Droga, nessuna scuola è protetta

PESCARA. «Non si salva nessuna scuola. Il problema droga è di tutti. Il caso specifico del Ravasco? Apre un capitolo enorme, ma va sottolineato il ruolo importante di quest’istituzione in città. Quindi, bando alle ipocrisie e alle etichette: non esiste un’enclave protetta né uno spazio libero». Pietro Fausto D’Egidio, direttore del Sert, lancia un nuovo allarme sul consumo della droga tra i giovanissimi dopo il caso dello studente minorenne denunciato perché trovato con 21 grammi di hascisc in classe.
«Prima la droga era confinata nei quartieri poveri, tra i disperati», spiega ancora il medico impegnato in prima linea nel recupero dei tossicodipendenti. «Poi è spuntato fuori l’hascisc a chili in zone vip, quindi la droga l’abbiamo ritrovata nei licei e nelle scuole tecniche e, ora, anche in un istituto molto rigoroso. Dovrebbe essere, per noi, l’ulteriore tassello del puzzle. Tutti coloro che sono impegnati nel recupero dalle dipendenze devono tornare a sollecitare i decisori politici a prendere posizione sull’argomento, riversando sul settore della prevenzione, della comunicazione e dell’informazione sui rischi tutte le risorse necessarie».
Sul consumo degli spinelli D’Egidio spiega che «le sigarette di tabacco favoriscono l’uso di altre droghe. Uno studio che risale all’anno 2006 divide la popolazione in due gruppi: chi fuma tabacco e chi no. Nel primo gruppo, l’1,6 per cento ha provato la cocaina nell’ultimo anno, nel secondo gruppo la percentuale scende allo 0,2%. Prima ancora dell’hascisc sono da tenere d’occhio il tabacco e l’alcol. Uno screening condotto in collaborazione con il dottor Luciano Galante ha fornito un quadro preoccupante sulla diffusione dell’alcol nei primi due anni delle superiori. I genitori devono allertarsi, conoscere e non affidarsi al sentito dire».
D’Egidio ringrazia «la sensibilità del comandante provinciale dei carabinieri che, nella sua analisi successiva agli arresti di lunedì scorso, ha evidenziato la necessità di affrontare il fenomeno in maniera complessiva, il che richiama ciascuno alle proprie responsabilità». Intanto, sulla bacheca del «Ravasco», è comparso ieri un documento che ringrazia «preside, insegnanti e suore per l’impegno e l’attenzione nel promuovere iniziative di prevenzione». Seguono oltre 120 firme di studenti.


(22 novembre 2007) - espresso.repubblica.it

OMS: 388 mln morti entro 2015 per cattive abitudini

Parigi - Esperti internazionali hanno illustrato un programma sanitario generale in grado di salvare entro il 2015 almeno 36 milioni di persone da morte per malattie causate da stili di vita sbagliati. Senza uno sforzo concertato -sottolineano gli esperti- si calcola che circa 388 milioni di persone in tutto il pianeta -ma l'80 per cento nei Paesi poveri- moriranno nei prossimi dieci anni a causa di malattie non trasmettibili, ma che stanno assumendo proporzioni epidemiche.

Stando ai dati forniti dall'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms), diabete, malattie cardiovascolari e polomonari, cosi' come alcuni tipi di tumori determinano - sommati - il 44 per cento di decessi prematuri, vale a dire il doppio del numero causato da tutte le malattie infettive messe insieme. "Eppure la prevenzione di malattie invalidanti o mortali causate da patologie cronici non trasmettibili (Cncd) riceve scarsa attenzione", sottolineano gli esperti in una nota congiunta, pubblicata dalla rivista britannica 'Nature'.

Gran parte delle malattie considerate da questa iniziativa -sottolineano gli scienziati- potrebbero essere evitate semplicamente cambiando stili di vita e dando accesso a farmaci in circolazione. Sul banco degli imputati: il fumo, uno stile di vita sedentario e l'obesità. Gli esperti hanno anche osservato che nell'insorgenza di alcune patologie gioca un ruolo importante l'allungamento della vita media. Ritagliato sul modello del programma 'Grand Challenges in Global Health', che ha preso di mira malattie infettive ed e' stato portato avanti nel 2003 dalla Bill and Melinda Gates Foundation, il nuovo sforzo del programma "Grand Challenges" elenca 20 priorita' politiche e di ricerca per ridurre le morti da Cndc.

