Alcol e droga gia' dai 10 anni

Alcol e droga gia' dai 10 anni, indagine in 272 classi


(ANSA) - ROMA, 31 LUG - Il consumo di alcol e droghe comincia gia' a 10-11 anni e in tutt'Italia c'e' una gigantesca ignoranza sui danni arrecati da queste sostanze. Emerge dall'indagine del Movimento delle associazioni di volontariato su 272 classi,quasi tutte superiori, sparse nel Paese. Il 32% dei ragazzi ha detto di assumere alcol a partire dai 10 anni e il 32% ha fumato hashish almeno una volta dagli 11, ma il 61% non ne conosce le conseguenze dannose.Chi ha genitori autoritari ha meno familiarita' con le droghe.


31/07/07 - intoscana.it

E’ in arrivo l’etilometro precursore

Questione di giorni e lo vedremo all’opera sulle strade. Meno invasivo del tradizionale etilometro, meno costoso e più rapido nella rilevazione, efficace nell’effettuare uno screenign sui grossi numeri. Lo chiamano precursore: basta un soffio, per avere in pochi secondi una risposta sulla presenza di alcool. Nessun boccaglio, addirittura previsto un uso passivo, aspirando un campione d’aria, mentre il soggetto parla o respira. Solo se l’alcolimetro dovesse rilevare livelli superiori al limite dello 0,5 g/l si procederà al vero e proprio test con etilometro. Lo strumento è stato donato oggi dal presidente del Nucleo Protezione Civile dei Carabinieri, Mauro Righetti, al Comandante della Polizia Municipale, Vasco Talenti.
Dal vice procuratore onorario di Rimini, Leonardo Berardi arrivano i dati, allarmanti, che segnano un aumento delle infrazioni all’articolo 186 del codice della strada. Nel 2007 già 1564 casi di guida in stato d’ebbrezza. Erano 1564 in tutto il 2006 e 1528 nel 2005. Si guarda alla normativa, analizzando il disegno di legge presentato dal ministero dei trasporti. Previsti inasprimenti sia delle sanzioni amministrative accessorie – ritiro della patente fino a anno, revoca per più violazioni nell’arco di due anni, fermo del veicolo – sia delle sanzioni penali –ammende fino a 2000 euro e a 4000 se coinvolti in un incidente stradale.
Più controlli sulle strade nelle ore notturne, ma anche un aumento dei comportamenti a rischio per chi è alla guida: chi assume alcol, assume anche droghe e viaggia ad alta velocità. Sale anche il numero di incidenti stradali nei quali siano coinvolte persone ebbre.
Necessaria, allora, anche prevenzione e campagne di sensibilizzazione.


31/07/07 - sanmarinortv.sm

La polizia lo sorprende con tre etti di eroina

Bologna: la polizia lo sorprende con tre etti di eroina


Bologna - Era su di uno scooter in via San Donato quando, alla vista della Polizia, ha accelerato tentando la fuga. Bloccato in via Pirandello, agli agenti è parso molto nervoso destando così dei sospetti. Nel vano sotto il sellone aveva mezzo grammo di eroina.


In casa invece ne aveva 3 etti, 2 bilancini di precisione e 570 euro ritenuti provento dell'attività di spaccio. Addosso aveva anche 3 cellulari che squillavano in continuazione.
Manette ai polsi per uno spacciatore senese di 27 anni, arrestato ieri dalla polizia di Bologna durante un normale controllo stradale. Già noto per reati di droga e armi, l'uomo è alla Dozza a disposizione del pm Enrico Cieri.


31/07/07 - bologna2000.com

Record di bambini a Rebibbia femminile

Detenuti. Record di bambini a Rebibbia femminile



(DIRE) Roma, 31 lug. - L'ultima settimana di luglio ha fatto registrare una presenza record di bambini nel nido del carcere di Rebibbia femminile. Ad oggi, infatti, sono 19 i bambini e le bambine che vivono con le mamme detenute nel carcere romano. L'allarme arriva dal Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni: il più piccolo dei bambini di Rebibbia ha meno di un mese, il più grande 2 anni e mezzo. La legge - spiegano dall'Ufficio del Garante - prevede che i bambini da 0 a 3 anni possano stare in carcere con le mamme detenute. Al compimento del terzo anno di età è automatica ed obbligatoria la scarcerazione dei minori, indipendentemente dalla pena che sta scontando la madre, con l'affidamento del piccolo o ai parenti (se ci sono) o alle case famiglia, "determinando spesso gravi traumi alle mamme e ai bambini".

Attualmente a Rebibbia femminile sono rinchiuse 18 detenute madri con i figli. Le donne sono tutte straniere: 2 africane, 16 sono romene. Una delle donne in cella, un'africana, ha due figli. A queste si devono aggiungere anche una donna romena prossima alla maternità. Il sovraffollamento di bambini comporta dei problemi: la capienza della sezione riservata alle mamme con bambini è, infatti, di 14 letti e a causa del sovraffollamento alcune detenute con i figli sono state collocate nelle sezioni comuni.Il problema principale - prosegue la nota del Garante - è come intrattenere i piccoli durante il giorno, evitando che su di loro pesi eccessivamente il carcere. I piccoli trascorrono il tempo nella stanza dei giochi o nella zona verde da poco attrezzata. Alcuni di loro - fra mille difficoltà legate alle diffidenze delle mamme straniere - ora frequentano un nido esterno. "E' evidente che, nonostante l'impegno di operatori e volontari, i bambini vivono una situazione difficile - ha detto il Garante dei detenuti, Angiolo Marroni - Quella fra 0 e 3 anni è l'età del primo apprendimento ed è davvero difficile pensare che un bambino possa crescere in cella e con limiti di spazio intorno.

La verità è che i piccoli stanno perdendo una parte importante della vita per colpe che, evidentemente, non sono le loro". "Credo che questa emergenza dimostri l'urgenza di prevedere, per le madri detenute, misure alternative alla detenzione, e l'uso della carcerazione solo per reati gravi. Inoltre, visto che le detenute madri sono straniere, e in particolare romene - ha concluso Marroni - sarebbe auspicabile un coinvolgimento della rappresentanza diplomatica di Bucarest in Italia per affrontare una situazione che appare incancrenita".

(Com/Rel/Dire) - 31/07/07 - diregiovani.it

Violenza sessuale su una giovane rom

Taranto Non ha detto una parola Sara (nome di fantasia, ndr), la rom trovata al rione Tamburi mentre vagava nuda dopo essere stata violentata. È ancora sotto choc e non riesce a parlare con i carabinieri che si occupano delle indagini. Nessuna descrizione dell’aggressore, né un cenno su come sia finita senza vestiti in mezzo alla strada. Si è chiusa in sè stessa e nel suo mondo che, d’ora in poi, sarà abitato da fantasmi. Nessun elemento, quindi, che metta gli inquirenti sulle tracce dello stupratore: di qui la decisione di far intervenire i Ris di Roma. Saranno loro ad effettuare un test del Dna sui campioni di liquido seminale trovato addosso alla ragazza, sperando che l’aggressore sia inserito nello schedario telematico e la comparazione dia gli esiti sperati. Quando i militari l’hanno soccorsa vagava senza meta. Lo sguardo perso nel vuoto. Sono stati alcuni automobilisti a dare l’allarme. Hanno tentato di avvicinarla, ma lei cominciava ad urlare, correva, incurante delle ferite sotto i piedi. Quando gli uomini dell’Arma sono arrivati nei pressi della statale Taranto Grottaglie, hanno dovuto convincerla per farla entrare in auto. Sara non si fidava più di nessuno, specie degli uomini. Accompagnata in ospedale, è stata medicata: oltre alla violenza presentava diverse escoriazioni su varie parti del corpo. Segni di lotta. Probabilmente ha cercato di fuggire e lo stupratore deve averla picchiata. I medici le hanno dato 15 giorni di prognosi, sebbene le ferite vere, quelle dell’anima, non guariranno così facilmente. Per scoprire il suo nome i carabinieri hanno dovuto chiamare un interprete, segno che la malcapitata è arrivata in Italia da poco. Sembra alloggiasse in una cittadina della provincia. Molte le ipotesi formulate dagli inquirenti: tratta delle bianche con una ragazza dell’est costretta a prostituirsi e sfuggita ai suoi carnefici, o una vittima del branco che dopo averla drogata e violentata l’ha scaricata in una zona periferica della città. Non sarebbe la prima volta. L’ondata migratoria dall’Est Europa non è un fatto nuovo.
Con l’apertura delle frontiere, poi, l’arrivo di ragazze romene è triplicato. Vengono in Italia con sogni di gloria, sperando di trovare un lavoro onesto o sfondare nel mondo della tv, ma finiscono quasi sempre col fare le braccianti in Capitanata, quando va bene, o a prostituirsi se entrano nel giro sbagliato. Donne costrette, sotto minaccia, a fare di tutto. Ridotte in schiavitù e fatte precipitare in fondo all’inferno. E’ un fenomeno davvero triste, sempre più presente con vittime invisibili, ragazze provenienti da, Romania, Ucraina, Moldavia, Albania Bulgaria, Polonia. Qualche volta qualcuna scappa nel tentativo di uscire da quel giro e può capitare che si ritrovi a vagare nuda e violentata per strada, come è accaduto a Sara.

Stefania Menditto - 31/07/07 - ilmeridiano.info

Violenza sessuale, arrestato pensionato

San Ferdinando di Puglia Un pensionato del posto è stato arrestato dai carabinieri per violenza sessuale su minori. L’uomo, R.M. 59 anni, avrebbe abusato sessualmente di una ragazza di 13 anni affetta da un lieve ritardo mentale.

Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è stato emesso dal gip del tribunale di Foggia. Secondo gli investigatori, le violenze sarebbero avvenute nell’abitazione del pensionato circa un anno fa. Nell’agosto del 2006, avrebbe invitato la minorenne a giocare all’interno del proprio appartamento, usando violenza ed approfittando delle condizioni di inferiorità psichica della ragazza, affetta da lieve ritardo mentale, avrebbe compiuto abusi sessuali mediante baci, palpeggiamenti e sfregamenti nelle parti intime nonché simulato rapporti sessuali completi. Il provvedimento è stato emesso a conclusione delle indagini condotte dal personale della Stazione carabinieri di San Ferdinando che hanno evidenziato il pericolo di reiterazione del delitto da parte del pensionato. Inevitabile a questo punto il trasferimento nella casa circondariale di Foggia.

Nella stessa giornata, i militari della locale Stazione carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale, emessa dal gip del Tribunale di Foggia, nei confronti di S.V., 24 enne del luogo, perché responsabile di “evasione dagli arresti domiciliari, tentata estorsione e lesione personale”. Il giovane, il 21 maggio, dopo essersi allontanato ingiustificatamente dalla propria abitazione, dove si trovava agli arresti domiciliari per “maltrattamenti in famiglia”, con violenza e minaccia ha tentato di costringere L.M., 74 enne del posto, pensionato, a pagargli da bere, colpendolo con una testata al volto, cagionadogli una tumefazione al naso ed escoriazioni cutanee, con 8 giorni di prognosi. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria a conclusione delle indagini condotte dai carabinieri. Il giovane sanferdinandese è rinchiuso nel carcere del capoluogo.


31/07/07 - ilmeridiano.info

Bimba morta dopo sciroppo

Bimba morta dopo sciroppo Due medici condannati


VIBO VALENTIA - Due medici di San Calogero sono stati condannati a quattro mesi di reclusione e al pagamento dei danni morali e materiali, oltre alle spese processuali, per omicidio colposo in relazione alla morte di Benedetta Vignarolo, una bambina di 7 anni, deceduta la sera del 17 novembre 2003, dopo aver accusato uno shock anafilattico con edema della glottide in seguito all'assunzione di uno sciroppo di antibiotico a base di cefalosporina.
Lo ha reso noto Cittadinanzattiva che, tramite l'avvocato Tonino Barberio della rete Giustizia per i diritti dell'associazione, ha seguito la famiglia di Benedetta nel processo."Secondo il Tribunale di Vibo Valentia - è scritto in una nota di Cittadinanzattiva - i medici non avrebbero praticato le cure immediate e necessarie (adrenalina, idrocortisone, antistaminico ed eventualmente tracheotomia) e avrebbero omesso di accompagnare i genitori al pronto soccorso, dove la bambina è giunta cadavere". "A distanza di quattro anni - sottolinea Cittadinanzattiva - è stata confermata dalla sentenza del giudice ciò che i genitori di Benedetta, Filippo e Domenica, avevano da subito sostenuto, ossia l'inadeguatezza dell'intervento dei due medici".


