Ombralonga

Chi desidera raccogliere l’invito de “Il Gazzettino” ed esprimere la propria opinione sulla manifestazione Ombralonga può farlo collegandosi a:http://www.gazzettino.it/Email.php3, (redazione di Treviso), scrivendo al sindaco di Treviso: sindaco@comune.treviso.it


A Roberto Argenta ed Alessandro Sbarbada per la pubblicazione in rassegna. [Oppure a me se preferite]

Qui di seguito potete trovare la prima lettera inviata.

Egregio signor (pro)sindaco,

le offro alcune riflessioni, frutto anche di un contatto di 25 anni umano e professionale con i gravi problemi legati al consumo di alcolici. Scaturiscono dai suoi commenti all’ombralonga, dall’ auspicio di “una ombralonga al mese”.

Incassi per i commercianti? Per quelli che hanno chiuso bottega? E gli incassi persi perché i trevigiani, come tutti sanno, e deve saperlo anche lei, fuggono e vanno a spendere altrove (e se si trovano bene continueranno così)? E i non trevigiani che aborrono le folle alticce, e che hanno rinunciato per esempio alla mostra di Ca’ dei Carraresi (spendendo anche in ristoranti e boutique)?

Comunque anche gli incassi per un amministratore devono esser valutati alla luce dell’etica e delle leggi. Incitare al bere senza limiti i giovani contraddice la prudenza e le indicazioni di leggi italiane, che hanno recepito la carta di Parigi. Preoccuparsi del bene dei giovani suggerirebbe di emulare amministrazioni specificamente virtuose come Rovereto, Viareggio, e Vicenza. Il suo ottimismo di osservatore domenicale parrebbe quello di chi, osservando le feste di nozze, credesse che la vita matrimoniale sia tutta li, senza impegni, fatiche, rischi, doveri, sviluppo nel tempo… Meglio rileggere la Carta di Parigi, le delibere dei comuni citati, e la lettera che L’Associazione Vittime della Strada e l’AICAT hanno indirizzato a tutti gli amministratori e quindi anche a lei. Legga e risponda pubblicamente, per piacere. Risponda spiegando i suoi principi etici e morali, per cortesia.

Infine, lei che si è speso innegabilmente per abbellire la nostra città, non si contraddice incoraggiandone periodicamente l’imbrattamento e il danneggiamento, e il percorrerla non per goderne ma per usarla per l’abbrutimento?

Treviso donna amata e ornata, o meretrice imbellettata per venderla meglio?

Luigi Colusso

Discoteche contrarie al divieto di alcol

Sondaggio: discoteche contrarie al divieto di alcol dopo le 2


Le discoteche della provincia di Sondrio dicono no al divieto di somministrazione di alcolici dalle due di notte, previsto dall'articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale recentemente approvata dal Senato, e, unendosi alla campagna nazionale promossa dal Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo) e già in atto in numerose città italiane, lanciano la raccolta firme tra i clienti dei locali notturni contro il provvedimento.

Partirà infatti nell'ultimo weekend di ottobre l'iniziativa decisa nell'ultima Assemblea del Gruppo Locali da Ballo della provincia di Sondrio, attivo in seno all'Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi e presieduto da Giancarlo Stampa. L'incontro, tenutosi martedì 23 ottobre nella sede dell'Unione, è stato molto partecipato (presenti il direttivo al completo e numerosi associati). Un segno evidente del momento difficile che la categoria sta attraversando, anche e soprattutto a causa di provvedimenti inutili e contraddittori come appunto quello che riguarda il divieto di alcol, in vigore dal 4 ottobre scorso. "Una norma - sottolinea il presidente Stampa - introdotta senza nessuna discussione approfondita in Parlamento e senza alcun confronto con le parti interessate, negli ultimi frenetici giorni utili per non far decadere l'intero decreto sulla sicurezza stradale".


"Non si tratta - spiega Stampa - di mettere in discussione il principio di tutela della salute, ma di riconoscere che il divieto ha di fatto peggiorato la situazione, perché ha aumentato in maniera esponenziale i comportamenti a rischio". Sono infatti sempre più numerose le persone che, indotte dai limiti temporali appena introdotti, fanno il pieno di alcol e, a partire dalle due di notte, si riversano sulle strade in stato di ebbrezza. "Con questa legge, assurda e contestata da tutti (compresi i clienti), anziché punire chi fa abuso di alcol, si puniscono le imprese di intrattenimento e di spettacolo. Per questa ragione, a partire da sabato 27 ottobre, abbiamo deciso di promuovere la raccolta firme tra i nostri clienti".

La situazione determinata dall'entrata in vigore del nuovo provvedimento non è infatti più tollerabile. "Gli escamotage trovati per aggirare i nuovi ‘paletti' sono semplici e alla portata di tutti, rendendo la norma ipocrita e del tutto inefficace. Se da un lato si proibisce alle discoteche di somministrare alcolici dopo le due di notte, dall'altro non si vieta di bere o vendere alcol dopo le due di notte". Facile, dunque, rifornire la propria auto di alcolici o approvvigionarsi in altri punti vendita (come per esempio i punti di ristoro "Mobili" che come funghi ogni sabato sera spuntano numerosi in prossimità delle discoteche o circoli privati) non toccati dal divieto.