Eccone alcune: maggiore "priorita' politica" alle Cncd e promozione di stili di vita piu' salutari; rafforzamento di nome tese a scoraggiare il consumo di tabacco, alcol e cibi poco salutari; individuazione di codici per vigilare su comportamenti responsabili nell'industria alimentare, della ristorazione e delle bevande; studio di eventuali legami tra Cncd, poverta' e urbanizzazione; ridistribuzione delle risorse sanitarie sulla base della gravita' delle patologie; prevenzione. L'iniziativa ha il sostegno di Oxford Health Alliance, del britannico Medical Research Council, the Indian Council of Medical Research, della statunitense National Institutes of Health (NIH) e del canadese McLaughlin-Rotman Centre for Global Health.


22/11/07 - paginemediche.it

Sicurezza stradale. A Firenze alcol test in discoteca

Firenze - Postazioni per alcol test nelle discoteche fiorentine. E' l'iniziativa che parte oggi nell'ambito della campagna sulla sicurezza stradale "La vita è tua, non perderla per strada", organizzata dall'amministrazione comunale e che ha come testimonial il giocatore della Fiorentina Giampaolo Pazzini. All'ingresso dei quattro locali che hanno aderito all'iniziativa, informa una nota, verrà allestita una postazione dove i frequentatori della discoteca potranno sottoporsi, su base volontaria, all'alcol test per verificare il tasso alcolemico prima di uscire dal locale.


22/11/07 - nostalgiatoscana.it

Atti osceni in stazione

Ci sono voluti praticamente tutti gli agenti di Polizia Ferroviaria in servizio in quel momento per bloccare ed immobilizzare un ubriaco che alla stazione di Alessandria aveva mostrato il "meglio di sè" a due ragazze che in pieno pomeriggio stavano passando sul primo binario.

L’uomo di 37 anni di origine colombiana si chiama Drezner Javier Cervantes Acuna. Ieri pomeriggio verso le 16,20 si era sbottonato i pantaloni di fronte a due ragazze che prontamente hanno avvisato la Polfer degli atti osceni in corso.

Il colombiano - visibilmente in stato di ebbrezza da alcol - ha però opposto una strenua resistenza negli uffici della Polizia Ferroviaria dove ha incominciato a dare in escandescenza colpendo gli agenti con calci e pugni.

Era persino riuscito a sradicare delle angoliere di legno da usare come armi contundenti.

Con non poca fatica è stato ammanettato ed arrestato per resistenza, lesioni e danneggiamento. Denunciato anche per atti osceni.


22/11/07 - giornal.it

Braccialetti contro l'alcol

Un gesto concreto per richiamare l'attenzione sul tema dell'assunzione di alcol durante la guida: "Quattroruote" e Autostrade per l'Italia distribuiscono gratuitamente, attraverso il numero di dicembre della rivista, nelle aree di servizio e i Punto Blu della società autostradale, un milione di braccialetti con la scritta "Guido? Non bevo".

Chi lo indosserà contribuirà direttamente a diffondere un atteggiamento responsabile. Si tratta di un messaggio, semplice e diretto, che induce a una maggiore consapevolezza dei rischi che corre chi si mette al volante con un tasso alcolemico elevato o, comunque, superiore a quello consentito dal Codice della strada (0,5 grammi/litro).

Un modo per proporsi anche come "guidatore designato", ovvero come la persona che, per una sera, s'impegna a concludere la serata sobrio, in modo da accompagnare a casa senza rischi anche gli amici che hanno consumato qualche cocktail di troppo. Un'usanza molto diffusa in altri Paesi europei, che ora si cerca di promuovere anche in Italia.


22/11/07 - quattroruote.it

Sempre più confusi e allucinati

Si moltiplicano le ricerche sulle alterazioni della coscienza, sia indotte sia provocate da malattie. Il complesso rapporto tra il cervello e il sé è essenziale per decifrare i lati oscuri e criminali della personalità


FRANCESCO MONACO


UNIVERSITÀ DEL PIEMONTE ORIENTALE - NOVARA

La cronaca nera riporta continuamente in primo piano uno dei problemi più spinosi della neurobiologia: quale rapporto esiste tra attività cerebrale e coscienza?

Chi ha sgozzato Meredith Kercher a Perugia era cosciente del gesto che stava compiendo? La responsabilità (e quindi l’imputabilità) dell’individuo cambia, a volte in modo drammatico, a seconda del suo grado di consapevolezza mentre uccide e, non a caso, le neuroscienze stanno ora prepotentemente riconducendo il problema della responsabilità individuale (in termini filosofici il «libero arbitrio») dall’astrazione della filosofia alla fisiologia del sistema nervoso centrale. Il punto è: in che misura è consapevole delle proprie azioni - e quindi responsabile - chi è sotto l’azione di sostanze (droghe e alcol, ma anche psicofarmaci), che alterano il funzionamento cerebrale? E chi è affetto da una patologia del sistema nervoso centrale tale per cui il funzionamento del cervello è sovrapponibile a quello di chi assume sostanze? Per esempio, un paziente con encefalopatia metabolica (da diabete o malattia renale) che si trova in stato confusionale? O un soggetto con epilessia durante una crisi? O un anziano affetto da Alzheimer? Si tratta di questioni scottanti, visto anche il numero crescente dei crimini e degli incidenti provocati da chi si trova in uno stato cerebrale a cui non corrisponde la piena consapevolezza delle proprie azioni. Gli incidenti stradali provocati da chi guida in stato di ebbrezza (secondo un quadro di encefalopatia alcolica acuta) sono l’esempio più classico.

