Sessualita' precoce crea problemi

WASHINGTON - Chi perde la verginita' molto presto o molto tardi nella vita e' piu' esposto a problemi sanitari sessuali. Gli scienziati della Columbia University hanno scoperto che chi comincia presto nella vita (cioe' prima di 14 anni) ad avere rapporti sessuali e' piu' esposto a sviluppare fattori di rischio, come un alto numero di partner o fare sesso sotto l'effetto dell'alcol.

I ricercatori hanno stabilito in 17/18 anni l'eta' media 'corretta' per perdere la verginita'.


05/12/07 - studiocelentano.it

Quel locale a base di sesso e droga

Quanto è diffuso il fenomeno? E quanta roba circola nei locali gay?


Gentile redazione, le scrivo dopo qualche settimana dai fatti. Confesso di non averlo fatto subito perché non pienamente convinto che rendere pubblico quello che vi sto per raccontare potesse giovare alla nostra comunità gay, già così tanto bistrattata dai politici, e tropopo spesso da noi stessi. Alla fine ho sentito di doverlo fare: perché quello che ho visto non mi fa stare bene. E vengo ai fatti.

Circa un mese fa mi sono recato per la prima volta in un locale di Milano. Ero andato in quella città con amici per ballare, stare in compagnia e divertirmi, non lo nego, anche sessualmente. Dopo essere andato in posti che già conoscevo ho deciso di finire la serata in un locale nel quale non ero mai stato ma che tutti mi descrivevano come "molto divertente". Si trattava di un cruising, cioè un posto dove trovare esattamente quel tipo di divertimento. Appena mi sono messo a "esplorare" il posto ho notato subito che era in corso un naked party, cioè una festa in cui per entrare ti dovevi spogliare completamente. Non mi era mai capitato, almeno qua in Italia, e quindi ne sono rimasto piacevolmente sorpreso.

Ma non appena mi metto a girare per i corridoi, i camerini e le dark qualcosa inizia a non tornarmi. Vedo gente che dorme sui divanini e che probabilmente non si sveglierebbe neanche con le cannonate visto la musica altissima. Mi chiedo come facciano. Vedo persone che al posto del preservativo, legato ai polsi e tenuto dalla chiavina dell'armadietto, tengono il popper. Tutti ce l'hanno e quindi lo usano. Vabbè. Io ho smesso un po' di tempo fa impaurito dopo aver letto i danni che causa al cervello.

Non finisce qua. Continuo a girare e noto che fra un'orgia e quell'altra (scusate i termini da è inutile nascondere quello che succede nei cruising) in tanti usano uno spray, del tutto simile a un normale deodorante. Spruzzano il liquido su un foglietto che poi si mettono in bocca. Vedo qualcuno che si impasticca in bagno, con la porta aperta.

Nessuno sta usando il preservativo.

Uno mi ha offerto una striscia di coca. L'ho fatto con ancora in corpo l'alcol del locale precedente.

Sono andato via di là pensando a quello che avevo visto e fatto. Avevo capito che le vecchie canne non vanno di moda. Ok. Ma non mi era ancora del tutto chiaro cosa fosse quello spray e ancora non so di cosa si trattasse. All'ingresso, però, ho letto che era vietato usare una droga che si chiama ghb. Su internet leggo che la chiamano "la droga dello stupro" perché la assumi e sei disinibito come non mai. Peccato per gli effetti collaterali che sono devastanti.

E adesso capisco come alcuni potessero dormire come angioletti nonostante il frastuono.

04/12/2007 - gay.it

Umbria. Morte 30 persone per overdose

23 nella provincia di Perugia


Lo scorso anno in Umbria hanno perso la vita per overdose 30 persone. Di queste, 23 nella provincia di Perugia e 7 nel Ternano, con un tasso di mortalita' per droga sempre del 5,3 per 100 mila abitanti di eta' compresa tra i 14 e 64 anni. L'86,6 per cento dei morti era di sesso maschile, mentre i 4 casi di morte di donne si sono verificati nella provincia di Perugia, 3 di queste avevano dai 20 ai 34 anni.
Questi ed altri dati sulla consistenza del fenomeno droga in Umbria, ma anche sul consumo di tabacco e alcol, sono stati forniti oggi a Foligno nella conferenza sulle dipendenze.

