Brucia roulotte, clochard muore carbonizzato

E' successo vicino a Imperia, forse colpa di una sigaretta


(ANSA) - TAGGIA (IMPERIA), 12 NOV -Un uomo e' morto carbonizzato la scorsa notte ad Arma di Taggia, nel rogo della roulotte dentro cui viveva da un paio di mesi. Massimo Bachini, originario di Torino, aveva 56 anni, era alcolizzato e senza fissa dimora. La cause dell'incendio, ancora in fase di accertamento, sono probabilmente legate a un mozzicone di sigaretta lasciato acceso o a una 'stufetta' di fortuna. La roulotte apparteneva a un pregiudicato della zona, attualmente in carcere.


11/11/07 - ansa.it

Alcool e giovani: "Controllo e prevenzioni"

Alcool. Bullismo. Droga. Queste le tematiche che il Comune di San Benedetto vuole affrontare con i ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori.

L'assessore alle politiche Sociali, Loredana Emili, lancia, in collaborazione con l'assessorato alla cultura, a l'A.S.L. e al Centro risposte alcologiche un programma che partirà da Gennaio e affronterà le problematiche che riguardano i nostri giovani dentro e fuori dalle aule.

Il programma che si baserà sulla "Peer education" avrà come responsabile il dott. Lucani e riguarderà due scuole materne, due elementari, due medie e due superiori.

La prossima settimana si terrà un incontro tra le forze sociali impegnate nel progetto e i dirigenti scolastici degli istituti scelti.

I temi affrontati saranno: nelle scuole materne, sviluppo educativo; nelle elementari, bullismo; quest'ultimo insieme alla sessualità riguarderà le scuole medie; sicurezza nei vari ambiti sociali, negli istituti superiori.

"Al lavoro i professionisti della zona locale" - dice l'assessore Loredana Emili, che sottolinea ancor di più l'impegno del Comune a sfruttare al massimo le potenzialità dei nostri tecnici competenti.

Quindi, educazione di stili di vita e controllo tra i ragazzi: queste sono le risposte ad una situazione sociale, che nonostante sottocontrollo e in piena media nazionale, sembra sempre più pericolosa e difficile tra i nostri ragazzi.

11/11/2007 - ilquotidiano.it

La violenza alle donne è in realtà una forma di tortura

Adesione dell’UDI nazionale alla manifestazione nazionale del 24 novembre contro la violenza alle donne.

La violenza alle donne non ha nulla di sessuale ma è una vera e propria guerra che un considerevole numero di maschi nel mondo compie contro le donne usando i propri genitali come arma. Tale forma di violenza, che per questo noi abbiamo chiamato sessuata, è in realtà una forma di tortura con cui in genere tiene sotto controllo l’altro.

La paura di tale tortura porta le donne ad automoderarsi e a viversi in libertà vigilata e come una minaccia per la propria incolumità l’affermazione dei propri diritti.

Noi vogliamo autodeterminanrci a partire dalla affermazione della inviolabilità del corpo delle donne, ovunque nel mondo!

Ricordiamo a tutte e a tutti la necessità che il genere femminile sia presente ovunque si decide, e non semplicemente "preso in considerazione" per salvare la femminilità delle democrazie, oltre che blandito o ammansito, ogni qual volta accadono misfatti contro le donne.

Aderiamo con convinzione all’iniziativa.