Il rapporto cervello-esperienza cosciente è al centro del saggio, appena pubblicato dalla Nova Science Publishers di New York, «The neuropsychiatry of consciousness», che ho curato con Andrea Cavanna (della Clinica Neurologica dell’Università del Piemonte Orientale): riporta i risultati delle ricerche più recenti e stimolanti sulle alterazioni di coscienza nei pazienti affetti da malattie del sistema nervoso. Si affronta il tema del rapporto tra cervello e coscienza attraverso l’analisi delle alterazioni dell’attività cerebrale nei soggetti sani con stato di coscienza alterata fisiologicamente (come nel sonno) o artificialmente (come durante un’anestesia), ma anche nei pazienti in coma e in stati vegetativi persistenti, nei pazienti affetti da epilessia (situazione con black-out transitorio della coscienza), in quelli sofferenti di Alzheimer (con una perdita progressiva della coscienza) e in quelli con disturbi di identità (come i casi alla Dr. Jekyll e Mr. Hyde).

A conferma dell’attualità di questi interrogativi c’è il convegno internazionale di Firenze, da domani al 24 novembre, intitolato «La Neuropsichiatria del cervello emotivo»: il tema è proprio il rapporto tra emozioni e attività cerebrale. Per dirla in termini più semplici, quali aree cerebrali mi fanno piangere o ridere o in che zona si «accendono» i neuroni quando mi innamoro?

Strumenti come l’elettroencefalografia, la risonanza magnetica funzionale, la stimolazione magnetica transcranica ed altri permettono di identificare con sempre maggior precisione le singole aree cerebrali deputate alle differenti funzioni mentali: alcuni tra i neuroscienziati più influenti si riuniranno per presentare le loro ricerche, a partire dalle patologie che compromettono la funzionalità delle aree cerebrali coinvolte nei processi mentali.

Ci sarà, tra gli altri, Steven Laureys, direttore del «Coma Science Group» presso il Cyclotron Research Center, Università di Liegi, Belgio: è uno dei maggiori esperti delle patologie della coscienza e, in particolare, dal suo laboratorio provengono alcuni dei dati più interessanti sull’attività cerebrale dei pazienti che si trovano in stato di coma o in stato vegetativo persistente. Utilizzando le tecniche di risonanza magnetica funzionale, ha dimostrato che l’attività della corteccia associativa fronto-parietale è una spia della persistenza di un livello ancorché minimo di coscienza.

Ma si parlerà anche dei disturbi emotivi legati alla malattia di Parkinson, allo stroke cerebrale e anche a forme più rare ma di grande interesse, come la sindrome di Gilles de La Tourette, un disturbo caratterizzato da fastidiosi movimenti e tic multipli, di cui si ipotizza fosse affetto Mozart.

Una lettura magistrale sarà tenuta da Giacomo Rizzolatti, neurofisiologo dell’Università di Parma, scopritore dei neuroni specchio. Questi, pur essendo deputati al controllo del movimento, rivestono un ruolo fondamentale nei meccanismi di apprendimento e, quindi, in qualche modo interferiscono con le funzioni cognitive dell’individuo. L’argomento è cruciale in un mondo in cui l’imitazione, connessa alla funzione per l’appunto di «specchio» dei neuroni in questione, può essere pericolosamente pedissequa, quindi automatica e incosciente, e per certi versi alienante.

Ecco perché è necessario ribadire il ruolo dell’educazione dei meccanismi di controllo cosciente delle proprie azioni. Senza falsi moralismi sarebbe consigliabile che gli individui con il cervello in via di sviluppo (bambini ed adolescenti) o quelli con labilità emotive (che rappresentano una grossa fetta di umanità) non vedessero certi spettacoli violenti in tv, al cinema o su Internet. Non tutti gli esseri umani posseggono sempre e in uguale misura gli strumenti mentali adeguati per opporsi coscientemente alla spinta imitativa istintuale (cioè non cosciente).