Le fasce d'eta' piu' colpite dalle morti per droga sono quella dai 20 ai 24 anni (con il 23,3 per cento dei decessi) e quella tra i 40 e 44 anni, con la stessa percentuale. Il 16,7 per cento aveva tra i 25 e 29 anni e il 13,3 per cento tra i 30 e i 34 anni.
Dall'esame tossicologico risulta che nel 90 per cento dei casi la sostanza primaria causa della morte e' l'eroina, pura nel 20 per cento dei casi oppure associata alla cocaina (nel 30 per cento dei casi), o all'alcol (nel 26,7per cento).
I tre casi di morte che hanno come causa primaria la cocaina interessano la fascia d'eta' piu' giovane, da 20 a 24 anni, e si sono verificati tutti nella provincia di Perugia. In due casi la cocaina era l'unica sostanza presente all'esame tossicologico, in un caso era invece associata all'alcol.
Il 73 per cento delle persone morte e' risultato residente in Umbria, per i morti nella provincia di Terni la percentuale e' del 100 per cento. Soltanto due morti risultano essere stranieri, mentre gli italiani provenienti da altre regioni sono 6 di cui 3 provenivano dalla provincia di Siena, gli altri da Agrigento, L'Aquila e Roma (un caso per ciascuna provincia).

In Umbria nel 2005 sono stati sequestrati intorno a 65 chili di hashish, 34 di marijuana, 14 di cocaina e 7 di eroina.
Sempre nel 2005, l'11 per cento dei ragazzi di eta' compresa tra i 15 e 24 anni aveva fumato cannabis negli ultimi trenta giorni e dallo 0,9 al 3,7 per cento consumava cannabis quotidianamente. Il 24,7 per cento di giovani tra i 15 e i 19 anni ha dichiarato di aver fumato cannabis meno di 5 volte negli ultimi 12 mesi, il 5,3 per cento ha consumato cocaina meno di 5 volte, il 2,6 stimolanti e allucinogeni, l'1,8 eroina.
Dal 2000 al 2004 si sono verificati 160 ricoveri per dipendenza da droghe, per il 65 per cento la causa e' stata la dipendenza da oppiacei, mentre i ricoveri per abuso di sostanze senza dipendenza sono stati 143.

La prevalenza di casi di positivita' all'Hiv nelle persone seguite dai servizi per le dipendenze e' stata di 105 casi, il 3,2 per cento del totale degli utenti.
Quanto ai reati per droga, sempre nel 2005 le persone segnalate all'autorita' giudiziaria per reati correlati a stupefacenti sono state 538, il 90 per cento maschi, l'1,7 per cento minorenni, il 46 per cento stranieri. Nel 73,5 per cento dei casi e' scattato l'arresto.
Nel 2004 le segnalazioni alle prefetture per possesso di stupefacenti sono state 770, il 50,7 per cento era di fuori regione e il 49 per cento era in possesso di sostanze leggere.

Per quanto riguarda i detenuti nei quattro istituti penitenziari regionali, 286 (il 28 per cento) avevano problemi di droga.
Il numero totale degli utenti in cura ai servizi pubblici (sempre nel 2004) per le dipendenze era di 3.315. Con un'utenza di 59 soggetti per 10 mila abitanti di eta' compresa tra 15 e 64 anni, l'Umbria si colloca al di sopra della media nazionale per il tasso di utenti in trattamento. L'84 per cento dei soggetti in trattamento era di sesso maschile e per l'85,4 per cento la sostanza primaria di consumo e' l'eroina, per il 7,2 per cento la cannabis, per il 6,2 per cento la cocaina, lo 0,4 per cento aveva fatto uso di ecstasy e lo 0,4 per cento di benzodiazepine.

