Zapatero «misura» le taglie delle donne

MADRID — Non sarà un concorso di bellezza a stabilire il modello di donna spagnola. Non saranno giurie, stilisti, esteti, intellettuali, presentatori televisivi o giornalisti a valutare le misure reali, più che ideali, della tipica «Carmen». E se «le donne vere hanno le curve», come sosteneva il titolo di un film, dovranno poi essere i disegnatori di moda ad adeguarsi allo slalom delle comuni fattezze femminili, e non viceversa.

Quasi 10.500 spagnole tra i 12 e i 70 anni si stanno sottoponendo allo studio antropometrico voluto dal ministero della Sanità per chiarire, una volta per tutte, la morfologia più diffusa del fisico femminile nazionale e mettere un po’ d’ordine nell’anarchia delle taglie. I produttori di abbigliamento, senza bisogno di frequentare corsi di psicologia, hanno capito che una cliente si sentirà più contenta e incentivata ad acquistare una 38 (equivalente alla 42 italiana), che le va a pennello e la lusinga, piuttosto che presentarsi, mortificata, alla cassa con una 44 (la 48 italiana). Anche se quella è, effettivamente, la sua misura. Chi si sente grassa ha meno voglia di investire nel suo guardaroba. Quindi i confezionatori optano per una piccola menzogna, e «scontano»: sulle etichette una 40 diventa una 38, una 36 scende a 34 e in alcuni negozi di moda giovane è comparsa addirittura la 32 (equivalente in Italia a una 36 «pelle e ossa »). Anche se, in realtà, corrisponde alla 34 dell’anno precedente. Le acquirenti con tendenze all’anoressia esultano e comprano. Ma la corsa al ribasso ha creato un caos incontrollabile nel mercato: le taglie non corrispondono più da una marca all’altra, e nemmeno da una boutique all’altra nello stesso centro commerciale. Per non sbagliare la misura di un abito, occorre provarne almeno tre. Così il governo di José Zapatero ha deciso di promuovere il censimento delle forme femminili.

Da qualche giorno a Madrid—e prossimamente in altre 58 città spagnole —migliaia di volontarie si stanno sottoponendo all’esame computerizzato della loro figura. Camerini, molto simili a quelli in cui solitamente si cerca di infilare i jeans più stretti, sono stati allestiti dai tecnici dell’Istituto Biometrico di Valencia, per analizzare e definire la conformazione media delle candidate. Oltre l’80 per cento delle donne che hanno ricevuto dal ministro della Sanità, Bernat Soria, la circolare che proponeva il test, hanno accettato di far parte del campione.

Al metro tradizionale si affianca un laser, che sonda la superficie corporea, elabora 130 misurazioni in 30 secondi, ricavando dati longitudinali e perimetrali in tre dimensioni: ogni 25 minuti il computer incamera le coordinate essenziali di ogni modella della normalità. La direttrice dell’Istituto Nazionale di Consumo, Angeles Heras, incaricata dell’indagine dal ministro Soria, è convinta che l’iniziativa farà scuola in Europa: «Siamo i pionieri. Ma abbiamo già ricevuto dall’Italia, dalla Francia e dall’Inghilterra richieste ufficiali di informazioni sul lavoro che stiamo svolgendo».

Le conclusioni sono attese entro la primavera dell’anno prossimo e, a quel punto, anche i produttori di moda dovranno attenersi alle taglie unificate per legge. Come, per legge, la taglia minima dei manichini esposti in vetrina deve essere la 38 (la 42 italiana). Il secondo obiettivo, spiega Heras, è quello di promuovere un ideale di «bellezza sana» nel Paese, dove l’anoressia consuma mezzo milione di persone. Per una curiosa coincidenza, la ricerca si svolge a Madrid negli stessi giorni in cui il mondo della moda si sottopone, volente o nolente, al «test del 18»: l’indice corporeo minimo prescritto alle modelle per essere ammesse alle sfilate della «pasarela Cibeles», uno degli appuntamenti più importanti del settore, in programma dal 17 al 21 settembre. Le indossatrici sottopeso vengono escluse al controllo sanitario. L’inverno scorso ne sono state cassate cinque, due spagnole e tre straniere, su 70: misuravano un metro e 80 d’altezza e pesavano meno di 50 chili.

Elisabetta Rosaspina - 16 settembre 2007 - corriere.it

Nessun commento:

Basta guerre nel mondo!