Il problema rimanda ovviamente al concetto di etica della responsabilità e, poichè non c’è responsabilità senza coscienza, scoprire dove si trovi nel cervello e come svolga le sue funzioni di controllo su azioni ed emozioni (in inglese, «motions» and «e-motions», due funzioni quindi molto vicine) rappresenta una delle più affascinanti sfide scientifiche del terzo millennio.

Chi è Monaco Neurologo

RUOLO: E’ PROFESSORE DI NEUROLOGIA ALL’UNIVERSITA’ DEL PIEMONTEORIENTALE E DIRETTORE DELLA CLINICA NEUROLOGICARICERCHE: EPILESSIA E ALTERAZIONI DELLA COSCIENZA


22/11/07 - lastampa.it

Automobilista slavo fermato in stato di ebbrezza

E privo di patente


Prato, 21 novembre 2007 - Non è la prima volta che gli agenti della polizia di Prato centro si imbattono in conducenti al volante ubriachi o addirittura senza aver mai conseguito la patente di guida ma, in questo caso, accaduto a Prato nella notte di ieri, i due reati sono stati riscontrati con la stessa persona.

Gli agenti della Volante "Duomo" del Posto di Polizia di Prato Centro hanno notato in via L. da Pelago un'auto sospetta con a bordo tre cittadini. Il conducente dell'auto è stato successivamente identificato per B. R., 39enne nato in Jugoslavia e domiciliato a Prato. L'uomo è risultato essere privo di documenti identificativi, con precedenti penali e, al momento del fermo, era in evidente stato d'ebbrezza alcolica. Invitato a sottoporsi ad accertamento acolemico per verificare se la concentrazione di alcool nel suo corpo corrispondesse o superasse la soglia consentita di 0.5 grammi per litro, ha rifiutato insospettendo ancora di più gli agenti di polizia. L'uomo è stato poi denunciato in stato di libertà per il reato di guida in stato d'ebbrezza e per guida di veicolo senza aver mai conseguito la patente, rischiando di incorrere nella prevista ammenda che va da 2257 euro a ben 9032 euro. L'auto, una VW Polo, è stata sottoposta a fermo amministrativo ed affidata in giudiziale custodia al locale Soccorso Stradale.


22/11/07 - pratoblog.it

Incidenti stradali: 50% positivi ad alcol o droghe

GENOVA - Il 40-50 per cento dei feriti da incidenti stradali risulta positivo ad alcool e droghe: l'allarme arriva dalla presentazione alla stampa del Convegno nazionale su pronto soccorso e medicina d'urgenza (Simeu), da oggi a Genova sino al 24 novembre. "Ormai rileviamo quotidianamente l'uso e l'abuso di alcool e droghe - ha spiegato il primario dell'ospedale San Martino, Paolo Moscatelli - si sottovaluta l'impatto di un atteggiamento tollerante della società, per cui oggi il 40-50 per cento dei pazienti da incidenti stradali risulta positivo a sostanze psicotrope o alcool, con un vero boom nei fine settimana legato allo sballo del venerdì e del sabato sera".

I pronto soccorso ormai hanno una casistica piuttosto precisa, grazie alle leggi più restrittive degli ultimi anni che hanno reso praticamente obbligatori i test sulle droghe in caso di incidenti: "le forze dell'ordine ci danno il foglio d'ingiunzione per fare il test su richiesta dell'autorità giudiziaria quasi a ogni incidente - ha detto il primario del Galliera, Paolo Cremonesi - di recente abbiamo fatto il test anche a un ciclista caduto dalla bici. D'altra parte quasi nessuno rifiuta, perché questo prevede il ritiro della patente". Solo molto raramente ci sono casi di falso positivo, come con un paziente che curandosi con l'omeopatia risultava erroneamente consumatore di cannabinoidi.


22/11/07 - ansa.it

3 denunce per ubriachezza

di Claudia Sensi


Tre automobilisti sono rimasti coinvolti in altrettanti incidenti


L'ufficio incidenti stradali della Polizia Municipale di Terni ha denunciato tre automobilisti per guida in stato di ebrezza. Si tratta di due ternani di 40 e 45 anni ed un cittadino rumeno di 41 anni. I tre sono rimasti coinvolti in altrettanti incidenti e sottoposti ad alcooltest, sono risultati avere un tasso alcolemico di gran lunga superiore al limite di legge. Per tutti e tre oltre al deferimento all'autorità giudiziaria c'è stato anche il ritiro della patente.


22/11/07 - terninrete.it

Violenza contro le donne: dalla protesta all’azione

In Europa la prima causa di morte e invalidità delle donne tra i 15 e i 60 anni è la violenza per mano maschile, che viene esercitata per più del 90% all'interno della famiglia da mariti, padri, fratelli, partners. Per riportare al centro del dibattito politico e culturale del Paese la violenza maschile contro le donne è stata indetta a Roma, il 24 novembre, una manifestazione nazionale.