Nel 2005 in Umbria sono stati venduti un milione 254.771 chilogrammi di prodotti del tabacco, di cui il 98 per cento erano sigarette. Il consumo di tabacco generalmente ha inizio in giovane eta': sempre nel 2005 il 44 per cento della popolazione scolare umbra di eta' compresa tra i 15 e 19 anni, ha dichiarato di aver consumato tabacco negli ultimi 12 mesi. Nel 2003 il 22,1 per cento dei quattordicenni umbri si dichiarava fumatore. Dal 1993 al 2003 i fumatori maschi sono passati dal 30, 9 per cento al 26 per cento, mentre le fumatrici sono aumentate dal 17,7 per cento al 18,5, una percentuale piu' alta in Umbria rispetto all'Italia. Nel 2004 le ragazze umbre, di eta' compresa tra i 15 e i 19 anni occupavano, con il 23 per cento, il quarto posto di tutte le regioni italiane per un consumo giornaliero di 5 sigarette, i ragazzi della stessa eta', con il 18 per cento occupavano il 15/o posto. I ricoveri attribuibili al fumo hanno avuto un andamento in leggera diminuzione dal 2001 al 2003 con 27 mila 725 ricoveri nel 2001, 26 mila 302 nel 2003.

Nel caso del consumo di alcol nel 2005 erano in trattamento nei servizi pubblici per problemi alcocorrelati mille 699 utenti, in costante aumento dal 1995. Nel 2003 si stimava che 500 persone e le loro famiglie frequentassero gruppi di auto-mutuo-aiuto per problemi alcolcorrelati. Nel 2003 il tasso di ospedalizzazione per diagnosi attribuibili all'alcol era di 125 ricoveri per 100 mila abitanti, in calo rispetto a 153 del 2000. Negli anni 2000-2004 il tasso di mortalita' medio per cirrosi alcolica del fegato e' stato dell'1,0 per 100 mila abitanti maschi e 0,4 per le femmine. Nel 2005 l'85,8 per cento dei ragazzi e l'86,4 per cento delle ragazze di eta' compresa tra i 15 e 19 anni che frequentano la scuola dichiarava di aver consumato alcol nell'anno, il 39,9 per cento di essersi ubriacato da 1 a 5 volte nell'anno, il 7 per cento delle ragazze e il 12 per cento dei ragazzi ha dichiarato piu' di 5 episodi di ubriacatura nell'anno.


04-12-2007 - droghe.aduc.it

"Smaltisco e riparto": campagna per il divertimento sicuro

Viterbo - Da qui nasce il progetto "Smaltisco e… riparto", "per il quale - ha illustrato l'assessore Rizzello - abbiamo siglato una convenzione con una cooperativa sociale.

Il nostro piano d'azione è di individuare all'entrata dei locali da ballo il soggetto che ha guidato e avrà quindi la responsabilità di farlo anche a serata conclusa. Gli verrà apposto un timbro sulla mano e concesso di entrare nel locale con il 50% di sconto sul biglietto d'ingresso. All'uscita, sempre su base volontaria, il personale della cooperativa gli proporrà di sottoporsi all'alcol test. Se dovesse risultare in stato di ebbrezza, il ragazzo verrebbe invitato ad attendere in un'apposita sala di compensazione, per smaltire la sbornia. Oppure a far guidare un amico sobrio".

L'obiettivo? "Fare in modo che sorga un maggiore senso di responsabilità da parte di ognuno. Fra le nostre priorità - ha aggiunto il presidente - c'è mandare un messaggio preciso ai giovani, cioè che ci si puó divertire senza mettere a rischio la vita. Cosí vogliamo dare un contributo alla prevenzione delle stragi del sabato sera, in modo che i ragazzi assumano un atteggiamento diverso nei confronti del divertimento".

E sempre sul concetto di prevenzione ha chiuso Rizzello. "Credo che un'impostazione punitiva e repressiva da sola non basti per far diminuire l'uso di alcol e aumentare la sicurezza sulle strade. Quello che invece ritengo indispensabile - ha concluso l'assessore - è che i giovani diventino consapevoli del rischio a cui vanno incontro guidando in stato di ebbrezza. Un pericolo per loro stessi, ma anche per tutti gli altri utenti della strada. Questo progetto riteniamo sia piú efficace rispetto alle campagne simili, basate unicamente su messaggi pubblicitari, perché fa percepire direttamente al guidatore la pericolosità del proprio stato di ebbrezza, e quindi i rischi che corre e le responsabilità che si assume al momento di mettersi al volante". Il progetto, che partirà nei prossimi giorni in un locale in fase di individuazione, punta a essere esteso nel corso del 2008 anche ad altri pub e discoteche, per essere accompagnato anche da spot e messaggi video (red).