11 novembre 2007 - womenews.net

Ragazzi, dite no ad alcol e droghe

«Sono rimasto scioccato nell'apprendere che Piacenza è la prima in Regione per abuso di alcol nelle giovani generazioni. Mi chiedo perché la nostra provincia debba vantare un primato così cretino». Il vice presidente della Croce Bianca, Renzo Ruggerini, rompe subito il ghiaccio con gli studenti del liceo Colombini, protagonisti del primo incontro del progetto di sensibilizzazione "Guardatevi allo specchio e provate a dirvi T.V.B", utilizzando un linguaggio franco e diretto, come forse richiede lo stesso tema della campagna di sensibilizzazione contro l'uso di alcol e droghe e la promozione dei valori del volontariato, promossa da Pubblica assistenza Piacenza Croce Bianca, insieme a Pubblica assistenza Valtidone Valluretta, e Pubblica assistenza Carpaneto Soccorso, con il patrocinio di Prefettura di Piacenza, amministrazione provinciale di Piacenza, amministrazioni comunali di Piacenza, Castelsangiovanni e Carpaneto, ed ai partner organizzativi Centrale 118 Piacenza soccorso, Polizia stradale. Ieri mattina al Colombini si è tenuto il primo incontro, introdotto dal professor Ruggerini, che ha riferito il dato, preoccupante, riportato durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa dagli assessori ai Servizi sociali di Comune e Provincia, Giovanna Palladini e Paola Gazzolo (vedi Libertà del 9 novembre), ossia del primo posto assegnato a Piacenza per consumo di alcol tra i giovani.
«Sempre in quell'occasione, il presidente della nostra associazione, Giancarlo Carrara, ha spiegato chiaramente come bere un Negroni, paradossalmente faccia più male a voi che a noi adulti - ha detto Ruggerini rivolgendosi agli studenti -, perché i giovani non hanno la stessa capacità degli adulti di metabolizzare l'alcol, con la possibilità di compromettere le capacità intellettive e creare danni al fegato. Per questo motivo abbiamo deciso di chiamare questa nuova campagna "Tvb": è un ti voglio bene che dovete dire per primi a voi stessi».
La parola è poi passata a Armando Testa, direttore sanitario della Croce Bianca e ex primario di anestesia e rianimazione dell'ospedale di Fiorenzuola. «Assumere alcol in piccole quantità già compromette la facoltà di saper riconoscere i colori e di conseguenza i segnali stradali - dice -, per poi vedere ridotto il proprio campo visivo. Non è facile parlare di questi argomenti, perché si rischia di ottenere l'effetto opposto, scatenando l'interesse dei giovani nell'utilizzo di sostanze, alle quali si ricorre spesso con leggerezza, come se fossero un interruttore della luce da accendere e spegnere nel fine settimana. Il nostro obiettivo, con la nuova campagna di sensibilizzazione, è invece far vedere che esistono altri modi di vivere la vita. Nessuno di noi ha già la ricetta pronta, ci limitiamo a presentare un modello diverso, di solidarietà e di impegno disinteressato, che è quello del volontariato».

Alberto Negri, istruttore della Croce Bianca, ha ripercorso la storia centenaria dell'associazione di pubblica assistenza, presentando anche le attività svolte dai gruppi di Castelsangiovanni e Carpaneto, tra i promotori della campagna "Tvb". Dopo questa prima lezione al Colombini, si proseguirà lunedì mattina al Romagnosi (12 novembre), e nei giorni successivi alla Faustini (16 novembre), di nuovo al Colombini (17 novembre), Casali (21 novembre), Cassinari (22 novembre), Casali e Faustini (24 novembre), Tramello (28 novembre), Cassinari (29 novembre, 6 dicembre), San Benedetto (13 dicembre).

Paola Pinotti - domenica 11 novembre 2007 - liberta.it

Hashish sotto i 15 anni: è l’Italia dei baby spinelli

Il primo spinello si fuma sempre più presto. Aumentano i ragazzini che sperimentano la cannabis prima di compiere 15 anni. Un dato allarmante che emerge dal Rapporto annuale sull’attività dei Sert (i Servizi pubblici per le tossicodipendenze) per il 2006, che ieri è stato pubblicato integralmente sul sito del ministero della Salute. Il rapporto rende conto dell’attività di 514 sui 544 Sert operanti in Italia.

Si conferma come la prima esperienza della droga avvenga sempre più presto. Dal 1991 al 2005 i ragazzini sotto ai 15 anni che si erano rivolti ai Sert, anche se in continuo aumento, erano sempre rimasti sotto la soglia percentuale dello 0,1 per cento, passando dagli 87 del ’91 ai 212 del 2005. Nel 2006 gli under 15 sono saliti invece a 327, salendo percentualmente allo 0,2. Diminuiscono in percentuale i minorenni (dai 15 ai 19 anni) che rappresentavano il 4,8 per cento del totale nel ’91 e sono passati al 2,7 del 2006. In termini assoluti la variazione è contenuta: da 4.386 a 4.256. La maggioranza è di sesso maschile, 86,6.