Livia Turco, nel suo comunicato di adesione alla manifestazione, ha dichiarato che come Ministro della Salute intende promuovere un approccio globale dell’azione pubblica che include la formazione di tutti gli operatori, dai medici di medicina generale agli operatori dei servizi territoriali e ospedalieri, prevedendo la creazione di uno Sportello dedicato in ogni Pronto Soccorso e di Centri Regionali di riferimento, aperti per 24 ore.

Come ha sottolineato Margherita De Marchi (presidente del Centro antiviolenza Belluno-Donna) nel suo intervento al simposio sulla medicina di genere che si è svolto il 19 ottobre a Bolzano, la violenza contro le donne è infatti anche un gravissimo problema medico.

La donna che subisce violenze:
- si ammala di più, utilizza 3 volte di più i servizi sociosanitari, assume di più psicofarmaci, perde più giorni di lavoro, va incontro a invalidità permanente per gli esiti delle violenze.
- Ha disturbi psicologici e comportamentali (depressione e ansia, disturbi dell’alimentazione e del sonno, fobie, attacchi di panico, disturbo post-traumatico da stress, disturbi psico-somatici, bassa auto-stima, tentativi di suicidio, abuso di alcool, farmaci e altre sostanze, fumo, comportamenti sessuali non protetti).
- Subisce danni fisici (decesso, contusioni, ematomi, danni oculari, rottura timpano, fratture, ferite da taglio, bruciature, trauma cranico, lesioni addominali e toraciche, dolore cronico, fibromialgia, disturbi gastrointestinali, disabilità).
- Ha problemi che investono la vita sessuale e riproduttiva (gravidanze indesiderate, aborto, parto pre-termine, basso peso del nascituro, infezioni a trasmissione sessuale, infertilità, infezioni urinarie, disturbi della sfera sessuale).

Cosa può fare il medico?
- Può chiedere direttamente alla paziente, nel corso della semplice anamnesi, se ha subito violenza: dovrebbe porre questa domanda a tutte le donne, e in particolare a quelle che presentano i segni e i sintomi appena elencati. Ricordiamo infatti che il 94% delle violenze non viene denunciato.
- Deve compilare correttamente il referto: per la donna è spesso un documento essenziale.
- Ha l’obbligo di denunciare i reati procedibili d’ufficio dei quali viene a conoscenza nell’esercizio delle sue funzioni: le lesioni con prognosi superiore a 20 giorni, i maltrattamenti in famiglia, alcuni casi di violenza sessuale rientrano tra questi.


21 Novembre 2007 - pensiero.it

Contro la violenza sulle donne

MANIFESTAZIONE NAZIONALE SABATO 24 A ROMA
CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
ADESIONE E SOSTEGNO DAL PRC LOMBARDIA


Rifondazione comunista della Lombardia aderisce all’appello per la manifestazione nazionale che si terrà a Roma sabato prossimo, 24 novembre, indetta “Contro la violenza sulle donne”.

Il numero delle donne (oltre quattordici milioni) che hanno subito la violenza maschile, fisica, sessuale e psicologica, in Italia è impressionante e inaccettabile.

La maggior parte delle violenze è inoltre opera del partner o di familiari.

All’origine di questa vergogna c’è dunque la pressione culturale del patriarcato, del maschilismo e del sessismo che, in molteplici forme, sono ancora radicati e tollerati nel nostro Paese.

Occorre fare di questo tema un aspetto centrale dell'agire politico e civile. La manifestazione di sabato vuole innanzitutto strappare la cortina di silenzio che avvolge le violenze sulle donne, o le distorce e le minimizza riducendole - negli spazi voyeuristici della cronaca nera - a mera questione di polizia.

Per questo sosteniamo con convinzione il corteo nazionale di Roma.

In Lombardia come nel paese, Rifondazione comunista intende come centrale la questione di genere, dai diritti delle donne in quanto tali, alla messa in discussione del perdurante primato maschile.

Riportare in piazza l’aspetto più aspro e doloroso di questo primato significa cominciare a mobilitare nuovi anticorpi della politica e della cultura in una più ampia prospettiva di civiltà.