04-12-2007 - asgmedia.it

Le strane domande per non perdere la patente

Se la Circolazione sospetta problemi di alcolismo potrebbe rivolgere, attraverso un questionario psicologico, domande bizzarre


Chi viene pizzicato alticcio, o peggio, completamente ubriaco al volante, si sa, può correre diversi rischi. Rischi legati alla propria vita e quella altrui. Ma anche una lunga serie di sanzioni amministrative e penali. Chi oltre passa i limiti e decide di mettersi ubriaco alla guida della propria autovettura sappia che potrebbe trovarsi a rispondere a un curioso questionario con una lunga, anzi infinita serie di domande. Domande molto particolari che normalmente vengono sottoposte nei casi in cui la sezione della circolazione deve determinare l’idoneità alla guida nel caso vi sia un sospetto che il conducente abbia problemi di alcolismo.

Per non perdere la patente i conducenti sotto esame dovranno apporre una crocetta su vero oppure falso a domande del tipo “mi piacciono i bambini”, “sono soddisfatto della mia vita sessuale”, “credo che ci sia un Dio”, “ho la diarrea una volta al mese o più spesso” e così via per un totale di oltre 150 domande. Domande, curate dagli esperti della associazione Ingrado, che hanno catturato la nostra attenzione. Anche perché ci è sfuggito il nesso con i problemi di alcool al volante. Abbiamo cercato le prime risposte ai nostri quesiti a Camorino, presso l’ufficio giuridico della Sezione della circolazione. Dove però ci hanno consigliato di rivolgerci direttamente a Ingrado, l’ente responsabile delle perizie psicologiche.

In giornata abbiamo cercato qualcuno presso l’associazione Ingrado per capire con quali finalità vengono poste le domande e con quali obiettivi, ma purtroppo non è stato possibile parlare con lo psicoterapeuta incaricato. Intanto un consiglio possiamo azzardarlo: se non volete trovarvi davanti a imbarazzanti questionari, niente alcool al volante.


04-12-2007 - new.ticinonews.ch

In Emilia-Romagna 144 morti nel 2007

Incidenti - “E' meglio un ragazzo che torna a casa senza patente piuttosto che una patente che rimane senza proprietario”. Il monito arriva da Giovanni Di Salvio, dirigente della Polstrada dell'Emilia-Romagna. Dall’inizio del 2007 in regione sono morte sulle strade 144 persone, 13 ogni mese. 8.506 gli incidenti totali, di cui 123 mortali. Sono cifre da capogiro relative alla all’incidentalità stradale in regione, nonostante i numerosi controlli (100mila gli automobilisti fermati).

L’occasione per mettere in luce queste cifre è stata la presentazione dello stand della Polizia Stradale al Motor show di Bologna dal 7 al 16 dicembre, al padiglione 9.
Sono stati 98.381 gli automobilisti controllati, 25.727 quelli sottoposti ad alcoltest e 3.937 quelli multati. Di questi 3.659 per guida in stato d’ebbrezza, il resto per aver assunto droghe prima di mettersi alla guida dell’auto.

Quasi 9mila controlli al mese, quindi, sulle strade dell’Emilia-Romagna. Un numero in crescita rispetto ai dati dell’anno precedente (8.468 al mese), così come in aumento sono i controlli con etilometro alla mano, in novembre già superiori a quelli effettuati per tutto il 2006.


05/12/07 - romagnaoggi.it

Droga, se manca la sanzione sociale

La cocaina è tornata alla ribalta della cronaca. Da una parte, l'inchiesta che ha coinvolto Azouz Marzouk, il sopravvissuto della strage di Erba; dall'altra i dati diffusi da PrevoLab. Condannati a fare della droga un consumo di massa?