L’altro dato interessante è quello del progressivo invecchiamento di chi si rivolge ai Sert. Come a dire che sono praticamente sempre gli stessi e che soltanto in casi eccezionali il principio della somministrazione controllata delle droghe permette un vero recupero dalla tossicodipendenza. Molto spesso si resta drogati a vita. Ecco le cifre che lo dimostrano. Nel 2006 si sono rivolte ai Sert 171.353 persone. Di queste quasi l’80 per cento è un «frequentatore abituale» ovvero rientrato dopo un periodo di assenza o già in cura negli anni precedenti. La percentuale dei pazienti più giovani di età compresa dai 20 ai 24 anni è sempre diminuita, passando dal 28,6 per cento del ’91 all’11 per cento del 2006 mentre quella relativa alla fascia di età più avanzata, maggiore di 39 anni è progressivamente aumentata, dal 2,8 del ’91 al 27,5 dello scorso anno.

Anche se l’eroina resta la droga più usata dai frequentatori dei Sert con oltre il 71 per cento registrato nel 2006 il suo consumo è comunque in diminuzione: dal 90,1 del ’91 all’85,6 del ’98 fino al 71,3 del 2006. In forte aumento invece la cocaina a partire dal ’95 e con un vero e proprio boom dal 2000: 1,3 nel 1991; 14 nel 2006. I consumatori di cannabinoidi, in crescita nel tempo, sembrano negli anni più recenti essersi stabilizzati intorno al uno per cento.


11 novembre 2007 - ilgiornale.it

Uccisa nella baracca, s’indaga sui pusher

È stata trovata stesa a terra, faccia in giù, fuori da una specie di stia per polli bruciata dal fuoco, dove viveva con il compagno marocchino di 33 anni. Il giorno dopo i tizzoni fumanti e qualche straccio sparso intorno, sono quanto resta dell’esistenza di Rozeta Tuplea, romena di 39 anni, uccisa con un colpo in testa. Il movente va ricercato tra i tanti che rimandano a un’unica voce: miseria ed emarginazione. Basta sceglierne uno a caso, dal tentato stupro, alla rapina, ai vecchi rancori. Anche se il più probabile resta una lite nell’ambito del microspaccio, il «lavoro» del suo compagno.

«Sì me la ricordo bene, viveva con il suo uomo da queste parti da almeno 6 o 7 anni. Spesso le loro baracche bruciavano e loro si limitavano a costruirne una nuova da un’altra parte. Questa l’avevano tirata su qualche mese fa», spiega un romeno di quarant’anni «vicino» di baracca della vittima. Anche lui sistemato nella piccola bidonville sorta all’interno del boschetto all’inizio di viale Forlanini. Un fazzoletto verde punteggiato da baracche. In una vive il nostro interlocutore, poi quella di Rozeta, più in là un altro paio di abituri, con dentro quattro marocchini.

«Sentivamo spesso “scandal”» che in romeno significa litigare, Rozeta con il suo uomo, lui con altri connazionali, lei con chissà quali individui di passaggio. «Oppure strepitare ubriachi» prosegue l’immigrato. Ogni tanto infatti Rozeta e il suo compagno accendevano un fuoco e ci arrostivano sopra qualche misera vivanda. «Hanno avuto qualcosa da ridire anche l’altro pomeriggio» ricorda il romeno. Subito dopo lui se n’è andato e lei è uscita su uno spiazzo a prendersi uno scampolo di sole.

Poi più nulla fino a mezzanotte, quando tra la boscaglia si sono alzate fiamme altissime. Era il fuoco che divorava la baracca di Rozeta, attirando l’attenzione dei marocchini. Uno di loro ha chiamato il connazionale, in giro chissà dove. L’uomo è arrivato e gli amici gli hanno mostrato l’amica a terra, vestita, una profonda ferita alla testa. Lui stesso ha chiamato la polizia e ha atteso l’arrivo degli investigatori. Dai primi accertamenti l’uomo risulta estraneo. L’assassino avrebbe dunque sorpreso Rozeta sola, ne è nato un violento alterco poi ha preso qualcosa, forse un sasso, e le ha spaccato la testa. Quanto all’incendio forse è nato per caso, forse è stato appiccato dal killer. Chi sia lo chiariranno le indagini. Il perché non è difficile da immaginare: basta guardarsi attorno.


di Enrico Silvestri - domenica 11 novembre 2007 - ilgiornale.it

Basta guerre nel mondo!