L'Iran di Ahmadinejad

L'Iran di Ahmadinejad tra frustate, impiccagioni e lapidazioni


Le esecuzioni rigorosamente in pubblico


Teheran 26 ago. - Sembrava di assistere ad un film risalente a qualche dinastia imperiale della storia antica, ma lo scenario della globalizzazione ci porta invece nel mese di Agosto 2007 a vedere anche dei boia con il volto coperto da passamontagna, che in una affollata piazza pubblica, colpiscono con 40 frustate un uomo ritenuto colpevole di aver infranto “le leggi della morale”. Così la schiena flagellata di Said Ghambari, un giovane di 27 anni, diventava la maggiore attrazione del giorno nella piazza di Qazvin con l’immagine che faceva rapidamente il giro del mondo.

“La repressione per violazione delle leggi morali è stata sempre vigente in Iran, non è una novità. Solo che non era mai successo che avvenisse in un luogo pubblico sotto gli sguardi dei curiosi” sosteneva esterrefatto uno spettatore iraniano pronto a fotografare l’evento. Pare si tratti di violazioni che attengono il bere alcol in luogo pubblico o il fare sesso al di fuori del matrimonio. Dopo la rivoluzione islamica, fino agli anni ’90, bastava anche che studenti e studentesse preparassero un esame sotto le stesso tetto per venire condannati a 35 frustate ciascuno.

Sembra abbastanza ma non è tutto. Il processo di radicalizzazione promosso dal presidente Ahmadinejad in politica estera, sembra avere avuto anche alcuni importanti risvolti interni con l’accentuarsi della stretta repressiva di questi ultimi tempi. Un mese fa nel telegiornale iraniano in prima serata, apparivano dodici uomini impiccati a una gru da costruzione, che morivano per lento strangolamento. E ultimamente si assiste alla ripresa, sempre rigorosamente in pubblico, delle lapidazioni. A Takistan un uomo è stato lapidato perchè costringeva la sua donna a prostituirsi.
Nel 2002 l’allora presidente Khatami si era impegnato con l’Unione Europea per sospendere le lapidazioni e il capo del potere giudiziario aveva ordinato ai giudici di attenersi alla sospensione .
“Ma se la legge rimane invariata i giudici non sono tenuti a seguire l’ordine contrario alla norma, quindi fermare la lapidazione diventa difficile” sosteneva l’attivista per i diritti umani Shadi Sadr. Il fatto è che le lapidazioni sono sempre esistite in Iran, ma prima erano sempre più rare e soprattutto eseguite all’interno delle prigioni.

La stretta repressiva condotta in luoghi pubblici comunque ha già prodotto i suoi effetti tra la popolazione. Il messaggio della repubblica islamica iraniana sembra incentrato sempre di più su posizioni estreme che hanno già prodotto rigidità e tensioni in politica estera, e che ora stanno costringendo la gente a vivere in un continuo stato di emergenza con una pressione psicologica senza precedenti.

Felice Marra - 25/08/07 - voceditalia.it

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