La cocaina è tornata alla ribalta della cronaca. Da una parte, l'inchiesta che ha coinvolto Azouz Marzouk, il sopravvissuto della strage di Erba; dall'altra i dati sconcertanti diffusi da PrevoLab, l'osservatorio sulle tossicodipendenze della Regione Lombardia. Nel primo caso, il giovane tunisino che un anno fa aveva perso moglie, figlio e suocera, è stato coinvolto in una brutta storia di spaccio. Giudizio sospeso fino al pronunciamento della magistratura, ma dalle intercettazioni pubblicate sui giornali, emerge un quadro piuttosto desolante. Al di là delle responsabilità penali, Azouz è un uomo che dice di "pippare" per ripicca, di amare il lusso e le belle macchine, oltre ad essere disponibile a fare sesso a pagamento. Il tutto, inserito nel contesto della Milano bene, fatta di conoscenze importanti e di certi locali alla moda, dove chi si droga e scopa a piacimento fa soltanto parte della tribù.

Un fenomeno fotografato anche da Prevolab, secondo cui nel 2010 i consumatori italiani di cocaina potrebbero aumentare del 40% rispetto al numero attuale. In concreto, un esercito di 800mila - 1,1 milioni di persone, pari al 3% della popolazione italiana fra i 15 e i 54 anni. Per l'eroina, invece, è previsto un aumento tra il 10% e il 20%, soprattutto nella fascia dei giovani. Per la cannabis, infine, la previsione è quella di ''un forte aumento del numero di consumatori, dai 3,5 milioni attuali a circa 4,5 milioni nel 2010''. I dati parlano da soli e corredano, se ce ne fosse mai bisogno, le ricerche delle Asl di Firenze e Torino che addirittura avevano trovato tracce di coca negli scarichi cittadini dell'Arno e del Po.

E' dura ammetterlo ma la droga è entrata ormai definitivamente nelle abitudini di massa del Belpaese. Certo, per un 3% ce ne è un 97% che si tiene alla larga da certe sostanze, ma quando un consumo deviante arriva a coinvolgere centinaia di migliaia di persone, se non milioni, la situazione si complica.

Ragionare sulle possibili soluzioni significa aprire una discussione molto lunga e complessa. In ogni caso, la repressione da sola non basta, perché le abitudini in molti casi sono iscritte in una cultura, intesa come condivisione di valori, norme e comportamenti. Ed è proprio qui il cuore del problema: l'assenza di una chiara sanzione sociale verso l'assunzione di sostanze stupefacenti. Ovvero, la capacità di far passare nell'immaginario giovanile, negli ambienti alti come in quelli medi, che la droga è merda, indipendentemente dalle politiche più o meno proibizionistiche. Far capire cioé, che il problema non è lo sballo, ma la smaniosa voglia di ricercarlo, che esistono modi differenti di stare insieme e di crescere e che la vera trasgressione è essere e rimanere semplicemente normali.

Obiettivo difficile da raggiungere se mancano progetti legislativi ed educativi chiari, se chi è contro la droga non ha il coraggio di testimoniarlo nei propri ambienti, se settori deviati dello showbiz continuano a lucrare anche sulle tragedie, creando di fatto dei disadattati. Ci vuole un surplus di impegno e di speranza, una boccata di aria pulita che cambi i giovani, ma parta da adulti e valori credibili. Se questo non avviene, la catena si spezza. E tutto il resto è vuoto.


05/12/2007 - korazym.org

Un farmaco simula buon umore come nel jogging

Londra - La sensazione di benessere che si prova dopo un'ora di jogging potrebbe presto essere concentrata in una pillola anti-depressiva, in grado di attivare specifici geni nel nostro cervello. Studiando i topi, un gruppo di ricercatori della Yale University ha infatti scoperto il segreto per cui lo sport aiuta le persone a sentirsi meglio, a scaricare le tensioni, e a liberarsi dei brutti pensieri. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, potrebbe aprire la strada a farmaci piu' efficaci contro la depressione.