No al proibizionismo, che colpisce la libertà individuale di tutti i cittadini e la libertà d'impresa, e sì alla prevenzione, attraverso l'etilotest per la misurazione del tasso alcolemico e l'introduzione del ‘guidatore designato'. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal Gruppo Locali da Ballo della provincia di Sondrio. "Noi gestori siamo i primi a essere interessati alla tutela dei nostri clienti e alla sicurezza sulle strade. Non a caso - ribadisce Stampa - in questi anni le campagne di sensibilizzazione hanno visto la nostra categoria sempre in prima fila e con un ruolo attivo".

Nel corso dell'assemblea del Gruppo Locali da Ballo si è discusso anche di abusivismo, un altro problema che colpisce la categoria e che sta riprendendo piede in maniera vigorosa.


25/10/07 - vaol.it

Muore pallavolista in incidente stradale

CHATILLON, Aosta -- Drammatico incidente nella notte tra martedì e mercoledì sulle strade della Val d'Aosta. Una macchina è uscita di strada e nello schianto ha perso la vita una giovane pallavolista della squadra del Csi Chatillon. Il ragazzo alla guida era ubriaco, ed ora indagato per omicidio colposo.


Una ragazza di 21, giocatrice di pallavolo nella squadra di Chatillon, e un ragazzo della stessa età, viaggiavano martedì notte sulla statale 26. Erano all'altezza di Chambave, quando improvvisamnete si è verificata la tragedia. Al volante c'era il giovane, che a un certo punto ha perso il controllo del veicolo, finendo così fuori strada.

Lo schianto è stato micidiale: la ragazza è morta sul colpo, mentre il conducente è rimasto miracolosamente quasi illeso. L'ambulanza, immediatamente intervenuta sul posto, lo ha trasportato all'opsedale regionale di Aosta, dove gli sono state diagnosticate lievi ferite, guaribili in pochi giorni.

Altri guai però lo attendono all'uscita dall'ospedale: il giovane infatti, è ora indagato per omicidio colposo, perchè risultato positivo alla prova dell'alcol.


25/10/07 - montagna.tv

Cesena: ai Sert mille tossicodipendenti

Aumentano i tossicodipendenti che si rivolgono al Sert, cala l'eta' media dei nuovi utenti. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto dell'attivita' 2006 del Sert di Cesena e che saranno presentati sabato nel corso di un convegno. L'anno scorso si sono rivolti al servizio 1001 tossicodipendenti, contro i 766 nel 2005: 502 sono stati presi in carico ed inseriti in un percorso terapeutico strutturato (88 nuovi, 414 gia' in carico o riammessi), 200 sono i provvisori, cioe' i soggetti che hanno avuto contatti con il servizio durante l'anno, ma che non hanno aderito ad un percorso terapeutico strutturato, 62 i definitivi, gia' conosciuti non in carico ma con prestazioni nell'anno, 237 appoggiati: soggetti gia' in carico al Sert di residenza, ai quali il Sert di Cesena assicura la continuita' terapeutica durante la permanenza nel territorio cesenate. Questi dati nel loro insieme evidenziano come nell'ultimo anno vi sia stato un incremento degli accessi complessivi al servizio (+18,4%).
I tossicodipendenti accedono ai servizi nella maggioranza dei casi spontaneamente (59,0%) o attraverso le forze dell'ordine (12,4%) o tramite il carcere (5,6%). La percentuale di utenti di sesso femminile (19,3%) e maschile (81,7%) conferma la differenziazione di genere, che caratterizza il fenomeno della tossicodipendenza, anche se va rimarcato che tale differenza tende ad assottigliarsi nei nuovi utenti, fra i quali le donne raggiungono il 25%.
Se prendiamo in considerazione l'eta' si evidenzia come a fronte di un leggero ma costante incremento dell'eta' media generale, che sottolinea la natura cronica della tossicodipendenza e il protrarsi dei percorsi di cura, si registri, un abbassamento dell'eta' media dei nuovi accessi. Si tratta di una utenza nella maggior parte dei casi celibe/nubile nella, che vive una situazione abitativa spesso problematica, con un livello scolastico medio basso, con un discreto inserimento nel mercato del lavoro.L'eroina si conferma la principale sostanza d'abuso primario, registrando una lieve flessione (71,1%, rispetto al 71,9% del 2005). Seguono cocaina 14,1%, in continuo trend ascendente, e la cannabis 11,2%, stabile sui livelli dell'anno precedente. Il rapporto da' conto anche degli alcoolisti che nel 2006 si sono rivolti al Sert: 238, contro i 181 del 2005. Dopo la flessione registrata nel 2000 che aveva portato a 80 gli utenti in carico, continua anche per il 2006 il trend ascendente. Tale incremento e' coinciso con una modifica organizzativa interna al servizio che ha portato alla creazione di una "equipe alcol" che opera esclusivamente sui pazienti alcolisti.
Gli alcolisti in carico sono prevalentemente maschi (66,9%), la quota di femmine nel 2006 si attesta al 33,1%, in calo rispetto all'anno precedente (35,7%), comunque molto al di sopra del dato regionale che per il 2005 era pari al 26,5%. Considerando l'eta' la fascia prevalente va dai 40 ai 49 anni (32,6%); il 58,6% ha, comunque, un'eta' compresa fra i 30 e i 59 anni; rispetto all'anno precedente si registra un aumento degli alcolisti con piu' di 50 anni, e una lieve contrazione di tutte le altre fasce. Rispetto al dato regionale, si rileva una maggiore presenza degli alcolisti piu' giovani, al di sotto dei 39 anni.
In generale negli ultimi anni si sta verificando che i nuovi utenti registrano una eta' media superiore a quelli gia' in carico al Sert. Emerge il quadro di un alcolista che ha, o ha avuto, esperienze di convivenza e matrimonio e che in prevalenza vive fuori dal nucleo famigliare di origine. Ha una scolarita' bassa, salvo eccezioni, ha una attivita' lavorativa regolare o una pensione. Il vino rimane la bevanda d'abuso prevalente piu' diffusa (57,9% dei casi), che torna ai massimi livelli e che interessa trasversalmente le diverse classi di eta'.
A seguire, i superalcolici, in significativo calo, e la birra, il cui dato rimane costante.