21 novembre 2007 - brianzapopolare.it

Abusi, rituali e crimini del satanismo

In maniera paradossale, soprattutto nelle società industrialmente avanzate cresce una certa cultura e pratica dell’occulto, che genera azioni violente associate a rituali che culminano anche con l’assassinio e il suicidio. Nonostante le denunce nei confronti della cultura nichilista, nella nostra società, votata al razionalismo, in cui il progresso scientifico e tecnologico sfida continuamente se stesso ed è sempre un passo avanti per confermare le proprie previsioni, il popolo degli adoratori di Satana continua a crescere. Le forze dell’ordine registrano una crescita di persone che si dicono appartenenti a sette che adorano Satana. Nel 2002 la Polizia di Stato conclude una operazione che, partita da Pescara, porta all’arresto di quattro uomini. L’accusa? Un gruppo di minorenni erano stati indotti a partecipare a riti satanici con atti sessuali. Venivano avvicinati fuori dalle scuole, convinti a partecipare ai riti durante i quali venivano drogati e fotografati, le foto erano poi distribuite agli adepti della setta che si ispirava alla Chiesa di Satana di San Francisco. Tra i crimini ipotizzati dalla magistratura: sequestro di persona, somministrazione di sostanze stupefacenti, violenza sessuale sottrazione di cadaveri e altre delizie del genere. Ma è nel 2005 che sale agli onori della cronaca il caso giudiziario destinato a sconvolgere l’opinione pubblica, con l’arresto delle Bestie di Satana, un gruppo di ragazzi che hanno ucciso tre, forse quattro componenti del loro gruppo.

La gente si domanda, perché? Come è possibile? Sono i soliti bravi ragazzi, come tanti, come tutti. E invece no. Sono ragazzi che - come spiega il criminologo Marco Strano nella prefazione - cercano di scacciare i fantasmi di non riuscire a diventare nessuno. Il loro demonio è la mancanza di entusiasmo, di valori, la mediocrità, l’ignoranza, l’incapacità di emozionarsi per le cose semplici. Chiedono aiuto alle droghe per vedere quello che non c’è. Si uniscono tra loro per trarre una forza che individualmente non hanno.

Perché le sette sataniche hanno una tale diffusione? Perché le persone sono affascinate così tanto dall'oscuro mondo del male? Perché programmi televisivi, film, siti Internet, musica, riviste, fumetti e libri fanno così tanto riferimento a occultismo, magia e satanismo? [...]


21 novembre 2007 - korazym.org

Nasce un forum permanente sulla violenza alle donne

Il 70% si consuma in famiglia


Il 70% delle violenze sulle donne si consumano nell'ambito familiare per mano di mariti, partner o ex partner. Numeri che raccontano come oltre 14 milioni di donne italiane siano state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita: con l'aggravante che oltre il 94% di queste violenze non e' mai stata denunciata.


Il 24 novembre prossimo migliaia di donne promettono di scendere in piazza a Roma, sfilando da piazza Repubblica fino a piazza Navona, per denunciare la gravita' della situazione: 400 realta' associative femminili, femministe e lesbiche, centri antiviolenza, donne dei movimenti, dei partiti e dei sindacati hanno gia' aderito e il ministro per le Pari opportunita', Barbara Pollastrini, ha inviato la sua "adesione convinta".


La manifestazione nazionale, che si svolge proprio il giorno prima della giornata internazionale contro la violenza sulle donne stabilita dall'Onu per il 25 novembre, e' promossa dal sito www.controviolenzadonne.org.


Gli ultimi dati Istat sottolineano come solo nel 24,8% dei casi la violenza e' stata compiuta da uno sconosciuto. Solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un 'reato', mentre il 44% lo giudica semplicemente 'qualcosa di sbagliato' e ben il 36% solo 'qualcosa che e' accaduto'. Infine, solo un quarto degli autori dei fatti, quando vengono denunciati, viene imputato e solo l'8% di essi e' condannato.
E il direttore generale dell'Istat, Linda Laura Sabbadini, ha ricordato come la violenza sulle donne sia davvero un fatto quasi del tutto privato: anche se si va per eccesso, infatti, solo un 10% degli stupri ai danni di donne italiane sarebbe stato compiuto da stranieri, mentre oltre il 69% degli stupri e' opera di partner o ex partner.


Sono 6.800.000, prosegue l'Istat, le donne fra i 16 e 70 anni che hanno subito un atto di violenza fisica o sessuale e, se si considera anche quella psicologica, si arriva ad oltre 12 milioni di italiane. Di esse, 4 milioni riguardano violenze fisiche, 5 milioni sessuali, un milione gli stupri. Infine, negli ultimi 12 mesi, le violenze fisiche o sessuali in Italia sono state 1,2 milioni e, solo nei primi sei mesi del 2007 in Italia sono state uccise 62 donne, 141 sono state oggetto di tentato omicidio, 1.805 sono state abusate. Un milione e 400mila donne ha subito uno stupro prima dei 16 anni.