31/07/07 - corriere.com

La gente e gli antibiotici

La gente e gli antibiotici: quante idee sbagliate!


pubblico? Sa poco o nulla degli antibiotici, è vittima di pregiudizi e falsi luoghi comuni e adotta di conseguenza comportamenti altamente scorretti. L’allarme arriva da un’inchiesta pubblicata dal Journal of Antimicrobial Chemotherapy.


Per investigare sugli effetti della consapevolezza sull’antibiotico-resistenza e sulle corrette prescrizioni, il Department of Health britannico ha commissionato un sondaggio per testare la conoscenza del pubblico sul tema antibiotici: per definire la vastità del problema, basti pensare che il 38 per cento delle 7120 persone interpellate ha assunto antibiotici nei mesi precedenti al sondaggio.



I risultati? Disastrosi: il 43 per cento delle persone crede che gli antibiotici funzionino contro infezioni virali come il raffreddore o l’influenza (mentre invece combattono esclusivamente le infezioni batteriche e non hanno alcuna efficacia contro le patologie suddette), e ben il 18 per cento di quanti si dicono a conoscenza del fatto che l’assunzione ripetuta e scriteriata di antibiotici ne diminuisce o annulla l’efficacia tiene da parte le confezioni di antibiotici semivuote per riutilizzarli in futuro in regime di assoluta autoprescrizione, senza alcun controllo medico.



Fonte: Journal of Antimicrobial Chemotherapy 2007; 60: i63-68.


31/07/07 - it.notizie.yahoo.com

Comprarsi la patente con 1600 euro

Secondo le accuse, l’organizzazione nella quale ciascuno aveva un ruolo determinato avrebbe chiesto somme di denaro per «facilitare» il conseguimento della patente di guida


ENNA


Sono in tutto 14 le persone arrestate intorno alle 6 di questa mattina dalla polizia di Stato e 23 quelle denunciate a piede libero nell’ambito dell’inchiesta sulle patenti facili che venivano rilasciate soprattutto a cittadini extracomunitari che pagavano fino a 1600 euro per ottenerle. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare l’ex direttore della Motorizzazione di Enna Filadelfo Magnano, 57 anni di Lentini (Siracusa) e Vinicio Crisafulli, 63 anni nato a Messina e residente a Enna, titolare di autoscuole in varie province siciliane, arrestato insieme alla figlia Sonia, 30 anni. Vinicio Crisafulli, che in passato era stato coinvolto in inchieste analoghe, è fratello del parlamentare nazionale diessino Vladimiro Crisafulli. Magnano, aveva diretto la Motorizzazione civile di Enna fino all’aprile del 2006 quando era stato trasferito con lo stesso incarico a Ragusa.

L’uomo lo scorso gennaio era stato arrestato per fatti analoghi, a seguito di indagini della polizia stradale di Ragusa. Gli altri arrestati sono i funzionari della Motorizzazione civile Ferdinando Santagati 58 anni ed Erminio Giordano, 55 anni, i titolari di autoscuole Alfio Sidoti, 59 anni, ed il fratello Domenico 55 anni di Agira (Enna), Alberto Vittorio Speciale, 65 anni di Enna residente a Calscibetta (Enna), Giuseppe Roccella, 59 anni di Regalbuto (Enna), i dipendenti o ex dipendenti di autoscuole di Crisafulli, Gaetano Giovanni D’Angelo 25 anni di Valguarnera (Enna), Vincenzo Litteri, 30 anni di Valguarnera, Antonino Lambusta, 44 anni nato ad Acireale (Catania) residente a Valguarnera, Maria Veltri, nata a Comiso (Ragusa) e residente a Ragusa, Antonino Di Marco, 74 anni, nato ad Agira residente ad Avola (Siracusa). Per sette di loro i provvedimenti sono di arresti domiciliari. Altre 23 persone tra le quali 4 funzionari della Motorizzazione civile sono state denunciate a piede libero.

Secondo le accuse, l’organizzazione nella quale ciascuno aveva un ruolo determinato avrebbe chiesto somme di denaro per «facilitare» il conseguimento della patente di guida che spesso veniva concessa grazie a fogli di esame compilati direttamente dagli esaminatori. Dalle indagini è emerso che nel 2006 sono state oltre 5 mila le persone provenienti da altre province siciliane e che hanno conseguito la patente a Enna, molti dei quali cittadini stranieri. L’organizzazione avrebbe provveduto a reperire i clienti, istruire le pratiche, sistemare quanti arrivavano da altre province presso alberghi della città, accompagnarli alla Motorizzazione civile per fare loro conseguire gli esami con i funzionari compiacenti.


31/07/07 - lastampa.it

Poveri parlamentari...

Soffrono di solitudine e spendono 1.700€ per una notte brava, quanto lo stipendio di un insegnante a fine carriera". Dopo la proposta di aumentare i guadagni dei parlamentari per favorire il ricongiugimento familiare, con una lettera aperta il Presidente MDC Longo invita l'on. Cesa a dare le dimissioni.


"Illustre onorevole,

la storia del deputato UDC coinvolto in un festino a base di coca, alcool e sesso potrebbe restare una penosa storia personale e familiare se non fossero intervenute alcune sue dichiarazioni, ancor più penose.


L'affermazione sulla "durezza" della vita dei parlamentari e addirittura la proposta di aumentare il loro stipendio per facilitare il trasferimento a Roma delle rispettive famiglie sono un pugno nell'occhio di milioni di lavoratori che tirano avanti con 1000-1200 € al mese, magari con un carico di figli e qualche anziano genitore a carico. E sono ancor più offensive nei confronti di centinaia di migliaia di operai, tecnici, impiegati che partono la domenica sera per andare in altre città diverse a quella di residenza, dove tornano il venerdì sera, senza lamentarsi di solitudine, durezza di vivere, carenza di affetto o di sesso.


E ancora, egregio onorevole, ha considerato quanto sia costata al suo pruriginoso collega la notte brava? I conti li facciamo noi. Se andiamo su internet e leggiamo la descrizione del Marriott Grand Hotel Flora, dove si è svolta la vicenda, vediamo che si tratta di un 5 stelle di lusso, "uno degli alberghi esclusivi della Capitale. Le camere sono una diversa dall'altra, sono tutte elegantemente arredate con pezzi unici di antiquariato, antichi tavoli, porcellane e bronzi , dipinti e stampe, broccati, velluti e sete di rara preziosità che creano un'atmosfera calda e avvolgente".


Proprio quello di cui aveva bisogno per vincere la sua solitudine il povero on. Mele, che quindi paga almeno 400-500€ per una stanza, anzi per una suite (e forse solo per poche ore).
Ma ci vuole compagnia e allora anche una bella ragazza, anzi due, perché la solitudine è proprio tanta e anche in due potrebbe annoiarsi o non superare il magone che lo prende pensando alla sua famiglia lasciata a Brindisi. E sono almeno altre 800-1000 € per le due amiche che lo confortano.
Ma non bastano neppure loro. La malinconia di Mele è proprio insuperabile e neppure il sesso è sufficiente e allora ci vuole qualche bottiglia di whysky con un po' di magica polverina bianca, che ormai non costa neppure tanto, facciamo in tutto (alcool e droga) 200 €.


Ecco il costo (presunto ma molto vicino al vero) della notte brava di Mele: 500+1000+200, almeno 1700 €, lo stipendio di un insegnante a fine carriera o di un capotecnico in fabbrica, molto più di quanto la maggior parte degli italiani guadagnano a fine mese.


Onorevole Cesa, oltre alle dimissioni di Mele (dall'UDC, dalla Camera non si sa; anzi, Selva insegna, scommettiamo che resta?) non sarebbe il caso che offrisse anche le sue? Sarebbe un atto dovuto al Paese, a quei milioni di italiani che non possono permettersi, per vincere la solitudine, "la terrazza all'aperto (dell'Hotel Flora) un panorama mozzafiato sul centro storico e sul verde di Villa Borghese e che, in estate, sotto le stelle e alla luce di torce e candele, diventa un luogo magico".


Antonio Longo
Presidente Movimento Difesa del Cittadino


Il Movimento Difesa del Cittadino invita, infine, tutti i cittadini a inviare email di sdegno allegando la lettera all'indirizzo parlamentare ddell'on. Cesa: cesa_l@camera.it


2007 - redattore: LS - 31/07/07 - helpconsumatori.it

Bell positivo a steroidi

Kenta Bell, atleta statunitense di salto triplo, e'stato trovato positivo a una sostanza della famiglia degli steroidi. Lo ha annunciato l'Usada (agenzia antidoping americana). Bell e' stato sospeso per 3 mesi. Il controllo e' stato effettuato a fine giugno durante i campionati Usa nei quali Bell era giunto 3° nella sua specialita'. Bell partecipera' a un programma educativo di lotta contro il doping e potra'ritornare alle competizioni ufficiali alla fine della sospensione.


31/07/07 - raisport.rai.it

Sinkewitz, no a controanalisi

Rinuncia alle controanalisi Patrik Sinkewitz,il ciclista della T-Mobile trovato positivo al testosterone in un test effettuato l'8 giugno. Lo rende noto la Federciclismo tedesca. L'annuncio della positivita' di Sinkewitz fu dato il 18 luglio, 3 giorni dopo il suo abbandono del Tour: il tedesco si scontro' con uno spettatore durante l'8ª tappa e dovette lasciare la corsa. Dopo la notizia della positivita' di Sinkewitz, i 2 canali della tv pubblica tedesca sospesero le dirette sul Tour.


31/07/07 - raisport.rai.it

Don Di Noto invita a denunciare i preti

Pedofilia: don Di Noto invita a denunciare i preti


Ecco il testo della lettera aperta pubblicata da Avvenire il 10/07/2007.


“Venite e amate i piccoli e i deboli”.


Chi scrive queste poche righe è un prete che ama la Chiesa come la sua stessa vita, parroco ad Avola (SR) nel profondo sud Italia. Che 15 anni fa con l'Associazione Meter, nata nell'ambito della comunità cristiana, ha iniziato un lungo e spesso difficile impegno dalla parte dei bambini contro la pedofilia.


Non riesco a raccontare l'immenso dolore dei bambini accolti dopo essere stati lacerati da uomini crudeli che hanno fatto scempio di loro. E che continuano a farlo. Un dramma di proporzioni inaudite, talmente vasto e inimmaginabile che a stento se ne prende consapevolezza. Un olocausto di piccoli, spesso dimenticato perché incredibilmente straziante.


Tanti adulti, uomini e donne, che non amano i bambini. Individui che appartengono a tutte le categorie sociali: dai padri alle madri, dai maestri ai bidelli, dai ricchi ai poveri. O anche preti. Questa mia lettera, rivolta ai confratelli e vescovi, è per tutti quei “preti che non avrebbero ma dovuto essere ordinati e che non dovrebbero esercitare questo ministero donato da Dio alla Chiesa”.


Chiedo un atto di giustizia, coraggio, testimonianza forte: non possiamo accettare che un prete abusante di bambini possa pensare di aver fatto cosa gradita a Dio e all'umanità. Se la colpa è accertata e ammessa non può rimanere nella Chiesa; non può sentirsi in comunione con la comunità dei credenti; non può celebrare i sacramenti; non può, nel nome di Gesù Cristo, rimanere prete. E' meglio per lui lasciare il ministero, volontariamente o con atti formali di “scomunica”, disposte e normate in maniera del tutto definitiva dalla autorità ecclesiastica.


I preti che compiono atti offensivi contro i bambini, come lo stesso Mons. Fisichella ha dichiarato insieme a me ad "Annozero", non dovevano diventare preti e non devono fare i preti. Mi appello ai vescovi e ai miei confratelli sacerdoti: la credibilità nella Chiesa è data dalla testimonianza coerente. Una testimonianza della verità che implicherà sì persecuzioni, ma anche la conquista della vera libertà in Gesù Cristo. Come anche la gioia di essere servitori nella Chiesa e nella Società di oggi, per il bene di tutti.


L'abuso sessuale nei confronti dei bambini è un peccato grave contro Dio e contro tutta la comunità cristiana. Non possiamo permettere che un bambino ci rimproveri: tu non eri dalla mia parte!


La presente lettera se condivisa può essere sottoscritta, basta inviare una email a donfortunatodinoto@associazionemeter.it; oppure un fax allo 0931 823160.


"In un passato anche recente - ha spiegato don Di Noto ad Avvenire - a volte e' successo che sacerdoti che avevano confessato e patteggiato venissero solo trasferiti e non sospesi a divinis e questo non puo' che ingenerare confusione nei fedeli. Ma sia chiara una cosa: non sono io a chiedere queste misure, e' la Chiesa stessa a prevederle con estrema linearita' nei suoi testi legislativi. Chi quindi la accusa di coprire gli abusi non conosce la materia".


