Alcol: dal Veneto la proposta di vietarlo sotto i 21 anni

A lanciarla, l'osservatorio regionale sulle dipendenze


Alcol solo ai maggiori di 21 anni. La proposta arriva dal Nordest, dall'Osservatorio Regionale sulle Dipendenze del Veneto.
L'allarme e' serio, stando almeno ai dati diffusi dall'Osservatorio, dove emerge che ragazzini di 14 anni riescono a consumare anche 20 cocktail superalcolici in una sera; giovanotti minorenni che (quasi uno su due, dicono i dati dell'Osservatorio) dichiarano di essersi ubriacati pesantemente nell'ultimo mese. Tutto mentre i genitori iniziano ad accorgersi della dipendenza da alcol dei figli troppo tardi: dopo, minimo, quattro anni dall'inizio del problema.
E poi vi sono una serie di ricerche che dimostrano la pericolosita' di vino e superalcolici al di sotto di una certa eta': "intendiamo - spiega Giovanni Serpelloni, responsabile dell'Osservatorio - chiedere l'innalzamento del divieto di vendita di alcolici a 21 anni perche' e' stato dimostrato che prima di quell'eta' e' meno facile smaltire l'alcol per questioni biologiche".
A suffragare ulteriormente queste teorie, delle ricerche in corso all'Ernest Gallo Clinic Research di San Francisco, dove si stanno studiando quali effetti genetici ha l'alcol sul corpo umano. Cosi ecco l'appello dell'osservatorio: "serve un giro di vite sulla vendita delle sostanze alcoliche" puntualizza Serpelloni.


20/11/07 - vita.it

Giovani, sondaggio shock: dilagano fumo e alcol

Cosa vuoi fare da grande? Al primo posto fare il “personaggio famoso”. E’ quanto emerge da un’ indagine svolta dalla Società italiana di pediatria che ha intervistato 1.251 bambini tra i 12 ed i 14 anni. Non solo. Il dato più sconvolgente è rappresentato dal 37,4% del campione che ha risposto di aver visto un amico ubriaco, mentre la percentuale sale sino al 44,3% alla domanda se si conosce qualcuno tra gli amici che fuma canne. Tra le ‘sfide’ anche il sesso non protetto.

L’allarme era stato lanciato alcuni giorni fa dal ministro degli Interni, Giuliano Amato, (“Ho saputo che ci sono dei bambini che si giocano a dadi centinaia di euro e poi organizzano la baby-prostituzione per pagarsi i debiti”), ora è una certezza. La gioventù del terzo millennio è radicalmente cambiata, ispirata a quanto offre il tubo catodico e dalla voglia di fare le “cose da grandi”, come bere, fumare e fare sesso.

Una volta le bambine giocavano con le bambole, mentre i bambini rincorrevano il pallone. Ora, invece, i ragazzini arrivano già adulti. Le femmine hanno abbandonato le bambole per truccarsi e farsi belle, mentre tra i maschi prevale il desiderio di sballarsi con alcol e fumo e avere rapporti sessuali promiscui.


20/11/07 - romagnaoggi.it

Sicurezza stradale, cifre di guerra

Milano 20/11/2007 - "Sensibilizzare e sollecitare gli enti preposti ad avviare finalmente quel circuito virtuoso di provvedimenti che consentano di ridurre drasticamente il numero degli incidenti stradali, in Italia a livelli intollerabili: 8.000 morti e 25.000 invalidi gravi ogni anno, un bollettino di guerra che pone il nostro Paese quale fanalino di coda in Europa per la sicurezza stradale", ci spiega Domenico Musicco, legale dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada. Una Giornata mondiale dedicata alla sicurezza stradale quella di domenica scorsa, che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha voluto dedicare al problema e che l'onlus italiana che raggruppa le vittime e i familiari della strada ha voluto ricordare con eventi dal forte impatto emotivo, come la "manifestazione delle croci" a Travagliato, in provincia di Brescia.


Nel mondo ogni anno si calcola in un milione e mezzo il numero delle persone che muoiono per incidenti stradali e sconfinata è la cifra dei feriti. Numeri che fanno impressione, che superano quelli di qualsiasi guerra, tanto che per il 2007, per la prima volta, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha voluto istituire nella terza domenica di novembre la "Giornata mondiale del ricordo" di queste vittime, invitando i governi e le ONG di tutto il mondo alla commemorazione di queste. Una preghiera inserita anche nell'Angelus letto domenica scorsa da Papa Benedetto XVI. Sempre a Roma in serata sono stati accesi in piazza del Campidoglio potenti fari puntati verso coloro che non ci sono più, un fascio di luce proiettato in cielo e che andrà a unirsi con quelli accesi in Francia, Spagna, Inghilterra, Messico ed altri Paesi aderenti all'iniziativa. Ma sono 98 le città italiane che hanno ricordato la giornata con manifestazioni varie.


Particolarmente significativa la cerimonia che si è svolta dalle ore 10 alle 18 a Travagliato, in piazza Libertà: la ormai tradizionale "Manifestazione delle Croci" ha visto esposte sul piazzale tante croci quante le persone che hanno perso la vita in incidenti stradali nella provincia di Brescia: 164 persone soltanto nel 2006, un ben triste primato. Un sacrificio insopportabile, da sottrarre all'indifferenza con il ricordo vivo di quei cari che non ci sono più. "La manifestazione delle croci a Travagliato è volta da un lato a sensibilizzare gli utenti della strada sulle conseguenze troppe volte tragiche degli incidenti stradali - ci dice Domenico Musicco, legale dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada - dall'altro a sollecitare tutti gli enti preposti (Parlamento, Governo, forze dell'ordine, magistratura) ad avviare finalmente quel circuito virtuoso di iniziative e provvedimenti che consentano di ridurre drasticamente il numero dei sinistri stradali, che si mantiene in Italia a livelli intollerabili: 8.000 morti l'anno e 25.000 invalidi gravi. Questo il bollettino di guerra che pone l'Italia come fanalino di coda in Europa per la sicurezza stradale".