Nel mondo, inoltre, sono milioni le donne vittime di soprusi: 150 milioni di bambine e adolescenti vittime di abusi; 400 mila le donne ridotte ogni anno in schiavitu' in Europa.


Oggi il Governo ha finalmente varato il decreto ministeriale per la nascita di un Forum permanente sulla violenza alle donne, per un piano d'azione che consenta di punire i reati piu' gravi, rendere piu' certe le pene, investire sulla prevenzione e sulla formazione di una cultura di rispetto delle donne sulla violenza alle donne organizzata dal ministero per le Pari Opportunita'.

In Francia stanziati 10 milioni di euro per 3 anni
Dieci milioni di euro per tre anni: e' quanto il governo francese ha stanziato oggi per un progetto di lotta contro le violenze sulle donne che partira' nel 2008. Dodici le proposte presentate dal segretario di stato per la solidarieta' Valerie Letard in materia di prevenzione e protezione delle donne, e quindi anche dei bambini, vittime di violenze coniugali. Annunciate alcune misure per l'accoglienza delle donne, per una campagna di comunicazione volta a sensibilizzare sul rispetto della donna e per il sostegno al numero di emergenza 3919 che, creato lo scorso marzo, ha gia' ricevuto circa 56 mila chiamate.


21 novembre 2007 - rainews24.rai.it

Nella famiglia i killer delle donne

Meno quattro giorni a sabato, Giornata internazionale dell’Onu contro la violenza alle donne. E proprio oggi è nato il Forum permanente sulla violenza alle donne, un luogo di dialogo e confronto fra istituzioni, associazioni ed enti locali. “Nel mondo – ha detto il ministro Barbara Pollastrini – una donna su tre è vittima almeno una volta nella vita di violenza fisica, sessuale o psicologica. Nella stessa Europa del benessere la violenza - dice la Pollastrini - uccide più del cancro”. “Milioni di donne sono vittime - continua il ministro - di vecchi e nuovi fondamentalismi. Di persecuzioni odiose. Di vessazioni intollerabili. Lo ripeto da tempo: contro tutto ciò nessun relativismo etico è permesso. Nessuna giustificazione”.
Ogni giorno, secondo i dati del Consiglio d’Europa, il 12-15 per cento delle donne subisce violenza. Sarebbe addirittura la prima causa di morte per le donne di età tra i 16 e i 44 anni.

Un problema orribile, conosciuto da molto tempo, il punto però è cosa fare?
Non ci può essere una risposta unica, non basta una singola legge, afferma la Pollastrini. Proprio per questo motivo “abbiamo parlato, fin dal principio, della necessità di varare un piano d'azione nazionale. Un piano - aggiunge il ministro per le pari opportunità - che permetta di coordinare in modo efficace ministeri competenti, campagne informative, formazione degli operatori, educazione alla prevenzione. Regioni, Enti locali, e case delle donne, centri. Certo, dentro una strategia complessiva, anche adeguamenti legislativi sono urgenti”.
Un piano di azione per evitare questa assurdità, ben sapendo che, come ha ricordato il premier Prodi, “senza una consapevolezza e una coscienza” sia individuali sia collettive, la lotta contro la violenza alle donne “non dà risultati”.


21 novembre 2007 - rossodisera.info

Gioventù bruciata

I pediatri rivelano che già a 12 anni le bambine pensano al sesso. I maschi anche prima: negli Usa 3 ragazzini tra gli 8 e i 9 anni hanno violentato una coetanea. Ma che succede?

Ieri l'edizione online del Corriere della Sera titolava "Le ragazzine e il sesso: a 12 anni senza limiti". Prendendo spunto da una ricerca della Società italiana di Pediatria - che delinea un quadro inquietante dei giovanissimi, intenti a bere, sballarsi e avere numerosi rapporti sessuali non protetti appena superata la decina d'anni -, un cronista si è infilato in una discoteca del centro, che il sabato pomeriggio si trasforma in terreno esclusivo per bimbi. E ha visto cose che noi umani, soprattutto i genitori, non potremmo nemmeno immaginare: baby cubiste seminude, approcci sui divani, dinamiche sessuali da gente matura o anche peggio.

Il quadro è sorprendente, ma poi neanche tanto, viste anche le news qui riportate ieri su ragazzine sfruttate sessualmente in cambio di ricariche telefoniche o l'appianamento di debiti di gioco. Ma resta lo stupore di fronte alla dimensione del fenomeno. In Rete c'è chi la prende con ironia, come Andrew: «Cavolo, le ragazzine quando ero piccolo io non erano così vispe. Mamme, ma che date da mangiare a sti bimbi?». Chi guarda indietro con nostalgia, come Massimiliano Gentile: «Una volta le bambine giocavano con le bambole, mentre i bambini rincorrevano il pallone. Ora, invece, i ragazzini arrivano già adulti». E chi è semplicemente basito, come Retroazione: «Ecco, io a nove anni era tanto se riuscivo a capire come far funzionare il pipino per fare pipì. Non ho parole...».