25/10/07 - droghe.aduc.it

Incidenti stradali, la Francia corre ai ripari

Alcol e velocità i nemici. Tra le misure in esame l'etilotest a bordo e sanzioni penali per i trasgressori


Scossa per alcuni gravi episodi che hanno visto coinvolti scuolabus, la Francia sta correndo ai ripari. Solo nell’ultima settimana, nel nord est del paese, la Gendarmeria e la Polizia Nazionale hanno arrestato tre autisti in stato di ebbrezza, mentre lo scorso 8 ottobre quattro bambini erano rimasti seriamente feriti in un incidente stradale. La conducente dello scuolabus, sottoposta al test etilometrico, aveva evidenziato un tasso di 3,22 grammi di alcol per litro di sangue.


ETILOTEST - Così, gli Stati generali francesi hanno portato ad un livello più alto le soglie di attenzione e di allarme. «L'allarme è così forte – spiega Giordano Biserni, presidente dell'Asaps - da far scalare in testa agli ordini del giorno l’istituzione dell’obbligo di montare uno speciale etilotest su tutti i veicoli da trasporto pubblico (taxi compresi) e commerciali, in maniera tale da consentire l’avvio del motore solo in caso di soffiata analcolica».Quest'apparecchiatura è stata già sperimetata da alcune case automobilistiche, Saab e Nissan in testa. Un’altra rivoluzione francese in vista? «In effetti - prosegue Biserni - se da un lato i cugini transalpini possono dirsi soddisfatti, per quel che riguarda la sicurezza stradale, dei risultati ottenuti nel periodo 2001/2006 ( meno 42% della mortalità), dall’altro ci sono voluti i primi 7 mesi del 2007 per rintuzzare l’attacco di un’inaspettata recrudescenza della violenza sulle strade, che aveva visto il barometro della letalità tornare ad indicare la tempesta. Agosto e settembre hanno rimesso le cose a posto, ma è fin troppo chiaro che su questo fronte non può esserci tregua: i nemici pubblici numero uno sono, tra le cause, velocità e stato di ebbrezza, sia da alcolici che da sostanze stupefacenti».


VELOCITA' - Per quanto riguarda la velocità, i vari governi francesi che si sono succeduti dal 2001 ad oggi, hanno disseminato strade ed autostrade di migliaia di postazioni radar fisse, costringendo i conducenti, con pesantissime sanzioni penali, pecuniarie ed accessorie, ad alzare il piede dall'acceleratore. Sul fronte dell’alcol, invece, il dipartimento interministeriale della Sécurité Routière punta a raggiungere quota 10 milioni di controlli alcolemici all’anno, ma è opinione condivisa che su questo terreno le operazioni debbano essere diversificate: prevenzione e repressione, certezza della pena e condivisione della norma attraverso le campagne di sensibilizzazione.


AUTOTUTELA - Una terna di azioni già in atto, alle quali – sembra – sta per aggiungersene una quarta: l’autotutela. In effetti, per sapere se un conducente è idoneo psico-fisicamente alla guida quale miglior risposta di un test obbligatorio prima di accendere il motore e partire? La Prévention Routière, associazione francese che da molti anni realizza un quantitativo impressionante di materiale scientifico e proposte legislative, sostiene l’idea di dotare obbligatoriamente tutti bus ed autocarri di un dispositivo che impedisca di accendere il motore in caso di alito alcolico. Il segretario di stato ai Trasporti, Dominique Bussereau, avrebbe esternato la propria approvazione al progetto . Ma senza che se ne preveda un’estensione anche ai veicoli privati. «Non possiamo più attendere -, è l'opinione di uno dei principali ispiratori della proposta, il dottor Charles Mercier-Guyon, referente dell’associazione Prevenzione Stradale in Alta Savoia e primo sperimentatore del dispositivo -. È importante che si cominci proprio dotando i mezzi pubblici di questo sistema, a partire dagli scuolabus». I promotori dell’iniziativa citano fonti scientifiche e spiegano che con livelli alcolemici compresi tra 0,5 e 0,8 g/l, un conducente potrebbe non presentare i sintomi classici dell’ebbrezza, ma il rischio d’incidente al quale espone se stesso e gli altri è già elevatissimo: ipotizzando una persona di media corporatura, in buone condizioni di salute e di sesso maschile, il rischio è 5 volte più alto. La proposta, che ha incassato anche il parere favorevole della Federazione nazionale dei trasporti e dei viaggiatori, sarà discussa a novembre in occasione della prossima seduta del CISR, il Comitato interministeriale della Sicurezza Stradale. «In alcuni Stati – cobnclude Giordano Biserni - , il progetto è già in fase di realizzazione.