Un percorso lunghissimo quello per rendere più sicura la circolazione stradale. Il legale dell'Aifvs ha espresso apprezzamento per le recenti modifiche al Codice della Strada che hanno inasprito le pene per i reati connessi alla circolazione stradale, pur nel "dissenso critico verso una legislazione che si presenta confusa e non garantisce la certezza della pena: sono state inasprite anche eccessivamente le sanzioni di carattere economico nei confronti di tutti, ma non è stata invece prevista una soglia minima di pena per chi uccide su strada, spesso sotto effetto di alcol e droghe - dice l'Avv. Musicco, che aggiunge - Le pene, in questo caso, rischiano di restare sulla carta. Da tempo propongo di stabilire per questi gravissimi casi di omicidi stradali, commessi da veri e propri pirati della strada, una pena certa e immediatamente applicata di tre mesi di carcere e quattro anni di sospensione della patente. Naturalmente, nelle ipotesi più gravi, le pene andranno aumentate, valutando caso per caso. Annunciare delle pene esemplari, attraverso i mezzi di informazione, sapendo poi che non troveranno alcuna applicazione pratica, non può risolvere la piaga della strage stradale e ci pone lontani anni luce dall'obiettivo europeo del dimezzamento del numero dei morti su strada entro il 2010".


20/11/07 - tgcom.mediaset.it

Alcol, dopo le 2 è vietato ma in disco scorre a fiumi

Succede anche a Torino: alcolici e birre nascoste nelle auto, chioschetti e ambulanti pronti a vendere ogni tipo di bevanda. Sono le conseguenze della discussa legge che vieta alle discoteche di vendere gli alcolici dopo le 2 notte.

Dopo la "pausa sigaretta" diventa così di moda la "pausa bevuta", che costringe i ragazzi che vogliono rifornirsi di alcol ad uscire dalle discoteche per andare al bar o chiosco più vicino, o più semplicemente, a brindare nei parcheggi prima di tornare sotto la pioggia di luci e musica. Per questo, da un mese e mezzo (la legge è entrata in vigore il 3 ottobre) i bar del Lungo Po fanno affari d'oro, a scapito delle discoteche dei Murazzi. E, ancora, gli ambulanti che prima vendevano i mazzi di rose ora girano ai Muri e all'Imbarchino con casse di birra.

Regole solo per qualcuno
La Drogheria, il Lab, il Caffè 21 sono tra i locali che più hanno beneficiato della legge, perché molti scelgono i "locali da aperitivo" e i pub per rifornirsi o imbottirsi di alcol in vista della discoteca. Per non parlare delle vinerie del Quadrilatero, che prima vendevano bicchieri di vino da consumare all'interno del locale, mentre adesso vendono bottiglie "che i ragazzi si portano fuori". Fatta la legge, insomma, ecco spuntare vari modi per "aggirarla". La norma vieta infatti la somministrazione di bevande alcoliche solo nei locali "dove si svolgono spettacoli e altre forme di intrattenimento". In parole povere: le discoteche. Non i bar nè i ristoranti, ma nemmeno gli autogrill (alla faccia della prevenzione alla guida in stato di ebbrezza), o le enoteche.

Tutti vogliono bere
Le discoteche lamentano un netto calo nella vendita di bevande, ma prima delle 2 anche lì si fanno affari d'oro. Ciò che prima si vendeva in 3/4 ore, adesso va dall'1 alle 2. "Ragazzi, affrettatevi! Mancano solo 20 minuti" viene urlato dai microfoni del "Centralino" (ma non solo), e la "corsa" con ressa ai banconi coinvolge tutti. C'è anche chi acquista bottiglie di spumante e le nasconde sotto i cuscini dei divanetti e chi, ancora, porta con sé delle "fiaschette" di superalcolici da tenere in tasca.Il nomadismo
Una delle conseguenze più evidenti della legge è il proliferare del "nomadismo notturno": tutti in giro, in auto, a cercare chi vende alcol di sottobanco o un pub aperto anche a notte inoltrata. Quanto al problema della guida in stato di ebbrezza, pochi problemi: l'unico incentivo a non bere è dato dai controlli della polizia. Quanto all'etilometro messo a disposizione dalle discoteche, nessuno, in 60 giorni, ne ha fatto richiesta.

Daniele Angi - 20/11/07 - city.corriere.it

Alcol e droghe: a Termoli ne fa uso uno studente su tre

di Stefano Di Leonardo

Termoli. «Oltre il 30 per cento dei giovani intervistati ha dichiarato di far uso di droghe». E’ il dato più preoccupante – e clamoroso - messo in evidenza dal professor Antonello Miccoli che nella mattinata di lunedì, 19 novembre, ha presentato al cinema Sant’Antonio i risultati di un suo studio sul disagio giovanile e l’uso di alcool e droghe in diverse realtà delle scuole del Sud Italia. In particolare la ricerca ha avuto modo di mettere a confronto le esperienze di oltre 600 ragazzi del biennio di tre istituti di scuola media superiore di Termoli: il liceo Scientifico “Alfano”, l’Istituto tecnico Commerciale “Boccardi” e l’Istituto Alberghiero.

Il progetto, voluto dal Comune di Termoli e realizzato insieme col Faced, ha scoperchiato dati preoccupanti che rivelano come alcool e droghe siano ormai da considerare “realtà non trascurabili” della vita degli adolescenti di oggi. Fra i ragazzi presi in esame dallo studio, tutti di età compresa fra i 14 e i 16 anni, emergono delle verità scomode e troppo spesso ignorate. Uno studente su tre fra quelli a cui é stato sottoposto il questionario, ha dichiarato di far uso di droghe. Tanti e vari i tipi di sostanze stupefacenti di cui i ragazzi fanno uso. Si va dalla marijuana, di sicuro la droga più diffusa, fino alle anfetamine e all’Lsd. Molti dichiarano di farlo per evadere dalla realtà, per cercare piacere o per “essere come gli altri”.