Anche se e' noto da sempre che 'mens sana in corpore sano', come sentenziavano gia' i latini, il collegamento tra l'esercizio fisico e il buon umore non e' mai stato spiegato a fondo. Per scoprirlo, gli scienziati hanno analizzato i geni che si attivano durante l'attivita' fisica nei neuroni di una particolare regione del cervello chiamata ippocampo, dove agiscono quasi tutti gli antidepressivi. Hanno osservato un gene chiamato Vgf che si 'accende' piu' degli altri. Questo gene e' collegato a un fattore di crescita coinvolto nello sviluppo delle cellule nervose. Il passo successivo e' stato quello di realizzare una versione chimica del fattore di crescita.

I test sui topi hanno mostrato che questo e' capace effettivamente di simulare l'effetto benefico dell'attivita' sportiva, modificando il comportamento delle cavie in modo quasi equivalente all'azione antidepressiva dei farmaci negli esseri umani. Secondo i ricercatori, in futuro una pillola basata sul gene Vgf potrebbe offrire una efficacia persino superiore agli attuali trattamenti. Ma gli esperti raccomandano: la miglior soluzione per le persone con disagi psicologici resta ancora quella di fare attivita' sportiva, anziche' simularne l'effetto.

AGI Sanità - 04/12/2007 - paginemediche.it

Cibi fritti e troppo cotti: cresce il rischio tumore

MILANO (4 dicembre) - Quelle patatine fritte così invitanti, quelle crosticine belle abbrustolite, e quel pane tanto bruscato sono un rischio per la nostra salute. Parola di esperti europei, che invitano a evitare di cuocere troppo gli alimenti e a cercare di ridurre il consumo di patatine fritte, croccanti, biscotti caramellati e altri cibi ricchi di acrilamide. Le raccomandazioni arrivano da un progetto europeo da 5 milioni di sterline, che ha cercato di fare il punto sui rischi per la salute legati a questo composto chimico, l'acrilamide, presente in un gran numero di cibi fritti o arrostiti, dal pane, al caffè, ai cereali per la prima colazione.

Già l'Organizzazione mondiale della sanità aveva classificato l'acrilamide come un potenziale cancerogeno. Ora l'Heatox Project, che ha riunito oltre 40 studi condotti sul tema, conclude che «sono state rafforzate le evidenze che l'acrilamide espone al rischio di cancro gli esseri umani», come riferisce il britannico Telegraph. Una conclusione rafforzata da uno studio olandese che ha coinvolto oltre 120 mila persone seguite per 11 anni, pubblicato su Cancer Epidemiology dall'università di Maastricht.

Ebbene sembra, in particolare, che le donne che mangiano più fritti o cibi ricchi di acrilamide, risultino più a rischio di tumore alle ovaie o all'utero. Ma è virtualmente impossibile eliminare completamente dalla dieta piatti che contengano acrilamide. Il fatto è che, «rispetto ad altri cancerogeni alimentari, l'esposizione all'acrilamide espone a maggiori rischi, secondo le stime, i consumatori europei», avvertono gli autori del rapporto Heatox. Il progetto conclude che questa sostanza non è la sola da dover temere.

Di oltre 800 composti indotti dal calore nel cibo, circa 50 sono potenzialmente cancerogeni in base alla struttura chimica. Il progetto, durato 3 anni e condotto da 24 istituzioni di 14 Paesi, ha studiato i livelli di acrilamide in una serie di cibi a diverse cotture, arrivando a indicare alcune misure precauzionali per ridurre il rischio potenziale legato a questa sostanza, come ha spiegato Kerstin Skog della Lund University (Svezia).

Fra le indicazioni degli esperti europei, si raccomanda di preferire pasti fatti in casa, piuttosto che al fast food o al ristorante, perchè più “poveri” di sostanze a rischio.
Questo non vuol dire, fra l'altro, bandire i fritti dal menù, ma limitarli il più possibile. Gli esperti raccomandano, poi, di evitare la cottura eccessiva quando si frigge, si cucina arrosto o si tostano cibi ricchi di carboidrati. Nel caso, è bene rimuovere le parti più cotte e quindi scure. La media di assunzione di acrilamide in Europa varia da 0,3 a 0,5 microgrammi per chilo di peso al giorno per gli adulti, mentre si passa a 0,3-1,4 per i bambini. In generale, dunque, i piccoli sono più esposti, perchè il quantitativo di composto è relativo al peso corporeo.