OLTREOCEANO - Negli Stati Uniti e in Canada, ad esempio, i governi federali sono da tempo in trattativa con le case automobilistiche per concordare tempi e modalità delle future dotazioni, mentre nello Stato australiano del Victoria i giudici obbligano i conducenti recidivi alla guida in stato di ebbrezza, o di superamento della soglia di 1,5 g/l rispetto al minimo che è di 0,8, a montare sui veicoli condotti un etilometro in grado di inibire l’accensione del propulsore in caso di assunzione di sostanze: la pena per chi non ottempera è la revoca definitiva della patente di guida.


Nestore Morosini - 25/10/07 - corriere.it

Alcolismo e altre dipendenze

Alcolismo e altre dipendenze, "Il Faggio" e l’Asl fanno il punto della situazione


Pornassio - Seconda giornata di "Corso per coordinatori e aspiranti coordinatori" organizzata da Il Faggio grazie all’intervento dell’ASL1 Imperiese e dell’ASL2 Savonese


Domani, venerdì 26 ottobre, gli operatori della Cooperativa Il Faggio si riuniscono per la IIa giornata del Corso Coordinatori e aspiranti coordinatori presso la struttura Il Faggio Col di Nava di Pornassio. Dopo la giornata dedicata alla “Normativa Socio – Sanitaria, sue caratteristiche e variazioni” e svoltasi lo scorso 22 settembre nella cornice del Laboratorio di Santuario a Savona, il corso, riservato ai soli operatori della Cooperativa, avrà come tema “Inquadramento e trattamento dell’alcolismo e di altre dipendenze”.
L’appuntamento, fissato per le ore 8.30, vedrà impegnati gli operatori de Il Faggio che coordinano le attività delle strutture presenti sul territorio delle province di Savona e Imperia, i responsabili dei Dipartimenti dell’ASL1 di Salute Mentale e Dipendenze, della Struttura Semplice di Alcologia e del Dipartimento Materno Infantile – Area Amministrativa dell’ASL2 Savonese, di una psicologa del Gruppo Alcologia della stessa ASL, un coordinatore del SERT dell’ASL1, il Presidente Nazionale dei Club degli Alcolisti in trattamento e la Direttrice Generale dell’ASL1 Imperiese.
Medici e responsabili dei dipartimenti che hanno in cura alcolisti, soggetti colpiti da patologie e problemi alcolcorrelati, o da comportamenti e stili di vita dipendenti forniranno ai coordinatori de Il Faggio un inquadramento e il relativo trattamento dei problemi derivanti da alcolismo e da altre dipendenze, quali sesso, gioco, droga.

Relatori della IIa giornata del Corso Coordinatori e aspiranti Coordinatori saranno: Renata Canini (Direttore Generale ASL1 Imperiese), Marcella Maccagno (Resp. U.O. Dipartimento di Salute Mentale ASL1 Imperiese), Giancarlo Ardissone (Resp. U.O. Dipartimento per le Dipendenze ASL1 Imperiese), Anna Macciò (Resp. Struttura Semplice di Alcologia ASL2 Savonese), Patrizia Turchi (Psicologa Gruppo Alcologia ASL2 Savonese), Pietro Licalzi (Direttore Dipartimento Materno Infantile area amministrativa ASL 2 ligure), Ina Hinnenthal, (Coordinatore alcologia U.O. SERT ASL1 Imperiese) e Ennio Palmesino (Presidente Nazionale dei Club degli Alcolisti in trattamento).
La struttura Il Faggio Colle di Nava ospiterà per l’intera giornata anche alcune scuole della Provincia di Imperia, invitate a visitare la struttura turistico ricettiva che si fregia della certificazione di qualità per il turismo sociale.


di Ma. Gu. - 25/10/07 - riviera24.it

Relazione del Ministero della Salute 2007

Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge quadro n.125/2001 in materia di alcol e problemi alcolcorrelati: anni 2005-2006

