra leggera fino ai 10-15 gradi di una a doppio malto. L’apporto calorico di una lattina (330 ml) di birra leggera ha circa 100 kcal. Molto spesso, però, la porzione viene raddoppiata o triplicata o, nella stessa giornata, si consumano altre fonti alcoliche. In questo modo le calorie da alcol possono diventare decisamente troppe”.

Qual è, invece, il drink della salute?
“Potremmo definire ‘il drink della salute’ una bevanda senza alcol e a base di frutta o di verdura. Un classico in questo senso è il drink a base di pomodoro, una specie di Bloody Mary, ma senza alcol. Per renderlo più gustoso si può utilizzare il concentrato di pomodoro, che è molto saporito, ricco di nutrienti e povero di calorie, abbinandolo con arancia, mela verde e carota. È un Bloody Mary ‘rivisitato’ che si può preparare anche a casa propria. È sufficiente avere 1 cucchiaio e mezzo di doppio concentrato di pomodoro, 1 carota, 1 arancia, 1 limone, 1 mela verde e dei cubetti di ghiaccio. Si centrifuga la carota, l’arancia e il limone fino ad ottenere circa 200 ml di succo. Si centrifuga a parte la mela verde fino ad ottenerne 100 ml. Si uniscono i succhi nel mixer, si aggiunge il doppio concentrato di pomodoro e si mescola il tutto. Si mettono, poi, i cubetti di ghiaccio sul fondo di un bicchiere e si versa il cocktail”.

A cura di Lucrezia Zaccaria - 21/11/07 - humanitasalute.it

La legge anti-alcol in disco?

I gestori: "Inutile e dannosa"


Nemmeno una lancia spezzata in favore della legge anti-alcol. Tutti contrari, perplessi e scontenti. È il quadro delle opinioni di gestori e deejays dei locali cittadini sulla legge che vieta la vendita di alcolici dopo le 2 di notte in discoteca.

Unanimità nel definirla "proibizionista, sbagliata e inutile". Per alcuni è "stigmatizzante". In un paio di casi addirittura "dannosa" e "anticostituzionale". A dirlo sono esperti musicali, presidenti di associazioni culturali, esercenti di alcuni tra i locali più noti ed amati in città.

Chi vuole beve
"Non affronta il problema": forse è la prima delle accuse. Gianluca Gozzi, responsabile dell'Associazione che gestisce Spazio 211, rintraccia tra le righe della legge la delega di una funzione educativa che manca in un provvedimento che suona invece "proibizionista". "Chi vuole potrà bere comunque", dice; mentre "una politica di reale prevenzione si concentrerebbe sul versante dell'educazione e della promozione di un consumo consapevole".

Lontana dalla realtà
Nei commenti aleggia il sospetto che i legislatori conoscano pochissimo il problema dell'alcolismo giovanile. Giorgio Valletta, dj e giornalista cofondatore di Situazione Xplosiva, ribadisce con sdegno il concetto: "Non mi spiego come possa essere proposta una legge del genere senza consultare chi vive e conosce le problematiche del mondo della notte. Sembra non si consideri che esistono posti di lavoro associati alla realtà dell'intrattenimento". Concorda Gozzi: "Questa legge conferma che i politici italiani vivono in una dimensione a sé, totalmente aliena alla realtà". Giancarlo Cara, mitico fondatore del circolo Arci omonimo dei Murazzi, è tra quelli che sottolineano la parzialità delle misure: "Ammesso che fosse giusta dovevano dare il tempo a chi ha investito i soldi in una cosiddetta discoteca di organizzarsi. E poi ci sono differenze tra luoghi in cui c'è musica dal vivo , quelli con i concerti e altri in cui si balla e basta".

Effetti… collaterali
Le risposte spaziano dal danno economico a quello culturale; ma nessuno crede che i ragazzi berranno di meno. C'è chi sostiene, come Riccardo De Giuli, proprietario della vineria "Tre Galli" e del Ristorante "Tre Galline", che ci sia questo il rischio: la lehhe "potrebbe addirittura spingere verso l'utilizzo delle droghe, la cui vendita non ha certo orari.". Si parla anche di "incentivo al nomadismo notturno". Così un gestore di locale dei Murazzi dice sconsolato: "I ragazzi si ubriacheranno prima. A me sembra una legge per anticipare le stragi del sabato sera. Dall'aperitivo in avanti, chiunque può bere qualsiasi cosa".