Ancor più diffuso é il ricorso all’alcool, dalla birra ai superalcoolici, quali liquori e cocktail. L’alcool viene consumato con più frequenza dagli adolescenti grazie alla maggiore facilità nel procurarselo, ma anche perché sono in tanti a credere che faccia meno male. «Con l’età aumenta il consumo delle sigarette e delle droghe leggere, che molto spesso circolano fra gli amici» ha detto il professor Miccoli.
La ricerca sugli studenti degli istituti termolesi ha mostrato altri dati interessanti. «Fra i giovani si segnala un sempre maggiore distacco dal mondo politico e più in generale c’é un sentimento di sfiducia nelle istituzioni, anche verso le forze dell’ordine e i magistrati » ha dichiarato il professore spiegando come i ragazzi facciano più affidamento al mondo della famiglia e degli amici.

Tuttavia, è proprio il ricorso frequente ad alcool e droga a focalizzare l’attenzione degli studiosi: «C’é bisogno di prevenzione permanente in tutti gli ambiti, dalla scuola alla famiglia, dall’ambito lavorativo a quello ricreativo». Il traguardo finale illustrato dal professore «é quello di una società migliore».
Sul tasto della prevenzione avevano battuto in qualche modo anche il vescovo De Luca che ha fatto riferimento «all’importanza degli incontri nella vita», e il vice sindaco Filippo Monaco che ha sottolineato come sia «fondamentale il dialogo all’interno della famiglia».

Dopo l’intervento della professoressa Flora Cocco secondo cui lo studio ha «focalizzato l’attenzione sulla voglia di “riuscire nella vita” che invoglia a giovani a superare i problemi personali», é stato il turno di una rappresentazione messa in scena dai ragazzi dell’associazione “Il Noce” di Termoli. I ragazzi hanno inscenato “La piramide delle dipendenze” lanciando un messaggio ben chiaro. «Aiutandoci l’un l’altro e parlando fra noi» ha detto uno di loro «allontaneremo le dipendenze e raggiungeremo la libertà».
Gli stessi ragazzi de “Il Noce” hanno poi letto ai ragazzi presenti delle testimonianze scritte da alunni di quegli stessi istituti interessati dallo studio. L’ilarità e l’indifferenza di molti di loro strideva terribilmente con frasi di grande sincerità che in molti casi parevano vere e proprie grida d’aiuto e che sono state lette in un clima da tranquilla gita scolastica: «Avevo pensato di ammazzare tutti i miei amici, ma poi ho pensato che era più giusto ammazzare me stesso. Voglio provare l’ebbrezza del suicidi».


19.11.07 - primonumero.it

Ebbrezza al volante: controlli

Galliate - Trentacinque veicoli fermati e due patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza.

È il bilancio di un servizio di controlli notturni mirato alla sicurezza stradale e, in particolare, al contrasto del pericoloso fenomeno della guida in stato di ebbrezza, messo in atto nella notte tra venerdì e sabato dal Comando di Polizia municipale di Galliate.
Nell’arco della notte - il servizio si è articolato tra le 22,30 e le 4 circa e ha coinvolto due agenti e due ispettori del Comando galliatese - sono stati fermati e controllati trentacinque veicoli, e tutti i conducenti sono stati sottoposti all’etilotest preventivo.
Dei quattro autisti risultati positivi al test “precursore” e controllati quindi con l’etilometro, due si sono rivelati in stato di ebbrezza: per loro è scattato il ritiro della patente.
Nell’ambito dei controlli, gli agenti hanno provveduto anche al ritiro di una carta di circolazione, per un altro tipo di violazione.

Laura Cavalli - 19.11.07 - corrieredinovara.it

Aggredisce 4 ragazzi senza motivo

Indagato per lesioni gravi


RAVENNA – Ha aggredito quattro adolescenti perché con bici e motorini gli ostruivano il passaggio per il parcheggio. Complice, da quanto emerso, una buona dose d’alcol. E’ stato indagato per lesioni personali gravi un 65enne che ieri pomeriggio (domenica), verso le 17.30, se l’è presa con violenza contro quattro giovani che stavano chiacchierando all’entrata del sotterraneo di un condominio lungo via T. Gulli. Secondo quanto emerso, trovando l’ingresso ostacolato da motorini e bici, l’uomo si sarebbe immediatamente scagliato contro due dei ragazzini.

In loro aiuto è intervenuto il padre di una di loro, che è poi rimasto ferito nella colluttazione. Davanti al padre in difficoltà, la figlia è intervenuta, ma è stata tagliata con un un’arma da taglio che si scoprirà poi essere probabilmente un coltello a serramanico fissato all’estremità di un ombrello retrattile, trovato nell’auto dell’indagato.

Sul posto sono giunti 118, carabinieri e Polizia, che sono subito intervenuti per i soccorsi e per chiarire cosa fosse successo. In diversi sono finiti in ospedale. L’aggressore, con tre costole rotte e tre settimane di prognosi, la stessa previsione per la ragazzina che ha riportato la ferita al braccio. Un altro giovane e il padre intervenuto hanno invece riportato ferite più lievi.


19.11.2007 - romagnaoggi.it

Guida in stato d'ebbrezza: 6 mesi

Un uomo di 30 anni residente a Pescara, ma originario di Foggia, e' stato arrestato dalla Guardia di Finanza mentre scorazzava per le vie el centro cittadino completamente ubraico. Le fiamme gialle stavano effettuando die controlli di routine all'incrocio tra via Venezia e corso Vittorio Emanuele quando si e' materializzata la audi guidata dal giovane in stato di ebbrezza. Bloccato e identificato l'uomo e' stato sottoposto alla prova dell'etilometro risultando il tasso alcolemico di gran lunga superiore al consentito. L'uomo e' stato ammanettato con le accuse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e staqto di ebbrezza, la sua auto posta sotto sequestro. Con questo intervento la Guardia di Finanza di Pescara ricorda che 'chi guida in stato di ebrezza rischia l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda fino a 6 mila euro nonche' la sospensione della patente da uno a due anni, con una detrazione di 10 punti sulla patente'.

autore: caterina ferrari - 19.11.2007 - abruzzoreport.com

Arrestato pirata della strada

Correva in auto ubriaco per le vie del centro


PESCARA. Nelle prime ore del mattino di domenica scorsa, i Baschi Verdi del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara hanno arrestato G.V. (di anni 30 nativo della Provincia di Foggia ma domiciliato in Pescara).