31/07/07 - vita.it

Patenti facili

Patenti facili ad Enna, polizia esegue arresti


La motorizzazione civile promuoveva il 94% dei candidati


(ANSA) - ROMA, 31 LUG - La polizia di Enna ha eseguito 14 ordini di custodia cautelare in carcere nell'ambito di un'inchiesta sulla concessione di 'patenti facili'. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Enna su richiesta della procura. Accertate molte irregolarita' negli esami di guida, nonostante le quali comunque la motorizzazione civile di Enna 'promuoveva il 94% dei candidati'. Fra le persone arrestate dalla polizia figura anche Vinicio Crisafulli, fratello di Wladimiro, deputato Ds di Enna.


31/07/07 - ansa.it

«Squillo violentata», imprenditore in cella

MILANO — Una notte spericolata, all’insegna di sesso a pagamento e alcol, gli sono costati il carcere, con l’accusa di violenza sessuale. In galera è finito Paolo Nessi, 38 anni, imprenditore immobiliare bergamasco, già noto alle cronache per essere stato sospettato dalle autorità indonesiane di sapere qualcosa dell’omicidio della sua ex moglie, l’imprenditrice fiorentina Raffaella Becagli, massacrata a bastonate a Bali nell’ottobre del 2005. Il suo corpo venne ritrovato in strada, in una zona paludosa, vicino a un ponte, in un quartiere della città di Denpasar. Allora il capo della squadra Mobile di Firenze, Filippo Ferri, disse di non aver «ricevuto niente di definitivo dalla polizia indonesiana su Nessi»: «Ma stiamo facendo indagini— aggiunse—per fotografare la situazione attuale a seguito dell’esposto presentato dalla famiglia della vittima ».
I quotidiani locali continuarono per giorni a cercare notizie sull’uomo, anche a Bali. E lui fu costretto a fare anche una conferenza stampa per dire che con la morte di Raffaella, quella moglie bella e ricca, « non c’entrava proprio niente». Stavolta, però, Paolo Nessi non è riuscito ad evitare la galera. Lo hanno ammanettato lo scorso sabato i detective della squadra Mobile di Milano, mentre si trovava a Mantova a casa di alcuni amici. Deve rispondere di violenza sessuale nei confronti di una prostituta brasiliana di 25 anni, con la quale aveva concordato un incontro a luci rosse in un albergo del centro a cinque stelle lusso, a pochi metri dal Duomodi Milano e non lontano dal teatro alla Scala.

L'aggressione risale al 22 giugno, quando Nessi decide di trascorrere una serata fuori dalle righe. A base di donne e whisky. L’imprenditore è deciso e su di giri. Abborda due «lucciole» da 500 euro a testa in un ristorante di tendenza e conclude l’affare. Tutti all’hotel che lui conosce bene, anche se non è un cliente gradito: spesso quando lo vedono arrivare, chiudono a chiave il frigobar, «altrimenti si scola tutto, anche anche il liquido di raffreddamento». Le ragazze pretendono i soldi in anticipo e lui inizia lo show. Dice di essere il direttore dell’albergo. Poi, mentre le giovani lo attendono in camera, scende nella hall e chiede del denaro che non gli viene dato. A questo punto, le due se ne vanno. Ma Paolo Nessi non si scompone e continua nel suo proposito di notte brava.
Contatta un’altra ragazza a pagamento e anche per lei scatta la proposta indecente: 300 euro per un paio d’ore d’amore. Ancora in camera, una delle centodiciassette di cui l’hotel dispone a partire da 566 euro al giorno. E, di nuovo, senza soldi. Stavolta, però, oltre a dire che è il direttore, l’imprenditore si vanta di essere amico di una nota contessa milanese, mostrando una foto che li immortala insieme. Ancora in bianco. Sono le due di notte. E al quarto tentativo con una brasiliana di 25 anni, le cose precipitano. Lui non paga e lei gira i tacchi. A questo punto Nessi, anche in preda ai fumi dell’alcol, va su tutte le furie e la spinge violentemente sul letto.
Poi la picchia e la violenta più volte. La ragazza tenta di reagire. In lacrime lo supplica di lasciarla andare. Ma lui è come impazzito. Lei, comunque, trova la forza di divincolarsi e di chiudersi dentro al bagno. Fino a quando, non sentendo più nessun rumore, esce e corre alla polizia a denunciare lo stupro. Paolo Nessi, nel frattempo, se n’era andato. La squillo racconta nei particolari l’aggressione. Mentre gli investigatori mettono a verbale anche le testimonianze della altre tre ragazze. Quindi sentono i testimoni dell’albergo. Così dopo una serie di indagini, viene eseguita l’ordinanza di custodia cautelare emessa del gip Fabrizio D’Arcangelo. Gli agenti della Mobile sono sulle tracce dell’imprenditore che però non è sempre a Milano. Dopo vari appostamenti decidono di intervenire quando si trova a Mantova.


Michele Focarete - 31 luglio 2007 - corriere.it

1 spinello come 5 sigarette

DROGA: UNO SPINELLO COME 5 SIGARETTE PER I POLMONI

ROMA - Un solo spinello danneggia i polmoni alla stregua di 3-5 sigarette fumate in un sol colpo, compromettendo la funzione respiratoria e dando disturbi quali tosse, produzione di muco, sibilo, respiro affannoso. Lo rivela uno studio diretto da Richard Beasley del Medical Research Institute of New Zealand presso Wellington, pubblicato sulla rivista Thorax che però sottolinea che solo le 'bionde', ma non la marijuana, causano enfisema polmonare.

L'impatto maggiore della cannabis rispetto al tabacco, spiega Beaslay, è dovuto in larga misura al modo in cui vengono fumati gli spinelli: senza filtro, ad una temperatura più alta delle sigarette, inoltre vengono aspirati più profondamente e più a lungo. "La cannabis viene trattenuta nei polmoni più a lungo - precisa Gian Luigi Gessa, neuropsicofarmacologo presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Cagliari - quindi le sostanze cancerogene (nonostante siano contenute in ugual misura in spinelli e sigarette) si trattengono più a lungo a contatto con gli alveoli polmonari. Questo spiega perché il maggiore effetto della marijuana sui polmoni".

La cannabis, spiega Gessa, è una sostanza che ha come principio attivo i tetracannabinoidi (THC) e può essere usata come farmaco con funzioni analgesiche in pazienti con malattie neurologiche, contro la nausea in pazienti oncologici. Usata come sostanza stupefacente, prosegue Gessa, la marijuana è invece molto pericolosa, soprattutto per gli adolescenti che diventano dipendenti con facilità maggiore rispetto agli adulti, e anche per persone con disturbi psichiatrici. La cannabis può avere vari effetti negativi, sostiene Gessa, può nel momento dell'intossicazione pregiudicare la memoria e le capacità di apprendimento. I soggetti più a rischio sono anche in questo caso gli adolescenti.

E non è tutto, sotto l'effetto della cannabis, infatti, si possono avere alterazioni della coordinazione motoria e quindi problemi alla guida per esempio. I pericoli aumentano quando cresce la concentrazione di THC: oggi, spiega Gessa, è in circolazione una varietà di cannabis più forte perché con una concentrazione di principio attivo pari quasi a quella dell'hashish. Si chiama skunk, dall'inglese 'puzzola' proprio per il suo odore molto pungente. La shunk, avverte Gessa, può dare allucinazioni e forse favorire la schizofrenia in persone predisposte. E come se non bastassero gli effetti neurologici della marijuana, questo studio fa il punto anche sui danni dello spinello ai polmoni.

Gli esperti neozelandesi hanno infatti coinvolto 339 adulti fino a 70 anni, alcuni fumatori di cannabis, alcuni di sigarette, alcuni di entrambi, infine altri non fumatori. Gli esperti hanno confrontato lo stato di salute dei loro polmoni con test del respiro e tomografia computerizzata. E' emerso che sui polmoni una canna si sente come 3-5 sigarette: gli habitué dello spinello lamentano disturbi quali tosse, produzione di muco, sibilo, respiro affannoso, si salvano solo dall'enfisema, croce dei fumatori di bionde. Ciò nondimeno, prosegue Beasley, il consumo di marijuana riduce il numero degli alveoli, le piccole vie respiratorie fondamentali per gli scambi gassosi col sangue, e danneggia le strutture polmonari superiori (bronchi e bronchioli), riducendo la funzionalità polmonare con effetto proporzionale al consumo. L'impatto della marijuana, conclude Beasley, è maggiore di quello delle sigarette, per ogni spinello fumato l'effetto sui polmoni è equivalente a quello di 3-5 sigarette, quindi anche se di marijuana se ne fuma meno i polmoni non sono al riparo da rischi.


31/07/07 - ansa.it

"Ho avuto la droga dall’onorevole"

La verità della squillo: «Me l'ha offerta. "Tiriamola insieme" ha detto»


ROMA

No. Non lo conoscevo. Era la prima volta. Diciamo che io lavoro per un’agenzia.. Venerdì sera mi presento all’appuntamento al ristorante Camponeschi, in piazza Farnese. Eravamo in tre. Io, l’onorevole Cosimo Mele e un’altra persona, che ci ha poi lasciati». E’ radicalmente diversa la versione dell’onorevole Mele dal racconto che la prostituta F.Z., una bella ragazza di circa trent’anni, mette a verbale sabato pomeriggio, davanti a un funzionario della squadra mobile della questura di Roma, una volta dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale San Giacomo, dove era stata ricoverata alle prime luci dell’alba. E’ vero, la ragazza, in «stato confusionale», al pronto soccorso dell’ospedale cittadino aveva fornito un’altra versione ancora: «Mi hanno costretta a prendere quelle pasticche...». Quasi a lasciar intendere che era stata drogata per essere violentata. Ma quando l’effetto della cocaina era ormai terminato, la ragazza è stata convocata in questura. E ha dato la nuova versione, che contraddice, appunto, quella di Mele.

Anche se la Mobile non ha ravvisato alcuna ipotesi di reato, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo. E valuterà le «carte», intanto la deposizione di F.Z., prima di decidere se archiviare il caso o procedere con altri atti istruttori. Dunque, dopo cena l’onorevole e la prostituta vanno all’Hotel Flora, in via Veneto, dove lui si registra regolarmente. E salgono alla suite. Racconta lei: «Appena in camera, mi ha dato subito 500 euro». L’onorevole ha detto che spontaneamente le aveva fatto un «regalo». Nella notte poi, è la versione della prostituta, succede quanto segue: «A un certo punto, l’onorevole tira fuori della cocaina....».

Ma come?, Mele ha negato nella maniera più categorica di aver assunto droghe e lei, F.Z., dice che è stato lui a tirare fuori la polvere bianca, e comunque a sniffarla, tirarla «insieme». La ragazza gioca a scaricabarile per difendersi? La sua versione dei fatti diverge radicalmente da quella di Mele anche su altri due aspetti della vicenda. «A un certo punto - ricostruisce la prostituta - mi ha chiesto di chiamare un’altra mia amica». Un’altra collega..., che effettivamente arriva in albergo (lui si era limitato soltanto a confermare che fu lei a chiamare un’amica al telefono, che poi si è presentata in camera). Ma a questa «amica», racconta lei, l’onorevole sgancia «300 euro». Forse un altro regalo. La cocaina, però, tira un brutto scherzo a F.Z., che si sente male, si preoccupa. Insomma, diventa un problema. La ragazza invita l’onorevole a fare qualcosa, a chiamare un medico, a far arrivare un’ambulanza. Momenti di angoscia e di preoccupazione. Lui, insomma, traccheggia. Avverte che questa «avventura» rischia di finire male, intanto per lui. E invita la ragazza ad aspettare. Prime luci dell’alba. Lei si sente ancora male. Ma i ricordi di quei momenti sono lucidi. Al funzionario della Mobile non ha tentennamenti quando racconta: «L’onorevole se ne è andato......». Come? «Sì, dopo un po’ mi sono decisa a chiamare un amico per chiedere aiuto... che ha chiamato il 118 ed è arrivata l’ambulanza....».

Lui, Cosimo Mele, ha parlato della ragazza in preda al «delirio». Sono i brutti scherzi della cocaina. Ed ha assicurato di aver chiamato la «reception» e di essersi poi assicurato che la ragazza stesse bene. Per la squadra mobile di Roma, una volta escluso il sequestro di persona o la violenza sessuale, non avendo F.Z. sporto denuncia, il «caso è chiuso». Politicamente, invece, il caso è ancora aperto. Ma la procura di Roma, comunque vuole approfondire l’episodio. Il «verbale» di assunzione di informazioni è stato consegnato. Andare a prostitute non è reato, tirare un po’ di coca neppure. Il caso è chiuso. O no?