Serena Schiva - 21/11/07 - city.corriere.it

Marche - Approvate le linee guida in ambito giovanile

La giunta regionale approva le linee guida per gli interventi socio sanitari di prevenzione in ambito giovanile

Il provvedimento è finalizzato a favorire la crescita autonoma e responsabile dei giovani e a prevenire condotte devianti


La Giunta regionale ha approvato, su iniziativa dell'assessore regionale ai Servizi sociali Marco Amagliani, la delibera riguardante le "Linee guida per la continuità e lo sviluppo degli interventi socio-sanitari di prevenzione rivolti ai giovani e agli adolescenti e ripartizione delle relative risorse finanziarie-anno 2008". Il provvedimento, finalizzato a favorire la crescita autonoma e responsabile dei giovani e a prevenire condotte devianti, prevede un finanziamento di 800 mila euro per il 2008, da ripartire tra i 24 Ambiti territoriali sociali interessati. Gli interventi, da realizzare in raccordo con i Distretti sanitari delle zone territoriali, sono finalizzati alla promozione del benessere e alla qualificazione dei 251 Centri di aggregazione giovanile (Cag) diffusi capillarmente nella regione. Cinque, in particolare, le aree di intervento: formazione e aggiornamento degli operatori; prevenzione dell'uso di sostanze psicotrope legali (alcol, tabacco) e illegali, compreso il doping sportivo; prevenzione dei comportamenti d'abuso, quali gioco d'azzardo, videogiochi, internet; prevenzione del fenomeno del bullismo; valorizzazione del ruolo educativo scolastico e genitoriale. Ciascun progetto deve essere complessivamente co- finanziato al 20 per cento da parte dei soggetti interessati. Il termine di presentazione è stabilito per il mese di febbraio 2008. Nel biennio 2006-2007 sono stati finanziati 24 progetti, con il coinvolgimento di 39 mila soggetti e un impegno finanziario di 2 milioni di euro (red).


21/11/07 - asgmedia.it

Droga: lo spinello attrae giovanissimi e over 50

A 11 anni c'è il primo spinello o il primo bicchiere di alcol (soprattutto birra), ma questa “prima esperienza” oggi la fanno anche molti cinquantenni. Sono due dei nuovi fenomeni delle tossicodipendenze illustrati nel corso della consegna dei primi master in tale campo. I primi titoli di operatore di prevenzione primaria e secondaria sono stati conferiti a 17 laureati (13 donne e quattro uomini) che hanno seguito i corsi finanziati dalla Provincia di Cagliari all'interno dell'offerta formativa della Facoltà di Lettere e Filosofia.


CAGLIARI - “A causa della curiosità l'età di inizio delle tossicodipendenze si sta abbassando sempre più - ha spiegato la psicologa Maria Pia Lai Guaita - e sempre per lo stesso meccanismo si sta notando che anche i cinquantenni, come autentici ragazzini, provano lo spinello e la cocaina, che non è più la droga d'elite, visto il calo dei prezzi”. A queste due tipologie su cui non pesa l'estrazione sociale, occorre aggiungere i quarantenni che non sono riusciti ad affrancarsi dalla droga, percorso cominciato almeno 15 anni fa, mentre, dopo 10 anni, si riaffaccia sul mercato degli stupefacenti l'eroina.

Ecco allora che prima ancora della terapia, gli interventi di prevenzione assumono una valenza importante e in questo contesto si inserisce il master - primo in Italia - di “Prevenzione primaria della tossicodipendenza”. Oggi, nell'aula di Palazzo Regio, sono stati conferiti i primi 17 attestati. Alla cerimonia erano presenti, con la professoressa Guaita, il presidente della Provincia, Graziano Milia, l'assessore delle Politiche sociali, Angela Quaquero, e il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Giulio Paulis. I giovani (tra cui anche Marco Camboni dei La Pola) più che nei servizi di tossicodipendenza andranno ad operare nelle comunità, nei consultori o nelle scuole. “Uno dei primi luoghi in cui i ragazzi vengono a contatto con la droga”, ha osservato Maria Pia Lai Guaita.

“Sugli stupefacenti - ha aggiunto - non si può fare distinzione tra droghe leggere o pesanti, perchè, a parte gli effetti immediati che alcune sostanze possono dare, la dipendenza causa conseguenze che sono simili”. Secondo una ricerca del 2005, condotta dalla stessa psicologa, a Cagliari almeno il 32% dei ragazzi nella fascia adolescenziale (15-20 anni) ha fatto uso almeno una volta di sostanze stupefacenti.