Anno di pubblicazione: 2007


PRESENTAZIONE

Con la presente Relazione vengono illustrati al Parlamento, come previsto dall’art.8 della legge 30.3. 2001 n.125 “Legge quadro in materia di alcol e di problemialcolcorrelati”, gli interventi realizzati per l’attuazione della legge medesimanell’anno 2005, con aggiornamenti al 2006.
La legge 125/2001 continua ad essere importante strumento di rafforzamentodelle politiche alcologiche del nostro Paese e la sua attuazione ha consentito negliultimi anni di mettere a punto interventi e strumenti sia in ambiti di competenzaspecifica del Ministero della Salute e delle Regioni, sia in ambiti di competenza dialtre amministrazioni centrali che possono svolgere un ruolo importante ai finidel contenimento dei danni alcolcorrelati. A tale proposito si citano in particolareil recente decreto interministeriale, emanato dal Ministro del Lavoro di concertocon il Ministro della Salute, per l’individuazione dei luoghi di lavoro ove apporreil divieto totale di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche, inattuazione dell’art. 15 della legge; nonché l’insediamento, presso il Ministerodella Solidarietà Sociale, della Consulta Nazionale sull’alcol prevista dall’art. 4della legge medesima, divenuta operativa a tutti gli effetti.
L’alcol è da tempo considerato il terzo più importante fattore di rischio per lasalute, dopo il tabacco e l’ipertensione; oltre ad essere una sostanza psicotropa chepuò dare dipendenza, esso è causa di molte patologie di varia natura, nonché dieventi patologici e traumatici gravi, incidenti, disordini mentali ecomportamentali.
Nel nostro Paese stanno assumendo un andamento preoccupante in questi annialcuni fenomeni di consumo alcolico a rischio, quali i consumi fuori pasto, iconsumi eccessivi e l’ubriachezza, con particolare riferimento alla popolazionegiovanile, ma anche alle donne e alla popolazione anziana. Le conseguenze di talifenomeni interessano non solo il mondo sanitario, ma anche quello sociale edeconomico, con perdita di anni di vita e di lavoro, sofferenza delle famiglie e degliindividui, violenza, disadattamento sociale.
Il Ministero della Salute ha recentemente espresso un grande impegno strategiconel campo delle problematiche alcolcorrelate, con l’avvio di due importanti pianidi azione, il Piano nazionale Alcol e Salute e il programma alcologico delProgramma governativo nazionale “Guadagnare Salute”, entrambi perfettamenteinseriti nel quadro degli orientamenti e delle politiche auspicate per gli Statieuropei sia dall’Unione Europea che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.Se il PNAS rappresenta uno strumento di promozione delle politiche rivolto piùspecificamente alle istituzioni sanitarie, con il programma alcologico delProgramma governativo “Guadagnare Salute” il Ministero ha inteso sensibilizzaree coinvolgere altre amministrazioni che, pur al di fuori del settore sanitario,rivestono un ruolo importante per il contenimento del danno alcolcorrelato,nonché altri soggetti, enti e istituzioni con analoghe responsabilità, ivi compresi ilmondo della produzione e della distribuzione.
Le Regioni hanno saputo corrispondere alle rinnovate esigenze del potenziamentodelle politiche alcologiche, costituendo, tra l’altro, un Sottogruppo tecnico dicoordinamento per l’alcologia nell’ambito della Commissione Salute dellaConferenza Stato-Regioni.
Le Regioni hanno inoltre proseguito il loro impegno, pur con le inevitabilidisomogeneità dovute ai diversi contesti sociali e culturali, per il consolidamentoistituzionale degli interventi nell’ambito dei servizi socio-sanitari, e in particolaredi quelli territoriali, non solo per assicurare trattamento e riabilitazione aun’utenza di alcoldipendenti in costante crescita, ma anche per potenziare laprevenzione dei danni alcolcorrelati nella popolazione generale e nei gruppi più arischio. E’ importante a tale proposito citare la crescente partecipazione delleRegioni, anche con proprie autonome iniziative, alla celebrazione della giornatanazionale dedicata alla prevenzione alcologica (“Alcohol Prevention Day”), chel’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute annualmente promuovonoin collaborazione, quale strumento raccomandato dall’O.M.S. per sensibilizzare lapopolazione e accrescere il sostegno della società alla adozione di efficacipolitiche sull’alcol.
Sebbene le sfide che siamo chiamati ad affrontare siano di notevole portata, anchea causa dei problemi creati dalle nuove abitudini di consumo mutuate da altriPaesi europei, le istituzioni e gli altri soggetti coinvolti si stanno impegnando permettere a punto, anche con il supporto delle politiche elaborate nelle sediistituzionali dell’Europa e dell’O.M.S., strumenti adeguati a sostenere un buonlivello di protezione della popolazione dai danni e dai problemi alcolcorrelati.

Livia Turco

Tutta la relaxione: Relazione al Parlamento Alcol 2007 (pdf, 2Mb)


2007 - ministerosalute.it

Alcol e lavoro. Un rischio (finora) ingestibile

Un rischio lavorativo di imbarazzante valutazione.

Un problema sociale di difficile trattamento.

La pubblicazione del Provvedimento di individuazione delle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi ai fini del divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche, ai sensi dell'articolo 15 della legge 30 marzo 2001, n. 125 è solo un piccolo, timido passo per l’attuazione di una normativa rimasta, in buona parte -almeno per quanto concerne l’attuazione dell’art.15-, sulla carta.

Ci sembra utile approfittare dell’occasione per segnalare, da supereva.com, l’articolo “Etilismo e igiene del lavoro” e, da ilo.org., “Workplace drug and alcohol abuse prevention programmes”, contenente links con interessanti articoli sull’argomento a cura dell’ I.L.O.

Anche gli abstracts degli atti del congresso nazionale ANMELP 2002 “Le idoneità difficili” contengono alcuni pregevoli interventi relativi alle problematiche lavorative alcool correlate e ad esperienze sul campo.

De rigueur la citazione degli atti del Convegno nazionale
“Alcol e lavoro: aspetti legislativi, strategie di prevenzione e modelli di intervento” - Maranello 2004.

Inutile ricordare l’enorme portata del problema (che è anche, e principalmente, un sordo “buco nero” nella percezione del rischio) e la estrema delicatezza (tra privacy e tutele e interessi tra loro contrastanti) di alcuni suoi aspetti. Una sfida che coinvolge la sensibilità sociale della società civile, i diritti e le debolezze dell’individuo e la cultura del diritto in senso lato.

