No all’aborto anche dopo uno stupro

Bertone attacca la scelta di Amnesty


Poi accusa i media per l’inchiesta sui presunti preti pedofili: «Certe volte sembra che ci sia un disegno preciso contro la Chiesa»


ROMA—Amnesty International credeva di aver sufficientemente spiegato di non avere alcuna intenzione né di esprimere giudizi sull’aborto, né di promuovere campagne in favore dell’interruzione della maternità o di consigliarla a singole persone ma di voler solo difendere le donne dalle violenze e di prevenire gravi violazioni dei diritti umani.
Evidentemente al Vaticano la precisazione non è bastata se il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in margine al Meeting di Rimini, ieri ha rilanciato all’organizzazione le accuse che già aveva rivolto il cardinale Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. «Bisogna salvare la vita anche se è frutto di violenza», ha commentato ai microfoni della Radio Vaticana chiamando in causa Amnesty International. E sempre agli stessi microfoni se l’è presa con i media per le «falsificazioni » e le «mistificazioni» in rapporto alla vicenda delle presunte violenze sessuali compiute da religiosi a Torino. Come si guardasse — ha detto — «un solo frammento nella grande Cappella Sistina restaurata».
«In qualche momento— ha spiegato — sembra ci sia un preciso disegno contro la Chiesa perché, mentre ero negli Stati Uniti, mi hanno informato che per una settimana su un giornale italiano e in televisione è comparso un istituto educativo che ha una grande funzione pedagogica, per un fatto tutto da accertare ». Gli ha replicato il direttore de La Stampa, Giulio Anselmi. «Per quanto mi riguarda posso dire che La Stampa ha dato una notizia che si è dimostrata vera e, trattandosi di notizia torinese, l’ha data con evidenza».
Quanto all’aborto in caso di violenza sessuale, il segretario di Stato ha insistito con fermezza: «Non si può aggiungere a omicidi altri omicidi, l’uccisione di altre persone. Anche se sono persone in fieri, sono persone, sono soggetti umani, con tutta la loro dignità di esseri umani», ha sottolineato riaffermando la nota posizione della Chiesa cattolica secondo la quale la vita inizia al momento stesso del concepimento. Il cardinale Bertone ha confermato l’impegno rigoroso della Chiesa contro la violenza nei confronti delle donne, «contro questa forma disumana di violenza che è lo stupro ». L’intervento del cardinale segretario di Stato nasce dopo un duro editoriale di Avvenire contro Amnesty International firmato da Eugenia Roccella, portavoce del Family Day, in cui accusava senza mezzi termini l’organizzazione di «difendere l’accesso delle donne all’aborto».
Quando il cardinale Martino in un’intervista a un settimanale cattolico americano aveva annunciato lo scorso giugno la sospensione dei finanziamenti cattolici ad Amnesty International a causa della sua «svolta abortista » decisa all’assemblea di Città del Messico, la sezione italiana dell’organizzazione umanitaria, dopo aver fatto presente di non aver mai ricevuto finanziamenti dal Vaticano o da organizzazioni dipendenti dalla Chiesa cattolica, aveva precisato che la decisione era stata presa nel contesto della campagna «mai più violenza sulle donne ».
Sottolineava poi che Amnesty International intendeva chiedere agli Stati di modificare o abrogare le leggi per effetto delle quali le donne possono essere sottoposte a imprigionamento o ad altre sanzioni penali per aver abortito o cercato di abortire. Il conflitto fra il Vaticano ed Amnesty International con il quale la Chiesa cattolica ha sempre collaborato a difesa dei diritti umani sembra sempre più difficile da sanare.


Bruno Bartoloni - 21 agosto 2007 - corriere.it

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