21/11/07 - sardegnaoggi.it

"Italiani brava gente": un detto da aggiornare

Mi sono sentito molto imbarazzato a sentirmi italiano, travolto dalle vicende di questi giorni, dove la drammatica morte di un giovane, ucciso da un proiettile più o meno vagante, sparato da un altro giovane, padre di due bimbi, ha suscitato un’aggressività e violenza irragionevole, immotivata, un clamore e lutti cittadini, che mi hanno fatto meditare seriamente sul nostro essere “italiani brava gente”, popolo di eroi, di scrittori e di artisti, di cantanti e di poeti, di naviganti ed esploratori, che nel mondo dei poveri ha scritto pagine meravigliose attraverso i suoi volontari, missionari e laici.

Se la violenza è frutto dell’odio e dell’ignoranza, il diluvio di parole delle radio, dei giornali e Tv, più o meno locali, da dove nasce? La folla che ha telefonato alle varie emittenti radiofoniche di Roma per commentare “er fattaccio”, quella che nei vari stadi ha inveito contro le forze dell’ordine, che ha assaltato commissariati o bruciato macchine, incendiato cassonetti, da quali “maestri” è guidata?

Mi va bene chiudere gli stadi ma questi “figli della violenza” alla domenica dove li troveremo? E perché non si alza lo stesso clamore per i morti di droga, dentro e fuori dalle discoteche? Perché non si chiudono le industrie automobilistiche, che costruendo auto dalle folli velocità, sono causa di tante morti giovani? E i pub, i bar? Quanti giovani rovinati dall’alcolismo!

Reprimere, chiudere: sono queste le soluzioni? Italiani, brava gente, diamoci una mossa: ritroviamo equilibrio e se è giusto piangere per una vittima innocente, proviamo a commuoverci per i drammi delle nostre famiglie, in tempi di crisi economica, per le tragedie dello Zimbawe, del Darfur, dei bambini dell’Africa. Ma per loro non ne vale la pena: non sono iscritti al campionato!

Don Vittorio Chiari - 21/11/07 - redacon.radionova.it

Bologna: Claudia, morire per un mal di testa

Stava parlando al telefono con il suo fidanzato. Probabilmente un ictus. È morta cosi Claudia Dall’Aglio, psicologa e psicoterapeuta di 38 anni di origini modenesi, nella notte tra venerdì 16 e sabato 17 nella sua abitazione, dimessa da poco più di 24 ore dall’ospedale di Bazzano nel Bolognese, dov’era stata ricoverata per cervicalgie e cefalee.


Le cause del decesso saranno definitivamente chiarite in seguito all’autopsia del corpo della giovane donna prevista per mercoledì, ma per il momento spunta il nome del primo indagato, iscritto per omicidio colposo dal pm titolare dell’inchiesta Massimiliano Serpi. Dal canto loro, anche i rappresentanti della Usl di Bologna hanno incaricato un medico legale che si occuperà delle indagini.

La psicologa si era recata in data 7 novembre presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Bazzano per delle forme anomale di cefalea di cui soffriva. Gli accertamenti a cui era stata sottoposta in un primo momento, tra cui una completa valutazione clinica e una Tac cerebrale, non avevano evidenziato riscontri patologici.

A causa della persistenza dei sintomi, la donna però si era nuovamente recata all’ospedale e trattenuta in quell’occasione fino al 15, giorno in cui veniva dimessa. Nel corso della degenza nessun’analisi, anche alla luce delle indicazioni emerse da una visita neurologica che la signora aveva effettuato all’ospedale Maggiore nei primi giorni immediatamente precedenti il ricovero, aveva rilevato problematiche serie tanto da far presumere un epilogo tragico come quello verificatosi.

Nel frattempo sono in corso le attività investigative dei carabinieri del Nas di Bologna, che hanno posto sotto sequestro la cartella clinica della Dell’Aglio, e altre documentazioni relative ad altre strutture a cui la donna si era rivolta dopo i primi disturbi.