Uno studio ha rivelato, infine, che alcuni piatti tipici norvegesi come il Lefse e il Lompe (sottile pane di patate) o il Rosti svizzero (pane fritto con patate), una torta speziata olandese e il tulumba turco (un dolce) sono fra cibi più ricchi di acrilamide, insieme alle mandorle arrostite di un dolce natalizio spagnolo.


04/12/2007 - ilmessaggero.it

Un fumetto per bambini sulla pedofilia

Il New York Times riporta oggi la notizia di un fumetto e albo da colorare, fatto realizzare ad hoc dall'Arcidiocesi della Chiesa Cattolica Romana di New York per "aiutare i bambini a evitare di diventare vittime di abusi sessuali da parte degli adulti". Ma non esplicita che dovrebbero essere compresi anche i preti, sottolinea il New York Post, che è un altro dei quotidiani che affronta la questione, insieme al Newsweek. Michael Dowd, uno degli avvocati che rappresentano alcune centinaia di vittime degli abusi, afferma che "Non importa come si cerchi di spiegare ai bambini l'abuso sessuale sui minori, se non si esplicita chiaramente che a perpetrare la violenza può essere il prete, l'insegnante, il capo boy scout, uno che ha una posizione di vero potere sui bambini e gode della loro fiducia, non serve a nulla". Le inevitabili polemiche non finiscono certo qui: per esempio, un "esperto indipendente" evidenzia come il fumetto possa addirittura veicolare un messaggio sbagliato, se non viene letto insieme ad adulti adeguati. Ne vedete un esempio facendo click sull'immagine di questo articolo. Il fumetto completo può essere prelevato in pdf on line qui.


04/12/2007 - afnews.info

Boom di rapporti omossessuali tra teenager

Riguardano il 35% delle adolescenti tra gli 11 e i 16 anni e il 60-65% dei maschi


ROMA - Tra gli adolescenti impazzano le esperienze omosessuali: riguardano almeno il 35% delle ragazze tra gli 11 e i 16 anni e il 60-65% dei maschi. È lo scenario descritto da Federico Bianchi, psicoterapeuta dell'età evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma, parlando a margine del convegno «Sessualità e scelte consapevoli».

TRA MASCHI - «La maggior parte delle ragazze - spiega lo psicoterapeuta - comincia presto: dai 12 ai 15 anni la gran parte ha già avuto il suo primo rapporto lesbo».
Secondo Castelbianco ciò è dovuto anche al fatto che «molti giovanissimi hanno difficoltà ad avere rapporti con le loro coetanee, che sono diventate molto più aggressive e sicure di sé». Sempre più spesso, infatti, proprio a causa della paura per l'aggressività delle ragazzine, «i ragazzi non riescono a gestire i rapporti con loro e si rivolgono a qualcosa di più semplice come i rapporti omosessuali. Oppure ricorrono all'alcool e si ubriacano per disinibirsi nel corteggiamento o nell'approccio con l'altro sesso».

TRA FEMMINE - L'esperienza lesbo, continua Federico Bianchi di Castelbianco, tra le ragazzine è ormai diventata di moda: «Ci sono - sottolinea - una serie di messaggi mediatici che esaltano l'omosessualità come regno della trasgressione, del sesso facile, della moda, del divertimento». Un esempio di ciò è «il celebre bacio in diretta tv tra Britney Spears e Madonna, o a una serie di spot in cui i ruoli sessuali sono caratterizzati da messaggi ambigui». Ciò che succede è che «le teenager subiscono questi messaggi forti e precisi, e scatta un fattore imitativo che fa dire a molte che l'esperienza omosex è cool e trendy». Questo modo «trasgressivo» di vivere l'omosessualità, in particolare quella femminile, non ha nulla a che fare comunque, precisa lo psicoterapeuta, con «l'omosessualità vera e propria, una condizione che invece spesso comporta dei disagi e delle situazioni drammatiche da non sottovalutare e che devono essere affrontate».


04/12/2007 - corriere.it

Basta guerre nel mondo!