GUIDO RUOTOLO - 31/07/07 - lastampa.it

Alcol al volante, a Milano già ritirate 3.474 patenti

Stanno indagando i vigili urbani. Vogliono trovare l’uomo che ha falciato una donna peruviana mentre attraversava la strada, mano nella mano il suo bambino. Sembra guidasse un furgone il pirata della strada. L’ennesimo. Nello scorso weekend solo in Lombardia otto persone hanno perso la vita durante un incidente d’auto. Tre di loro per colpa di persone salite al volante dopo aver bevuto troppo, ben oltre i limiti consentiti per legge.

I numeri della Prefettura parlano chiaro: a Milano lo scorso anno sono state ritirate 3474 patenti, nel 2005 ben 3607. «Ogni sera facciamo in media 20 controlli - spiega il Commissario capo Lorenzo Fazzini - circa 50 nel weekend». Poi la responsabilità passa alla Prefettura che stabilisce la durata della sospensione della patente.

L’ultimo incidente è avvenuto ieri notte in fondo a via Missaglia in una zona ben illuminata. La giovane peruviana stava attraversando la strada con il bimbo quando è stata falciata da un veicolo e sbalzata per alcuni metri. Incolume invece il bambino che, sotto choc, si è aggrappato piangendo al corpo della mamma. Fino a quando un automobilista si è fermato e ha chiamato i soccorsi. Un’ambulanza ha portato in ospedale la donna con una serie di fratture in varie parti del corpo. È entrata subito in sala operatoria da dove è uscita solo nel primo pomeriggio per essere ricoverata al reparto di terapia intensiva. Le sue condizioni sono state definite estremamente gravi dai medici che si sono riservati la prognosi. Anche il bimbo è stato visitato, anche se non ha riportato neppure ferite superficiali ma solo un fortissimo, e comprensibile, choc emotivo.


martedì 31 luglio 2007 - ilgiornale.it

Alcol: stop alle 21

An e Cofferati: stop alcol alle 21


Non ce la fece con il "suo" sindaco, Giorgio Guazzaloca, anche perché l'attuale assessore Milli Virgilio aiutò i negozianti a fare ricorso (poi vinto) al Tar, potrebbe avere la meglio con Cofferati: al termine dell'ultimo faccia a faccia sulla sicurezza con l'amministrazione prima delle vacanze, ieri Alleanza nazionale ha strappato al sindaco la disponibilità a far chiudere alle 21 i negozi di alcolici e panini proliferati negli ultimi anni in zone come via Petroni. La Regione, da cui dipende il tema degli orari nelle città d'arte, si è detta disponibile a parlarne. La sintonia tra An e sindaco, ovviamente, preoccupa Rifondazione.


31/07/07 - city.corriere.it

Mele, dimissioni accolte con giustificazione

ROMA - Vita "dura" quella del parlamentare "fuori sede", secondo Lorenzo Cesa. A 24 ore dalla clamorosa confessione dell'onorevole centrista, Cosimo Mele, sulla sua notte a luci rosse con squillo e cocaina nel mitico hotel Flora di via Veneto, finita con un ricovero in ambulanza per un malore di una delle due signorine coinvolte, il segretario dell'Udc finisce sulla graticola per aver in qualche modo giustificato il parlamentare pugliese.
Il passo falso avviene subito dopo che Cesa annuncia alla stampa di aver accettato le dimissioni dal partito di Mele perchè quanto accaduto «non è compatibile con i valori dell'Udc». Dimissioni che sono state accolte con giustificazione: «Si parla tanto dei costi della politica ma al parlamentare bisognerebbe dare di più e consentire il ricongiungimento famigliare perchè la vita del parlamentare è dura e la solitudine è una cosa seria», dichiara tra lo sgomento dei presenti il segretario Udc. E, in totale controtendenza con la percezione che l'opinione pubblica ha dei privilegi della classe politica, Cesa propone: «Bisognerebbe pensare all'ipotesi di un ricongiungimento familiare e dare più soldi a deputati e senatori» per poter permettere loro di trasferire le famiglie a Roma.
Onorevoli a corto di mezzi come le badanti in nero? Il paragone non sembra azzardato. E infatti indigna i più. Mentre la procura di Roma apre un'inchiesta sul festino hard dell'ormai ex esponente dell'Udc, il mondo politico si divide su chi chiede le dimissioni di Mele dal parlamento e chi difende il suo diritto alla privacy e condanna gli atteggiamenti moralistici. Ma è su Cesa che si scatenano le reazioni.
Anche ironiche visto che l'Udc conferma che mercoledì mattima i suoi parlamentari si metteranno in fila alla Camera nell'ambulatorio allestito ad hoc per essere sottoposti al test antidroga. E i primi a sfilare saranno, garantisce il siciliano Giusy Savarino, lo stesso Cesa e Pierferdinando Casini. «La boccacesca e allegra situazione che ha visto protagonista Mele richiede un minino di serietà, non era il caso che il segretario dell'Udc aggiungesse alla vicenda il suo carico di schiocchezze», attacca Salvatore Bonadonna, senatore del Prc.
«Voglio proprio vedere come voterà uno che va per troie e droga il giorno in cui voteremo in Parlamento sulla sacralità della famiglia», s'interroga con un linguaggio assai colorito Oliviero Diliberto, segretario del Pdci.
«Potremo dire mille grazie Cosimo Mele», propone invece Franco Grillini, deputato Ds e presidente onorario dell'Arcigay, convinto che d'ora in poi sarà più facile replicare ai pistolotti «sui valori, sulla morale e sulla decadenza delle radici cristiane». Per Grillini è infatti «venuta alla luce una nuova categoria, dopo quella degli atei devoti: quella dei puttanieri devoti».
«Mi piacerebbe che chi è solito lanciare anatemi con grande clamore dedicasse più tempo a coordinare i suoi proclami con i comportamenti personali», aggiunge Ermete Realacci ricordando le battagle dei centristi contro le coppie di fatto e la raccolta di firme per l'antidoping ai parlamentari.
In difesa di Cosimo Mele si schierano invece Francesco Cossiga, Daniele Capezzone e il deputato forzista Maurizio Lupi. «Smettiamola di essere ipocriti», dice l'ex presidente della Repubblica che dichiara di sentirsi vicino al collega «ingiustamente crocifisso». «La verità di valori come la famiglia fondata sul matrimonio va ben al di là dei nostri limiti e delle nostre debolezze», assicura Lupi condannando «l'ondata di fariseismo e moralismo».
Per il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè è invece «disgustoso lo sciacallaggio che si sta facendo sulla vicenda di Cosimo Mele e nei confronti dell'Udc». «Entrambi - dice Volonté - hanno dimostrato correttezza, l'uno dimettendosi e l'altro allontanando il deputato dalle sue fila. La barbarie della politica italiana si dimostra anche dall'accanimento di sacerdoti del laicismo libertino, che, per paura dell'iniziativa sul test antidroga a Montecitorio, non trovano di meglio da fare che salire in cattedra, facendo sfoggio di un moralismo tanto becero quanto insultante. Questa vicenda non merita nessun altro commento, per chi come noi è preoccupato e vicino a Cosimo Mele e alla sua famiglia».
E Cosimo Mele? Come si difende? «Droga? non ne so niente, la droga non l'ho neppure vista». «Quella signora l'ho conosciuta a cena presentata da amici», racconta, ammettendo di aver trascorso la serata in una suite dell'hotel Flora al termine della quale «ognuno è andato a dormire in stanze diverse». «Forse quella donna ha preso delle pasticche, che ne so, io dormivo», aggiunge confermando di aver passato la serata in compagnia di una sola ragazza. L'altra, la seconda, sarebbe arrivata dopo.


Maria Berlinguer - 31/07/07 - liberta.it

Iban Majo positivo al Tour

DOPING AL TOUR, IBAN MAYO POSITIVO ALL'EPO

Roma, 30 lug. (Apcom) - Il ciclista spagnolo Iban Mayo è risultato positivo all'Epo al Tour de France. Lo ha annunciato oggi la squadra del ciclista, la Saunier Duval, che lo ha immediatamente sospeso. "La squadra ha ricevuto una notifica da parte dell'Uci che informava che il corridore Iban Mayo è risultato positivo all'Epo in seguito ad un controllo effettuato il 24 luglio, giorno di riposo al Tour de France", ha spiegato la Saunier Duval in un comunicato. Mayo, 30 anni ad agosto, ha chiuso al 16mo posto nella classifica finale del Tour, a 27 minuti e 9" dal vincitore Alberto Contador. La positività di Mayo nell'ultima edizione della Grande Boucle si aggiunge a quelle del kazako Alexandre Vinokourov (Astana) e dell'italiano Cristian Moreni (Cofidis).


31/07/07 - la7.it

Se la giustizia violenta i bambini

Il castello cattivissimo. Le streghe. La piscina con l'acqua di mare e tutti erano nudi. È difficile trovare equilibrio e serenità per capire cosa sia o - speriamo non sia accaduto nell'asilo di Rignano Flaminio, noto alle cronache per i presunti casi di pedofilia. È difficile persino leggere le indiscrezioni sugli interrogatori fatti ai bambini. Restare lucidi laddove il nero delle sensazioni, delle emozioni rischia di offuscare la vista e la mente. Ci proviamo. Nel giro di poche ore sono stati ascoltati due bimbi, in quella fase del procedimento che si chiama "incidente probatorio". Per chi non avesse dimestichezza con le procedure penali, si tratta di un'anticipazione della fase probatoria (che di regola si fa successivamente, nel corso del processo) perché la particolarità delle circostanze rende impossibile far propria la prova dopo. Nel caso specifico, si teme che i bimbi col passare del tempo possano distorcere i ricordi.


di GIANLUIGI PARAGONE - 31/07/07 - libero-news.it

800 025777 contro l’abuso sull’infanzia

800 025777 linea nazionale contro l’abuso sull’infanzia


Telefono Arcobaleno è l’associazione che da ormai dieci anni si prende cura dei bambini vittime di abuso e, al fianco delle istituzioni nazionali e internazionali, lotta contro la pedofilia on line

L’attivazione diretta di Telefono Arcobaleno prevista per i casi ad elevata criticità, coinvolge dal 1996: le forze dell’ordine e il tribunale per i minorenni, i Servizi Sociali Territoriali e i Servizi Sanitari.” “è importante", ha ribadito il presidente dell’Associazione, Giovanni Arena, “valorizzare e incrementare l’attività di contrasto al fenomeno della violenza e dell’abuso sui minori attraverso decise azioni integrate e di sistema sull’intero territorio italiano”

Telefono Arcobaleno ha riscontrato gravi disservizi e carenze nella gestione estiva dei servizi sociali comunali, che risentono della consuetudine di concentrare le ferie di tutti gli operatori nei mesi di luglio e agosto, con la conseguenza che talora, interi servizi comunali, non rispondono al telefono per giorni.

I disservizi maggiori sono stati riscontrati in Puglia, Campania, Lazio e Piemonte, in particolare nelle province di Bari, Taranto, Napoli, Latina e Alessandria, ma riguardano praticamente l’Italia intera.

In estate non si riscontra affatto una diminuzione delle esigenze socio-assistenziali dei cittadini, delle famiglie, dei minori e degli anziani, ma addirittura in molte aree del Paese se ne registra un aumento, per questo il depotenziamento estivo dei servizi sociali non trova alcuna giustificazione.

La Linea Nazionale contro l’abuso sull’infanzia di Telefono Arcobaleno (800 025777), attiva 365 giorni all’anno, rileva:

- Un considerevole aumento delle telefonate che principalmente riguardano separazioni conflittuali tra i coniugi, incremento dei casi di abuso sessuale e di quelli di impiego e sfruttamento di minori nell’accattonaggio.

- Aumentano i casi di emergenza gestiti direttamente da Telefono Arcobaleno, che riguardano principalmente il maltrattamento e l’incuria in Sicilia, Puglia, Lazio e Lombardia.

- Telefono Arcobaleno ha riscontrato anche l’esistenza di alcune realtà particolarmente efficienti e puntuali; è il caso dei servizi sociali di Prato, Lucca, Caserta, Brescia e Torino e delle polizie municipali di Roma, Milano, Firenze e Napoli.