Angela Fiore - 20.11.07 - barimia.info

Mussi blocca la carriera a 5mila superlaureati

Quel pasticciaccio brutto delle scuole di specializzazione di Medicina. Va al ministro dell’Università e della Ricerca, Fabio Mussi, il merito di aver determinato uno stato delle cose di fatto insuperabile senza scontentare migliaia di giovani medici. O si fa perdere un anno intero di lavoro e studio ai circa 5mila giovani che si sono laureati in Medicina da giugno ad ottobre di quest’anno. O se ne fa perdere uno e mezzo ad altri 2mila circa, già laureati nel dicembre 2006 e abilitati nel luglio 2007. Oltretutto si tratta dei laureati in corso, già pronti ad emigrare all’estero per avere la possibilità di specializzarsi e trovare lavoro.

Che cosa ha provocato la protesta dei cinquemila neolaureati, pronti a scendere in piazza domani a Milano, Roma ed in altre città chiedendo il sostegno dei loro professori e della Conferenza dei Rettori?

Tenta di spiegare come si è arrivati a questo impasse il professor Natale Di Martino, ordinario di Chirurgia generale presso la Seconda università di Napoli. «La norma prevede che occorra superare l’esame di abilitazione prima di poter sostenere quello di accesso alla specializzazione - spiega Di Martino - e per accedere all’abilitazione occorrono tre mesi di tirocinio». Il prossimo esame di abilitazione è previsto per il 15 febbraio. Quindi impossibile abilitarsi prima di quella data per tutti coloro che si sono laureati dal giugno scorso ad oggi. «Il bando di concorso per le scuole di specializzazione invece uscirà a giorni. Il concorso poi si terrà a gennaio 2008 - prosegue il professor Di Martino - lo studente che era il primo del mio corso e si è laureato con 110 e lode nel luglio scorso non potrà fare neppure la domanda perché non può abilitarsi prima di febbraio».

Non poter partecipare al bando di quest’anno vuol dire dover aspettare il prossimo che non ci sarà prima di un anno. Risultato: per una manciata di settimane circa 5mila neolaureati, oltretutto quelli che hanno conseguito la laurea nei tempi richiesti, dovranno aspettare un anno per accedere alle scuole di specializzazione. Di Martino propone di far slittare i tempi del bando oppure di far iscrivere i neolaureati al bando sub-condizione in attesa che ottengano l’abilitazione. Anche il senatore di An, Giuseppe Valditara, aveva chiesto al ministro di concedere l’iscrizione «in via transitoria per quest’anno».

Ma il pasticciaccio non si chiude qui. Sul fronte opposto infatti sono schierati altri 2mila laureati in Medicina ai quali è già toccata la sorte di aspettare questo bando troppo a lungo. Sono i giovani che hanno conseguito la laurea dal dicembre 2006 ed hanno aspettato luglio scorso per sostenere l’esame di abilitazione. Poi hanno tirato il collo fino ad adesso sperando di entrare nelle scuole di specializzazione prima a novembre e poi a gennaio.

Adesso, se il ministro dovesse accogliere la richiesta dei neolaureati più «freschi» avrebbero di fronte altri tre mesi di attesa. Insomma dopo essersi laureati nel dicembre 2006 rischiano di entrare nelle scuole di specializzazione 15 mesi dopo. Un bel record. Molti di loro oltretutto, proprio in vista di una attesa eccessiva, avevano fatto ricorso al Tar che aveva concesso, in via cautelativa, di partecipare ai concorsi per la specializzazione. Ma su questo punto il ministro Mussi è stato inflessibile: no abilitazione, no specializzazione.

Proprio un paio di giorni fa Mussi ha detto che sta cercando di risolvere la situazione, visto che ci sono «due interessi in contrapposizione». Il ministro aveva appena ricevuto una delegazione di neolaureati che chiedevano il posticipo della data per la specializzazione. «Ma il ministro - dicono i giovani medici - si è sempre dimostrato sordo alle nostre richieste».


di Francesca Angeli - mercoledì 21 novembre 2007 - ilgiornale.it

Troppi psicofarmaci per i bambini iperattivi

ROMA - Lo psicofarmaco doveva essere l'ultima risorsa terapeutica per i disturbi infantili in Italia, e invece non è così: se è vero che il fenomeno è all'inizio nel nostro Paese (i centri per somministrarli stanno aprendo ora, ce ne sono 40 su 112 che hanno 'arruolato' poche centinaia di bambini) è altrettanto vero che, secondo i dati forniti dal ministero della Salute, la percentuale di bambini posti in terapia con psicofarmaci è tripla rispetto a quella americana e addirittura quintupla rispetto a quella inglese (83% in Italia, 18% in Inghilterra e 32% in Usa).