I finanzieri stavano sorvegliando, come ogni fine settimana, le strade del centro cittadino, quando all’incrocio di C.so Vittorio Emanuele - via Venezia, una Audi 3 ha accelerato bruscamente attraversando pericolosamente l’incrocio con semaforo rosso e si è diretto ad alta velocità verso la Stazione.
Dopo un difficile inseguimento, lo spericolato autista, dopo aver percorso imboccato diversi incroci e violato numerosi semafori rossi è stato fermato lungo la Riviera Nord.
Durante le operazioni di identificazione del conducente, il test con l’etilometro ha acclarato che il G.V., aveva un tasso alcolemico di gran lunga superiore ai minimi consentiti, e guidava così in stato di ebrezza.
Tuttavia la notizia non è stata accolta con serenità dal G.V. che ha cominciato a dare in escandescenza. L’uomo è stato arrestato per resistenza e minacce a pubblico ufficiale nonché per guida in stato di ebrezza.
Dopo aver smaltito la sbornia in camera di sicurezza, è stato oggi sentito dal Tribunale di Pescara che ha convalidato l’arresto, rinviando il processo ad altra data.Infine l’Audi A3, è stata posta sotto sequestro.
Si rammenta infine che chi guida in stato di ebrezza rischia l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda fino a 6 mila euro nonché la sospensione della patente da uno a due anni, con una detrazione di 10 punti sulla patente.


19.11.2007 - primadanoi.it

Bologna, morta dopo essere stata dimessa

La donna, una psicoterapeuta di 38 anni, è deceduta sabato notte mentre parlava al telefono con il fidanzato: era stata ricoverata due giorni prima del decesso per le forti cefalee di cui soffriva.


Bologna, 19 nov. - (Adnkronos) - Un medico dell'ospedale di Bazzano, in provincia di Bologna, è indagato per la morte di Claudia Dall'Aglio, la psicoterapeuta di 38 anni deceduta sabato notte mentre parlava al telefono con il fidanzato. Nella struttura ospedaliera emiliana la donna era stata ricoverata per le forti cefalee di cui soffriva e da dove era stata dimessa due giorni prima del decesso.

Si tratta comunque di un atto di garanzia in vista degli accertamenti medico-legali disposti dal pm della Procura felsinea, Massimiliano Serpi, per fare chiarezza sul decesso. Mercoledì infatti è probabile che il dottor Massimo Beduschi, direttore dell'Istituto di Medicina legale di Modena, esegua gli accertamenti e in tal modo il medico potrà partecipare con propri consulenti.

Dal canto suo l'azienda Usl di Bologna ha nominato un legale per seguire le indagini. La stessa Usl l'altro giorno in una nota ha spiegato che ''la signora si era recata in pronto soccorso all'ospedale di Bazzano il 7 novembre per una cervicalgia e cefalea. In quell'occasione era stata eseguita una completa valutazione clinica ed un esame Tac cerebrale senza riscontri patologici. La signora e' stata successivamente ricoverata il 12 novembre presso l'ospedale di Bazzano, a seguito di un nuovo accesso al pronto soccorso motivato dalla persistenza dei sintomi, e dimessa il giorno 15. Nel corso della degenza è stata sottoposta ad ulteriori accertamenti clinici e strumentali ritenuti utili ad approfondire il caso, anche alla luce delle indicazioni emerse da una visita neurologica che la signora aveva effettuato all'ospedale Maggiore nei giorni immediatamente precedenti il ricovero. Nessuna indagine ha evidenziato patologie di rilievo o in ogni caso tali da poter far presumere un epilogo così tragico quale quello avvenuto stamane''.

Già sabato i carabinieri del Nas si sono presentati nella struttura di Bazzano per sequestrare la cartella clinica e la documentazione sanitaria relativa a Claudia Dall'Aglio, originaria di Vignola (Modena), ma da anni residente in via Col di Lana, alla periferia di Bologna. Ma sono stati anche al Maggiore e in un laboratorio della Romagna dove la donna era stata sottoposta a degli accertamenti.


19.11.07 - adnkronos.com

Firenze: al via il poliambulatorio per i senza dimora

Ha aperto i battenti oggi a Firenze il primo poliambulatorio toscano per immigrati e italiani senza fissa dimora. Il servizio, primo in Toscana e secondo in Italia dopo quello di Milano, è stato inaugurato nell'ala nuova dell'Albergo popolare e sarà gestito da circa 100 medici e 20 odontoiatri volontari, che si occuperanno di prestazioni urgenti, cure essenziali, visite di medicina generale e odontoiatriche.
"L'iniziativa arricchisce l'offerta della nostra città per le fasce deboli della popolazione, in un modo, oltretutto, coerente", ha detto l'assessore all'Accoglienza e all'Integrazione di Palazzo Vecchio Lucia De Siervo presentando il progetto. "L'ambulatorio accessoriato - spiega - si trova infatti accanto al centro polivalente La Fenice quindi nello stesso luogo i cittadini in difficoltà possono trovare non solo le opportunità offerte del centro, ma anche i servizi di tipo sanitario".
L'ambulatorio dell'associazione Stenone, intitolato al dottor Vittorio Trancanelli, rimarrà aperto, informa una nota, dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19


19.11.07 - vita.it

Cresce l'allarme-effetti collaterali per farmaco anti-obesità

I pazienti trattati con rimonabant, il farmaco anti-obesità che nei mesi scorsi è stato lanciato su tutte le prime pagine dei giornali come rimedio miracoloso, sono a rischio di gravi problemi psichiatrici. L’allarme viene da una ricerca pubblicata dalla prestigiosa rivista medica britannica Lancet. I ricercatori dell’University of Copenhagen hanno preso in esame i dati di 4 studi clinici sull’efficacia e la sicurezza di rimonabant, per un totale di 4105 pazienti analizzati: ebbene, hanno scoperto che a fronte di una perdita di peso di 4,7 kg in più rispetto a placebo di media dopo un anno di trattamento c’è un 40 per cento di rischio in più di subire gravi disturbi psichiatrici (depressione, ansia, comportamenti suicidi).