Affinché le domande d’aiuto di questa estate possano trovare pronte risposte anche durante la riduzione degli orari di lavoro delle strutture sociali che collaborano alla tutela dei minori, Telefono Arcobaleno fa appello alla partecipazione insostituibile e preziosa dei Servizi Sociali territoriali e mette la sua esperienza e l’equipe del numero verde – 800 025777- al servizio di tutti coloro che dovessero trovarsi, durante l’estate a dover fronteggiare situazioni di abuso sull’infanzia o di necessità.

Fonte Telefono Arcobaleno Onlus - 31/07/07 - savonanotizie.it

Un po' di «respiro» dall'autismo

Possono le persone con autismo cercare di condurre una vita normale? E le loro famiglie possono godere di momenti di sollievo? L'esperienza delle Settimane Vacanza promosse dalla Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone sembra proprio dimostrare che sia possibile. Spazio dunque alle famiglie coinvolte in questa esperienza, alle attività svolte e al monitoraggio della soddifazione degli utenti


Si sono concluse nei giorni scorsi le due Settimane Vacanza per persone con autismo organizzate alla Casa Villa Respiro di Cordenons (Pordenone), struttura della Fondazione Bambini e Autismo ONLUS.
L'iniziativa - che ha beneficiato di un contributo della Banca Popolare FriulAdria di Pordenone, oltre che dell'intervento degli enti pubblici di competenza - ha coinvolto complessivamente undici famiglie i cui figli autistici, con un’età compresa tra i 12 e i 45 anni, hanno partecipato alle settimane di vacanza in due gruppi divisi in base all’età.


«Il programma delle Settimane - racconta Giulia Caldi, responsabile della Casa Villa Respiro - ha visto gite al mare e in montagna, ma anche attività in città, come le passeggiate al mercato, l’aperitivo in centro o la cena in pizzeria, nonché all'interno della stessa struttura, come rifarsi il letto, apparecchiare la tavola e preparare i pranzi. Tutte le attività vengono studiate per essere piacevoli, per favorire l’inclusione sociale e allo stesso tempo per favorire la costruzione di specifiche competenze: ad esempio l’apprendimento di regole sociali, l’utilizzo del denaro per effettuare autonomamente piccoli acquisti quotidiani o, ancora, la capacità di tollerare i tempi di attesa».

L’obiettivo principale di queste Settimane Vacanza è dunque quello di far passare alle persone con autismo una settimana serena e piacevole, ma anche di lavorare su obiettivi concreti e di dare "respiro" ai genitori.
«E affinché questo "respiro" duri più di una sola settimana - continua Giulia Caldi - con i ragazzi si lavora per l’apprendimento di abilità "esportabili" anche a casa: detto in altri termini, se grazie ai programmi di Villa Respiro una persona autistica impara ad essere più autonoma (ad esempio nella cura di sé o nella gestione del proprio tempo libero), ciò avrà ripercussioni positive anche a casa e si tradurrà, per i genitori che potranno alleggerire l’accudimento, in un sollievo più duraturo».


Al termine dell'esperienza sono stati rilevati i livelli di soddisfazione dei partecipanti e dei loro genitori. «Per le persone con autismo in grado di comunicare - annota ancora la dottoressa Caldi - è stato appositamente pensato e progettato un questionario che potesse dare risultati attendibili e che permettesse loro di esprimere un giudizio. Contestualmente, un altro questionario è stato somministrato anche a tutte le famiglie dei partecipanti. Gli esiti saranno resi noti attraverso il nostro sito appena terminerà la fase di raccolta ed elaborazione dei dati».


«Per quanto riguarda le modalità di finanziamento di queste iniziative - dichiara il presidente della Fondazione Bambini e Autismo, Davide Del Duca - va detto che anche questa volta il contributo del privato è stato fondamentale per poter erogare dei servizi per i quali il contributo del pubblico è in alcuni casi ancora insufficiente».


(O.C.) - 30/07/07 - superando.eosservice.com

Accordo Roma-Boston per l'eccellenza in pediatria

Sanihelp.it - L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, proprietà della Santa Sede, e il Children’s Hospital Boston, Ospedale pediatrico di riferimento della Harvard Medical School a Boston, Massachusetts, avvieranno da oggi una collaborazione assistenziale e di ricerca.

L’accordo, che è stato siglato dal dottor Francesco Silvano, Presidente dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dal dottor James Mandell Presidente e Direttore Generale del Children's Hospital Boston, sancirà l’inizio di un rapporto di collaborazione a sostegno dell’eccellenza e dello sviluppo dei servizi sanitari pediatrici, della formazione e della ricerca nel campo della reumatologia, neonatologia, chirurgia neonatale e medicina pediatrica.

L’Ospedale Bambino Gesù e il Children’s Hospital Boston condividono un forte impegno verso l’eccellenza e credono nell’importanza di collaborare con altre strutture sanitarie riconosciute a livello internazionale al fine di perseguire l’eccellenza, sia clinica che di ricerca, in campo pediatrico.


di Alessandro Andreazza - 30/07/07 - sanihelp.it

Tragico bilancio del fine settimana

Tragico bilancio del fine settimana: ancora ubriachi al volante. Tra le vittime una donna incinta


DIVENTA di ora in ora più pesante il bilancio degli incidenti stradali in questo ultimo week end di luglio: i morti dei quali si è avuta notizia sono almeno 38, un numero che è destinato purtroppo a salire quando, oggi, si conosceranno i dati ufficiali forniti dalle forze di polizia. Alle circa 24 vittime di venerdì e di sabato, se ne aggiungono tra ieri e l’altra notte almeno 14. Due gli incidenti più gravi, entrambi in Lombardia. Tre persone, due uomini e una donna incinta, sono morte in un incidente stradale che ha coinvolto una moto e un motorino a Gaggiano, nel milanese. Nello scontro frontale hanno perso la vita sul colpo i conducenti dei due mezzi mentre la donna, che viaggiava sulla moto condotta dal marito, è deceduta in ospedale. È di tre morti e due feriti, poi, il bilancio di un altro incidente avvenuto attorno alle 2 di ieri notte nella bassa bergamasca. A perdere la vita due ragazzi di 24 e 26 anni e una ragazza di 16. Feriti altri due giovani, una ragazza di 18 anni e un ragazzo di 24. Quest'ultimo, conducente della vettura su cui tutti viaggiavano, dopo aver trascorso la serata in un pub, è risultato positivo all'alcol-test. Da ieri 9 milioni di italiani sono in partenza per una vacanza vera e 5 milioni sono i pendolari che si sono mossi per il fine settimana. Mentre 22 milioni di italiani già si trovano fuori delle città in località turistiche. Il 70% delle aziende e uffici del Nord chiudono, così come il 65% dei negozi e degli artigiani del Centro-Nord. Città spopolate soprattutto al Nord. Secondo Telefono Blu, oggi a Milano resterà solo il 54% degli abitanti, così come a Bologna. A Torino saranno ancora in città il 57% dei cittadini, a Verona il 59%, a Genova il 60%, a Firenze il 59%. Nella Capitale è previsto che restino da domani il 56% dei romani. Al Sud le partenze saranno più limitate: a Napoli resterà il 61% degli abitanti partenopei, a Bari il 63% e a Catania ben il 66%. Per quanto riguarda le mete del primo esodo estivo il 73% ha scelto l'Italia. Di questi, il 77% il mare e le isole, mentre il resto diviso fra montagne, laghi e campagne. Solo il 27% andrà all'estero: il 70% resterà tra Europa e Mediterraneo, mentre il resto ha organizzato viaggi extracontinentali. Per gli italiani in viaggio il mezzo preferito è l'auto (68%), ciò significa che oltre 7,7 milioni di italiani saranno sulle strade. Il 17 % (meno di 3 milioni) sceglie invece il treno e il 14% l'aereo, il resto viaggia in nave. In rientro fra ieri sera (70)% e stamattina (30%) i 5 milioni di week-endisti, di questi solo il 40% viaggerà in autostrada il resto su strade statali e provinciali.
Contemporaneamente circa 3 milioni di italiani finiranno le loro vacanze. Di questi 2,2 milioni torneranno in autostrada, il resto in treno e aereo. Fanno parte di quei 12-13 miloni che hanno fatto le ferie in luglio. Oggi, quindi, saranno 19-20 milioni gli italiani fuori di casa, in attesa del grande esodo delle prossime settimane. Le aree metropolitane con maggiori rientri, fra weekendisti e fine vacanza, sono: Roma con circa 300mila persone, Milano con 240 mila, Torino e Napoli con 100mila, Bologna con 80mila, Firenze e Genova con 60mila, Bari e Cagliari con 30mila, le provincie di Verona e Brescia con 50mila. Telefono Blu dal sito www.telefonoblu.it e dal centralino 199.44.33.78 ha raccolto in questo week end 1500 segnalazioni di vacanze rovinata o difficile pari a cirda 7000 turisti in difficoltà. interni@iltempo.it

lunedì 30 luglio 2007 - iltempo.it

Ingmar Bergman è morto

A 89 ANNI E' MORTO INGMAR BERGMAN

Il regista svedese Ingmar Bergman è morto, aveva 89 anni, essendo nato ad Uppsala (in un convento protestante) il 14 luglio 1918. Aveva come padre Erik, un pastore luterano molto duro e severo dalla fortissima personalità, che gli impartì un'educazione le cui tracce si riscontreranno spesso nei suoi film; la figura del padre sarà portata sullo schermo in Fanny e Alexander (1982), Con le migliori intenzioni ('92) e Conversazioni Private ('96). Da giovane contro il volere dei genitori che lo volevano sacerdote partì per Stoccolma nel 1936.

GLI STUDI- Dopo gli studi superiori ed il servizio militare, si iscrisse all'Università di Stoccolma per frequentare un corso di storia della letteratura (la sua tesi di laurea riguarderà Johan August Strindberg) iniziando nel contempo ad occuparsi di teatro studentesco e a scrivere i testi per alcuni drammi; come aiuto regista, intanto, iniziava a lavorare per il Teatro dell'Opera.

I FILM - Nel 1943 Bergman sposò Else Fischer, ballerina e coreografa (che gli darà una figlia, la futura scrittrice Lena). È in questo periodo che un suo manoscritto, Hets (Tormento, 1944) viene acquistato dalla Filmindustri e trasformato in film, sotto la regia di Alf Sjoberg, con Bergman quale assistente alla regia.Pochi mesi dopo questa prima esperienza cinematografica, gli venne proposto di ricavare e dirigere un film dalla commedia "La bestia madre" di Leck Fischer. Benché il film, uscito poi con il titolo Crisi (1946), non avesse avuto successo, il produttore indipendente Lorens Marmsted gli offrì una nuova occasione: nel 1946 nasce così Piove sul nostro amore. È nello stesso anno che decide di trasferirsi a Goteborg, dove viene nominato primo regista del teatro cittadino. Debutta con "Caligola" di Albert Camus e mette in scena molti dei suoi drammi.

Grazie alla fiducia di Marmsted, Bergman può così realizzare altri due film: La Terra del desiderio e Musica nel buio (1947). L'attenzione suscitata da questo ultimo lavoro, spinge la Svensk Filmindustri a commissionargli una sceneggiatura ("La furia del peccato ed Eva", regia di Gustaf Molander) ed un film (Città Portuale (1948)), ma il fallimento che la pellicola registra porta ad un nuovo taglio dei fondi.

È ancora grazie all'aiuto di Lorens Marmstedt che Bergman riesce a realizzare Prigione (1949), tratto da un suo stesso soggetto e primo film importante nella sua carriera. Intanto si separa dalla moglie Else e sposa Ellen Lundstrom; nel 1951 inizia una relazione con la giornalista Gun Hagberg che diverrà successivamente sua moglie e dalla quale avrà una figlia.

I SUCCESSI -Nel 1950 Bergman si avvia al successo con Un'estate d'amore, cui segue nel 1952 Donne in attesa. Nel 1953 Monica e il desiderio diventa un film-scandalo , a causa della insolente sensualità dell'attrice Harriet Andersson, allora ventenne, con cui Bergman ebbe una relazione, e che diventerà con 9 film una delle attrici preferite di Bergman dopo Bibi Andersson (11 film). Seguono poi i film Una vampata d'amore, (1953) e Una lezione d'amore, (1954) due commedie sulla situazione sentimentale e umana, sempre con l'attrice Andersson.

Nel 1953 comincia a lavorare allo Stadsteater di Malmö, dove conosce un gruppo di attori che diventeranno presenze stabili nei suoi film: Gunnel Lindblom, Max von Sydow, Ingrid Thulin, e Bibi Andersson. Nel 1955 realizza Sogni di donna, mediocre commedia, e Sorrisi in una notte d'estate, suo primo successo europeo, che vinse il Festival di Cannes.

