"Facevamo giochi bruttissimi"

Pedofilia a Rignano, un bambino racconta: "Facevamo giochi bruttissimi"


Nel castello degli orrori di Rignano accadevano queste cose. "Facevamo giochi bruttissimi - ha detto un bambino rispondendo alle domande del gip Elvira Tamburelli, del pm Mansi e dei legali di indagati e di parti civili - le bidelle mi picchiavano e i maschi venivano fatti salire sulle femmine". Tra i giochi citati quello della "puntura sul pene", anche se, ha aggiunto, con i pantaloni alzati. Di tutte le deposizioni - ha detto il Pm Mauro Mansi - quella di è "la più importante, perché la più lucida".


Per la procura di Tivoli è una deposizione convincente, di uno dei 19 bambini ritenuti sessualmente abusati a Rignano Flaminio, mentre arriva la conferma che nuove denunce sono state presentate sui fatti che hanno preso spunto dalle accuse lanciate ad alcuni esponenti della scuola materna "Olga Rovere".


A confermare, senza fare il numero, i nuovi esposti è stato il pm Marco Mansi al termine dell'audizione del terzo bambino ritenuto, da un'indagine psicologica, in grado di riferire sulla vicenda come testimone. Le denunce presentate sarebbero quattro-cinque, risalgono allo scorso luglio ed il loro contenuto è ora al vaglio degli inquirenti. La conferma da parte di Mansi è arrivata al termine di un'audizione, anche questa, come le prime due, sotto forma di incidente probatorio, nel corso della quale il piccolo, di cinque anni e mezzo, parlando dei "giochi cattivi" che sarebbero avvenuti nel bagno dell'istituto scolastico, ha chiamato in causa le maestre Patrizia Del Meglio e Marisa Pucci, la bidella Cristina Lunerti ed il benzinaio cingalese ("l'uomo dalla pelle nera") Khelim De Silva.


"Il racconto del bambino - ha detto l'avvocato di parte civile Franco Merlino - è stato preciso e dettagliato". Per il collega Roberto Ruggero la testimonianza "segna un punto a favore dell'accusa" e, nella "logica del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, si può dire che il bicchiere è ancora un po' di più mezzo pieno", mentre per Taormina si è "finalmente capito chi è 'Maurizio', l'uomo del quale avevano già parlato altri due bambini. Si tratta del benzinaio cingalese".


Di tutt'altro parere, invece, l'avvocato Giosué Naso, difensore della maestra Silvana Magalotti: "L'audizione dà un colpo ferale all'impianto accusatorio. Non si è compreso in che cosa consistessero questi giochi. Se un bimbo parla di un gioco e poi gli si chiede come si chiama la sua maestra ciò non vuol dire che la si debba associare al gioco". Il bambino è stato sentito in un'aula appositamente attrezzata: disegni appesi sulle pareti, una scrivania al centro, matite colorate e fogli di carta per disegnare, una cesta piena di giocattoli. Il tutto per rendere l'atmosfera dell'atto istruttorio il più possibile vicino all'ambiente familiare del minore.


03/10/07 - di Donatella Papi - comincialitalia.net

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