A quanto pare però Retroazione è molto in ritardo, perché tre maschi tra 8 e 9 anni di Acworth, in Georgia, sono stati accusati di violenza sessuale - e per questo rischiano fino a 5 anni di riformatorio - contro una femminuccia di 11 anni. Otto e nove anni! Ma che cosa sta succedendo a questi bambini? (Libero News)

21 novembre 2007 - iberoblog.libero.it

Pedofilia, prete in attesa del giudizio

È stata rinviata al 5 dicembre l’udienza, prevista per ieri mattina, del processo al prete accusato di violenze sessuali (atti di libidine, molestie, atti non completi) su una decina di bambine che frequentavano la scuola materna della sua parrocchia. Il sacerdote, 60 anni, che ora vive in una stuttura religiosa del Bolognese, era stato denunciato da una educatrice che lavorava all’interno della struttura e che insieme ad altre 27 persone aveva testimoniato per l’accusa e per le parti civili nel giugno scorso, quando sono stati sentiti anche i 10 testimoni della difesa. Ieri sarebbe dovuta essere la volta della requisitoria del pm Filippo di Benedetto, rimandata ai primi giorni di dicembre, poi, una volta sentiti gli avvocati delle parti civili e delle difese, la parola passerà ai giudici per la sentenza che presumibilmente arriverà nel marzo


22/11/07 - estense.com

Più parità, più felicità

Ovvero, l’utopia delle pari opportunità per tutte/i


Milano. In occasione della Conferenza Internazionale della Comunicazione Sociale, prevista il 22 e 23 novembre 2007 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, organizzata dalla Fondazione Pubblicità Progresso, e che intende mettere in evidenza il nesso tra Comunicazione Sociale e felicità e sottolineare il ruolo che la comunicazione può avere per migliorare il livello della qualità della vita sia a livello individuale sia a livello collettivo, il 23 novembre verrà presentata la Mostra sulle Pari Opportunità “Più parità, più felicità”, promossa nell’Anno Europeo delle Pari Opportunità per tutti.

Una “mostra per mostrare” che esiste, in Italia e nel mondo, un ampio lavoro di ricerca teso a concretizzare – attraverso micro e macro interventi – l’utopia delle pari opportunità per tutti, in particolare per le cosiddette “categorie deboli”: nello specifico, disabili, donne, migranti. Una ricerca che non è affatto evidente alla maggior parte delle persone pur essendo diffusa e percorsa da intrecci preziosi.

La mostra si struttura come una “ricerca di indizi” che si intersecano sino a formare una vera e propria “mappa” concettuale e reale. Una mappa da portare alla luce, e da mettere sotto gli occhi di una società distratta, che sovente non si sofferma a considerare le vie attraverso cui il miglioramento della qualità della vita è – per tutti – possibile.

Per questo la mostra si presenta come un percorso di una metropolitana che, nel profondo del territorio, crea stazioni, punti di incontro e di scambio.

Disabilità: Il concetto che unifica l’area è quello del “percorso di vita”. Ciò significa presentare oggetti e progetti per i tre momenti fondamentali della vita delle persone: • la casa • lo studio e il lavoro • il tempo libero e lo sport.
La presentazione avviene sia attraverso l’esposizione di oggetti veri e propri, sia attraverso filmati in cui si vedono le soluzioni proposte “in azione”, ossia in relazione con la persona disabile.

Parità di genere: Questa area sarà sviluppata a partire da tre “temi caldi” che riguardano le pari opportunità di genere: • il lavoro • gli stereotipi • i tempi di vita Il linguaggio di questa sezione è prevalentemente filmico: una serie di video e di grandi scritte scandiranno la presenza di pochi oggetti significativi.
Nei video si presentano brevissime interviste sui temi indicati a persone comuni ma anche a opinion leader, a personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, così da offrire un panorama ricco e variegato di idee sui diversi temi.

Intercultura: Per questa area si è scelto il tema del “dialogo tra culture”, come fattore che può portare a una effettiva relazione tra le varie culture e predisporre alla reciproca comprensione e alla valorizzazione della diversità. Sono tre le aree messe in mostra: • la musica • la cucina • l’arte

Ciascun ambito utilizza il proprio linguaggio specifico, presentando i risultati emergenti di questa “fusion” che contribuisce a far cambiare il modo di pensare di tutte le persone, siano esse native o migranti.


22/11/07 - women.it

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