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da aesinet:

Gazzetta Ufficiale N. 75 del 30 Marzo 2006

CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO PROVVEDIMENTO 16 marzo 2006

Intesa in materia di individuazione delle attivita' lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l'incolumita' o la salute dei terzi, ai fini del divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche, ai sensi dell'articolo 15 della legge 30 marzo 2001, n. 125. Intesa ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131.

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da ministerosalute.it: Ministero della Salute - alcol - leggi e documenti

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da med.unibs, segnaliamo (anche per gli aspetti clinico-tossicologici) la relazione della d.ssa Antje Mangili “Alcol e lavoro”


2007 - diario-prevenzione.net

La prima città che cancella l’alcol

Vicenza, stop del sindaco: vietato bere per strada


ANNA SANDRI

Entrano al supermercato, comprano solo alcolici, pagano con gli spiccioli e per consumare non fanno mai troppa strada: il parcheggio davanti al market, il giardino pubblico più vicino. Il resto viene di conseguenza: la pipì nascosti a malapena da una colonna, la molestia ai passanti quando l'alcol ha tolto lucidità. Succede nel centro di tante città italiane, a tutte le ore del giorno, ma a dire basta - con la firma del sindaco su un'ordinanza e con la collaborazione di tutte le forze di polizia per farla rispettare - è stata Vicenza. Basta ai bivacchi di via Roma, la vera porta del salotto buono della città, di via Bedeschi, di Campo di Nane; basta a un centro storico in ostaggio del tetrapak: per chi si ostina, è pronta a scattare la multa da 25 a 500 euro.

La firma sull'ordinanza è quella del sindaco Enrico Hullweck, i termini sono chiari: nell'intero territorio comunale è vietato detenere e consumare alcolici. Uniche eccezioni, i plateatici e gli spazi davanti ai bar: ma dovranno essere i gestori a controllare che quel che si beve lì sia quello che loro stessi hanno venduto. Anche i responsabili dei supermercati dovranno cercare, per quanto possibile, di collaborare. «In città - premette l'ordinanza - appare sempre più evidente il fenomeno di persone, spesso senza fissa dimora, dedite all'assunzione di bevande alcoliche in luoghi pubblici come parchi, aree verdi e parcheggi». A «tutela e salvaguardia» del decoro della città, e anche in considerazione delle «numerosissime lagnanze» che parlano di «degrado, sporcizia, disturbo e molestia» (ma anche di «minacce e violenze»), Hullweck ha firmato.

All’ufficio del sindaco, di Forza Italia, ma anche al comando della Polizia Municipale di Vicenza erano arrivate, nel corso dell’ultimo anno, centinaia di segnalazioni, telefonate, di cittadini infastiditi dai bivacchi a base di vino che si consumavano sotto i loro occhi dalle prime ora del mattino fino a sera inoltrata, rendendo di fatto impraticabili intere zone del centro. Adesso l’ordinanza fa scuola. Già interessa a Cittadella, in provincia di Padova, che intende adottarla in tempi stretti senza porsi il problema per la sagra più importante dell'anno, che è ormai alle porte e che necessariamente vedrà girare più di qualcuno, non solo i «senza fissa dimora», con una scorta alcolica a portata di mano.

E in generale, non si può dire che le città più vicine siano immuni dal fenomeno, a cominciare da Padova che sul consumo di alcol negli spazi pubblici ha in corso un braccio di ferro, tra amministrazione comunale e residenti da una parte, gestori di locali e clienti dall'altra, che dura da tre anni.


Sicurezza stradale

Il problema affrontato dal sindaco vicentino riguarda, è vero, soprattutto persone ai margini ma ormai ha contagiato anche tanti giovani: l'aperitivo più gettonato della regione, lo spritz, non costa mai meno di 2 euro e 50, e sono sempre più numerosi i ragazzi che all'appuntamento con gli amici si presentano con la bottiglia a buon prezzo comprata al supermercato. Un fenomeno difficilmente controllabile, che intacca non solo il decoro ma anche l'ordine pubblico, la sicurezza stradale, la salute stessa di chi abusa dell'alcol.

L'ordinanza del sindaco di Vicenza è estesa all'intero territorio comunale: e, assicura Valerio Sorrentino vicesindaco e assessore alla Polizia Municipale, sarà fatta rispettare in ogni strada e in ogni vicolo. «Per evitare - dice - che il problema venga semplicemente spostato anziché essere radicalmente risolto». E' una questione, dice Sorrentino, di fruizione degli spazi: è evidente che fino a quando nei parchi ci saranno soltanto ubriachi, difficilmente ci si potranno vedere anziani che leggono tranquillamente un giornale o mamme che portano a giocare i bambini. Gli spettacoli immediatamente successivi alle bevute non sono mai gradevoli. L'ordinanza è da subito efficace, il comandante della Polizia municipale Cristiano Rosini afferma che sarà cura dei suoi uomini farla rispettare nei termini più severi; anche le altre forze di polizia, aggiunge Sorrentino, hanno dato piena collaborazione al progetto.


