Confindustria: «Niente modifiche al welfare»

Confindustria contro il governo «Niente modifiche al welfare»


Con due astensioni e due "sì" con riserva il protocollo sul welfare supera il vaglio del Consiglio dei ministri e si traduce in un disegno di legge collegato alla finanziaria che approderà ora in Parlamento.

Tre le modifiche apportate al testo dell'accordo siglato da governo e sindacati, per strappare il consenso o almeno l'astensione dei ministri dell'ala sinistra dell'Unione. Per i contratti a termine, dopo i primi 36 mesi è previsto un solo rinnovo, da stipulare davanti ad un esponente sindacale delle sigle più rappresentative. Salta il tetto ai lavori usuranti (in origine 5.000 l'anno), ma il fondo per il momento resta invariato. Viene introdotta la «cassa integrazione ambientale», ovvero si estende l'utilizzo degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori delle aziende in difficoltà per crisi ambientali.

Il via libera dal Consiglio dei ministri al pacchetto sul welfare, con le modifiche su precari e lavori usuranti, è stato dato venerdì. Il provvedimento è passato con l'astensione del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc) e il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi (Comunisti italiani) e il "sì" con riserva del ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) e il ministro dell'Università Fabio Mussi (Sinistra Democratica). «Vogliamo far durare il governo, ma anche che il governo applichi il programma», ha spiegato il ministro della Solidarietà Ferrero riguardo al «segnale» politico che ha voluto lanciare al premier Prodi, durante il Consiglio dei ministri, con la sua astensione sul pacchetto sul welfare.

I sindacati apprezzano le «specificazioni» al protocollo sul welfare licenziato dal Consiglio dei ministri, relative a lavori usuranti e contratti a termine, ma il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, tiene a precisare: «Il voto è stato un voto anche contro l'invadenza politica. Ed il risultato ci fa dire che il testo del protocollo si deve mantenere per come è perchè è il frutto di un equilibrio tra le parti. Il protocollo - ha concluso - si modifica solo con il consenso di tutte le parti e la politica deve stare lontano da queste cose». Ma è Confindustria a puntare davvero i piedi e a chiedere di riaprire il confronto visto che le modifiche decise dal Cdm «non sono lievi». Il malcontento degli industriali riguarda la disciplina dei contratti a termine. Per l'associazione di viale dell'Astronomia serve un «chiarimento» in quanto la «riscrittura della disciplina complessiva del contratto a termine» interviene non solo «sulla legge del 2001, ma peggiora anche le norme del 1962».

«Non c'è nessuna riscrittura», risponde in serata il ministro Cesare Damiano. Gli fa eco il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta che spiega: «Convocheremo le parti per trovare soluzione ai piccoli problemi che rimangono aperti per l'applicazione del protocollo sul welfare, in vista di un passaggio parlamentare che, in una logica di rispetto delle parti firmatarie dell'intesa, non dovrebbe apportare ulteriori modifiche».

L'iter burocratico partirà alla Camera. Il protocollo sul welfare, spiega il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, sarà presentato a Montecitorio come disegno di legge collegato alla finanziaria. Dovrebbe, quindi, essere approvato nella sessione di bilancio. L'obiettivo del premier Romano Prodi e del ministro del Lavoro Cesare Damiano è che «si arrivi al varo definitivo del ddl da parte del Parlamento entro il 31 dicembre prossimo», come ha detto, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, lo stesso Damiano, sottolineando la volontà di evitare «spacchettamenti» delle misure.

«Il Parlamento è sovrano, non scherziamo: Questa è un repubblica parlamentare e non una repubblica governativa. Le modifiche ci potranno essere, sì», rispondendo a quanti gli chiedono se alle Camere potrà essere ulteriormente cambiato il testo di legge che traduce il protocollo welfare. Certo, «il Paese ha dato un "sì" entusiasta alla politica cominciata con il protocollo», osserva Prodi. E Bonanni avverte: «Mantenere l'accordo così com'è».


13/10/07 - unita.it

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