Philip Mitchell dell’University of New South Wales di Sydney commenta: “Si tratta di dati scioccanti, che sollevano pesanti interrogativi sulla sicurezza di rimonabant nei pazienti obesi, che già sono a rischio-depressione”.



Fonte: Christensen R, Bartels EM, Bliddal H et al. Efficacy and safety of the weight-loss drug rimonabant: a meta-analysis of randomised trials. The Lancet 2007; 370: 1706–13.


Mitchell Pb, Morris MJ. Depression and anxiety with rimonabant. The Lancet 2007; 370.


david frati - 19.11.07 - it.notizie.yahoo.com

Le norme sulla sicurezza si sono rinnovate

La giustizia no


L’episodio accaduto la settimana scorsa a Roma (la moglie di un ufficiale di Marina sequestrata a una stazione di ferrovia metropolitana, rapinata e seviziata da un giovane rumeno) dimostra tre cose. Non esistono zone completamente sicure nelle nostre città. La penetrazione nei centri urbani delle baraccopoli degli sbandati è frutto di un’antica e malriposta tolleranza sociale. La violenza dei criminali dell’Est europeo sta cambiando il nostro modo di vivere. Il Governo ha risposto con un decreto legge che, per ragioni di pubblica sicurezza, dai primi giorni di novembre consente ai prefetti di espellere anche i cittadini comunitari. In Italia, tra i tre milioni e 700 mila immigrati regolari, ci sono più di mezzo milione di rumeni, “regolari” in quanto cittadini dell’Unione europea. Nell’ultimo anno e mezzo, sono stati circa 30 mila quelli arrestati o denunciati per ogni genere di reato. Il decreto legge del Governo è ragionevole, ma a un primo colpo d’occhio queste norme ci sembrano sufficientemente generiche da renderne doverosa la verifica sul campo. Quante persone saranno espulse? E in quale modo? Il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, ritiene che esse dovranno essere accompagnate fisicamente nel loro paese. Il prefetto di Roma, Carlo Mosca, parla di provvisoria sistemazione in centri di accoglienza. E poi? Le autorità rumene dicono che migliaia di espulsi dall’Italia negli anni scorsi sono tornati nel nostro Paese. Le nuove norme prevedono che, se sorpresi ancora sul nostro territorio, siano arrestati e condannati a una pena fino a tre anni. Sappiamo per esperienza che difficilmente un delinquente venuto in Itali se ne andrà spontaneamente. Vista la rinnovata collaborazione con le autorità rumene, non sarebbe male verificare l’esito dei provvedimenti con il controllo elettronico delle due polizie di frontiera. Altrimenti tutto si risolverà in una presa in giro. La nuova legge, poi, esclude i minorenni dall’espulsione. Questa norma, comprensibile sul piano umanitario, non lo è su quello della sicurezza. Simonetta Matone, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale dei minorenni di Roma, ha detto a Porta a porta che, in soli nove giorni di “turno arrestati”, nello scorso luglio, ha contato 66 ragazzi: 62 erano rumeni, due albanesi e due italiani. Dunque? Tra i disegni di legge del “pacchetto sicurezza”, la norma più interessante è quella che prevede l’abolizione della sospensione condizionale della pena per molti reati di allarme sociale (dall’omicidio alla violenza sessuale aggravata, all’incendio boschivo). È una buona iniziativa che, per avere efficacia, ha bisogno di una radicale accelerazione dei procedimenti giudiziari. Per tenere le persone in carcere serve un giudizio direttissimo (previsto solo in alcuni casi), ma serve anche procedere presto ai giudizi d’Appello e di Cassazione. Sarebbe finalmente l’occasione di aprire delle corsie preferenziali per cancellare, almeno nei casi più gravi, l’indecenza di giudizi penali che durano in media otto anni. A proposito: sapete quanto resta in media in carcere chi stupra una donna? Duecentodieci giorni. Un’ultima riflessione riguarda il falso in bilancio. Si è parlato di ripristino e non è vero, perché nei casi in cui i soci di una società quotata in Borsa venivano danneggiati, la punibilità c’era anche prima. Come ha detto un uomo politicamente insospettabile, Franco Debenedetti (Ds), le nuove norme sono “una voglia di rivincita”, renderanno dolosa la semplice inesattezza di un documento e consentiranno più intercettazioni telefoniche, la grande specialità italiana. Ai tempi di Mani Pulite, ricorda il senatore, il falso in bilancio servì a sostenere altre accuse. E ora? Ora, aggiungiamo noi, tutte le società - dalle grandissime alle piccolissime - sono nelle mani della magistratura. D’altra parte, senza queste norme la sinistra radicale di Governo non avrebbe fatto passare il “pacchetto sicurezza”. Dal quale comunque si è astenuta.


19.11.07 - grazia.blog.it

Senegalese rinchiude e violenta una donna a Latina

Un africano di 43 anni è stato arrestato per sequestro di persona e violenza sessuale: la vittima è una donna originaria di Rimini, sua conoscente, e il fatto si è svolto a Latina. La donna lo avrebbe seguito in un appartamento ma poi sarebbe stata rinchiusa per giorni e violentata. E' riuscita ad avvertire la polizia chiudendosi in bagno.


19.11.07 - roma-citta.it

Baby-lucciole per clienti vip

«Tra i clienti delle prostitute minorenni ci sono persone di tutti i ceti, anche personaggi in vista. Spero che ciò non rappresenti una remora per azioni più incisive ad opera delle forze dell’ordine. Anche a prezzo di suscitare qualche scandalo».