Luca Poma, portavoce del comitato Giù le mani dai bambini - che consorzia 170 enti tra i quali dieci università - ha fornito i dati nel convegno nazionale "Bambini diversamente vivaci: patologia o risorsa?", organizzato stamane in Campidoglio in occasione della "Giornata mondiale dell'infanzia". "Le autorità di controllo sanitario cercano di ridimensionare questa cattiva pratica sanitaria, - ha spiegato Poma - sostenendo che lo psicofarmaco in Italia si da solo in casi limite, dopo il fallimento di ogni altro strumento terapeutico. Questo è però falso, prova ne sia che pur essendo solo all'inizio di questo percorso già l'83% dei bambini presi in carico è sottoposto a terapie a base di metanfetamine. Tutto ciò è davvero sconcertante, visto che si tratta di farmaci pericolosissimi dai notevoli effetti avversi che vanno dal rischio di ictus a quello di sindromi maniaco-depressive".


In Italia, dalla più ampia ricerca mai finanziata dal ministero della Salute, risulta che il 9% dei bambini soffrre di disturbi psichici (737.390) e l'1% (81.030) è affetto dalla contestata Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), con alcune società pediatriche che portano al 5% il rischio Adhd per la popolazione. "Negli ultimi quindici anni la produzione di Ritalin, l'anfetamina data ai bambini troppo agitati, è aumentata di ben diciassette volte - ha commentato William B. Carey, celebre professore di pediatria clinica presso l'università della Pennsylvania -. Negli Usa solo per l'iperattività vengono somministrati questi psicofarmaci a oltre quattro milioni di bambini. I criteri diagnostici sono tuttavia vaghi e inesatti con molti giovani sani messi in cura senza motivo". Nel corso dell'evento è stata consegnata a "Giù le mani dai bambini" la "Targa d'Argento" della Presidenza della Repubblica Italiana per i meriti come campagna sociale di sensibilizzazione.


Nel recente passato, l'Agenzia Dire si è già occupata dell'argomento relativo alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini.


20 novembre 2007 - diregiovani.it

Donna morta dopo intervento chirurgico

L'autopsia evidenzia una misteriosa perforazione interna


San Biagio della Cima - La giovane donna, 37 anni, di San Biagio della Cima, è morta la scorsa settimana, all'ospedale di Sanremo, poco tempo dopo un intervento chirurgico per l'asportazione di un fibroma all'utero. Per questa vicenda sono indagati 4 medici.


E' stata riscontrata una perforazione interna, anche se i particolari e le dinamiche dovranno essere ancora valutati, nel corso dell'autopsia sulla salma di Mimma Gallaci, la donna di 37 anni, di San Biagio della Cima (Imperia), morta la scorsa settimana, all'ospedale di Sanremo, poco tempo dopo un intervento chirurgico per l'asportazione di un fibroma all'utero e per il cui decesso sono, oggi, sono indagati 4 medici.

Il dottor Lorenzo Varetto dell'Istituto di Medicina Legale di Torino, incaricato dal pubblico ministero Vittore Ferraro di Sanremo, ha eseguito, nel pomeriggio, l'esame autoptico, alla presenza del medico legale Marco Salvi di Genova, perito di parte civile della famiglia, assistita dall'avvocato Marco Bosio di Ventimiglia.

Dopo un'ispezione durata circa tre ore, fino alle 18, si e' saputo soltanto che esiste una situazione di perforazione. E', tuttavia, troppo presto per dire se la perforazione e' attribuibile all'operato dei medici o ad altri fattori. La donna, infatti, ha superato bene l'intervento, ma quando le sue condizioni sembravano ormai migliorare, ha iniziato ad accusare forti dolori all'addome, e' entrata in coma farmacologico ed e' morta.