Nel 1956 Bergman termina Il settimo sigillo che ottiene vari riconoscimenti, oltre al premio speciale al Festival di Cannes; arrivano poi l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia grazie a Il posto delle fragole. Successivamente Alle soglie della vita e Il volto ricevono il premio come miglior regia rispettivamente a Cannes e a Venezia, mentre nel 1960 La fontana della vergine gli vale il suo primo Oscar.

QUARTO MATRIMONIO - Nel 1959 si sposa per la quarta volta, con la pianista Kabi Laretei, in quegli anni lavorò anche alla neonata televisione svedese, realizzando: Venetianskan, (1958), Rabies (1959), e Ovader (1960). Nel 1961 diventa il direttore del teatro drammatico di Stoccolma e realizza Come in uno specchio, primo capitolo di una discussa trilogia religiosa: il film riceve l'Oscar come miglior film straniero.

Seguono Luci d'inverno (1962), premiato a Berlino e a Vienna, Ett Dromspel (1963), film per la TV, e Il silenzio (1963), uno dei suoi film che diedero più scandalo. Nel 1964, colpito da una grave depressione, scrive Persona ed inizia una relazione con l'attrice norvegese Liv Ullman, dalla quale nasce Lynn (1966).Nel 1965 viene realizzata la miniserie televisiva Don Juan, e altri film TV, ma poco seguiti perché spesso drammatici, tipo "Daniel", episodio del film TV Stimulantia (1967).Al ritmo di un film all'anno, vengono realizzati il semi-horror L'ora del lupo (1966), il film TV Il rito (1967), il film di guerra La vergogna (1968), e il grottesco Passione (1969).

ADDIO LIV - Terminato l'amore con Liv Ullman nel 1974, si sposa di nuovo con Ingrid von Rosen nel 1975, che rimarrà sua moglie fino al 1995, anno della sua morte: i due avranno un figlio, Daniel, che intraprenderà anch'egli la carriera artistica (regista), come peraltro tutti i suoi sette fratellastri (molti dei quali sono attori).Duraturo sarà invece il sodalizio artistico con il direttore della fotografia Sven Nykvist, che collaborerà anche con Woody Allen, grande ammiratore del cinema Bergmaniano.

ANNI ’70 -Nel 1971 viene realizzato L'adultera, che si rivela un fiasco clamoroso, trascinando nuovamente il regista in difficoltà economiche, ma si risolleva grazie all'inaspettato successo mondiale di Sussurri e grida (1972), vincitore di numerosi premi. L'anno seguente gira Scene da un matrimonio, nato come film ad episodi per la TV e trasformato poi in un film di quasi tre ore. Seguono poi il film televisivo Misantropen (1974), ispirato all'opera di Molière, il dramma psicologico L'immagine allo specchio (1976) e l'horror L'uovo del serpente (1977).

In questo stesso anno va però in crisi per alcuni problemi con il fisco e viene ricoverato in un ospedale psichiatrico. Si ritira quindi sull'isola di Faro dove vi rimane per molti anni, si dedica esclusivamente al cinema, realizzando Sinfonia d'Autunno (1978), con Ingrid Bergman. Per la televisione tedesca viene prodotto Un mondo di marionette (1980).

Nel 1982, dopo quarant'anni di attività, sia in teatro che nel cinema, Bergman decide di abbandonare improvvisamente il cinema, per dedicarsi al teatro e alla televisione, così nel 1982, viene realizzato il suo ultimo film, Fanny e Alexander, meraviglioso riepilogo di Uppsala, la sua città natale, tra il 1907 e il 1909, con una sessantina di personaggi, e al centro della storia, un pastore protestante elegantissimo e perfido, proprio come suo padre, il film doveva durare 6 ore, ma la durata fu bocciata in sede di censura, così la versione per la TV, dura 5 ore, e quella per il cinema, 3 ore, l'uscita del film fu acclamato come un evento, e ricevette anche quattro Premi Oscar, e tanti altri premi, come 6 David di Donatello: un lavoro straordinario. Dopo aver abbandonato il cinema, Bergman realizza altri 3 film televisivi negli anni seguenti, il parapsicologico Dopo la prova (1984), il teorico Il segno (1986), e il cortometraggio Il volto di Karin (1987). Nel 1986 viene chiamato in televisione, per realizzare una lunga intervista di 57 minuti, che raccontrava della lavorazione del film "Fanny e Alexander", l'intervista fu messa nel mercato nazionale. In questi anni, lavorò molto in teatro, dal 1988 al 1992 non lavorò neanche alla televisione, e molto poco in teatro, infatti era un periodo di riposo sulla solita isola di Faro, dove aveva ambientato L'ora del lupo (1966), e dove vi aveva realizzato due brevi documentari televisivi.

ANNI ’90 E TV -Lascia il cinema definitivamente per dedicarsi al teatro; tuttavia, scrive le sceneggiature di Con le migliori intenzioni (regia di Bille August, 1991) e Conversazioni Private (regia di Liv Ullman, 1996), intanto realizza altri sfortunati film televisivi: Markisinnan de Sade (1992), Backanterna (1993) e Sista Skriket (1994).In queste sceneggiature Bergman decide di ritrarre la infelice vita dei genitori, il primo ritrae suo padre e sua madre dal 1909 al 1918, mentre nel secondo dal 1924 al 1934.

Nel 1995 viene sconvolto dalla morte dell'ultima moglie, questo avvenimento lo terrà sotto depressione per molto tempo, tutti i suoi 8 figli, comunque sono diventati già attori, quasi tutti teatrali. Nello stesso periodo diviene membro onorario dell'Unione dei Teatri d'Europa.

Nel 1997 torna dietro la camera da presa realizzando, per la televisione svedese, Vanità e affanni, splendido film ambientato nel 1925, nell'ospedale psichiatrico, in cui era rinchiuso nel 1977, la storia di un uomo che vuole fare il primo film della storia del cinema, e nonostante la pellicola si guasti, decide di recitarlo come in teatro, in quello stesso anno, in polemica con i critici cinematografici, rifiuta di ritirare il premio alla carriera conferitogli a Cannes. Nel 1999 regala a Liv Ullman la nuova sceneggiatura per il film L'infedele, e presenta in teatro "I cineasti" sul tema dell'alcolismo.

ULTIMI ANNI - Nel 2000 per la TV, ha girato The Image Maker, che ritrae la storia di Victor Sjöström, il grande maestro svedese, nel 1921, quando deve girare uno dei suoi film più famosi Il carretto fantasma.

Ha poi proseguito la sua attività teatrale, regalando per le scene e per lo schermo una edizione de Il flauto magico mozartiano unica nella sua forte visionaria fascinazione, pur senza lasciare la macchina da presa.

Nel 2002, ha pubblicato il volume "Immagini", con tante fotografie che riguardano la sua infanzia.

Nel 2003 girò Sarabanda, il seguito di Scene da un matrimonio, che con altre 4 reti europee la Rai lo ha cofinanziato, è stato anche girato con riprese digitali, sul set Bergman disse: "Questo è il mio ultimo film".

Ha scritto nella sua autobiografia intitolata "Lanterna magica": "In realtà, io vivo sempre nel mio sogno, e ogni tanto faccio una visita alla realtà".

Il 20 gennaio 2005 Bergman riceve il Premio Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica. Questo premio, che aspira a diventare il "Premio Nobel del cinema" giunge quest'anno alla sua seconda edizione.


30/07/07 - leggonline.it

Otto vittime in 15 ore in Lombardia

MILANO - Otto morti, due feriti: è il bilancio solo dei quattro più gravi fra gli incidenti stradali avvenuti, tra la notte di sabato e il pomeriggio di domenica, in un arco di 15 ore, sulle strade della Lombardia.

L'ultimo, drammatico incidente è avvenuto ieri pomeriggio a Gaggiano, nel milanese, sulla strada provinciale che conduce a Rosate, dove, in seguito allo scontro frontale tra una moto e un motorino, sono morte tre persone: una coppia, 58 anni lui, 41 lei, incinta, che viaggiavano sulla moto, e il conducente del ciclomotore, un 43enne di Milano. I due uomini sono morti sul colpo, la donna si è spenta poco dopo il ricovero alla clinica Humanitas di Rozzano.

Nella notte, poco prima delle 2, invece, avevano perso la vita sulla strada statale tra Treviglio e Caravaggio, in provincia di Bergamo, due ragazzi e una ragazza tra i 16 e i 26 anni. Dopo avere trascorso una serata in un pub di Caravaggio per festeggiare il compleanno di uno dei tre, stavano facendo ritorno a casa quando il conducente dell'auto, una Renault Clio, al termine di un lungo rettilineo ha perso il controllo, schiantandosi contro un platano. I tre giovani, seduti sul sedile posteriore, sono stati sbalzati all'esterno dell'abitacolo e sono morti sul colpo. Se la caverà in 15 giorni, invece, il conducente dell'auto, un 24enne di Rivolta d'Adda (Cremona), che è risultato positivo al test dell'alcol con valori quattro volte superiori alla norma. Sono gravi le condizioni di un'altra ragazza per la quale i medici dell'ospedale di Treviglio si sono riservati la prognosi.

L'elenco di una notte tragica prosegue con un incidente mortale in provincia di Pavia, tra Landriano e Torrevecchia Pia, dove è morto il conducente di una Rover che si è scontrata frontalmente con un'Astra. A Seregno, invece, sulla superstrada Valsassina, in direzione di Milano, ha perso la vita il titolare di un ristorante di Carate Brianza che, a bordo della sua Smart, ha urtato una Opel che lo precedeva. La piccola auto si è ribaltata più volte prima di schiantarsi contro il guard-rail.


30/07/07 - liberta.it

Incidenti, la mano dura della Procura

Un altro incidente mortale provocato dall´abuso di alcol, e la Procura applica "la mano pesante" contro chi guida ubriaco. Per un piccolo imprenditore che ieri mattina ha causato un frontale in cui è morta una pensionata ad Anzola, infatti, è scattato l´arresto per omicidio colposo. Ed è di soli quattro giorni fa la decisione del tribunale del Riesame di mandare ai "domiciliari" un altro automobilista, ubriaco e drogato, che provocò la morte di un anziano a Castel San Pietro.

Dice, il codice della strada, che per chi causa uno scontro e non si dà alla fuga l´arresto è facoltativo. Ma i giuristi sembrano divisi su come comportarsi in proposito. Intanto, da piazza Trento e Trieste fanno sapere che l´episodio di ieri è indubbiamente grave. «Il conducente era ubriaco in modo evidente, e d´intesa con le forze dell´ordine si è scelto l´arresto. Ma le misure da applicare vengono decise di caso in caso».

Dunque, un altro schianto mortale provocato dal troppo alcol. Ieri mattina, dopo una notte passata in un locale, un piccolo imprenditore di 36 anni, Enrico Romagnoli, forse non si è nemmeno accorto di aver invaso la corsia opposta, nel bel mezzo di una curva ad Anzola. Ubriaco, e con un tasso d´alcol quattro volte superiore al consentito, l´uomo ha investito una Panda, uccidendo sul colpo la pensionata di 69 anni che era al volante. Giovanna Benni abitava in paese. Non ha avuto scampo. Per il conducente della Chrysler, invece, nemmeno un graffio. I carabinieri lo hanno arrestato, per omicidio colposo, dopo essersi consultati col pm di turno, Luca Tampieri.

Enrico Romagnoli, incensurato e titolare di una ditta di articoli da regalo, secondo le analisi fatte fare dai carabinieri era al capolinea di una nottata a base d´alcol, passata in un locale in città nei pressi dello stadio. Quelle analisi dicono che il tasso d´alcol nel suo sangue era di 2,12, quando il limite consentito per guidare è 0,50. In quello stato, sostengono gli investigatori, i suoi riflessi e la prontezza alla guida erano sicuramente allentati. Alla stessa ora Giovanna Benni è salita sulla sua Panda ed è partita per Bologna, per andare a trovare una cugina. Il viaggio però è finito dopo pochi chilometri, nei pressi dell´hotel Alan. Nel tardo pomeriggio di ieri sulla strada c´erano ancora i segni dell´impatto. L´auto della vittima è ridotta una scatoletta accartocciata. L´uomo è parso subito ubriaco ai carabinieri della stazione di Anzola, intervenuti insieme a vigili del fuoco, e per questo i militari lo hanno accompagnato all´ospedale Maggiore. Oggi è attesa la convalida.