Il presidente del tribunale dei minori di Genova, Adriano Sansa, critica l’atteggiamento con cui le autorità di sicurezza hanno affrontato sinora il fenomeno della prostituzione minorile. Un atteggiamento troppo morbido. Questo Sansa non lo dice ma lo fa chiaramente capire in occasione della conferenza stampa, organizzata ieri dal Comune, sul problema crescente dei maltrattamenti sui minori.


«Sono troppo poche le denunce a carico degli adulti che vanno con le prostitute bambine, di 12-13 anni, facendo finta di credere che ne abbiano diciotto», attacca il presidente del tribunale dei minori ed ex sindaco di Genova. «D’accordo la prevenzione - continua Sansa - ma, in questo caso, occorre un giro di vite anche per non lasciare agli sfruttatori delle baby prostitute l’idea che possano farla franca».


20/11/07 - ilsecoloxix.it

Valle D'Aosta investe su sostenibilità assistenza anziani

(ANSA) - AOSTA, 20 NOV - Nel 2050 le persone anziane saranno il 35% della popolazione e le spese di assistenza a loro rivolte rappresenteranno una delle voci di spesa pubblica più pesanti. Lo scenario è stato tracciato, sulla base di dati Istat, dall'Assessorato alle Politiche sociali della Valle d'Aosta che sta mettendo a punto in questi mesi un piano per "nuovi percorsi - spiega l'assessore Antonio Fosson - di assistenza nella logica dell'efficienza e della sostenibilità".

Già ora i dati parlano chiaro, circa il peso della componente anziana sul welfare regionale. Gli over 65 sono in Valle d'Aosta più di 25mila e rappresentano il 20,2 per cento della popolazione. Un tendenza all'invecchiamento della popolazione che si è accentuata negli ultimi anni: solo 25 anni fa, all'inizio degli anni ottanta, infatti, la terza età non superava il 14 per cento. Gli effetti sul bilancio regionale sono una spesa annuale di circa 22 milioni di euro, necessari per assistere gli oltre mille anziani ospitati nelle varie strutture socio-sanitarie regionali.

La particolare situazione demografica rende necessaria "un ripensamento - ha spiegato l'assessore Fosson - dei percorsi di assistenza e sostegno alla popolazione anziana, orientato a fronteggiare una domanda potenziale che crescerà nel medio periodo in termini esponenziali". In questa direzione, la Regione autonoma Valle d'Aosta ha approvato la scorsa estate una delibera in cui vengono introdotti "requisiti minimi strutturali e gestionali - ha aggiunto Antonio Fosson - dei servizi socio assistenziali per anziani, anche alla luce di un nuovo modello organizzativo di strutture semiresidenziali e residenziali, caratterizzato da tre livelli individuati in base ai bisogni e alle patologie delle persone anziane".

In Valle d'Aosta sono presenti 29 microcomunità, strutture assistenziali residenziali gestite dal Comune di Aosta e dalle Comunità Montane che offrono un totale di 548 posti letto e cinque comunità alloggio con ulteriori 32 posti letto pubblici. Una rete assistenziale di rilevanti dimensioni integrate da un servizio di assistenza domiciliare che impegna 312 mila ore di lavoro con una media di 800 utenti e quasi 10 mila pasti mensili. Oltre ai servizi pubblici, sono presenti otto case di riposo private con 223 posti letto convenzionati.

Le famiglie contribuiscono ai costi di assistenza in base a un 'riccometro regionale', basato oltre che sulla dichiarazione dei redditi, sul patrimonio e le rendite finanziarie. Rette che raggiungono i 62 euro al giorno per le comunità assistenziali e i 32 euro per l'assistenza diurna. (ANSA).


19.11.07 - regione.vda.it

Prima trattoria gestita da disabili

Si chiama "I Ragazzi di Sipario" ed è considerata la prima trattoria in Italia completamente gestita da 17 ragazzi con disabilità mentale. È nata, grazie a fondi privati, all'interno del circolo Mcl di via dei Serragli a Firenze e da ieri è aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì a pranzo e, due volte al mese per eventi speciali, anche per la cena del sabato. Merito dell'iniziativa è dell'associazione Sipario che da anni si occupa della riabilitazione, formazione e inserimento lavorativo di ragazzi con disabilità intellettive. "Il nostro obiettivo - ha spiegato il presidente Marco Martelli Calvelli - è farli integrare pienamente nella società". Sull'insegna del ristorante campeggia la scritta "Niente è scontato", ma i prezzi sono popolari: un pasto completo viene 10 euro. City


20/11/07 - city.corriere.it

Primo diritto dei bambini e delle bambine: vivere

(Roma) Diciotto anni fa veniva stipulata la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che si celebra oggi. Uno strumento di diritto di grande portata, che doveva segnare una svolta nel modo in cui la comunità internazionale guarda ai diritti di bambini e adolescenti: da oggetti di tutela a soggetti di diritto. Ma la Convenzione, siglata da 193 Paesi del mondo, resta ancora oggi disattesa e violata, perché sono ancora milioni nel mondo, i bambini e le bambine che subiscono gravi violazioni.

Soprattutto, i bambini, sono le prime vittime dei conflitti armati. Lo ricorda l’Unicef – che ha il compito di garantire e promuovere l'effettiva applicazione della convenzione sui diritti dell’infanzia negli Stati che l'hanno ratificata -, evidenziando come nella nuova realtà delle guerre moderne, “l'obiettivo non sembra più la conquista di territori, ma la distruzione a tutti i costi del nemico, e in tale ottica donne e bambini non sono più soggetti neutrali, ma obiettivi la cui uccisione, violazione e umiliazione risulta funzionale allo scopo di annientare un gruppo etnico, religioso o comunque avverso”.