di Fabrizio Tenerelli - 20 novembre 2007 - riviera24.it

Catturato Guede, scarcerato Lumumba

Individuato grazie alle indicazioni fornite dagli investigatori italiani ai colleghi tedeschi, Guede stava tornando in treno verso l'Italia forse per avere un incontro con un legale, ma non avrebbe avuto intenzione di consegnarsi. Senza biglietto, con pochi effetti personali in uno zainetto, all'inizio ha dato generalità false, poi ha ammesso la sua identità e in breve è arrivata conferma di un mandato di cattura internazionale a suo nome. Agli agenti che gli chiedevano perchè avesse lasciato l'Italia, avrebbe risposto: «Avevo problemi con una ragazza» chiedendo poi che fosse avvertita la sua famiglia adottiva a Perugia. Secondo alcune fonti, che non hanno ancora trovato conferma, avrebbe già fatto anche qualche prima ammissione dicendo di essere stato nell'appartamento di Meredith la sera del 1° novembre ma di non averla uccisa.
A lui la squadra mobile di Perugia e lo Sco sono risaliti con una complessa indagine. Le ricerche erano cominciate non appena individuate le sue impronte sul luogo del delitto. Il suo telefonino aveva squillato per l'ultima volta a Milano giorni fa, domenica scorsa era stato poi segnalato in Svezia quindi in Germania. Individuati alcuni amici con cui dialogava sul web, uno di questi è stato convinto a mettersi in contatto con lui, che era in un Internet point di Magonza, via Skype (programma che permette di dialogare on line come se si fosse al telefono) lunedì notte dagli uffici della polizia. A tradirlo è stata quindi la sua passione per la tecnologia che lo aveva visto anche scaricarsi un video su YouTube il 16 febbraio: lo mostra mentre fa boccacce e dice sciocchezze del tipo «Sono un vampiro, succhio il tuo sangue».
Accusato di omicidio aggravato e violenza sessuale in concorso, è stato sottoposto a fermo provvisorio e trasferito nel carcere di Coblenza dove dovrà comparire oggi in tribunale per l'accertamento dell'identità. Toccherà poi all'autorità giudiziaria tedesca esaminare la richiesta di consegna avanzata dall'Italia. In base alle procedure Schengen, l'arrivo a Perugia potrebbe avvenire in tempi più brevi di quelli necessari per l'estradizione.
Ieri, durante un sopralluogo nell'abitazione di Rudy a Perugia, la polizia scientifica e la squadra Ert avrebbero trovato un'impronta di scarpa, sporca di fango, simile a quella rilevata accanto al cadavere di Meredith. Ma molteplici sono già gli elementi che provano la sua presenza sul luogo del delitto la notte del 1 novembre. Sua l'impronta insaguinata rilevata sul cuscino della studentessa inglese uccisa; sue le impronte digitali sulla carta igienica, sulla quale è stato anche trovato un profilo parziale di Dna maschile che coincide con quello prelevato con il tampone vaginale dalla vittima. Ora per avere la prova "regina" manca solo il Dna di Guede.
Intanto Lumumba Diya è tornato libero e in cella restano Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Rudy è «forse l'unico uomo che era sulla scena del delitto» ha detto l'avvocato di Sollecito pronto a chiederne la scarcerazione. Ma gli inquirenti sembrano convinti che non abbia agito da solo.


21/11/07 - liberta.it

Giornata mondiale per l’infanzia

Tra pedofilia e bambini scomparsi una amara riflessione


La Carta dei Diritti dei bambini compie oggi 18 anni entrando così nella maggiore età.


È forse questa l’unica notizia che ci fa ben sperare, poiché cessando lei stessa di essere, per così dire, “minore”, forse da oggi varrà un qualcosa di più di quanto non sia effettivamente mai valsa.


Infatti fino ad ora tutte le belle voci in lei riportate, sono di fatto state appunto soltanto voci. Peggio, un futile chiacchiericcio che non si è mai tradotto in azioni concrete.


Per questo oggi c’è poco da festeggiare. Semmai c’è da rimboccarsi le maniche e decidere veramente di fare davvero qualcosa di concreto a favore dell’infanzia violata, rinunciando a galà pro poverelli e comparsate televisive autocelebrative, ricche di vuoto.


Infatti oramai pure il nostro paese in termini di “indifesa” dell’infanzia non si fa mancare nulla.


Basta scorrere i dati per capire cosa voglia dire il binomio infanzia-violata in Italia. Dati forti. Dolorosi. Se negli stessi ritroviamo l’essenza dei nostri figli.


Bambini che spariscono a migliaia, ogni anno, secondo il sito internet della Polizia. E su mille di loro il 20% non viene più ritrovato. Per l’F.B.I. è un 20% da considerare virtualmente morto già dopo 24 ore dalla sua scomparsa. Poi l’età degli abusi sessuali, da zero a quattro anni. Pochi, anche in questo caso dolosamente pochi, gli anni delle prede.