Proprio in considerazione dell´aumento degli incidenti di questo tipo, da mesi la Procura ha deciso di monitorare con grande attenzione il fenomeno, intervenendo col ritiro della patente per chi viene pescato ubriaco al volante. E in seconda battuta anche con l´arresto. Un plauso ai vertici di piazza Trento e Trieste arriva dall´Asaps (Associazione sostenitori amici della polizia stradale) che da anni si batte per l´applicazione di leggi più severe per chi guida ubriaco e causa incidenti.


30/07/07 - Alessandro Cori - espresso.repubblica.it

145 patenti tolte vicino a discoteca

Alcol, 145 patenti tolte vicino discoteche


ROMA - Sono 145 le patenti ritirate sabato domenica scorse dalla polizia stradale per guida sotto l'influenza di alcol, nell'ambito dei controlli disposti per la campagna 'Guido con prudenza', promossa Polizia e Ania, in collaborazione con il Silb (il sindacato dei locali da ballo), contro le stragi del sabato sera. Sono state impiegate 62 pattuglie nelle vicinanze di una trentina delle più note discoteche italiane (sulla riviera romagnola, a Savona, sulla riva lombarda del lago di Garda, sul litorale laziale e in provincia di Cagliari), con 31 posti di controllo. Controllati 1.439 veicoli e 1.855 persone. Riscontrate 593 infrazioni: superamento dei limiti di velocità (205) e guida sotto l'influenza di alcol (142) le più numerose. Sono stati controllati i livelli di alcol per 1.402 guidatori.


30/07/07 - ansa.it

Telefono Arcobaleno denuncia carenze in estate

Servizi di tutela, Telefono Arcobaleno denuncia carenze in estate


Nel periodo estivo aumentano i disservizi e le carenze nella gestione dei servizi sociali comunali, che risentono della consuetudine di concentrare le ferie di tutti gli operatori nei mesi di luglio e agosto, con la conseguenza che talora, interi servizi comunali, non rispondono al telefono per giorni. A riscontrarlo è Telefono Arcobaleno, che sottolinea come, invece, in estate non diminuiscano le esigenze socio-assistenziali dei cittadini, delle famiglie, dei minori e degli anziani, ma addirittura in molte aree del Paese se ne registra un aumento.


"È importante - ha ribadito il Presidente dell'associazione, Giovanni Arena - valorizzare e incrementare l'attività di contrasto al fenomeno della violenza e dell'abuso sui minori attraverso decise azioni integrate e di sistema sull'intero territorio italiano". I disservizi maggiori sono stati riscontrati da Telefono Arcobaleno in Puglia, Campania, Lazio e Piemonte, in particolare nelle province di Bari, Taranto, Napoli, Latina e Alessandria, ma riguardano praticamente l'Italia intera.


La linea nazionale contro l'abuso sull'infanzia di Telefono Arcobaleno (800 025777), attiva 365 giorni all'anno, rileva: un considerevole aumento delle telefonate che principalmente riguardano separazioni conflittuali tra i coniugi, incremento dei casi di abuso sessuale e di quelli di impiego e sfruttamento di minori nell'accattonaggio. Aumentano i casi di emergenza gestiti direttamente da Telefono Arcobaleno, che riguardano principalmente il maltrattamento e l'incuria in Sicilia, Puglia, Lazio e Lombardia. L'associazione ha riscontrato anche l'esistenza di alcune realtà virtuose: è il caso dei servizi sociali di Prato, Lucca, Caserta, Brescia e Torino e delle polizie municipali di Roma, Milano, Firenze e Napoli.


2007 - redattore: LS - 30/07/07 - helpconsumatori.it

Caso Rignano, ''cose bruttissime da raccontare''

Tivoli - "Dice che sono successe 'cose bruttissime all'interno della scuola brutta, in una stanza in fondo' ma poi non vuole descriverle". Così l'avvocato Franco Merlino, legale di parte civile, spiega l'andamento dell'incidente probatorio con la testimonianza, oggi al Tribunale di Tivoli, della seconda bambina presunta vittima di abusi all'asilo 'Olga Rovere' di Rignano Flaminio, alle porte di Roma. I legali infatti sono usciti dal tribunale per pochi minuti visto che alle 12.50 c'è stata una breve sospensione dell'udienza.

Secondo il procuratore reggente della Repubblica di Tivoli, Elio Costa, "l'audizione si sta svolgendo serenamente e nel pieno rispetto della legge", mentre per l'avvocato Roberto Ruggero, anch'egli rappresentante di parte civile, la formula non è buona perché i bambini ‘’sono costretti a memorizzare qualcosa che dovrebbero invece dimenticare".

L'atto istruttorio si è tenuto in un'aula con giochi e arredi che ricordano l'ambiente familiare. Le domande vengono fatte da Angela Gigante (neuropsichiatra infantile) collegata con l'auricolare il gip Elvira Tamburelli e gli avvocati degli indagati e delle parti lese.


30/07/07 - romagnaoggi.it

Quanto guadagnano le comparse

In un periodo di fermento nel campo delle pensioni, ecco che mergono interessanti dati circa i vitalizi assegnati a tutti coloro che hano ricoperto cariche da parlamentare o senatore, anche per pochissimo tempo. Eccetto due personaggi, che vivono di politica, Rosa Russo Jervolino, che gode di una pensione di 9.947 euro al mese, e Walter Veltroni, che si vede accreditare ogni mese circa 9.014 euro, ma che provvede a donare in beneficienza, spuntano vari nomi a cui non ci si aspetterebbe venga attribuita una pensione.

Fra i primi, Vittorio Cecchi Gori, imprenditore e impegnato soprattutto nella realizzazione di film, niente a che fare con la politica, quindi, che prende, come “ricordo” di una sua partecipazione al Parlamento 4.725 euro al mese. Susanna Agnelli, sorella dell’”avvocato” che era senatore a vita, percepisce un vitalizio mensile di 8.455 euro mentre Silvano Boroli, impegnato come dirigente nella DeAgostini, per una fugace apparizione al Parlamento, per cui da anni non lavora più, si vede accreditare 3.108 euro mensili. Stesso compenso di Boroli, per Giovanni Divella, che, come dice il nome, si occupa più di pasta che di politica.

Concludono la sfilata Franco Zeffirelli, che fra un copione e l’altro di teatro, prende 4.725 euro mensili, Guido Rossi, che di tutto si occupa tranne che di politica, che prende 3.108 euro e il più “incredibile” di tutti: il Dottor. Luciano Benetton, proprietario dell’omonima azienda, abituato a operazioni da miliardi di euro, dirigente di una delle imprese più grandi d’Italia, che, per un passaggio quasi invisibile al Parlamento, riceve ogni mse 3.108 euro, denaro derivante, come sappiamo, dalle tasse degli italiani.

30/07/07 - expobg.it

Le ultime vittime di chi guida ubriaco

Tre giovani e una donna


Ultimo weekend di luglio. Ennesimo capitolo del libro nero della strada. Molti italiani si spostano per le vacanze e sull’asfalto rimane una lunga scia di sangue. Il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime di questo fine settimana è pesantissimo. Trentanove morti. La Lombardia, con otto morti in quindici ore, detiene il macabro primato. Dietro molti degli incidenti avvenuti, ancora una volta, l’alcol. A partire da uno dei più gravi. Domenica, intorno alle due del mattino, nella bassa bergamasca, lungo l’ex statale 11 Treviglio-Caravaggio, hanno perso la vita tre ragazzi.
Abitavano a Rivolta d’Adda e stavano tornando a casa dopo una serata passata al pub per festeggiare il compleanno di uno di loro. Improvvisamente il conducente della vettura, una Renault Clio, perde il controllo ed esce di strada, andando a sbattere contro un platano. L’impatto è devastante. I tre giovani seduti sul sedile posteriore vengono sbalzati fuori dall’abitacolo e muoiono sul colpo. Sono Jessica, di 16 anni, residente a Rivolta d’Adda, un ragazzo di 24 anni di Truccazzano nel milanese ed Emanuele, il ragazzo che quella sera festeggiava il suo ventiseiesimo compleanno. La ragazza seduta sul sedile posteriore, Simona, di 18 anni, è ancora ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Treviglio. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi.
In seguito alle analisi di prassi, nel sangue di Paolo, il ragazzo al volante dell’auto, è stata trovata una quantità di alcol quattro volte superiore a quanto previsto dalla legge. Non sono invece ancora chiare le cause dell’incidente, costato la vita a un ragazzo di 21 anni, avvenuto a Roma sabato notte. L’auto, con a bordo cinque ragazzi, si è ribaltata alle tre e trenta in via Ranuccio Bianchi Bandinelli, senza urtare nessun’altra vettura.
Ma la lista continua. Domenica mattina alle otto Enrico Romagnoli, 36 anni, sta tornando a casa, a bordo di un Pt Cruiser, dopo una serata con gli amici. All’altezza di Anzola, sulla via Emilia, a pochi chilometri da Bologna, invade la corsia opposta e travolge Giovanna Benni, pensionata di 69 anni, che viaggia sulla sua utilitaria. L’impatto è mortale, per la donna non c’è niente da fare. Per estrarre il corpo dall’ammasso di ferraglie della sua Panda, è stato necessario il soccorso dei vigili del fuoco. Romagnoli, praticamente illeso, è stato arrestato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.


Sabato a Cremona si è svolto un canovaccio molto simile. Gianluca Guazzi, una guardia giurata di 28 anni, si sta recando al lavoro a bordo della sua moto, una Yamaha. Lungo la provinciale 10, tra Piadena e Calvatone, un giovane ventiduenne ubriaco perde il controllo della sua Punto, esce dalla sua corsia e, con la parte anteriore sinistra della macchina, travolge la moto e la scaglia in un campo a lato della carreggiata. Guazzi muore sul colpo.
Si sono salvati per miracolo due dei tantissimi agenti, impegnati nel pattugliamento delle strade questo fine settimana. Un diciottene modenese sabato notte, ubriaco, viene fermato da tre pattuglie della polizia e, cercando di fuggire, investe un agente. Il giovane è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Il poliziotto se l’è cavata con un trauma cranico, quindici punti di sutura alla testa e altri cinque a un’arcata sopraccigliare.
A un ispettore del commissariato di Desenzano è andata meglio. Dopo aver intimato l’alt a una Citroën Berlingo, ha dovuto lanciarsi a lato della strada per non essere investito. Il conducente, immediatamente arrestato, è stato sottoposto al test alcolemico. Anche lui era ubriaco.


30/07/07 - ilgiornale.it

Basta con il femminicidio!

Ciudad Juárez, città messicana al confine con gli Stati Uniti, è stata definita dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani “capitale dei crimini contro le donne”. Dal 1993, si registrano oltre 400 donne uccise - spesso dopo essere state torturate stuprate e mutilate - e oltre 600 scomparse. Abbiamo incontrato Marisela Ortiz Rivera, una delle fondatrici di Nuestras Hijas de Regresso a Casa - associazione di parenti e amici delle donne assassinate - che è stata in Italia, anticipando di pochi giorni l'arrivo del presidente messicano Calderon.

Basta con il femminicidio !

“Benvenuti a Juarez, il Municipio più dinamico e progressista della frontiera nord del Messico…”. Si apre con questa frase il sito istituzionale di Ciudad Juarez, con i saluti di Héctor Murguía Lardizábal, governatore del Municipio. La città oggi conta circa un milione e mezzo di abitanti, e prende il nome dal Benemerito Don Benito Juarez, illustre personalità messicana che ricoprì anche la carica di Presidente della Federazione ed è tuttora ricordato per il suo impegno in difesa dei diritti di libertà del popolo messicano. Bagnata dal Rio Bravo, che fa da confine naturale con gli Stati Uniti, è il primo passo per i gringos nel “cortile di casa”. È illuminata da luci al neon che lampeggiano nelle strade del centro, tirato al lustro con i soldi facili del narcotraffico, delle maquiladoras (fabbriche di assemblaggio di proprietà straniera che godono di particolari privilegi fiscali) e del turismo. Ma per le giovani donne, che arrivano a Juarez da tutto il Messico in cerca di un lavoro, malpagato e senza nessun diritto riconosciuto, il benvenuto non è scontato, e neppure la difesa dei diritti alla libertà tanto cari al Benemerito. La maggior parte di loro si stabilisce nelle Colonias, le zone periferiche della città, dove vivono le persone povere. Qui, ombre di assassini si aggirano per le strade buie, liberi e impuniti.