Nell'ultimo decennio, riferisce l'organizzazione Onu, oltre 2 milioni di bambini sono morti come effetto diretto di conflitti armati, 6 milioni sono rimasti disabili o gravemente feriti, più di 1 milione orfani o separati dalle famiglie, mentre ogni anno tra 8.000 e 10.000 bambini vengono uccisi o mutilati da mine e ordigni inesplosi. E il terrorismo ha accresciuto la vulnerabilità dei bambini: se il massacro di Beslan è stato il più grave attacco terroristico volutamente diretto contro dei bambini, una delle maggiori preoccupazioni odierne riguarda l'uso di minori per attentati suicidi, per lo più Dal 1990 ad oggi il 90% delle vittime di guerra sono stati civili, l'80% donne e bambini, che muoiono non solo in seguito ai combattimenti, ma anche per malattie e malnutrizione.

Il nuovo rapporto del Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'Onu per i bambini nei conflitti armati e dell'Unicef, realizzato a 10 anni dal primo studio di Graca Machel "L'impatto delle guerra sui bambini", sottolinea che la guerra viola tutti i diritti dell'infanzia: il diritto alla vita, alla salute e alla nutrizione, all'istruzione e alla protezione, a vivere in famiglia e nella propria comunità, a crescere sani e a sviluppare la propria personalità.

"Nonostante il consenso suscitato dalla Convenzione, - sottolinea l’organizzazione - in molte regioni del mondo i diritti dell’infanzia non vengono applicati. Spesso i bambini non hanno accesso ai centri sanitari, non frequentano la scuola, sono denutriti e sono esposti alla violenza”. Ma certo il "primo diritto” resta quello alla vita.

Un diritto ancora disatteso se si guardano le cifre della mortalità infantile nel mondo: 7 milioni di bambini sotto i 5 anni, in media nel mondo, morti quest’anno,ogni giorno.

Tra le cause principali i problemi neonatali (37%), infezioni gravi come polmonite e sepsi, ma anche polmonite, diarrea, malaria. Il 4% muore a causa del morbillo, il 3 per Hiv/Aids. Il 53% delle morti di bambini sotto i 5 anni sono collegate alla malnutrizione come concausa. La regione con la più alta mortalità è Africa occidentale e centrale: 190 su 1.000 nati vivi, il paese Sierra Leone, 282 su 1.000 nati vivi. Già dal 2001 – 2002 l’Unicef ha definito una iniziativa pilota, “Iniziativa accelerata per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’infanzia” che consiste essenzialmente in un pacchetto integrato di interventi applicati (dalla vaccinazione alla somministrazione di vitamine) mirato a raggiungere capillarmente tutte le aree e i villaggi, anche i più sperduti. E’ stato testato inizialmente nelle aree rurali di 11 paesi dell’Africa occidentale e centrale (Senegal, Ghana, Mali, Benin, Gambia, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Niger, Guinea Bissau, Guinea Conakry) nel periodo 2002-2004. I risultati del biennio hanno indicato, nell’insieme delle aree campione, una riduzione della mortalità 0-5 anni intorno al 20 %.

I bambini, ancora, sono vittime di ogni genere di abuso: 1,2 milioni coinvolti nel traffico di esseri umani. 1 milione detenuti. Almeno 8 milioni vivono in istituti d’accoglienza. La maggior parte a causa della disintegrazione della famiglia, di situazioni di violenza domestica o delle condizioni socio-economiche dei genitori.

In tutto il mondo, almeno 53.000 bambini sono stati assassinati nel 2002; il tasso di omicidi di bambini nel 2002 era due volte maggiore nei paesi a basso reddito di quello registrato nei paesi ad alto reddito. Tra 133 e 275 milioni i bambini che assistono a violenze familiari. Nel 2002, 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sono stati sottoposti a rapporti sessuali forzati o ad altre forme di violenza fisica. Secondo studi condotti in 21 paesi (la maggior parte dei quali industrializzati), tra il 7 e il 36% delle donne e tra il 3 e il 29% degli uomini afferma d’essere stato vittima di abusi sessuali durante l’infanzia. La gran parte degli abusi avviene in ambito familiare.

Circa 317 milioni di bambini tra 5 e 17 anni sono “economicamente attivi”; di essi, 218 milioni possono considerarsi bambini lavoratori; di questi ultimi, 126 milioni sono ingaggiati in lavori pericolosi. I bambini che lavorano in casa sono estremamente vulnerabili allo sfruttamento e all’abuso. Secondo stime dell’Ilo, ci sono molte più ragazze sotto i 16 anni impiegate in lavori domestici che in qualsiasi altro settore lavorativo. 5,7 milioni di bambini vengono costretti a lavori forzati o in schiavitù.

Dati raccolti tra il 1986 e il 2005 mostrano che nei paesi in via di sviluppo, il 36% delle donne di età compresa tra i 20 e i 24 anni risultavano sposate o conviventi prima dei 18 anni di età. Il matrimonio delle bambine è più comune in Africa sub–sahariana e in Asia meridionale. 14 milioni di adolescenti tra i 15 e i 19 anni, ogni anno, danno alla luce un figlio.

130 milioni di donne e bambine, ancora, sono state sottoposte a mutilazione o a qualche altra forma di taglio dei genitali. Le mutilazioni vengono praticate prevalentemente su bambine tra i 4 e i 14 anni, tuttavia in alcuni paesi vengono operate bambine con meno di un anno di vita, come accade nel 44% dei casi in Eritrea e nel 29% dei casi nel Mali. Le mutilazioni sono diffuse principalmente nei paesi compresi tra l’Africa occidentale e l’Africa Orientale, dal Senegal alla Somalia, fino a toccare lo Yemen in Medioriente, ma la pratica coinvolge anche alcune zone del Sud est Asiatico. Inoltre, rapporti dall’Europa, dal Nord America e dall’Australia indicano che la mutilazione genitale femminile viene praticata anche in questi Paesi (e anche in Italia), tra le comunità d’immigrati.