La bottiglia vietata

Quanto al confine della detenzione, che è forse più delicato, appare abbastanza chiaro: chi fa la spesa potrà tranquillamente portarsi a casa la bottiglia di vino, ma aggirarsi in un parco in un'area verde o sostare su una qualsiasi panchina con la bottiglia in mano sarà segno inconfondibile di un atteggiamento di tutt'altro tenore. Non è questa la prima ordinanza del sindaco Hullweck in difesa del decoro della città: tra le più recenti, si ricordano quella antibivacco e quella contro l'accattonaggio. Tutte firmate con poco clamore, tutte approvate - con altrettanta discrezione - dai cittadini.


25/10/07 - lastampa.it

S'impicca a undici anni: "Lo prendevano in giro"

di FILIPPO TOSATTO


VICENZA - Aveva undici anni e un carattere estroverso, gli piaceva giocare all'aria aperta. Ieri pomeriggio, il fratello minore, sorpreso dalla sua prolungata assenza da casa, è andato a cercarlo e infine l'ha trovato morto in cantina: il ragazzino penzolava da una fune, impiccato a una trave, il collo avvolto dal cappio ricavato da una corda da palestra.

Una scena agghiacciante: quando un'ambulanza del Suem è arrivata a tutta velocità nella villetta, a Campiglia dei Berici, un piccolo centro collinare del Vicentino al confine con la provincia di Padova, per il bambino non c'era più nulla da fare. Una vicenda dai contorni ancora misteriosi anche se una spiegazione sembra prendere corpo tra gli investigatori che, dopo il sopralluogo, stanno vagliando diverse ipotesi: sembra che il piccolo fosse da qualche tempo ossessionato dalle parole di alcuni amichetti, che lo prendevano in giro per le sue orecchie a sventola. Scherzi da ragazzini che per la vittima sarebbero diventate dapprima motivo di imbarazzo, poi fonte di vergogna e infine un'autentica ossessione. Questa la pista prevalente tra i carabinieri, anche stando alle prime notizie raccolte tra gli amichetti, ma nessun biglietto sarebbe stato ritrovato a spiegare le ragioni del terribile gesto.

I primi rilievi sembrano confermare il suicidio anche se fonti investigative non escludono al momento un'altra eventualità drammatica, quella del gioco con altri ragazzini.

Per cercare di delineare almeno i contorni frammentari della vicenda gli investigatori hanno già sentito nel pomeriggio una delle insegnanti della scuola frequentata dal ragazzino, allo scopo di capire se vi fossero davvero nella giovanissima vittima segnali di forte disagio. Appresa la notizia, Gastone Zen, il sindaco di Campiglia dei Berici, si è recato immediatamente nella sede del Comune, per poter seguire più da vicino la vicenda.


25/10/07 - repubblica.it

Domenica 28, è la giornata della Psoriasi

Domenica 28 ottobre nelle piazze italiane si celebra la quarta "Giornata Mondiale della Psoriasi", con un giorno di anticipo rispetto agli altri paesi (dove è fissata per il 29 ottobre): una campagna informativa per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa patologia della pelle che nel mondo riguarda 130 milioni di persone.
In Italia, l'ADIPSO (Associazione per la difesa degli psoriasici) ha organizzato una capillare attività sul territorio con gazebo informativi in oltre 30 città. Dermatologi e volontari dell'associazione saranno a disposizione per fornire informazioni e materiale divulgativo sulla psoriasi e artrite psoriasica. "Nel nostro Paese sono oltre 2,5 milioni le persone colpite da psoriasi ma, ad oggi, le Regioni ancora non garantiscono un accesso uniforme e continuità alle terapie", afferma Mara Maccarone, presidente ADIPSO. La Psoriasi è una malattia della pelle cronica e invalidante che si manifesta attraverso la comparsa di chiazze rossastre delimitate ai bordi e ricoperte da squame che possono persistere a lungo: si sviluppa a causa di una disfunzione del sistema immunitario che provoca una crescita troppo rapida delle cellule dell'epidermide, le quali si accumulano in superficie provocando la desquamazione della pelle.

Per migliorare l'assistenza alle persone che soffrono della malattia, nel 2005 nel nostro Paese è stato avviato il progetto PSOCARE, un programma di ricerca per valutare i risultati di lungo periodo delle cure disponibili oggi in Italia con una rete di 146 centri dermatologici universitari e ospedalieri specializzati nella cura. Qui vengono anche censite le attività assistenziali e effettuata una sorveglianza epidemiologica dei trattamenti sistemici, ossia di tutti i trattamenti non topici. L'elenco dei suddetti centri è disponibile su www.psocare.it. Per conoscere le piazze della Giornata Mondiale e maggiori informazioni: www.adipso.org o chiamare il numero verde 800031566.


25/10/07 - repubblica.it

La buona novella

Enzo Rossi ha passato un mese come i suoi dipendenti e dopo quest'esperienza ha deciso di dare aumenti a tutti

"L'ho fatto anche per le mie figlie, che non hanno mai provato privazioni"

dal nostro inviato JENNER MELETTI


CAMPOFILONE (Ascoli Piceno) - Per un mese ha provato a vivere con lo stipendio di un operaio. Dopo 20 giorni ha finito i soldi. Enzo Rossi, 42 anni, produttore della pasta all'uovo Campofilone, ha deciso allora di aumentare di 200 euro al mese, netti, gli stipendi dei suoi dipendenti, che sono in gran parte donne. Ha dichiarato di essersi vergognato, perché non è riuscito a fare nemmeno per un mese intero la vita che le sue operaie sono costrette a fare da sempre. Ha detto che "è giusto togliere ai ricchi per dare ai poveri".