Dal 1993, anno in cui si è iniziato a contarle in maniera sistematica, si registrano oltre 400 donne uccise - spesso dopo essere state torturate stuprate e mutilate - e oltre 600 scomparse. Cifre probabilmente sottostimate, anche perché è difficile contare sui dati ufficiali, ma che fanno già rabbrividire, tanto da aver portato alcuni studiosi (per lo più antropologi), alla coniazione di un triste neologismo, il femminicidio. Ma gli omicidi di donne raggiungono cifre allarmanti anche nel resto del Messico, così come in Guatemala, El Salvador e in tutto il Centroamerica. Questo fenomeno viene per lo più ignorato dall'opinione pubblica e considerato dalle autorità locali inesistente, probabilmente per non turbare equilibri di questi paesi, già precari. Tra tutte, Ciudad Juárez è stata definita dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani “capitale dei crimini contro le donne”.

Loro, le donne e le loro famiglie si sentono abbandonate e impotenti di fronte a tanta violenza e impunità. Per questo nel 2001, Marisela Ortis Rivera insieme ad altri familiari e amici delle vittime di questi assurdi femminicidi, hanno deciso di fondare l'associazione “Nuestras Hijas de Regresso a Casa” (le nostre figlie di ritorno a casa), con l'intento di creare una rete di solidarietà tra le famiglie che hanno perso una parente, ma anche con quello di far sapere al resto del mondo cosa succede a Ciudad Jurez e avere finalmente giustizia. E' con questo intento che la signora Ortiz Rivera, per la prima volta in Italia, ha partecipato a fine maggio, ad una serie di iniziative in alcune città della penisola, per dire cosa succede ancora nella sua città, e affinché Ni una mas, (non una di più) sia vittima di questa inconcepibile morte.

Marisela Ortiz Rivera è stata l'insegnate di Lilia Alejandra Garcia Andrade, 17 anni, ritrovata morta dopo cinque giorni di torture e sevizie, in un campo incolto. Solo allora la signora Ortiz Rivera ha capito che quello che raccontavano i giornali e le autorità erano solo falsità, “dei veri e propri insulti all'intelligenza umana”, così ha deciso di prendere coraggio per difendere la memoria della sua allieva e quella di tutte le altre vittime e chiedere giustizia.

La professoressa ha risposto ad alcune domande:

Come si vive oggi a Ciudad Juarez ?

Ci sono due posizioni predominanti: una parte degli abitanti che vive nel terrore, sono quelli colpiti da vicino da questi omicidi, sconvolti per l'accaduto e ancora con la paura che possa succedere di nuovo perché magari hanno altre donne a rischio in famiglia. Anche gli attivisti vivono nel terrore quelli che come me lavorano per fare giustizia, io stessa sono stata minacciata di morte più volte; poi c'è l'altra parte della popolazione che non si rende conto di quello che succede, che legge i giornali, vede i telegiornali e sente le dichiarazioni di polizia e amministratori pubblici, loro minimizzano il problema, fanno credere che riguardi solo una tipologia di donne, prostitute, drogate, che magari vanno in giro la notte vestite in maniera provocante, o magari hanno delle relazioni con uomini violenti.

Non è così ?

No, non è solo così. Questi omicidi colpiscono donne che in comune hanno solo la modesta estrazione sociale e il fatto di trovarsi sole e indifese. Molte di loro lavoravano nelle Maquiladoras, quindi spesso uscivano di casa con camice da lavoro lungo fin sotto il ginocchio, non certo con vestiti provocanti quindi. Mass media e autorità locali tendono a rassicurare i cittadini, criminalizzando le vittime, per far credere che le persone per bene, non hanno di che preoccuparsi. È una strategia per tranquillizzare la gente, capita spesso che i giornali mettano in prima pagina le foto delle vittime, delle quali magari non si sa ancora neppure il nome ma loro sanno già che era una prostituta. I parenti non sono stati neppure avvisati, e si ritrovano le foto agghiaccianti delle loro care sui giornali e oltre al dolore per il fatto in sé, si aggiunge quello per le menzogne che vengono raccontate.

Che motivo hanno le autorità e i mezzi di comunicazione di comportarsi così? Coprono qualcuno e così facendo si rendono complici di questi omicidi. Dietro questi assassini ci sono i clan mafiosi, i narcotrafficanti. Juarez, è ormai un centro nevralgico di traffico di droga con gli Stati uniti, più importante persino di Medellin o di altre città note per questi traffici. Girando per strada si vede ricchezza e benessere nel centro e miseria e discriminazione nelle periferie. I cadaveri di queste donne, bambine, madri, studentesse, vengono ritrovati con dei segni di estrema violenza, sessuale e non solo. Alcuni con dei veri e propri messaggi incisi nel corpo, destinati ad altri gruppi mafiosi. Le persone coinvolte sono dei pezzi grossi, degli intoccabili. La polizia e le autorità spesso sono coinvolte direttamente, o indirettamente rendendosi cosi complice anche di questi crimini. Da un po' tempo a questa parte non fanno ritrovare neppure i cadaveri, così da non andare ad aumentare la lista ufficiale di assassinate.

Perché tanta violenza nei confronti delle donne ?

Non è semplice da spiegare. È un problema sociale molto complesso, il fatto che le donne debbano spostarsi da sole in un'altra città per trovare lavoro, la situazione di città di frontiera quale è Juarez, riti di iniziazione che vengono richiesti per far parte di clan malavitosi. L'impunità nella quale queste persone agiscono non fa altro che dare un senso di onnipotenza a questi criminali e rendere sempre più complicata la soluzione dei crimini e la giustizia.

Vi siete rivolti alle Istituzioni Federali ?

Si, ai tempi di Vincente Fox, furono individuati un centinaio di responsabili di negligenza, per la conduzione delle indagini e per l'impunità dei responsabili, quando individuati. Ma poi non è successo nulla, perché la questione è rimasta interna allo Stato di Chihuhaua e poi il tutto è andato in prescrizione. Ho avuto anche modo di incontrare personalmente Felipe Calderon, prima che venisse eletto Presidente. Ascoltò con attenzione e con le lacrime agli occhi, promettendo di impegnarsi per risolvere questa gravissima situazione. Ma ora che è alla presidenza, abbiamo chiesto udienza più volte in questi mesi, ma nessuno ci ha dato ancora risposta. Paradossalmente è più facile richiamare la sua attenzione dall'estero, piuttosto che in Messico.

È per questo che ha deciso di portare all'attenzione internazionale la sua battaglia per la giustizia ?

Si, i politici messicani sono molto interessati all'opinione che hanno di loro all'estero. Per questo per me è più facile ed efficace, parlare all'estero che nel mio Paese. Se quello che succede a Juarez succedesse in un paese europeo sarebbe inammissibile e provocherebbe delle reazioni immediate. Per fortuna stiamo ricevendo molta solidarietà, e questo è molto importante per noi, non sentirci soli, e sapere che dall'altra parte del mondo ci sono persone che ci sostengono, ci dà la forza per continuare.

Avete l'appoggio della Chiesa Cattolica ?

No, l'appoggio si limita alla solidarietà di qualche sacerdote sensibile, che magari dedica una giornata di preghiera per le vittime. Ma il vescovo della città per esempio ha preso una posizione vergognosa e denigrante per noi amici e familiari delle vittime. Ha dichiarato che questi fatti succedono a persone lontane dalla chiesa, prive di valori e per questo punite. Non vogliono che si parli di questo problema sociale perché dà una brutta immagine della città, in realtà noi sappiamo bene che tante chiese sono state costruite con i soldi dei narcotrafficanti, che vivono sotto la protezione delle istituzioni, anche di quelle ecclesiastiche.

Cosa si può fare da qui per la vostra causa ?

Per noi è molto importante che nel resto del mondo di sappia quello che succede a Ciudad Juarez, la diffusione delle notizie è fondamentale. La solidarietà che riceviamo non ci fa sentire sole i consigli e il sostegno di tutti ci danno la speranza che presto si possa avere giustizia sociale e politica per queste vittime innocenti.

Il 30 maggio scorso Marisela Ortiz Rivera ha incontrato il Presidente della Camera Fausto Bertinotti. Un'occasione per mettersi subito a lavoro visto che l'Italia ora siede nella Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

30/07/07 - di: Elvira Corona - ecplanet.com

Povertà: più servizi, meno carità

«Più servizi e meno trasferimento di denaro». Così può essere sintetizzata la ricetta che Caritas Italiana, in collaborazione con la Fondazione Zancan, offre al Governo per una più efficace lotta alla povertà. Nei giorni scorsi a Roma è stata presentata un'anticipazione del Rapporto 2007 su "Emarginazione ed esclusione sociale", che sarà pubblicato in ottobre. Una scelta, quella di anticipare i tempi dettata, ha spiegato mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana dal desiderio di «dare un contributo competente, motivato e tempestivo per il prossimo Dpef».

Dal Rapporto emerge innanzitutto la disparità sociale: «L'Italia non è il posto dell'uguaglianza né delle opportunità», ha proseguito mons. Nozza, tanto che più di altri Paesi europei presenta grandi differenze tra chi vive in un discreto benessere, chi tutti i giorni lotta per non oltrepassare la soglia della povertà e chi dentro la povertà ci sta da tempo e non intravede nulla di nuovo per il futuro.
La soglia della povertà in Italia è calcolata diversamente da altri Paesi in riferimento al consumo e non al reddito, alla famiglia e non all'individuo; così una famiglia viene considerata povera quando la sua possibilità di consumo è inferiore a quella media della famiglia italiana. Tale cifra si aggira sui 900 euro per un nucleo di due persone. Cosi abbiamo 7,5 milioni di italiani sotto tale soglia, a cui si devono aggiungere altre 900.000 famiglie che la superano di 10 o al massimo 50 euro la soglia.

Il 13% degli italiani sono poveri. «Ma - sottolinea mons. Giuseppe Pasini, Presidente della Fondazione Zancan - il problema è ancora più grosso perché da dieci anni il numero dei poveri è rimasto immutato, fermandosi al 13,1% della popolazione, mentre il resto del Paese cresce di reddito e consumi».
Un fenomeno tutto italiano, accompagnato da tante fragilità come i conti pubblici, le imbarazzanti divergenze tra Nord e Sud, la tragica carenza di innovazione, l'elevata disuguaglianza sociale ed economica, la sperequazione del reddito pro-capite, che è spiegato da almeno tre ragioni: «Primo, l'Italia manca di un piano di lotta alla povertà». E' disseminata di "buone intenzioni" ma «esse non si sono mai tradotte in un piano esplicito, serio, organico di lotta». Secondo, spiega mons. Pasini, «c'è un legame stretto tra povertà e denatalità». Le famiglie con più figli sono più esposte alla povertà. Un figlio in più è una crescita del rischio di impoverimento. «Occorre allora una seria politica a sostegno della famiglia, alla quale l'attuale Governo sembra ben intenzionato ad incamminarsi ma che manca ancora di attuazione e concretezza». Infine, «la povertà produce e alimenta la esclusione sociale». C'è un rapporto di causa-effetto perché «chi è impegnato nella sopravvivenza quotidiana non ha né il tempo né la voglia di occuparsi della "cosa pubblica".

Che fare? La Fondazione Zancan, per bocca del direttore scientifico Tiziano Vecchiato, propone un «piano strategico capace di avviare un percorso che non è soltanto operativo ma anche di condivisione e di integrazione di responsabilità». Due le scelte di medio e lungo termine: passare «da trasferimenti monetari a servizi», per un migliore governo della qualità di risorse oggi disponibili e poi passare «da una gestione centrale a una decentrata, per una diretta responsabilizzazione nella gestione e nella verifica di efficacia, oltre che per dare una attuazione alla modifica del Titolo V della Costituzione in materia di decentramento».

In Italia i soldi per il sociale non mancano, ma secondo i relatori del Rapporto sono gestiti male. Il trasferimento monetario caratterizza i vecchi sistemi di welfare ad ispirazione socio-assistenziale, dove lo Stato eroga denaro a persone aventi diritto (anziani, disabili.ecc). Occorre invece puntare ad erogare e potenziare i servizi; in questo modo si lavora per «bisogni verificati, per un'integrazione sociale, e coscienza dei diritti e dei doveri della cittadinanza», si legge nel Rapporto. Un esempio?
L'accompagnatoria per gli anziani che potrebbe essere sostituita con un servizio adeguato e migliore. Inoltre la sperimentazione del Reddito di inserimento ha messo in evidenza come avrebbe più senso parlare di "piano di inserimento sociale con il sostegno del reddito", enfatizzando cioè il fine principale (l'inserimento sociale) e non il mezzo (il reddito minimo). In questo allora si comprende come un decentramento aiuterebbe molto in efficacia ed efficienza. La strada legislativa è già stata aperta nel 2000, così, hanno concluso mons. Nozza e mons. Pasini, non resta che percorrerla con coraggio.

Michele Trabucco - 30/07/07 - gvonline.it

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