Piccoli abusati e per questo non credibili. Svenduti tra pedofili come nelle aule di certi tribunali, dove pare più colpevole essere bambini che chiedono aiuto, che adulti che arrecano dolore. Vite spezzate che in internet se fotografate valgono da 30 fino anche a mille euro. A seconda dell’immagine. Del grado di violenza. Del numero di sevizie.
Della “qualità” delle stesse…..


In un paese in cui si è persa la certezza della pena i primi a beneficiare di tale ingiustizia sono i pedofili. Su un campione di predatori di bambini “accertati” e condannati dai tre gradi di giustizia, il 67% sta in libertà e svolge spesso mansioni che lo portano ancora a contatto con i minori.


Ultimo esempio di una società, la nostra, non più a misura di bambino, in ordine di tempo, la sentenza che a Campobasso ha ridotto la pena evitando il carcere ad un pedofilo, che per due anni aveva abusato di una bimba disabile, con la motivazione “che il fatto è di lieve entità”; è questa la conferma, l’ennesima, che le cose stanno andando male, molto male. Per questo, ripeto, oggi c’è poco da festeggiare.
Ma tanto da sperare. Che con i suoi 18 anni di vita, dodici in meno di quella dei Diritti degli Animali, anche la Carta dei Diritti dei Bambini diventi quello che sarebbe dovuto essere fin dalla sua nascita. Un’inappellabile ed indiscutibile esempio di difesa, ad oltranza, dei milioni di bambini che in Italia come nel resto del mondo, vedono gli anni migliori della propria vita, spazzati via dalla follia di certi uomini.


di Massimiliano Frassi, presidente Associazione Prometeo


www.massimilianofrassi.splinder.com . www.associazioneprometeo.org


20/11/2007 - orvietosi.it

Modella israeliana uccisa dall'anoressia

TEL AVIV (20 novembre) - E' caduta nella trappola dell'anoressia. A 34 anni una modella israeliana si è trasformata in una donna scheletrica col volto scavato e sofferto. Poi la tragedia della fine, trovata morta nel suo appartamento dalla madre, pesava solo 32 chili. Destano orrore in Israele le ultime immagini di Ilanit Hila Elmalich, una volta era nota a Tiberiade (Galilea) come «la ragazza più bella della città ». Gli amici erano convinti che con la sua altezza (1.70 metri) e la sua linea avrebbe sfondato nel mondo della moda. Invece la sua storia è diventata una vera tragedia.

In televisione la madre, Perla Elmalich, si strugge. «Una sua amica le diceva che per mantenere la linea non era necessario seguire diete, bastava vomitare. Sognava di diventare una grande modella, ma in verità da 16 anni e mezzo la mia bambina è andata sempre peggiorando. Si è innestato un processo auto-distruttivo». Hila ha lottato per quasi 20 anni. L'anno scorso sbalordì i medici quando raggiunse il peso minimo di 23 chilogrammi. Non voleva però essere un problema per la sua famiglia e dimessa dall'ospedale tornò a vivere da sola.

Fra quanti adesso denunciano in Israele il fenomeno delle modelle che dimagriscono fino alla morte vi è il fotografo di moda Adi Barkan. Lui sa già come riconoscerle: guarda le dita e comprende se le ragazze hanno l'abitudine di vomitare a forza. «Si tratta di ragazze che, se non fermate in tempo, giungono a distruggere il loro corpo. I seni cessano di svilupparsi, esiste per loro anche il rischio di restare sterili per sempre». Molto noto in Israele, Barkan cerca adesso di utilizzare lo sdegno per la morte di Hila per far approvare una legge che salvi la vita delle aspiranti modelle. Fra queste viene intanto discussa la recente tragedia. A più riprese le ragazze sono aggiornate sui rischi di diete incontrollate o di attività sportive esagerate. Le agenzie assicurano che le candidate eccessivamente magre sono respinte ed eventualmente incoraggiate a consultare medici o psicologi.

Oltre alla condanna contro il mondo della moda e della pubblicità, l'Associazione Bulimia e anoressia (Aba) sottolinea come questi disturbi nascono nelle famiglie e «si amplificano grazie ai falsi modelli contrabbandati dalla società ».