Signor Rossi, per caso non sarà comunista?
"No. Non sono marxista. Sono un ex di destra. Ex perché quelli che votavo non sanno fare nemmeno l'opposizione".

Perché allora questo mese da "povero" e soprattutto la decisione di aumentare i salari a chi lavora per lei?
"Perché stiamo tornando all'800, quando nella mia terra c'erano i conti e i baroni da una parte ed i mezzadri dall'altra, e si diceva che i maiali nascevano senza coscia perché i prosciutti dovevano essere portati ai padroni. Negli ultimi decenni il livello di vita dei lavoratori era cresciuto e la differenza con gli altri ceti era diminuita. Adesso si sta tornando indietro, e allora bisogna rimediare".

Aveva bisogno davvero di provare a vivere con pochi soldi? Non poteva chiedere a chi è costretto a farlo, senza scelta?
"Certo, sapevo come vivono le donne che lavorano per me. Ma ho fatto questa esperienza soprattutto per le mie figlie, che non hanno mai provato le privazioni. Ho voluto fare toccare loro con mano come vivono la grandissima parte delle loro amiche".


Come si è svolto l'esperimento?
"E' stato semplice. Io mi sono assegnato 1.000 euro, e altri 1.000 sono arrivati da mia moglie, che lavora in azienda con me. Duemila euro per un mese, tante famiglie vivono con molto meno. Abbiamo fatto i conti di quanto doveva essere messo da parte per la rata del mutuo, l'assicurazione auto, le bollette... Con il resto, abbiamo affrontato le spese quotidiane. Il risultato è ormai noto: dopo 20 giorni non avevamo un soldo. Mi sono vergognato, anche se ero stato attento a ogni spesa. Sa cosa vuol dire questo? Che in un anno intero io sarei rimasto senza soldi per 120 giorni, e questa non è solo povertà, è disperazione".

Signor Rossi, lei è mai stato povero?
"Sì, anche se ero già un piccolo imprenditore. Nel 1993 - erano già nate le mie figlie - ho dovuto chiedere soldi in prestito agli amici per mantenere la famiglia. Non mi vergogno a dirlo, tanto quei soldi li ho restituiti. E' anche per questo che nell'esperimento ho coinvolto la famiglia. Volevo che le mie figlie vivessero in una famiglia con pochi mezzi, per trovare difficoltà e provare a superarle".

Il momento peggiore?
"L'ultimo giorno, quando ho deciso di arrendermi. Entro nel bar con 20 euro in tasca, gli ultimi. Sono conosciuto in paese, siamo 1.700 abitanti in tutto e gli imprenditori non sono tanti. Mentre entro un pensiero mi fulmina: e se trovo sei o sette amici cui offrire l'aperitivo? Non ho abbastanza soldi. Ecco, ci sono tanti operai che, quando tocca il loro turno, debbono pagare da bere agli altri, perché non è bello fare sapere a tutti che si è poveri. Sono in bolletta e non lo dicono a nessuno. In quel momento ho pensato: tanti di quelli che sono qui sono poveri davvero e non per un mese. Mi sono sentito come quando sei immerso in mare a 20 metri di profondità e scopri che la bombola è finita".


E allora ha deciso di aumentare i salari.
"E' il minimo che potevo fare. Secondo l'Istat, il costo della vita è aumentato di 150 euro al mese. Per quelli come me non sono nulla. Per gli operai 150 euro al mese in meno sono quasi 2.000 all'anno, e questo vuol dire non pagare le rate della macchina o non comprare il computer al figlio. E poi, lo confesso, io ho aumentato i salari anche perché sono un egoista. Secondo lei, come lavora una madre di famiglia che sa di non poter arrivare a fine mese? Se è in paranoia, dove terrà la testa, durante il lavoro? Le mani calde delle mie donne che preparano la pasta sono la fortuna della mia azienda. E' giusto che siano ricompensate".

Se aumenta gli stipendi, vuol dire che l'azienda rende bene.
"Nel 1997, quando ho preso il pastificio Campofilone, il fatturato era di 90 milioni di lire. Quest'anno arriveremo a 1,6 milioni di euro. Da due anni le cose vanno davvero bene, e mi posso definire benestante. Non è giusto che sia solo io a goderne. Il valore aggiunto derivato dalla trasformazione della farina e delle uova deve portare benefici sia ai contadini che mi danno la materia prima che ai lavoratori della fabbrica".

Come l'hanno presa, i suoi colleghi industriali?
"Mi sembra bene. Alcuni mi hanno telefonato per sapere se l'aumento di 200 euro è uguale per tutti e altre cose tecniche. Forse vogliono imitarmi e questa è una cosa buona. Io ho spiegato che sarebbe giusto non fare pagare alle aziende i contributi relativi a questo aumento. Se il governo capisce (mi ha telefonato anche Daniele Capezzone, della commissione imprese) l'idea di prendere ai ricchi per dare ai poveri non resterà soltanto un manifesto".


21 ottobre 2007 - neapoliscallsnapoli.ilcannocchiale.it

Basta guerre nel mondo!