La grande bevuta nella notte senz'alcol

ROBERTO PAVANELLO

ALASSIO
Sono le due meno cinque della notte, la pista è affollata, qualcuno sta in giardino a fumare, mentre ai tavoli si fa gran festa i barman mesciono cocktail al bancone. Il vocalist Walter, che è anche uno dei due proprietari del locale, il Joy di Alassio, prende il microfono e per un attimo sembra di essere al supermercato quando dall’altoparlante viene diffuso: «La gentile clientela è pregata di avvicinarsi alle casse, il supermercato sta per chiudere». In discoteca l’avviso suona più o meno così: «Vi ricordiamo che alle due non potremo più servire da bere. Quindi affrettatevi a ordinare le vostre bottiglie». Già, proprio così, le bottiglie e non la consumazione al bar, perché questa è una delle tecniche scelte per aggirare (attenzione! non infrangere) la nuova legge che impedisce ai locali in cui si fa intrattenimento musicale di servire alcolici dopo le due di notte. E così, anche se le due sono scattate, al Joy, come nella gran parte dei locali d’Italia, si può tranquillamente continuare a bere.

Ai tavoli ci sono trentenni e over, camicia bianca d’ordinanza e belle ragazze a far da contorno. È gente che può spendere senza grossi problemi (una bottiglia al Joy costa 120 euro, poi dipende da quante ne ordini, se sei un cliente abituale e il grado di amicizia con pr e affini), persone alle quali del limite delle due poco importa: «Non hanno capito veramente un c... - dice un giovane reggendo in mano il suo drink - basta ordinare le bottiglie prima. Sapete come lo chiamo io? Effetto risacca».

L’«autista»
Insomma, al tavolo sta la bella gente, quella che dà il tono al locale e, infatti, al Joy ci sono un magistrato, un ufficiale dell’Arma e anche il sindaco di Alassio. In fin dei conti è venerdì e tutti hanno diritto di divertirsi. Come Maurizio che festeggia il suo compleanno, 22 anni. Il suo è il tavolo più giovane e, ovviamente, si continua a bere anche dopo l’embargo: «Trovo però che sia una buona cosa. Stasera stiamo bevendo, è vero, ma uno di noi si occuperà di guidare per riportarci a casa» e indica un ragazzo che chiacchiera con una fanciulla reggendo in mano un bicchiere di liquido ambrato: «Ma sta bevendo!», «Sì, ma solo uno o due». Beh, allora...

Laura siede sotto il gazebo, fuma una sigaretta circondata dalle amiche: «Che senso ha questa legge? Se uno è ubriaco alle due meno dieci lo sarà anche alle due e dieci, anche se smette di bere. Non mi pare proprio che si sia centrato il bersaglio». Le lancette viaggiano, un cameriere porta a un tavolo una bottiglia di champagne con tanto di candelotto spara scintille modello Capodanno. «Ma non siamo fuori tempo massimo?». «Ma no, l’avevano ordinata prima, solo che abbiamo avuto problemi in cambusa e siamo riusciti a portarla solo ora». Giusto, certo. Intanto al tavolo bianco riposano nel ghiaccio altre due «vedove» pronte da stappare.

Compaiono anche una volante della polizia e una gazzella dei carabinieri. «Siete venuti a verificare se viene rispettato il divieto?». «No, semplici controlli, come sempre». Non hanno ricevuto nessun ordine in merito ma ci sarà qualcuno deputato a fare questo genere di verifiche, vero? Lo scopriremo solo vivendo, come cantava Battisti.

Al bancone
La serata va avanti, al bar non c’è quasi più nessuno. «Potrei avere una birra?», «No, mi spiace, non possiamo più»: nessuno vuole rischiare sette giorni di chiusura. «Però se vai al bar del ristorante te la danno, vedi?». L’indice punta una sala dove ci sono tavoli apparecchiati e un bancone davanti al quale chiacchierano alcuni avventori sorseggiando Coca e Rum appena ordinati. Del resto, siamo al ristorante.

Tutto nella norma o quasi, insomma. Nel senso che chi vuole «riempirsi» può tranquillamente continuare a farlo, basta organizzarsi. Il quasi riguarda i proprietari dei locali da ballo che lamentano una disparità di trattamento rispetto a luoghi in cui si vende alcol, con un calo delle entrate del 50%. «Abbiamo provato ad anticipare la serata - spiega Paolo, l’altro proprietario del Joy - ingresso a 10 euro dalle 22,30 con buffet. Sapete in quanti sono venuti? In due. Soprattutto con i più giovani sembra una battaglia persa in partenza: in discoteca arrivano dopo la mezzanotte. Perché non spostiamo il limite alle 3? A noi andrebbe bene».

Si lamenta anche Fabrizio Fasciolo, presidente savonese del sindacato dei locali da ballo. «Ecco la prima cosa che è cambiata - dice mostrando uno degli etilometri che le discoteche devono tenere obbligatoriamente - la settimana scorsa costava 1,20 euro, oggi 2,80».


14/10/07 - lastampa.it

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