A 115 milioni di bambini è negato il diritto all’istruzione, e sono soprattutto le bambine a non poter frequentare la scuola. Le cause: carenza di insegnanti donne, eccessiva distanza della scuola dalle abitazioni, ma anche pregiudizi. Più del 53% dei bambini che, nel mondo, non frequentano la scuola primaria sono bambine; per ogni 100 ragazzi che non frequentano la scuola, ci sono 115 ragazze nella stessa situazione. Sia i maschi che le femmine devono spesso superare ostacoli nell'accesso all'istruzione: tuttavia, di norma, e a parità di altri fattori, gli ostacoli che incontra una bambina sono più frequenti e penalizzanti.

Ad aggravare la situazione ci sono a volte leggi arretrate che, ad esempio, impediscono ad una ragazza che ha dato alla luce un figlio di tornare a frequentare la scuola. Eppure, proprio le ragazze che hanno ricevuto un’educazione possono essere la chiave per spronare le nuove generazioni a frequentare la scuola. E l’istruzione femminile è, secondo tutte le ricerche condotte, il fattore fondamentale per migliorare la condizione dei bambini e per far progredire una società.

La guerra, in special modo impedisce a bambini e bambine l’accesso all’istruzione, denuncia ancora Save the Children, l’associazione che nel 1923 ha contribuito in modo rilevante alla stesura della Dichiarazione di Ginevra, la prima carta internazionale a difesa e protezione dell'infanzia.

"La Giornata mondiale dell'infanzia riveste per noi un significato particolare- commenta Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia - Tuttavia all'orgoglio di aver dato un contributo fondamentale al riconoscimento formale dei diritti dei bambini si affianca la consapevolezza che il lavoro e' ben lontano dal concludersi, perché milioni di bambini non vedono riconosciuti i loro diritti".

(Delt@ Anno V°, N. 239 del 20 novembre 2007) - deltanews.it

Bambini si prostituiscono per pagarsi i debiti di gioco

Questa non è sociologia, questa è politica, perchè se non facciamo qualcosa per riacchiappare la situazione e ridare fiducia al Paese saremo condannati da Dio e dagli uomini». È l'allarme lanciato da Benevento dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato.
Il fenomeno della prostituzione minorile, e quello dello sfruttamento della prostituzione ad opera di minorenni, è d'altronde sempre più all'attenzione delle forze dell'ordine e della magistratura, insieme a quello della devianza di gruppo (le 'baby gang'), che interessa soprattutto le aree metropolitane, come ha sottolineato l'ultima Relazione al Parlamento sull'attività delle forze di polizia. A prostituirsi non sono più solo le ragazzine ma il fenomeno riguarda anche i ragazzi; e non coinvolge più soltanto italiani ma ormai principalmente minori stranieri arruolati, trasferiti e controllati in Italia da potenti organizzazioni criminali. Non esistono dati sicuri sull'entità del fenomeno: secondo stime Interpol, in Italia il numero di minorenni sfruttati oscilla tra 18 mila e 23 mila.


19.11.07 - iltempo.it

Tenta di vendere la moglie: arrestato

BOLZANO. Quando la moglie l’ha lasciato per andare a vivere con un altro non era preoccupato di aver perso l’anima gemella o la donna con cui crescere i suoi figli, ma si è arrabbiato perchè i conti non tornavano più. L’uomo, un albanese di 31 anni, era solito far prostituire la compagna e allora, per tornare in pari, ha chiesto al rivale 3.000 euro per il mancato guadagno. I carabinieri, però, lo hanno arrestato per estorsione e sfruttamento della prostituzione.
I militari dell’Arma sono venuti a conoscenza della strana storia alla fine della scorsa settimana, quando il nuovo uomo della giovane albanese, un nomade residente in zona, ha promesso alla compagna amore eterno e ha deciso di recarsi al comando provinciale di via Dante per denunciare l’episodio. Ha spiegato di voler porre fine a quella squallida storia, fatta di ricatti, per poter condurre un’esistenza finalmente serena. A quel punto i carabinieri, con la regia del nuovo capo del radiomobile Alexander Platzgummer, hanno iniziato ad indagare ed a volerci vedere più chiaro.
Il nomade ha raccontato di aver incontrato l’ex marito di Anna, Fredy Zerellari, parso da subito piuttosto risentito, ma non per una questione affettiva. Ha spiegato, infatti, senza tanti giri di parole che senza l’ex moglie a casa i conti non tornavano più. Mancava un reddito, quello derivante dalla prostituzione. Il nomade, persona seria e animata da buone intenzioni, ha chiesto - spaventato - all’albanese quanto volesse per «non accampare più diritti» sulla sua attuale compagna.
Zerellari ci ha pensato sù qualche minuto e poi ha formulato la sua richiesta: 3.000 euro e non si sarebbe fatto più vivo, almeno per un po’. A quel punto il nomade ha discusso della questione con la nuova compagna - che nel frattempo ha lasciato il marciapiede ed ha spiegato ai carabinieri di sentirsi amata e di essere finalmente serena e felice - e i due hanno deciso di porre fine al ricatto. Hanno preso contatto con i carabinieri, sporto formalmente denuncia ed hanno concordato il piano d’azione.
È stato fissato un appuntamento con Zerellari, in occasione del quale dovevano essere consegnati i 3.000 euro pattuiti. Il nomade, però, non è andato all’appuntamento da solo. In via Buozzi, a mezzanotte e mezza, c’erano anche i carabinieri del radiomobile, che al momento della consegna della busta sono intervenuti arrestando in flagranza di reato Zerellari - che ha fornito generalità false - e due suoi complici, intervenuti probabilmente per dar man forte all’amico. Si tratta di Agostino Cari, 21enne nomade con residenza in via Milano, e Daniel Scavone, 18enne bolzanino residente in via Cagliari.
I carabinieri del radiomobile hanno disposto l’arresto dei tre per estorsione e sfruttamento della prostituzione. Allo stato attuale delle indagini appare più pesante la posizione di Zerellari, che non si sarebbe fatto scrupoli a sfruttare la moglie, fino ad indurla a scappare di casa.


19.11.07 - espresso.repubblica.it

Basta guerre nel mondo!