20/11/2007 - ilmessaggero.it

Microsoft chiude 4 blog che promuovevano l'anoressia

L'azienda statunitense ha deciso l'oscuramento dopo la denuncia della spagnola Iqua e senza un ordine della magistratura


La battaglia contro l'anoressia si combatte anche su internet. La denuncia dell' Iqua, l'agenzia spagnola di qualità di internet, ha portato Microsoft a chiudere quattro blog registrati nella community di Windows live dove venivano pubblicizzate pratiche alimentari dannose per la salute, come la bulimia e l'anoressia. Secondo il responsabile spagnolo dei servizi offerti sulla rete dall'azienda fondata da Bill Gates le pagine sono state rimosse perchè infrangevano le norme aziendali sui contenuti pubblicabili. Il presidente dell'agenzia si è detto molto soddisfatto della decisione dell'azienda americana perchè venuta senza l'obbligo imposto da un giudice. Una novità che ha sorpreso l'agenzia visto che altre compagnie, Google in testa, si erano trincerate dietro la libertà d'espressione ed avevavo richiesto un ordine della magistratura per rimuovere alcune pagine ritenute pericolose per gli adolescenti.


20/11/2007 - la7.it

Sicurezza anziani. Incontro venerdi prossimo a Sciacca

Venerdì prossimo 23 novembre alle ore 16,00, presso il salone M.”Di Blasi” della Chiesa Maria SS. di Loreto della Perriera di Sciaacca, si terrà il primo incontro del progetto rivolto alla terza età denominato “Anziani in sicurezza”, organizzato dal comitato di quartiere “Antonio Ritacco”, dall’assessorato comunale alle politiche sociali e dall’associazione di volontariato “Orizzonti onlus”.
Relazioneranno Antonella Vivona, dirigente del Commissariato di P.S. di Sciacca; Salvatore Mandracchia, bancario.
Coordinerà i lavori il presidente del Comitato di quartiere Perriera, Salvatore Butera.

L’incontro sarà arricchito da una rappresentazione scenica che simulerà delle truffe agli anziani proposta dai ragazzi della compagnia teatrale dell’associazione di volontariato “Orizzonti onlus”.

Giuseppe Recca - 20/11/2007 - agrigentonotizie.it

Operatori sociali contro il Comune

Welfare napoletano Politiche sociali: cooperative e associazioni contro il Comune moroso, stop ai servizi per 40mila persone.

Un triste e sofferto contenzioso che si protrae da molto, troppo tempo. Il Comune di Napoli non paga gli operatori sociali da 14 mesi: sono circa 10mila, lavorano in 150 organizzazioni e 240 strutture di accoglienza residenziale, che garantiscono assistenza ad oltre 40mila persone.

Bambini in difficoltà
Tra le decine di migliaia di soggetti seguiti dalle associazioni del terzo settore ci sono bambini in difficoltà, (come quelli che hanno subito violenza fisica o psicologica), persone senza fissa dimora, tossicodipendenti, persone indigenti, ammalati, portatori di handicap.

Politiche sociali
Per sensibilizzare l'opinione pubblica e annunciare la sospensione dei servizi il Forum regionale del Terzo settore, il comitato "Il welfare non è un lusso", e il coordinamento Sam Campania (strutture di accoglienza minori) hanno organizzato una nuova mobilitazione, oggi (dalle 10) in piazza Municipio. "Le politiche sociali, che per troppo tempo sono state considerate marginali, devono essere inserite organicamente all'interno di politiche più complessive - si legge nella nota dei promotori dell'iniziativa- altrimenti a causa della morosità del Comune saremo costretti a chiudere i servizi".

Imbarazzante contenzioso
La protesta degli operatori sociali va avanti da diversi mesi ma sino a questo momento non ha prodotto alcun risultato. L'imbarazzante contenzioso (per l'amministrazione) non si è sbloccato neppure dopo le prime iniziative, che hanno sollevato un'ondata di indignazione nell'opinione pubblica.

Diritti di cittadinanza
"Gli interventi di protezione sociale - si legge nel comunicato - devono essere coniugati all'interno di strategie pubbliche che affermino e tutelino i diritti di cittadinanza, per cui le azioni, le politiche e gli interventi - rivolti ai minori e alle famiglie, ai meno abbienti e più bisognosi di cure, alle persone con disagio mentale - devono essere organicamente collegati alle politiche della cultura, del tempo libero, della mobilità dei giovani, dell'educazione, della formazione e del lavoro, della pianificazione urbanistica". City

20/11/2007 - city.corriere.it

Basta guerre nel mondo!